Ultimi dettagli e temi tattici, tutto pronto per la Liegi

24.04.2021
5 min
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Liegi si prepara ad andare a dormire aspettando la sua amata corsa. La più antica tra le classiche per questo Doyenne, decana (prima edizione nel 1892) si terrà anche stavolta nonostante il Covid.

Era già stato un miracolo che si fosse riusciti a salvare l’edizione 2020, quando la seconda ondata stava tornando in modo gigante, ma qui ci tengono troppo a questo evento. In qualsiasi luogo siamo andati: supermercato, benzinaio, fast food… parlando o vedendoci con il pass al collo sapevano esattamente della corsa.

Van Avermaet con il casco dorato in ricognizione ieri (foto Instagram)
Van Avermaet con il casco dorato in ricognizione ieri (foto Instagram)

Parla Van Avermaet

In questa giornata di vigilia tutto sembra più calmo da una parte, più frenetico da altre. Se i super big hanno parlato ieri, oggi è toccato ad un corridore che poi non è affatto piccolo (in ogni senso), Greg Van Avermaet. E le sue parole sono state importanti, perché di base incarnano il discorso che circola tra i team e gli esperti. «Chi aspetta la Roche aux Faucons ha perso», queste in estrema sintesi le parole del campione olimpico in carica.

Che poi rispecchia quel che ci ha raccontato Bartoli parlando della Freccia Vallone. Se si arriva tutti insieme sotto al Muro di Huy ci sono due o tre persone che possono vincere. Tutti gli altri no.

«Ci sono due corridori – ha detto Van Avermaet – Alaphilippe e Roglic, che stanno dimostrando di essere i più forti. Se aspettiamo la Roche aux Faucons abbiamo perso, perché Roglic attaccherà e solo due o tre corridori potranno seguirlo: Alaphilippe di sicuro e forse Valverde o Schachmann. La nostra unica opzione è “aprire” la gara, attaccare da lontano. Se un corridore arriva con 30” ai piedi della La Roche-aux-Faucons, allora può anche sperare, ma non sarà facile».

Disamina perfetta. Ma si riuscirà poi a far saltare il banco da lontano? Deceuninck-Quick Step e Jumbo Visma, le squadre dei due favoriti, hanno dei leader ben designati e uomini molto forti. Per assurdo potrebbero anche allearsi per buona parte della gara e in quel caso non ce ne sarebbe per nessuno. 

La riunione dei diesse nel lussuoso palazzo della Provincia di Liegi, ex sede vescovile
La riunione dei diesse nel lussuoso palazzo della Provincia di Liegi, ex sede vescovile

Vigilia sigillata

Mentre i ragionamenti tattici vanno avanti, come detto ci si prepara. E se per i corridori è una giornata tranquilla, per tutti gli altri no. Bisogna cambiare gli adesivi sulle macchine, togliere quelli della Freccia e mettere quelli della Liegi. C’è la riunione dei direttori sportivi, i meccanici sistemano le ultime cose sulle fuoriserie dei campioni e anche Shimano tira a lucido le trenta bici del servizio corsa che mette a disposizione.

I corridori hanno fatto una semplice sgambata e restano chiusi nelle loro stanze di hotel, tanto più con il Covid. In alcuni alberghi, gli spazi delle squadre sono stati addirittura transennati.

Anche la presentazione dei team è stata programmata per domattina, come visto già al Giro delle Fiandre. E’ stata persino diramata la scaletta con la quale le 25 squadre si dovranno presentare al foglio firma: dovranno arrivare con intervalli di due, tre fino a cinque minuti a seconda dei loro leader.

Intanto i meccanici lavorano sulle bici. Bellissimo e hi-tech il motorhome della Movistar
Intanto i meccanici lavorano sulle bici. Bellissimo e hi-tech il motorhome della Movistar

E la Liegi delle donne?

In tutto ciò non va dimenticata la Liegi delle donne. E ci si chiede se il discorso fatto da Van Avermaet possa valere anche per loro. La gara femminile partirà presto (alle 8,40) da Bastogne. E si annuncia molto dura. Se si dovesse arrivare sotto alla Roche aux Faucons, la Van der Breggen avrebbe messo una gigantesca ipoteca sulla vittoria finale.

Ne parliamo con Davide Arzeni, della Valcar, quando esce dalla riunione dei diesse dal Palazzo dei Vescovi di Liegi. Stavolta il “Capo” è anche super partes, visto che domani la sua squadra non parte per favorita.

«Siamo qui – dice Arzeni – per fare esperienza. C’è Alice Arzuffi che ritorna dal cross e deve trovare il ritmo su strada, e ci sono delle giovani che spero possano imparare molto. Le mie atlete stanno lavorando tanto sulla pista, visto che in quattro possono aspirare ai Giochi di Tokyo, pertanto non è certo quello della Liegi il nostro percorso, ma venderemo cara la pelle».

Arzeni, all’uscita dalla riunione dei diesse, scherza con un numero avanzato
Arzeni, all’uscita dalla riunione dei diesse, scherza con un numero avanzato

Arzeni replica a Van Avermaet

«Credo che quello che ha detto Van Avermaet possa valere anche per le donne – riprende Arzeni – ma credo anche ci sarà più selezione. L’anno scorso la Vos attaccò da lontano, poi vinse la Deignan e venne fuori una corsa dura. Abbiamo fatto la ricognizione l’altro giorno e per me quest’anno sarà ancora più dura. La cote du Rosier è una salita vera, di 5 chilometri, che va oltre i 500 metri. Quindi non so quanto arriveranno unite sotto all’ultima salita. Anche perché poi ci sono atlete che non hanno un grande spunto veloce e cercheranno di attaccare prima. Io spero si arrivi in tante all’ultima cote, magari c’è anche qualcuna delle mie, e proveremo a dare fastidio! 

«Piuttosto – conclude il diesse – è stata interessante la tattica di corsa della Trek-Segafredo alla Freccia Vallone. Secondo me ha corso benissimo per cercare di mettere in difficoltà la Van der Breggen e c’era riuscita. Se non fosse caduta la Winder non so come sarebbe finita. Ha fatto un bel podio con la Longo Borghini. Magari sotto alla Roche attacca proprio Elisa! Io tifo per le italiane».

Balsamo vincerà a Cittiglio: parola di “Capo” Arzeni

23.03.2021
3 min
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Sarà che quelli della pista vanno spesso cauti nelle previsioni su strada, ma il giorno dopo la cautela di Ganna alla Sanremo (poi smentita da una prova maiuscola), Elisa Balsamo a Cittiglio ha parlato di sé mettendo le mani avanti e ha poi centrato il settimo posto.

«Sapevo che nelle prime corse sarei stata un po’ penalizzata – diceva la piemontese alla partenza – perché durante l’inverno ho fatto quasi solo pista e l’annullamento delle gare in Spagna ci ha impedito di adattarci alla strada. La vittoria in Belgio al Gp Oetingen è stata inaspettata, ma anche il 12° posto del mercoledì alla Nokere Koerse è stato un buon piazzamento in una corsa estrema. Ma il Trofeo Binda è troppo duro per la Elisa di questo momento. Però correre in casa è sempre bello».

La Strade Bianche è stata pesante per la poca attività su strada
Strade Bianche pesante per la poca attività su strada

Il piano del Capo

Certe corse vanno secondo i numeri, ma a volte una buona strategia può fare la differenza. E quella del “Capo” per il Trofeo Binda era sufficientemente diabolica per funzionare.

«Se davanti si fossero guardate un po’ – dice Davide Arzeni, tecnico della Valcar&Travel Servicessaremmo rientrati e magari ci sarebbe scappato un podio. Siamo stati sfortunati, perché mezza squadra s’è disfatta fra guai fisici e problemi meccanici. Altrimenti, visto che dalla fuga era rimasta fuori anche la Sd Worx, si poteva puntare a chiudere. Elisa Longo Borghini ha fatto un’impresa straordinaria, ma se non si fosse mossa, c’era quasi la possibilità di arrivare con un gruppo di 25 e allora cambiava tutto».

Il 14 marzo ha vinto in Belgio il Gp Oetingen, battendo Marianne Vos
Il 14 marzo ha vinto in Belgio il Gp Oetingen, battendo Marianne Vos

Strada e pista

Il quadro è chiaro. Mentre il venerdì tutte le stradiste erano sul percorso di Cittiglio a fare le prove generali, le ragazze della Valcar erano a Montichiari girando in pista.

«Quest’anno – sorride Arzeni, che al momento si trova in Belgio – dobbiamo giocare in difesa, non avendo fatto preparazione su strada. Sapevamo che c’erano cinque ragazze più forti e che avremmo dovuto limare per non fare i fuori giri che ci avrebbero impedito di arrivare bene in fondo. Per questo l’avete vista sempre in gruppo e in grande controllo: ci eravamo detti di fare proprio questo. Ma detto questo, io credo che in futuro, Elisa possa andare a Cittiglio per vincere. Se devo fare un paragone con un professionista, la vedo molto simile a Valverde. Nelle gare veloci è già adesso una sicurezza, ma credo che presto possa arrivare anche in una Liegi».

La piemontese ha vinto la volata per il 7° posto a 2’46” da Balsamo
La piemontese ha vinto la volata per il 7° posto a 2’46” da Balsamo

Dopo Tokyo

E qui la proiezione futura è esaltante. Con Tokyo come orizzonte più immediato, è evidente che fino ad agosto la pista sarà il faro della sua arrività.

«Certamente – conferma Arzeni – anche se da ora e fino all’Amstel, parleremo soltanto di attività su strada. Poi, nell’anno dopo Tokyo, faremo una stagione dedicata integralmente alla strada. Si seguiterà ad andare in pista ogni 15 giorni e durante l’inverno, perché in pista si fanno lavori utili anche su strada, ma una bella stagione su strada per capire di cosa saremo capaci da grandi è davvero una bella prospettiva».

La Valcar di Arzeni sfida il mondo senza paura

23.01.2021
5 min
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«Sfidare le grandi, guardandole negli occhi. Questo cerco d’infondere alle mie ragazze». A Davide Arzeni non manca di certo la grinta.

La sua Valcar-Travel&Service ha concluso da pochi giorni, il suo ritiro in Puglia. Per la precisione ad Ostuni. Con il ds lombardo abbiamo fatto un punto in vista della stagione che sta per iniziare. La sua squadra, non è una WorldTour ma è tra le più temute e vincenti in assoluto.

Davide, come mai siete andati in Puglia?

Ho scelto Ostuni perché conosco bene quelle zone. Nell’entroterra ci sono molte colline con salite di 3-4 chilometri, non dure ma ideali per allenarsi. E poi perché in quei giorni a Lecce, non lontano, c’erano gli italiani di cross e avevo la Persico e la Arzuffi, così le avrei potute supportare meglio.

Le ragazze di Arzeni tra gli uliveti pugliesi
Le ragazze di Arzeni tra gli uliveti pugliesi
Come lavoravate?

Risveglio muscolare al mattino e poi tanti chilometri. Abbiamo lavorato sul fondo. Il pomeriggio poi un po’ di palestra, dei test, riposo.

Hai parlato della Arzuffi, partiamo da lei. Alice è un ritorno…

Sono il coach dell’Arzuffi dal 2011, anche quando era in altri team. Si sapeva che la sua partenza sarebbe stata solo di passaggio. Lei voleva fare molto ciclocross, noi puntavamo più sulla strada. Quest’anno ha fatto meno gare di cx e sono convinto che potrà fare molto bene su strada, sarà più fresca. Non so di preciso quante ne ha fatte, ma non le sue solite 35. In più abbiamo cambiato un po’ la preparazione. Di solito partivamo forte nel cross per fare bene agli europei e nel Superprestige, quest’anno invece abbiamo puntato sul finale: italiani (vinti, ndr) e mondiale.

Che caratteristiche ha su strada Alice?

Per me, potrà sembrare un paradosso, ma lei è più stradista che crossista. Può andare forte nelle corse lunghe, perché ha grandi doti di fondo e resistenza, quindi penso alle classiche del Nord: Fiandre e Liegi.

Passiamo alla regina: Elisa Balsamo…

Il suo obiettivo sono le Olimpiadi su pista. E anche per lei abbiamo cambiato un po’ la preparazione. Senza Coppa del mondo in pista ha lavorato molto di più su strada rispetto agli altri anni. Ma ha continuato ad andare in pista un paio di volte a settimana. Questo per me le fa bene. Ha preso meno freddo e quei lavori se li ritrova anche su strada. Sarà più pimpante ad inizio stagione. E il ritiro che ha fatto in questi giorni in altura sull’Etna anche se è finalizzato a Tokyo le servirà anche per la strada. Fino alle classiche del Nord farà bene, poi diminuirà drasticamente l’attività su strada.

In percentuale quanto ha aumentato i carichi negli anni Elisa? 

Lei è un patrimonio del nostro ciclismo che va tutelato. Ricordiamo che parliamo di una ragazza che ha 22 anni e ancora non ha raggiunto il suo picco. Quanto ha aumentato: in chilometri non so, anche se adesso fa anche 5 ore, più che altro sono aumentate le intensità di lavoro. Dopo le Olimpiadi alzeremo l’asticella su strada.

La Valcar in ritiro ad Ostuni…
La Valcar in ritiro ad Ostuni…
Cioè non correrà più su pista dopo Tokyo?

No, la pista non deve mollarla! Dico che magari nel 2022 farà più strada, anche perché dal 2023 deve pensare a Parigi 2024.

Ci sono poi le due ragazzine terribili che hai preso: Eleonora Gasparrini e Matilde Bertolini…

Entrambe mi hanno fatto una buonissima impressione soprattutto per la voglia di lavorare e di crescere. Si sono messe a disposizione del team. La Gasparrini ha doti importanti, non dico che potrà subito vincere nel WorldTour, ma le corse appena inferiori sì.

Atlete così giovani subiscono il fascino di campionesse come Arzuffi e Balsamo?

Sì, per loro sono esempi importanti. Si trovano un po’ a rivivere il percorso proprio di Elisa. Per adesso sono silenziose quando si scherza, ma con una ragazza come Chiara Consonni sono certo che questo silenzio durerà poco. Non puoi stare a dormire! Prima o poi ti coinvolge.

Chiara Consonni che obiettivi avrà quest’anno?

Anche per lei l’obiettivo sono le Olimpiadi su pista. La mia idea è quella di darle più spazio perché non deve essere solo colei che tira le volate alla Balsamo. Già ha avuto le sue occasioni, ma un qualcosa di più se lo merita, anche perché è al quarto anno U23 e sta maturando.

Valcar
Elisa Balsamo e Chiara Consonni e la vittoria alla Vuelta 2020
Valcar
Elisa Balsamo e Chiara Consonni e la vittoria alla Vuelta 2020
E’ una ragazza che sbatte i pugni sul tavolo? Ne hai di atlete così?

Ce l’avevo (il riferimento è a Marta Cavalli, ndr)! Lei voleva più spazi. Ma come ho già detto noi restiamo suoi tifosi. In generale – Arzeni fa una piccola pausa – di questo gruppo mi sorprende… il gruppo. Guazzini, Pirrone, Sanguintetti, Persico… tante e tutte si sacrificano per il team.

La Deignan ha dichiarato che ormai si sente la differenza tra squadre WorldTour e le altre. Cosa ne pensi?

Io non mi sento inferiore a nessuna squadra – risponde con decisione ed orgoglio Arzeni – Le mie ragazze guardano le avversarie negli occhi. Le sfidano. E bene se ci sottovalutano. Noi comunque anche essendo professional abbiamo vinto gare WorldTour. Okay, nel complesso saranno anche più forti quelle formazioni, ma abbiamo budget totalmente diversi. Negli anni siamo sempre cresciuti un po’. Io non sono solo il loro ds, ma anche il loro preparatore: so quanto vanno forte loro e quanto le altre. Nelle gare veloci credo di avere una delle squadre più forti al mondo, fatta di tante giovani. Abbiamo uno dei treni più forti del pianeta.

Valcar

Arzeni racconta la favola Valcar

11.12.2020
5 min
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«Io lo dico, la Valcar è una favola. E’ la nostra favola. Ci sono ragazze che sono con me da quando avevano 12 anni. Nella prima stagione tra le pro’ andavamo alle gare con il timore di staccarci sugli strappetti e la speranza di finire le corse. Adesso partiamo per la Vuelta dicendo un mese prima che vinciamo quella tappa».

Davide Arzeni è il direttore sportivo della Valcar – Travel & Service e quando parla del suo mestiere, delle sue ragazze e della sua squadra la sua voce trasmette ottimismo ed orgoglio.

Questo giovane team professional, tutto italiano, è la rivelazione degli ultimi anni, ma in particolar modo di questa stagione. E’ qui che corrono Elisa Balsamo, Marta Cavalli, Chiara Consonni, Vittoria Guazzini, Elena Pirrone Il quartetto olimpico è quasi monocolore, il loro colore, il fucsia.

Valcar
Da sinistra: Chiara Consonni, Elisa Balsamo e Davide Arzeni
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Da sinistra: Chiara Consonni, Elisa Balsamo e Davide Arzeni
Un crescita importante, Davide, e pure nell’elenco UCI delle squadre 2021 la Valcar – Travel & Service ancora non figura: perché?

Perché stiamo definendo la rosa. Essendo il prossimo un anno olimpico e avendo noi 3-4 atlete coinvolte nel progetto della pista rischiamo che 12 atlete non bastano, quindi presto ne arriveranno altre due. Non chiedermi chi sono perché tanto non te lo dico! Quindi in tutto saranno 16. E tutte di spessore.

Ma Valcar continua? Vi ha assicurato lo sponsor?

Sì, sì andiamo avanti e come. Anche Travel & Service, che è partner di Ryanair, nonostante la crisi del turismo, ci ha assicurato il budget. Noi siamo contenti perché i nostri grandi sponsor non ci hanno fatto mancare un centesimo. E da giugno abbiamo speso tra i 10 e i 15 mila euro al mese di tamponi per atlete e staff, tanto per far capire quanto fosse costoso andare avanti. 

Non ci dici chi arriva, ma puoi dirci qualcosa su Marta Cavalli che parte. Vi siete lasciati in buoni rapporti?

Marta era alla Valcar da 11 anni. E’ stata una figlia, ma nella vita possono esserci percorsi che si dividono. Lei voleva provare un’esperienza all’estero (Fdj – Nouvelle Aquitaine, ndr). Ha avuto questa possibilità e l’ha colta. Che dire: se non vinciamo noi, siamo contenti se lo fa lei! Partirà anche la Campbell. Teniel aveva firmato il rinnovo, ma anche per lei è arrivata una chiamata dal WT e perché tenerla controvoglia? Abbiamo trovato un accordo e passerà alla Mitchelton.

Valcar
Elisa Balsamo vince alla Vuelta e dietro Chiara Consonni esulta
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Elisa Balsamo vince alla Vuelta e dietro Chiara Consonni esulta
Elisa Balsamo è il faro?

Parlare di Elisa è anche difficile a volte, si rischia di finire nell’autocelebrazione. Io credo che atlete come lei in giro ce ne siano davvero ben poche, almeno per quel che ho visto io. Non la scambierei con la Van Vleuten… Vabbé facciamo la Niewiadoma! Elisa ha solo 22 anni ed è già competitiva a livello mondiale. E’ la fuoriclasse del futuro: è veloce, tiene in salita, va forte sul passo. Potrà vincere un Fiandre così come la volata di gruppo alla Vuelta.

In cosa è cresciuta e in cosa deve migliorare?

E’ maturata come ragazza ed è consapevole dei suoi mezzi. Che avrebbe vinto alla Vuelta l’abbiamo detto un mese prima. Su pista aver battuto la Trott, la più forte al mondo, la dice lunga. Deve invece migliorare in generale su strada, ma questo avverrà nel 2022 dopo le Olimpiadi, quando si dedicherà di meno alla pista. Non che debba abbandonarla, anche perché per come la fanno loro fa bene anche alla strada, però se siamo in Belgio non deve andare via a metà settimana per gli Europei. Non credo vincerà un Giro, ma non perché non vada forte in salita, ma perché le scalate che durano 30-40′ le danno fastidio. Però è anche vero che non ci abbiamo mai lavorato, proprio perché di mezzo c’è la pista.

Poi c’è Chiara Consonni, altra rivelazione e che ci dicono essere la mattatrice del gruppo…

Per me è più forte del fratello! Almeno come velocista pura. E’ “cattiva”, non ha nessun timore di corsa e avversarie. Nelle vittorie di Elisa c’è quasi sempre Chiara che ormai è il suo “ultimo uomo”. Però quando ha carta bianca non ha mai deluso. Ha già vinto nel WorldTour battendo le più forti al mondo e ha 20 anni… Il suo futuro è luminoso.

Vittoria Guazzini…

Ecco un’altra predestinata. Lei 20 anni ancora non li ha compiuti. Su pista abbiamo visto come è andata nel Madison e nel quartetto. Vittoria è arrivata alla Valcar due anni fa, ma è come se ci fosse sempre stata. Ha un motore pazzesco. Quando trova continuità è tra le più forti soprattutto nelle crono e nelle classiche del Nord tipo la Roubaix.

Hai un grande gruppo insomma. Ma quando andate in giro per il mondo emerge questo aspetto?

Si nota?! Quando siamo all’estero più di qualche volta è successo che ci hanno fatto notare, appunto, la nostra “allegria”. Alcuni team stranieri non amano troppo questo approccio, che invece credo sia la nostra arma segreta. Una Silvia Persico che è con noi da quando è una bambina è quello che definisco la nostra favola. E il merito è di Valentino Villa (patron Valcar, ndr) che ci crede ed investe.

Valcar
Allegria e voglia di scherzare alla Valcar non mancano mai
Valcar
Allegria e voglia di scherzare alla Valcar non mancano mai
E in corsa si aiutano? Si cercano?

Si, si parlano. Si aiutano. A volte addirittura anticipano anche me in ammiraglia e quello che sto per dirgli. In alcuni casi le richiamo proprio perché anticipano troppo.

Tu le segui da anni: sono cresciute anche come carattere?

Siamo stati a Livigno tre settimane a giugno. Una volta con il freddo sarebbe stato tutto più complicato (e forse anche lo stesso Arzeni sarebbe stato più accorto, ndr). La lacrimuccia era più facile, adesso sono più toste. Proprio Elisa era caduta alla Gand, subendo un taglio per colpa di un freno a disco che la ha fatto mettere 18 punti su una gamba. Qualcuno ha subito parlato di stagione finita: dopo una settimana era in corsa a De Panne.

Lo spirito c’è, gli sponsor sembrano solidi e la squadra è forte: pensate al salto nel WorldTour?

Eh ci pensiamo, ci pensiamo… Ma bisogna vedere come si evolverà il WorlTour stesso, tanto più dopo questo periodo. Secondo le “tabelle di marcia” dell’UCI sullo sviluppo del ciclismo femminile, quest’anno ci sarebbero dovute essere 12 squadre WT. Invece ce ne sono 9 e alcune non sono in ottime condizioni. Noi abbiamo atlete che corrono in pista e che fanno parte dei gruppi sportivi militari. Per ora nel WT ancora le fanno correre, ma in futuro? Andiamo avanti così… tanto siamo talmente forti che gli inviti arrivano!