Balsamo piega Kopecky e si regala il bis al Trofeo Binda

17.03.2024
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CITTIGLIO – Quando si è capito che sarebbe finita in volata fra Balsamo e Kopecky, non solo per partigianeria, abbiamo iniziato a fregarci le mani. L’arrivo del Trofeo Binda è traditore e niente affatto banale: prima di prenderci le misure, devi sbagliarlo almeno una volta. Elisa Balsamo lo conosce come le sue tasche, per la campionessa del mondo invece era la prima volta.

Quando la piemontese si è fermata, era scossa da un’emozione profonda come le scariche di adrenalina della volata. E quando accanto è arrivata la compagna Shirin Van Anrooij, prima lo scorso anno, le due si sono abbracciate per festeggiare l’ottima riuscita del piano (foto di apertura). La Lidl-Trek aveva assegnato all’olandese il compito di controllare le scalatrici e alla piemontese l’incarico di fare la volata.

«Questa è una volata che a me piace particolarmente – spiega Balsamo – perché è un po’ in salita e ormai ho capito che non bisogna partire troppo lunghe, perché altrimenti ti si aprono le gambe. Sapevo che Kopecky era la più veloce nel gruppetto, quindi ho deciso di prendere la sua ruota ed è stata la decisione giusta. Il nostro punto di forza, oggi come sempre, è proprio la squadra. Per cui possiamo non avere l’individualità più forte, però corriamo sempre come gruppo per cercare di essere la squadra più forte».

Balsamo ha lasciato partire Kopecky e poi l’ha saltata approfittando del suo calo
Balsamo ha lasciato partire Kopecky e poi l’ha saltata approfittando del suo calo

«Shirin – prosegue Balsamo – doveva coprire gli attacchi delle scalatrici più forti e così è stato. Quando abbiamo visto che in cima all’ultima salita era rimasto un gruppettino, si è messa a mia disposizione e per questo io la ringrazio infinitamente. Siamo una bella squadra affiatata e non ci pensiamo neanche un secondo quando dobbiamo metterci a disposizione delle compagne. Questo secondo me nel ciclismo fa la differenza, ma l’ultima salita è stata una vera sofferenza…».

Agganciata per un capello

Elisa è una velocista, ma tiene sugli strappi e sulle salite medie. Quando però a fare il ritmo sono le scalatrici, per restare agganciata ha bisogno di stringere forte i denti. E anche oggi, all’ultimo passaggio sulla salita di Orino, ha scollinato agganciata per un capello.

«Non volevo mollare – spiega – perché sapevo che se fossi riuscita ad arrivare col gruppetto in cima, poi avrei avuto buone possibilità di fare podio. Atlete veloci non ne erano rimaste molte e poi, in qualche modo, quando un velocista sente il profumo dell’arrivo, rinasce (sorride, ndr). Sapevo che per me sarebbe stato il punto più difficile. Ci tengo sempre a questa gara, quindi sono partita carica. Però sapevo che sarebbe stata dura e alla fine infatti è venuta estremamente selettiva e a molte sono mancate le gambe».

Il Trofeo Binda ha visto il debutto stagionale di Marta Cavalli dopo l’infortunio in allenamento
Il Trofeo Binda ha visto il debutto stagionale di Marta Cavalli dopo l’infortunio in allenamento

L’atleta ritrovata

L’inizio di stagione l’ha vista vincente per due volte alla Vuelta Valenciana, come pure nel 2022, quando la tappa fu una, ma ugualmente venne la vittoria di Cittiglio con la maglia iridata. Nel frattempo il ciclismo delle ragazze è cambiato di molto. Lotte Kopecky e Lorena Wiebes sono diventate lo spauracchio di ogni corsa e per vincere non basta più avere un buono spunto veloce. Tutto è diventato dannatamente più difficile.

«Anche io credo di essere migliorata – dice – mi sto allenando sempre più duramente. Il ciclismo femminile sta crescendo in modo esponenziale, quindi se una persona non si migliora, i risultati non arrivano. Mi sto impegnando al massimo e sicuramente ottenere dei buoni risultati è incoraggiante. C’è un gruppo estremamente competitivo, quindi si deve per forza arrivare alle gare al 110 per cento della propria condizione fisica, altrimenti non c’è alcuna possibilità di portare a casa un podio. E questa rispetto al passato è una grande differenza».

Alla partenza, il cittì Sangalli ha fatto il punto con le sue azzurre: qui con Balsamo e Realini
Alla partenza, il cittì Sangalli ha fatto il punto con le sue azzurre: qui con Balsamo e Realini

Lampi di azzurro

Il Trofeo Binda è stato anche la gara del rientro alle corse di Marta Cavalli, dopo l’ultimo infortunio. La piemontese ora è attesa a un periodo di tre settimane in altura, in cui inizierà a ricostruire la condizione per le sfide dell’estate. E’ stata la gara che ha visto fra le dieci anche Soraya Paladin e Silvia Persico: un bel gruppo di azzurre che non è sfuggito allo sguardo del cittì Sangalli, presente a Cittiglio.

«Abbiamo ritrovato un’atleta come Balsamo – spiega – che ha lavorato tanto ed è finalmente in grado di dare il meglio di sé. E si è dimostrato che con una squadra forte si mette in difficoltà anche la Kopecky. Questo è un arrivo traditore, lo vedi lì e non arriva mai. E se anticipi, sei spacciato. La Balsamo insicura dello scorso anno era figlia dell’infortunio e in questo ciclismo se sei meno del 100 per cento, non vinci. Abbiamo ritrovato la fuoriclasse che ci era mancata.

«Allo stesso modo, ho visto un’ottima Soraya Paladin, che ha corso bene di rimessa. E bene anche Silvia Persico, che ha pagato un po’ l’inverno diverso senza ciclocross. Sta arrivando adesso alla condizione, come volevamo un po’ tutti, perché quest’anno non possiamo arrivare lunghi, vista l’estate che ci aspetta. Inoltre sono contento di aver visto il rientro di Marta Cavalli, che ha fatto bene a venire qui oggi. E’ rimasta con le prime fino all’ultimo, poi è normale che le sia mancato il ritmo gara. Insomma torno a casa felice, anche per aver visto davanti Malcotti, Quagliotto e Barale. Domani parto per Parigi di buon umore. Il percorso delle Olimpiadi  dovrebbe essere più facile di questo, ma serviranno atlete capaci di tenere duro e oggi ne abbiamo viste di buone».

Sul podio del Binda, Kopecky iridata, Balsamo ex iridata e la giovanissima Pieterse
Sul podio del Binda, Kopecky iridata, Balsamo ex iridata e la giovanissima Pieterse

La vera parità

Prima di salutare il quartier generale del Trofeo Binda, Elisa Balsamo ha un lampo di orgoglio, in risposta ad Alessandro Brambilla, secondo cui in alcuni ambiti dello sport italiano le donne sono in evidenza più degli uomini: curioso di sapere se lei si senta in qualche modo superiore, ad esempio, a Milan e Ganna. 

«Questo dovreste dirlo voi – risponde Balsamo – noi il nostro lo facciamo e cerchiamo di farlo al meglio. Poi ci appelliamo alla stampa, a voi dei media, perché parliate anche di noi. Il ciclismo femminile ha fatto tanti passi avanti e non abbiamo niente in meno rispetto agli uomini, se non la visibilità. Oggi c’era un pubblico degno di una gara dei pro’. Le dirette televisive ci sono e forse sarebbe ancora più bello se diventassero più lunghe. Sarebbe ancora meglio se i giornali ci dessero pari visibilità. Io penso che i sacrifici che facciamo noi li fanno anche gli uomini, quindi non abbiamo niente di più e niente di meno rispetto a loro».

Alla gara di Cittiglio erano presenti pochi media e questo è un fatto. La RAI ha trasmesso in diretta per un’ora e 40 minuti: nella conferenza stampa di presentazione, Alessandro Fabretti che nella tivù di Stato è il responsabile del ciclismo, ha detto di voler lavorare per la diretta integrale della corsa. E in effetti, la gara vera e propria è iniziata quando sono arrivate le moto di ripresa. Per il resto, c’erano diversi fotografi, la stampa locale, un inviato dal Belgio per Lotte Kopecky e poco altro. La media finale è stata di 38,292. Il WorldTour ha cambiato tutto, non approfittarne è davvero miope.

Villa, è già tempo di europei su pista: siete pronti?

06.01.2024
5 min
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Neanche il tempo di rimettere da parte albero di Natale e presepe, che già il ciclismo su pista inizia il suo calendario e lo fa con un evento dalla grande importanza, soprattutto perché darà punti pesanti nel cammino di qualificazione a Parigi 2024. Nel velodromo olandese di Apeldoorn da mercoledì prossimo si va a caccia dei titoli europei e un tale anticipo della manifestazione non può non condizionare il suo sviluppo: molte nazioni hanno dovuto fare delle scelte, anche perché neanche un mese dopo si sarà in Australia per la prima tappa della Nations Cup.

Come si presenterà la nazionale italiana? Quali le avversarie di riferimento proprio tenendo conto del periodo spurio di effettuazione? A queste e altre domande non si è sottratto Marco Villa (nella foto d’apertura con Milan e Ganna ai mondiali di Glasgow) già proiettato verso il primo passo di un cammino che porterà lui e i suoi ragazzi verso l’evento principe del quadriennio, la summa di tutto il lavoro effettuato in questi anni.

Davide Boscaro sarà uno dei nuovi ingressi nel quartetto azzurro ad Apeldoorn
Davide Boscaro sarà uno dei nuovi ingressi nel quartetto azzurro ad Apeldoorn

«Questi europei sono un appuntamento delicato – ammette Villa – proprio perché arriva così presto. Noi come tutti gli altri dobbiamo trovare un compromesso per non accelerare troppo la preparazione pensando che il culmine dovrà essere a inizio agosto. Resta però un evento importante perché dà punti per il ranking e soprattutto risposte utili proprio per l’estate».

E’ il primo atto della stagione, ma tu ci arrivi dopo una lunga serie di contatti con i team del WorldTour per impostare il cammino di avvicinamento olimpico. Che risposte hai avuto?

Ho trovato molta disponibilità da parte di tutti. Sono stato a Calpe, al ritiro della Lidl-Trek per parlare di Consonni e Milan, nuovi arrivi in quel contesto e abbiamo stabilito un programma che soddisfa sia l’esigenze del team che le mie. Lo stesso dicasi per la Ineos di Ganna e Viviani, ma con Cioni abbiamo una lunga collaborazione. Sempre a Calpe ho parlato anche della Balsamo, che punta a Parigi in doppia veste. Insomma, abbiamo gettato le basi.

Per Elisa Balsamo l’europeo sarà il primo appuntamento di una stagione ricchissima
Per Elisa Balsamo l’europeo sarà il primo appuntamento di una stagione ricchissima
Chi mancherà ad Apeldoorn?

Per quanto riguarda il quartetto maschile non avremo Ganna e Moro come anche Viviani, ma loro li avrò a disposizione in Australia a inizio febbraio. Fra le donne invece non ci sono defezioni, siamo quasi al completo.

Guardando alle altre Nazioni, vedi la stessa nostra situazione?

Questa è la mia quarta Olimpiade e so per esperienza che quello che si è visto finora ha un peso relativo. Tutti, quando si arriva all’appuntamento olimpico, sono al massimo. Noi a Tokyo non abbiamo certo vinto con vantaggi enormi, ma proprio sul filo e questo significa che tutti erano al limite e sarà così anche a Parigi. In campo maschile dei grandi team mancheranno solo Nuova Zelanda e Australia. Quindi in Olanda avremo contro la Danimarca nostro storico contraltare, ma io dico di fare attenzione alla Gran Bretagna, intanto perché hanno bisogno di fare punti dopo la debacle dei mondiali di casa e poi perché hanno un Tarling in più e sono curioso di vedere la sua incidenza nel team. Senza poi dimenticare la Francia che prepara le Olimpiadi di casa.

Joshua Tarling sarà il nuovo motore del quartetto britannico, uno dei motivi d’interesse degli europei
Joshua Tarling sarà il nuovo motore del quartetto britannico, uno dei motivi d’interesse degli europei
Quanto inciderà l’assenza di Ganna e Moro?

Io sono fiducioso, perché i ragazzi sanno che mi aspetto un buon risultato per molte ragioni: innanzitutto perché anche se non è in discussione la nostra qualificazione, abbiamo bisogno di punti per avanzare nel ranking e quindi partire più avanti nella gara olimpica che ho sempre detto essere un vantaggio. Questo significa che dobbiamo sì puntare al massimo risultato, ma facendo attenzione a non creare disastri: per dirla in parole povere, una presenza in una finale agli europei è comunque un buon risultato, altrimenti perdiamo terreno. Poi so di avere una rosa ampia nella quale dovrò fare scelte dolorose, ma voglio che chi gareggia mi metta in difficoltà. Chi corre deve dare il suo meglio, instillarmi dubbi positivi.

Dalla Guazzini ottimi riscontri in allenamento, il suo europeo sarà un test importante in ottica Parigi
Dalla Guazzini ottimi riscontri in allenamento, il suo europeo sarà un test importante in ottica Parigi
E fra le donne?

Qui la Gran Bretagna ha un certo margine, ma noi possiamo giocarcela. La Francia sarà anche qui uno spauracchio, vedremo poi se la Germania dopo il ritiro di metà quartetto olimpionico sarà riuscita a trovare i giusti innesti, come lo scorso anno non era riuscita a fare. Come si vede, i motivi d’interesse a questi europei così fuori dell’ordinario non mancano…

Le ragazze come si presentano all’appuntamento?

C’è chi è più avanti nella preparazione e chi un po’ indietro, ma questo è normale. Fra le prime c’è sicuramente la Guazzini, che dopo il 2023 così sfortunato ha iniziato prima e questo l’ha portata ad avere già ora una buona forma, mi aspetto molto da lei.

Federica Venturelli potrebbe essere la grande novità del quartetto femminile, da Apeldoorn in poi
Federica Venturelli potrebbe essere la grande novità del quartetto femminile, da Apeldoorn in poi
Hai già in mente come si schiereranno i quartetti? Quando manca Ganna, come cambia la disposizione degli uomini?

Devo certamente rivedere lo schieramento e gli impegni, ma ho più opzioni a disposizione. Posso ad esempio spostare Milan dal 3° al 4° vagone e far fare a lui le veci di Ganna, Consonni in questi giorni lo sto provando come 3°, con Lamon al lancio e Boscaro come 2°. Ma posso anche lasciare Milan al suo posto, mettere Lamon come 4° e Boscaro al lancio. Valuteremo come sfruttare al meglio la condizione di ognuno. Lo stesso dicasi fra le ragazze: in partenza posso schierare Guazzini o Fidanza, come seconda Paternoster o Consonni, come terza Balsamo, Alzini o Venturelli, in chiusura la stessa Venturelli oppure Guazzini. C’è forse ancora più abbondanza, il che può anche mettermi in difficoltà, ma averne di problemi simili…

Casa Balsamo: un armadio pieno, tutto per la bici

29.12.2023
4 min
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Stagione che vai, vestiario che trovi. Anche se non suona proprio benissimo, questa frase rende l’idea. Ed Elisa Balsamo ci spiega ancora meglio cosa le piace indossare di più, cosa meno, quando fa caldo, fa freddo… Insomma, la campionessa della Lidl-Trek ci apre il suo armadio!

Con Jacopo Mosca, abbiamo visto che agli atleti della squadra americana Santini fornisce una quantità infinita di materiale… Ci sembrava curioso allargare il campo anche alle donne.

Santini e la sua ricchissima fornitura per gli atleti e le atlete della Lidl-Trek
Santini e la sua ricchissima fornitura per gli atleti e le atlete della Lidl-Trek
Elisa come cambia il tuo armadio del ciclismo in base alla stagione, ma anche in base alle corse? Come abbiamo visto Santini vi dà quantità importanti di capi…

In effetti quando sono arrivata in questa squadra ho avuto un trauma che è stato quello di dover quasi uscire di casa per far entrare tutto il materiale che ci hanno dato! E’ vero, ho dovuto svuotare un armadio.

Addirittura…

Sì, sì, un armadio intero. A casa ne ho uno dedicato completamente al mio vestiario da bici. Abbiamo di tutto e di più. Abbiamo qualunque cosa che una persona possa immaginare. Non pensavo neanche che esistessero determinati indumenti o accessori.

Partiamo dalla stagione attuale, l’inverno. Cosa indossa Elisa Balsamo?

La cosa bella è che secondo me abbiamo l’enorme possibilità di scegliere ogni giorno un capo diverso a seconda del clima. Uno si sveglia al mattino, vede la temperatura, l’umidità, se l’asfalto è bagnato o meno, se c’è il sole. La gamma è vasta. Per esempio abbiamo due tipologie di calzamaglia: una standard e una da bagnato vero e proprio… che sembra di essere quasi un palombaro! E’ completamente impermeabile e può essere utilizzata anche con temperature estreme. E lo stesso vale per i copriscarpe. Di guanti invernali ne abbiamo 4-5 tipologie.

Vai…

Li abbiamo leggeri e impermeabili, pesanti e impermeabili. Invernali “normali”, che non sono troppo pesanti. E ne abbiamo un paio che sono quasi dei guanti da sci, ideali per il freddo estremo. In tutto ciò, l’idea che mi piace di più è quella proprio di poter scegliere in base alla giornata e anche al luogo.

Elisa in allenamento, a volte opta anche per i puntali anziché per i copriscarpe che non ama troppo (immagine Instagram)
Elisa in allenamento, a volte opta anche per i puntali anziché per i copriscarpe che non ama troppo (immagine Instagram)
E per la gara?

Abbiamo tre opzioni: quello che viene definito il vestiario per le classiche. Si tratta di un body oppure un pantaloncino e maglietta, questo dipende dai gusti dell’atleta, che sono più pesanti, leggermente felpati. In questo modo anche se si corre col pantalone e la maglia corta si è più riparati. Oltre al “vestiario classiche” abbiamo il completo normale, sempre body o un completo maglia più pantaloncino. Infine il completo per l’estate, con il body o il completo traforato, che permette proprio al corpo di respirare. E questo lo usiamo al Giro d’Italia e, al Tour de France.

E con questo serve anche la crema, giusto?

Sì, con la crema solare. Anche se in realtà, noi italiani non la usiamo così tanto. Io almeno ho imparato dalle straniere. Sono state loro che mi hanno fatto capire quanto sia importante proteggersi dai raggi del sole. Però fa ridere questa cosa…

Perché?

Perché se poi vai al mare e indossi il costume, hai la fascia laterale delle gambe con tutti i pallini dell’abbronzatura!

Qual è un capo che non ti piace particolarmente?

In generale non mi sono simpaticissime le cose invernali. In particolare i copriscarpe invernali, specie quelli più pesanti, in neoprene. Non tanto per l’ingombro, perché devo dire che comunque sono fascianti, ma per metterli e toglierli. Ammetto che il piede rimane caldo, ma mi risultano scomodi.

Balsamo durante l’ultimo Tour, abbigliamento all’insegna della leggerezza
Balsamo durante l’ultimo Tour, abbigliamento all’insegna della leggerezza
E invece un capo preferito?

Il body da gara estivo – replica Balsamo senza indugio – mi trovo molto bene a correre col pezzo unico e secondo me è anche molto confortevole.

Mediamente in una “normale” giornata d’inverno come ti vesti in allenamento?

Di solito metto un paio di calzini e come detto prima tra quelli a disposizione, scelgo quelli un po’ più pesanti. La calzamaglia non impermeabile, una maglia intima con le maniche lunghe mediamente pesante e quindi il giubbino termico. Ne abbiamo uno bello pesante. In questo modo non abbiamo bisogno di mettere tanti strati che risulterebbero scomodi. Io mi sento sempre libera nei movimenti. Se poi magari faccio qualche salita, e quindi so che in discesa mi devo vestire, porto con me uno smanicato o una mantellina con le maniche lunghe se dovesse fare un po’ freddo. Quindi metto un copricollo, che se fa parecchio freddo si può coprire anche la bocca, e niente sottocasco, giusto una fascia se fa molto freddo, sennò tendenzialmente non metto nulla. Infine copriscarpe non impermeabili e guanti intermedi.

E invece in una giornata “standard” d’estate?

Calzini leggeri, completino estivo perforato, e sotto il top. Tutto qui!

Niente guanti d’estate?

In allenamento no, li uso solo in gara. A meno che non sia in pista: lì li uso se non sono sola. Perché non succede, ma se succede che si cade, i guanti sono anche una protezione per le mani.

Ottimismo, grinta, idee chiare: Balsamo si lancia verso il 2024

16.12.2023
5 min
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CALPE (Spagna) – Le ombre si allungano su Calpe. La piscina che fino a poco fa era baciata dal sole e dove c’era persino qualche tedesco in costume, adesso è ben meno luminosa. L’ambiente però è calmo e rilassante. Ed è qui che incontriamo Elisa Balsamo.

La campionessa della Lidl-Trek racconta della stagione che verrà con il suo proverbiale self-control, ma anche la sua determinazione. Concetti chiari e tanta grinta fra le righe.

Per Elisa Balsamo (classe 1998) anche lavori a secco, come questi di equlibrio e coordinazione (immagine da Instagram)
Per Elisa Balsamo (classe 1998) anche lavori a secco, come questi di equlibrio e coordinazione (immagine da Instagram)

Grinta Balsamo

Le stagioni da professionista per Balsamo sono otto (con quella in arrivo). Otto anni di successi enormi, su tutti il titolo iridato a Leuven nel 2021. Dopo quell’anno passò dalla Valcar all’attuale team. Un ulteriore step.

Ma l’ultima stagione non è stata eccezionale, colpa principalmente dell’incidente avuto alla Ride London. Una brutta caduta che ha scombussolato i piani, procurato danni al volto (doppia frattura della mandibola), e messo a dura prova il piglio di Elisa, la quale però non ha mai mollato, neanche un secondo.

Lo testimonia anche il fatto di come abbia ripreso gli allenamenti in Spagna e anche prima. Elisa aveva voluto concludere comunque la stagione. All’inizio sembrava quasi una “forzatura”, visto il lungo rincorrere, ma in qualche modo era anche una scelta fatta in ottica 2024: correre era necessario. Le avrebbe consentito di arrivare allo stacco invernale con le giuste tempistiche e le giuste quantità di fatica.

E comunque, nonostante non fosse super, Balsamo in questo finale di stagione è anche tornata al successo: una tappa del Simac Ladies Tour.

Nonostante l’infortuno occorsole a fine maggio, Elisa ha onorato gli impegni in azzurro sia ai mondiali che agli europei (in foto)
Nonostante l’infortuno occorsole a fine maggio, Elisa ha onorato gli impegni in azzurro sia ai mondiali che agli europei (in foto)
Elisa, partiamo proprio da qui: dopo l’anno difficile che hai avuto come ti senti?

Ho recuperato e sto ancora sistemando qualcosina, come gli ultimi denti che in realtà sono l’unica cosa che mi sono un po’ trascinata. Però sono contenta, ho avuto la fortuna di incontrare dei dottori veramente pazzeschi, quindi mi sento bene.

In effetti non ci sono quasi segni sul volto…

Anche la preparazione è iniziata in modo positivo. Sto cercando di ricreare la base che, appunto, proprio a causa della caduta mi era un po’ mancata nel finale di questa stagione, perché il tempo stringeva e quindi non c’è stato molto tempo per allenarsi in modo preciso.

Guardandola col bicchiere non mezzo pieno ma pienissimo, possiamo dire che hai perso del tempo, ma sei più fresca per la stagione che verrà?

Eh – sospira Balsamo – ormai quel che è passato è passato e non si può cambiare, bisogna solo giustamente cercare di tirarne fuori gli aspetti positivi. Sì, potrebbe anche essere, perché no? Sinceramente non ci avevo pensato, ma mi fa piacere avere davanti qualcuno che mostri ottimismo, quindi accetto volentieri questa ipotesi. Anzi dico che ci spero. Per affrontare una stagione come quella che si presenta bisogna avere tanta energia positiva, perché sarà molto impegnativa.

Di energie mentali, ormai ne spendete tantissime. Ce lo spiegava tempo fa anche la vostra mental coach, Elisabetta Borgia, e questo vale soprattutto per voi leader, che siete chiamate a grandi prestazioni, responsabilità, viaggi…

Sotto questo punto di vista il riposo mentale è stato relativo. Riprendersi da un infortunio grave non è facile. Non è facile fisicamente e neanche mentalmente perché noi atleti non accettiamo di rimanere sdraiati a letto o seduti sul divano, vogliamo tornare subito ai nostri livelli e soffriamo quando vediamo che facciamo fatica. Anche per questo esistono le vacanze. Da parte mia penso di aver recuperato bene nelle tre settimane in cui sono stata senza bicicletta.

Balsamo con il cittì delle donne, Sangalli: li aspetta un anno in cui ogni cosa andrà calibrata con precisione
Balsamo con il cittì delle donne, Sangalli: li aspetta un anno in cui ogni cosa andrà calibrata con precisione
Più o meno hai già una traccia del tuo programma?

Sì, mi piace procedere poco per volta, quindi so che inizierò con l’europeo su pista a gennaio: c’è dunque subito un appuntamento molto importante. Poi sempre in pista, parteciperò alla Coppa del mondo di Milton. Su strada invece voglio dedicarmi alle classiche di primavera, che sono un grande obiettivo della stagione. Sono le mie gare preferite e le più belle in calendario.

E poi in estate c’è quell’appuntamento a Parigi. Tra l’altro su un percorso, mosso ma veloce, che ti dovrebbe piacere…

Eh sì! Aspettiamo di andarlo a vedere prima, immagino ci andremo dopo le classiche di primavera. Quest’anno va tutto conciliato al meglio. E anche incastrare questi momenti non è scontato.

Specie per te che fai sia strada che pista…

A questo penserà Sangalli. La squadra è fondamentale per cercare di trovare il miglior equilibrio possibile. Quello delle Olimpiadi, più che un obiettivo, è un sogno, sia parteciparvi che ottenere di più.

Sulla tua partecipazione non ci dovrebbero essere grossi dubbi…

Un’Olimpiade è sempre qualcosa di speciale e non c’è nulla di scontato. Su pista siamo andate a Tokyo, adesso cerchiamo di finire bene il percorso di qualificazione così da andare a Parigi con grande determinazione. Ma fra strada e pista bisognerà essere capaci di prendere la decisione migliore. Vale a dire se optare per una, per l’altra o per entrambe. Ma questo non si può sapere adesso bisognerà aspettare quando saremo lì. Per ora pensiamo a lavorare bene.

Oggi l’europeo, ma Sangalli pensa già a Parigi

23.09.2023
6 min
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Paolo Sangalli si sta prendendo belle soddisfazioni dalle categorie giovanili agli europei di Emmen, ma la sua mente è già rivolta al 2024. C’è da preparare “la” stagione, perché quella con all’interno l’appuntamento olimpico è un’annata diversa da tutte le altre. Per questo guarda alla rassegna continentale puntando sì al risultato con le sue elite, studiando il percorso e le caratteristiche delle avversarie, la giusta strategia per le sue ragazze, ma dopo un’annata così complicata come questa è già avanti nella disamina di quanto fatto e soprattutto quanto c’è da fare.

Dai mondiali di Glasgow in poi qualcosa è cambiato. Si era abbondantemente detto di come la squadra italiana fosse in quell’occasione troppo debilitata dai problemi che le principali esponenti del ciclismo italiano si erano portate dietro. E’ passato un mese e i segnali positivi ci sono stati, in abbondanza, segnali che qualsiasi epilogo della gara olandese non potrà cambiare.

Sangalli ha già in mente il percorso che dovrà portare a Parigi 2024: «Saranno fondamentali le classiche per formare la squadra. Le ragazze dovranno essere efficienti in quel periodo, mostrarmi che possono fare in percorsi molto simili a quello olimpico, per come è stato costruito, poi è chiaro che ogni gara mi dà indicazioni, anche questa europea così lontana dall’appuntamento che conta davvero, ma il cammino nella mia testa è già definito».

Sangalli con Balsamo. La sfida europea è l’occasione per rilanciare il suo nome dopo la difficile ripresa
Sangalli co Balsamo. La sfida europea è l’occasione per rilanciare il suo nome dopo la difficile ripresa
Anche il prossimo anno sarà comunque complicato dal punto di vista del calendario…

E’ un calendario che non funziona, ne sono convinto perché le gare sono tante e tutte impegnative e importanti, ma i team non hanno un numero sufficiente di elementi per far fronte, così chiedono alle loro atlete un surplus d’impegni. Noi quest’anno l’abbiamo subìto oltremodo. Il mondiale è stato la dimostrazione di come per emergere serva una programmazione adeguata: chi ha fatto solo il Tour era davanti, chi ha fatto Giro e Tour no.

La delusione del mondiale è passata?

Io non cerco scuse, è andata com’è andata, ma abbiamo avuto tutte le nostre big messe fuori gioco nel momento topico della stagione, Balsamo in primis, poi Guazzini con il terribile incidente alla Roubaix, la stessa Bertizzolo con le sue due cadute che hanno influito sulla stagione, i problemi di Longo Borghini da cui si sta faticosamente riprendendo. Non dimentichiamo poi Persico, costretta proprio per il discorso che facevo prima a una stagione intensissima che chiaramente l’ha logorata.

Bertizzolo è in continua crescita. In Romandia ha vinto la prima tappa in una volata di gruppo
Bertizzolo è in continua crescita. In Romandia ha vinto la prima tappa in una volata di gruppo
Dopo i mondiali però sono arrivati buoni risultati. Cominciamo da Elisa Balsamo, tornata finalmente alla vittoria in volata…

E’ stato un segnale morale fondamentale, non solo per questa stagione – afferma sicuro Sangalli – Significa aver chiuso finalmente un cerchio. Elisa è una ragazza molto matura, come ce ne sono poche in giro e non mi riferisco solo alla sua gestione in gara, ma proprio al suo modo di essere. Ha dimostrato con il suo recupero prima del tempo grandissime capacità fisiche e doti morali non comuni.

Ti ha sorpreso?

Non lei, sarebbe stato impossibile fare lo stesso per qualsiasi altra atleta, ma lei può e oggi si troverà a gareggiare su un percorso che le si addice, sia per la parte fuori il circuito di ben 60 chilometri dove ci sarà da sapersi giostrare con il vento, sia per il finale. Io sono molto fiducioso.

Elisa Balsamo ai mondiali, corsi con una condizione ancora non al meglio
Elisa Balsamo ai mondiali, corsi con una condizione ancora non al meglio
La Persico è tornata a farsi vedere anche nelle prove a tappe, con il 5° posto al Romandia…

Non è al 100 per cento, ma vedo che sta arrivando alla miglior forma e anche se la stagione è agli sgoccioli è comunque importante. Sta smaltendo anche una certa crescita iniziata molto prima, anche la sua stagione passata ricca di soddisfazioni, ma che non era facile da assimilare. Silvia ha corso sempre.

Ha già detto che salterà gran parte della stagione di ciclocross, se non addirittura tutta…

Questo mi dispiace moltissimo perché so bene quanto sia portata per questa specialità – sottolinea Sangalli – ma torniamo al discorso di prima. Con il calendario attuale non si può far tutto. Ormai bisogna rendersi conto che non si può più correre allenandosi, ma bisogna allenarsi puntando all’evento specifico. La SD Worx ha fatto questo e i risultati si sono visti.

In Romandia Persico è tornata: quinta in classifica generale e sempre protagonista
In Romandia Persico è tornata: quinta in classifica generale e sempre protagonista
La recente ufficializzazione del percorso olimpico ha fatto dire a quasi tutti gli addetti ai lavori che sembra un percorso disegnato su misura per Elisa Longo Borghini.

E’ così, lo penso anch’io e sono già d’accordo con i vertici della Lidl-Trek per vederci subito dopo la fine della stagione per stabilire un suo calendario condiviso, che la porti alla forma migliore sia per Parigi che per i mondiali di Zurigo, anche quelli adattissimi a lei. Bisogna scegliere bene ogni singola tappa della sua prossima stagione, posizionare al meglio i periodi di altura, ma per la preparazione ho la massima fiducia in Paolo Slongo. Dobbiamo lavorare tutti per portarla all’appuntamento olimpico pronta a giocarsi le sue carte.

La sensazione è che quando lei non è in squadra, la sua assenza si sente fortemente.

E’ verissimo, perché è una vera leader, quindi si fa sentire anche quando non è una gara dove è chiamata lei a fare risultato. E’ una vera capitana, sa muoversi nel gruppo, toglie peso e responsabilità alle compagne. Io sono convinto che se l’avessimo avuta in gara a Glasgow, ora staremmo a parlare di un risultato diverso…

Longo Borghini dovrebbe essere la punta azzurra a Parigi 2024, per la caccia al suo terzo podio
Longo Borghini dovrebbe essere la punta azzurra a Parigi 2024, per la caccia al suo terzo podio
Tu pensi che per la prova olimpica, che avrà un ridotto numero di partecipanti anche se l’Italia dovrebbe riuscire a ottenere il massimo del contingente, si potrà attingere anche alle più giovani, alle U23?

Sinceramente la vedo difficile, anche se tutto è possibile. Il salto verso la categoria maggiore, il confronto fra una 23enne e già una che ha 4-5 anni in più è improbo, c’è un carico di esperienza che fa una differenza enorme. Avessimo avuto un arrivo in salita avrei pensato alla Realini, ma non è questo il caso. Il percorso parigino sarà una vera classica, con tanti strappi ognuno dei quali potrebbe essere decisivo.

Quindi sarai presente per tutto il periodo delle prove franco-belghe…

Come sempre, ma questa volta avrò un occhio di riguardissimo per quello che succederà e trarrò le mie conclusioni.

Balsamo contro Wiebes? Guarischi non ha dubbi

18.09.2023
5 min
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Abbiamo parlato con Giorgia Bronzini del duello fra Wiebes e Balsamo e di come questo rappresenti il confronto fra la scuola olandese e quella italiana. Poi abbiamo sentito da Ilaria Sanguineti sui ragionamenti della Lidl-Trek prima delle corse in cui si finirà in volata contro Wiebes. Non resta a questo punto che ascoltare la campana della Sd Worx, interpellando l’azzurra che da quest’anno è diventata il pilota della campionessa europea nelle sue volate: Barbara Guarischi.

Lo scorso anno Guarischi ha vinto i Giochi del Mediterraneo, con la volata tirata da Sanguineti (foto Coni)
Lo scorso anno Guarischi ha vinto i Giochi del Mediterraneo, con la volata tirata da Sanguineti (foto Coni)

Fra Balsamo e Kool

Anche lei reduce dal Simac Ladies Tour, dietro quasi tutte le vittorie dell’olandese ci sono le sue traiettorie e le sue intuizioni. Come si ragiona quando si prospetta un finale contro Elisa Balsamo e il treno della Lidl-Trek? E soprattutto, la piemontese è considerata un’avversaria particolarmente pericolosa?

«Il punto è questo – dice subito Guarischi – al momento per certi arrivi consideriamo molto di più Charlotte Kool, anche per un fatto di costituzione. Elisa ha vinto al Simac, ha fatto una volata lineare, però secondo me Kool è molto più pericolosa quando si fa uno sprint davvero veloce».

Con il cittì Sangalli: Guarischi ha partecipato ai mondiali di Glasgow ed è nella rosa per gli europei
Con il cittì Sangalli: Guarischi ha partecipato ai mondiali di Glasgow ed è nella rosa per gli europei
Invece sui percorsi più impegnativi?

Secondo me Lorena è ancora molto più veloce. Inoltre sta facendo anche un salto di qualità atletico, lavorando di più per le salite più lunghe, perché ha l’obiettivo delle Olimpiadi.

Qual è il limite? In quali arrivi, magari quelli più tecnici, Balsamo vi può dare qualche grattacapo?

Gli arrivi tecnici sono difficili per tutti, possono andarti bene come possono andarti male. Sul terzo traguardo del Simac, Lorena ha fatto seconda, ma è rimasta chiusa dal treno della Jayco. E lì è una frazione di secondo. O vai a destra o vai a sinistra. Quindi penso che negli arrivi così caotici, il limite c’è per tutti e anche per nessuno, perché comunque i treni sono molto ben forniti in tutte e tre le squadre di cui parliamo (Sd Worx, DSM Firmenich, Lidl-Trek, ndr).

Wiebes rimetterà in palio la maglia di campionessa europea il prossimo fine settimana a Drenthe, in Olanda
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E qui entrano in gioco i leadout. Secondo Giorgia Bronzini, l’80 per cento del successo di una volata è sulle vostre spalle…

Sì, questo posso dire che è vero. Nella volata dove Lorena è stata chiusa, il mio lavoro è stato fondamentale, nel senso che avevo dietro di me la Kopecky e se non ci fossi stata io in quel chilometro, non sarebbero arrivate davanti per fare la volata.

Lorena ha bisogno sempre dello stesso lavoro oppure il tuo ruolo cambia in base ai finali?

Si interpreta in base al finale e al tipo di volata, se è tecnica, se è lunga, se è caotica…

Preferite gestire voi la volata o appoggiarvi al treno di un’avversaria?

Preferiamo fare da noi, perché in qualche modo hai sempre una via d’uscita, a meno che non sei veramente lungo da far saltare tutto il treno. In quel caso però significa che hai sbagliato qualcosa. Andare sulle ruote di altri è sempre una confusione e un rischio, perché ci sono 180 persone che fanno le volate anche quando non dovrebbero. Per cui il lavoro è portarla almeno agli ultimi 400-500 metri, poi si vede se siamo lunghe e se conviene prendere la ruota di qualcuno o meno.

Nel 2022 Guarischi ha partecipato al mondiale gravel, quest’anno sarà agli europei di specialità del 1° ottobre in Belgio
Nel 2022 Guarischi ha partecipato al mondiale gravel, quest’anno sarà agli europei di specialità del 1° ottobre in Belgio
Fra voi leadout c’è comunicazione durante la corsa oppure ognuno è chiuso nel suo gruppo?

In genere ci si parla solo se bisogna andare a chiudere una fuga o se si ha l’interesse comune di arrivare in volata. Se magari la corsa parte e già dal chilometro zero ci sono scatti e controscatti, allora si parla subito e si uniscono le forze. Nei finali invece è diverso, perché ognuno fa il suo lavoro.

Quanto tempo hai impiegato per trovare l’intesa giusta con Lorena?

Molto poco. Siamo andati al UAE Tour e c’era già un buon feeling. Si è fidata ciecamente di me. Praticamente quando ho dietro lei, non mi devo quasi mai girare, perché so che ce l’ho a ruota, qualsiasi cosa io faccia. E questa è una gran fortuna, vuol dire che c’è fiducia reciproca.

Nella terza tappa del Thuringen, Guarischi ha battuto “capitan” Wiebes allo sprint
Nella terza tappa del Thuringen, Guarischi ha battuto “capitan” Wiebes allo sprint
Insomma, sembra di capire che sei soddisfatta del passaggio in SD Works.

Decisamente. Tra l’altro, rispetto all’inizio dell’anno le cose stanno andando anche molto meglio in termini di allenamenti. Sono riuscita ad assimilare bene i lavori che la squadra mi sta dando, mentre all’inizio dell’anno ho faticato molto perché i carichi sono aumentati notevolmente. Adesso invece ho finito in crescendo, quindi sono molto contenta. Anche perché questa cosa mi dà morale per l’inverno.

E’ una squadra in cui si lavora più che nelle altre?

Si lavora veramente tanto. Penso che in tutti gli sport di alto livello, se vuoi fare davvero la differenza, si debba lavorare tanto. Devi fare sacrifici e in questa squadra se ne fanno veramente tanti. Poche volte ho visto tanta dedizione. A volte guardo gli ordini d’arrivo e se prima potevo pensare che in qualcuno potevo esserci anche io, ora capisco che sto lavorando per la campionessa del mondo o la campionessa europea, per gente che veramente va forte. Perciò, quando fai la corsa e tutte le ragazze lavorano bene e si vince o si fa prima e seconda, è una soddisfazione immensa. 

Balsamo all’AeroClub per insegnare la bici ai bambini

17.09.2023
6 min
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ORIO AL SERIO – Elisa Balsamo ha gli occhi luminosi, bagnati di gioia e commozione, felicità e soddisfazione. Siamo all’AeroClub dove la campionessa del mondo 2021 ha organizzato un sabato pomeriggio di festa per centinaia di piccoli ciclisti che si sono dati battaglia nel format della ”gimcana”, dedicato ai giovannissimi, dalla G1 alla G6. Oltre 150 gli iscritti per quella che è stata sì una gara ma prima ancora, appunto, una festa. Perché Elisa Balsamo, ormai stabilmente di casa nella bergamasca, ha voluto affiancare ad una parte agonistica organizzata dalla Gsc Villongo, anche una amatoriale. Una maxi gimcana predisposta per bambini e adulti desiderosi di mettersi alla prova con la bicicletta, magari per la prima volta, e di passare un pomeriggio condividendo una passione comune: la bicicletta.

«L’idea – racconta una delle punte della Lidl-Trek – nasce dal fatto che gli aerei sono una grande passione del mio compagno Davide (Plebani, ndr). Lui possiede una licenza per pilotare aerei privati, conosce bene il posto e la gente che lo anima. Volevamo creare qualcosa di bello per i giovanissimi, perché quella è la fascia d’età più importante. Siamo rimasti colpiti, non ci aspettavamo un tale numero di iscrizioni».

Il tema sicurezza

In un’area così vasta, dove l’orizzonte quasi si perde e si ha una sensazione ambigua di disorientamento e pace, c’è un aspetto che ha convinto Elisa Balsamo che sì, quello era il posto ideale per avvicinare i bambini al ciclismo: «Oltre ad essere così suggestivo, l’Aeroclub è un posto sicuro, senza traffico né pericoli».

Già, la sicurezza e il traffico azzerato. Un sogno, un’utopia purtroppo, che sta rendendo sempre più complicato convincere le famiglie a portare i propri figli in una squadra ciclistica. Questo però dà ripercussioni poi anche sul mondo del professionismo, dove il ricambio generazionale non è sempre così immediato e di qualità.

Elisa Balsamo, con dispiacere, conferma: «Diventa sempre più difficile per le società lavorare e consentire a bambini e ragazzi di allenarsi in sicurezza. Se non si ha un circuito chiuso diventa davvero complicato prendersi la responsabilità di pedalare in strada, nel traffico. Noi professionisti però abbiamo un ruolo importante. Dobbiamo aiutare le società a crescere e i bambini ad appassionarsi all’andare in bicicletta, consapevoli che a quest’età c’è un solo imperativo. I bambini devono divertirsi. Poi arriva anche la competizione, ma solo poi».

Per gioco e per sport

E il format del pomeriggio all’Aeroclub funziona. Qualche piccolo corridore riconosce Elisa e le sue pulsazioni salgono come su un Gpm di 1ª categoria. Altri chiedono a genitori e direttori sportivi chi sia quella ragazza così normale eppure con l’aura di una che corre ai massimi livelli. Ci sono quelli che ammirano lo stand allestito da Santini con il kit firmato Elisa Balsamo, chiedendo a mamma e papà una maglietta, un cappellino iridato almeno.

Altri ancora non se ne occupano e continuano a giocare, a scherzare tra di loro, a parlare di bici, ma anche di figurine e di pallone, di aerei e di voli, di compagni di scuola, di verifiche svolte al mattino e di gare, di rapporti e rivalità, di sogni, desideri, merende e programmi per la domenica senza scuola.

Un affare di famiglia

Il tutto in maniera che più democratica non si può. Figli che spiegano ai genitori come impugnare il manubrio al meglio, genitori che invitano alla concentrazione i figli affinché non si facciano male e poi loro, le piccole cicliste che con i denti stretti e la bocca spalancata cercano di pedalare più forte possibile, che con la treccia che svolazza fuori dal casco fanno vedere a tutti quanto sappiano andare forte e con una tecnica meticolosa quanto sappiano destreggiarsi nel percorso.

«E’ bellissimo – racconta Elisa Balsamo – vedere così tante ragazze in bicicletta negli ultimi anni. Noi professioniste stiamo consapevoli che dobbiamo portare avanti la lotta per far sì che il ciclismo femminile abbia sempre più spazio e arrivi ad essere contagioso anche solo a livello amatoriale. L’importante, alla fin dei conti, è riuscire a portare più persone in bicicletta».

L’amore per la bici

E mentre il fruscio delle ruote sibila sull’asfalto, mentre le melodie della bicicletta si mischiano con i toni squillanti delle voci dei giovanissimi, ecco che c’è spazio anche per gli aerei, con gli addetti dell’Aeroclub che portano a bordo dei velivoli i piccoli partecipanti alla giornata. L’entusiasmo monta, i sorrisi pure e i desideri di spiccare il volo un giorno – magari in sella ad una bicicletta – si scrivono sui volti dei passeggeri.

Elisa guarda da lontano e torna bambina, a quell’età: «E dire che per me non è stato amore a prima vista con la bicicletta – ammette – perché da piccola praticavo tanti sport. Poi però ho capito che la bicicletta aveva qualcosa in più, che il ciclismo aveva una caratteristica unica: sembra uno sport individuale e invece è uno sport dove la squadra è fondamentale, senza quella non si va da nessuna parte».

Come si batte Lorena Wiebes? La firma di Yaya Sanguineti

16.09.2023
6 min
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Wiebes è più velocista, ma si sta asciugando. Balsamo è più definita, forse meno potente, ma può vincere le volate a capo delle corse più dure o tecniche. Abbiamo lasciato Giorgia Bronzini con questa conclusione, cui si è unito l’invito per Elisa Balsamo di volersi più bene, tirando il fiato qualora sentisse di essere al limite. E visto che la piacentina poi ha attribuito al leadout l’80 per cento del merito delle volate vinte, ci sembrava il minimo scomodare Ilaria “Yaya” Sanguineti, che da quest’anno è tornata a fare il pilota per la piemontese. Si erano lasciate quando Balsamo lasciò la Valcar-Travel&Service per passare alla Trek e nella squadra americana, poi diventata Lidl-Trek, si sono ritrovate all’inizio del 2023.

Come si fa per battere Lorena Wiebes nel testa a testa? In che modo ragionano l ragazze del team di Luca Guercilena, sapendo di avere di fronte un simile avversario?

«Davanti a lei – dice Yaya – Wiebes ha una squadra strutturata molto bene. La portano veramente bene nel finale, poi è ovvio che lei ha grandi gambe. Ci sono anche altre squadre che corrono unite, ma non hanno la velocista del livello di Elisa, Wiebes e Kool, quindi non possono competere».

Women’s Tour 2021, ultima corsa di Balsamo con la Valcar: vinta una tappa anticipando Wiebes
Women’s Tour 2021, ultima corsa di Balsamo con la Valcar: vinta una tappa anticipando Wiebes
Come si fa per batterla?

Bisogna anticiparla. Dobbiamo evitare che ci veda fino all’ultimo, le dobbiamo arrivare da dietro: ormai l’abbiamo capito. Dobbiamo usare l’astuzia e poi sorprenderla. Deve avere lei il finale in mano, anche perché noi siamo strutturati bene, ma non abbiamo mai fatto un treno vero e proprio. Anche nelle riunioni tecniche viene detto che le altre devono portare a me ed Elisa nella miglior posizione possibile agli ultimi 2-3 chilometri, però io non sto mai a ruota delle mie compagne. Le tengo due o tre posizioni più avanti, in modo che siano un punto di riferimento.

Come è andata la tappa che avete vinto al Simac Tour?

Siamo state tranquille tutto il giorno. Poi mi sono messa ad aspettare la chiamata di Elisa nella radio: «Yaya, dove sei?». Mi chiama sempre ai meno 10, anzi questa volta era in anticipo perché ne mancavano 11. Ho risposto che stavo arrivando, poi si sono messe a lavorare Shirin Van Anrooij e Lauretta Hanson in testa al gruppo, mentre Lucinda Brand era un po’ più vicina a noi, perché si sa muovere bene in gruppo. Era un finale molto tecnico, ho detto alle mie compagne di tirare a blocco il più possibile, in modo che il gruppo rimanesse in fila e nessuna ci affiancasse. Elisa si fida ciecamente di me. Io penso di sapermi muovere bene, però le volate sono sempre un bingo.

Sanguineti spiega che la vittoria al Simac Ladies Tour è venuta costringendo Wiebes a una volata troppo lunga
La vittoria al Simac Ladies Tour è venuta costringendo Wiebes a una volata troppo lunga
E cosa è successo?

Shirin si è spostata che mancava circa un chilometro. Sulla destra ci ha passato il treno della DSM ed Elisa mi ha urlato di andare. Allora mi sono messa a ruota della Kool, l’ultima curva l’ho fatta con gli occhi chiusi e ho pensato: adesso ci ammazziamo, perché siamo entrati proprio come dei caccia. Sono arrivata in prima posizione che mancavano 200 metri, quando Elisa che mi ha urlato di partire e a quel punto la Wiebes mi ha visto ed è scattata a sua volta.

Vi ha anticipato?

Ha fatto una volata lunga per le sue abitudini, perché lei è molto esplosiva, però poi scende un po’ di velocità. Invece Elisa magari non è esplosiva come lei, però quei watt riesce a tenerli più a lungo e questo l’ha fatta vincere. E’ stata una volata dura, ma abbastanza ordinata. Lorena ha un’esplosività paurosa se l’arrivo è in un piattone che non è tanto tecnico, in quel caso puoi solo provare a partirle da dietro.

Al Baloise Tour, durante la convalescenza di Balsamo, Sanguineti ha scortato alla vittoria Brand
Al Baloise Tour, durante la convalescenza di Balsamo, Sanguineti ha scortato alla vittoria Brand
Era già successo al Women’s Tour, ultima vittoria di Elisa in maglia Valcar?

Esatto, l’ultima corsa che fece con noi da campionessa del mondo e anche la prima vittoria con quella maglia. Eravamo in Inghilterra, con un rettilineo di un chilometro e mezzo. Davanti c’era il treno della Wiebes e noi le siamo arrivate proprio da dietro, perché per batterla, devi… fregarla così. Altrimenti lei vede che stai partendo e piuttosto si fa 500 metri di volata per lanciarla prima di te.

Ha ragione Giorgia a dire che l’80 per cento delle volate è sulle tue spalle?

E’ vero. Quando ti abitui a farlo non è più nemmeno stressante. E’ un ruolo che mi piace tantissimo, lavorare con Elisa che si fida accecamento di me è un piacere. So che posso passare sotto il telaio di un’altra bicicletta e lei ci passa con me. Quando mi chiama ai 10 chilometri dall’arrivo e io arrivo che ne mancano 7-8, perché non è che arrivo subito (ride, ndr), lei si mette a ruota e so che non mi molla più. Se dietro succede qualcosa, mi urla. Mi dice solo «Ya», senza dirmi altro. Quando sento il mio nome, so che devo rallentare perché magari qualcuno ha preso la mia ruota. Sembra facile a dirsi, ma in effetti anche se sei abituato, un po’ stressante lo è davvero.

Cosa ha significato vincere dopo tutto quello che ha passato Elisa con l’ultimo infortunio?

Abbiamo pianto un bel po’. Sia per lei sia per me. Se vedo vincere la mia compagna, visto che abbiamo anche una grande amicizia, e un po’ di merito è il mio, mi emoziono. Perché io comunque so che una volata così non la potrei mai vincere. Se invece faccio bene il mio lavoro e lei lo concretizza, è bellissimo. Poi avendo vissuto quello che ha passato quest’anno, ricordando come stava quando è successo quel brutto incidente, è stato proprio bello rivederla così.

Sanguineti è estremamente soddisfatta della scelta Lidl-Trek: cè tutto per lavorare al meglio
Sanguineti è estremamente soddisfatta della scelta Lidl-Trek: cè tutto per lavorare al meglio
Com’è stato per te il periodo senza Elisa?

E’ stato diverso, perché quando tiro le volate per lei, sono nella mia comfort zone. Diciamo che mi sono giocata in altri ruoli. Ho fatto la leadout per prendere davanti una salita. Al Baloise l’ho fatto un paio di volte per Lucinda Brand che ha anche vinto, quindi diciamo che sono rimasta nella mia parte. Con Elisa c’è un rapporto diverso, avendo lavorato tanto tempo insieme, però mi rendo conto che anche le altre si fidano di me. Quindi sono rimasta allenata per lei.

Sei soddisfatta di questo primo anno alla Lidl-Trek?

Assolutamente sì. Non ti fanno mai mancare niente, devi pensare solo ad andare in bici e fare quello che ti dicono in riunione. Non devi preoccuparti di nulla, quindi penso che anche questa sia anche un’energia in più.

Guardiamo meglio con Bronzini nella sfida Balsamo-Wiebes

15.09.2023
8 min
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Balsamo contro Wiebes, Wiebes contro Balsamo. E in mezzo spesso c’è Charlotte Kool, ma questa è un’altra storia. Nel duello fra l’olandese e l’italiana c’è il sale di tante corse che si decidono in volata. E proprio perché le due ragazze sono molto diverse fra loro, la sfida diventa interessante per le sue sfumature. Ne abbiamo parlato con Giorgia Bronzini, scoprendo come attraverso quelle differenze si trovino a confronto le culture ciclistiche delle diverse regioni d’Europa, a metà fra il Nord che avanza e impone le sue nuove leggi e la vecchia Italia che si difende con l’esperienza.

«Già partendo dal piano fisico – esordisce Bronzini, che il prossimo anno cambierà ammiraglia – fra Elisa e Wiebes, c’è una netta differenza nella corporatura. Penso che a livello di massa muscolare Wiebes ne abbia molta di più e quindi, nelle volate più veloci, esprime più potenza. Mi viene in mente com’era fra me e Ina Teutenberg, che quando era lanciata a tutta velocità, con la mole che aveva, ovviamente era più veloce. Se però c’era un arrivo tecnico o sbagliava il tempo della volata oppure il percorso aveva tanta altimetria, allora arrivava stanca ed era meno veloce».

Di fatto Wiebes è una velocista, Balsamo è un’atleta velocissima…

Elisa diventa una sprinter fortissima più il percorso è duro e selettivo. In quel caso lei mantiene gli stessi watt nella volata, ci arriva più fresca delle altre, perché la sua corporatura glielo permette. E credo che sia questa la sua arma per vincere più corse nell’anno, perché è difficile che ci siano sempre dei percorsi totalmente piatti. La cosa che mi ha stupito è che comunque adesso anche la Wiebes sia presente su certe altimetrie nonostante il suo fisico.

E’ stato il suo salto di qualità di questa stagione.

Le due che ultimamente stupiscono di più sotto questo aspetto sono Kopecky e lei. Non sono esili e non sono filiformi, diciamo, mentre Elisa è più asciutta, ha una massa delineata. Loro invece hanno proprio la massa da velocista. Un po’ come se ai tempi, Cipollini fosse arrivato all’Amstel a fare la volata con Gasparotto e Valverde. L’altro giorno hanno fatto prima e seconda sul Cauberg, non so se lo scorso anno Wiebes sarebbe stata lì.

Quest’anno Bronzini ha guidato la LIV Racing Teqfind, dal prossimo anno cambierà ammiraglia
Quest’anno Bronzini ha guidato la LIV Racing Teqfind, dal prossimo anno cambierà ammiraglia
Nel racconto delle compagne, ha lavorato sodo per riuscirci.

Hanno adottato un altro tipo di allenamento, che magari non è ancora comune. Sembra proprio che abbiano anche la parte di resistenza che di solito è difficile avere con quel tipo di corporatura. Penso che siano avanti sul fronte della preparazione, che ci siano dietro degli studi cui noi italiani non siamo ancora arrivati. Noi non facciamo test o comunque non sperimentiamo, siamo sempre un po’ restii al cambiamento. Se vediamo che una cosa va bene, è difficile che cerchiamo di cambiarla. Non siamo i numeri uno nella tecnologia, siamo molto nella tradizione.

Come possiamo difenderci?

Quando ci presentiamo come nazionale, quello che ci permette di fare la differenza è la testa che non sempre hanno nel Nord Europa, perché vengono trattati in modo più freddo. Quando lavoro con delle ragazze straniere, è difficile che apprendano al volo quello che gli suggerisco tatticamente, il comportamento che gli suggerisco di avere, perché non è nella loro indole. Se invece parlo con le ragazze italiane, capiscono subito. Fortunatamente questa parte è ancora molto importante. Per contro credo che se un’italiana venisse gestita come le altre, il suo rendimento sarebbe inferiore, perché non siamo abituate a certe rigidità.

Simac Ladies Tour, sul Cauberg Kopecky batte Wiebes: gran numero per due atlete così possenti
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Pensi che Balsamo dovrebbe provare a crescere muscolarmente per arrivare a quelle punte di velocità?

Io eviterei di cambiare pelle o di provarci. Se il percorso di Elisa l’ha portata a questo punto, con gli allenamenti che ha fatto, è perché lei è così, quindi rimarrei fedele a me stessa. Quanto ha vinto Marianne Vos che in proporzione ha lo stesso fisico di Elisa? Anzi, la nostra è ancora più definita, è ancora meglio. E poi comunque le gare stanno diventando sempre più dure e sempre più lunghe, tanto che persino Wiebes si è asciugata parecchio.

Uno dei motivi del cambiamento è certamente questo, sta crescendo: ha 24 anni.

Secondo me dall’anno scorso avrà perso 5-6 chili, che fanno la differenza. Però ugualmente penso che se nella penultima tappa del Simac Ladies Tour avesse dovuto fare il Cauberg per sei volte invece di tre, difficilmente sarebbe stata lì. Ancora ha un limite fisico, anche se vedendo quello che ha fatto Kopecky al Tour, capisci che i campioni riescono sempre a tirare fuori una percentuale di grinta e sofferenza che gli permettono di fare cose bellissime.

Balsamo (1,71 per 55 chili) ha una struttura più longilinea che la rende più forte in salita
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Tornando alle due ragazze, hanno entrambe un leadout italiano. Quanto conta chi ti lancia la volata?

Sanguineti con Balsamo e Guarischi con Wiebes. Credo che il leadout sia almeno l’ottanta per 100 del successo, soprattutto adesso che si sta andando sempre di più verso un ciclismo di squadra. Se vai alla volata ad occhi chiusi e ti fidi ciecamente di chi hai davanti, non devi pensare perché ci pensa lei per te. Io ai tempi preferivo che mi mettessero sull’avversaria e la… usavo come ultimo uomo. Preferivo che se le cose andavano male, la responsabilità fosse mia al 100 per cento, senza dubbi o cose da rivendicare con qualcun altro. Era una convinzione mia, anche perché ai tempi la figura del gregario a questo modo non c’era. Si vedeva un po’ in nazionale, ma generalmente nelle corse non c’era. Oppure c’erano gli squadroni contro i quali era inutile competere. Se io andavo col mio treno contro quello della Ina, saremmo deragliate dopo un chilometro, mentre oggi ci sono tre o quattro squadre che possono farlo. E chi non riesce a farlo, non è per mancanza di volontà, ma per la potenza e l’abilità delle ragazze.

Quindi secondo Giorgia Bronzini, Balsamo va bene com’è? 

Non la snaturerei, preferirei che rimanesse com’è, perché ha già vinto il campionato del mondo, quindi vuol dire che funziona. Quest’anno ha avuto sfortuna e chapeau per come è tornata, però le sue caratteristiche le hanno permesso comunque di vincere. Al Simac ha battuto nuovamente la Wiebes e così facendo potrà vincere 10-15 gare all’anno, magari con dentro un titolo che sia il mondiale o l’europeo. Può vincere la Gand e pure Cittiglio, magari aiutando al Fiandre una Longo Borghini che ricambierà in altre occasioni. Fra le donne, anche per gli organici esigui, c’è una collaborazione che fra gli uomini non si vede. Piuttoso invece le direi di prendersi le pause giuste.

Wiebes (1,71 per 60 chili) ha la struttura fisica potente della velocista pura, ma è dimagrita rispetto al 2022
Wiebes (1,71 per 60 chili) ha la struttura fisica potente della velocista pura, ma è dimagrita rispetto al 2022
In che senso?

Non so se sia anche il suo caso, ma ancora adesso le ragazze fanno fatica a fermarsi per recuperare. Sembra che gli fai un dispetto, io invece non vedevo l’ora, perché sapevo che dal recupero nascevano le cose migliori. Faccio l’esempio di Rachele Barbieri, che non ha mai recuperato la stagione scorsa. Nel 2022 è stata bravissima, fra pista e strada, però non ha staccato nel modo giusto per recuperare tutti gli sforzi che ha fatto. E secondo me quest’anno l’ha un po’ pagata a livello fisico e anche mentale, proprio perché non sono robot. Le ragazze che fanno tanta attività, quindi anche Elisa, devono farsi un esame di coscienza ed evitare che una goccia faccia traboccare il vaso. Se un giorno non vado a girare in pista, non è per pigrizia, ma per salvaguardarmi. Vedo che le ragazze fanno fatica a conoscersi, perché viene tutto basato sui watt, senza distinzioni.

Invece cosa bisognerebbe fare?

Quando mi danno le schede di valutazione di un’atleta da prendere, io preferisco conoscere la persona. Chiaro, se ha 200 watt e nulla di più, non può andare avanti. Ma a parità di motore, gli atleti sono persone e il bilanciamento fra la vita di tutti i giorni e la vita sportiva è un gioco di equilibrio, per cui è sbagliato trattarle come delle macchine. Alla SD Worx sono fortissime, io però non lo so se sono tutte contente come pare e se il gruppo funziona proprio bene. Vogliono vincere tutte, da fuori può sembrare tutta festa, ma dentro è davvero così? Prima dell’abbraccio fra Vollering e Kopecky alla Strade Bianche sono volate parole non proprio belle in olandese.

Il ritorno alla vittoria di Balsamo contro Wiebes dopo l’infortunio ha meritato il plauso di Giorgia Bronzini
Il ritorno alla vittoria di Balsamo contro Wiebes dopo l’infortunio ha meritato il plauso di Giorgia Bronzini
Loro parlano di ottimo ambiente e vanno fortissimo.

Non mi piace tanto che una squadra abbia il monopolio di tutto, ma non perché sia gelosa di loro. Sono bravi, stanno lavorando in un certo modo, hanno fatto crescere diversi campioni, quindi non è una critica. Però la loro superiorità quando si presentano alle corse fa un po’ scemare l’attesa della gara. E poi quello che mi stupisce a volte è che gli avversari gli danno anche una mano, facendo il lavoro per loro. Magari se tanti inseguimenti dovessero farseli da sole, alle volate la Wiebes ci arriverebbe più stanca.