La frattura del femore (il calvario di Froome)

07.12.2020
4 min
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La lenta ripresa di Froome dopo la frattura del femore. Il britannico cadde nel giugno del 2019 e dopo mille sforzi e senza badare a spese, alla Vuelta del 2020 ha ritrovato sensazioni accettabili. Frattura esposta del femore, del gomito e di alcune costole. Chris non è il primo ciclista a incappare in uno stop così lungo e doloroso: il femore finisce spesso agli onori della cronaca. Ma il fatto che il suo ritorno all’efficienza sia stato così lungo dimostra che non si tratta di un problema di poco conto. Anche se, come ci ha raccontato Salvatore Puccio, a rallentare il suo ritorno all’efficienza è intervenuto anche lo stop dovuto al Covid.

Del femore e della sua frattura parliamo con Francesco Maria Guerrini, fisioterapista e laureato in Scienze Motorie, che presta la sua opera presso il Centro Fisioradi di Pesaro.

Il recupero di Froome dopo la caduta del 2019 si è concluso di fatto un anno dopo
Froome, un anno per recuperare dalla brutta frattura
Dottor Guerrini, in quanti modi si rompe il femore?

I tipi di frattura sono molteplici, in quanto si tratta di un osso molto lungo e anatomicamente complesso. Per semplicità possiamo classificare le fratture in 4 diverse tipologie. La prima è la frattura della diafisi: quando è coinvolta la parte lunga del femore (nell’apertura in un’immagine Inran, ndr). Poi c’è la frattura sottocapitata: quando si localizza subito al di sotto della testa del femore. La terza è la frattura del collo: quando si localizza in un punto del collo del femore. Quindi la frattura trocanterica: quando coinvolge uno o entrambi i trocanteri (le sporgenze, grande e piccola, nella parte superiore del femore, ndr).

La frattura dell’acetabolo rientra nella casistica?

E’ meno comune delle fratture della testa del femore. La frattura acetabolare è quasi sempre frutto di eventi traumatici. Si verifica in caso di impatto violento della testa del femore contro l’acetabolo. Questa tipologia di frattura però non rientra tra le fratture del femore bensì tra le fratture dell’anca.

Un anno dopo, il britannico fa ancora fatica a camminare, ma ha finito la Vuelta
Un anno dopo, Froome ha concluso la Vuelta ma ancora zoppica
La frattura del femore presuppone un urto violento oppure, essendo un osso lungo, basta anche un colpo non violentissimo?

Il femore è l’osso più lungo del corpo ed è anche il più resistente. Quindi si presuppone che necessiti di un urto molto violento per causare una frattura. Purtroppo però, soprattutto in soggetti anziani, la frattura può avvenire senza nessun incidente a causa della condizione osteoporotica. 

Si opera in tutti i casi? 

E’ molto improbabile che una frattura di femore possa guarire senza intervento chirurgico che, tra l’altro, deve essere eseguito entro 24/48 ore dalla diagnosi. In caso di impossibilità di intervento chirurgico, l’unica soluzione è, come in tutte le fratture, l’immobilizzazione dell’arto e l’assoluto divieto di carico fino al consolidamento osseo. 

La frattura del femore può danneggiare anche il muscolo intorno?

Purtroppo in caso di frattura esposta, quindi quando la struttura ossea lacera i tessuti, possono verificarsi lesioni a livello dei muscoli adiacenti all’osso interessato. Un caso eclatante è quello avvenuto recentemente a Chris Froome, che a causa di un grave incidente ha riportato, oltre ad altre fratture e contusioni, la frattura esposta del femore destro con perdite ematiche ingenti. A causa di questo grave incidente la carriera del corridore inglese è parsa fortemente a rischio, ma la sua forza di volontà e il suo ottimo recupero fisico gli hanno permesso di rientrare all’attività agonistica. Seppure al momento senza riuscire a tornare ai livelli precedenti

Il collo del femore può subire una frattura vera e propria o una frattura pertrocanterica
Il collo del femore può subire 2 tipi di frattura
Fatto l’intervento, si può cominciare subito con la rieducazione?

La rieducazione deve essere iniziata nel minor tempo possibile dall’intervento. La prolungata attesa può ritardare i tempi di recupero e aumentare il rischio della formazione di trombi. La rieducazione avverrà gradualmente. Prima con mobilizzazioni passive. Successivamente con esercizi isometrici, in scarico e con carico progressivo sino alla completa autonomia del paziente. Con l’obiettivo di tornare alla performance sportiva nella migliore condizione possibile. 

Quanto tempo di stop assoluto si impone? 

Non esiste un tempo assoluto, può variare in base all’entità della frattura e in base all’attività che dovrà svolgere il paziente. 

Dopo quanto tempo si può cominciare a caricare l’arto? 

La concessione del carico purtroppo dipende dal tipo di frattura e conseguentemente dal tipo di intervento eseguito per la sua riduzione. E’ molto importante il confronto tra il professionista della riabilitazione e l’ortopedico che ha eseguito l’intervento. La rieducazione non termina con la ripresa dell’attività sportiva. E’ la corretta valutazione posturale e biomeccanica che permette il recupero completo del gesto atletico.