Amadori 2021

Amadori: «Vi spiego perché non chiamo i WorldTour»

08.09.2021
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Sono giorni intensi per Marino Amadori: il calendario schiacciato lo tiene sulla graticola e conseguentemente i ragazzi che ha alle sue dipendenze per i vari impegni. Dal Tour de l’Avenir agli Europei il passo è stato breve e lo stesso sarà fra la rassegna continentale di Trento e quella iridata di Louvain. Amadori, che cura gli under 23, ha fatto le sue scelte e queste hanno generato discussioni, come sempre avviene, ma il tecnico di Predappio non si tira indietro nel rispondere.

La squadra per Trento è nata nel tempo, sulla base di un impegno preciso: «Dovevo realizzare qualcosa che si sposasse con il percorso, per questo lo siamo venuti a visionare con 4 atleti già due mesi fa, facendo giri su giri per capire quel che sarebbe stato necessario. Sulla base di quell’esperienza ho tirato fuori un gruppo di una decina di atleti tra i quali ho scelto i 6 che correranno sabato, anche in base alle scelte delle altre nazioni».

La prima obiezione è che sembra una squadra fatta sulla base dei corridori del calendario italiano under 23, non prendendo in considerazione chi ha esperienze superiori…

Non è così, visto che il leader è Filippo Zana, che milita in una squadra professional e ha già corso con i più grandi, ha addirittura affrontato il Giro d’Italia, ha vinto la Corsa della Pace, è andato sul podio al Tour de l’Avenir, insomma di esperienza ai massimi livelli ne ha accumulata quanta i big delle altre nazionali, se non di più.

Stagione finora da incorniciare per Zana, con vittorie ed esperienze importanti. Ora arrivano le gare titolate…
Stagione finora da incorniciare per Zana, con vittorie ed esperienze importanti. Ora arrivano le gare titolate…
Vero, com’è anche vero che nella squadra italiana non ci sono atleti delle squadre WorldTour…

Noi abbiamo Aleotti e Bagioli che faranno la gara elite e questo è un bagaglio di esperienza che per loro sarà fondamentale. Io sono stato subito favorevole a questa scelta, altrimenti li avrei tenuti in considerazione. Ho voluto costruire una squadra equilibrata, nella quale Filippo dà qualcosa in più in termini di organizzazione e di stimolo per gli altri, proprio con i risultati che ha conseguito.

Allarghiamo il discorso: c’è differenza fra gli under 23 che militano in squadre WorldTour e gli altri, quelli che fanno il calendario italiano?

Certamente, entrare in un grande team significa avere il massimo delle strutture a disposizione e fare sempre gare di alto livello, anche se non sei chiamato a correre classiche o grandi giri. Questo permette di allargare da subito le proprie esperienze, la propria cultura ciclistica. Il discorso però è più complesso.

Tiberi Italiani 2021
Antonio Tiberi è forse il principale assente del team azzurro, ma Amadori ha fatto altre scelte
Tiberi Italiani 2021
Antonio Tiberi è forse il principale assente del team azzurro, ma Amadori ha fatto altre scelte
Perché?

Perché se da una parte è vero che gareggiando sempre nel proprio Paese fai fatica a capire dove questo mestiere ti porterà, dall’altra non dobbiamo dimenticare che il calendario italiano è di alto livello, con molte prove internazionali, con molte sfide con i big. Guardate il Giro del Friuli: in gara c’erano due squadre professional. Di una cosa potete star certi: le squadre World Tour le ho tenute in considerazione, ho una lista precisa di under 23 che ne fanno parte, da Aleotti a Tiberi e ho monitorato le scelte delle altre nazionali per tutta la stagione, per capire quante e quali gare essi fanno e soprattutto chi emerge. In fin dei conti, l’Avenir lo ha vinto un ragazzo di una squadra Pro, secondo un WorldTour e terzo Zana.

Lavorare con i team WorldTour è più difficile?

Per certi versi sì, perché è naturale che diano ai propri ragazzi un calendario da seguire e spesso le esigenze federali non collimano. Con Zana ad esempio ho potuto lavorare con criterio e continuità e i risultati si sono visti. Quel che è certo è che una nazionale devi costruirla sulla base di un’idea, sennò non vai da nessuna parte, guardare che gare fanno i ragazzi e in che condizioni sono, per questo poi si operano delle scelte sempre dolorose verso chi non c’è.

Ayuso San Sebastian 2021
Juan Ayuso, dominatore del Giro U23 (sue tutte le maglie) vuole riscattare il ritiro al Tour de l’Avenir
Ayuso San Sebastian 2021
Juan Ayuso, dominatore del Giro U23 (sue tutte le maglie) vuole riscattare il ritiro al Tour de l’Avenir
Ci saranno differenze fra questa nazionale e quella per i mondiali?

Qualcuna, ma l’ossatura resterà la stessa, Baroncini ad esempio farà entrambe le gare, valuteremo Colnaghi, Frigo che a Trento non c’è ma era all’Avenir…

La sensazione è che comunque il nucleo sia nato già in Francia…

Sì, possiamo dire che le tre gare sono strettamente collegate, ma non è così solo per noi, basta guardare i roster delle altre nazionali.

A proposito, chi temi fra queste?

Soprattutto Norvegia e Olanda, che hanno grandi individualità e un’intelaiatura solida, poi la Spagna con Ayuso che, sono convinto, vuole riscattarsi dopo il ritiro al Tour che gli ha precluso la doppietta con il Giro. E’ esplosivo, in discesa è molto forte, può far saltare la gara e andrà seguito con attenzione, ma le altre nazioni come squadra mi fanno più paura.

Barale, altra italiana con la valigia. Ecco perché il Team DSM

08.09.2021
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Nella vita ci vuole sempre un piano di riserva. Ne è convinta Francesca Barale che dal 2022 però sarà impegnata a perseguire il “piano A”, rinfrescato recentemente da una bella notizia: l’ingaggio da parte del Team Dsm per le prossime due stagioni.

La junior classe 2003 in forza al Vo2 Team Pink di Piacenza passerà elite nella formazione WorldTour tedesca di licenza e di anima olandese (la loro sede è presso l’A1 Business Park di Deventer nei Paesi Bassi) ma attualmente è concentrata sugli europei di Trento con la nazionale dove ha disputato proprio stamattina la prova a cronometro, mentre venerdì correrà quella in linea, con la speranza di fare bene. 

Iniziamo proprio da qui. Francesca sei campionessa italiana a crono ma sembra più adatto a te il circuito della prova in linea. Che ambizioni hai per gli Europei?

Onestamente non puntavo troppo alla crono che era tutta piatta e nella quale durante l’anno sono stata un po’ discontinua o non sempre competitiva. Però tutto è sempre incerto… Invece per la gara di venerdì mi sento più pronta e preparata, su un percorso che sorride alle mie caratteristiche.

Commentiamo ora il tuo passaggio al Team Dsm.

Sono davvero contentissima per questa firma. Anzi, lo ero già prima anche solo per il loro interessamento. Devo ringraziare la mia squadra che mi ha permesso di gareggiare fuori dall’Italia facendomi mettere in mostra (a maggio ha partecipato al Tour du Gevaudan d’Occitanie, prova della Coppa delle Nazioni per junior, raccogliendo due secondi posti di tappa e il secondo posto nella classifica generale, ndr).

Come è nato il contatto con gli olandesi?

Proprio dopo quei piazzamenti in Francia sono iniziati alcuni interessamenti, ma nulla di serio. Solo sondaggi, come fanno tante squadre. Poi ad inizio luglio abbiamo iniziato a trattare e ad agosto ho preso la decisione.

Come mai hai scelto la loro proposta?

Mi sono piaciuti fin da subito, ho avuto una buona impressione già all’inizio. Hanno una formazione giovane, ma già con una discreta dose di esperienza, un buon mix. Sono organizzati, precisi, anch’io sono un po’ così. Poi il loro interessamento e il programma mi hanno convinto. Li ho visti molto simili a me sotto tanti aspetti e questo mi ha fatto scegliere definitivamente.

A Livigno per corstruire la condizione in vista degli europei iniziati oggi (foto Instagram)
A Livigno per corstruire la condizione in vista degli europei iniziati oggi (foto Instagram)
A proposito di programmi, l’anno prossimo avrai la maturità. Come concilierai questo impegno con quello in Dsm? Andrai a vivere all’estero?

No, starò in Italia. O meglio, avrò una certa libertà fino agli esami, poi mi dedicherò totalmente a loro. In autunno e primavera non avrò l’obbligo di stare in ritiro in Olanda, se non per qualche breve periodo in vista delle gare del Nord a cui prenderò parte. Fino ad allora avrò un calendario piuttosto soft, poi più intenso dopo la maturità.

A scuola tuttavia non dovresti avere problemi ad uscire con buoni voti, sappiamo che sei brava e vai molto bene.

Sì, è così nonostante frequenti un liceo scientifico, quindi impegnativo. Ci tengo però ad ottenere il massimo dei voti perché voglio iscrivermi anche all’Università, magari scegliendo indirizzi biologici o sanitari. Bisogna avere sempre pronto anche il “piano B” oltre al ciclismo.

Cosa ti aspetti di trovare nel Team Dsm? Conosci già qualche tua futura compagna?

Non so cosa mi aspetti, oltre all’organizzazione di cui parlavo prima. Lo scoprirò in prima persona e sarò ben contenta di farlo. L’unica ragazza che conosco un po’, perché è una 2003 come me e perché abbiamo corso contro in nazionalie è Elise Uijen, che ha vinto proprio la cronometro dell’europeo l’anno scorso.

Ti sarai confrontata con un po’ di persone per questo trasferimento. Come sono stati i pareri?

Discordanti. Qualcuno mi diceva che facendo questa scelta rischio di bruciarmi, altri invece che ho fatto bene, perché potrò crescere e fare esperienza di alto livello.

Campionati europei Trento, crono donne junior, Francesca Barale al via della prona di apertura
Campionati europei Trento, crono donne junior, Francesca Barale al via della prona di apertura
E i tuoi genitori che cosa dicono?

L’hanno presa bene, erano e sono favorevoli. Anzi hanno caldeggiato molto questo ingaggio.

Chiudendo, sei l’ennesima ragazza italiana che espatria in formazioni estere. Come vedi questa cosa? E’ una moda o invece è un bene? 

No, non è una moda, quanto più un passaggio quasi obbligato per la crescita, non solo da atleta ma come persona. E’ un’esperienza umana che mi formerà parecchio, perché partirò da zero sotto certi aspetti. Nelle formazioni estere c’è una mentalità meno provinciale, se mi passate il termine. Dipende dal carattere di ognuno di noi, ma credo che ci faccia bene uscire dalla nostra comfort zone, che è buona finché sei junior, per forza di cose. Poi bisogna provare a vivere un’altra dimensione.

Percorso De Gasperi

Alle radici dell’Europeo di Trento: torniamo al… 1955

07.09.2021
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L’imminenza dei Campionati Europei di Trento riporta agli onori della ribalta il Trofeo De Gasperi. Il legame fra le due gare è piuttosto stretto anche se sottile e riguarda il percorso di gara: il circuito nel centro città trentino coinvolge gran parte delle strade che dal 1955 sono teatro di una delle prove più famose del calendario Under 23, che si svolge tradizionalmente in coincidenza della festa della Repubblica del 2 giugno (quest’anno a trionfare è stato Lucca su Verza).

Può sembrare strano parlare di una classica ciclistica intitolata al grande statista, ma a parte il fatto che quello che è uno dei padri della Costituzione era un profondo appassionato delle due ruote e delle sfide fra Coppi e Bartali, non va dimenticato che De Gasperi era proprio di quelle parti e la città ha voluto rendergli omaggio annuale attraverso la gara ciclistica. Andrea Furlani è sicuramente troppo giovane per avere vissuto l’inizio della storia, risalente al 1955, ma ha studiato come si deve…

Il podio del De Gasperi 2021, con Lucca al centro fra Verza e il tedesco Knolle
Il podio del De Gasperi 2021, con Lucca al centro fra Verza e il tedesco Knolle

«Una gara che vanta 66 edizioni è qualcosa di unico nel panorama nazionale – afferma il dirigente trentino – ed è nata per rendere omaggio al valore morale di un personaggio storico per queste terre, non solo il Trentino, infatti la gara cambia ogni anno itinerario alternando l’arrivo di Pergine Valsugana (TN) a quello di Bassano del Grappa (VI) che la stagione successiva si scambiano partenza e arrivo. Infatti sono due le società che l’organizzano, l’Us Aurora e l’Angarano Team».

Perché un legame così stretto con gli Europei?

Più che l’ultima edizione bisogna guardare a quella del 2016, con l’arrivo davanti al Muse, quella si correva su gran parte del tracciato dei prossimi Europei. Gli stessi Colbrelli e Trentin hanno corso e vinto il De Gasperi su un tracciato molto simile, per loro sarà davvero come correre in casa.

Trentin De Gasperi 2011
Strade di casa per Matteo Trentin, quelle del De Gasperi e dell’Europeo: qui la sua vittoria del 2011
Trentin De Gasperi 2011
Strade di casa per Matteo Trentin, quelle del De Gasperi e dell’Europeo: qui la sua vittoria del 2011
Quelle strade voi le conoscete bene, dal punto di vista della sicurezza come sono?

E’ un circuito che si gestisce con grande facilità, comprende strade larghe, non propone strettoie e men che meno curve a gomito, insomma è agevole da questo punto di vista, per corridori e organizzatori. Poi è chiaro che al giorno d’oggi nulla può essere sottovalutato e bisogna curare ogni minimo dettaglio, ma con una zona così ampia e pianeggiante non ci saranno problemi. E’ un circuito che va interpretato, anche perché prevede passaggi su acciottolato, per emergere bisogna davvero fare tutto per bene.

Torniamo un attimo al Trofeo De Gasperi: di che numeri parliamo?

Solitamente la gara raggiunge il suo tetto massimo di partecipazione, che è di 176 corridori, con 8 team internazionali che sono una piccola parte degli inviti che mandiamo. Basti pensare che al trofeo, negli ultimi anni, hanno preso parte formazioni di Sud Africa, Kazakistan e Paraguay oltre a quasi tutti i Paesi europei.

De Gasperi settanta
Un’immagine della storia antica del Trofeo De Gasperi, sempre popolato da molti team stranieri
De Gasperi settanta
Un’immagine della storia antica del Trofeo De Gasperi, sempre popolato da molti team stranieri
Oltretutto parliamo di una corsa che, a differenza di molte altre del calendario Under 23, non ammette la presenza di squadre World Tour…

Infatti, è una prerogativa di questa competizione che può dare maggiore spazio veramente ai migliori prospetti, a quelli che hanno ancora tanta strada davanti per affermarsi. Per noi è un grande onore sapere che un pezzettino della nostra storia sia servito per portare a Trento i Campionati Europei ed è chiaro che la gara degli Under 23 la seguiremo con un’attenzione e un calore particolare.

Suzuki auto ufficiale degli Europei di Trento

07.09.2021
3 min
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Manca davvero pochissimo all’avvio degli attesi Campionati europei di ciclismo su strada – Trentino 2021. Con 1.100 atleti iscritti, record per la rassegna continentale, e 39 Nazioni coinvolte, questa speciale competizione andrà a coronare una stagione ciclistica senza precedenti in Trentino. Solo pochi giorni fa questa Provincia è stata alla ribalta internazionale con i Mondiali di Mtb in Val di Sole. E notizia importante delle ultime ore è quella che ufficializza il prestigioso marchio automobilistico Suzuki quale official partner dell’evento.

Davide Cassani e Carolina Kostner, entrambi testimonial del brand giapponese
Davide Cassani e Carolina Kostner, entrambi testimonial del brand giapponese

Tecnologia Hybrid e ambiente

Dicevamo, Suzuki partner dei prossimi Campionati Europei che, ricordiamo, sono in programma dall’8 al 12 settembre.

La tecnologia scelta per sostenere la mobilità della macchina organizzativa degli Europei è dunque quella di Suzuki Hybrid. Si tratta di una speciale tecnologia legata all’efficienza delle vetture prodotte dalla casa di Hamamatsu, rigorosamente e sempre combinata al rispetto dell’ambiente. Tutte le autovetture ibride Suzuki sono capaci di coniugare un basso impatto ambientale ad un elevato piacere di guida. Il brand giapponese è all’avanguardia sul fronte dell’ibridazione. Tanto che oggi è l’unica casa sul mercato a presentare una gamma 100% di vetture Hybrid.

La partnership fra Suzuki e i Campionati Europei in Trentino si integra perfettamente nel piano di relazioni e di sponsorship che impegna il brand nipponico nel ciclismo. Suzuki infatti è già main sponsor e auto ufficiale della Federazione Ciclistica Italiana e di altri importanti comitati organizzativi come ExtraGiro e Tour of the Alps.

Massimo Nalli, presidente di Suzuki Italia
Massimo Nalli, presidente di Suzuki Italia

Parola a Massimo Nalli

«Siamo davvero orgogliosi di supportare il movimento ciclistico italiano – ha dichiarato Massimo Nalli, presidente di Suzuki Italia – ed in modo particolare lo è quest’anno in quanto il nostro Paese è stato scelto per ospitare un evento dal calibro internazionale come i Campionati Europei. Con questo accordo confermiamo la vicinanza di Suzuki al mondo del ciclismo. Con questo sport, condividiamo i valori di costanza, tenacia, desiderio di sfidare i propri limiti, rispetto delle regole e la salvaguardare la salute del pianeta. Inoltre, proprio l’impegno di chi spinge sui pedali ricorda quello profuso dai nostri tecnici quando sono chiamati a studiare nuove tecnologie che permettano all’azienda giapponese di offrire prodotti tecnologici ed efficienti, in grado di rendere migliore la vita dei suoi clienti e di primeggiare nello sport, oltre che sul mercato.

«Concludo ricordando che la tecnologia Suzuki è stata scelta dalla Federazione ciclistica italiana, e che della FCI siamo main sponsor con il nostro logo in grande evidenza sulle maglie delle nazionali azzurre. A tutti gli atleti impegnati agli Europei invio il nostro più grande in bocca al lupo».

Suzuki

Super Colbrelli, la chiave in quattro settimane ben fatte

06.09.2021
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Un Colbrelli così non si vedeva dagli under 23, quando bastava avere tanta forza fisica e alla fine stenderli allo sprint. Il corridore che ha vinto il campionato italiano su un percorso quasi da scalatori, che al Tour si è messo in luce nelle tappe di montagna e che al Benelux Tour ha dominato su cotés e muri è una delle novità di questa stagione. E’ più esplosivo. Tiene meglio in salita. Resta veloce. E’ più magro. Dire quale sia la chiave di volta dei risultati di queste settimane è forse complesso data la molteplicità dei fattori, così ci siamo rivolti a Paolo Artuso, preparatore del Team Bahrain Victorious, di rientro nel pomeriggio dalla Vuelta.

«Anche qua siamo andati bene – dice dalla Spagna – con Jack Haig che ha tenuto il podio, Mader che ha approfittato del calo di Bernal per prendere la maglia bianca e la classifica a squadre dopo quella di Giro e Tour. E poi al Benelux, avete visto tutti Mohoric e Colbrelli. A volte si lavora tanto e la sfortuna vanifica tutto. Quest’anno la iella continua, perché Landa anche alla Vuelta ha avuto le sue cose, ma gli altri sono stati bravissimi».

Il segno che qualcosa fosse cambiato si è visto ai campionati italiani, quando in salita ha risposto a Masnada e poi ha rilanciato
Il segno che qualcosa fosse cambiato si è visto in salita ai campionati italiani
Che cosa ha portato Colbrelli a un simile cambiamento?

E’ un insieme di fattori, fra lui che è maturato e sta bene in famiglia e il fatto che ci conosciamo ormai alla perfezione. Lavoriamo insieme da cinque anni, so bene cosa intende quando mi parla di mal di gambe o di altre sensazioni. E’ un rapporto che devi costruire, perché soprattutto all’inizio sei una figura imposta dalla squadra. Allora parli. Vai a pranzo insieme. Crei la fiducia. Poi tempo e lavoro fanno il resto.

Arrivare al Benelux non è stato semplice.

E’ uscito dal Tour con questa borsite, un accumulo di liquido nel ginocchio che gli dava davvero fastidio. Ha fatto una settimana in cui è andato in bici due volte. Poi ha ripreso piano, ma era sotto terapia e non ha potuto fare più di 2 ore al giorno. Quindi è andato a Livigno.

Quattro settimane in altura…

Di cui due settimane di semi-vacanza. Quando i medici ci hanno dato via libera, abbiamo cominciato con lo specifico. Una serie di doppiette, senza mai grossi volumi. Siamo stati sulle 25 ore a settimana. Poi è sceso da Livigno e abbiamo programmato sette giorni a casa prima del Benelux.

Così ha vinto sabato a Houffalize, conquistando la maglia di leader
Così ha vinto sabato a Houffalize, conquistando la maglia di leader
Perché il Benelux e non la Vuelta?

Lui era più per la Spagna, ma andare lassù era una grande occasione, visti quei percorsi.

Che cosa ha fatto nella settimana a casa, prima di partire?

Aveva fatto l’ultima distanza sabato 21 agosto, così il 22 di domenica gli ho dato il giorno di riposo. Senza bici. E’ bello riposare la domenica, si sta meglio in famiglia. Lunedì 23 ha ripreso, ma comunque sono state 2 ore a spasso a 170 watt medi. La caratteristica di Sonny, che ormai conosco bene, è che è un gran lavoratore con un grandissimo motore. E c’è voluto un po’ per fargli capire che il recupero vale quanto l’allenamento. Lui va meglio se lo tieni a freno.

Martedì 24 agosto?

Quattro ore, con 2 ore dietro motore e lavori fuori scia. Il giorno dopo, 25 agosto, 3 ore con una e mezza ancora dietro motore, ma in salita. E’ andato sui 230 watt, quindi vuol dire che ci ha dato dentro bene.

E siamo arrivati a giovedì 26 agosto.

Recupero, un’ora e mezza di bici. Mentre l’indomani ha fatto del lavoro collinare, ritmo gara in salita e recupero in discesa. Una sorta di fartlek, un allenamento che combina allenamenti di diversa durata e intensità.

La distribuzione delle borracce e dei rifornimenti sui percorsi è studiata nel dettaglio
La distribuzione delle borracce e dei rifornimenti sui percorsi è studiata nel dettaglio
Invece sabato 28 agosto?

Ha fatto tre ore con qualche volata e poi è partito per la corsa. Comunque parliamo di una settimana in cui ha fatto 70-130-100-100-90 chilometri, non un volume esagerato. Mentre negli ultimi giorni di Livigno faceva anche 170-180 chilometri su salite lunghe e lavori in pianura.

Quello che si nota è che sia anche parecchio dimagrito.

Ne parlavamo giusto stamattina, mentre era in aeroporto. Ci siamo detti di arrivare con questo peso e questa freschezza anche alle classiche del Nord il prossimo anno. Si ragiona di spostare l’altura più avanti, a ridosso della Tirreno. Sonny non è un atleta ordinario, lui scende dalla quota ed è subito performante. Negli anni scorsi, scendeva a fine febbraio, andava a fare l’apertura in Belgio e trovava gente più veloce. Nel 2022 proviamo a saltare quelle due gare e a puntare forte su Tirreno e Sanremo.

Il peso è a posto grazie al lavoro del nutrizionista?

Soprattutto grazie all’equilibrio che ha raggiunto. Con il nutrizionista si ragiona più sulle strategie alimentari in gara, intrecciate con la tattica di gara. Per ogni corsa, seguiamo una diversa strategia e così facendo ormai è impossibile sbagliare. La crisi di fame è praticamente impossibile, abbiamo uomini sul percorso ogni 20 minuti, che passano feed di ogni genere. Oggi vanno tanto più forte anche perché sono seguiti in modo quasi maniacale.

Ieri a Geraardsbergen triplo passaggio sul Muur e grande difesa. Decisivo il lavoro delle ultime settimane
Ieri a Geraardsbergen triplo passaggio sul Muur e grande difesa. Decisivo il lavoro delle ultime settimane
E cosa farà Sonny da qui agli europei?

Oggi si è svegliato presto, aveva il volo prestissimo, per cui ha dormito 5-6 ore. Dobbiamo lasciargli un paio di giorni per recuperare gli… sforzoni di sabato e domenica e anche il viaggio, ma credo che nel pomeriggio un giretto lo farà e domani sarà lo stesso. Invece tra mercoledì e giovedì c’è da fare qualche richiamo.

Di cosa?

Stimoli di forza e qualità anaerobiche, che con il passare del tempo vanno giù. Vediamo il meteo e decidiamo come distribuirle. L’unico errore di settimane come questa sarebbe esagerare. La distanza più lunga che farà sarà di 4 ore, 5 se vuole sentirsi a posto con la coscienza. Dovremo lavorare solo su stimoli di forza e anaerobico, del medio credo che a questo punto non abbia bisogno. Poi giovedì sarà con la nazionale…

Europei di Trento juniores. De Candido, cosa prevedi?

04.09.2021
4 min
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Ai campionati europei di ciclismo correrà anche la categoria juniores, il 10 settembre. I ragazzi del cittì Rino de Candido saranno pronti a dare battaglia sulle strade di casa. Il percorso è lo stesso della prova degli under 23, il circuito cittadino di Trento verrà percorso otto volte, per un totale di 107 chilometri. Non una prova lunga, ma molto impegnativa. Ce la facciamo raccontare dal tecnico azzurro che guiderà i ragazzi in questa loro prima esperienza internazionale. Alcuni stanno correndo il Giro della Lunigiana che terminerà domani, domenica 5 settembre, a Casano di Luni.

Fra gli azzurri presenti al Lunigiana, Lorenzo Giordani e Piergiorgio Colzani
Fra gli azzurri presenti al Lunigiana, Lorenzo Giordani e Piergiorgio Colzani
Come vi siete approcciati a questo europeo casalingo?

Siamo andati a vedere il percorso a metà agosto, con un gruppo di 12 ragazzi. I quali sono poi venuti in ritiro con me a preparare gli ultimi appuntamenti prima della selezione finale. Li ho divisi in due gruppi: un primo gruppo ha corso il Gp della Pace (Belletta Dario, Igor Bonetto, Samuele Pellizzari, Giulio Romele, Alessandro Ursella e Raffaele Mosca), mentre un secondo sta disputando ora il Giro della Lunigiana (Piergiorgio Cozzani, Lorenzo Giordani, Sebastiano Minoia, Simone Roganti, Luca Tornaboni e Stefano Cavalli).

Cosa ne pensa del percorso ora che lo avete visto da vicino?

Si continua a mettere l’accento sulla lunghezza, dicendo che è corto, ma non si dice che il dislivello ammonta a 2.000 metri totali. Non è semplice, la salita farà sicuramente la differenza, è dura ed impegnativa. Ripeterla otto volte porterà ad una selezione naturale.

Belletta, qui in ritiro con la nazionale juniores di De Candido a metà aprile, ha provato il percorso di Trento (foto Instagram)
Belletta, qui in ritiro con la nazionale juniores di De Candido, ha provato il percorso di Trento (foto Instagram)
Ha notato qualche particolarità?

A parte la costante difficoltà tecnica, per cui dovrò scegliere ragazzi con dimestichezza nel guidare il mezzo, l’arrivo è complicato. Si arriva da un sottopasso, poi ci sono delle continue curve, ed il rettilineo finale, oltre ad essere in pavé, è anche in leggera pendenza. Serviranno dei ragazzi bravi in salita, ma che si sappiano difendere in una volata ristretta. Il tempismo la farà da padrone, un attimo prima e rimani piantato, un secondo dopo rimani imbottigliato dietro.

Vorremmo sapere che emozioni provano questi giovani atleti a correre in un palcoscenico così importante.

Questi ragazzi hanno già corso in gare internazionali, come il Lunigiana o il GP della Pace. Certo è molto differente gareggiare in una corsa a tappe o in una gara singola. Loro sanno quel che devono fare, se corrono come sono in grado di fare saranno protagonisti, andiamo per portare a casa un buon risultato. L’emozione non si può nascondere, poi correre in Italia è ancora più eccitante, avranno gli occhi puntati addosso. E’ esperienza anche questa, sarà un mio compito tranquillizzarli e farli dormire sereni.

I norvegesi, ma anche i francesi: al Lunigiana si lavora per gli europei juniores
I norvegesi, ma anche i francesi: al Lunigiana si lavora per gli europei juniores
La concorrenza è elevata, i francesi al Lunigiana non scherzano.

Vanno molto forte, ma siamo ad un europeo, tutti vanno forte, non bisogna sottovalutare nessuno. In primis bisognerà curare, oltre ai transalpini anche gli olandesi ed i norvegesi. Non dobbiamo farci intimidire e dobbiamo correre da squadra, l’organizzazione è alla base di tutto.

Come si interpreta una corsa del genere? in questa categoria siamo abituati a vedere gare sempre molto attive.

Dovremo essere pronti a seguire qualsiasi evoluzione, stare davanti ed entrare in ogni tentativo di fuga, sarebbe un rischio troppo elevato far uscire un gruppetto e non farne parte. Anche se si dovesse trattare di una fuga da lontano, farne parte ci permetterà di controllare meglio la corsa. E’ una gara che stanca molto anche la mente, essere sempre pronti non è facile. Ho parlato molto con i miei ragazzi e sanno cosa devono fare.

Fra i possibili juniores azzurri per Trento, anche Biagini, qui con il suo diesse Luca Colombo
Fra i possibili juniores azzurri per Trento, anche Biagini, qui con il suo diesse Luca Colombo
L’appuntamento successivo sarà il mondiale, i ragazzi saranno quelli di questo gruppo?

Non necessariamente, sono due gare simili solo sulla carta, il nostro percorso al mondiale è cittadino come quelle di Trento. E’ però, anche molto più tecnico e complicato, lì (nelle Fiandre ndr) ci saranno 4 o 5 strappi da 200 o 300 metri molto duri, serve esplosività, quindi i corridori saranno differenti.

Longo Borghini leader e torna Guderzo. Salvoldi spiega

03.09.2021
6 min
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Niente di facile per il tecnico delle donne Salvoldi, che di ritorno dalle sfide olimpiche e gli europei U23 su pista, si è trovato ad allestire le squadre per gli europei di Trento. In un movimento che mischia spesso le elite con le under 23, dover comporre due squadre diverse potrebbe e in effetti è risultato complesso. Un solo dato è parso certo: a Trento avremo in Longo Borghini una leader fortissima.

«Alcune under – conferma il milanese – potrebbero correre con le grandi e farebbero anche bella figura. Soprattutto trovare otto ragazze adatte a quel tipo di percorso non è stato facile e alla fine si è riproposto comunque il tema di chi lasciare fuori».

Balsamo è rientrata dopo Tokyo al Simac, facendo fatica. Poi si è piazzata 5ª in avvio della Vuelta. Sarà leader ai mondiali
Balsamo è rientrata dopo Tokyo al Simac, facendo fatica. Poi si è piazzata 5ª in avvio della Vuelta. Sarà leader ai mondiali
Tolti i professionisti che hanno il tratto in linea, le altre categorie gireranno nel circuito. Qual è una valutazione tecnica per le donne?

Un percorso breve. Circuito di 13 chilometri diviso piuttosto nettamente in tre settori. Salita di 4 chilometri, discesa di 5 e tratto di pianura di 4. Da fine salita all’inizio della successiva ci sono poco più di 10 minuti. Come squadra puoi organizzarti per fare qualcosa in salita, ma vedrete che alla fine il tratto decisivo sarà il falsopiano in cima, il vero trampolino. Non vedo l’arrivo di una volata numerosa, quattro o cinque ragazze al massimo.

Parlando di under 23 che sarebbero state bene fra le elite, hai valutato anche Gaia Realini?

Non credo, parlando di elite, che avrebbe potuto trarre vantaggio da quel percorso. Mentre fra le under 23 la salita potrebbe essere più incisiva.

Gaia Realini correrà a Trento fra le under 23: sulla salita di Povo potrebbe fare la differenza
Gaia Realini correrà a Trento fra le under 23: sulla salita di Povo potrebbe fare la differenza
Abbiamo da considerare anche le junior…

In cui ogni anno c’è una ragazza fortissima con cui fare i conti. Quest’anno pare si tratti della tedesca Linda Riedman, classe 2003, che al Tour du Gévaudan Occitanie ha battuto la nostra Francesca Barale. Ma forse stavolta su quel circuito l’asso nella manica potremmo averlo anche noi con Eleonora Ciabocco. Non la conoscono, sanno che è campionessa italiana e potrebbe essere una bella sorpresa.

Fra le under 23 chi può farci paura?

Forse le francesi, ma come collettivo credo che siamo superiori noi.

Guazzini correrà la crono U23 di Trento: qui in quella del Simac Ladies Tour, chiusa in 11ª posizione
Guazzini correrà la crono U23 di Trento: qui in quella del Simac Ladies Tour, chiusa in 11ª posizione
Veniamo alle grandi…

Vedo sopra tutte la Van Vleuten e la Voss sul fronte olandese, Lizzie Deignan per la Gran Bretagna e la nostra Longo Borghini. Elisa ha avuto una bellissima svolta. Parlavo con lei prima di Plouay, che per lei era il rientro dopo lo stage in altura. Ci dicevamo che quella è sempre stata una corsa molto indicativa per il mondiale, per tipo di percorso e partecipazione. E lei l’ha corsa e dominata, mostrando di averne più delle avversarie (Elisa Longo Borghini è l’atleta nella foto di apertura, ndr).

Tokyo ha segnalato anche Marta Cavalli, che poi ha avuto qualche intoppo…

Marta è molto attenta e professionale. Mi pare abbia avuto qualche difficoltà a gestire i carichi di lavoro, quasi che per la voglia di migliorare si alleni troppo. Adesso sta bene e si aspetta di uscire con una buona gamba dalla Vuelta.

Ciabocco darfo 2021
Oltre a Francesca Barale, tra le junior puntiamo su Eleonora Ciabocco, tricolore strada, molto forte in salita. Possibile leader fra le junior
Ciabocco darfo 2021
Oltre a Francesca Barale, tra le junior puntiamo su Eleonora Ciabocco, tricolore strada. Possibile leader fra le junior
La sorpresa, se così si può dire, è la presenza di Tatiana Guderzo. Non si aveva la sensazione di un rapporto più tanto idilliaco fra voi…

Non abbiamo litigato, ci siamo parlati e ci siamo detti quello che andava detto. Dopo la Norvegia ha avuto qualche acciacco, per cui siamo rimasti di aggiornarci dopo la Vuelta per valutare bene la sua situazione.

Nella crono non correrà Elisa Longo Borghini, tricolore in carica, perché?

E’ stata una scelta condivisa. Perché il percorso è piatto ed è meglio con lei concentrarci forte sulla strada. Mentre farà il Team Relay, in cui potrà essere di grande aiuto. Invece fra le under 23 la crono la farà Vittoria Guazzini, che su quel percorso può fare bene.

Pensi che le reduci della pista di Tokyo possano avere qualche vantaggio da tutto il lavoro svolto, come Viviani, Ganna e Consonni?

Le ragazze hanno finito tardi le Olimpiadi, poi hanno staccato per una settimana e hanno ripreso al Simac Ladies Tour in Olanda. Da lì in poi hanno detto di aver iniziato ad avere buone sensazioni, per cui direi che il lavoro tornerà utile, quando sarà stato trasformato del tutto.

Marta Cavalli è rientrata da poco alle corse, dopo aver smaltito un affaticamento. E’ una delle più in vista per Trento
Marta Cavalli è rientrata da poco alle corse, dopo aver smaltito un affaticamento. E’ una delle più in vista per Trento
In ballo c’è anche il mondiale, si parla dello stesso gruppo di ragazze?

Non esattamente, ma domenica sera dopo la Vuelta vorrei dare anche i nomi per Leuven. E credo che la nostra leader sarà Elisa Balsamo, su un percorso molto adatto a lei. Non è duro come si vuol far credere, si fa un solo giro sul muro in pavé e poi ci saranno altri 40 chilometri sul circuito che ricorda molto quello di Glasgow vinto dalla Bastianelli.

Quando partirete per Trento?

Il 6 settembre con le ragazze della crono e poi arriveranno le stradiste. Alloggeremo sulla cima del Bondone, come logistica non è comodissima, ma se non altro non patiremo il caldo…

Le convocate per Trento

A seguire le ragazze convocate da Salvoldi per le sfide europee di Trento. Il cittì lombardo gestisce con Paolo Sangalli tutto il bacino del ciclismo femminile: un numero molto elevato di atlete, un ruolo niente affatto semplice, che però finora ha svolto in modo tecnicamente ineccepibile.

ELITE TEAM RELAY
Marta CavalliFiamme Oro /FDJ Nouvelle Aquitaine
Elena CecchiniFiamme Azzurre/Team SD Worx
Elisa Longo BorghiniFiamme Oro/Trek-Segafredo
CRONO JUNIORES
Francesca BaraleAsd VO2 Team Pink
Carlotta CipressiAsd VO2 Team Pink
CRONO ELITE
Vittoria BussiOpen Cycling Team
Elena CecchiniFiamme Azzurre/Team SD Worx
CRONO U23
Vittoria GuazziniFiamme Oro/Valcar-Travel&Services
(una da definire)
STRADA JUNIORES
Francesca BaraleAsd VO2 Team Pink
Monica CastagnaTeam Wilier Chiara PIerobon
Matilde CerielloRacconigi Cycling Team
Eleonora CiaboccoTeam Di federico
Carlotta CipressiAsd VO2 Team Pink
Francesca PellegriniValcar-Travel&Services
STRADA U23
Camilla AlessioBePink
Giorgia BarianiTop Girls-Fassa Bortolo
Vittoria GuazziniFiamme Oro/Valcar-Travel&Services
Barbara MalcottiValcar-Travel&Services
Gaia RealiniIsolmant-Premac-Vittoria
Silvia ZanardiBePink
STRADA ELITE
Elisa BalsamoFiamme Oro/Valcar-Travel&Services
Sofia BertizzoloFiamme Oro/LIV Racing
Marta CavalliFiamme Oro/FDJ Nouvelle Auitaine
Tatiana GuderzoFiamme Azzurre/Ale BTV Ljubljana
Elisa Longo BorghiniFiamme Oro/Trek-Segafredo
Erica MagnaldiTea Ceratizit-WNT
Soraya PaladinLIV Racing
Debora SilvestriTop Girls-Fassa Bortolo

Da Glasgow a Plouay, tre europei a confronto: parla Garzelli

03.09.2021
5 min
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L’Italia correrà in casa i prossimi campionati europei. Il 12 settembre, a Trento gli azzurri saranno chiamati a difendere il titolo conquistato lo scorso anno a Plouay da Giacomo Nizzolo, che ha regolato in volata Demare e Ackermann. Una storia di amore e passione quella tra i colori azzurri e la maglia di campione europeo, sono tre anni di fila che il tricolore svetta sul gradino più alto del podio. Il primo fu Matteo Trentin, nel 2018 a Glasgow ad aggiudicarsi la prima maglia stellata per gli azzurri (foto di apertura), a cui seguirono Elia Viviani ad Alkmaar e, appunto, Nizzolo in terra francese.

Abbiamo chiesto a Stefano Garzelli di ripercorrere con noi i trionfi azzurri per analizzarli fino in fondo e capire come abbia fatto l’Italia ad aggiudicarsi questo favoloso tris.

Nel 2019 ad Alkmaar, Viviani arriva da solo: soluzione inattesa
Nel 2019 ad Alkmaar, Viviani arriva da solo: soluzione inattesa
Il campionato europeo è nato nel 2016 ti piace come corsa?

Sono pochi anni che si corre, ma ha pienamente colto nel segno dal mio punto di vista, c’era già il mondiale come corsa lunga ad “esaurimento”. L’europeo invece, è una corsa moderna, corta, dove conta tanto la tattica. Un chilometraggio breve, si parte subito forte e questo giova allo spettacolo e alla vivacità della gara.

Com’è vista dai corridori?

A loro piace, quando è stato introdotto gli addetti ai lavori erano un po’ scettici, ma direi che ha fatto centro, anche per quando riguarda i commissari tecnici. Con questa corsa così diversa e non lontana dal mondiale, possono giostrare in modo diverso i corridori, è anche un banco di prova importante per qualche ragazzo giovane.

Così magari emergono anche altri tipi di corridori, come i nostri.

Dopo i 200 chilometri avviene una selezione naturale, mentre per vincere una corsa più corta serve più organizzazione tattica, per mettere nel sacco gli avversari. Emerge quindi la capacità di correre come squadra e di essere un gruppo coeso. Mentre in una gara più lunga come un mondiale ci si può nascondere, al campionato europeo bisogna correre in prima linea.

Giacomo Nizzolo, Arnaud Demare, Campionato europeo, Plouay, 2020
Lo scorso anno terza vittoria consecutiva: Nizzolo a Plouay piega. il padrone di casa Demare
Giacomo Nizzolo, Arnaud Demare, Campionato europeo, Plouay, 2020
Lo scorso anno terza vittoria consecutiva: Nizzolo a Plouay piega. il padrone di casa Demare
L’Italia ha sempre saputo leggere molto bene la corsa, dove la tattica la fa da padrona.

Noi abbiamo dominato le precedenti edizioni! Questo vuol dire che corriamo bene e sappiamo cosa fare per essere sempre protagonisti. Questo lo testimoniano i tre successi di fila. Quello che personalmente mi ha colpito di più è stato quello di Viviani nel 2019 (Alkmaar ndr).

C’era tanto vento…

Sono stati bravi a portarlo fuori nel momento migliore e hanno gestito i ventagli in maniera egregia, poi la sua grande condizione è uscita ed ha vinto in solitaria. Elia quel giorno volava, letteralmente.

Matteo Trentin aprì le danze.

Matteo è un corridore che con percorsi mossi ed ondulati emerge e si esalta, anche quando il clima è avverso non si fa fermare. In una giornata da tregenda mise dietro di sé Van Aert e Van Der Poel, questo vuol dire che sei forte. 

Se a Trento Colbrelli avrà la forma del tricolore e poi del Tour, alla sua portata c’è un grande risultato agli europei
Se a Trento Colbrelli avrà la forma del tricolore e poi del Tour, alla sua portata c’è un grande risultato agli europei
L’ultimo è stato Giacomo Nizzolo, in un’edizione un po’ particolare

Quello dello scorso anno è stato un europeo differente, a causa del Covid si è gareggiato in piena stagione, questo cambiava le carte in tavola. Giacomo era pronto per fare bene la prima parte di stagione dopo il nuovo inizio, infatti, in una settimana ha vinto il titolo italiano e quello europeo.

Un peccato che non possa difendere il suo titolo

Un peccato, ma non avrebbe potuto difenderlo al meglio delle sue possibilità. Quello di Trento è un percorso troppo duro per lui, la scelta è dolorosa ma corretta, lo vedo meglio al mondiale, nelle Fiandre.

Ci saranno altri dei “nostri” pronti a difendere il titolo, chi credi possa fare bene?

Trentin è il nostro uomo di punta secondo me, il terreno è adatto a lui, ormai siamo a livelli in cui anche corridori come Matteo reggono bene in salite di media percorrenza. Alla Vuelta sta andando forte, non ha vinto ma si è piazzato sempre bene. Sta andando forte anche in salita. Un altro è Sonny Colbrelli, campione italiano, che ha fatto un Tour de France molto forte (non ha vinto ma ha trovato due volte il podio, ndr).

Nonostante la stagione a corrente alternata per varie sfortune, agli europei Bagioli potrà dire la sua
Nonostante la stagione a corrente alternata per varie sfortune, agli europei Bagioli potrà dire la sua
Anche Bagioli sta andando bene, potrebbe correre l’europeo secondo te?

Assolutamente, è il suo terreno, va forte in salita ed anche molto molto veloce. Ha sfiorato più volte la vittoria alla Vuelta quest’anno. Mi aspettavo qualcosa in più in salita, ma nelle corse di un giorno la storia è differente. Penso possa essere una bella esperienza per lui e che possa dire la sua.

Amadori Colnaghi 2021

Europei under 23, le complicate scelte di Amadori

02.09.2021
4 min
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Dal 9 al 12 settembre, a Trento, si correranno i campionati europei di ciclismo su strada. Perciò, dopo aver sentito Cassani per quanto riguarda i professionisti, parlando con Marino Amadori, cittì della nazionale per la categoria under 23, cerchiamo di sviscerare il percorso e le possibili opzioni tattiche e tecniche che offre. Una preparazione partita da lontano e vissuta tutti insieme, da prima ancora del Tour de l’Avenir. In un ritiro a Sestriere concluso ieri (mercoledì 1° settembre), tutti insieme, da vera squadra, perché gli appuntamenti importanti li si prepara e li e li si vive accanto ai compagni di avventura.

Lo abbiamo visto con la nazionale di Mancini, che ha vinto Euro 2020, quanto sia importante il gruppo e creare un legame tra gli atleti così da lottare ancor di più l’uno per l’altro.

Ecco l’altimetria del circuito cittadino che gli U23 dovrammo percorrere per 10 volte
Ecco l’altimetria del circuito cittadino che gli U23 dovrammo percorrere per 10 volte
Buongiorno Marino, iniziamo dal percorso

Sarà una corsa breve, come solito nelle gare UEC (Union Eropéenne de Cyclisme, ndr). Un circuito di 13,7 chilometri da ripetere 10 volte, la distanza non è proibitiva ma non dà respiro. Nel mezzo del circuito c’è la salita di Povo, 3,6 chilometri divisa in due fasi. Una prima più pedalabile, poi un falso piano di circa un chilometro porta al tratto più duro con pendenze anche all’8 per cento.

Quali insidie nasconde?

E’ vietato distrarsi, la salita a metà è particolare, mentre la parte cittadina è molto tecnica, non si potrà far uscire una fuga numerosa: già 4-5 corridori sarebbero troppi. Bisognerà correre in testa al gruppo, per tutta la gara, vista anche la lunghezza del percorso e per questo la scelta dei corridori è fondamentale.

Zana tappa Pace 2021
Dopo buone prove tra i pro’ e un grande Avenir, Zana ora punta dritto sugli europei
Zana tappa Pace 2021
La vittoria nella seconda tappa di Zana, decisiva per la classifica finale
A proposito, hai già delle idee?

Ho portato 10 corridori con me al ritiro sul Sestriere, dopo il Tour del’Avenir. Dovrò selezionarne 6, non è mai un compito semplice, è la parte più dura del mio lavoro. Non è facile escludere un ragazzo che ha delle ambizioni e dei sogni, ma come dico spesso loro: «In questa categoria siete solamente di passaggio, il vostro futuro è nei professionisti, qui fate qualche esperienza ma è ìl che vi affermerete». 

Hai dei nomi di cui sei certo?

Baroncini, Colnaghi (in apertura con il tecnico azzurro, nella foto Scanferla) e Zana correranno quasi sicuramente, gli altri tre li deciderò guardando anche le prossime corse.

Ayuso sembra meno brillante che ad inizio stagione, ma sarà osservato speciale
Ayuso sembra meno brillante che ad inizio stagione, ma sarà osservato speciale
Gli avversari? Hai qualcuno da tener d’occhio?

Siamo all’Europeo, tutti sono pericolosi, come detto non potremo neanche far andare via la fuga numerosa. Su tutte, le nazioni da marcare saranno Spagna, Norvegia, Olanda e Belgio. Ayuso e Romo su tutti mi spaventano più degli altri.

Ci sarà da preparare anche il mondiale, il gruppo sarà lo stesso?

I 10 corridori sì, ovviamente cambiando il percorso e il tipo di clima farò poi le mie scelte, sono gare completamente differenti. Trento è adatta a scalatori e gente leggera e scattante, in Belgio ci saranno pietre, vento, strappi brevi ed intensi, dovrò scegliere corridori con caratteristiche da passista veloce.

Baroncini è uno dei nomi sicuri di Amadori, qui piazzato a Poggiana (foto Scanferla)
Baroncini è uno dei nomi sicuri di Amadori, qui piazzato a Poggiana (foto Scanferla)
Siete partiti da lontano con la preparazione

Assolutamente, tra Avenir ed il ritiro al Sestriere siamo insieme da 23 giorni. Sono tanti, ma i corridori lo hanno fatto volentieri, questo mi fa capire che credono nel progetto.

E le squadre come l’hanno presa?

Quando abbiamo presentato il nostro progetto ai team ci hanno capito subito. Il loro è un grande sacrificio, nessuna squadra perde per così tanto tempo un proprio atleta. Mi fa pensare che anche loro hanno capito che lavoriamo bene, anche a livello di staff e si fidano di noi.

Marino Amadori a colloquio con Frigo
Marino Amadori a colloquio con Frigo
Per la cronometro?

Abbiamo lavorato anche per quella, sempre al Sestiere, con l’aiuto importantissimo di Marco Villa e Mario Scirea, gli uomini che faranno la prova all’Europeo e poi al Mondiale saranno: Baroncini, Coati e Frigo. Rimane solo da capire come li divideremo, potendo schierare due atleti in tutti e due gli appuntamenti.