Filippo Ganna, Giro d'Italia 2020

Ganna a Gran Canaria mette Tokyo nel mirino

10.12.2020
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Ganna è a Gran Canaria con Moscon e Leonardo Basso per riallacciare i fili con la fatica e l’aria aperta. Hanno scelto la base del primo raduno invernale del Team Ineos-Grenadiers, quasi ad esorcizzare il fatto che il raduno non ci sarà. Sono arrivati l’8 dicembre, martedì. Ieri Filippo ha fatto quattro ore e mezza e finalmente il tempo ha ripreso ad essere scandito da ritmi più normali. Il 2020 dello stress è alle spalle, quello dei grandi risultati rimarrà invece scolpito nella storia dello sport.

Il quarto mondiale dell’inseguimento.

La crono dei campionati italiani.

Quella di San Benedetto del Tronto alla Tirreno.

L’impresa iridata di Imola, primo mondiali di specialità per un italiano e il secondo (per lui) di stagione.

Filippo Ganna, Giro d'Italia 2020, Valdobbiadene
Giro d’Italia: primo nella crono di Palermo, primo a Valdobbiadene. Manca Milano…
Filippo Ganna, Giro d'Italia 2020, Valdobbiadene
Dopo Palermo, Ganna 1° a Valdobbiadene. Ora Milano…

E poi le tre crono del Giro d’Italia. Palermo, annunciata quindi difficilissima. Valdobbiadene, vera prova di forza. Milano, al termine di tre settimane durissime nel primo grande Giro, a confermare la resistenza da campione. E in mezzo la maglia rosa e la fuga di Camigliatello Silano a sparigliare le carte. Una vera sbornia di risultati.

«Anche se a dire il vero – scherza riferendosi al fatto che sul più bello è stato costretto alla quarantena – non ho neanche potuto bere molto. Sarei andato volentieri agli europei in pista proprio per avere uno stacco mentale. Quando sono con i ragazzi riesco a mollare la tensione. Invece mi sono ammalato e mi sono rilassato per forza. Così adesso me ne sto qui, pacato. Tranquillo come sempre. A fare bene quello che si deve fare, dopo una stagione che mi ha dato una bella botta di morale».

David Brailsford, Filippo Ganna, Dario Cioni, crono Milano, Giro d'Italia 2020
Brailsford, Ganna e Cioni, Milano: vinta la crono e vinto il Giro con Geoghegan Hart
David Brailsford, Filippo Ganna, Dario Cioni, crono Milano, Giro d'Italia 2020
Ganna-Cioni a Milano, vinta la crono e vinto il Giro con Tao
Ti aspettavi che sarebbe ripartita oppure a un certo punto hai temuto?

Sicuramente lo speravo, sennò la grinta scemava. Stare sui rulli e poi allenarsi senza un vero obiettivo non è la stessa cosa.

Due figure chiave nel tuo percorso, Cioni e Villa, secondo i tuoi genitori sono alla radice della tua crescita e dei tuoi risultati.

A entrambi rompo le scatole. Cerco di ottenere quello che voglio in qualsiasi modo. Sono entrambi pacati e ragionevoli, sanno ascoltare. Non li ho mai sentiti alzare la voce, ma il giorno che lo faranno dovrò aver paura. Perché significherà che gliel’ho fatta troppo grossa. Insieme lavoriamo bene, si tratta di continuare in perfetto accordo fino alle Olimpiadi, poi magari si darà più spazio alla strada.

Filippo Ganna, Vuelta San Juan 2020
E’ sfinito. Alla Vuelta San Juan prova l’attacco da lontano e quasi coglie in castagna Evenepoel
Filippo Ganna, Vuelta San Juan 2020
San Juan, un Ganna inedito attacco da lontano
E già sembra di sentire Villa che parla di Viviani, che non vince più perché ha mollato la pista…

Ma io non abbandono la pista, solo che non andrò a tutte le manifestazioni come invece è adesso. Coppe del mondo, europei, mondiali. Ma di sicuro i miei allenamenti continuerò a farli, perché danno il colpo di pedale che funziona.

Quanto è lontana Tokyo?

Non così tanto. Sto già pensando che dovrò fare prima la crono e insieme lavorare in pista per non perdere quel tipo di forza e non rimanere staccato dal quartetto.

Si parla già del confronto con Evenepoel…

In Argentina mi ha battuto, ma sono passati dieci mesi e si usava la bici da strada, non quella da crono. Sono contento per lui quando è tornato a pedalare, sarei un vigliacco se pensassi diversamente.

Filippo Ganna, inseguimento a squadre, mondiali pista Berlino 2020
Ai mondiali di Berlino 2020 il bronzo col quartetto prima del 4° oro individuale
Filippo Ganna, inseguimento a squadre, mondiali pista Berlino 2020
Ai mondiali di Berlino 2020, bronzo col quartetto
In Castelli ci hanno raccontato di quando facesti il manichino per Hesjedal…

Gli assomigliavo di fisico, fu un’esperienza bella e interessante. Anche perché mi ritrovai in galleria del vento con Contador che preparava il Tour. Una giornata di alta scuola senza pagare il biglietto. Però, ora che ci penso, sarei curioso di sapere chi sia oggi il mio manichino.

Raccontano che tu sia molto esigente.

La posizione non è mai perfetta, la bici non è mai perfetta. C’è sempre da migliorare. Negli ultimi tempi ho fatto un bel salto in avanti, ma mentirei se dicessi di aver trovato la posizione migliore e definitiva. Ci sono materiali e componenti da studiare, ma al netto di questo ciò che non cambia è il mal di gambe. Lo scopo è ottenere il risultato migliore.

Il giovane del quartetto, Jonathan Milan, è passato al Team Bahrain. Ti senti di dargli un consiglio?

Non deve voler strafare. Deve trovare con la squadra il giusto compromesso fra strada e pista, ma a quello penserà il suo preparatore.

Filippo Ganna, Giro d'Italia 2020
I giorni in maglia rosa hanno portato la popolarità di Ganna alle stelle
Filippo Ganna, Giro d'Italia 2020
La maglia rosa gli ha dato un’altra popolarità
E’ presto per capire se il Giro d’Italia ha cambiato qualcosa nella capacità di prestazione?

E’ ancora presto, direi di sì. Venti giorni senza lavorare lasciano addosso parecchia polvere. Vediamo se cambia quando avrò ripreso il passo. Rimarremo qui fino al 19 dicembre, giusto per non dover fare la quarantena al rientro. Sennò saremmo tornati il 23 e quei quattro giorni di lavoro in più sarebbero serviti.

E con la squadra?

Dovremmo tornare qua, ma davvero in questo periodo si vive alla giornata. Per cui mettiamo il primo traguardo a Natale, il secondo a Capodanno e poi vedremo dove e quando faremo il ritiro.

Filippo Ganna con le Northwave

Le Northwave speciali di Filippo Ganna

06.12.2020
3 min
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Il campione piemontese ha corso una stagione incredibile, centrando una serie di vittorie molto prestigiose. Per trasferire tutta la potenza che possiede, Northwave ha dovuto apportare qualche modifica alle sue Extreme Pro. Ci siamo fatti raccontare da Niccolò Mattos Art Director and Communication Manager dell’azienda italiana, quali sono queste modifiche.

Tomaia rinforzata

Le Northwave Extreme Pro sono scarpe usate da numerosi professionisti tra cui Jakob Fuglsang, per le doti di leggerezza e rigidità della suola che trasmette al meglio la potenza ai pedali. Nel caso di Filippo Ganna siamo di fronte ad un atleta con un fisico possente.

«Lavoriamo con i nostri tecnici per soddisfare le sue esigenze – inizia così Niccolò Mattos – lui ha un 47 di piede. Stiamo parlando di una conformazione tale che richiede aggiustamenti ad hoc». Mattos ci tiene a sottolineare: «Gli altri professionisti usano le Extreme Pro che puoi trovare in commercio, solo Ganna ha bisogno di qualche accorgimento». Come mai Ganna ha bisogno di modifiche? «La suola è la stessa delle altre Extreme Pro, Filippo si trova benissimo con la nostra suola. Dobbiamo apportare qualche rinforzo alla tomaia, perché in fase di trazione ha necessità che il piede sia bloccato. Soprattutto nelle cronometro vuole avere le scarpe ben chiuse».

Filippo Ganna in azione al Giro d’Italia con le Extreme Pro
Filippo Ganna in azione all’ultimo Giro d’Italia con le sue Extreme Pro

Non si perde nemmeno un Watt

A cronometro ogni secondo è importante e gli atleti cercano di limare su qualsiasi dettaglio. Avere una trasmissione ottimale della forza è uno dei punti più importanti.
«I rinforzi sulla tomaia – continua Mattos – li mettiamo per avere una deformazione pari a zero in fase di trazione, in questo modo la grande forza di Ganna non va dispersa in nessuna fase della pedalata».
Inoltre, le Extreme Pro hanno il sistema di chiusura con il doppio rotore SLW3 che permette di regolare al meglio la chiusura in modo differente fra la parte superiore del collo del piede e la punta. In questo modo è possibile aumentare il comfort a seconda delle esigenze del corridore.


La versione celebrativa della vittoria mondiale a cronometro
La versione celebrativa della vittoria mondiale a cronometro di Filippo Ganna

Prestazioni eccezionali

Niccolò Mattos chiude sottolineando che: «Prestazioni eccezionali richiedono scarpe eccezionali, anche se la base di partenza rimane comunque la Extreme Pro che è in collezione»

Marco Villa, Filippo Ganna, mondiali pista Berlino 2020

Ganna, il tampone conferma i sospetti

06.11.2020
2 min
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Quando siamo arrivati in pista, mentre Jonathan Milan si lanciava in un inseguimento individuale di 3.000 metri, l’assenza di Ganna si è notata all’istante.

«Pippo non c’è – ha detto subito Marco Villa – è andato a fare il tampone. E siccome si sentiva debole, l’ho mandato a casa e sarà pronto domenica per partire assieme a noi. Si è caricato la macchina da solo. E’ andato al centro Synlab. Gli hanno misurato la febbre all’entrata. Ha fatto il tampone, poi ha guidato verso casa. Non stava male, solo mal di testa forte, diceva, e poca fame. E questo per lui è strano».

La giornata è cominciata così con un po’ di preoccupazione e la necessaria dose di ottimismo, dato che Ganna e tutti gli altri avevano già fatto un tampone e lunedì erano tutti risultati negativi. Pippo, in particolare, si era ritrovato in pista inizialmente poco convinto, poi gasato dal buon ritmo di pedalata che riusciva ancora a tenere malgrado le fatiche del Giro.

«Nonostante abbia fatto di tutto per schivarla – aveva sorriso Viviani incontrato al campionato italiano delle donne – non c’è stato verso. Va davvero forte. Io invece non sto in piedi e la chiudo qui».

Per rispettare la privacy del piemontese, tuttavia, si è così deciso di pensare agli altri al lavoro per gli europei di Plovdiv, in attesa dell’esito del nuovo tampone.

Marco Villa, azzurri, distanziamento, Montichiari 2020
All’interno della pista di Montichiari, distanziamento fra i corridori della nazionale
Marco Villa, azzurri, distanziamento, Montichiari 2020
A Montichiari distanziamento fra gli azzurri

Purtroppo la notizia è arrivata in casa Italia intorno alle 22, nonostante di solito i tamponi arrivino di mattina, tramite un messaggio con cui Ganna ha avvertito Villa della poco simpatica novità.

«Villa ci vediamo a febbraio».

Era la conferma che purtroppo nessuno avrebbe voluto avere, data appena pochi minuti prima al Team Ineos. E dire che Ganna era già stato fermato subito dopo i campionati italiani della crono, per aver fatto il sopralluogo del percorso assieme al compagno Leonardo Basso, cui un tampone aveva dato un falso esito positivo.

«Speravo fosse altro – dice Villa – e col tampone negativo di tre giorni prima ci speravo forte. Invece è proprio invisibile e non è facile da capire come gira. Comunque oggi facciamo tutti i tamponi programmati e li ripetiamo domani o domenica, se troviamo il modo di farne una serie rapidi. Pippo è stato in pista solo martedì col tampone fresco negativo. Sono stati sempre lontano giù dalla bici, come avete potuto vedere anche voi. Ma a questo punto avere due tamponi qualche giorno prima di partire mi tranquillizza di più».

La nazionale che partirà per la Bulgaria avrà dunque cinque uomini per il quartetto: Lamon, Bertazzo, Milan, Scartezzini e Moro e si deciderà nelle varie prove chi utilizzare nella qualifica. Nell’inseguimento individuale, salvo sorprese, correrà invece soltanto Jonathan Milan.

Filippo Ganna, mondiali crono, Imola 2020

Trattamento diaframmatico, che cos’è?

03.11.2020
3 min
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«Prima della crono iridata – ha raccontato Fred Morini a Filippo Lorenzon – mentre eravamo già sul bus, Ganna mi ha chiesto un trattamento diaframmatico. Lui scherza, è giovane, ma è un vero campione anche in questo. Stava bene, ma un po’ di tensione ce l’aveva, era pur sempre un mondiale. Aver richiesto un mio intervento in quel momento è un attestato di stima. Mi lascia qualcosa sia sul piano lavorativo sia su quello emotivo. Pippo avrebbe vinto comunque, ma mi piace sapere che un piccolo aiuto l’ho dato. Con quei 20 minuti di manipolazione si è rilassato e ha aperto al massimo i polmoni».

Che cos’è un trattamento diaframmatico? Che cos’è il diaframma? E perché metterci mano prima di un mondiale? La frase di Morini meritava approfondimento, per cui ci siamo rivolti al dottor Maurizio Radi, fisioterapista- osteopata, titolare del centro Fisioradi di Pesaro, che oltre a trattare decine di pazienti, ha spesso a che fare con atleti e in passato ha lavorato con corridori come Gilberto Simoni e Andrea Tonti.

Diaframma, disegno di OsteoMov

Diaframma: una cupola muscolo-tendinea che separa il torace dall’addome (foto OsteoMov)
Diaframma, disegno di OsteoMov
Il diaframma separa il torace dall’addome (foto OsteoMov)
A cosa serve il diaframma nella respirazione?

Ha un ruolo molto importante. Contraendosi si abbassa e permette al polmone di gonfiarsi d’aria. Una corretta respirazione dipende all’80 per cento dal diaframma e il restante 20 dagli altri muscoli respiratori.

Vigilia di un mondiale, la tensione può limitare la capacità polmonare?

Assolutamente sì, un blocco fisiologico del diaframma può sfalsare il rapporto funzionale respiratorio di cui abbiamo parlato poco fa e limitare la capacità respiratoria.

Il corretto funzionamento del diaframma ha riflessi anche sulla postura dell’atleta?

Esatto. Il diaframma è una cupola muscolo-tendinea che separa il torace dall’addome, ponendosi tra i polmoni e i visceri. Ha inserzioni nella parte lombare del rachide, nelle coste e nello sterno ed è innervato dai nervi C3-C5. Questo stretto rapporto fra tratto cervicale e diaframma fa intuire l’interferenza tra diaframma e postura.

Massaggio diaframma, foto Stefano Esposito
Il massaggio del diaframma (foto Stefano Esposito)
Massaggio diaframma, foto Stefano Esposito
Massaggio del diaframma (foto Stefano Esposito)
Quali sono le cause di malfunzionamento del diaframma?

Possono essere la tensione, la retrazione causate da trauma, ma anche da uno scorretto equilibrio funzionale respiratorio. Questo può influire anche sull’apparato digerente provocando stitichezza o gastriti. Quindi una corretta respirazione diaframmatica può ridurre lo stress, le tensioni, aumentare l’ossigenazione del sangue, migliorare la postura e di conseguenza il benessere generale della persona/atleta. Tutto questo migliora sicuramente la performance.

Che cos’è e quali obiettivi ha un trattamento diaframmatico?

Quando parliamo di trattamenti dobbiamo prendere in considerazione l’atleta a 360 gradi. Quindi si tratta di togliere tensione con trattamenti manuali e manipolativi al diaframma e alla colonna vertebrale, migliorare l’equilibrio funzionale delle catene muscolari con trattamenti di rieducazione posturale globale, con l’obiettivo di portare il diaframma a lavorare nel miglior modo possibile.

Quindi prima di una gara il trattamento diaframmatico ha buoni influssi sull’atleta?

Come detto finora, lo rimette in asse, gli permette di respirare meglio, allontana la tensione… Decisamente sì.

Esistono pratiche autonome per tenere in efficienza il diaframma?

Ci sono esercizi di respirazione diaframmatica che inizialmente vengono eseguiti con il fisioterapista che successivamente posso essere insegnati al paziente o all’atleta per mantenere o migliorare la funzionalità respiratoria.

Pinarello Bolide, ruote Filippo Ganna, Giro d'Italia 2020

Princeton, le ruote segrete di Ganna

27.10.2020
4 min
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Durante il Giro d’Italia hanno molto incuriosito le ruote utilizzate nelle cronometro da Filippo Ganna, vincitore di tutte le prove contro il tempo della corsa rosa e in precedenza del mondiale di Imola. Il campione piemontese utilizzava infatti una coppia di ruote Princeton, marchio che adotta delle soluzioni innovative.

Profilo variabile

L’aspetto che risalta immediatamente agli occhi è il profilo particolare della ruota anteriore, la Wake 6560. Diciamo che nelle cronometro in questione si è potuta vedere soltanto l’anteriore, dato che al posteriore Ganna ha sempre utilizzato una lenticolare, ma in realtà si stratta di una vera e propria coppia che può essere utilizzata tranquillamente su tutti i tipi di biciclette da corsa e non solo.

Ben visibile il profilo variabile con un minimo di 60 e un massimo di 65 millimetri
Ben visibile il profilo variabile del cerchio

Il profilo particolare, chiamato Wake, è frutto di studi derivanti dall’ingegneria aerospaziale e varia da un minimo di 60 e un massimo di 65 millimetri. In pratica si raggiungono velocità maggiori grazie alla variabilità del profilo, che produce una minore resistenza e effetti ridotti della dispersione dei vortici di aria che si vengono a creare intorno alla ruota e alla bicicletta.

Oltre all’effetto aerodinamico appena descritto, Princeton realizza le ruote usando un processo produttivo molto avanzato che permette di ridurre i layup di carbonio. Questo processo porta ad avere dischi più leggeri, con una distribuzione migliore delle sollecitazioni del terreno. Quest’ultimo aspetto oltre a conferire un migliore comfort al ciclista, permette una maggiore stabilità della ruota a terra con un conseguente miglioramento della trazione. Le Wake 6560 sono frutto di ben 4 anni di ricerca e sviluppo e sono state testate sia in galleria del vento che su strada e anche sulla… ghiaia.

Il canale interno del cerchio permette di montare pneumatici larghi
Il profilo interno del cerchio permette di montare pneumatici larghi

Personalizzabili

Princeton offre un’ampia scelta di opzioni, infatti le Wake 6560 sono disponibili sia per freno a disco che per caliper. Inoltre si può scegliere fra due mozzi differenti: White Industries oppure Tune. Equipaggiate con mozzi White Industries il peso della ruota anteriore è di 675 grammi, mentre la posteriore è di 870 grammi. Se invece si opta per i mozzi Tune la ruota anteriore pesa 657 grammi e la posteriore 780 grammi.

La larghezza interna del cerchio è di 18 millimetri, quindi adatta a montare pneumatici fino a 28 millimetri e volendo anche qualcosa in più. La larghezza esterna è di 26 millimetri, il che segue quella che è la tendenza delle ruote moderne, che vede una maggiore larghezza del cerchio per ottenere la migliore aerodinamica. I raggi sono i Sapim CX-Ray, che di norma sono 16 all’anteriore e 24 al posteriore. Anche in questo caso si può personalizzare richiedendone 24 anche per la ruota anteriore.

Il cerchio non presenta fori, questo porta a una rigidità maggiore
Il cerchio non presenta fori, questa caratteristica aumenta la rigidità

Edizione limitata

Tornando alla coppia di ruote usate da Ganna, al posteriore ecco una lenticolare: la Princeton Blur 633. Diciamo subito che per il 2020 ne sono state prodotte solamente 25, quindi parliamo di una ruota molto esclusiva. Realizzata in carbonio vanta un mozzo della White Industries ed è disponibile sia per freni a disco che tradizionali.

Il profilo è asimmetrico per un’aerodinamica migliore
Profilo asimmetrico per un’aerodinamica migliore, fondamentale nelle prove contro il tempo

Il cerchio non presenta fori interni, il che le conferisce una rigidità molto forte. Viene realizzata a mano e si possono montare i copertoncini o i tubeless. Ovviamente il punto forte è l’aerodinamica, con il profilo asimmetrico fra lato destro e sinistro.

Salvatore Puccio, Filippo Ganna, Sestriere, Giro d'Italia 2020

Arriva Puccio, sul bus si fa festa

24.10.2020
3 min
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Puccio è l’uomo dietro le quinte, quello cui i direttori sportivi della Ineos-Grenadiers chiedono sempre un parere, sapendo che non sarà banale. Quando Salvatore è arrivato al traguardo, il personale della squadra si è messo in fila per abbracciarlo, sapendo quanto abbia lavorato lontano dalle inquadrature. Così quando si avvicina alla transenna, il suo è il sorriso di chi ha fatto bene il suo mestiere.

Ti aspettavi di arrivare a un giorno dalla fine messo così?

Dopo la sfortuna di Thomas ci siamo reinventati. Non abbiamo pensato alla classifica. Tao era lì, poteva fare la sua top ten. E’ giovane, era tutta un’esperienza. Dopo, piano piano, ogni giorno ricevevamo il numero della macchina che scalava uno ad uno. Mancavano dieci tappe ed eravamo la macchina numero dieci. Così scherzando ci siamo detti che saremmo arrivati secondi o primi.

Salvatore Puccio, Vieste, Giro d'Italia 2020
Secondo a Vieste, anticipato da Dowsett
Salvatore Puccio, Vieste, Giro d'Italia 2020
Secondo a Vieste, anticipato da Dowsett
E i giorni passavano…

Finché a Piancavallo, Tao è andato fortissimo e ci è arrivata l’ammiraglia numero tre e a quel punto abbiamo iniziato a crederci. Comunque abbiamo mantenuto la stessa tattica. Andavamo in fuga, per noi era importante vincere tappe in questo Giro. Ognuno ha avuto la sua chance. Ma nel giorno dello Stelvio qualcosa è cambiato.

Che cosa è cambiato?

Rohan Dennis ha iniziato a fare cose da paura. Non lo scopriamo né lo abbiamo inventato noi. Uno che ha vinto due mondiali… Magari è partito piano a inizio Giro, poi è cresciuto e oggi addirittura ha fatto terzo. Sono contentissimo e poi sul bus c’è un’atmosfera stellare. Siamo rimasti in sei, ma siamo sei amici, non sei compagni di squadra.

Un clima inedito per voi?

Abbiamo sempre avuto un grande leader. Con Froomey, Geraint Thomas, c’era da stare super concentrati. Stavolta ci siamo ritrovati qui con Tao che ha sempre lavorato per gli altri e si può giocare la sua occasione. E’ stato diverso. Però non volevamo dargli nemmeno lo stress di pensare di dover vincere per forza. Lui stava tranquillo, noi andavamo in fuga e la pressione non c’era. Alla fine ha dimostrato di essere stato il più forte.

Ti mangi le mani per il secondo posto di Vieste?

Un po’ sì (sorride, ndr), ma Israel ha corso bene. Alla fine erano in due. Sarebbe stata una bella ciliegina sulla torta, però lo sport è così.

E’ la Ineos dei giovani…

Ne abbiamo tanti e poi il ciclismo di adesso è pieno di giovani rampanti. C’è il cambio generazionale, è normale. Io sono considerato il vecchio. A casa mia moglie mi dice che sto invecchiando, però ho seguito questa strada di gregario dall’inizio. Ho l’età giusta, ho 31 anni, posso ancora dare qualche consiglio a questi sbarbatelli.

Che cosa significa giocarsi il Giro in una crono?

Abbiamo due cronoman fortissimi tra i favoriti della tappa e speriamo che Tao riesca a dormire stanotte. Non è facile pensare che ti giocherai il Giro. Si vince dopo la linea, ancora non si è vinto niente, però noi siamo contenti per quello che abbiamo già fatto, l’atmosfera, la passione che ci abbiamo messo in tutto. Per lui è tutto un di più, farà la sua crono. Non parte svantaggiato e non ha niente da perdere.

Poteva guadagnare più tempo, credendoci da subito?

Era arrivato per aiutare. Forse nella prima crono gli hanno detto di non rischiare e di fare una tappa pulita per il vento. Forse lì poteva guadagnare qualcosa. Ai Laghi di Cancano ha perso perché Hindley aveva dietro il compagno che prendeva la rosa. Oggi è stato Tao a non tirare, avendo dimostrato di essere il più forte di tutti. Il ciclismo in fondo è uno sport semplice.

Se ieri aveste corso normalmente oggi ci sarebbero stati distacchi maggiori?

Di ieri si dovrebbe parlare a lungo, ma non adesso. Andiamo a Milano, la strada è lunga.

Daniela e Marco Ganna, genitori di Filippo, base aerea Rivolto, Giro d'Italia 2020

Pippo Ganna, orgoglio di mamma e papà

19.10.2020
4 min
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I fiori di Valdobbiadene, Filippo li ha regalati a sua madre. Niente di strano. Chi lo ha ascoltato bene, da Imola a Palermo, lo ha sentito dedicare ogni vittoria alla famiglia. Quei fiori Daniela li ha ancora tra le braccia e li stringe come si fa con un bambino. La tappa di Piancavallo è partita da pochi minuti. I genitori di Ganna sono venuti al via per salutare il figlio e ora riprenderanno la via di casa, dove la figlia Carlotta si è fermata per studiare e badare ai cani di famiglia.

Filippo Ganna, Giro d'Italia 2020
Filippo, detto Top Ganna, con un vero Top Gun: al Giro succede anche questo
Filippo Ganna, Giro d'Italia 2020
Top Ganna e Top Gun: trovate le differenze…

Cento all’ora

Daniela sorride sotto la mascherina. Ci incontrammo per la prima volta da loro, a Vignone, dopo il primo mondiale dell’inseguimento e il ricordo del calore di casa è ancora vivo.

«Siamo molto legati come famiglia – conferma – quindi a me emoziona molto questa cosa. Vedere come lui vuole bene a sua sorella, il rapporto che hanno loro due… Dico che abbiamo lavorato bene noi genitori».

Ma le mamme si preoccupano. E se abbiamo tremato noi vedendo Pippo scendere da Monreale a velocità folle sulla bici da crono, figurarsi lei. Che lo sottolinea con una risata argentina.

«Ho maledetto il cronista che diceva che stava andando a cento all’ora. Mi dicevo: non pensate alle mamme preoccupate per i loro figlioli? Ogni gara la vivo un po’ in ansia. Penso che per ogni mamma il ciclismo sia un bellissimo sport, con i suoi rischi, però non mi sono ancora abituata all’ansia e alla paura. Cerco di conviverci. Vedo Filippo sereno, convinto ed entusiasta di quello che fa e automaticamente anche io lo divento».

Il sogno Sky

Lo disse Filippo per primo: la squadra dei suoi sogni sarebbe stata la Sky. Poi passò alla Uae, ma il momento in cui Lombardi gli procurò un posto con Brailsford viene ancora festeggiato.

«E’ cresciuto tantissimo – ora è suo padre che parla – soprattutto da quando ha cambiato squadra. Lui ha bisogno di tranquillità. Con Villa è arrivato ai vertici della pista e qua con Cioni, che gli permette di lavorare senza pressione, è diventato grande. Ha inciso tantissimo anche la crono al mondiale dell’anno scorso, perché ha preso molta consapevolezza dei suoi mezzi. Quest’anno ha sempre lavorato bene e i risultati si vedono».

Peter Sagan, Filippo Ganna
Con Sagan nella tappa di Tortoreto Lido, vinta dallo Slovacco
Peter Sagan, Filippo Ganna
Con Sagan nella tappa di Tortoreto

Fiducia al top

Marco Ganna è andato alle Olimpiadi di Los Angeles con la canoa. E’ lui che spesso segue il figlio negli allenamenti e lo ha visto crescere.

«Prima del mondiale era tranquillo – dice – anche se arrivava da una crono favolosa come quella della Tirreno, dopo sei giorni a tirare per Thomas. Questo vuol dire che è cresciuto di testa. Sentirgli dedicare le vittorie alla famiglia è stato un’emozione e un orgoglio. Ci conosci, siamo molto uniti. Quando è partito per il Giro mai avremmo pensato, essendo la prima volta, che vincesse tre tappe. Per ora. Anche quando è partito per il mondiale… Io che lo seguo in allenamento lo vedevo che era migliorato nei suoi tempi, sulle nostre salite e sui nostri strappi, ma fra migliorare e vincere un mondiale ce ne passa».

L’arrivo in salita

E poi c’è il giorno Camigliatello Silano. Quello in cui il gigante vince in salita, aprendo la porta sul seguito di una carriera che potrebbe essere ancor più inatteso.

«Tutti dicevano che in quella fuga lavorava per Puccio – dice – e ho pensato: sì, perfetto, va bene. Poi quando c’è stato lo strappo più duro e mancavano ancora un po’ di chilometri, ho detto: fa una gara come quando era allievo o juniores, non guarda in faccia nessuno. E dopo i due scatti di Carrettero, gli hanno fatto girare le scatole. Ha messo la testa bassa e ha cominciato a menare. A quel punto ho pensato che sarebbe arrivato. L’hanno inquadrato in faccia, l’ho visto che stava bene, aveva una bella faccia».

Dire se avrà un futuro nelle corse a tappe è qualcosa che forse non vale neppure la pena indagare.

«Se lui cresce – dice – nessuno sa dove potrà arrivare. Se anche non diventerà uno da grandi Giri, si toglierà delle grosse soddisfazioni tra cronometro e classiche. Ricordiamoci che quest’anno sulla Cipressa, dopo quasi 300 chilometri, ha scollinato per secondo.

Filippo Ganna, Geraint Thomas
Con Thomas risalendo a fatica l’Etna

Ora i Ganna ripartono. Il viaggio fino a Vignone è lungo, ma l’ultima battuta è per la mamma.

«Già da un po’ vive ad Ascona – dice – che però è vicina. Se vogliamo vederlo, prendiamo la macchina e andiamo. Di una cosa potete essere certi: non si libererà molto facilmente della sua famiglia».

Tao Geoghegan Hart, Piancavallo, Giro d'Italia 2020

Tosatto regista della vittoria di Tao

18.10.2020
3 min
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C’è una firma italiana anche nella vittoria di Tao Geoghegan Hart a Piancavallo: quella di Matteo Tosatto. C’era il tecnico veneto, che ha ormai perso la voce, sull’ammiraglia alle spalle del gallese e sono stati i suoi consigli a spianare la strada del ragazzo dal volto simpatico e pieno di lentiggini.

«Tutta la Sunweb, i compagni di Kelderman hanno fatto un buon lavoro – ha detto il vincitore – dovevano guadagnare più tempo possibile sulla maglia rosa e hanno fatto un grande forcing. Io ho cercato di restare calmo e restare focalizzato sulla vittoria, anche se a volte la tentazione di muovermi prima l’ho avuta. Per fortuna da dietro Tosatto, che ha grande esperienza mi diceva di stare calmo».

Rohan Dennis, Piancavallo, Giro d'Italia 2020
Rohan Dennis a lungo in fuga verso Piancavallo
Rohan Dennis, Piancavallo, Giro d'Italia 2020
Rohan Dennis a lungo in fuga

La tattica di Tosatto

Dopo Cioni accanto a Ganna, un altro asso italiano dell’ammiraglia. Toso ascolta e sorride e forse nel cambio di mentalità del Team Ineos-Greenadiers dopo la caduta e il ritiro di Thomas c’è anche quel suo spirito pratico e scanzonato da vecchio combattente del gruppo.

«La squadra aveva dimostrato alla Tirreno – dice – che eravamo pronti a fare un bel Giro. Non ci siamo mai nascosti, puntavamo a vincere con Thomas e la squadra era pronta. Dopo l’incidente, a parte la condizione fisica che c’era, i ragazzi hanno cambiato mentalità con attacchi e vittorie. Oggi abbiamo voluto la fuga. Con Dennis, ma avremmo sganciato volentieri anche Puccio e Narvaez. Volevamo metterne due in fuga per tenere Tao tranquillo. E alla fine ha funzionato perché Tao ha vinto. Nel finale ha fatto una cosa stupenda ed è salito al quarto posto».

Reset mentale

In questa sorta di scambio fra il direttore e il suo pupillo, le parole di Tao completano il quadro.

«Niente di strano in questo nostro modo di correre – ha detto – eravamo venuti al Giro convinti di avere un super leader come Thomas in ottima condizione. Eravamo pronti per sostenerlo. E’ stato duro quel giorno in Sicilia, soprattutto per la natura della caduta. Abbiamo dovuto fare un reset, lui è andato a casa e noi abbiamo onorato la corsa. Abbiamo grande supporto dai nostri sponsor e vogliamo fare il massimo per loro. Abbiamo ancora sette giorni in cui fare il massimo.

«Dobbiamo prendere quello che viene. Ci saranno altri distacchi. Ci saranno le tappe di montagna successive. Sapevamo con il nuovo calendario che le cose potevano cambiare per il meteo. Ci saranno gap maggiori, alcuni attaccheranno da lontano come Froome nel 2018 e io non vedo l’ora. Sarà una terza settimana molto spettacolare».

Tao Geoghegan Hart, Piancavallo, Giro d'Italia 2020
Così Geoghegan Hart sul traguardo di Piancavallo
Tao Geoghegan Hart, Piancavallo, Giro d'Italia 2020
Così Geoghegan Hart sul traguardo di Piancavallo

Podio possibile?

Si pedala fra cautela ed entusiasmo. Ma se un ammiraglio esperto come Martinelli pensa che Geoghegan Hart possa essere l’uomo della maglia rosa finale, allora forse con Bramati bisogna approfondire il discorso.

«Tao già l’anno scorso al Tour of the Alps – dice Bramati – è andato forte, ha fatto vittorie, ha fatto il podio e ha aiutato Sivakov. Ha fatto la Vuelta, ha fatto fughe. E’ un giovane interessante, deve migliorare su certi punti di vista nella gestione della corsa. Oggi ha fatto una grande vittoria. Non parlo della sua classifica che è una sorpresa anche per noi, anche se non del tutto dopo la caduta di Thomas. Tao è quarto in classifica e ad un secondo dal podio. Da qui a dire che salirà sul podio o vincerà il Giro, il passo è lungo».

Filippo Ganna, Mileto-Caigliatello, Giro d'Italia 2020

Una tempesta nel cuore di Filippo

Giada Gambino
07.10.2020
3 min
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Sottili gocce d’acqua sfiorano la pelle di Filippo, scivolando via lungo i muscoli stremati. Si volta, non vede più nessuno, non sa se è la nebbia che gli oscura la visuale o se è veramente riuscito a staccare gli ultimi compagni di fuga De Gendt e Rubio. E in quell’istante, quando il suo sguardo incredulo scruta alle sue spalle, capisce che può farcela.

Filippo Ganna, Mileto-Camigliatello, Giro d'Italia 2020
In piena azione sulla salita finale, aggrappandosi a ogni energia residua
Filippo Ganna, Mileto-Camigliatello, Giro d'Italia 2020
In azione sulla salita finale, aggrappandosi a ogni energia

Si alza sui pedali, tira fuori la lingua e spinge con gran forza la catena posta sul 53×25. Intorno a lui solo il buio del bosco, il grigio del cielo e il nero dell’asfalto. Però, ogni tanto, qualche tifoso, ritrovandosi davanti Filippo Ganna, grida a più non posso trasportato dall’emozione nel vedere da solo in salita il gigante delle crono; dando così alla cupa corsa…un tocco di colore. 

Ed ecco che, dopo la lunghissima fuga iniziata fin dai primi chilometri della corsa in compagnia di altri sette corridori tra cui il suo compagno di squadra Puccio, Pippo inizia la sua inusuale crono in salita, lanciato verso un nuovo traguardo, tanto inaspettato quanto sognato.

Filippo Ganna, Mileto-Camigliatello, Giro d'Italia 2020
All’arrivo in lacrime per un’impresa a dir poco inattesa
Filippo Ganna, Mileto-Camigliatello, Giro d'Italia 2020
All’arrivo in lacrime per l’impresa inattesa

C’è freddo, ma il cuore di Ganna pulsa sangue carico di energia ed adrenalina. Lui, che pesa 83 chili ed è alto 1,95, sembra volare anche in salita. Ha gli occhi lucidi, carichi di emozione e di un pizzico di cattiveria agonistica. Vuole farcela, sa che può, sa che tutti fanno il tifo per lui e per quella che si può considerare a tutti gli effetti un’impresa.

Improvvisamente succede qualcosa, Filippo si agita, non gli funziona più la radiolina; non sa quale sia il suo vantaggio, se dietro qualcuno è in rimonta o se può proseguire del suo passo. Da una moto lo rassicurano, gli dicono che può stare tranquillo, che il gruppo è lontano e che l’arrivo è vicino. 

Filippo Ganna, Mileto-Camigliatello, Giro d'Italia 2020
Sull’arrivo l’abbraccio con Tao Geoghegan Hart, 19° al traguardo
Filippo Ganna, Mileto-Camigliatello, Giro d'Italia 2020
Sull’arrivo l’abbraccio con Tao Geoghegan Hart

Quando capisce che il sogno sta per diventare realtà pensa, inevitabilmente, a Puccio: doveva esserci lui al suo posto secondo quanto pianificato la mattina dalla squadra. E, invece, è stato proprio Salvatore che da buon “fratello maggiore”, finché è stato al fianco del giovane gigantesco cronoman, lo ha consigliato, dall’alto della sua esperienza, su come alimentarsi e conservare le energie lungo tutta la fuga: consigli preziosi!  A credere fortemente in questa fuga era stato soprattutto Geraint Thomas che la sera prima, in seguito al suo ritiro, aveva inviato un messaggio di incitamento al corridore di Verbania. 

Filippo vede la linea del traguardo da lontano; si volta, è ancora solo, è lui il protagonista indiscusso. Piange, non riesce a crederci.  Pensa a suo padre e a quando gli diceva che la propria squadra è sacra; così, stacca le mani dal manubrio ed indica il nome stampato sulla sua maglia Ineos Grenadiers. Dopo la vittoria della prima tappa a Palermo e la consequenziale conquista della maglia rosa: anche la quinta tappa del Giro 2020 è sua… Chi l’avrebbe mai detto!