Le azzurre dominano il Trofeo Binda. E Sangalli sorride…

21.03.2022
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Un podio verde-bianco-rosso, con forti tinte arcobaleno. Elisa Balsamo, Sofia Bertizzolo e Soraya Paladin. Un ordine d’arrivo tutto italiano non si era mai visto prima al Trofeo Binda, gara del Women WorldTour dal 2016 e giunta alla 23esima edizione. Per la verità l’ultima volta era capitata nel 1995 (le sorelle Cappellotto e Imelda Chiappa ai primi tre posti) ma all’epoca la corsa aveva ancora lo status di gara regionale.

A godersi questo trionfo azzurro a Cittiglio nel giorno dell’equinozio primaverile c’è anche il cittì della nazionale Paolo Sangalli (in apertura con Balsamo dopo l’arrivo) che ha un sorriso grande come una casa. Non solo per il podio ma anche per il quinto posto di Cecchini, l’ottavo della Persico e per la vittoria nelle junior al mattino di Francesca Pellegrini della Valcar-Travel&Service (finora tre vittorie su tre in questo inizio di stagione) davanti a Michela De Grandis (Conscio Pedale del Sile).

Gioco di squadra

La voce di Sangalli al telefono è tutta un programma. «Sono davvero felicissimo perché è stata una giornata iniziata benissimo con le junior e finita alla grande con le elite. Sulla Balsamo (alla sua 15ª vittoria da elite, ndr) ormai non c’è più nulla da dire. Qualunque sia la volata, praticamente non la batti quasi mai. Ha vinto su un percorso poco adatto a lei, ma il suo successo è stato frutto di un grande lavoro della Trek-Segafredo, con una Longo Borghini eccezionale che si è messa al servizio della compagna proprio come al mondiale di Leuven. Sull’ultima salita, a pochissimo dal traguardo, hanno scollinato staccate di 15”, però non sono andate nel panico. Sono rientrate bene ed hanno impostato lo sprint come volevano loro».

Sangalli raggiante

«Bertizzolo – prosegue Sangalli, che ha elogi per tutte – ha avuto la consapevolezza di essere forte dopo la delusione alla Strade Bianche. Qui ha fatto una volata di grande spessore dopo aver lavorato tutto il giorno. Soraya (Paladin, ndr) sta facendo il salto di qualità. E’ arrivata ad un punto della carriera in cui deve concretizzare il lavoro che ha fatto. E anche lei non si era risparmiata prima. La Persico ha confermato che nelle gare dure, come a Siena (10ª alla Strade Bianche, ndr) e a Cittiglio, lei c’è. Infine sono molto contento per la Cecchini che, dopo un paio di anni sottotono, sta tornando ai livelli per la quale l’abbiamo conosciuta. Ieri era lei la deputata a fare lo sprint per lo squadrone della SD Worx. La seguirò molto, ripongo in lei molte aspettative. Non in termini di risultati, ma di prestazioni e di saper essere donna-squadra in cui lei è molto brava».

Balsamo, dedica importante

E le protagoniste del podio cosa dicono? Elisa Balsamo – la terza a vincere il Trofeo Binda in maglia iridata (le altre, Lizzie Deignan nel 2016 e Regina Schleicher nel 2006) – spiega come e perché e cosa vuole diventare.

«In salita vado meglio quest’anno – dice – anche se sull’ultima ero a full gas. Nel finale con Van Dijk, Longo Borghini e Van Anrooij abbiamo deciso di restare assieme per chiudere il buco. Tutta la squadra ha fatto un lavoro prezioso. Questa era una volata da fare in rimonta: più tardi parti, meglio è. E’ stato bello poter condividere le premiazioni con due ragazze che conosco bene. Questa vittoria la dedico ad un mio caro cugino che purtroppo non c’è più da qualche mese (si chiamava Enrico, è morto a ottobre in un incidente stradale, ndr). Sto crescendo in salita per essere sempre di più un corridore da classiche. Qui alla Trek-Segafredo mi trovo benissimo e mi stanno aiutando anche nel gestire il peso della maglia iridata. Correre con queste campionesse ti permette di decidere che tipo di gara impostare. E’ tutto più semplice».

La volata del Trofeo Binda 2022. Cinque italiane nella top ten. Vince Balsamo su Bertizzolo e Paladin
La volata del Trofeo Binda 2022. Cinque italiane nella top ten. Vince Balsamo su Bertizzolo e Paladin

Bertizzolo, volata intricata…

Essere felici per un piazzamento è possibile. Eccome, se lo fai dietro alla campionessa del mondo, che è anche una tua amica. Sofia Bertizzolo, che il 6 marzo aveva vinto a Montignoso la gara internazionale Trofeo Oro in Euro, è soddisfatta di se stessa e del suo Team UAE Adq.

«Abbiamo corso in modo intelligente – dice – Erica (Magnaldi, ndr) ha provato una fuga solitaria, Mavi Garcia ha invece sempre ricucito tutti i buchi. Sono orgogliosa di come siamo partite quest’anno. Conoscevo bene questo arrivo (ci ha vinto da junior nel 2015, ndr) e so che dovevo aspettare perché è lungo e in salita. Sono partita a destra della strada, poi sono uscita a sinistra perché non volevo dare riferimenti ad Elisa che stava rimontando. Forse ho fatto più strada delle altre, ma già la Balsamo è più veloce di me, se poi le tiro lo sprint tanto vale offrirle pure il caffè prima del traguardo (ride, ndr).

«Non potevo fare di più. Alla fine questo arrivo mi ha ricordato le categorie giovanili quando correvo contro di lei che è un ’98 ed è più giovane di me di un anno. Poi sono molto contenta anche per Soraya. Siamo state compagne di squadra negli ultimi due anni e si merita i piazzamenti che sta ottenendo. Ora cercherò di sfruttare ancora la mia condizione nelle prossime gare».

Emozione Paladin

Anche Soraya Paladin fa eco in parte alla sua avversaria e corregionale. «Cittiglio è una gara che mi piace – dice – e stavolta sono doppiamente felice perché è la prima volta che in uno sprint, che non è la mia specialità, riesco a centrare il podio. La Balsamo è imbattibile in volata però noi della Canyon Sram ci abbiamo provato a fare gara dura, a tagliarla fuori. Pensavo che anche la SD Worx volesse fare come noi, ma hanno portato in volata la Cecchini, che è andata fortissimo.

«Oggi ero io quella designata per il finale e onestamente ero piuttosto agitata perché non volevo sprecare tutto il lavoro delle mie compagne, soprattutto di Elise (Chabbey, ndr) che mi ha scortato per tutto l’ultimo chilometro. E’ un buonissimo terzo posto, perché condiviso con due amiche, di cui una, Sofia, mia ex compagna. Lei si merita davvero tanto questi risultati. Anzi, vedendo l’ordine d’arrivo, direi che il nostro cittì avrà il suo bel daffare con le convocazioni».

Sangalli e l’abbondanza

E noi chiudiamo girando lo spunto proprio a Sangalli. «Eh (sospira e ride, ndr), mi piace avere questi problemi di abbondanza, anche perché l’obiettivo è averne così anche per Parigi 2024. Tutte sanno di far parte di un progetto – prosegue – e sono certo che le eventuali esclusioni saranno capite da ognuna di loro. Stiamo creando un gruppo, attraverso i vari ritiri, dove tutte si possono aiutare e nel quale nessuna sarà mai vista come una seconda scelta.

«Ad esempio, per i Giochi del Mediterraneo verrà convocata chi non farà il Giro d’Italia Donne, che è in concomitanza. Per tutti gli appuntamenti terremo conto di chi sarà più in forma. Avremo sempre la miglior nazionale possibile perché abbiamo una nazionale forte. Quando vinceremo sarà merito delle ragazze, quando andrà male sarò io il responsabile. Questa è e sarà sempre la mia filosofia».

Sulle Strade di Alfredo Binda: un bel modo per scoprire Varese

20.02.2022
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La provincia di Varese ha dato i natali a tanti grandi corridori, ce n’è uno che spicca sugli altri: Alfredo Binda. Il campione, nato a Cittiglio, ha legato alla sua città, ed alla provincia di Varese la sua vita (in apertura la foto del Museo dedicato ad Alfredo Binda a Cittiglio).

A trent’anni dalla sua scomparsa, nel 2016, è stata creata la randonnée “Sulle Strade di Alfredo Binda”. Un brevetto ciclistico-culturale volto a promuovere i territori e le strade sulle quali Alfredo era solito allenarsi. Il brevetto prevede tre percorsi, ovviamente il punto di partenza ed arrivo non poteva che essere Cittiglio.

La manifestazione permette agli appassionati di pedalare sulle strade dove si allenava tutti i giorni Alfredo Binda
La manifestazione permette agli appassionati di pedalare sulle strade dove si allenava Binda

Con Binda tutti i giorni

I percorsi sono permanenti e possono essere svolti tutti i giorni dell’anno, ad eccezione del martedì. I partecipanti dovranno attenersi al codice della strada nell’effettuare il loro itinerario, anche individualmente. Il punto di partenza, per tutti i percorsi, è l’Hotel Ristorante La Bussola, che si trova presso il piazzale Alfredo Binda a Cittiglio. Il contributo associativo per partecipare è di 10 euro, una volta iscritti si ritirerà il foglio del viaggio che dovrà essere riconsegnato una volta finito l’itinerario.

Percorrendo le strade della randonnée è possibile ammirare i paesaggi e i borghi della provincia di Varese (foto Giordano Azzimonti)
Percorrendo le strade della randonnée è possibile ammirare i paesaggi e i borghi della provincia di Varese (foto Giordano Azzimonti)

Primo percorso

I percorsi, come detto partono tutti dallo stesso punto, ovvero l’Hotel Ristorante La Bussola. Il più lungo dei tre itinerari misura 70 chilometri con un dislivello di 950 metri. Un percorso che si snoda lungo le rive del lago Maggiore fino a Luino, da dove si raggiungeranno le sponde del lago di Lugano per poi ritornare verso Cittiglio.

Il percorso medio, da 47,5 km, si svolge sullo stesso itinerario della manifestazione “Pedalando con i Campioni” (foto Giordano Azzimonti)
Il percorso medio si svolge sullo stesso itinerario della “Pedalando con i Campioni” (foto Giordano Azzimonti)

Secondo percorso

Il secondo percorso misura 47,5 chilometri. Questa volta da Cittiglio si punta a est, verso Rancio Valcuvia, da lì inizia la salita di Brinzio. Quasi in cima a questa asperità, una delle più famose della provincia, si trova la Madonna dei Ciclisti. Si scende poi alla volta di Varese e passando per la città si punta alle sponde dell’omonimo lago per tornare verso il punto di partenza.

La Madonna dei Ciclisti in cima alla salita di Brinzio (foto Giordano Azzimonti)
La Madonna dei Ciclisti in cima alla salita di Brinzio (foto Giordano Azzimonti)

Il terzo percorso

Il terzo percorso è il più corto, appena 25 chilometri, ma il più rappresentativo. Dal punto di partenza si va subito a prendere il Cuvignone, una salita iconica per il ciclismo varesino. Infatti, oltre ad essere la salita di test preferita dagli atleti professionisti della zona vede sorgere, al suo inizio, la casa natale di Alfredo Binda. L’ascesa è subito complicata con tratti ripidi che non danno respiro. Il tratto centrale, meno ripido, permette di respirare e riprendere le forze in vista degli ultimi 3 chilometri ancora molto impegnativi. Una volta in cima si scende di nuovo verso la partenza, concludendo così il percorso.

Sulle Strade di Alfredo Binda

Balsamo vincerà a Cittiglio: parola di “Capo” Arzeni

23.03.2021
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Sarà che quelli della pista vanno spesso cauti nelle previsioni su strada, ma il giorno dopo la cautela di Ganna alla Sanremo (poi smentita da una prova maiuscola), Elisa Balsamo a Cittiglio ha parlato di sé mettendo le mani avanti e ha poi centrato il settimo posto.

«Sapevo che nelle prime corse sarei stata un po’ penalizzata – diceva la piemontese alla partenza – perché durante l’inverno ho fatto quasi solo pista e l’annullamento delle gare in Spagna ci ha impedito di adattarci alla strada. La vittoria in Belgio al Gp Oetingen è stata inaspettata, ma anche il 12° posto del mercoledì alla Nokere Koerse è stato un buon piazzamento in una corsa estrema. Ma il Trofeo Binda è troppo duro per la Elisa di questo momento. Però correre in casa è sempre bello».

La Strade Bianche è stata pesante per la poca attività su strada
Strade Bianche pesante per la poca attività su strada

Il piano del Capo

Certe corse vanno secondo i numeri, ma a volte una buona strategia può fare la differenza. E quella del “Capo” per il Trofeo Binda era sufficientemente diabolica per funzionare.

«Se davanti si fossero guardate un po’ – dice Davide Arzeni, tecnico della Valcar&Travel Servicessaremmo rientrati e magari ci sarebbe scappato un podio. Siamo stati sfortunati, perché mezza squadra s’è disfatta fra guai fisici e problemi meccanici. Altrimenti, visto che dalla fuga era rimasta fuori anche la Sd Worx, si poteva puntare a chiudere. Elisa Longo Borghini ha fatto un’impresa straordinaria, ma se non si fosse mossa, c’era quasi la possibilità di arrivare con un gruppo di 25 e allora cambiava tutto».

Il 14 marzo ha vinto in Belgio il Gp Oetingen, battendo Marianne Vos
Il 14 marzo ha vinto in Belgio il Gp Oetingen, battendo Marianne Vos

Strada e pista

Il quadro è chiaro. Mentre il venerdì tutte le stradiste erano sul percorso di Cittiglio a fare le prove generali, le ragazze della Valcar erano a Montichiari girando in pista.

«Quest’anno – sorride Arzeni, che al momento si trova in Belgio – dobbiamo giocare in difesa, non avendo fatto preparazione su strada. Sapevamo che c’erano cinque ragazze più forti e che avremmo dovuto limare per non fare i fuori giri che ci avrebbero impedito di arrivare bene in fondo. Per questo l’avete vista sempre in gruppo e in grande controllo: ci eravamo detti di fare proprio questo. Ma detto questo, io credo che in futuro, Elisa possa andare a Cittiglio per vincere. Se devo fare un paragone con un professionista, la vedo molto simile a Valverde. Nelle gare veloci è già adesso una sicurezza, ma credo che presto possa arrivare anche in una Liegi».

La piemontese ha vinto la volata per il 7° posto a 2’46” da Balsamo
La piemontese ha vinto la volata per il 7° posto a 2’46” da Balsamo

Dopo Tokyo

E qui la proiezione futura è esaltante. Con Tokyo come orizzonte più immediato, è evidente che fino ad agosto la pista sarà il faro della sua arrività.

«Certamente – conferma Arzeni – anche se da ora e fino all’Amstel, parleremo soltanto di attività su strada. Poi, nell’anno dopo Tokyo, faremo una stagione dedicata integralmente alla strada. Si seguiterà ad andare in pista ogni 15 giorni e durante l’inverno, perché in pista si fanno lavori utili anche su strada, ma una bella stagione su strada per capire di cosa saremo capaci da grandi è davvero una bella prospettiva».

“Longo” come Stuyven: «All or nothing!». Il Binda è suo

21.03.2021
4 min
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Quasi 30 chilometri da sola in testa al Trofeo Binda, in cui per la testa le sono passati mille pensieri e una sola frase, quella detta ieri da Jasper Stuyven nel vincere la Milano-Sanremo: «All or nothing!». Sarà che nell’ammiraglia alle sue spalle c’era ugualmente Luca Guercilena, Elisa Longo Borghini ha messo nei pedali tutto quello che aveva. E anche se le chiedono come mai non sembrasse stanca, la sua risposta è eloquente: «Magari il vantaggio cresceva, ma aumentava anche il mal di gambe. So soffrire e ho sofferto fino all’arrivo».

Da sola per quasi 27 chilometri al comando del Trofeo Binda: tutto o niente!
Da sola per quasi 27 chilometri: tutto o niente!

Azzurre in vista

Trofeo Binda, Cittiglio, il capolavoro di Mario Minervino e della sua Cycling Sport Promotion. La gente non può assieparsi alle transenne e i bar ti invitano cortesemente ad accomodarti fuori, mentre le ragazze si danno battaglia sulle rampe di Casal Zuigno e poi di Orino. Si va veloce, prima con Tatiana Guderzo allo scoperto e poi con Marta Cavalli a fare le prove di attacco. Mancano soltanto Van der Breggen e Van Vleuten, ma il campo partenti è di primissimo piano.

Per questo quando Longo Borghini decide di rompere gli indugi, ci si chiede se non sia troppo presto. Ma in fondo nel gruppetto alle sue spalle fa buona guardia Lizzie Deignan e sembra quasi che la piemontese sia stata mandata all’attacco per preparare il terreno altrui. Ma questa volta nelle sue gambe c’è la forza giusta. Forse c’è anche la voglia di scrollarsi di dosso il sapore beffardo del secondo posto alla Strade Bianche. E aver visto Stuyven vincere ieri la Sanremo in maglia Trek-Segafredo le ha dato il morale giusto. Ora il racconto va avanti con le sue parole e le nostre domande.

Stamattina dicevi che ogni occasione è buona per vincere, pensavi già ad una corsa del genere?

Stavo bene davvero, visto? E’ venuta come l’aspettavo. Siamo venute per fare una bella corsa e il mio ruolo era renderla dura attaccando da lontano. «All or nothing», come ha detto Jasper. Mi ci sono ritrovata alla perfezione.

Hai mai pensato di aspettarle quando il vantaggio non cresceva?

No, onestamente andava bene così. Dovevo sfiancarle. Più fatica facevano e più eventualmente Lizzie avrebbe potuto batterle

Dopo tanti attacchi, ecco quello vincente…

A me va sempre male, ma questa volta non ho mollato fino all’ultimo chilometro. E poi ho evitato di voltarmi, cosa che mi capita troppo spesso. Ma Giorgia (Bronzini, ndr) era dietro con l’ammiraglia e mi ha detto in modo abbastanza esplicito di non farlo. Ho capito che avrei vinto soltanto agli ultimi 200 metri.

Più difficili i tratti in pianura o l’ultima salita?

Sull’ultima salita ho sofferto. Per fortuna ho avuto il supporto dall’ammiraglia, che mi dava il tempo e quasi mi dicevano quando rilanciare. Avere dietro Giorgia e il team manager (Luca Guercilena, ndr) dà parecchio morale.

Ha vinto il Trofeo Binda con una Trek Emonda
Ha vinto il Trofeo Binda con una Trek Emonda
La vittoria…

E’ una grandissima soddisfazione, che dà grandi motivazioni e grande sicurezza. Ogni gara è una storia a parte, per cui adesso non voglio montarmi la testa e continuerò a lavorare e a fare fatica. Non voglio pensare a quello che sarà, alle Olimpiadi, al mondiale. Voglio portare ancora davanti la mia maglia tricolore, che è speciale all’estero e anche in Italia. E’ il mio orgoglio e non sarà per sempre.

Hai abbracciato tua madre e anche Elisabetta Borgia, che lavora con voi come psicologa e sembrava più contenta di te.

Bè, la mamma è sempre la mamma. Mentre Elisabetta lavora con noi dall’anno scorso. Ci ha unito molto. Spesso si sottovaluta l’unità del team, senza rendersi conto che il team veramente vincente è quello unito. E adesso vado. Starò per qualche giorno a casa e poi si parte per il Belgio. Le mie corse stanno per arrivare. Ci vediamo lassù.

Mario Minervino, Marianne Vos, mondiali Firenze 2013

Il Cavalier Minervino, patron del Trofeo Binda

08.12.2020
5 min
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Mario Minervino è sulla strada. In tutti gli eventi che organizza e ha organizzato in passato, se lo cerchi non devi andare in mezzo a giornalisti e autorità. Nonostante questo o forse proprio per questo, nel 2017 è stato nominato Cavaliere della Repubblica. E nelle parole del Sindaco di Cittiglio, dove si svolgono gli arrivi delle corse della sua Cycling Sport Promotion, c’è il succo del discorso che qui preme fare con lui a proposito del Trofeo Alfredo Binda femminile (quello delle elite e prima quello delle junior).

«Mario Minervino è un uomo di eccellenti qualità, in lui si uniscono tre caratteristiche assolute; competenza, passione e solidarietà. Mario Minervino per la comunità di Cittiglio è una risorsa preziosa e sempre disponibile».

Gruppo, Trofeo Binda 2014
Il Trofeo Binda si corre sempre all’indomani della Milano-Sanremo
Gruppo, Trofeo Binda 2014
Il Trofeo Binda si corre il giorno dopo la Sanremo
Quanto è lontano il 21 marzo?

Primo giorno di primavera, data del Trofeo Binda. Non sembra, ma è già qua. Ho cominciato da un po’, mentre gli altri correvano, a fare il giro di sponsor ed Enti Locali. Amici più che sostenitori. Mi hanno sempre detto: «Se la gara si fa, noi ci siamo». La prima cosa da fare è il piano Covid.

Che cosa comporta ?

Non avremo il pubblico di sempre. Aumentano i costi. Servono più transenne, ma si compensano col fatto che non puoi fare le tribune. Serve più personale qualificato. Avremo 8 aree bianche, per le quali serviranno addetti al controllo della temperatura, degli accessi e della sanificazione. Servono almeno 50 persone in più, tra norme Covid e bolla per le atlete in partenza e arrivo. Abbiamo puntato su personale che viene dal mondo delle ambulanze e della sanità.

Quando e perché il Trofeo Binda?

Quando ci dissero che nel 2000 sarebbe saltata. Era una regionale, si correva dal 1974. Fu una scommessa. La prendemmo da un livello bassino e lavorammo per farla crescere. Divenne quasi subito una gara nazionale e poi nel 2007 internazionale. Fu necessario dal momento che l’anno prima chiedemmo di entrare nella Coppa del mondo.

Elisa Longo Borghini, Trofeo Binda 2013
Giornata di tregenda nel 2013: vince Elisa Longo Borghini (foto Flaviano Ossola)
Elisa Longo Borghini, Trofeo Binda 2013
Nel 2013 vince Longo Borghini (foto Flaviano Ossola)
Che cosa significa che la prendeste da un livello bassino?

Sul piano organizzativo, era sotto al livello dei dilettanti, oggi forse le ragazze sono più all’avanguardia. Non si lamentano, non sono viziate, hanno rispetto. Non tagliano il percorso nei trasferimenti, cosa che i dilettanti fanno regolarmente. Sono piccole cose, dovute anche al fatto che la maggior parte delle squadre viene dall’estero e loro certe furbate le fanno raramente. Cominciammo con corde e paline e un camion come palco. Oggi quando arrivano alle partenze hanno i pullman e alcune anche il camion officina.

L’immagine di una corsa vera?

L’immagine di una corsa importante. Il colpo d’occhio di un evento professionistico che ci spinge a fare sempre meglio. Nel giorno di gara, tra Forze dell’Ordine e alpini, ci sono 500 persone al lavoro. Abbiamo tutti gli incroci coperti. Non sono numeri che sparo, lo vedo dai sacchetti del pranzo che prepariamo e che consegniamo.

Lizzie Armistead Deignan, Torfeo Binda 2016
Nel 2016 è la volta di Lizzie Armitstead non ancora Deignan (foto Flaviano Ossola)
Lizzie Armistead Deignan, Torfeo Binda 2016
Nel 2016 vince Lizzie Armitstead (foto Flaviano Ossola)
Minervino, quanto costa una corsa così?

Andiamo da 120 a 145 mila euro. Per fortuna gli sponsor hanno aderito. Per un po’ abbiamo avuto anche Yamamay, ma difficile conquistarli in quel settore. Il grosso sostegno viene dalle Istituzioni, senza cui non andrei da nessuna parte. Anche perché adesso è aumentato tutto. Prima bastava dare l’ospitalità, da quando c’è il WorldTour, a ogni squadra delle prime 15 devi dare 3.000 euro e poi a scendere. E’ giusto, come è giusto l’aumento dei premi che aumentano ogni anno del 10 per cento. Solo per i costi delle tabelle Uci partono subito 60 mila euro. E poi c’è da organizzare la corsa.

Marianne Vos, Trofeo Binda 2019
Nel 2019 è la volta di Marianne Vos (foto Flaviano Ossola)
Marianne Vos, Trofeo Binda 2019
E’ il 2019: Marianne Vos (foto Flaviano Ossola)
E al mattino c’è la corsa delle junior, il Piccolo Trofeo Binda.

Questa è una storia. Si era sempre fatta, ma quando è arrivata la Coppa del mondo, l’Uci ci ha imposto di fermarla per non distogliere energie dalla gara elite. E’ stato così fino al 2012, ma non passava evento ufficiale o informale in cui non gli dicessi che sarebbe stato bello spingere tutti gli organizzatori a fare una prova per le junior. Finché nel 2013 non abbiamo guardato più in faccia nessuno e abbiamo chiesto la data. Sorpresona: un mese prima, ci è arrivata la comunicazione che il Piccolo Trofeo Binda sarebbe stata prova di Coppa del mondo juniores. Non è facile. Si tratta di… sparecchiare e riapparecchiare la tavola in due ore, come ai mondiali. Ma da quelle ragazzine sono venute fuori delle campionesse. Come Lorena Wiebes o Megan Jastrab che nello stesso anno ha vinto i mondiali di Harrogate su strada e due ori su pista.

Trofeo Binda junior 2019, Megan Jastrab (foto Flaviano Ossola)
Piccolo Trofeo Binda 2019, vince Megan Jastrab (foto Flaviano Ossola)
Trofeo Binda junior 2019, Megan Jastrab (foto Flaviano Ossola)
Nel 2019, Megan Jastrab fra le junior (foto Flaviano Ossola)
Sei di quelli tranquilli che nel giorno della gara non ha preoccupazioni perché è tutto pronto?

Nel giorno della gara è tutto pronto, ma finché l’ultima non entra nei 3 chilometri finali, io ho l’ansia. Ognuno ha il suo ruolo, io sono sulla strada, non vado a fare le interviste. Possono succedere mille cose e con la diretta tivù non deve sfuggirci niente.

Un vero lavoro, insomma…

Non è come andare tutti i giorni in ufficio, ma dopo la corsa tra fatture, bonifici, bandi pubblici e scartoffie c’è da lavorare per tre mesi. I rendiconto devono essere corretti e poi si comincia a pensare all’edizione successiva.

Quando si riposa Mario Minervino?

Dal mercoledì alla domenica dopo la corsa. Fino al martedì si mette a posto il magazzino. Poi stacco tutto per cinque giorni. E il lunedì si ricomincia. Ci vediamo il 21 marzo. Non sembra, ma ci siamo quasi…