Giro d'Italia Ciclocross

Scotti, come sarà l’autunno del cross?

26.09.2020
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Il ciclocross italiano riparte, malgrado il Covid: parola di Fausto Scotti. All’estero non si sa. Anche il campionato del mondo di Ostende inizia a guardarsi intorno per capire se le cancellazioni fra Olanda e Belgio arriveranno a lambire anche la data iridata. Certo è che la leggerezza con cui lassù fu accolto il virus nei primi mesi ora sembra svanita fra nuovi contagi e nuove preoccupazioni.

Gli italiani hanno annunciato il calendario del Giro d’Italia Ciclocross, frutto di un certosino lavoro diplomatico fra società organizzatrici. Ma almeno ora i praticanti della specialità hanno la possibilità di disegnare un programma esauriente.

Crisi in Nord Europa

Fausto Scotti è il commissario tecnico della nazionale italiana ed essendo uno di quelli che il Giro ha contribuito a costruirlo, ha sulla situazione un punto di vista piuttosto attendibile.

«In Belgio e Olanda – dice – cominciano a preoccuparsi. Uno come Van der Poel, autentica superstar del cross, si sta rendendo conto che non ci sono più i soliti ingaggi. I sindaci hanno in alcuni casi cancellato gli eventi e in altri impedito l’accesso del pubblico.

«Nonostante il nuovo calendario di Coppa del mondo appena varato, la prova di Koksijde è stata cancellata, così pure Gieten. Ora si parla di una possibile cancellzione di Hoogerheide il 25 gennaio, una settimana prima del mondiale. A quel punto l’Uci che cosa fa? E gli europei di novembre, che organizza Groenendaal si faranno?».

Fontana
Filippo Fontana (Carabinieri) è tra le giovani promesse del cross
Fontana
Filippo Fontana (Carabinieri) è tra le giovani promesse del cross italiano

Scotti, in Italia come va?

La situazione è spinosa e se in Italia le cose al momento sembrano andare un po’ meglio, di certo arrivare a un calendario affidabile non è stato banale.

«Siamo usciti tardi con il calendario del Giro d’Italia – spiega Scotti – anche cambiando la modalità di prenotazione, in modo da permettere iscrizioni e annullamenti fino alla settimana prima. Si vive giorno per giorno, perché il rischio che tutto si fermi ancora non è sparito.

«Avremo sette tappe, su e giù per l’Italia e non è stato facile per mancanza di sponsor. I Comuni sono stati assenti, per fortuna le società organizzatrici sono state al nostro fianco. Parlo di DP 66, Bike Italia Tour, Team Bike Terenzi, Jam’s Bike, Team Buja, Ferentino Bikers e O.P. Ci sarebbe stata anche la società di Michele Bartoli, con cui volevamo organizzare a Pontedera. Tuttavia Michele e suo fratello Mauro, che da ragazzi hanno corso tanto nel cross, stanno creando una squadra. Così gli ho detto di andare avanti su quella strada. Perché organizzare è importante, ma mettere i ragazzini in bici non è da meno».

La distrazione della Mtb

Questa l’attività, resta però da capire in che modo il calendario risicato possa scoraggiare gli atleti, sempre tentati dalla strada o dalla mountain bike.

«A parte i polivalenti – annuisce Scotti – e tolti i vari Braidot, Colledani e Filippo Fontana, tanti elite si sono messi in testa di puntare alle Olimpiadi, snobbando il cross. Devo dire che il ritorno di immagine delle vittorie di Van Aert e Van der Poel, ma anche quelle di Trentin sono state un bello spot per la specialità. Il freno per cui gli stradisti fanno sempre più fatica a venire sono i nuovi regolamenti. Se vieni doppiato sei fuori corsa. Per me è un errore. Tanti si vergognano di venire, mentre dovrebbero viverla come una fase di preparazione atletica e non cercare la prestazione».

Mathieu Van der Poel
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La Puglia sugli scudi

Il campionato italiano si svolgerà a Lecce, confermando la bella attitudine (riscoperta) della Puglia, con il circuito del Tre Mari e la tappa di Gallipoli del Giro d’Italia Ciclocross che traina un movimento regionale in crescita.

«Quello che cerchiamo di fare – ancora Scotti – è dare una mano alle regioni confinanti, affinché possano organizzarsi e creare dei circuiti più corposi. Alcune sono diventate ormai autonome, come il Lazio che ha 8-9 prove. Il Giro d’Italia vedrà circa 650-700 atleti a fronte di un movimento italiano che conta intorno ai 3.000 praticanti. Una bella quota, sia in termini di movimento, sia per le aziende. Stiamo parlando di gente che ha almeno tre bici in garage. Non proprio piccoli numeri…».