Fausto Scotti

Scotti: «Cross alle Olimpiadi? Ci proviamo»

14.12.2020
5 min
Salva

La sesta tappa del Giro d’Italia Ciclocross è stata un vero successo. A Ferentino tanti partecipanti, tanto sole e, come lo stesso GIC ha titolato, “finalmente anche tanto fango”, elemento che da sempre caratterizza questa particolare e accattivante disciplina.

Mentre sul palco scorreva la premiazione delle donne, con Francesca Baroni reginetta del podio, riuscivamo a catturare un indaffaratissimo Fausto Scotti, tecnico azzurro del ciclocross. Con lui si è parlato soprattutto di gruppo e poco dei singoli nomi. 

Fausto, un grande successo: sia oggi che in generale del GIC…

Siamo molto contenti del Giro ma anche delle gare nel Lazio, siamo riusciti a farne molte con il Lazio Cross. Cerchiamo di tenere in piedi la specialità per far gareggiare i nostri atleti. In gran parte del mondo non è possibile farlo, a parte gli elite, e credo sia importante per società ed atleti stessi. Mettere su gli eventi dà grandi possibilità, tanto più quest’anno con percorso ben diversi.

ciclocross
Quest’anno al GIC non è mancata neanche la sabbia
ciclocross
Quest’anno al GIC non è mancata neanche la sabbia
Cosa intendi per percorsi diversi?

In generale ci sono stati tracciati abbastanza veloci, ma c’è stata anche la sabbia da evitare correndo a piedi. E oggi c’è stato molto molto fango. La differenza la si faceva correndo e nei tratti tecnici. Vedere 160 allievi, che sono atleti polivalenti con tanti biker e stradisti, vuol dire che le società hanno capito che questa disciplina può dare loro l’opportunità di guidare meglio su strada.

Il covid ha complicato la vita degli organizzatori, ma sembra aver rinvigorito la partecipazione. Forse c’è più voglia di correre?

I numeri del GIC sono stati sempre questi, tra 600-800 partenti. Quest’anno sono cresciute le categorie amatoriali e gli allievi. Di solito, questi ultimi partivano in 150 e poi andavano a scemare. Quest’anno invece sono sempre la categoria che registra i numeri maggiori. Ed è importante perché è la base del futuro.

Parlando dei grandi, pensando ad Ostenda: cosa ti aspetti? Che nazionali t’immagini?

Intanto speriamo di parteciparvi e di fare le prove di Coppa. E’ stata nuovamente “segata” la tappa di Namur. Hanno tolto le categorie U23 e juniores e quindi non andremo lassù. Ma non perché non correranno queste categorie, ma perché gli hotel prenotati (e nei dintorni) sono chiusi, non sappiamo come fare per la ristorazione e al ritorno in Italia bisogna fare il tampone in aeroporto. Troppo alto il rischio. Se succede qualcosa tutta la squadra deve restare in quarantena. E allora stiamo pensando ad un ritiro con la nazionale. Anche perché sotto il periodo di Natale ci saranno molte gare e sarebbe un peccato saltarle. I nostri ragazzi sono avvantaggiati perché rispetto ad altre Nazioni stanno gareggiando. Francia ed altri Paesi, come ripeto, fanno attività solo con gli elite.

ciclocross
Gaia Realini, seconda a Ferentino
ciclocross
Gaia Realini, seconda a Ferentino
Hai un’idea di dove fare questo ritiro?

Stiamo valutando in base anche alla chiusura delle scuole. E poi dobbiamo capire come allestirlo. Perché 72 ore prima del raduno bisogna fare il tampone e poi si può entrare nelle “bolla”. L’hotel sarebbe solo per gli atleti e lo staff. Con la struttura tecnico-sanitaria della Federciclismo cerchiamo di capire se siamo in condizione di realizzare tutto ciò. Altrimenti li lasceremo correre nelle gare che ci sono in Italia e faremo la selezione tramite queste. Dopo il 17 gennaio faremo le convocazioni.

Francesca Baroni, ora sul podio, ha vinto anche oggi (ieri per chi legge, ndr): per lei c’è già una maglia azzurra?

Lei ha fatto una buona gara, ma anche Gaia Realini, secondo anno U23, ha mostrato di difendersi bene. Francesca è molto più matura, specie su questi percorsi così difficili. Gaia ha corso benissimo è stata a ruota ed ha imparato molto. C’è un bel bagaglio di atleti che sta crescendo bene anche tra le juniores. A livello internazionale siamo la prima Nazione al mondo con più praticanti donne. Poi però dobbiamo sempre fare i conti con le altre specialità. Logicamente quando iniziano ad andare forte per davvero le portano via la strada o la Mtb e il cross va un po’ in sordina.

Perché?

Perché non è una disciplina olimpica. Io spero che, con gli sforzi che stiamo facendo, riusciremo a portare il cross alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, almeno a livello dimostrativo. E magari entrare ufficialmente nel programma a cinque cerchi nelle Olimpiadi invernali successive.

ciclocross
La partenza degli elite a Ferentino
ciclocross
La partenza degli elite a Ferentino
Hai parlato dei ragazzi che si applicano in più discipline. L’imput arrivato da Cassani qualche anno fa che insisteva sulla multidisciplinarietà ha fatto effetto. Tra voi tecnici azzurri c’è scambio d’informazioni? Collaborate?

Io lavoro molto bene con Rino De Candido (tecnico degli juniores, ndr) e Dino Salvoldi (tecnico delle donne, ndr), con loro c’è molto scambio di atleti. So quando è il momento di poterli prendere e quando no. Se poi ci sono Olimpiadi e mondiali in vista è chiaro che le attività principali vanno riviste.

Quel è l’ossatura degli uomini elite?

Abbiamo sempre avuto dei grandi atleti. Il problema maggiore è che tutti guardano al domani. Io dico che a volte bisognerebbe guardare anche all’oggi. Pensare alle Olimpiadi, che poi non ci sono state, ha fatto trascurare il cross a molti atleti. In tanti, e mi riferisco ai biker, hanno pensato solo alla Mtb. Tra incidenti vari e un calendario pressoché inesistente ecco che non hanno fatto né l’uno, né l’altro. Quest’anno, sembra, abbiano capito che il cross è una buona “palestra” di allenamento, tanto più per quel che non hanno fatto questa estate.

Sara Casasola, caduta, Tabor, Coppa del mondo 2020

Da Tabor a Roma in furgone rivedendo la gara

30.11.2020
4 min
Salva

La trasferta è stata lunga, in furgone, da Tabor fino a Roma. Neanche il tempo di rifiatare e subito al tavolo per preparare tutte le richieste di tamponi per i ragazzi, da effettuare domani come prestabilito. Altro che h24, Fausto Scotti non ha davvero riposo. Ma non è difficile se sei pieno di passione e hai ancora negli occhi le emozioni della prima di Coppa del mondo. Soprattutto le soddisfazioni che gli hanno regalato i più giovani.

«Il terzo posto di Lucia Bramati – dice – è stato un grande regalo, ha saputo interpretare in gara quello che le dicevo. Luca ha tutto il mio rispetto, ma quando sei in gara è chiaro che viene fuori il genitore più che il tecnico. Io devo guardarla con occhi più distaccati, per questo ad esempio a un certo punto le ho detto di mollare le prime due. Doveva pensare alla francesina dietro che stava rientrando. Alla fine mi ha ringraziato, d’altronde non sono poche quelle che a metà gara erano ancora in lotta per il podio e sono saltate».

Gaia Realini, Coppa del mondo Tabor, 2020
Realini (nella foto) e Baroni sono state a lungo con le prime. In apertura Casasola a terra
Gaia Realini, Coppa del mondo Tabor, 2020
Realini a lungo in scia alle prime. In apertura Casasola caduta
Il risultato di Masciarelli, secondo fra gli junior, ti ha sorpreso?

Mi ha sorpreso di più Siffredi: se avesse avuto una gara più regolare, una partenza meno complicata, vinceva lui… Basta guardare i tempi al giro, viaggiava più forte del vincitore, pur dovendo effettuare sorpassi. Anche Agostinacchio è andato bene, quella di Tabor è la conferma che abbiamo una generazione junior davvero fortissima, come si era visto al Giro d’Italia e in altri tempi non nascondo che ne avrei portati di più. A Tabor ho visto gare giovanili di altissimo livello a dispetto delle assenze di belgi e olandesi. Sono sicuro che con loro ci sarebbe stata maggior competizione, ma non è per nulla detto che i podi sarebbero cambiati.

Ma l’abruzzese avrebbe potuto vincere? In fin dei conti 7 secondi sono pochi…

Masciarelli all’inizio ha dovuto inseguire e spendere molte energie. Il suo secondo posto nasce da un episodio. Dopo un giro e mezzo, quando è rientrato su Stransky, questo ha accelerato appena chiusa la scalinata e ha guadagnato una decina di metri che il nostro non è più riuscito a colmare. Anche perché nell’ultimo giro eravamo un po’ in riserva. Comunque sono davvero contento di come sono andati.

Wout Van Aert, Coppa del mondo Tabor 2020
Ma Scotti si aspettava che Wout Van Aert fosse subito vincente
Wout Van Aert, Coppa del mondo Tabor 2020
Scotti si aspettava Van Aert subito vincente
Fra gli under 23 le cose non sono andate così bene…

Mi aspettavo di più da Ceolin, una giornata storta ci può stare. Leone ha fatto bene, è un secondo anno, sta crescendo bene grazie al suo team, gente che ci mette l’anima per questi sport. E’ stata una gara complicata, prima si era gareggiato sul ghiaccio, ma quando sono entrati in gara loro, le condizioni erano un po’ cambiate. Iniziava a esserci fango. Tanto è vero che abbiamo cambiato le coperture in corsa. Comunque Mein, il vincitore, ha davvero una marcia in più. E’ sempre stato in totale controllo della situazione. 

Ti hanno soddisfatto le under 23, in gara in mezzo alle più grandi?

Sono andate davvero forte, in una gara che va letta bene. La Vas (Hun), prima under 23, è finita ai piedi del podio. La Pieterse (Ned) è giunta sesta, la Kay (GBR) nona, ma per lungo tempo Baroni e Realini sono state insieme a lei. E dietro di loro sono giunte campionesse assolute. Il livello era spaventoso, ma le ragazze hanno mostrato coraggio e confermato tutto il buono che si dice di loro. Le grandi erano in gara con i loro team. La Arzuffi l’ho vista in crescita, ma sconta sempre i problemi in partenza. E’ un peccato perché i tempi dicono che è all’altezza delle migliori. La Lechner è caduta, con escoriazioni a entrambe le ginocchia, ma ha voluto finire egualmente la gara pur essendo ripartita ultima e staccata.

Alvarado Ceylin del Carmen (Ned), Coppa del mondo Tabor, 2020
Troppo divario fra le azzurre e Alvarado Ceylin del Carmen, iridata in carica
Alvarado Ceylin del Carmen (Ned), Coppa del mondo Tabor, 2020
Le azzurre devono crescere per arrivare a questo livello
Sei rimasto sorpreso dagli esiti della gara Elite?

Sinceramente sì, non pensavo che Van Aert perdesse. Gli è bastato poco per arrivare al livello degli altri, quando tornerà anche Van Der Poel saranno scintille fra quei due e per gli altri resterà poco. Intanto però rispetto agli Europei gli equilibri stanno cambiando. Lo spagnolo che ad esempio aveva sorpreso tutti, a Tabor quasi non si è visto. Dorigoni non è andato male: era partito con gomme non adatte al percorso, le abbiamo cambiate e ha ripreso bene. Gli servono ancora 2-3 gare per raggiungere il top. Bertolini? Fosse stato per me non l’avrei portato, è ancora indietro, ma sono convinto che per la tappa di Namur del 20 dicembre sarà ben altra cosa. Per me vale tranquillamente una top 5, potete scriverlo…

Jakob Dorigoni, europei cross 's Hertogenbosch 2020

In Coppa a Tabor e Dorigoni cresce bene

27.11.2020
3 min
Salva

Domenica comincia la Coppa del mondo. Rivoluzionata nel suo programma, scatta da Tabor (Cze) e certamente non sarà come gli organizzatori e l’Uci avrebbero voluto. I problemi legati alla pandemia, che rendono ogni trasferta estremamente laboriosa, hanno fortemente influito sulla tappa di apertura. Il Belgio sarà presente solo con gli elite, lo stesso dicasi per l’Olanda, che ha “derogato” solo per due ragazze under 23 (peraltro, non essendoci la gara di categoria, gareggeranno con le elite). Spazio aperto a ogni pronostico quindi per le prove giovanili, ma il cittì Fausto Scotti sorride solo a metà.

Alice Maria Arzuffi, campionato italiano ciclocross 2020
A Tabor occhi su Alice Maria Arzuffi (qui ai tricolori 2020), che di recente non ha brillato
Alice Maria Arzuffi, campionato italiano ciclocross 2020
Arzuffi sotto osservazione, assieme alla Lechner

«E’ vero – dice – ci sono più possibilità di ottenere un buon risultato, ma in questo momento ai ragazzi servono confronti internazionali al massimo livello per capire a che punto sono. Io avrei preferito un confronto pieno, sul campo, ma dobbiamo prendere la gara per quella che è. D’altronde queste trasferte sono molto difficili anche organizzativamente. Le disposizioni sanitarie ci impongono di arrivare con molto anticipo per sottoporci ai tamponi e i collegamenti non sono semplicissimi».

La squadra di Coppa cambia rispetto agli Europei di due settimane fa?

Parzialmente, soprattutto nelle categorie giovanili. Vogliamo dare a tutti l’occasione di confrontarsi con il meglio del movimento. A Tabor ad esempio non ci saranno né Carrer né Olivo per problemi fisici, ma conto di recuperarli, magari già per Namur. Abbiamo anche aggiunto Filippo Agostinacchio, che pensiamo possa far bene su quel percorso.

Thomas Pidcock, coppa del mondo Koksijde 2019 2020
Oltre a Van Aert,in Coppa rientra Thomas Pidcock, re del Giro d’Italia U23 e star del cross
Thomas Pidcock, coppa del mondo Koksijde 2019 2020
A Tabor anche Pidcock, un vero fenomeno
Ecco, quello di Tabor che percorso è?

Veloce e duro, in queste due parole è riassunto tutto il circuito. Bisogna essere sempre al massimo, non dà tregua. Ci sono drittoni lunghi in salita, una scalinata insidiosa, poi molto influirà il clima. Noi abbiamo disputato a Tabor il mondiale, ma era a fine gennaio, con freddo e neve. Vedremo come sarà domenica, anche se mi aspetto comunque temperature rigide.

Un tracciato che a Dorigoni piace molto…

Jacob lo vedo in grande crescita, nelle sue ultime uscite mi ha impressionato, sicuramente è migliorato rispetto agli Europei, poi conosce bene il tracciato. Mi aspetto molto da lui. Vedremo anche come stanno le ragazze, Arzuffi e Lechner nell’ultima uscita a Merksplas non sono andate molto bene.

Giro d'Italia Ciclocross, Gallipoli 2020, Juniores, Filippo Agostinacchio
Tra gli azzurri anche Filippo Agostinacchio, primo a Gallipoli fra gli junior
Giro d'Italia Ciclocross, Gallipoli 2020, Juniores, Filippo Agostinacchio
A Tabor anche Agostinacchio, 1° junior a Gallipoli
Domenica in gara ci sarà anche Pidcock: potrebbe far finalmente saltare il dualismo Belgio-Olanda?

Assolutamente sì, il britannico è uno che è sempre pronto quando gareggia e ha tutto per fare la differenza. Per me se la gioca per la vittoria, i belgi avranno una bella gatta da pelare…

Il calendario

Ecco a seguire il calendario della Coppa del mondo 2020/2021:

29 novembre: Tabor (Cze)

20 dicembre: Namur (Bel)

27 dicembre: Dendermonde (Bel)

3 gennaio: Hulst (Ned)

24 gennaio: Overijse (Bel)

Gaia Realini, Europei ciclocross, s'Hertogenbosch, 2020

Realini, una spina nel fianco delle grandi

10.11.2020
3 min
Salva

Racconta Fausto Scotti che quando nella gara delle under 23 agli europei Gaia Realini è arrivata a ruota della campionessa del mondo, si è dovuto sbracciare per dirle di tirare il fiato. Poi a un certo punto, il cittì azzurro ha anche temuto di averla perduta, perché tanto era grande la francese Norbert Riberbolle, per quanto bene si nascondeva nella sua ombra la piccola abruzzese, col ghigno sul volto e nessuna voglia di mollare.

«Forse la maglia iridata l’ha un po’ intimidita – racconta il tecnico azzurro – anche se quando alla fine Gaia ha mollato gli ormeggi, le è pure finita davanti. Ed è arrivato un bel 10° posto».

Gaia viene da Colli di Pescara, vede davanti l’Adriatico e alle spalle le grandi montagne d’Abruzzo. In bici c’è salita per la prima volta a sette anni, incuriosita dallo sport di papà Giacinto, che usciva per passione. E siccome la grinta gliela leggi in faccia, tra provare e diventare un’atleta il passo è stato davvero breve.

«Ho cominciato nella squadra di Domenico Cerasi – racconta – facendo strada e mountain bike. Poi da esordiente ho provato il ciclocross e ho scoperto che mi piaceva più della Mtb, che ho mollato all’istante. Così ora mi divido fra strada d’estate e cross d’inverno».

Giro d'Italia Ciclocross, Gallipoli 2020, donne elite, Gaia Realini
Vincendo a Gallipoli ha fatto capire di avere un’ottima condizione
Giro d'Italia Ciclocross, Gallipoli 2020, donne elite, Gaia Realini
La vittoria di Gallipoli prima degli europei

Classe 2001 e la voce sicura, Gaia ha preso il diploma al liceo sportivo e ora pensa alla bicicletta, cercando di capire se potrà farne il suo futuro. Che agli europei fosse arrivata in buona forma si era visto a Gallipoli, quando ha piegato Baroni e Casasola che fino a quel momento le erano sempre arrivate davanti.

Pensavi a una stagione così?

Dopo il Covid, davvero no. La stagione è rallentata, ma io sto andando bene. C’è da capire come si proseguirà. Domenica prossima ci sarebbero state due gare, una in Veneto e l’altra a Bologna. La prima è saltata, la seconda forse no…

Come sei arrivata nel team Selle Italia-Guerciotti?

L’anno scorso cercavo squadra, perché andare avanti pagando tutte le spese non era proprio il massimo. E loro si sono mostrati interessati. Mi forniscono il materiale e mi permettono di stare e allenarmi a casa. Mi sento tutti i giorni con Vito Di Tano e così mi sono scavata la mia dimensione.

Pensi che il ciclismo possa essere l’obiettivo della vita?

Per ora sì, anche se vediamo bene tutti il grande divario fra uomini e donne. Mi piacerebbe entrare in un gruppo sportivo militare. Questo potrebbe essere un bel traguardo.

A proposito, quali sono i traguardi dei sogni?

Da crossista, mi piacerebbe vincere su al Nord, in Belgio o in Olanda. Quello è il tempio della specialità, ma devo dire che correre senza pubblico è stato davvero brutto. Altrimenti il campionato italiano.

Nella sabbia olandese quasi sparivi, quali percorsi preferisci?

Veloci, asciutti e duri. Nella corsa a piedi mi difendo, mi piace lavorarci.

Invece su strada?

Ugualmente duri, le salite. Quest’anno ho corso con la Vallerbike. Trovare una squadra per il 2021 è il prossimo obiettivo, perché con Guerciotti si corre solo nel cross.

Hai un atleta, uomo o donna, di riferimento?

Sicuramente la Alvarado. Perché è giovane, ma ha sempre lottato contro le grandi come la Vos. E poi aggiungerei anche Van der Poel, che ha carisma e diverte. Quando c’è lui in gara, ti accomodi e pensi: oggi sarà divertimento puro.

Come passi il tempo quando non ti alleni?

Sto con gli amici, guardo un film. Tutto sommato, mi piacciono le giornate tranquille a casa mia.

Fausto Scotti, Giro d'Italia Ciclocross 2020, Gallipoli

Europei di cross, la rosa e le (tante) spine

04.11.2020
3 min
Salva

All’indomani della quinta tappa del Giro d’Italia Ciclocross, il Ct della nazionale Fausto Scotti ha diramato le convocazioni per gli Europei del prossimo fine settimana a s’Hertogenbosch (Olanda).

Non ci sono junior, il perché è lo stesso Scotti a spiegarlo.

«Vista la situazione pandemica – spiega – la Uec ha deciso di ridurre il programma di gare a soli elite e under 23, dietro la forte insistenza di Belgio e Olanda. Una scelta che ci penalizza, quella junior maschile sarebbe stata forse la categoria con il maggior numero di italiani presenti, ma soprattutto mi dispiace per i ragazzi che ci tenevano. Parlando con il segretario dell’Uec Della Casa, mi è stata prospettata la possibilità di recuperare la gara europea per gli junior in Italia a dicembre: se ci saranno le condizioni sanitarie, faremo tutto il possibile per realizzarla, ma al momento è difficile essere ottimisti».

Dorigoni sarà una delle nostre punte agli europei (foto Alessandro Billiani)
Jakob Dorigoni, Jesolo, Giro d'Italia Ciclocross
Dorigoni, punta azzurra agli europei
Con quale spirito partite per l’Olanda?

Non è un Europeo come tutti gli altri, questo è chiaro. Sinceramente avremmo preferito che la manifestazione venisse rinviata vista la situazione, la trasferta si presenta con moltissime incognite, con trasferimenti difficili soprattutto per i mezzi. Noi tecnici partiremo giovedì passando per Bruxelles, i ragazzi partiranno direttamente venerdì con scalo a Eindhoven.

Tamponi per tutti?

Li abbiamo fatti ieri, ma è probabile che le autorità olandesi vorranno comunque controllarci all’arrivo anche se avremo con noi l’esito. Non vorrei che avvenisse un epilogo identico a quello della nazionale di judo per il Grand Prix di Budapest, un paio di settimane fa (tamponi tutti negativi alla partenza dall’Italia, tre atleti e un coach trovati positivi in Ungheria e tutta la nazionale fermata e impossibilitata a gareggiare, ndr). Tutto ciò influisce fortemente, diciamo che partiamo per onorare l’evento.

Che notizie hai sugli avversari?

So che tutte le nazionali principali, seppur con le stesse nostre grandi difficoltà saranno presenti, ultima in ordine di tempo anche la Francia ha avuto la liberatoria per partire. Sarà un Europeo particolare, senza pubblico e chi ha gareggiato da quelle parti sa bene quanto ciò influisca, le gare lì diventano una bolgia per il tifo che si sente.

Il percorso a quale azzurro si adatta di più?

Direi un po’ a tutti, perché non ha grandi difficoltà tecniche. E’ quasi completamente piatto, ci avevamo già gareggiato per gli Europei un paio di anni fa. So che l’organizzatore (l’ex iridato Richard Groenendaal, ndr) ha inserito un centinaio di metri su sabbia, il resto lo verificheremo sul posto. Non partiamo con grandi aspettative, come detto vogliamo onorare la manifestazione facendo il meglio che potremo, cercando i migliori piazzamenti possibili. Probabilmente fra gli junior avremmo avuto maggiori possibilità.

Ecco i convocati azzurri.

UOMINI

Elite: Cristian Cominelli (Scott Racing Team), Jakob Dorigoni (Selle Italia Guerciotti Elite), Antonio Folcarelli (Race Mountain Folcarelli)

Under 23: Federico Ceolin (Selle Italia Guerciotti Elite), Filippo Fontana (Carabinieri), Samuele Leone (Development-Guerciotti), Marco Pavan (D’Amico Um Tools)

DONNE

Elite: Alice Maria Arzuffi (Fiamme Oro/777), Eva Lechner (Esercito)

Under 23: Francesca Baroni (Selle Italia Guerciotti Elite), Sara Casasola (DP66 Giant SMP), Gaia Realini (Selle Italia Guerciotti Elite)

Osoppo, Giro d'Italia Ciclocross 2020

Il Covid non ferma il cross (per ora)

26.10.2020
2 min
Salva

Organizzare gare sportive si può, anche nel cross, anche nel pieno della pandemia Covid-19. La quinta tappa del Giro d’Italia a Osoppo, ai piedi delle Alpi Carniche, lo ha dimostrato nella maniera migliore, innanzitutto con il grande ordine con il quale sono state espletate le operazioni di accreditamento e accesso al percorso di gara, anche se hanno richiesto un po’ più di tempo. Poi con il ligio rispetto delle regole durante le gare, con distanziamento obbligato fra chi assisteva e utilizzo di tutti i presidi sanitari richiesti, a cominciare dalle mascherine.

Osoppo, Giro d'Italia Ciclocross 2020
A Osoppo, percorso veloce, tutto da spingere (foto Billiani)
Osoppo, Giro d'Italia Ciclocross 2020
Percorso veloce, tutto da spingere (foto Billiani)

La bolla regge

«Il lavoro per costruire una “bolla” a ogni gara funziona – sentenzia il Ct azzurro del cross nonché responsabile del Giro, Fausto Scotti – anche se bisogna stare continuamente attenti ed essere rigidi nell’applicazione delle regole, è una faticaccia. Dopo Gallipoli vedremo la situazione del calendario, noi vogliamo andare avanti, ma qui i DPCM cambiano la situazione di continuo e non abbiamo alcuna certezza di quel che sarà».

Alla giornata

Già, ma come si vive una giornata di cross in mezzo a tutto quel che sta succedendo intorno a noi e soprattutto al clima di incertezza che contraddistingue la quotidianità? A rispondere è una delle protagoniste di queste giornate sportive, Sara Casasola: «Si cerca di vivere alla giornata, senza fare troppi programmi. Noi siamo già felici di poter gareggiare visto che molte discipline sportive sono state fermate o non hanno addirittura mai ripreso dall’inizio della pandemia. Correre è una bellissima cosa, vada come vada, noi speriamo sempre che la situazione migliori per tutti, non solo per noi che corriamo».

Tutti in Puglia

Si va avanti e si lavora per la prossima tappa, quella di Gallipoli, su un percorso che ha ospitato addirittura i mondiali anche se eravamo ancora prima del cambio di secolo. Il Giro d’Italia scende al Sud per poi prendersi una pausa, che dovrebbe servire per gli Europei e per l’esordio della Coppa del mondo posticipato a fine novembre (ma si gareggerà a Tabor e in questo momento la Repubblica Ceca è il Paese europeo più in sofferenza per il Covid-19). Il condizionale è d’obbligo, di questi tempi bisogna davvero andare avanti giorno dopo giorno…

Jakob Dorigoni, Cristian Cominelli, Giro d'Italia Ciclocross 2020, Ladispoli

Ladispoli, Dorigoni fa tris

19.10.2020
2 min
Salva

Terza gara e terza vittoria per Jakob Dorigoni (Selle Italia Guerciotti Elite), ma questa volta il trionfo del campione d’Italia non è stato così semplice come ad esempio a Corridonia e prima a Jesolo.

Percorso piatto

Il percorso messo in piedi dagli organizzatori di Ladispoli era molto piatto e privo di grandi difficoltà, salvo qualche single track nel bosco ed era quindi difficile sorpassare e fare la differenza, col risultato che ben presto si sono trovati a confrontarsi testa a testa i due grandi protagonisti del circuito, lo stesso Dorigoni e Cristian Cominelli.

Jakob Dorigoni, Cristian Cominelli, Giro d'Italia Ciclocross 2020, Ladispoli
Jakob Dorigoni batte Cristian Cominelli a Ladispoli (foto Bit&Led Fotografica)
Jakob Dorigoni, Cristian Cominelli, Giro d'Italia Ciclocross 2020, Ladispoli
Dorigoni batte Cominelli (foto Bit&Led Fotografica)

Il crossista della Scott, partito peggio rispetto al rivale, dopo aver agganciato la maglia tricolore ha provato a fare la differenza, ma era praticamente impossibile, così i due si sono trovati a giocarsi la vittoria quasi in volata.

All’ultima curva

Si era infatti capito che decisivo ai fini della vittoria sarebbe stato l’ingresso per primi sull’ultima curva e Dorigoni ha scelto la traiettoria migliore, beffando ancora una volta un Cominelli ancora alla ricerca della sua prima vittoria stagionale. Terza posizione per Antonio Folcarelli (Race Mountain Folcarelli), contento di centrare il podio nella gara di casa, quarto il primo degli Under 23, il biker Davide Toneatti (DP66 Giant SMP) mentre il leader della classifica di categoria Marco Pavan (D’Amico Um Tools) ha chiuso sesto.

Ladispoli rivoluziona le categorie junior Il Giro d’Italia di ciclocross continua a cambiare di continuo scenario fra gli junior, a testimonianza di un certo livellamento dei valori. A Ladispoli (RM), nella tappa allestita dal Team Bike Terenzi insieme all’Asd Romano Scotti che cura l’organizzazione generale del circuito, si è avuto un vincitore diverso rispetto a quelli delle tappe precedenti. A trionfare sul veloce percorso del litorale laziale è stato Bryan Olivo (DP66 Giant SMP), tornato all’attività sui prati dopo aver affrontato nella settimana precedente la gara di categoria dei Mondiali di Mtb a Leogang (AUT). Pur essendo la prova di Ladispoli in contemporanea con un’altra gara titolata di Mtb, gli Europei, Olivo ha optato per il Giro d’Italia e la sua scelta è stata premiata dalla vittoria, davanti al vincitore di Jesolo Eros Cancedda (Gs Sorgente Bradipozzo) e al pugliese Vittorio Carrer (Team Bike Terenzi), curiosamente ancora a secco di vittorie parziali ma salito in cima alla classifica del circuito a testimonianza della sua costanza di rendimento. Questo non fa altro che accrescere l’interesse per l’evoluzione della challenge di categoria, quanto mai incerta e seguita con grande attenzione dal Ct azzurro Fausto Scotti chiamato di qui a poco a diramare le convocazioni per gli Europei. Cambia proprietaria anche la classifica delle pari età (che a differenza degli uomini gareggiano insieme alle categorie assolute più grandi): decisiva la prima piazza a Ladispoli per Alice Papo (DP66 Giant SMP) che è riuscita a chiudere settima assoluta. Ingresso nella Top 10 anche per Lisa Canciani, sua compagna di squadra, terza di categoria Margherita Beatrice Oggero (Elba Bike). Anche qui comunque la parola fine alla sfida per la maglia rosa è ancora lungi dall’essere pronunciata. Bryan Olivo, Eros Cancedda, Vittorio Carrer, Giro d’Italia Ciclocross 2020, Ladispoli

Olivo preferisce il Giro agli europei

19.10.2020
2 min
Salva

Il Giro d’Italia di ciclocross juniores premia Olivo e continua a cambiare di continuo scenario fra gli junior, a testimonianza di un certo livellamento dei valori. A Ladispoli (RM), nella tappa allestita dal Team Bike Terenzi insieme all’Asd Romano Scotti che cura l’organizzazione generale del circuito, si è avuto un vincitore diverso rispetto a quelli delle tappe precedenti.

Juniores, Giro d'Italia Ciclocross 2020, Ladispoli
Juniores in azione a Ladispoli (foto Bit&Led Fotografica)
Juniores, Giro d'Italia Ciclocross 2020, Ladispoli
Juniores a Ladispoli (foto Bit&Led Fotografica)

Olivo, terzo nome

A trionfare sul veloce percorso del litorale laziale è stato Bryan Olivo (DP66 Giant SMP), tornato all’attività sui prati dopo aver affrontato nella settimana precedente la gara di categoria dei mondiali di Mtb a Leogang (AUT). Pur essendo la prova di Ladispoli in contemporanea con un’altra gara titolata di Mtb, gli Europei, Olivo ha optato per il Giro d’Italia e la sua scelta è stata premiata dalla vittoria, davanti al vincitore di Jesolo Eros Cancedda (Gs Sorgente Bradipozzo) e al pugliese Vittorio Carrer (Team Bike Terenzi), curiosamente ancora a secco di vittorie parziali, ma salito in cima alla classifica del circuito a testimonianza della sua costanza di rendimento.

Scotti al lavoro

Questo non fa altro che accrescere l’interesse per l’evoluzione della challenge di categoria, quanto mai incerta e seguita con grande attenzione dal Ct azzurro Fausto Scotti chiamato di qui a poco a diramare le convocazioni per gli Europei. Cambia proprietaria anche la classifica delle pari età (che a differenza degli uomini gareggiano insieme alle categorie assolute più grandi): decisiva la prima piazza a Ladispoli per Alice Papo (DP66 Giant SMP) che è riuscita a chiudere settima assoluta. Ingresso nella Top 10 anche per Lisa Canciani, sua compagna di squadra, terza di categoria Margherita Beatrice Oggero (Elba Bike). Anche qui comunque la parola fine alla sfida per la maglia rosa è ancora lungi dall’essere pronunciata.

Francesca Baroni, Sara Casasola, Giro d'Italia Ciclocross 2020, Ladispoli

Baroni, il bis porta la maglia rosa

19.10.2020
2 min
Salva

Dopo due tappe nelle quali aveva mostrato un grande progresso di condizione, Francesca Baroni a Ladispoli ha finalmente centrato il suo obiettivo: vestire la maglia rosa di leader del Giro d’Italia.

La prima a Corridonia

Già vincitrice la settimana precedente a Corridonia grazie anche al perfetto gioco di squadra con Gaia Realini, questa volta la campionessa d’Italia non solo ha fatto il bis di successi parziali, ma è salita anche in testa al circuito ed appare obiettivamente difficile scalzarla. L’ultima a cedere alla portacolori della Selle Italia Guerciotti Elite è stata Sara Casasola (DP66 Giant SMP), terza posizione per Alessia Bulleri (Cycling Cafè Racing Team), solo quarta la ex leader del Giro Gaia Realini (Selle Italia Guerciotti Elite).

Francesca Baroni, Sara Casasola, Giro d'Italia Ciclocross 2020, Ladispoli
Francesca Baroni precede Sara Casasola a Ladispoli (foto Bit&Led Fotografica)
Francesca Baroni, Sara Casasola, Giro d'Italia Ciclocross 2020, Ladispoli
Baroni su Casasola a Ladispoli (foto Bit&Led Fotografica)

Fatica lockdown

Una vittoria, quella della Baroni, che le dà grande sicurezza. Anche lei ha subìto fortemente le conseguenze del lockdown, l’impossibilità di uscire e allenarsi ha influito sulla sua tempistica di preparazione.

«Un po’ mi è pesato perché è stato un periodo surreale – ha detto – non sapevo cosa aspettarmi e per me è stato particolarmente difficile non poter uscire in bici all’aria aperta ma la salute viene prima di tutto, perciò speravo solo che finisse il prima possibile per poter tornare alla vita quotidiana “normale”. Per quanto riguarda la forma non sapevo come potesse essere la mia condizione in confronto alle altre visto che abbiamo corso poco, comunque c’è sempre da lavorare e migliorare per i prossimi appuntamenti».

Donne in salute

L’andamento della gara conferma comunque la salute del movimento, soprattutto in vista di un Europeo dove, al di là delle imprese di Eva Lechner e dell’esperienza internazionale di Alice Arzuffi, anche queste ragazze sperano di potersi mettere in evidenza, considerando anche il fatto che nelle prime 11 posizioni l’unica vera elite era la Bulleri.