Balsamo sull’Etna con lo sguardo verso Tokyo

22.01.2021
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Elisa Balsamo pedala sempre in testa al gruppo, l’Etna sullo sfondo, con la sua maglia azzurra e la Cannondale gialla della Valcar-Travel&Service. Non la vedi fare selfie o acrobazie in mezzo alla strada, come se là davanti portasse sulle spalle il gruppo di cui per risultati e carisma sta diventando il riferimento. Questo non significa che sia una ragazza seriosa e poco incline allo scherzo, perché quando poi c’è da mollare, è una di quelle che più sta al gioco e sa sorridere e spesso anche ridere. E’ probabilmente un fatto di concentrazione, l’aver capito di essere sulla porta di una nuova dimensione.

«Le ultime due gare del 2020 – dice – quindi Madrid e l’europeo, sono state molto incoraggianti. Sono carica, non vedo l’ora di ricominciare. Nella speranza che le gare riprendano…».

Balsamo, Guazzini, Alzini, Consonni, ottima base per il quartetto olimpico
Balsamo, Guazzini, Alzini, Consonni, ottima base per il quartetto olimpico

Da Noto all’Etna

Il ritiro della nazionale si è spostato dal velodromo di Noto al Rifugio Sapienza, tra le raffiche di vento e il pinnacolo di fumo sulla cima dell’Etna che proprio nei giorni dell’arrivo delle azzurre ha regalato lo spettacolo di un’eruzione. Il ragazzo del bar dice che qui con la montagna c’è un rapporto così stretto, che lui per primo sfrutta ogni occasione per camminare sui sentieri neri di lava per percepirne la forza.

Al mattino, dopo la ginnastica delle 8,30, il mini convoglio azzurro scende verso Catania sui furgoni e svolge il proprio allenamento al livello del mare. Poi, concluso il programma, si torna a dormire ai 1.910 metri del Rifugio. E mentre fuori la temperatura è sotto zero, all’interno del Sapienza le ragazze fanno esercizi a corpo libero e dopo cena si sfidano in interminabili partite di burraco. Ci sono i telefoni e i social e ogni tanto vedi che una o l’altra si distrae leggendoci dentro qualcosa. Ma la tendenza è vederle in gruppo facendo qualcosa insieme, come in un bel team. E le risate, le battute, il prendersi in giro dimostrano che la squadra c’è. E lo staff azzurro di Salvoldi e Sangalli (accompagnati questa volta dall’osteopata Saul Barzaghi e dal meccanico Andrea Foccoli) ha fatto un bel lavoro.

Sul telaio della Cannondale di Elisa Balsamo, la sua figurina sorridente
Sul telaio della sua Cannondale, la figurina sorridente

Vulcani lontani

Sulla montagna ci sono anche Luca Chirico e Mattia Viel della Androni, che avrebbero dovuto cominciare alla Vuelta San Juan e hanno dovuto spostare tutto in avanti fino al Laigueglia del 4 marzo. Mattia è amico di Davide Plebani, compagno di Elisa Balsamo, così capita che quando il bergamasco chiami dalle Canarie, in cui è in ritiro con la nazionale di Marco Villa, la telefonata la prenda Viel. Per scherzare un po’ e salutarsi da due vulcani così lontani.

«Dice che hanno sempre 25 gradi – scherza Balsamo – e che fuori dalle stanze hanno una piscina enorme. Invidia…».

Poi il discorso riprende e la piemontese, trapiantata a Sarnico, racconta di sé e dei suoi obiettivi di stagione.

Pensi che dopo Tokyo sceglierai da che parte stare, se strada oppure pista?

A me piacerebbe portarle avanti ancora entrambe. In realtà se mai ricominceranno a fare le sei Giorni invernali, in cui avevano iniziato a coinvolgere anche le donne, sarei curiosa di parteciparvi, perché sono uno spettacolo indescrivibile.

Balsamo-Fidanza, due ragazze d’oro della pista azzurra
Balsamo-Fidanza, ragazze d’oro della pista azzurra
Pensi mai che Tokyo potrebbe essere alla fine solo una grande illusione?

Non voglio pensarci, davvero. Se dovessi farlo, probabilmente non avrei la forza di alzarmi tutti i giorni e di stare qui ad allenarmi. Quindi l’idea di tutte noi è quella di farci trovare pronte, lavorare per l’appuntamento e sperare che nel frattempo le cose possano migliorare.

Prima della Sicilia con la nazionale, la Puglia con la Valcar. Ci sono differenze fra i due ambienti?

Alla fine fra noi ragazze non ce ne sono molte, per certi versi siamo le stesse. Sicuramente con la squadra il clima è più rilassato, perché come ho sempre detto quel gruppo per me è davvero come una famiglia. Qua con la nazionale le cose sono più ordinate, precise, schematizzate, programmate.

La collaborazione fra squadra e nazionale prosegue bene?

Sono due realtà che collaborano molto. Il motivo per cui ho deciso di andare avanti con la Valcar, oltre al fatto che mi trovo molto bene, è proprio perché si riesce ad avere questo tipo di collaborazione.

Elisa con Silvia Zanardi in una delle serate sull’Etna giocando a burraco
Elisa con Silvia Zanardi in una delle serate sull’Etna
Pensi che il ricambio generazionale del vostro ciclismo sia prossimo come sembra stia per accadere tra i professionisti?

In pista penso sia prossimo, perché siamo tante giovani ad andare forte. Su strada invece credo che alcune di loro, delle ragazze più esperte, abbiano ancora tanto da dare.

Ti senti già una che in gruppo guardano perché può decidere la corsa?

In realtà non ancora. Anzi, mi piace pensare di essere quella che ogni tanto viene sottovalutata e spara la sorpresa.

Una risata di gusto, gli occhi che ridono e dicono: adesso scusate ma devo andare. Ho lasciato la Consonni da sola in camera e non so che cosa potrebbe combinare…

Plebani tra pista, progetti e… cucina

05.01.2021
4 min
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Davide Plebani è uno degli uomini storici del clan di Marco Villa. E da qualche tempo è anche il compagno di Elisa Balsamo. Con lui abbiamo fatto una simpatica chiacchierata che spazia appunto dalla pista… alla cucina! E arriva fino a Tokyo, se non a Parigi 2024.

La casa dei campioni

Da qualche mese i due campioni convivono. La vita da atleti è bella, ma può anche non essere sempre facile, tanto più se lo sport è lo stesso e la si condivide in tutto e per tutto. C’è il rischio che si parli sempre di quello e che tutto diventi monotematico in qualche modo.

«Sono fortunatissimo – dice Plebani – a casa di ciclismo ne parliamo veramente poco. Emergono solo a volte dei temi tecnici, se magari in quella cosa si può migliorare. Ma non siamo i tipi che accendono la tv e si mettono a guardare il ciclismo. Variare è importante. E’ come se fai il commesso in un centro commerciale e in quel sabato libero… vai al centro commerciale».

Davide Plebani ed Elisa Balsamo
Davide Plebani ed Elisa Balsamo

In generale però Plebani dice che la vita in casa è per loro più facile. Le esigenze sono le stesse e la comprensione non manca.

«Un vantaggio è che riusciamo a sintonizzarci bene su molte cose, a partire da alimentazione e allenamenti. E i sacrifici si smezzano. Il cioccolatino lo dividiamo a metà! Ognuno è uno stimolo per l’altro e i problemi si affrontano in due. Lo svantaggio è che magari sei fuori per 200 giorni l’anno e quando torni parte lei. Almeno abbiamo la fortuna che per alcuni eventi partiamo insieme e questo è buono anche per supportarci, per l’agitazione della gara».

Davide ed Elisa escono spesso insieme, quasi sempre a dire il vero, ma non si lasciano influenzare. Ognuno fa il suo lavoro. Il riscaldamento lo fanno insieme ma poi si rincontrano lungo la strada. Ad entrambi inoltre piace allenarsi da soli.

E in cucina? «Lì sono più bravo io! Ma perché ce l’ho dentro, la famiglia che aveva un ristorante. Quando mi ci metto le cose vengono bene. Però devo dire che Elisa ha una capacità di apprendimento superiore alla media. Mi osserva cucinare e poi capita che magari rientro e mi fa: ti ho preparato questo piatto. Adesso abbiamo preso anche la macchina per fare la pasta fresca».

Idea velocità

Qualche tempo fa Ivan Quaranta ci disse che uno come Plebani, molto forte e veloce, ma che a suo dire avrebbe la strada sbarrata nel quartetto, dovrebbe puntare alle specialità veloci. Se non subito almeno in vista di Parigi 2024. Cosa ne pensa Davide?

«A dire il vero non ci ho mai pensato. Sinceramente non mi reputo così veloce dal passare a quelle discipline. Magari nel tempo scoprirò di avere questa qualità. Se proprio dovessi dire una specialità veloce? Bah, forse il Keirin, mi piace e soprattutto perché ci sono tanti giri da fare. Insomma non è una velocità esagerata. Il mio best è sui 20″-30” e non sui dieci. Sarebbe troppa esplosività. 

«Con Villa non ho mai parlato di questa cosa. Magari ci si può lavorare in futuro. Ho la fortuna di essere nelle Fiamme Oro e se dovessi prendere questa strada sarei supportato».

Plebani (a sinistra) con gli azzurri agli Europei 2019 quando furono argento
Plebani (a sinistra) con gli azzurri agli Europei 2019

Il quartetto in testa

Ma per adesso l’obiettivo di Plebani si chiama inseguimento a squadre, quel quartetto che è già leggenda per noi italiani. Tuttavia, come i suoi colleghi Scartezzini, Lamon, Bertazzo… Plebani è a rischio in vista di Tokyo

«Ne sono consapevole. A Tokyo ne andranno sei (e due dovranno fare anche le altre specialità: Omnium e Madison, ndr) e forse solo uno o due hanno la certezza di esserci. Ma i miei compagni non saranno mai avversari. Anche perché semmai dovessi andare io all’improvviso tornerebbero ad essere compagni? No…

«Io sono un buono e non girerei mai le spalle ai miei compagni. Magari questo è un punto a mio sfavore, ma ripeto: non saremo mai avversari. Semmai ci sono più stimoli. Non so, c’è quello che fa una partenza più forte e allora anche tu vuoi fare meglio. Per me adesso comunque l’importante è ritrovarmi. Ho avuto la mononucleosi e anche una ricaduta ad ottobre. Sento che ogni giorno sto meglio e questo è l’importante».

Plebani è un terzo uomo, colui che già in tabella di marcia deve mantenere la velocità e possibilmente fare un giro un più.

«Sono un buon terzo – conclude Plebani – un ruolo che sembra facile, ma che non lo è. E’ vero che sei già lanciato e sei in “tabella”, però nel secondo cambio devi cercare di tirare un giro in più. E se è così Ganna, o comunque il quarto, si “riposa” di più. Quando tira Pippo si sente. Se sei a ruota va bene, se sei in coda meno… In galleria del vento abbiamo visto che lui essendo grande impatta di più con l’aria e protegge il resto del quartetto. E infatti più sta là davanti e meglio è!».

Dino Salvoldi, Elisa Balsamo, europei Plovdiv 2020

Salvoldi/2. Balsamo guida la carica delle “ragazzine

20.12.2020
4 min
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Dopo aver parlato delle ragazze della strada, con Dino Salvoldi parliamo del gruppo pista, che è uscito dal 2020 con il sottofondo dell’Inno di Mameli e lo scintillare delle medaglie.

«Con loro – dice il tecnico della nazionale – abbiamo ricominciato già da qualche settimana e sono contento dell’adesione. Ho incontrato i team e i loro preparatori. Ho richiesto la presenza assidua, che è abbastanza impegnativa dato che l’obiettivo è lontano. Ma ho percepito che per loro la priorità è esserci e in pista la partecipazione rende più efficace il lavoro di preparazione. Di fatto, stiamo parlando di un gruppo che funziona come una vera squadra e che poi, nei weekend, corre con altre maglie. Su strada è differente».

Letizia Paternoster
Salvoldi aspetta con curiosità il ritorno di Elisa Paternoster dopo i problemi al ginocchio
Letizia Paternoster
Grande attesa di Salvoldi per il ritorno di Paternoster
Il 2020 ha segnalato una rosa di ragazze vincenti molto più ampia che in passato. Come si fa a scegliere partendo da una base così forte e così ampia?

Sarà veramente un dramma, perché con tutte vivremo lo stesso avvicinamento. Quelle che si sentono più a rischio sanno di doversi far trovare pronte. Ma come la Longo su strada, si può dire che alcune come Balsamo, Guazzini e Paternoster, purché le cose vadano bene, possono avere un percorso di avvicinamento più chiaro. Il resto del gruppo dovrà darmi conferme.

Il cronometro renderà la vita di Salvoldi più facile?

La continuità degli allenamenti e le verifiche continue non mentono. Anche se non ci saranno dei trials, dei veri momenti di selezione, gli atleti capiscono. Quando fai 30 partenze, ti accorgi se alla lunga qualcuna cala. Poi ci saranno le prove di Coppa del mondo e gli europei a chiudere i discorsi. Ma onestamente vorrei che a quel punto, vale a dire a luglio, la squadra fosse già fatta.

Quante ragazze partiranno dall’Italia?

Potrò portare 5 atlete, più una riserva. E’ chiaro che di queste, 4 devono saper fare il quartetto; almeno 4 devono saper fare l’americana; 2-3 devono saper fare l’omnium, con la variabile che questa volta l’americana si corre prima dell’omnium mentre di solito è l’ultima. La quinta ragazza nella mia testa è il jolly che esce bene dagli europei e avrà una gran condizione.

Elisa Balsamo, Vittoria Guazzini, europei pista, madison, 2020
Vittoria Guazzini, a destra, è una delle certezze per il quartetto e la madison
Elisa Balsamo, Vittoria Guazzini, europei pista, madison, 2020
Guazzini, a destra, fra le più sicure per quartetto e madison
Come gestirai il gruppo?

Ho chiesto alle squadre di lasciarmi la disponibilità infrasettimanale per lavorare in pista e io mi impegno a lasciarle libere nei weekend per correre con i club. A patto che si evitino trasferte fuori dall’Europa e si concordi l’eventuale partecipazione a piccole gare a tappe. Quanto a gareggiare su strada con la maglia azzurra, ho visto che durante il Giro d’Italia c’è una corsa a tappe in Belgio. Potrebbe essere utile in determinate circostanze, però mi frenano i rischi di una gara di gruppo così a ridosso delle Olimpiadi (23 luglio-8 agosto, ndr) per cui magari resteremo a lavorare in pista.

Farete dei collegiali?

Ne faremo uno a fine gennaio in Sicilia. Dal 13 al 18 gennaio in pista a Noto e poi fino al primo febbraio sull’Etna, con la certezza che nella seconda parte le avrò tutte. Poi non ne faremo altri per un po’. Sino a fine maggio lavoreremo a Montichiari durante la settimana e alla fine del mese andremo a recuperare in quota a Trepalle, sopra Livigno, quasi a 2.100 metri. Invece dal 6 al 20 luglio faremo una prima settimana di soggiorno e allenamento in quota ancora a Trepalle. Poi ci sposteremo per altri 7 giorni al passo Maniva, che si trova a un’ora e mezza di macchina da Montichiari. Per cui dormiremo in alto e ci alleneremo in pista, facendo però anche qualche uscita di scarico su strada. Diciamo una ogni due giorni in pista.

A Montichiari prima degli europei dicesti che Tokyo per questo gruppo sarà un punto di passaggio verso Parigi, ma sentendole vanno tutte per vincere…

Ed è lo spirito giusto, andare per il risultato. Si gareggia per l’oro olimpico e farlo senza avere nulla da perdere è la condizione migliore. Resta tuttavia un passaggio, perché parliamo di ragazze molto giovani. Mentre per le nostre avversarie sarà un punto di arrivo, quindi ci arriveranno forti come non mai. Di sicuro però troveranno un’Italia in gran forma. Giovane, ma cattiva…

Valentino Vila, Elisa Balsamo, tricolore donne junior, Boario Terme 2016

Il signor Valentino: padre, manager e tifoso

19.11.2020
6 min
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«Vuole davvero sapere – chiede Valentino Villa – chi sia Elisa Balsamo? Glielo dico. Lei magari non vorrebbe, ma mi ascolti e scusi se mi commuovo. L’anno scorso salta fuori un grosso sponsor. E’ la svolta. Invece dopo un po’ mi chiamano e dicono che salta tutto, perché sono stati acquisiti. Rischiavo il tracollo e ho trovato giusto dirlo alle ragazze. Eravamo in mezzo alla strada. Io parlavo e loro piangevano: mi chiedo che cosa abbia pensato la gente che passava. Forse avrei dovuto chiudere, ma a quel punto Elisa prese la parola. “Valentino – disse – se ti può essere utile, visto che mi hai dato la possibilità di entrare nelle Fiamme Oro, prendi pure il mio stipendio”. Sul momento mi sono sentito gratificato. Poi mi sono rimboccato le maniche. Prendo energia da queste cose, come fai a tradirle?».

Chiara Consonni, Plouay 2020
Chiara Consonni vincitrice a Plouay: «Lei è il direttore d’orchestra!»
Chiara Consonni, Plouay 2020
Chiara Consonni prima a Plouay 2020

Prima la persona

Valentino Villa è un brav’uomo. Cominciamo facendogli notare il bene che Elisa Balsamo ci ha detto sul suo conto e già basta perché si commuova ancora (i due sono insieme nella foto di apertura, datata 2016).

«Ho sempre pensato che per avere un buon rapporto con l’atleta – dice – devi creare un legame con la persona. Avere questa squadra mi è servito tanto. Ho quattro figli e ho capito di non averli ascoltati abbastanza. Grazie alle mie ragazze, anche nei momenti difficili, ho scoperto che dentro questi ragazzi c’è tanta roba. E allora ho imparato a starmene zitto ad ascoltare…».

Strade di Bergamo

La Valcar-Travel Services è una delle più forti squadre italiane, che spesso le suona agli squadroni WorldTour. Iniziano dalle esordienti e arrivano alle elite: 31 ragazze in tutto. E lassù, fra coloro che lasciano il segno, ci sono campionesse d’Europa e del mondo. Da Elisa Balsamo a Chiara Consonni, da Martina Alzini a Marta Cavalli, da Vittoria Guazzini a Miriam Vece passando per Elena Pirrone.

Valcar fa da trent’anni fresatura e tornitura di metalli a Bottanuco, in provincia di Bergamo. Travel & Service effettua noleggi con conducente, ugualmente nella bergamasca.

Marta Cavalli, Giro dell'Emilia 2018
Marta Cavalli tricolore al Giro dell’Emilia 2018: dal 2021 passa in Francia alla Fdj
Marta Cavalli, Giro dell'Emilia 2018
Cavalli, tricolore al Giro dell’Emilia 2018
Come mai il ciclismo?

Ho corso da ragazzino. A 14 anni ero tornitore e frequentavo la scuola serale, ma due volte a settimana riuscivo ad allenarmi. Poi ho capito che non si può fare tutto e mi sono buttato sul lavoro. A 21 anni mi sono sposato e guardavo le corse in tivù, ragionando sulle tattiche come i grandi diesse. Seguire una corsa dalla macchina è l’unica cosa che invidio al mio direttore sportivo. 

Poi cosa è successo?

Avevo due sogni. La mia squadrettina di esordienti e allievi. E seguire una Roubaix sull’ammiraglia della Mapei. Finché mia figlia, la più piccola, cominciò a correre. E lì mi si aprì il mondo. Andai a seguirla nella prima gara a Bologna, che fu vinta da Elisa Longo Borghini. Non credevo che fra le ragazze ci fosse quella serietà e quel bel clima. Così di ritorno chiamai mia moglie e il mio socio davanti alla macchina del caffè, chiedendo che mi permettessero di esaudire il mio sogno nel cassetto. Loro accettarono, era il 2009. La prima ammiraglia la comprammo usata dalla Lampre e la verniciammo.

Parlano di lei come un padre.

E loro sono le mie figlie. Ho la fortuna di essere sempre presente. In tanti anni ho perso a dir tanto 7-8 gare. Per seguire tutte le categorie, mi è capitato di fare fino a 1.350 chilometri nello stesso giorno.

Elisa Balsamo, Madrid, Ceratizit Challenge by La Vuelta, 2020
Elisa Balsamo vince a Madrid la Ceratizit Challenge by La Vuelta
Elisa Balsamo, Madrid, Ceratizit Challenge by La Vuelta, 2020
Elisa Balsamo, Madrid, Ceratizit Challenge by La Vuelta, 2020
Poi è arrivata una certa Elisa Balsamo…

Vivendo il vivaio, vedo il cammino delle ragazze. Vado a conoscere i genitori. Chi si perde è solo perché non trova le condizioni giuste. Vidi Elisa, era il 2014. Aveva ancora 16 anni e le dissi: “Tu sei come Ronaldo”. Sentivo il peso di questa responsabilità, perché avevo già in mente di fare la squadra elite e sapevo che al primo anno da junior avrebbe corso da sola.

E lei?

Capì benissimo. Le dissi che avrebbe dovuto fare goal da sola. Vennero tanti piazzamenti, ma a fine anno vinse il mondiale nello scratch. Il primo lampo di Ronaldo.

Cosa fa Valentino nella squadra?

Sono quello che le chiama quando sono in crisi. Nel ciclismo sono l’ultimo arrivato, ma credo che la loro tensione sia soprattutto psicologica. Non mi piacciono le pressioni eccessive, quando vanno forte non serve incalzarle. Quando le ragazze arrivano alla gara, devono essere felici.

Felici?

La gioia di vivere deve far parte del gioco. Sono una bella banda, a volte anche a me è capitato di tenerne a bada l’esuberanza. Una volta in Belgio ho dovuto chiedere che abbassassero la voce al ristorante, con Chiara Consonni direttrice d’orchestra. Ma se l’atleta è felice, se il suo sguardo è felice, ti dà il 100 per cento. Va bene tutta la tecnologia, ma è fondamentale che ogni ragazza sia in armonia con la squadra.

Un po’ manager e un po’ psicologo, insomma?

Se ne vedo una pensierosa, prima faccio una battuta, poi la invito a fare due passi e parlare. Si confidano. L’uomo puoi insultarlo e motivarlo, la donna va ascoltata e capita. Ci dicono che le viziamo, ma si confidano più con noi che con i genitori.

Vittoria Guazzini, Fiamme Oro
Vittoria Guazzini in azione ai tricolori di Breganze
Vittoria Guazzini, Fiamme Oro
Guazzini ai tricolori di Breganze
Valentino, come va con gli sponsor?

Sono spesso in ufficio a ragionare. Chiamo il sabato, anche la domenica o alle otto di sera. Chiedo scusa sempre a tutti, è il mio limite. Spero capiscano. Valcar ha un significato, ma se ci fosse la possibilità di un grosso nome, non sarebbe un problema. Vedo le cifre che offrono alle nostre ragazze, io non ci arrivo. Così già da tempo ho deciso. Ma se dovessi trovare un grosso nome, basta chiamarsi Valcar, ma ugualmente vorrei carta bianca. E’ quella la nostra forza.

Teme che dopo le Olimpiadi arriveranno gli squadroni con i soldi?

Se sei ricco e le vuoi tutte, non riesci a prenderle. Se il nostro gruppo non c’è più, il giocattolo si frantuma. Siamo noi il collante, per quello sto provando di tutto per tenerle insieme. Ho avvicinato dei team manager dei pro’. Ho chiesto un incontro per ragionare, non sapendo che opinioni avessero del ciclismo femminile. E l’incontro è stato addirittura rifiutato. Che modi sono? Questa gente non è mai stata nel mondo del lavoro.

Qualcuna andrà via?

Capisco la scelta di Marta Cavalli, che ha scelto di andare alla Fdj in Francia. Non posso e non sarebbe giusto trattenerle, è la loro vita. Quello che chiedo scherzando sarà semmai che mi invitino al matrimonio.

Perché non la vediamo mai in giro, signor Valentino?

Non voglio essere fotografato. Alle gare sono sempre defilato, l’apparire non mi appartiene. Poco prima di sposarmi, dissi a mia moglie che era il giorno più brutto della mia vita. Lei per poco non svenne, poi capì. Non volevo essere al centro dell’attenzione. Qualche foto di squadra l’ho fatta, ma poco più.

Che cosa è cambiato?

Ho scelto di farmi vedere. Prima ho rifiutato le interviste, ma per il bene della squadra ora le faccio. E’ d’obbligo per un manager, d’obbligo per le mie ragazze.

Dino Salvoldi, Elisa Balsamo, europei Plovdiv 2020

Ragazze in vacanza, ma dicembre è già qui…

17.11.2020
3 min
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Europei e stagione finita anche per Dino Salvoldi, tecnico delle ragazze. Per lui chiusura col botto, grazie all’oro di Balsamo-Guazzini e il bronzo di Miriam Vece nei 500 metri, a 50 centesimi dall’argento. E dire che l’ultimo giorno era anche iniziato col brivido per Vittoria Guazzini che non si sentiva troppo bene.

«Non era pretattica – si schermisce Salvoldi – era vero. Negli ultimi trenta giri l’ho vista in riserva piena e ho spostato il peso dei giri su Elisa. E quando ci siamo accorti che eravamo sbagliati e Guazzini si sarebbe trovata per ultima, Vittoria è stata bravissima».

Elisa Balsamo, Vittoria Guazzini, europei pista, madison, 2020
Elisa Balsamo, Vittoria Guazzini, madison spettacolare ma sofferta
Elisa Balsamo, Vittoria Guazzini, europei pista, madison, 2020
Balsamo, Guazzini: madison spettacolare e sofferta

Un bilancio si può fare. E quando una nazionale torna a casa con tre ori, quattro argenti e un bronzo mettersi a sottilizzare potrebbe far passare per antipatici.

Che cosa si può dire?

Che ci aspettavamo meglio dalle inglesi, soprattutto nell’ultima madison. Sapevamo quale sarebbe stata la tattica della Russia, ma con poche coppie forti in pista, devi fare tutte le volate. Invece allargando lo sguardo, è stata una stagione davvero compressa, che ha reso difficile programmare gli eventi. Una situazione di grande incertezza…

Chiara Consonni, Plouay 2020
Chiara Consonni a Plouay: la Valcar ha fornito un bel gruppo di atlete alla pista
Chiara Consonni, Plouay 2020
Chiara Consonni, una dei gioiellini della Valcar
Ma guardando i risultati, l’avete ben gestita, no?

Con il gruppo della Bulgaria è andato tutto bene e le ragazze si sono presentate con un’ottima condizione. Se lotti alla pari o arrivi davanti alle inglesi, vuol dire che ci sei.

A sentire le ragazze è un peccato che non si facciano le Coppe del mondo quest’anno…

Si era deciso che nell’anno olimpico non si sarebbero fatte e quando Tokyo è slittato, non si è rimesso mano al calendario. Però posso dire che non condividiamo la scelta di spostarle ad aprile, maggio e giugno come vorrebbero fare. Meglio correrne tre fra febbraio e marzo, per le ragazze non sarebbe un problema. Più avanti si va a interferire con l’attività su strada.

Alzini, Balsamo, Consonni, Guazzini e Vece sono tutte ragazze della Valcar: c’è buona collaborazione?

Non è una cosa ricercata, a cicli c’è sempre una squadra che fornisce un bel numero di atlete alla nazionale, ma devo dire che con loro c’è grande condivisione e mi sento davvero di ringraziarli. Hanno voluto sostenere il progetto olimpico fino a Tokyo. Elisa Balsamo ha ormai un grande valore di mercato, ma non è voluta scendere a compromessi ed è rimasta nella Valcar che per lei è davvero una seconda famiglia.

Vittoria Guazzini, Elisa Paternoster, 2019
E per Tokyo tornerà in pista anche Letizia Paternoster, qui con Guazzini
Vittoria Guazzini, Elisa Paternoster, 2019
Paternoster è guarita. Qui è con Guazzini
C’è da temere che dopo le Olimpiadi, gli squadroni le portino via tutte?

Le ragazze della nazionale si fanno forti della maglia azzurra, che è gratificante come risultato e come visibilità. Se stessimo parlando di professionisti uomini, direi di sì. Ma le ragazze di cui parliamo sono tutte inserite nei corpi militari e, calcolatrice alla mano, non è che gli stipendi che prenderebbero nei team WorldTour giustifichino la rinuncia allo stipendio fisso.

Quindi adesso si va tutti in letargo?

Un paio di settimane per tirare il fiato ce le concediamo. Però come ci siamo già detti a Montichiari, a dicembre si ricomincia a scaldare il motore. Non sappiamo ancora se a febbraio ci saranno gli europei, ma sappiamo per certo che a luglio ci saranno le Olimpiadi. E per quelle c’è da programmare e lavorare tanto.

Arnaud Demare, Lapierre, Sidi, Giro d'Italia 2020

Fidanza, Balsamo, Demare: ruote veloci di Sidi

16.11.2020
3 min
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Le ruote veloci di Sidi per questa stagione 2020 si chiamano Martina Fidanza, Elisa Balsamo e Arnaud Demare. Tutti e tre accomunati dal modello di calzatura ideato e prodotto dallo storico brand di Maser (Treviso) impiegato in gara: il Wire2.

Fidanza scratch

Martina Fidanza, atleta della Eurotarget-Bianchi-Vittoria ha vinto l’oro e di conseguenza indossato la maglia di campionessa europea su pista nello scratch grazie ad un finale clamoroso. L’azzurra si è difatti resa protagonista una spettacolare rimonta, superando la fuggitiva bielorussa a soli 100 metri dal traguardo.

Logo Sidi
Logo Sidi

«Se questa scarpa è la più usata dai velocisti, un motivo ci sarà – ha dichiarato entusiasta Fidanza – ed in pista ci si corre meravigliosamente bene. E’ affidabile, sicura e possiede quella resistenza che serve per sopportare gli sforzi e gli sprint estremi. La suola è leggerissima, e questo permette di gestire i cambi di intensità senza pensieri. Poi adoro il design: fa venir voglia di correre e di vincere».

Balsamo fa il bis

Elisa Balsamo è la nuova campionessa europea dell’omnium e della madison. Due medaglie che proiettano definitivamente l’atleta della Valcar-Travel Service nel gotha del ciclismo internazionale.

Elisa Balsamo, Omnium, europei Plovdiv 2020
Per Elisa Balsamo due ori agli europei in pista di Plovdiv calzando le Wire
Elisa Balsamo, Omnium, europei Plovdiv 2020
Due ori per Elisa Balsamo con le sue Wire

«Gli atleti hanno sempre bisogno di una grande concentrazione e non possono permettersi di pensare che qualcosa vada storto dal punto di vista tecnico – ha dichiarato Balsamo – e con Sidi so che posso correre focalizzandomi solo sulla competizione. Le mie Wire rappresentano una garanzia. Mi piacciono perché sono ultraleggere e comode, questo anche grazie alla facilità di regolazione del sistema di chiusura. I piccoli dettagli fanno sempre la differenza, specialmente quando sei in corsa e non vuoi perdere secondi preziosi».

Martina Fidanza, scratch, europei Plovdiv 2020
Ugualmente Sidi, ugualmente oro: questa volta Martina Fidanza nello scratch
Martina Fidanza, scratch, europei Plovdiv 2020
Un altro oro per Sidi con Martina Fidanza

Demare al Giro

La maglia ciclamino al Giro 2020 Arnaud Demare quest’anno ha centrato quattro vittorie di tappa. Il francese è uno “storico” testimonial Sidi e si è invece soffermato sulle prestazioni della Sidi Wire 2, che ha indossato durante la corsa rosa.

«Mi trovo molto bene con questa scarpa – ha difatti dichiarato il francese della Groupama-Fdj – una calzatura davvero perfetta sia dal lato della resistenza che da quello della leggerezza. La suola è ideale per lanciarsi nelle volate perché massimizza la rigidità e allo stesso tempo trasferisce tutta la potenza esattamente nel modo che ti aspetti».

www.sidi.com

Elisa Balsamo, Vittoria Guazzini, europei pista, madison, 2020

E prima di andare, un bacio da Balsamo e Guazzini

15.11.2020
5 min
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Come due parentesi, una all’inizio e una alla fine, le azzurre della pista hanno aperto gli europei di Plovdiv con l’oro di Martina Fidanza nello scratch e li hanno chiusi oggi con l’oro di Elisa Balsamo e Vittoria Guazzini nella madison. Nel mezzo, il bronzo di Miriam Vece nei 500 metri, l’argento di Alzini nell’inseguimento e quello del quartetto, ancora l’argento di Silvia Zanardi nella corsa a punti, l’oro di Balsamo nell’omnium e poi l’argento di Rachele Barbieri nell’eliminazione. Un bottino da grande potenza del ciclismo su pista, da non chiare il capo al confronto con Gran Bretagna e Russia.

Miriam Vece, 500 mt, europei pista 2020
Miriam Vece, bronzo nei 500 metri: portabandiera della velocità azzurra
Miriam Vece, 500 mt, europei pista 2020
Miriam Vece, bronzo neo 500 metri

Balsamo regina

Elisa Balsamo non stupisce più o, meglio, ci ha abituati al suo rendere semplice l’eccezionalità. In questo anno martoriato dal Covid, la piemontese si è portata a casa il bronzo nell’americana ai mondiali di Berlino e a seguire gli europei under 23 su strada a Plouay. Non ha partecipato agli europei under 23 su pista di Fiorenzuola per la caduta della Gand-Wevelgem, ma si è rifatta vincendo l’ultima tappa della Challenge by La Vuelta a Madrid e poi volando in Bulgaria per i due ori in pista.

A volte guardarsi indietro è un esercizio utile e pensando a lei viene facile il ricordo della vittoria nel mondiale juniores di Doha, circondata dalla stessa banda di scalmanate che ancora oggi la supportano in giro per il mondo. Al settimo cielo sul podio, frastornata durante il cocktail di festeggiamento sul mare, con i genitori accanto e il suo mondo da raccontare ai primi giornalisti.

«Mi riconosco in quella ragazza – dice Elisa, lungo la via dell’aeroporto – nel senso che il mio percorso da allora è stato e continua ad essere molto progressivo. Ogni anno mi scopro più forte e più motivata e ringrazio per questo la mia squadra, che mi sta lasciando crescere. Non c’è un taglio netto fra quella Elisa e come sono oggi».

Elisa Balsamo, Vittoria Guazzini, europei pista, madison, 2020
Elisa Balsamo, Vittoria Guazzini: cambio all’americana e via verso l’oro…
Elisa Balsamo, Vittoria Guazzini, europei pista, madison, 2020
Balsamo, Guazzini: cambio all’americana e via…

Mie care inglesi…

La madison non è un terno al lotto, ma è comunque un bel rompicapo, soprattutto se in gara ci sono poche coppie di alto livello e quindi bisogna buttarsi in tutte le volate.

«Sapevamo che potevamo giocarcela – dice Elisa – contro quelle avversarie, soprattutto dopo aver visto come era andato l’omnium. Avevamo di fronte le coppie più forti a livello europeo da quando è stata introdotta la madison e confermo che se ci fossero state più partecipanti la tattica avrebbe rivestito un ruolo più importante. Ma confermo anche che aver battuto le inglesi nell’omnium e anche nella madison davvero non ha prezzo».

Elisa Balsamo, Vittoria Guazzini, europei pista, madison, 2020
E fatta, un abbraccio in cui sfogare le tensioni della gara più indecifrabile
Elisa Balsamo, Vittoria Guazzini, europei pista, madison, 2020
Elisa Balsamo, Vittoria Guazzini, europei pista, madison, 2020

Capolavoro Guazzini

Sulla stessa linea anche Guazzini, campionessa europea nel quartetto U23 a Fiorenzuola e parte del trenino che a Plovdiv ha preso l’argento. A dire il vero, Vittoria aveva aperto la giornata con una leggera indisposizione che aveva fatto tremare le vene ai polsi dell’entourage azzurro. Tanto che a un certo punto, quando lei era ormai prossima alla riserva, il peso dei giri è passato sulle spalle della Balsamo. E quando alla fine si sono rese conto che alla volata sarebbe arrivata proprio Guazzini, la toscana si è rimboccata le maniche e ha tirato fuori l’ennesimo capolavoro di giornata.

«Per fortuna – sorride – una volta salita in pista, le cose si sono sistemate. Sì, speravo di vincere, ma sono gare particolari e il valore oggettivo delle inglesi faceva la differenza. Non è banale dire che hanno quasi fatto il record del mondo del quartetto, erano in forma. E quando alla fine ci hanno fatto i complimenti, la soddisfazione è stata al massimo. E’ bello aver vinto alla fine di un anno come questo, di fatto cominciato ad agosto. Ma adesso qualche settimana di vacanze non ce la toglie nessuno».

Vittoria Guazzini, europei pista, madison, 2020
Guazzini, la giornata non era cominciata benissimo
Vittoria Guazzini, europei pista, madison, 2020
Guazzini ha raddrizzato la giornata

Valcar miniera d’oro

Il segreto sta anche nella provenienza comune e nella programmazione che essa rende possibile. Pur arrivando dagli angoli più disparati d’Italia, una bella fetta delle azzurre di Plovdiv veste quotidianamente la maglia della Valcar-Travel. Provate a leggere i prossimi nomi e diteci se non vi ricordano qualcosa. Martina Alzini, Elisa Balsamo, Chiara Consonni, Vittoria Guazzini e Miriam Vece erano tutte in Bulgaria.

«Ho ricevuto molte offerte – spiega Elisa Balsamo – ma ho scelto di rimanere alla Valcar anche per il prossimo anno. Questo mi permetterà di lavorare bene per le Olimpiadi in pista. E’ una famiglia, siamo persone e non numeri. Valentino, il nostro sponsor, dice sempre che siamo le sue figlie. Ci conosciamo dal 2015, dal primo anno junior. Tengono a noi, si vede nei momenti di difficoltà, quando non mettono pressione».

Stasera probabilmente ci sarebbe da festeggiare, ma anche questa è una delle cose che l’attualità s’è portata via. La valigia dei ricordi che alle 20 si è imbarcata sul volo per l’Italia è bella piena di vibrazioni e colpi d’occhio che non dimenticheremo. E quando alla fine si potrà tornare a brindare, sarà davvero una gran festa.

Elisa Balsamo, Omnium, europei Plovdiv 2020

Dopo la Vuelta, un’altra gioia per Elisa

13.11.2020
5 min
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E’ un’altra sera di festa in casa Italia, questa volta con Elisa Balsamo e subito dietro Martina Alzini e Silvia Valsecchi. Il velodromo di Plovdiv, che per qualche settimana è parso una condanna per gli atleti destinati a partire per i Campionati europei, ormai è un tempio da dividere fra Gran Bretagna e Italia. Perché, come dice Dino Salvoldi, quando ci sono le inglesi al completo, il livello della gara diventa altissimo.

«Ma quando le prove sono decise dal crono – aggiunge il cittì delle azzurre – c’è poco da fare considerazioni. Loro ci battono, ma a volte andiamo meglio noi. Stiamo facendo progressi importanti. E nella finale dell’inseguimento, ci sta che la Alzini avesse difficoltà in finale. Lei è molto muscolare, non recupera facilmente. Per cui è andata alla pari fino ai primi mille metri, poi ha cominciato a calare».

Martina Alzini, Silvia Valsecchi, inseguimento, europei Plovdiv 2020
Martina Alzini, Silvia Valsecchi: argento e bronzo nell’inseguimento
Martina Alzini, Silvia Valsecchi, inseguimento, europei Plovdiv 2020
Alzini e Valsecchi: argento e bronzo

Alzini record

Martina però è contenta matta. Il tempo del mattino – 3’26”836 nuovo record italiano – non avrebbe avuto il coraggio di pronosticarlo, se non altro per pudore, anche se per farlo ha dato tutto.

«Sono molto soddisfatta – dice – l’oro sarebbe stata la ciliegina sulla torta. Stamattina sono partita molto tranquilla, era l’ultima gara e avrei dato tutto. Una delle prestazioni più belle che abbia fatto. Mentre in finale sapevo di aver raschiato il fondo, ho faticato a recuperare. E poi queste prove a fine stagione sono state strane. E’ stato l’europeo delle sorprese. Chi poteva dire cosa è successo ai ragazzi? E chi poteva prevedere che con il quartetto avremmo fatto questo tempo? Penso e spero che tutto questo sia un punto di partenza e non certo un arrivo».

Elisa Balsamo, Omnium, europei Plovdiv 2020
E’ fatta, conquistato l’omnium a Plovdiv
Elisa Balsamo, Omnium, europei Plovdiv 2020
E’ fatta, omnium conquistato

Valsecchi stupita

Stupore e soddisfazione anche per Silvia Valsecchi, che a sentirla parlare si è trovata qui quasi per caso e che nel vincere la “finalina” per il terzo posto ha infilato un tempo (3’28”878) migliore di quello che alla Evans è valsa il titolo europeo (3’29”456). 

«Per la preparazione che avevo – dice – non speravo nel bronzo. Quest’anno dopo il rinvio delle Olimpiadi ho fatto fatica a vedere uno scopo nell’allenamento e di fatto ho ricominciato a giugno. Io poi ci metto un po’ ad andare in forma. Così mi è servito tanto il Giro d’Italia. Poi ho fatto qualche gara open e dopo sono stata a Montichiari. Quindi la Vuelta. Sapevo già che non avrei fatto il quartetto, ma Salvoldi mi ha dato la possibilità dell’inseguimento individuale. Sono arrivata direttamente da Madrid. Abbiamo fatto un 3.000 di prova e trovato i rapporti giusti. Peccato doversi fermare proprio ora, peccato abbiano deciso che dopo le Olimpiadi non ci sarebbero state le Coppe del mondo, ma ormai è così…».

Elisa Balsamo, Omnium, europei Plovdiv 2020
Dopo la vittoria, lacrime di gioia
Elisa Balsamo, Omnium, europei Plovdiv 2020
Dopo la vittoria lacrime di gioia

Balsamo d’acciaio

E poi è scesa in pista Elisa Balsamo, capace di far sembrare semplici le cose difficili. Anche se quando sei in bici contro le migliori d’Europa, di facile non c’è assolutamente niente.

«Elisa – dice Salvoldi – è stata perfetta nello scratch e nell’eliminazione, poi si è gestita bene. Mentre le altre non avevano più gambe per attaccarla. Sono contento per lei. Come abbiamo detto ieri a proposito della Rachele Barbieri, le cose possono succedere. Ma perché succedano, devi farti trovare pronto. E lei fino al 4 novembre è stata con noi a Montichiari, poi è andata alla Vuelta e ha vinto l’ultima tappa. Elisa non va mai piano, ma se recupera bene allora diventa prestativa ai massimi livelli».

Il campionato europeo delle azzurre ora aspetta l’americana Balsamo-Guazzini di domenica e anche i 500 metri di Miriam Vece, che ieri è rimasta male e non poco per non essere entrata in semifinale. La ragazza ha carattere e per rifarsi nei 500 metri ha chiesto (e ottenuto) di non correre il keirin di domani.

Elisa Balsamo, Omnium, europei Plovdiv 2020
Per Elisa è il terzo titolo europeo su pista
Elisa Balsamo, Omnium, europei Plovdiv 2020
Un altro titolo europeo per Elisa

Pura gioia

Ed Elisa cosa dice? Elisa ha quel sorriso di quando il mondo gira al suo stesso ritmo e le sembra di riconoscerne ogni sussulto. Dopo la vittoria, come anche Martina Fidanza due giorni fa, si è seduta ed è crollata nel pianto liberatorio più bello.

«Non è stato facile – dice – sapevo di stare bene, ma non pensavo assolutamente di potermela giocare con la Trott (Laura Kenny Trott, seconda in classifica finale, ndr). Invece quando le ho battute nelle volate della corsa a punti, ho sentito che le cose avevano preso il giro giusto.

«Diciamo che è stata una stagione strana. Come ci siamo già detti, pensavo che dopo i 18 punti al ginocchio della Gand-Wevelgem fosse andato tutto. Invece quella sosta per guarire, magari mi ha permesso di recuperare bene. Poi c’è stato questo avanti e indietro dalla strada alla pista. Montichiari, la Vuelta e Plovdiv. All’inizio si fa fatica nel passare dalla bici da strada a quella del quartetto, mentre quella delle gare di gruppo ha le stesse geometrie ed è funzionale. Anche perché le tappe della Vuelta erano brevi. Quelle lacrime? Niente di strano. Era pura gioia…».

Elisa Balsamo, Madrid, Ceratizit Challenge by La Vuelta, 2020

Balsamo, una freccia nel cuore di Madrid

08.11.2020
4 min
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Elisa Balsamo è al settimo cielo e ne ha ben donde. Per come si era messa la stagione, dopo la caduta della Gand-Wevelgem che le aveva portato 18 punti sul ginocchio sinistro, chiunque altro avrebbe accompagnato la bici mesta in garage, dandole appuntamento alla prossima stagione. Ma Elisa Balsamo non è chiunque altro. Si è rimboccata le maniche. E’ tornata in gruppo dieci giorni dopo a De Panne. E’ uscita in crescendo dal campionato italiano dopo aver lavorato sodo per Elisa Longo Borghini. Ed è partita per conquistare la Spagna. Ma prima, dovendo partecipare anche agli europei in Bulgaria, si è concessa le giuste sessioni di lavoro in pista, che magari le hanno messo nelle gambe la velocità giusta. E oggi, sul rettilineo di Madrid che un po’ sale, nella terza e ultima tappa della Ceratizit Challenge by La Vuelta, la sua volata (foto di apertura di Twila Muzzi) è stata un bel capolavoro di freddezza e istinto.

«Proprio istinto – sorride Balsamo – perché quando sei lì, non hai tanto tempo per pensarci. Il velocista lo vedi anche in queste situazioni. La squadra mi ha portato fino ai 200 metri con un lavoro eccezionale e a quel punto è partita la Wiebes. Ho capito che era troppo presto e ho aspettato, anche perché la strada saliva leggermente. Ed è stata la decisione giusta».

Elisa Balsamo, Chiara Consonni, Madrid, Ceratizit Challenge by La Vuelta, 2020
L’abbraccio di Chiara Consonni dopo la vittoria (foto Twila Muzzi)
Elisa Balsamo, Chiara Consonni, Madrid, Ceratizit Challenge by La Vuelta, 2020
L’abbraccio di Chiara Consonni (foto Twila Muzzi)

Valcar in caccia

La Valcar-Travel è arrivata in Spagna sapendo di incontrare terreno adatto per le sue ruote e così è stato.

La prima tappa a Escalona, con il secondo posto di Elisa dietro la Wiebes, più che un boccone di traverso è stata letta come un presagio.

La crono di Boadilla del Monte, in cui Elisa Longo Borghini è salita al secondo posto in classifica, è stata per la Valcar una giornata di… riflessione, con Cavalli e Guazzini meglio di Balsamo, ma comunque tutte ben lontane da Brennauer che ha vinto.

Infine a Madrid, la ciambella è riuscita col buco, grazie al lavoro eccezionale Vittoria Guazzini e Ilaria Sanguineti, che sono uscite a circa un chilometro dal traguardo per pilotare la compagna nello lo sprint. E questa volta Elisa non ha sbagliato una pedalata, lasciandosi dietro l’olandese, poi la ritrovata Bastianelli e una sfilza di italiane, a cominciare dalla compagna Consonni e via via con Zanardi e Guarischi

Volata all’insù

Il circuito di Madrid sembra piatto, ma non lo è. La Gran Via da un lato scende, ma dall’alto sale e proprio da quella parte viene messo per tradizione l’arrivo.

«E per me è stato un bene – spiega Balsamo – perché preferisco le volate più impegnative. E poi il treno è stato davvero impeccabile. Ho una buona condizione, anche se quest’anno la sfortuna non è mancata, Covid a parte. Venire in Spagna è stato giusto e devo dire che era tutto talmente transennato e sotto controllo, che in gruppo ci siamo sentite sempre molto tranquille e al sicuro. Piuttosto anche oggi in volata si è fatta sentire la mancanza del pubblico. E domattina abbiamo il volo per Sofia e da lì andremo subito in pista a Plovdiv. Speriamo di disputare un bell’europeo. Farò quartetto, madison e omnium. Abbiamo lavorato tanto in pista, speriamo vada tutto bene. Il covid ha decimato la spedizione italiana, ma sono dell’idea che quello che è successo a Pippo, Scartezzini e Bertazzo può capitare a tutti. E’ impossibile stare attenti a tutto, ti puoi contagiare anche in hotel con il pulsante dell’ascensore. Perciò prendiamo il buono che viene e poi ce ne andremo un po’ in vacanza fino a metà dicembre».

Selfie Marta Bastianelli, Ale BTC Ljubljana, Madrid, Ceratizit Challenge by La Vuelta
Un selfie per Marta Bastianelli e la Ale BTC Ljubljana a Madrid, prima del via
Selfie Marta Bastianelli, Ale BTC Ljubljana, Madrid, Ceratizit Challenge by La Vuelta
Bastianelli, un selfie prima del via

Sorrisi azzurri

A margine della vittoria di Elisa, meritano un applauso Elisa Longo Borghini e Marta Bastianelli.

La prima in Spagna nemmeno voleva andarci, ricordate le sue parole alla vigilia dei tricolori? Invece il nuovo approccio rilassato alle corse e lo spirito libero con cui quest’anno ha affrontato ogni sfida le hanno portato in dote il secondo posto finale. Sarebbe stato meglio per lei avere la crono, una tappa dura e poi la volata finale, ma gli spagnoli questa volta hanno disegnato con troppo garbo.

La seconda, partita per onore di firma dopo il periodo di quarantena forzata in Belgio, non è riuscita a fare la prima volata, ha sofferto nella crono, ma ha centrato il podio nell’ultimo giorno.

«Non sono sicuramente nelle condizioni fisiche migliori – ha detto Bastianelli –  sinceramente non pensavamo nemmeno al podio. Però l’esperienza insegna che la testa ti permette sempre di spingerti oltre i tuoi limiti e quindi sono comunque contenta, più che per me devo dire per tutta la squadra. Io devo rimettermi in forma e punterò tutto sul prossimo anno, ma sono felice per il team perché è sempre una bella vetrina conquistare un podio in una gara WorldTour importante come questa e dopo il brutto periodo che abbiamo passato ultimamente».