Longo Borghini, peccato: il giorno storto nel giorno sbagliato

04.08.2024
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PARIGI (Francia) – Elisa Longo Borghini è la personificazione della delusione. Come tutti i più grandi, in ogni sport, punta sempre al massimo. E quando non lo raggiunge, come è successo a Parigi, il colpo è duro da digerire. Era arrivata in Francia con ben altre ambizioni e magari con l’idea di tentare il colpo grosso, dato che di medaglie olimpiche già ne aveva, ma mancava la più preziosa. Non lo dice, ma lo si intuisce guardandola negli occhi. Lo intuiscono anche alcune rivali che, passandole accanto, la consolano. E le ricordano il grande Giro d’Italia che ha fatto. Lei ringrazia, ma per il momento non può essere sufficiente per farle passare la tristezza.

Elisa, che cosa è successo?

Mi dispiace tantissimo. Non è il risultato che volevo, non è il risultato che speravo. E’ andata malissimo. Non ho scuse e non le cerco. Semplicemente, le gambe non andavano. L’avevo immaginato già nella prima parte, naturalmente ci ho provato lo stesso. Poi a un certo punto mi sono spenta in un attimo. Chiedo scusa a tutti. Ai tifosi che mi hanno seguito da casa, ai tanti italiani che c’erano sul percorso. Li ho visti, li ho sentiti, ho percepito il loro incitamento. In generale, è stata una bella corsa e con una bella atmosfera. Ma in questo momento passa tutto in secondo piano perché sono molto delusa.

Pensi che se la gara si fosse sviluppata in modo diverso avresti avuto più possibilità?

Non è questione né di sfortuna né delle avversarie, che sono state brave. Faulkner ha vinto e si è meritata la vittoria. La responsabilità sta solo nelle mie gambe. Non c’erano, tutto qua. E mi dispiace tantissimo perché avrei voluto onorare in ben altro modo una manifestazione importante come le Olimpiadi, la maglia azzurra e l’Italia, che meritava un altro risultato.

Le azzurre al via: Persico, Longo Borghini, Cecchini, Balsamo
Le azzurre al via: Persico, Longo Borghini, Cecchini, Balsamo
Sei comunque nona in una prova olimpica, pur in una giornata no. Non sei troppo severa con te stessa?

Il punto non è il risultato. Potevo essere quarta o ventesima. Mi dispiace non essere stata al meglio, perché questo significa non avere onorato la maglia che indossavo. Tutto sommato penso che abbiamo fatto la gara giusta e che ci siamo mosse tutte bene. Anzi, ringrazio le mie compagne di squadra per il lavoro fatto. Ognuna di noi ha dato ciò che aveva oggi, purtroppo non è bastato. Non so veramente cosa dire, né penso che si debba cercare chissà quale spiegazione, perché ho percepito chiaramente di essermi spenta. Un metro prima c’ero, un metro dopo non c’ero più.

E adesso? La stagione non è finita e ci sono ancora appuntamenti importanti da onorare. Dove magari cercare il riscatto.

Adesso andrò a casa e inizierò a pensare al Tour de France. Non c’è un attimo di riposo e forse è meglio. Questa è una botta che fa male e che continuerà a farmi male, ma non posso permettere che condizioni il resto della stagione, perché c’è ancora tanto da pedalare.

Emotivamente gli ultimi chilometri quanto sono stati difficili?

Negli ultimi chilometri non vedevo nulla. Dal punto di vista emotivo sono stati molto difficili. Cercavo di remare fino all’arrivo, non sapevo più nemmeno dov’ero. Non sono riuscita a godermi il percorso. Ma ringrazio ancora una volta i tifosi che c’erano sul percorso. Se sono riuscita ad arrivare sul traguardo è grazie a loro, che hanno continuato a incitarmi soprattutto negli ultimi chilometri, quando ormai era chiaro che non sarei arrivata da nessuna parte.

Sei riuscita a sentirli?

Sì tanto che un altro motivo di dispiacere è non essere riuscita a dare il meglio di me stessa in un contesto così bello. Oggi l’atmosfera era veramente speciale. Purtroppo capita, lo so, è già capitato, ma ogni volta è sempre molto dura da accettare.

Per Sangalli si tratta delle prime Olimpiadi da cittì azzurro, dopo quelle da collaboratore di Salvoldi
Per Sangalli si tratta delle prime Olimpiadi da cittì azzurro, dopo quelle da collaboratore di Salvoldi

Un black-out inatteso

Stremata, Elisa lascia la spianata del Trocadero e non alza nemmeno lo sguardo alla Torre Eiffel. Segno ulteriore che avrebbe voluto guardarla dal podio. La parola passa quindi al commissario tecnico Paolo Sangalli e alla sua analisi.

«Siamo stati protagonisti – dice – fino al momento in cui Elisa si è spenta. Può capitare nello sport e purtroppo è capitato oggi a lei. Fino a quel momento si era mossa bene. Era nel gruppo giusto, per quelle che sono le sue caratteristiche e le sue capacità. Non tutte le giornate sono uguali».

E il 4 agosto 2024 a Parigi era una giornata meno uguale delle altre. Peccato.

Balsamo solo per lo sprint? Eppure Parigi ricorda Leuven…

04.08.2024
4 min
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VERSAILLES (Francia) – Campionessa del mondo e d’Europa su strada e su pista, Elisa Balsamo ha tutte le carte in regola per essere protagonista della competizione olimpica. Vittima di quella brutta caduta nella Vuelta a Burgos, dove ha sbattuto violentemente contro le transenne, sembra essersi ripresa. Lo dicono il rientro alle corse e il fatto di essersi buttata senza paura nella mischia delle volate.

«Sicuramente sto molto meglio – racconta – ma l’avvicinamento non è stato dei migliori. Ho fatto il massimo per poterci essere e sono molto contenta di essere qui. Darò sicuramente il massimo».

Il percorso di Parigi ricorda quello dei mondiali del 2021, in cui Balsamo vinse allo sprint dopo corsa dura
Il percorso di Parigi ricorda quello dei mondiali del 2021, in cui Balsamo vinse allo sprint dopo corsa dura
Che ruolo avrai? 

Sono una ruota veloce, quindi dovrò essere pronta nel caso in cui fosse un arrivo in gruppo. Io credo che non succederà. Di certo sono la più veloce della squadra e quindi il mio ruolo è questo. Però siamo in quattro, quindi dovrò stare attenta anche a eventuali fughe pericolose. Ma siamo un’ottima squadra, tecnicamente ci completiamo e stiamo bene insieme. Quindi siamo pronte per una bella prova di squadra.

Sarà tutte contro Lorena Wiebes?

Secondo me sarà una gara molto aperta e molto impegnativa. Le squadre sono composte da poche atlete, quindi è impensabile di poterla controllare in quattro, non solo per noi. L’importante è stare sempre davanti. Sappiamo che ci sono delle grandi favorite, ma l’Olimpiade è un terno al lotto. E’ una gara secca, ogni quattro anni, alla quale tutti tengono. In tante proveranno ad attaccare e ci vorrà anche tanta fortuna.

Cosa cambia rispetto a una grande classica?

La differenza più grande sta nel fatto che la squadra è formata da solo quattro ragazze. Quindi il gruppo sarà meno numeroso rispetto a un europeo o mondiale. L’importante sarà dare tutto e finire senza rimpianti.

Tu sei attesa anche dalle prove della pista. L’hai già provata?

Siamo abbastanza affezionati a questa pista. Oggi mi sono allenata con le ragazze (venerdì, ndr). E’ stata levigata e stavano cercando di capire la situazione per quanto riguarda l’umidità, che potrebbe essere determinante per i tempi e per i rapporti. Nei prossimi giorni cercheranno di farsi un’idea più chiara. Ci siamo allenate, abbiamo fatto delle simulazioni di gara a Montichiari di cui siamo soddisfatte. A livello mentale la pista non è facilissima da affrontare.

Perché?

In quattro chilometri un minimo errore si paga. Su strada puoi sempre rimediare. Ma siamo un bel gruppo e sono fiduciosa. I tempi si abbasseranno, tutti hanno lavorato su materiali e aerodinamica per arrivare qui al top. Ma più o meno le squadre di riferimento saranno le stesse. 

A tanti chilometri lontano dal centro di Parigi, si vive il clima olimpico?

Ho avuto una fortuna-sfortuna. Quando sono arrivato all’aeroporto il mio pass non funzionava. Allora sono andata al Villaggio per riattivarlo e per un po’ ho respirato quell’atmosfera che a Tokyo ci era mancata, perché con la pista eravamo molto lontane. E’ così anche stavolta, per questo è stato bello, anche se per poco, vivere il clima unico del Villaggio.

Balsamo e le azzurre arrivano al quartetto olimpico dopo la vittoria degli europei 2024
Balsamo e le azzurre arrivano al quartetto olimpico dopo la vittoria degli europei 2024
Torniamo alla prova in linea. Ti piace il percorso?

E’ bellissimo. Non lascia tempo di respirare. Non ci sono salite lunghe, ma continui saliscendi. Di certo chi partirà da lontano accumulerà fatica nelle gambe e i veri valori verranno fuori alla fine. Come squadra siamo pronte, ci faremo rispettare. Di sicuro ognuna di noi ha ben chiaro qual è il suo ruolo. A un’Olimpiade però nessuno deve partire battuto, perché ognuno avrà almeno una possibilità. Sarà importante non subire la gara e non dover inseguire, questo dovrebbe darci grande carica.

Anche Longo Borghini fiuta il fuoco: «Se c’è bagarre, mi diverto»

02.08.2024
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VERSAILLES (Francia) – Nella quiete di uno splendido albergo, non lontano dalla Reggia di Versailles dove si stanno disputando le prove olimpiche dell’equitazione, le ragazze della nazionale di ciclismo preparano la prova olimpica di domenica. Alle 14 partirà una gara che si preannuncia dura e combattuta, per un totale di 158 chilometri. «E’ un grande obiettivo», dice con sicurezza Elisa Longo Borghini.

Elisa ha già al suo attivo due bronzi olimpici e due bronzi mondiali. Sa come si corrono queste gare, conosce la differenza tra una prova in linea per nazionali e una grande classica. E’ l’italiana più attesa, reduce da una cronometro che poteva andare meglio e da un Giro d’Italia che non poteva andare meglio. Non era sicuramente qui per la cronometro, la prova che conta è quella di domenica. «Sento di aver mantenuto la condizione dopo il Giro. Poi saranno le gambe a parlare domenica. Sono certa che come squadra faremo bene».

La crono di Elisa Longo Borghini non è andata benissimo, ma il vero obiettivo è la gara di domenica
La crono di Elisa Longo Borghini non è andata benissimo, ma il vero obiettivo è la gara di domenica
E da te stessa cosa ti aspetti?

Queste sono gare che amo. Mi piacciono l’imprevedibilità, l’adrenlina, la rumba. Ci sguazzo e mi diverto. Poi magari non vinco, ma per me questo è il ciclismo, non le gare che sai già come si svilupperanno e come andranno a finire. Quelle sono noiose. A me piace stare nella mischia e combattere.

Che gara ti piacerebbe che si sviluppasse?

Non abbiamo ancora parlato di strategie, ma sicuramente ci saranno tentativi da lontano. Il percorso invoglia ad attaccare, ci sono tante seconde linee molto forti. Questo fa immaginare che vogliano provare ad avvantaggiarsi per arrivare davanti nel circuito. Magari può essere uno scenario realistico. Sicuramente spero di non arrivare in volata, magari se fosse una volata a due o a tre sarebbe meglio. Naturalmente sogno di arrivare da sola, ma è abbastanza difficile. Mi difenderò e cercherò di fare della gara che uscirà fuori la mia gara ideale.

Tutte contro Lorena Wiebes?

Spesso succede e credo che sarà così anche stavolta. Tutte vorranno provare a staccare Wiebes. Però magari proprio per questo ne potrebbe venir fuori un tutte contro tutte. E non mi dispiacerebbe, dico la verità. Più c’è bagarre, più mi diverto. E ci possono essere più occasioni per sorprendere le altre. Credo che sarà una gara bella da vedere per uno spettatore e molto dura per chi la correrà.

Foto ricordo anche per la sua Trek: l’attesa olimpica è ai massimi (foto Instagram)
Foto ricordo anche per la sua Trek: l’attesa olimpica è ai massimi (foto Instagram)
Ti piace il percorso?

Sì, mi piace molto. Mi ricorda una Gand-Wewelgem, con Montmartre che può essere paragonato al Kemmelberg, anche se la salita della classica ha pendenze più arcigne. E’ una corsa dove bisogna cogliere l’occasione. Per quanto mi riguarda non voglio decidere un punto preciso dove attaccare o difendermi. Anzi, è più probabile che io debba difendermi. Cercherò di restare tanto sul momento e di cogliere l’occasione giusta, oppure di individuare la ruota giusta e rimanere attaccata aspettando il momento per provarci. E’ l’opzione più probabile.

Potrebbero esserci alleanze trasversali, legate alle appartenenze alle rispettive squadre?

Non voglio neanche pensarci. E’ una cosa che non prendo in considerazione minimamente. Gli obiettivi di club non dovrebbero contare nulla alle Olimpiadi. Si sta qui per la nazionale e non per le nostre squadre. Sono cose che non devono influenzare la corsa. Chiaramente so che possono accadere, ma comunque mi pare difficile in una gara del genere, con un gruppo ristretto rispetto al solito. In ogni caso, ciò che mi rende fiduciosa è la grande unione che c’è tra me, Elisa, Silvia ed Elena (Balsamo, Persico e Cecchini, ndr). Stiamo bene, siamo unite e pronte a farci valere come squadra. Daremo tutto e finiremo senza alcun rimpianto.

Elisa Longo Borghini, classe 1992, ha già conquistato due bronzi olimpici: a Rio e Tokyo (foto FCI)
Elisa Longo Borghini, classe 1992, ha già conquistato due bronzi olimpici: a Rio e Tokyo (foto FCI)
Cos’hanno di speciale le Olimpiadi rispetto a mondiali o europei?

Uno dei ricordi più belli che ho è legato proprio alle Olimpiadi. A Rio, quando ho preso la medaglia, mia mamma mi ha detto: «Grazie, mi hai restituito la medaglia che avrei potuto prendere io quando ti ho avuta». Lei (la fondista Guidina Dal Sasso, ndr) avrebbe dovuto fare i Giochi invernali di Albertville nel 1992. Non ci è andata perché sono nata io. E’ stato un cerchio che si è chiuso, un cerchio olimpico. Al di là del ricordo personale, è proprio qualcosa di diverso. Ai nastri di partenza lo percepisci subito. E’ una emozione che non riesco a spiegare. E’ un misto tra la tensione e l’orgoglio di essere lì con la maglia della nazionale. E’ una emozione forte e così forte non l’ho mai provata in alcuna situazione. Qui percepisci chiaramente che c’è tutto il mondo dello sport, non solo del ciclismo.

Il weekend da tuttofare del signor Mosca, innamorato del ciclismo

29.07.2024
7 min
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Il fine settimana di Jacopo Mosca a Osasco, il suo paese natale, è stato indaffarato come poche volte in vita sua. Mentre la moglie Elisa era a Parigi per la cronometro, il piemontese della Lidl-Trek è tornato a casa per dare man forte a suo padre nell’organizzazione di un weekend di gare dai giovanissimi agli allievi, uomini e donne. Fino allo scorso anno si era chiamata Giornata Azzurra, da quest’anno si è unito il Trofeo Rosa (in apertura, immagine Wild Emotions). Quando lo sentiamo, dopo aver fatto con lui il punto già da venerdì, il suo tono di voce è quello di un uomo al settimo cielo.

«Sono stati davvero due giorni molto belli – dice – anche e soprattutto perché in Piemonte non abbiamo grandi numeri di tesserati nelle categorie giovanili. Alla fine sono partiti 70 allievi su 90 iscritti. Poi c’erano 45 allievi e 45 allieve. E non so dire quanti giovanissimi, perché hanno tante categorie e di solito sono un bel gruppone. In tutto ci sono stati 340 partecipanti e devo dire che è stato veramente bello. Soprattutto quello che ho visto è stato che tanta gente veniva a complimentarsi per la manifestazione, per la possibilità di far correre i ragazzi. E allora ti dici: cavolo, allora stiamo facendo qualcosa di bello…».

Jacopo Mosca è stato organizzatore, volontario e qualsiasi cosa servisse fare (foto Wild Emotions)
Jacopo Mosca è stato organizzatore, volontario e qualsiasi cosa servisse fare (foto Wild Emotions)
Qual è stato il tuo ruolo in tutto questo?

Ho fatto di tutto. Ieri mattina alle 6,45 ero con mio fratello e un altro volontario dell’Alpina a pulire le strade, letteralmente a passare la scopa nelle curve e montare materassi in quelle pericolose. Credo di aver portato la mia esperienza. I volontari infatti pulirebbero solo l’interno, io invece ho spazzato anche l’esterno. Gli ho spiegato che se uno vuole recuperare posizioni e prende la traiettoria più larga, finisce nell’asfalto sporco. Sono delle piccolezze che avevo notato anche il primo anno, in cui avevamo fatto solo la gara per i giovanissimi. Di fatto io ho seguito la gara solo nel 2021, mentre quest’anno c’ero perché a differenza di 2022 e 2023, non andrò al Polonia.

Facciamo un passo indietro: come è nata questa idea?

Mi venne nel 2021, quando ero infortunato dopo la caduta al campionato italiano di Imola. Mi avevano invitato a presenziare a una gara nella zona di Alba, all’interno del parco sponsorizzato da Diego Rosa qualche anno fa. Così parlando, ho detto a mio papà: «Sai quanto costa organizzare una gara di giovanissimi?». Ho chiesto agli organizzatori e visto che non si parla di cifre clamorose, ho detto: «Facciamolo!». E siamo partiti dai giovanissimi. Poi nello stesso anno abbiamo fatto la squadra dei bambini e da allora abbiamo cominciato. Ogni anno aggiungiamo un pezzo, così quest’anno sono arrivate le ragazze.

Da quest’anno anche gare femminili. Per i percorsi, il consiglio di Paolo Longo Borghini (foto Wild Emotions)
Da quest’anno anche gare femminili. Per i percorsi, il consiglio di Paolo Longo Borghini (foto Wild Emotions)
Quanto è difficile organizzare tante gare?

La nostra grande fortuna è che con la società dei bambini ci siamo appoggiati al GSR Alpina. E’ una società storica della zona, che cura la Gran Fondo Sestriere e dell’Assietta di mountain bike. E poi facevano una gara di dilettanti, il Trofeo Valli del Chisone, che era loro. Da allora in poi avevano fatto solo attività amatoriale e quando io gli ho proposto di fare i bambini, hanno accolto l’idea alla grande. Tanto è che adesso la società si chiama GSR Alpina-Jacopo Mosca Fan’s Club, dove il fans club è il mio papà. I ragazzi dell’Alpina sono bravissimi, la mia unica raccomandazione è stato di non lesinare sul tema della sicurezza.

Tema di cui parlavamo poco fa..

Esatto. Per la gara dei giovanissimi, abbiamo i materassi e segnalazioni per un chilometro di gara, che è sicuramente molto di più dello standard. Per me questa era una cosa fondamentale, perché se faccio qualcosa legata al mio nome, deve essere fatta bene. In realtà, ho sempre pensato di fare qualcosa per il ciclismo dalle mie parti. La società in cui ho cominciato ha chiuso, io sono stato il loro ultimo corridore. Adesso fanno qualcosina in piccolo per la mountain bike, è la società dove ha iniziato anche Avondetto, il campione eruopeo. Mi piaceva l’idea di far cominciare i bambini e avevamo organizzato il lancio di una scuola di ciclismo, con la prima riunione fissata all’8 marzo del 2020. Il giorno in cui scattò il primo lockdown. Dal 2022 abbiamo tesserato i ragazzi per fare le gare, senza mettergli pressioni. Vedi i bambini correre e poi dopo la gara giocare fra loro e poi vedi i genitori che non sapevano cosa fosse fare ciclismo e adesso invece hanno preso la bici anche loro.

Anche Elisa ha scelto di fare qualcosa di simile, no?

La motivazione è la stessa. Ho sempre pensato che noi corridori alla fine prendiamo tanto dal ciclismo e potremmo dare indietro altrettanto. Il ciclismo mi ha dato tanto ed è bello che in qualche modo io possa rendere anche solo in minima parte quel che ho ricevuto. E con questo ho contagiato anche Elisa, che aveva già avuto l’idea. Poi per tracciare i percorsi delle ragazze ho chiesto consiglio a suo fratello Paolo, visto che la figlia ormai ha l’età giusta.

I tuoi rapporti con i ragazzi sono di semplice organizzatore o ti capita anche di parlarci?

Sanno sicuramente chi sono e chi c’è dietro, però magari lo sanno meglio i genitori che seguono le corse in tivù. Capita che alcuni di loro mi ringrazino per l’opportunità. Ci sono tante brave persone e anche quelli che ci lasciano perché vorrebbero che i loro figli a 9 anni si allenassero, ma questo non rientra nella nostra filosofia. Li porta fuori mio papà, che ha fatto i corsi federali. Lui conosceva il ciclismo solo perché c’ero io e mi ha portato in giro alle gare. Nei giovanissimi io non voglio parlare di allenamento. I bambini devono andare in bici, imparare a farlo bene senza stress di alcun tipo. E grazie alla Alpina, con Ermanno Granero, Luca Diabrando e mio padre Walter Mosca, si riesce a seguirli.

Vittoria in parata fra gli allievi: si vede che la categoria è in crescita (foto Wild Emotions)
Vittoria in parata fra gli allievi: si vede che la categoria è in crescita (foto Wild Emotions)
Avete avuto giornate calde come ovunque in questa stagione?

Caldissime, perché purtroppo Osasco non è famosa per essere fresca d’estate, essendo un paesino di campagna in piedi nelle montagne. Per fortuna nella piazza ci sono un po’ di alberi, dove i ragazzi e le ragazze sono riusciti a ripararsi. Abbiamo dato il pranzo a tutti i corridori e ad un accompagnatore. Poi c’era la Pro Loco del paese che ha allestito un bar sotto il tendone, in cui davano acqua. E il gestore di uno dei due bar del paese, perché l’altro ha tenuto chiuso, è stato l’uomo più contento del mondo.

Uno aperto e l’altro chiuso?

Nei paesi capita. Lo scorso anno che avevamo meno ragazzi, il proprietario del bar aperto la sera venne con due bottiglie offrendoci da bere per il guadagno di due mesi in due giorni. Magari all’inizio era stato scettico perché chiudevamo il centro, poi ha capito e continuava a chiederci se e quando l’avremmo rifatta ancora.

Qual è stata la tua soddisfazione?

Sono veramente soddisfatto di aver visto il paese in cui sono cresciuto, pieno di ciclismo. E stato un po’ come averci portato il mio mondo.

Che cosa ti sembra del livello degli allievi, dato che qualcuno di loro il prossimo anno potrebbe correre tra i pro’?

I primi che sono arrivati andavano veramente forte. Erano della stessa squadra e sono arrivati in parata. Sono andati a tutta, più veloci della media più alta. E poi hanno un equipaggiamento molto buono, non più come una volta che avevano bici rimediate. Però se pensi che da un po’ arrivano fra i professionisti degli juniores che fanno i numeri, è palese che anche da allievi tanto piano non possano andare.

Come procede la tua preparazione?

Oggi ho fatto quattro ore dopo due giorni senza bici. Non farò il Giro di Polonia, ma andrò a San Sebastian. Insomma, è già tempo di ricominciare…

Da Luperini a Longo Borghini: si sfoglia l’album dei ricordi di Astoria

27.07.2024
3 min
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Il recente trionfo di Elisa Longo Borghini al Giro d’Italia Women ha riacceso i riflettori sulle grandi vittorie italiane nella corsa rosa, rievocando l’ultima memorabile vittoria di Fabiana Luperini nel 2008. Conosciuta affettuosamente come “la Pantanina” per le sue eccezionali capacità da scalatrice, la Luperini ha segnato un’era nel ciclismo femminile. Con un palmares che vanta quattro trionfi al Giro d’Italia (1995, 1996, 1997, 1998) e ben tre Tour de France consecutivi: dal 1995 al 1997.

Una specifica fotografia del 1995 cattura uno dei momenti più iconici della carriera di Fabiana Luperini, festeggiando il suo primo Giro con una bottiglia di Astoria. La storica casa di spumanti trevigiana è stata una costante sui podi del ciclismo femminile sin dal 1993. 

«A quei tempi – racconta Filippo Polegato, Amministratore Delegato di Astoria – Longo Borghini aveva solo due anni, ma il ciclismo femminile iniziava già a strutturarsi professionalmente. Sono davvero molto felice che Astoria abbia contribuito in qualche modo a far crescere l’intero movimento, non facendo mai mancare il suo sostegno a numerose manifestazioni in questi tre decenni. La crescita di attenzione, di pubblico e di nuove atlete non si è mai fermata, celebrata stagione dopo stagione dai brindisi con lo spumante Astoria».

Elisa Longo Borghini firma la bottiglia Astoria del Giro d’Italia Women
Elisa Longo Borghini firma la bottiglia Astoria del Giro d’Italia Women

Per una buona causa

Oggi, mentre le cicliste si godono un meritato riposo, i tifosi e gli appassionati di ciclismo hanno invece l’opportunità di dimostrare il proprio sostegno attraverso un’asta benefica. Sul sito matchwornshirt.com/it si è difatti conclusa un’asta dedicata al Giro Women. Tra gli oggetti più ambiti… una Mathusalem da 6 litri di Astoria. Autografata da tutte le vincitrici di tappa, delle maglie di classifica e dalla protagonista di questa edizione: Elisa Longo Borghini. Questa iniziativa non solo ha voluto celebrare le glorie del passato e del presente del ciclismo femminile italiano, ma anche sostenere una causa di grande importanza. Tutti i fondi raccolti dall’asta verranno difatti devoluti all’Associazione Scarpetta Rossa. Questa organizzazione è impegnata in iniziative di promozione sociale contro la violenza sulle donne, un tema di drammatica attualità che richiede l’attenzione e il supporto di tutta la comunità.

Astoria, con la sua lunga tradizione di sostegno al ciclismo femminile, dimostra ancora una volta il suo impegno non solo nello sport, ma anche nel sociale. Il legame tra il marchio e le atlete, celebrato attraverso brindisi e vittorie, si rafforza ulteriormente con questa iniziativa benefica. La Mathusalem autografata diventa un simbolo di solidarietà e di lotta contro la violenza, unendo tifosi e campionesse in un gesto di grande valore umano.

Questa asta rappresenta un’occasione per possedere un pezzo di storia del ciclismo e fare una differenza significativa nella vita delle donne vittime di violenza. E’ un invito aperto a tutti i tifosi e sostenitori a partecipare, dimostrando che il mondo dello sport può e deve giocare un ruolo attivo nel promuovere il cambiamento sociale.

Astoria

Parigi, sabato si comincia: “Longo” e Ganna per lanciare l’Italia

23.07.2024
6 min
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La grande attesa è ormai giunta a conclusione, da sabato non ci sarà più spazio per le chiacchiere, ma su piste, strade, pedane e corsie di Parigi si darà vita al più grande spettacolo del mondo, quello olimpico. Le due settimane che stabiliscono la reale forza sportiva di una nazione e sulle quali si baserà tutto il lavoro (e anche gli introiti economici…) del quadriennio successivo.

E’ una vigilia particolare per l’Italia, che porta a Parigi la spedizione più ampia (403 elementi, a dispetto di sole 4 squadre qualificate) e più ambiziosa di sempre. Da Tokyo 2020 è stato un crescendo di grandi risultati, che hanno fatto addirittura dell’Italia il Paese principe anche nelle manifestazioni omnisportive europee, eppure in questa crescita il contributo ciclistico c’è stato, ma non di primo piano.

14 agosto 2004, Bettini vince di forza la medaglia d’oro di Atene, battendo in volata il portoghese Paulinho (foto Olycom)
14 agosto 2004, Bettini vince di forza la medaglia d’oro di Atene, battendo in volata il portoghese Paulinho (foto Olycom)

L’importanza d’iniziare bene

La particolare conformazione del calendario impone però all’Italia delle due ruote di battere subito un colpo. Inutile nasconderselo: già sabato, primo giorno di assegnazione delle medaglie, il Bel Paese calerà carte importanti per ambire quantomeno al podio. Tutti sanno che il giorno iniziale ha un peso psicologico non indifferente: chi ha qualche anno sulle spalle ricorda il fatidico 14 agosto 2004, quando Paolo Bettini colse l’oro nella prova in linea. Da lì arrivò a poche decine di minuti di distanza l’oro di Montano nella sciabola e poi fu un crescendo di emozioni e successi, fino all’apoteosi di Baldini nella maratona.

Fino a qualche mese fa, nel giorno delle cronometro, si sarebbe puntato tutto su Ganna e su quella voglia di prendersi la rivincita su Evenepoel dopo i 12 fatidici secondi costatigli il titolo mondiale lo scorso anno. Il Pippo nazionale (non ce ne voglia Baudo…) ha incentrato tutta la sua stagione su questo appuntamento (e su quello della pista) e la sfida si preannuncia apertissima.

Longo Borghini viene dalla conquista del Giro. Sabato potrebbe sorprendere in una crono incerta
Longo Borghini viene dalla conquista del Giro. Sabato potrebbe sorprendere in una crono incerta

Tutto sulla crono? Non proprio…

Da qualche tempo però le cose sono un po’ cambiate. Non per colpa del piemontese, che si è preparato al meglio, quanto perché prima si disputerà la prova femminile. Dopo la vittoria del ballottaggio con Vittoria Guazzini ma soprattutto del trionfo al Giro d’Italia (con tanto di successo nella cronometro), Elisa Longo Borghini potrebbe anche essere la variabile imprevedibile. La gara ha da una parte la favorita d’obbligo nell’americana Chloe Dygert, dall’altra appare molto incerta per le altre posizioni, stante l’assenza della svizzera Reusser e le condizioni non ottimali dell’olandese Van Dijk.

Una settimana dopo arriveranno gli appuntamenti su strada. Qui la presenza italiana a Parigi è quasi marginale al maschile, dove si può confidare in uno squillo di Bettiol che però non ha convinto appieno al Tour, ma è potente fra le donne, dove alla stessa Longo Borghini e alla ritrovata Balsamo, con il supporto di Cecchini e Persico, si chiede di provare a mettere i bastoni fra le ruote nella lotta fra olandesi e l’iridata Kopecky. Si può fare, a condizione di costruire una corsa su misura per le due stelle azzurre, o selettiva al massimo per la maglia rosa, o puntando allo sprint, magari a ranghi ridotti per la Balsamo.

Per Van der Poel, qui nella crono finale, un Tour nascosto. Prepara il grande colpo?
Per Van der Poel, qui nella crono finale, un Tour nascosto. Prepara il grande colpo?

Strada uomini il 3 agosto

L’appuntamento per le donne è domenica 4 agosto, mentre 24 ore prima sarà spettacolo con la gara maschile. Chi pensa ancora che per i professionisti la gara olimpica abbia poco valore è rimasto ancorato a schemi sorpassati. Non è un caso se al via ci saranno quasi tutti i più forti, con le assenze di Pogacar e Vingegaard per percorsi non proprio favorevoli e le fatiche del Tour da smaltire. Van der Poel ha corso una Grande Boucle in sordina, Van Aert idem, ma l’impressione è che abbiano lavorato proprio pensando alla sfida parigina che vale una carriera.

Dopo la strada, a Parigi inizierà la seconda settimana dedicata alla pista. E’ chiaro che in chiave italiana l’attenzione principale è tutta sui quartetti, da una parte quello maschile rimasto immutato rispetto al trionfo del 2021 e che dovrà presumibilmente ripetersi su quei valori, stante la crescita di Gran Bretagna e Danimarca, dall’altro quello delle ragazze che hanno seguito lo stesso iter compiuto dagli uomini prima di Tokyo, bisognerà vedere se riusciranno a completare la parabola.

Il trionfo azzurro di Tokyo 2020 è ancora nel cuore. La Danimarca però cova la vendetta
Il trionfo azzurro di Tokyo 2020 è ancora nel cuore. La Danimarca però cova la vendetta

Gli orari degli inseguimenti

Si comincerà nel pomeriggio di lunedì 5 agosto con le qualificazioni maschili: il torneo sarà infatti spalmato su tre giorni, con le semifinali alle 19,14 del martedì e le finali alle 18,04 del mercoledì. Per le ragazze questi gli orari da ricordare: martedì alle 17,30 le qualificazioni, mercoledì alle 13,52 il primo turno e alle 18,57 le finali.

Giovedì 8 agosto sarà la volta dell’omnium maschile a cominciare dalle 17 dove Viviani vuole riassaporare l’ebbrezza di Rio 2016. Elia è uno di quelli che si esalta quando sente profumo di Olimpiade, tutto quel che è avvenuto prima ha poco valore anche se obiettivamente i favoriti sono altri, poi al venerdì spazio alla madison femminile seguita sabato dalla maschile, ma qui giochiamo il ruolo degli outsider, domenica gran finale con l’omnium femminile dove chiunque gareggi fra Balsamo e Paternoster ha tutte le carte in regola per agguantare il podio.

Parigi è pronta, quasi svuotata degli abitanti e piena di turisti-spettatori. Venerdì la cerimonia inaugurale
Parigi è pronta, quasi svuotata degli abitanti e piena di turisti-spettatori. Venerdì la cerimonia inaugurale

Caccia a un’altra Top 10

Sarebbe, si spera, la ciliegina sulla torta speriamo non solo della spedizione ciclistica, ma di quella generale. Che parte tenendo a mente due numeri: 40 (il massimo numero di medaglie vinte, a Tokyo 2020) e 14 (il numero di ori, a Los Angeles 1984). E che vuole confermarsi nella Top 10 del medagliere dove staziona dal 1996. Quello, a conti fatti, sarà il risultato più importante.

Quello che segue è uno specchietto sintetico delle prove che vedranno impegnati gli atleti azzurri, a partire da sabato prossimo e sino al gran finale di domenica 11 agosto. A questo link invece il programma completo del ciclismo.

CRONOMETRO INDIVIDUALE
Sabato 27 luglio
Gara donne14,30
Gara uomini16,32
MOUNTAIN BIKE
Domenica 28 luglio
Cross country donne14,10
Lunedì 29 luglio
Cross country uomini14,10
PROVE SU STRADA
Sabato 3 agosto
Gara uomini11,00
Domenica 4 agosto
Gara donne14,00
PISTA
Mercoledì 7 agosto
Finale inseguimento a squadre uomini18,04
Finale inseguimento a squadre donne18,57
Giovedì 8 agosto
Omnium uomini17,00-19,30
Venerdì 9 agosto
Madison donne18,09
Sabato 10 agosto
Madison uomini17,59
Domenica 11 agosto
Omnium donne11,00-13,55

Dal Giro Women alle Olimpiadi, quali indicazioni per il cittì Sangalli?

18.07.2024
6 min
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Che il Giro d’Italia Women regalasse spettacolo ed incertezza fino agli ultimissimi metri di gara forse non era stato preventivato da nessuno. Che potesse invece fornire utili indicazioni in vista delle Olimpiadi era piuttosto assodato da tempo. Ed in questo senso cosa si è segnato il cittì Paolo Sangalli sul suo taccuino?

A parte qualche assenza dovuta a diverse scelte di programmazione, al Giro Women erano presenti tante ragazze che saranno protagoniste a Parigi. Dalle atlete che si sobbarcheranno il lavoro oscuro alle cosiddette seconde linee – quanto meno per ciò che riguarda il borsino delle favorite – fino alle big che puntano dritto alle medaglie. Il primo appuntamento a cinque cerchi sarà la crono del 27 luglio poi si farà rotta verso la prova in linea del 4 agosto, dove c’è condensata la maggior parte dell’attesa. Prima di allora le azzurre di Sangalli – Balsamo, Cecchini, Longo Borghini e Persico – svolgeranno un raduno in altura per rifinire condizione e tattiche, seppur con qualche differenza. Andiamo a scoprire quindi quali sono gli ultimi appunti del cittì (in apertura con Balsamo, foto Il Ciclista Fotografo).

Dopo il testa a testa al Giro Women, anche a Parigi si rinnoverà la sfida Longo Borghini-Kopecky?
Dopo il testa a testa al Giro Women, anche a Parigi si rinnoverà la sfida Longo Borghini-Kopecky?
Paolo, partiamo naturalmente da Longo Borghini, splendida vincitrice del Giro Women.

Elisa l’avevo vista in grande forma durante il ritiro sul Passo San Pellegrino, dove avevamo sviluppato un bel blocco di lavoro con tutte le altre ragazze. Devo dire che non mi ha sorpreso la sua vittoria al Giro, o meglio, è andata oltre le mie previsioni. Ad esempio non ha avuto quel famoso giorno di crisi che aveva sempre avuto gli altri anni. La sua prestazione complessiva mi ha trasmesso tanta tranquillità. E so che porterà questa condizione fino a Parigi.

Lei farà anche la prova contro il tempo olimpica. Seguirà un programma diverso?

Sì, Elisa salirà a Parigi col gruppo crono il 23 luglio, mentre noi della strada andremo a Soraga in Val di Fassa dal 25 al 30 luglio assieme alla nazionale maschile di Bennati, per poi partire in aereo per la Francia il giorno successivo. Già nella crono di Brescia al Giro Women, Elisa è andata molto forte. Una prova solida. E per quella olimpica sono molto fiducioso. Il podio è ampiamente alla sua portata. Anzi, ritengo che sia un bene che corra la crono, così avrà già scaldato il motore.

Cosa possiamo dire delle altre azzurre?

Balsamo non è stata fortunata, ma non sono preoccupato. Ha preso la tonsillite e avevo messo in preventivo che potessero saltare fuori questi virus visto il grande caldo e i relativi sbalzi termici per raffreddarsi. Elisa ha fatto solo quattro tappe, nelle quali ha lavorato bene. Sono molto contento per il suo terzo posto di Volta Mantovana perché si è buttata nuovamente in volata, in un finale tutt’altro che semplice e con avversarie di altissimo livello. Arriverà pronta anche lei per Parigi.

Da Cecchini e Persico ti aspettavi qualcosa in particolare?

Hanno avuto compiti diversi al Giro Women, facendo tuttavia ciò che avevo chiesto. Elena si è confermata la “solita” atleta fidata che dà garanzie ed equilibrio. Ha lavorato tantissimo per Kopecky sia in volata che negli ultimi due giorni, che erano durissimi. Ha dimostrato di stare bene. Silvia invece è partita con l’obiettivo Parigi in testa, forse più delle altre. Ha lavorato su sforzi da 5/6 minuti come troverà sul percorso olimpico. Aveva messo nel mirino alcune tappe, ma ha dovuto giustamente adattarsi alle tattiche della sua formazione. A Chieti poteva fare qualcosa in più, ma aveva Magnaldi in fuga e non si è mossa. E’ comunque uscita in crescita dal Giro.

L’hai nominata prima. La Kopecky vista al Giro Women sarà l’avversaria numero uno oppure pensi che abbia consumato troppo?

Magari fosse solo lei quella da tenere d’occhio (sorride, ndr). Kopecky era partita per puntare alle tappe e rifinire la condizione. Si è trovata poi a giocarsi la generale e sappiamo che atleta sia quando è in lizza per una vittoria, specie se di quella portata. Non ha recuperato dallo sforzo del Blockhaus e all’ultima tappa ha pagato, anche se per me Elisa avrebbe vinto ugualmente perché era più forte. In ogni caso Kopecky sarà la principale nemica per le Olimpiadi.

Chi saranno le altre rivali per l’Italia?

Beh, prima facevo riferimento a chi non abbiamo visto al Giro Women, ovvero Vollering, Vos e Wiebes. Quest’ultima sta correndo al Baloise Tour (fino al 21 luglio, vincendo ieri il prologo d’apertura, ndr) e vedremo come sta. Prevedo una sfida a tre tra noi, Olanda e Kopecky, perché penso proprio che il Belgio sarà tutto per lei. Poi bisognerà fare attenzione alle outsider, ammesso che si possano definire così…

A chi fai riferimento?

Ci sono tanti nomi da tenere sotto osservazione. Niewiadoma non va mai sottovalutata perché lei c’è sempre. Però attenzione a quelle che hanno finito il Giro Women in crescendo. Grace Brown ha fatto una grande crono a Brescia (seconda per un solo secondo dietro Longo Borghini, ndr) e ci ha provato in diverse occasioni. Ludwig è stata protagonista nelle frazioni mosse e nella generale. Lippert ha vinto la tappa di Chieti, la più lunga del Giro, e mi è piaciuta tantissimo. Mi limito a loro, ma lista può essere più lunga.

In sostanza che gara si aspetta il cittì Paolo Sangalli?

Sicuramente sarà dura, fin dai primi chilometri. Il 2 agosto faremo una ricognizione collettiva sul circuito di Parigi quasi chiuso al traffico, anche se lo conosciamo bene perché ci eravamo stati nei mesi scorsi. E’ una gara che si presta a tante soluzioni, tipo il mondiale di Wollongong nel 2022. Difficile dire se si arriverà con un gruppetto di venti atlete o in solitaria, una ad una. Dall’ultimo scollinamento di Montmartre al traguardo ci sono ancora nove chilometri e quindi il tempo di recuperare. Di sicuro sarà un finale imprevedibile, soprattutto dal punto di vista mentale. Però io sotto quell’aspetto sono sereno. So di essere ben coperto dalle mie ragazze, pronte ad ogni evenienza.

Con Cecchini entriamo, passo dopo passo, nei segreti di Parigi

17.07.2024
5 min
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Con la chiusura del Giro d’Italia Women, e la conseguente vittoria di Elisa Longo Borghini su Lotte Kopecky, si apre il sipario verso la prova su strada di Parigi. Le due, che sulle strade del Giro si sono date battaglia fino all’ultimo giorno e hanno terminato la prova a 21 secondi di distanza, saranno anche tra le protagoniste della prova olimpica. Al fianco di Elisa Longo Borghini ci sarà Elena Cecchini, che Sangalli ha nominato come regista in corsa. L’atleta friulana ha corso accanto a Lotte Kopecky questo Giro d’Italia Women, ma tra pochi giorni la belga diventerà avversaria. Mentre Elisa Longo Borghini sarà una delle punte del team azzurro

«In SD Worx – dice scherzando – ce n’è più di una. Oltre a Kopecky ci sarà anche la Vollering, ad esempio. E’ strano perché ci corri insieme tutto l’anno, ma quando indosso la maglia azzurra esiste solo quella. Rappresentare il proprio Paese alle Olimpiadi è un’occasione unica e immensa».

Dopo un Giro d’Italia accanto a Kopecky ora Cecchini sarà al fianco della Longo Borghini a Parigi
Dopo un Giro d’Italia accanto a Kopecky ora Cecchini sarà al fianco della Longo Borghini a Parigi

La condizione

Per Elena Cecchini questo Giro d’Italia è la seconda corsa a tappe in quest’ultima parte di stagione. Prima lei e le compagne del team azzurro sono state in ritiro sul San Pellegrino a lavorare per arrivare pronte e in condizione in vista di Parigi. 

«La prima metà di stagione – racconta ancora – si è chiusa con la Vuelta, poi ho riposato e ricaricato le batterie. Proprio in quel periodo di stacco, inizio maggio, siamo andate a vedere il percorso della prova olimpica con Sangalli. E’ stato un ritiro, se così vogliamo definirlo, molto utile, perché pedalare su quelle strade ti dà una sensazione migliore. Sai come allenarti e cosa aspettarti il giorno della gara».

Elisa Longo Borghini e Lotte Kopecky saranno anche le protagoniste della corsa olimpica?
Elisa Longo Borghini e Lotte Kopecky saranno anche le protagoniste della corsa olimpica?
Hai messo nelle gambe tanti chilometri. 

Sì, con Guazzini siamo andate in ritiro, meteo a parte (dice ancora ridendo, ndr) ci siamo allenate bene. Il rientro in corsa è stato al Tour of Britain, insomma il periodo di allenamento e di preparazione è stato intenso. 

Al termine del quale è arrivata la convocazione olimpica.

Fa sempre piacere e per me era anche un obiettivo di stagione. Sono molto felice di esserci e di avere al mio fianco queste tre compagne (Persico, Balsamo e Longo Borghini, ndr). Penso che potremo fare molto bene in qualsiasi modo si svolgerà poi la gara. 

E cosa ci possiamo aspettare dalla gara olimpica?

Penso che la riunione pre gara, quella della sera prima, possa durare anche tre ore. E’ un percorso bellissimo e apertissimo a tutte le possibilità. Ho fatto anche Rio nel 2016 ma lì sapevo che sarebbe stata una questione tra scalatrici. A Parigi potranno giocarsela le ragazze che fanno bene alle Ardenne, oppure se la gara verrà meno dura, ci saranno davanti le atlete votate alle Classiche. 

Le ragazze di Sangalli sono andate a vedere il percorso di Parigi a maggio
Le ragazze di Sangalli sono andate a vedere il percorso di Parigi a maggio
Con un parterre ridotto, anzi ridottissimo. 

Partiremo in 65, di cui 50 potranno tranquillamente puntare al podio. Dal mio punto di vista sono super motivata, perché penso verrà fuori una corsa molto tattica. Con un finale da brividi visto che si passa accanto al Musée d’Orsay e alla Torre Eiffel. 

Percorso diviso in due parti?

Praticamente sì. All’inizio ci sarà il tratto che porta fino al circuito di Parigi. Dicono che sia pianeggiante ma non è così, scaleremo diverse cote e non sarà facile. La parte più semplice dal punto di vista altimetrico non aveva nemmeno un albero intorno, se sarà una giornata calda il rischio è di soffrirla parecchio. 

Cecchini al centro con a sinistra Silvia Persico loro dovranno coprire le fughe iniziali (foto Maurizio Borserini)
Cecchini al centro con a sinistra Silvia Persico loro dovranno coprire le fughe iniziali (foto Maurizio Borserini)
Poi si arriva al circuito.

Che non sarà come quello del mondiale di Glasgow dello scorso anno, ma molto diverso. Meno curve però esigente con la salita di Montmartre in pavé. Uno sforzo da due minuti, quindi da atlete da Classiche. 

Difficile controllare la corsa però, anche se voi sarete nel numero massimo consentito: quattro. 

Infatti non puoi sapere cosa verrà fuori nel circuito finale. Ci saranno poche nazioni con una leader unica, una sarà il Belgio. L’Olanda non sapremo se avrà una capitana designata. Noi dovremo prendere vantaggio da queste situazioni e comportarci da squadra, come al solito. 

La vittoria di Anna Kiesenhofer a Tokyo 2020 ha aperto le porte alle attaccanti, che saranno agguerritissime
La vittoria di Anna Kiesenhofer a Tokyo 2020 ha aperto le porte alle attaccanti, che saranno agguerritissime
Nella prima parte di gara pensi potrà andare via un gruppo numeroso?

Penso proprio di sì, soprattutto dopo Tokyo. La vittoria della Kiesenhofer ha dato speranza a tante. Di contro direi che molte squadre alzeranno l’attenzione e controlleranno bene la gara. Nazioni come Danimarca o Australia, che non hanno nulla da perdere, attaccheranno fin da subito. Starà a noi, Persico e me, entrare nelle fughe e non collaborare se c’è un gruppo che non va bene. Rincorrere porterebbe a dimezzare la squadra e non è detto che si riesca a chiudere. Quindi bisogna anticipare le mosse. 

Tu e Persico in anticipo, la Balsamo che ruolo potrà avere?

L’infortunio che ha avuto le ha condizionato l’approccio a questa parte di stagione. Ma il pronto recupero e la convocazione da parte di Sangalli sono dati significativi. Lei sarà quella che dovrà tenere duro, in teoria correre accanto alla Wiebes. Se arriveremo in volata giocheremo tutto su di lei.

Sistema polarizzato e perdita di peso dietro la rosa di Elisa

17.07.2024
6 min
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I grandi successi a certi livelli non si ottengono mai da soli. Ovviamente vince l’atleta, il campione o la campionessa, ma dietro le quinte ci sono altre figure che s’impegnano. E Paolo Slongo è una di queste. Il coach veneto della Lidl-Trek forse più di tutti ha contribuito alla conquista del Giro d’Italia Women di Elisa Longo Borghini.

Slongo è uno dei preparatori più esperti in gruppo. Per anni ha collaborato, tra gli altri, anche con Vincenzo Nibali. Ha un palmares lungo così. «Ma – dice il veneto – aver aggiunto in bacheca anche questo Giro d’Italia Women è emozionante. E’ qualcosa in più. Anche per noi preparatori ogni anno si tratta di rimettersi in gioco. In autunno quando finisce la stagione, io riordino le idee. Studio nuove soluzioni, nuovi metodi. E certe vittorie sono uno stimolo».

Paolo Slongo con Elisa Longo Borghini sul Teide, laddove è partito l’assalto al Giro Women 2024
Paolo Slongo con Elisa Longo Borghini sul Teide, laddove è partito l’assalto al Giro Women 2024
Paolo, al Giro abbiamo visto l’Elisa più forte di sempre?

In generale, quest’anno, sì. E’ la più forte di sempre e lo dicono i risultati. Ormai è in grado di competere con tutte le più grandi e su tutti i terreni. Non che prima non lo fosse, ma adesso come detto raccoglie di più. E’ migliorata a crono e nel fuori soglia. Per i grandi Giri adesso parte per vincere. Prima andava bene lo stesso, era costante, ma magari correva per il podio. Ora ha agguantato questa prima vittoria in un grande Giro e vuol dire molto. Adesso Elisa fa definitivamente parte delle atlete di prima schiera che ci sono sempre.

Hai parlato di risultati, ma è migliorata anche nei numeri delle sue prestazioni?

Un po’ sì. E lo ha fatto perché adesso è più magra. Elisa ha perso un paio di chili. E per questo abbiamo lavorato a stretto braccio con Stephanie Scheirlynck, la nutrizionista della Lidl-Trek. E’ stato un bel lavoro di squadra, condiviso. Eravamo costantemente in contatto per stabilire il regime alimentare in base agli allenamenti. L’idea era di poterla far allenare forte e mangiare di conseguenza.

Avete cambiato qualcosa nella preparazione più in generale?

Direi che c’è stato un cambiamento drastico nell’approccio all’allenamento. Non posso entrare troppo nello specifico, ma posso dire che siamo passati da un sistema più tradizionale ad un sistema polarizzato (qui per saperne di più, ndr). E si è visto sin dalle classiche che questo metodo aveva buoni effetti. Ma ancora una volta parte del merito è stato della squadra.

Perché?

Perché ha assecondato le nostre idee. A partire dal ritiro sul Teide a marzo e poi un altro a giugno sul San Pellegrino. Questo ha significato fare qualche gara in meno, però abbiamo fatto un bellissimo avvicinamento al Giro. In più dopo l’italiano Elisa è ritornata in quota proprio al San Pellegrino con la nazionale del cittì Paolo Sangalli.

Quest’anno Longo Borghini è dimagrita, ma è riuscita a mantenere i suoi standard di forza
Quest’anno Longo Borghini è dimagrita, ma è riuscita a mantenere i suoi standard di forza
Come ha lavorato in quegli ultimi giorni?

Io avevo lasciato la moto lassù e facevo la spola tra casa mia e il San Pellegrino. Devo dire che Sangalli è stato bravo perché comunque ci ha lasciato spazio.

Quindi Elisa ha rifinito la sua preparazione in quota facendo fuori giri dietro motore?

Anche. Lassù ha lavorato con la bici da crono e un solo giorno abbiamo fatto una simulazione di gara su una salita. L’abbiamo fatta sulla Marmolada, lato Canazei che è più regolare e un po’ meno duro rispetto al versante di Malga Ciapela. E poi come detto 2-3 volte siamo andati in Val di Cembra, che è poco trafficata specie dai mezzi pesanti, per lavorare a crono. Lì ci portavo Nibali.

Veniamo invece ai giorni del Giro Women, Paolo. Tu seguivi Elisa da remoto?

Esatto. Ci sentivamo ogni giorno. La sera ricevevo i dati, ci lavoravo su e alla mattina trovavano il report sul suo stato di condizione, sul TSS (il livello di stress, ndr), sul recupero e aggiungevo i miei feedback.

Come giudichi il suo Giro Women da un punti di vista fisico?

Ovviamente buono. E’ stato un Giro che è iniziato benissimo con la vittoria della crono. Da quel momento si sapeva che l’altra tappa dura ed importante sarebbe stata quella del Blockhaus. E in tutto questo Elisa non ha mai sofferto più di tanto.

Slongo ha detto che uno degli obiettivi di Longo Borghini era la crono: obiettivo centrato
Slongo ha detto che uno degli obiettivi di Longo Borghini era la crono: obiettivo centrato
Però lei stessa ha ammesso che a Toano ha sofferto parecchio il caldo nel finale…

Sì, ma il suo stato di forma è sempre stato buono. Io sapevo che stava bene. E anche nella tappa del Blockhaus non è andata piano. Quella tappa era talmente dura che non si sapeva davvero come potesse andare. Noi sinceramente credevamo che le avversarie più pericolose una volta lassù sarebbero state Labous e Fisher-Black. Pensavamo a guadagnare su di loro e invece ci siamo ritrovati una grande Kopecky.

Vi ha fatto paura quella sera? 

Eh un po’ sì. Con gli abbuoni ancora in palio il giorno dopo sarebbe stata molto pericolosa. Ci avrebbe potuto mettere in difficoltà. Però da parte mia sono rimasto sempre fiducioso perché in tre arrivi su tre su uno strappo Elisa l’aveva preceduta. E poi io conoscevo davvero i suoi valori e per questo ero relativamente tranquillo, il problema è che poi a parlare è sempre la strada. Magari un Giro che è finito così è stato più bello per i tifosi, ma noi in squadra abbiamo sudato freddo!

Qual è stato l’approccio psicologico sempre quella sera? Come ha reagito Elisa?

Secondo me è cresciuta molto anche sotto questo aspetto. Magari subito dopo il Blockhaus, quando nessuno si aspettava una Kopecky così tanto forte, che comunque era già arrivata seconda ad un Tour, Elisa ha avuto un po’ paura. Ha avuto qualche pensiero. Però posso dirvi che ha reagito immediatamente. La sera stessa diceva: “Questa maglia faranno fatica a portarmela via. Domani farò io la corsa”. Quindi ha mostrato subito un atteggiamento positivo. Poi sia lei che io abbiamo una caratteristica comune: quella di restare con i piedi per terra, specie dopo tante difficoltà. In più era consapevole di essere forte.

Al Giro Women in tutti gli arrivi sugli strappi l’italiana ha preceduto la belga
Al Giro Women in tutti gli arrivi sugli strappi l’italiana ha preceduto la belga
Prima abbiamo accennato al suo rendimento: come è stato nel corso del Giro?

Sempre costante, poi è normale che ci sia stata qualche giornata in cui era un po’ meglio e altre in cui era un po’ peggio. Ma nel complesso sono stati valori elevati dalla crono iniziale all’Aquila.

Longo Borghini ha detto che sul Blockhaus erano un po’ più bassi rispetto ai suoi standard: perché?

Sono stati un pelo più bassi, ma questo dipendeva dal grande caldo che c’era. Certe temperature li fanno abbassare, vale per tutti. Gli atleti tante volte hanno riferimenti assoluti. Magari lei aveva in testa quello fatto al San Pellegrino, ma un conto è fare certe prestazioni a 18 gradi e con due giorni di carico alle spalle, e un conto al settimo giorno di gara e con quasi 40 gradi: è normale che calino.

Ultima domanda, Paolo, da dove nasce realmente la vittoria di questo Giro Women?

Nasce tre anni fa, quando arrivato anche io in questo gruppo, Elisa mi disse che voleva migliorare a crono e fare classifica nei grandi Giri. Se invece devo entrare nello specifico di questo Giro, è iniziato con i primi ritiri in autunno, quando tutti insieme abbiamo buttato giù i programmi della stagione. Quindi le classiche fatte bene e il lavoro per quelle. Lo stacco. La Vuelta corsa in ottica Giro e ora il blocco Giro e Olimpiadi, passando per un Tour non da leader… E questo scrivetelo!

Perché?

Perché non vorrei che qualcuno si montasse la testa e magari si aspettasse chissà cosa al Tour Femmes. E poi c’è il finale di stagione con un mondiale duro, che molto somiglia ad una classica. Se la testa ci sarà ancora, se non sarà stanca, potrebbe essere un’altra bella occasione per Elisa.