Team Coratti 2025, campione italiano juniores, Vincenzo Carosi

Fusione saltata: il Team Coratti riparte con le proprie forze

28.11.2025
4 min
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Il comunicato che annuncia come la Borgo Molino Vigna Fiorita e il Team Coratti proseguiranno separatamente il loro percorso nella categoria juniores misura poche righe. Si parla di una scelta presa in comune accordo per assicurare ai giovani il giusto spazio per correre e mettersi in mostra. In calce ci sono le dichiarazioni dei rispettivi presidenti, Pietro Nardin per la Borgo Molino e Simone Coratti per il Team Coratti (in apertura, immagine photors.it). 

L’uscita dal team Borgo Molino di Cristian Pavanello, che ci aveva anticipato di tale separazione, ha levato l’ossigeno al fuoco, spegnendolo in maniera inesorabile. 

«La situazione di Pavanello ci ha spiazzati – racconta Simone Coratti – era stato lui stesso a proporre la fusione con il nostro team. Il tutto era nato dalla conoscenza e dall’amicizia che lo lega al nostro diesse, ragionano allo stesso modo e avevano trovato un’idea per portare avanti un progetto ambizioso».

In foto i due presidenti (a sx Simone Coratti, a dx Pietro Nardin) alla firma del contratto per la fusione tra i due team, poi saltata
In foto i due presidenti (a sx Simone Coratti, a dx Pietro Nardin) alla firma del contratto per la fusione tra i due team, poi saltata

Il proprio giardino

Nel momento in cui Cristian Pavanello ha lasciato la formazione veneta, le cose sono cambiate e certe dinamiche sono state riscritte. 

«La Borgo Molino – prosegue Simone Coratti – sarà gestita da Luciano Rui e così dopo l’addio di Pavanello ci è stato comunicato che la fusione non si sarebbe più fatta. Avevamo già tutto pronto: dalle bici, che ci avrebbe fornito la Borgo Molino, a un’idea di calendario. C’era anche una rosa di quindici atleti, sei loro e nove nostri».

Team Coratti 2025 (foto Instagram)
Con l’accordo tra i due team per i ragazzi laziali si sarebbero aperte le porte per un calendario di maggior spessore (foto Instagram)
Team Coratti 2025 (foto Instagram)
Con l’accordo tra i due team per i ragazzi laziali si sarebbero aperte le porte per un calendario di maggior spessore (foto Instagram)
Dall’avere tutto pronto a ripartire da zero…

Avevamo anche in mente di fare qualche esperienza internazionale in più, cosa che ho sempre voluto fare ma è difficile da gestire, soprattutto quando si ha una squadra nel Centro Italia. L’obiettivo era di creare una doppia attività e di unire le forze per le corse di livello più alto portando i migliori atleti.

L’accordo era per trovare maggior forza economica?

In realtà sono sempre andato avanti da solo, e con qualche piccolo sponsor. Nel Lazio è difficile trovare realtà che vogliono investire nel ciclismo. Andrò avanti ancora con le mie forze, per fortuna non avremo particolari difficoltà a proporre l’attività che abbiamo sempre fatto. Non nascondo che con il potenziale economico della Borgo Molino (ma il sostegno sarebbe stato reciproco, ndr) avremmo potuto guardare a qualche appuntamento in più all’estero. Anche perché l’asticella nella categoria juniores si sta alzando parecchio.

Team Coratti, campione itlaiano juniores 2025, Vincenzo Carosi (foto Instagram)
Il Team Coratti nel 2026 vestirà ancora la maglia tricolore: il campione italiano juniores, Vincenzo Carosi, rimane in rosa (foto Instagram)
Team Coratti, campione itlaiano juniores 2025, Vincenzo Carosi (foto Instagram)
Il Team Coratti nel 2026 vestirà ancora la maglia tricolore: il campione italiano juniores, Vincenzo Carosi, rimane in rosa (foto Instagram)
Andrete avanti con i nove ragazzi che avete selezionato?

Sì, nel Lazio non ci mancano gli atleti. Anzi, se avessimo saputo prima di questa scelta, magari avremmo allargato la rosa con altri due o tre ragazzi. Il problema da noi è che per fare attività devi sempre andare in trasferta. Non siamo in Toscana o nel Nord Italia dove ci sono tante corse. Qui si deve viaggiare tanto per trovarle ed economicamente questo è un peso. 

Siete già a buon punto per la programmazione del 2026?

Per l’abbigliamento abbiamo Volata, che avrebbe realizzato le divise in caso di fusione, che ci darà comunque supporto fornendoci i kit. Le bici dovrebbero essere a posto, sto sentendo un po’ di persone e siamo vicini a un accordo. Mentre per lo staff resteremo gli stessi, non avremo innesti nuovi. Fortunatamente abbiamo tante persone a sostenerci e darci una mano. Una cosa è certa: il pallino di fare un’esperienza all’estero mi è rimasto, vorrei riuscire a fare questo regalo ai miei ragazzi. 

Campionato italiano juniores Trieste 2025, Lazio, Team Coratti, Vincenzo Carosi
La Rappresentativa Lazio festeggia con Carosi il tricolore juniores (Photors.it)
Campionato italiano juniores Trieste 2025, Lazio, Team Coratti, Vincenzo Carosi
La Rappresentativa Lazio festeggia con Carosi il tricolore juniores (Photors.it)

Il senso delle parole di Simone Coratti è chiaro: l’accordo con la Borgo Molino Vigna Fiorita non avrebbe salvato una squadra, ma avrebbe concesso più spazio e maggiori occasioni a ragazzi che, per correre ogni domenica, sono chiamati a fare tanti sacrifici. Chiunque segue e lavora nel ciclismo giovanile sente spesso la parola: “sacrificio”. Allora, se questa unione avrebbe dato un sostegno a una realtà che fa parte di questo movimento perché negare l’aiuto? Si parla tanto di come risollevare il ciclismo giovanile, ma se non si tende la mano al proprio vicino diventa difficile pensare di creare una rete in grado di salvarci.

Juniores, Borgo Molino Vigna Fiorita 2025 (Photors.it)

Pavanello e Borgo Molino: i motivi dietro l’addio

22.11.2025
5 min
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Quattro anni da corridore e poi altri ventisei in ammiraglia, a seguire, allenare, parlare e veder crescere giovani di generazioni tanto diverse ma con un’unica passione: il ciclismo. Le strade di Cristian Pavanello e della Borgo Molino Vigna Fiorita si sono separate dopo trent’anni, una scelta difficile ma necessaria. Il cammino intrapreso insieme è giunto a un bivio e non è stato più possibile proseguire l’uno accanto all’altro (in apertura Photors.it). 

«Ho fatto il diesse per tanti anni – racconta Pavanello quando lo chiamiamo per raccontarci questa storia – ma non sono io il padrone di casa. In queste situazioni nel momento in cui non sei d’accordo con determinate scelte è il momento di voltare pagina. La stagione 2025 non è stata una delle migliori, ma in tanti anni di attività possono capitare delle annate storte. Abbiamo avuto degli infortuni che ci hanno rallentati, succede e si guarda avanti».

Cristian Pavanello, Juniores, Borgo Molino Vigna Fiorita 2025 (Photors.it)
Cristian Pavanello dopo 26 anni lascia la Borgo Molino Vigna Fiorita (Photors.it)
Cristian Pavanello, Juniores, Borgo Molino Vigna Fiorita 2025 (Photors.it)
Cristian Pavanello dopo 26 anni lascia la Borgo Molino Vigna Fiorita (Photors.it)
Tuttavia le strade si dividono…

Chi è a capo del team ha voluto fare dei cambiamenti sui quali non mi trovavo d’accordo. Si è voluto inserire del personale nuovo che avesse un collegamento con squadre WorldTour, sinceramente mi è sembrato un passo fin troppo grande. E’ normale che dopo tanti anni si provi a cambiare, tutti cerchiamo di restare aggiornati e seguire i tempi. 

Quale aspetto non ti ha convinto?

Si vogliono apportare determinati cambiamenti in una categoria, quella juniores, nella quale i ragazzi hanno ancora tante altre cose a cui pensare. Prima tra tutte la scuola. Il ciclismo in età giovanile e adolescenziale non dovrebbe essere visto come una professione, eppure questo già succede. Ci sono ragazzi che lasciano gli studi.

Juniores, Borgo Molino Vigna Fiorita 2025 (Photors.it)
Il 2025 è stato un anno difficile ma non privo di soddisfazioni, qui la vittoria al GP Rinascita, la corsa di casa del team (Photors.it)
Juniores, Borgo Molino Vigna Fiorita 2025 (Photors.it)
Il 2025 è stato un anno difficile ma non privo di soddisfazioni, qui la vittoria al GP Rinascita, la corsa di casa del team (Photors.it)
Un mondo, in generale, nel quale si fa fatica a riconoscersi?

Sono arrivate anche qui (tra gli juniores, ndr) le società satellite dei team WorldTour. Per fronteggiare e competere contro queste armate non basta dire: «Facciamo come loro». Stiamo parlando di realtà con budget praticamente illimitati e un numero di personale decisamente superiore e qualificato. Per restare al passo con i tempi serve fare scelte ponderate, non basta la voglia di simulare ciò che fanno questi team. 

In Italia è possibile?

Partiamo dal dire che il regolamento federale non aiuta, non è colpa della Federazione perché per aggiornarci serve tempo e mettere d’accordo tante teste (troppe forse, ndr). Ma facciamo un paragone.

I devo team juniores hanno alzato il livello, rendendo difficile per le squadre italiane il confronto, qui la Grenke Auto Eder in parata al 37° Trofeo GD Dorigo (foto Instagram/ATPhotography)
I devo team juniores hanno alzato il livello, rendendo difficile per le squadre italiane il confronto, qui la Grenke Auto Eder in parata al 37° Trofeo GD Dorigo (foto Instagram/ATPhotography)
Prego…

Un devo team juniores può prendere ragazzi di tante nazionalità diverse, senza limiti (il Team Grenke-Auto Eder nel 2025 aveva nove ragazzi di sette nazionalità differenti, ndr). Una squadra juniores italiana può prenderne al massimo uno e poi due atleti con un punteggio superiore a 35. Va da sé che nel confronto non si parta ad armi pari, anche perché ogni domenica corri contro atleti di livello internazionale e noi abbiamo al massimo uno o due ragazzi che possono competere (ne è esempio il successo in parata della stessa Grenke-Auto Eder al Trofeo Dorigo, ndr). 

Guardiamo all’estero ma il confronto è difficile?

E’ tutto completamente diverso, hanno capacità e metodi che per noi sono impossibili da replicare. Pensate al calendario, questi devo team possono correre all’estero quando vogliono. Lo staff e il personale sono pagati e fanno questo di lavoro. In Italia ci basiamo ancora sul volontariato: sacrosanto e per fortuna che esista, ma non si può competere. 

Juniores, Borgo Molino Vigna Fiorita 2025 (Photors.it)
In Italia il movimento juniores si è sempre basato su solide realtà, ma la crisi è evidente (Photors.it)
Juniores, Borgo Molino Vigna Fiorita 2025 (Photors.it)
In Italia il movimento juniores si è sempre basato su solide realtà, ma la crisi è evidente (Photors.it)
Impossibile farlo ora, ma in futuro?

Penso sia possibile, ma si deve fare tutto grado per grado. E prima di quei cambiamenti portati avanti dal team si devono fare altre cose. Ad esempio c’è il discorso dei materiali: biciclette, abbigliamento, ecc… I devo team si basano sulle squadre WorldTour, possono offrire all’atleta un supporto illimitato. Da noi avere due o tre biciclette, poi la bici da cronometro e kit nuovi ogni mese è impossibile

Di squadre che sanno lavorare bene ce ne sono anche da noi…

Chiaramente davanti all’offerta dall’estero un ragazzo si fa attrarre, così come la famiglia. Sembra che in Italia non siamo più bravi a fare nulla, non penso sia vero. Abbiamo le nostre qualità, certo per competere con determinate realtà si fa fatica. Ma ci siamo sempre difesi.

L’accordo tra Borgo Molino e Coratti era stato siglato tra i due presidenti, Pietro Nardin e Simone Coratti. Poi il dietrofront di questi giorni
L’accordo tra Borgo Molino e Coratti era stato siglato tra i due presidenti, Pietro Nardin e Simone Coratti. Poi il dietrofront di questi giorni
E’ notizia di qualche giorno fa che la Borgo Molino e il Team Coratti non si uniranno più.

Era un’iniziativa portata avanti da me, negli anni ne abbiamo fatte tante tra Italia ed estero. Non so come mai non sia proseguita la cosa. Io avevo fatto incontrare i due presidenti delle squadre che poi erano arrivati a trovare l’accordo, ma è saltato tutto. A mio avviso era una bella iniziativa. Va bene ambire al WorldTour (l’obiettivo dichiarato della Borgo Molino è diventare devo team entro cinque anni, ndr) ma prima sarebbe stato meglio aprire gli occhi e allargare il bacino d’utenza in Italia.

Borgo Molino-Coratti, una fusione necessaria per andare avanti

14.10.2025
5 min
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La notizia delle settimane scorse rappresenta, per il mondo degli juniores, una sorta di tsunami: Borgo Molino Vigna Fiorita e Team Coratti si mettono insieme per il 2026, andando a rappresentare un forte contraltare nazionale ai grandi team esteri che, anche nelle classiche internazionali allestite nel nostro Paese, hanno fatto man bassa di successi (nella foto di apertura la firma del contratto da parte dei presidenti Pietro Nardin e Simone Coratti).

Una scelta principalmente economica, per fronteggiare nella maniera più consona un’attività sempre più dispendiosa che richiede anche convergenza di vedute, di obiettivi, di risorse: «Con Simone – spiega il diesse della Borgo Molino Cristian Pavanello – ci conosciamo da tanti anni ormai. C’era già stato un contatto poco prima della loro scelta di unirsi alla Work Service, ma noi avevamo già 15-16 corridori, dunque eravamo già al completo, considerando anche l’afflusso dal nostro team allievi. Questo, un paio d’anni fa. Poi recentemente vedendoci alle corse mi hanno espresso la loro volontà di trovare un nuovo abbinamento. L’intenzione nostra come società era quella di allargarci un po’ di più, di coprire un po’ più il territorio nazionale, perché è sempre più difficile reperire ragazzi qui nella zona nostra. I numeri sono inferiori a qualche anno fa e fare la squadra diventa sempre più complicato. Da qui è nato l’accordo».

Cristian Pavanello è stato dilettante e guida gli juniores della Borgo Molino (foto photors.it)
Cristian Pavanello è stato dilettante e guida gli juniores della Borgo Molino (foto photors.it)
Cristian Pavanello è stato dilettante e guida gli juniores della Borgo Molino (foto photors.it)
Cristian Pavanello è stato dilettante e guida gli juniores della Borgo Molino (foto photors.it)

Una fusione che costa posti in squadra

Considerando i numeri del team veneto, facile presumere che ci sarà un ridimensionamento nei loro quadri: «Effettivamente qualche corridore cambierà squadra. Non voglio far polemiche, può essere che non facciamo bene le cose noi, ma può essere che non le facciano bene neanche loro come atleti. Noi avremo almeno 7 corridori nelle nostre file, loro ne avranno 9, quindi saremo sempre intorno ai 16 effettivi. Abbiamo dovuto tagliare noi come anche loro. Quest’anno avevamo dei numeri maggiori, ma alcuni corridori non si sono rivelati all’altezza della situazione».

La fusione fra i due team avrà condizioni molto precise, partendo dal presupposto che si tratta di un gruppo unico, non due entità fuse: «Questo è un concetto importante. Ci saranno due gruppi ogni domenica, in modo da poter coprire più eventi. Avremo il tesseramento plurimo, quindi corridori in Veneto e nel Lazio, ma la società è unica, stessa maglia, stesso gruppo. Noi abbiamo 25 gare del massimo calendario e in quelle puoi schierare da 5 a 7 corridori, significa che al contempo un’altra squadra gareggerà da un’altra parte. Al massimo evento andranno quelli più in condizione, a prescindere dalla provenienza regionale, oppure quelli più adatti alla corsa e con gli altri si farà un un’altra gara».

I ragazzi della Borgo Molino nel 2025 hanno raccolto 4 vittorie nazionali con 13 Top 10 (foto Facebook)
I ragazzi della Borgo Molino nel 2025 hanno raccolto 4 vittorie nazionali con 13 top 10 (foto Facebook)
I ragazzi della Borgo Molino nel 2025 hanno raccolto 4 vittorie nazionali con 13 Top 10 (foto Facebook)
I ragazzi della Borgo Molino nel 2025 hanno raccolto 4 vittorie nazionali con 13 top 10 (foto Facebook)

Una scelta obbligata

Per il team veneto non è d’altronde una novità: «Quest’anno avevamo corridori dal Veneto e dal Friuli, ma la società era unica ed è stata gestita proprio secondo questi schemi. Questa fusione è un tentativo di risposta alla competitività sempre maggiore, soprattutto a livello internazionale, nella categoria. Era ovvio che si finisse così, vediamo che grandi sodalizi come Team Giorgi o Aspiratori Otelli hanno chiuso, portare avanti una squadra è sempre più difficile, considerando anche il fatto che i corridori possono passare di squadra da un anno all’altro e addirittura scegliere destinazioni estere.

«Noi proviamo a difenderci di fronte a un livello che si è alzato di molto. Non so dire se sia un bene o un male, considerando anche i procuratori che sono entrati nel mondo degli juniores cambiando completamente le prospettive. Siamo nel mezzo di profondi cambiamenti e noi ci dobbiamo adeguare».

La società veneta è chiamata a ridimensionare i suoi quadri, fondendosi con il Team Coratti (foto Facebook)
La società veneta è chiamata a ridimensionare i suoi quadri, fondendosi con il Team Coratti (foto Facebook)
La società veneta è chiamata a ridimensionare i suoi quadri, fondendosi con il Team Coratti (foto Facebook)
La società veneta è chiamata a ridimensionare i suoi quadri, fondendosi con il Team Coratti (foto Facebook)

La versione di Coratti

Proviamo a sentire anche l’altra campana, con Simone Coratti che spiega il perché di questa scelta: «Loro hanno saputo che l’accordo con la Work Service era sciolto, così si sono fatti avanti. D’altronde ormai la Work Service non aveva quasi più corridori, abbiamo continuato per amicizia».

Come funzionerà il sodalizio da parte loro? «I due gruppi lavoreranno insieme, poi alla domenica ci fonderemo, o meglio fonderemo i gruppi scegliendo per ogni corridore la migliore destinazione agonistica. Comunque i ragazzi correranno insieme. Faremo due attività diverse alternando i ragazzi in modo da far fare a tutti le giuste esperienze. Ciascun gruppo ha il suo staff e anche in questo ci alterneremo in base al calendario».

3 vittorie e 9 Top 10 per la formazione laziale, che ha lanciato il tricolore Carosi e l'australiano Manion (foto Facebook)
Tre vittorie e 9 top 10 per la formazione laziale, che ha lanciato il tricolore Carosi e l’australiano Manion (foto Facebook)
3 vittorie e 9 Top 10 per la formazione laziale, che ha lanciato il tricolore Carosi e l'australiano Manion (foto Facebook)
Tre vittorie e 9 top 10 per la formazione laziale, che ha lanciato il tricolore Carosi e l’australiano Manion (foto Facebook)

Unire le forze per opporsi ai grandi team

Come va interpretata questa fusione? «E’ una risposta alla situazione. Io obiettivamente da solo non ce la faccio, sono il presidente della società ma intorno salvo qualche sponsor non ho nessuno. Sicuramente loro nel Nord hanno qualche possibilità in più di avere altri sponsor, qualcuno che contribuisce in misura maggiore. Oggi come oggi è difficile andare avanti, unire le forze potrebbe essere anche un bene.

«Siamo sinceri: se non ci fossero state la Borgo Molino o la Work Service io avrei chiuso, perché non posso permettermi di fare anche attività all’estero che è necessaria. Magari la Borgo Molino ci permette di fare qualche corsetta fuori dall’Italia, io da solo sicuramente avrei meno possibilità».

Il campione d'Italia Vincenzo Carosi resterà nel team anche nel 2026, per acquisire maggiore esperienza
Il campione d’Italia Vincenzo Carosi resterà nel team anche nel 2026, per acquisire maggiore esperienza
Il campione d'Italia Vincenzo Carosi resterà nel team anche nel 2026, per acquisire maggiore esperienza
Il campione d’Italia Vincenzo Carosi resterà nel team anche nel 2026, per acquisire maggiore esperienza

Carosi leader tricolore nel 2026

Come giudica la stagione che va a concludersi? «Per noi è stata bellissima, avendo Vincenzo Carosi come campione italiano, per noi una novità assoluta nella categoria. Abbiamo vinto 13 corse, di cui 3 nazionali, che è un numero cospicuo, senza contare i successi nelle categorie inferiori. Carosi resta con noi come anche il gruppo di allievi che passano di categoria. Hanno pienamente fiducia, non gli facciamo mancare niente, in questo modo li porteremo a dare il meglio».

Grigolini

A Osoppo riecco Grigolini, bronzo mondiale con grandi progetti

13.10.2025
6 min
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Terza tappa al Giro delle Regioni dalla quale emerge tutto il meglio del ciclocross nazionale. Un test fondamentale un po’ per tutti e per tutte le categorie, tanto è vero che il cittì Daniele Pontoni ha riempito il suo ideale taccuino di appunti in vista del primo grande appuntamento stagionale, gli europei del secondo weekend di novembre. Da una parte emerge un livello qualitativo alto in quasi tutte le categorie assolute (i giovani di ieri premono e stanno cominciando a rimescolare le carte anche fra gli Elite), dall’altra si rivedono anche corridori che avevamo lasciato lo scorso inverno con una grande gioia e tante prospettive, come il bronzo mondiale Filippo Grigolini.

L'arrivo vittorioso di Grigolini, con 13" su Tommaso Cingolani e 18" su Dell'Oglio (foto Paletti)
L’arrivo vittorioso di Grigolini, con 13″ su Tommaso Cingolani e 18″ su Dell’Oglio (foto Paletti)
L'arrivo vittorioso di Grigolini, con 13" su Tommaso Cingolani e 18" su Dell'Oglio (foto Paletti)
L’arrivo vittorioso di Grigolini, con 13″ su Tommaso Cingolani e 18″ su Dell’Oglio (foto Paletti)

Si parte dal bronzo mondiale

Battuto nettamente a Tarvisio dal campione d’Italia Patrick Pezzo Rosola, Grigolini si è preso una sonora rivincita sempre in terra friulana, su un percorso che conosce a menadito, traendo dalla gara quelle rassicurazioni sulla sua forma che cercava: «Siamo partiti e subito con il mio compagno di squadra Filippo Cingolani abbiamo fatto il vuoto. Io già dopo la prima curva mi sono messo in testa e non l’ho più lasciata. Al terzo giro Filippo si è staccato e il resto della gara l’ho fatto da solo. Ho un po’ riscattato quel pizzico di delusione vissuto a Tarvisio: lì stavo bene, ma nevicava, pioveva, col freddo sono andato in crisi».

Grigolini è al secondo anno nella categoria, ma chiaramente la nomea di bronzo mondiale in carica lo porta alle gare con un carico d’attenzione addosso che gli avversari non hanno: «A me non pesa questa pressione, è anche normale che ci sia. Il fatto del podio mi dà una motivazione in più per trovare quest’anno tutti gli strumenti per provare a vincerlo, il mondiale…».

Il friulano insieme a Tommaso Cingolani, poi staccato. Grigolini punta deciso al mondiale di Hulst 2026 (foto Paletti)
Il friulano insieme a Tommaso Cingolani, poi staccato. Grigolini punta deciso al mondiale di Hulst 2026 (foto Paletti)

Dalla strada una nuova dimensione

Dopo il mondiale, il friulano ha vissuto una stagione su strada, la sua prima in assoluto, senza troppe gare, ma vissuta con grande attenzione e risultati di un certo peso: «Non avevo mai corso prima, è stata un’esperienza bella. Mi sono anche trovato bene, anche se con il mio team, il Borgo Molino Vigna Fiorita non si è instaurato il giusto feeling. Ma è stata un’esperienza positiva che mi aiuterà anche molto per questa stagione di ciclocross».

26 giorni di gara con alcune Top 10 di qualità, sia nelle corse di un giorno che nelle classifiche dei giovani delle corse a tappe. Qual è allora la tua dimensione ideale? «Io credo di essere andato soprattutto forte nelle corse di più giorni. Anche se magari ho avuto una giornata storta e perdevo tempo senza quindi riuscire a consolidare bene la classifica ed è su questo aspetto che voglio lavorare perché vedo che ho grandi margini».

Uno sconsolato Grigolini al Giro del Medio Po, ripreso a 10 metri dal traguardo
Uno sconsolato Grigolini al Giro del Medio Po, ripreso a 10 metri dal traguardo (foto Instagram)
Uno sconsolato Grigolini al Giro del Medio Po, ripreso a 10 metri dal traguardo
Uno sconsolato Grigolini al Giro del Medio Po, ripreso a 10 metri dal traguardo (foto Instagram)

Una vittoria sfuggita per… 10 metri

Qual è stata la tua gara migliore su strada? «Al Giro d’Abruzzo devo dire che mi sono divertito e ho fatto anche bene con due Top 10 e il 6° posto finale, ma la mia gara migliore secondo me è stata al successivo Giro del Medio Po, non tanto per il 5° posto finale, miglior risultato della mia stagione quanto perché me la stavo giocando alla grande per la vittoria, mi hanno ripreso proprio sul traguardo. Ero andato via in salita e credevo davvero di avercela fatta, fino agli ultimi 10 metri…».

Ma ora Grigolini possiamo considerarlo un ciclocrossista o uno stradista? «Entrambe le cose, io voglio fare bene in ambedue. Per questo ho messo da parte la mtb per concentrarmi su queste due discipline che per me sono bellissime».

28 giorni di gara su strada con 9 Top 10, un bottino di buon livello per la sua prima stagione (foto Instagram)
28 giorni di gara su strada con 9 Top 10, un bottino di buon livello per la sua prima stagione (foto Instagram)
28 giorni di gara su strada con 9 Top 10, un bottino di buon livello per la sua prima stagione (foto Instagram)
28 giorni di gara su strada con 9 Top 10, un bottino di buon livello per la sua prima stagione (foto Instagram)

Già nel mirino di un devo team

Tanti obiettivi nel corso dell’inverno e non solo: «Ora si lavora per gli europei, poi ci sarà il lungo avvicinamento alle gare titolate di gennaio e come ho detto la mia mente è focalizzata sul mondiale e quei gradini del podio da scalare. Poi ci sarà la stagione su strada, in un nuovo team per le gare in Italia, ma farò anche alcune prove estere con un devo team internazionale con il quale poi conto di passare direttamente da Under 23. Non sarò stagista, avrò proprio un doppio tesserino, uno per le gare italiane e uno per quelle all’estero, fra pochi giorni dovrebbe essere annunciato il tutto».

Il podio della prova Open con Bertolini (3°), Scappini al secondo successo e Ceolin (foto Paletti)
Il podio della prova Open con Bertolini (3°), Scappini al secondo successo e Ceolin (foto Paletti)
Il podio della prova Open con Bertolini (3°), Scappini al secondo successo e Ceolin (foto Paletti)
Il podio della prova Open con Bertolini (3°), Scappini al secondo successo e Ceolin (foto Paletti)

Giornata no per Viezzi, sì per Scappini

La domenica di Osoppo, allestita con la consueta perizia dal Jam’s Bike Team Buja è stata importante anche per altre categorie. Appassionante la prova Open maschile dove le gerarchie della domenica precedente si sono ribaltate e Scappini è tornato a ruggire, aggiudicandosi la gara questa volta con tutti i migliori contro. Viezzi, trionfatore a Tarvisio ha pagato una pessima partenza ma peggio è andata a Mattia Agostinacchio, al suo esordio fra gli U23, caduto al primo giro insieme a Bertolini e poi alle prese con una doppia scollatura alla ruota posteriore che l’ha costretto al ritiro. Alla fine Scappini ha avuto la meglio in volata su Ceolin contenendo il ritorno furioso di Bertolini.

Secondo successo nel circuito per la Casasola, qui alle spalle della Borello sempre leader (foto Paletti)
Secondo successo nel circuito per la Casasola, qui alle spalle della Borello sempre leader (foto Paletti)
Secondo successo nel circuito per la Casasola, qui alle spalle della Borello sempre leader (foto Paletti)
Secondo successo nel circuito per la Casasola, qui alle spalle della Borello sempre leader (foto Paletti)

La salita a tutta birra della Casasola

Seconda apparizione e seconda vittoria invece per Sara Casasola, andata via al penultimo giro e unica donna capace di superare la rampa più ripida del percorso senza mettere piede a terra. Un dato importante, che l’ha confortata anche più della vittoria su Elisa Ferri (all’esordio fra le U23) e la leader di classifica Carlotta Borello, sulla strada verso la miglior condizione da mostrare già nelle prime prove del Superprestige.

Vince in volata, ma vuole completarsi: scopriamo Marchi

26.04.2025
6 min
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La prima mano di poker è stata sua. In un mese da inizio marzo ha inanellato quattro vittorie tutte con una volata potente, la sua griffe. Tommaso Marchi in questo scorcio di stagione ha dimostrato di essere il velocista più continuo, anche per merito del lavoro sviluppato dalla Borgo Molino Vigna Fiorita.

Al secondo anno da junior, il 18enne trevigiano di Mareno di Piave (in apertura foto Lisa Paletti) sta mantenendo fede al suo percorso di crescita, fatto finora di quaranta successi giovanili partendo agli esordienti. Numeri importanti che tuttavia vanno valutati dal punto di vista statistico per non togliere l’attenzione ad un altro aspetto fondamentale, quello di diventare un corridore.

Per Pavanello (secondo da destra), Marchi è un velocista moderno con margini di crescita sul passo (foto Borgo Molino)
Per Pavanello (primo da destra), Marchi è un velocista moderno con margini di crescita sul passo (foto Borgo Molino)

Visto da Pavanello

Quando abbiamo deciso di conoscere meglio Marchi, non abbiamo potuto tralasciare il parere di Cristian Pavanello, suo diesse e grande conoscitore del panorama giovanile.

«Prima di tutto devo dire – apre il discorso – che Tommaso va elogiato perché è un bravo ragazzo, educato, dalle buone maniere e che si impegna tanto a scuola. Un figlio che ogni genitore vorrebbe avere. Dal punto di vista ciclistico invece in questi due anni, ed in particolare l’anno scorso, abbiamo lavorato cercando di migliorare dove ce n’era bisogno, specie sul fondo e in salita. E già ora ne vediamo i risultati. Vincere una gara come i Colli Marignanesi in Romagna non è cosa da poco. E nemmeno in Toscana ad Altopascio era semplice.

«Ora credo sia un corridore più moderno del classico velocista – conclude Pavanello – Certo parliamo sempre di un ragazzo che pesa 80 chilogrammi, quindi sullo Zoncolan non lo vedremo mai con i primi, a meno che non parta il giorno prima (ci dice sorridendo, ndr). Battute a parte credo che Tommaso nel tempo possa essere un uomo veloce forte anche sul passo, ma c’è molto da lavorare. Ci vuole pazienza. Le vittorie hanno un loro significato e servono, però poi conta il domani. Mezzi permettendo, negli juniores occorre imparare il mestiere per sapersi esprimere domani. Non pensiamo a ciò che accade troppo spesso ai ragazzi di adesso che vanno direttamente nel WorldTour».

Uno. Il 9 marzo a Nonantola colpo di reni vincente di Marchi su Vendramin per la prima vittoria stagionale (foto italiaciclismo.net)
Uno. Il 9 marzo a Nonantola colpo di reni vincente di Marchi su Vendramin per la prima vittoria stagionale (foto italiaciclismo.net)
Tommaso, partiamo da una tua presentazione. Chi sei giù dalla bici?

Sono un ragazzo che frequenta la quarta classe di ragioneria in un istituto di Conegliano. Nel tempo libero mi piace stare con la fidanzata e con gli amici, soprattutto per staccare la mente. Purtroppo con loro mi capita spesso di dire di no per gli impegni agonistici, ma sono comprensivi ed anche a scuola quando sono assente giustificato riescono a spiegare bene agli altri compagni e ai professori quanto ora sia difficile e complesso il ciclismo. Non seguo il calcio, mi appassiona la Formula 1 e naturalmente il mio sport.

Come nasce invece il Tommaso ciclista?

Ho iniziato a correre in bici da G2 per caso, quasi per sbaglio. Un giorno ho seguito ad un allenamento un mio amico che già gareggiava nel Pedale Marenese, il cui diesse era un mio vicino di casa. Non sapevo del ciclismo, però guardando quei miei coetanei mi sono entusiasmato e sono tornato a casa dicendo a mio padre che volevo provare a correre. Lui era stupito, ma mi ha accontentato ed è cresciuta la passione. Ancora adesso mi sento un bambino che si diverte in bici e mi aiuta a non sentire il peso degli allenamenti.

Immaginiamo che conti anche la società in cui corri.

Sì, tanto assolutamente. Nella nostra squadra c’è un clima tranquillo e stiamo bene. Quest’anno abbiamo tanti ragazzi all’esordio tra gli juniores che devono imparare, anzi che vogliono imparare. Li vedo molto attenti, in crescita e mi hanno aiutato a vincere. Siamo un bel gruppo.

Prendendo spunto da ciò che ha detto il tuo diesse, che tipo di corridore ti senti?

Cristian ha detto velocista moderno, io non saprei ancora come definirmi. Tengo sugli strappi brevi e l’anno scorso avevo colto un decimo posto al Trofeo Piva Junior che ha scoperto qualche caratteristica nuova di me. Sto lavorando da tempo sulle salite più lunghe e mi sento meglio. Già in questo avvio di stagione avevo valori come quelli di metà stagione dell’anno scorso. Devo certamente migliorare la mia esplosività in volata. Al momento sono uno da volate lunghe. Le lancio a 250 metri dal traguardo e se riesco a tenere la velocità alta, allora me le gioco. Infatti da allievo avevo vinto un tricolore nel keirin sulla pista di Dalmine che è lunga 400 metri.

Tre. Marchi vince i Colli Marignanesi indicando con la mano il bottino fin lì raccolto (foto italiaciclismo.net)
Tre. Marchi vince i Colli Marignanesi indicando con la mano il bottino fin lì raccolto (foto italiaciclismo.net)
A proposito, come sei messo con la doppia attività?

Quest’anno, parlando con Pavanello, abbiamo deciso di concentrarci solo sulla strada. In pista dovrei correre solo i campionati italiani, però vorrei riprendere a fare entrambe nel 2026 perché sappiamo che la multidisciplinarietà è importante.

L’anno prossimo passerai U23 e sicuramente sarai finito nel taccuino di tante formazioni. Sai già qualcosa?

Il mio procuratore Alessandro Mazzurana (dell’agenzia Teamvision Cycling, ndr) mi tiene aggiornato. Non sto correndo con la pressione di fare il salto negli U23 in un certo modo. So che ci sono un paio di squadre interessate a me, però io non ci penso o comunque ci penserò più avanti.

Ti sei ispirato a qualche pro’ in questi anni?

Non uno in particolare. Quando ho iniziato a correre il mio idolo era Sagan, anche perché era un bel personaggio che faceva bene al ciclismo. Adesso mi piace un corridore lontano dalle mie caratteristiche (sorride, ndr). Mi piace Evenepoel perché adesso quando corre non è mai anonimo. E’ uno che ci prova sempre.

Quali sono gli obiettivi a medio e lungo termine di Tommaso Marchi?

Il campionato italiano è uno di questi, anche se dobbiamo ancora capire come sarà il percorso. A luglio al Piva Junior sono curioso di vedere la differenza dall’anno scorso, ma in generale punto a guadagnarmi una convocazione in nazionale per l’europeo o per altre gare internazionali. La maglia azzurra l’ho indossata da allievo nel 2023 agli EYOF di Maribor. E’ stata un’esperienza bellissima, ma poco fortunata. Durante la crono diluviava e tirava un vento così forte che ad un mio compagno volarono via gli occhiali. Nella prova in linea invece la mia gara era durata poco. Erano caduti tre atleti davanti a me ed io ne ero rimasto coinvolto. Se dovessi indossare nuovamente l’azzurro, vorrei rifarmi o almeno essere più fortunato.

Il bronzo di Grigolini, travolto dalla festa di Mattia

08.02.2025
5 min
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C’era anche lui, sul podio di Lievin. Certo, forse tanti guardavano al centro, a Mattia Agostinacchio con la sua sgargiante maglia arcobaleno, ma al suo fianco faceva bella mostra di sé anche la medaglia di bronzo di Filippo Grigolini. In un’altra edizione quell’impresa avrebbe forse avuto ben altra eco, in quegli anni di vacche magre per il ciclocross italiano. Ma forse proprio quel bronzo arrivato in quella che è stata un’autentica festa azzurra assume un significato ancora maggiore.

Il podio mondiale con il friulano al fianco dell’amico-rivale Agostinacchio e del francese Bruyere Joumard
Il podio mondiale con il friulano al fianco dell’amico-rivale Agostinacchio e del francese Bruyere Joumard

A distanza di qualche giorno, quel che si nota parlando con Filippo è come un cambiamento in atto, la consapevolezza di quel che davvero vale e può fare. D’altronde, alla vigilia del mondiale anche lui ambiva a un posto sul podio e averlo centrato è sinonimo di grande qualità.

«Io sapevo che poteva essere nelle mie corde, sono partito con quell’ambizione. E non mi sono scoraggiato neanche quando al secondo giro sono caduto. Ero 12°, stavo risalendo, ho dovuto ricominciare tutto da capo. Ma non mi sono lasciato andare, mi sono detto che potevo ancora rimettere a posto i pezzi del puzzle, c’era tempo».

Per Filippo il finale di mondiale è stato molto duro, ma a dispetto della stanchezza ha vinto il duello con Noval
Per Filippo il finale di mondiale è stato molto duro, ma a dispetto della stanchezza ha vinto il duello con Noval
Una medaglia vinta quindi innanzitutto di testa…

Io penso di sì, la concentrazione è stata l’elemento in più. Dopo la caduta non ho più commesso errori tecnici, perché una caduta è sempre figlia di un errore di guida. Sono andato avanti sapendo che la corsa era ancora lunga e si poteva arrivare dove volevo.

Che gara è stata, diversa dalle altre che hai effettuato all’estero in questa stagione?

Non direi, gli avversari ormai impari a conoscerli dopo le varie prove di Coppa del Mondo e aver seguito la challenge è stata secondo me fondamentale per i nostri risultati. Sai che si parte sempre a tutta, che molto si gioca già all’inizio e non devi perdere il treno dei più forti. E soprattutto che devi stare lì con la testa prima di tutto.

A Benidorm (ESP), nella prova di Coppa prima del mondiale Grigolini aveva chiuso 6°, ma in grande crescita
A Benidorm (ESP), nella prova di Coppa prima del mondiale Grigolini aveva chiuso 6°, ma in grande crescita
Tu sei stato anche davanti, a vedere da vicino la leadership. Ci hai sperato?

Per un attimo, quando il francese è caduto. Io ero dietro con Mattia e lo spagnolo, a quel punto ero secondo, lo vedevo poco davanti. Ma poi sentivo che ero affaticato, che la stanchezza si faceva sentire e dovevo sapermi gestire. Quando Mattia è partito non avevo le gambe per tenerlo, ho pensato che dovevo badare all’iberico per giocarmi il podio e così è stato.

Mattia primo, tu terzo, Patrick Pezzo Rosola che senza la caduta sarebbe stato anche lui a lottare per le prime piazze. Quanto ha contato essere abituati a confrontarvi fra voi?

Io credo che sia stato decisivo, perché ogni gara nazionale era tirata. Lo abbiamo capito dopo che Mattia ha vinto l’europeo, se io finivo secondo vicino a lui significa che anche fra gli stranieri erano pochi a quel livello. Mattia è stato uno stimolo continuo, credo di essere cresciuto molto insieme a lui.

Grigolini si era già messo in luce al Giro delle Regioni, ha vinto il Guerciotti ed è salito sul podio tricolore
Grigolini si era già messo in luce al Giro delle Regioni, ha vinto il Guerciotti ed è salito sul podio tricolore
Sui social hai raccontato l’emozione vissuta il giorno prima, allenandoti con Mathieu Van der Poel…

Sì, è stato qualcosa di magico essere al suo fianco, vederlo da vicino io che ero abituato ad ammirarlo in Tv. Dal vivo fa ancora più impressione, lo vedi imponente, che trasuda potenza. Ti dà la sensazione dell’invincibilità. Siamo stati vicini un giro, tenergli la ruota è stata una sensazione enorme.

Ora la stagione è finita e ti attende la strada, che per te è un po’ una novità visto il tuo passato, anche tricolore nella mountain bike.

Nel 2024 ho fatto una decina di gare, ma mi sono divertito più lì che nelle prove offroad. Voglio provarci per quello, mi attira di più, voglio vedere dove posso arrivare anche sull’onda di questa nuova consapevolezza. Entro in un team di primo livello come il Borgo Molino, io parto per divertirmi innanzitutto, poi vedremo che cosa uscirà fuori.

Su strada il friulano nel 2024 ha corso da allievo, centrando quasi sempre la Top 10 con il 3° posto alla Julium Classic
Su strada il friulano nel 2024 ha corso da allievo, centrando quasi sempre la Top 10 con il 3° posto alla Julium Classic
E’ chiaro però che ora le aspettative su di te sono aumentate…

Lo so, ma devo intanto capire che corridore sono e posso essere. Io credo di avere caratteristiche da passista-scalatore, ma le salite mi piacciono tanto e voglio scoprire soprattutto lì quali possono essere i miei limiti considerando anche la mia leggerezza fisica, ideale per quel tipo di percorsi.

Ti hanno fatto feste a casa?

I miei genitori erano lì, quando sono arrivato li ho visti ed erano anche più emozionati ed entusiasti di me. Loro mi hanno sempre favorito e appoggiato su tutto, mi hanno sempre incoraggiato a fare quello che volevo. Questa medaglia è anche un po’ loro, non potrò mai ringraziarli abbastanza. So che non è facile sapere che tuo figlio si allena su strada, soprattutto al giorno d’oggi, ma io sono sempre molto attento. Pedalo prevalentemente sulle strade che da Udine portano verso Gemona e Buja, uso sempre le luci, faccio grande attenzione. Ma è la mia vita e loro questo lo rispettano.

Bessega prende le misure alla Lidl-Trek Future Racing

08.01.2025
5 min
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Andrea Bessega è uno degli ultimi ragazzi italiani che è passato under 23 in un devo team. Il giovane talento che ha corso i due anni da juniores nella Borgo Molino Vigna Fiorita ora si trova alla Lidl-Trek Future Racing (in apertura foto Lidl-Trek). La formazione di sviluppo del team americano nata lo scorso anno e che ha già raccolto tanti risultati di prestigio, tra i quali la Paris-Roubaix Espoirs. Bessega entra così fra i tredici ragazzi da guardare con particolarmente attenzione. In Italia si era già messo in mostra, conquistando diverse corse nazionali e ben figurando in alcuni appuntamenti di Nations Cup. 

La Lidl-Trek Future Racing è nata nel 2024 come devo team della formazione WorldTour (foto Lidl-Trek)
La Lidl-Trek Future Racing è nata nel 2024 come devo team della formazione WorldTour (foto Lidl-Trek)

Ogni cosa al suo posto

Quello di Bessega è un bel salto, importante, che arriva in un momento delicato della carriera. Nei mesi che hanno portato alla fine dell’anno solare ha già avuto modo di mettersi in contatto con la nuova squadra e di vivere le prime esperienze con loro. 

«Il primo ritrovo ufficiale – racconta – è stato nel mese di ottobre a Bergamo, dove siamo stati per quattro giorni. Lì mi hanno dato la bici per svolgere i primi allenamenti, mi hanno preso le misure e ho conosciuto un po’ lo staff della squadra. Ero emozionato all’idea di conoscere tutti, ma mi hanno accolto bene. Ho avuto conferma del bell’ambiente che si respira anche al ritiro di dicembre. In squadra il clima è ottimo, la cosa bella è che noi ragazzi dobbiamo solamente pedalare. A tutto il resto ci pensa il team». 

Matteo Milan ha accolto Bessega nel team, i due hanno corso nella stessa squadra da allievi
Matteo Milan ha accolto Bessega nel team, i due hanno corso nella stessa squadra da allievi
Che primo impatto è stato?

Il salto tra una formazione juniores e un devo team è enorme. La Borgo Molino è una squadra a nucleo familiare, ci si conosce tutti. Nella Lidl-Trek Future Racing non siamo tanti, ma si vede che il mondo che c’è dietro è grande. Senti di essere collegato al WorldTour. 

Ti sei ambientato subito?

Devo ammettere che mi sono ambientato subito, anche grazie alla presenza di Matteo Milan. Abbiamo corso nella stessa squadra quando eravamo allievi. Lo staff è composto da molti italiani, quindi l’impatto è attutito. Si parla spesso con la nostra lingua e questo aiuta. L’inglese lo so ma è ancora da affinare.

Bessega è passato under 23 dopo due stagioni interessanti da juniores (foto Lidl-Trek)
Bessega è passato under 23 dopo due stagioni interessanti da juniores (foto Lidl-Trek)
Hai parlato con Matteo Milan, ti ha dato dei consigli?

Sì. Nel ritiro di dicembre eravamo in stanza insieme. Penso che essere affiancato da un ragazzo che conosco e che ha già vissuto il team dall’interno sia stato fondamentale. Mi ha spiegato un po’ di cose essenziali. Ad esempio che la sera bisogna andare a cena tutti vestiti uguali, oppure di non farsi prendere la mano in allenamento e seguire i propri lavori. 

A proposito, chi è il tuo preparatore?

Matteo Azzolini, che è lo stesso di Matteo Milan e di altri corridori tra WordTour e team femminile. Mi sto trovando bene con lui, anche se non abbiamo fatto ancora tante cose. Durante il ritiro di dicembre tra incontri e shooting fotografici ci siamo allenati qualche giorno di meno. Adesso, a gennaio, potremo concentrarci solo sulla bici. 

Nel primo ritiro di dicembre ha preso confidenza con dei nuovi metodi di allenamento (foto Lidl-Trek)
Nel primo ritiro di dicembre ha preso confidenza con dei nuovi metodi di allenamento (foto Lidl-Trek)
Come stai svolgendo la preparazione, c’è qualche novità?

A dicembre abbiamo fatto dei test e qualche uscita tutti insieme. Per il resto ognuno ha il suo programma. Arrivo da anni in cui non mi sono mai allenato “seriamente”. Il salto da questo punto è evidente, ora inizio a fare dei lavori specifici e tanto altro. 

In che senso?

Prima di quest’anno non avevo mai fatto determinati esercizi, come le variazioni di ritmo in salita, i 30/30 oppure i 40/20. Sono lavori abbastanza semplici, diciamo che principalmente servono le gambe. 

Bessega ha avuto modo di conoscere e maneggiare anche la nuova Madone (foto Lidl-Trek)
Bessega ha avuto modo di conoscere e maneggiare anche la nuova Madone (foto Lidl-Trek)
Ci sono altre cose che stai imparando a gestire?

Ad esempio l’alimentazione, negli anni precedenti non curavo questo aspetto. Ora con la Lidl-Trek ho fatto un piano alimentare maggiormente curato. 

Con la bici come ti sei trovato?

Bene, la Trek l’avevo usata solo da allievo per sei mesi. Per il resto non ci ho mai pedalato sopra, direi che va tutto bene. Il nuovo modello è molto reattivo e leggero. Anche con il nuovo gruppo SRAM mi sto trovando molto, soprattutto in frenata. 

La Lidl-Trek Future Racing del 2025 è composta da 13 ragazzi di 10 nazionalità diverse (foto Lidl-Trek)
La Lidl-Trek Future Racing del 2025 è composta da 13 ragazzi di 10 nazionalità diverse (foto Lidl-Trek)
Sei in squadra con tanti ragazzi stranieri, anche se alcuni li conoscevi già…

Penso che il fatto di avere molti corridori di diverse nazionalità non sia un problema. Anzi, è un modo per parlare in inglese. Tra di noi parliamo molto, soprattutto con quelli più esperti. Per il momento ho legato molto con Alvarez e Grindley, gli altri ragazzi classe 2006 come me. Ho corso spesso contro di loro, quindi già li conoscevo. 

Prossimo appuntamento?

Adesso torniamo in Spagna per un altro ritiro, alla fine del quale faremo una gara tra quelle della challenge di Maiorca per testare la gamba.

Il salto fra i pro’ di Cettolin, impaziente di farsi vedere

16.11.2024
4 min
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Tra i nuovi elementi che vanno a rinforzare la Vf Group Bardiani CSF Faizané c’è anche Filippo Cettolin (in apertura in azzurro, foto c.a photographies) e il suo passaggio fra i professionisti con un contratto quadriennale è un nuovo passo in quella crescita che per alcuni aspetti è stata più difficile che per altri corridori. Il perché è presto detto: quando vinci subito, conquisti il titolo nazionale allievi e ti mostri vincente appena passi di categoria, tutti i fari dell’attenzione sono puntati su di te e al minimo calo di condizione si accendono le spie.

Per Filippo l’accesso fra i professionisti è carico di speranze, partendo da una stagione positiva: «E’ stata buona nel complesso, anche se mi rendo conto che ci si potevano attendere più vittorie. Ma in fin dei conti ho ottenuto molti risultati in prove internazionali, quindi di un livello più alto rispetto al 2023 e poi l’aver vinto la prova alla quale tenevo di più, il Giro di Primavera, mette tutta la stagione sul piatto positivo della bilancia».

Il corridore di Conegliano nella foto ufficiale del VF Group Bardiani. Ha firmato un quadriennale
Il corridore di Conegliano nella foto ufficiale del VF Group Bardiani. Ha firmato un quadriennale
Eppure proprio dopo quell’inizio stagione si pensava di vederti ancora sul primo gradino del podio…

E’ vero, ma se guardate il mio palmarés dell’anno non è da buttar via, al di là del successo sono arrivate ben 20 top 10 e fra queste per nove volte sono stato fra i primi tre. Credo che la mia costanza sia evidente e questo è un valore che mi porto dietro nel salto di categoria. E’ chiaro che tanti secondi posti avrei voluto che almeno una-due volte si tramutassero in un successo, ma ci sono anche gli altri…

Facendo un paragone con l’anno precedente, che cosa noti?

Che sono cresciuto e non parlo solo dal punto di vista fisico. Affronto le gare con maggiore consapevolezza, ho più esperienza. Ho tramutato il mio modo di allenarmi più al passo con il ciclismo odierno e devo dire che anche i numeri sono molto diversi. Solo che, ripeto, ci sono anche gli altri, quindi può capitare che prestazioni migliori di quelle del 2023 non portino gli stessi risultati. Il livello si è alzato molto, serve una grande dedizione.

Cettolin in maglia da campione d’Italia allievi. Una carriera iniziata subito col piede giusto
Cettolin in maglia da campione d’Italia allievi. Una carriera iniziata subito col piede giusto
Quando è nato il contatto con la formazione di Reverberi?

A dir la verità mi avevano già contattato lo scorso anno, mi avevano fatto capire che mi tenevano sott’occhio, poi a inizio stagione, dopo le prime gare era già tutto deciso. Fondamentali sono stati anche i consigli dei fratelli Carera, i miei procuratori, che mi hanno fatto capire come quello sia l’ambiente ideale per proseguire la mia crescita con un progetto a lungo termine. E poi non nascondo che il fatto di rimanere in Italia è stato una spinta ulteriore.

Qualche team estero, anche del WorldTour, ha bussato alla tua porta?

Ci sono stati dei contatti, ma io ero già convinto della scelta fatta e non sono tornato indietro. Ho sempre avuto l’idea di restare qui, il fatto di poter passare professionista così presto mi ha dato una motivazione in più.

Per il veneto una sola vittoria in stagione, ma anche tanti podi anche internazionali
Per il veneto una sola vittoria in stagione, ma anche tanti podi anche internazionali
Sei preoccupato di un salto così importante?

No, so che il primo anno dovrò pensare a crescere, a capire l’ambiente e il mondo delle corse professionistiche. Sicuramente sarò a disposizione dei compagni, voglio imparare il più possibile, senza per questo snaturarmi perché voglio guadagnarmi le mie occasioni per emergere. L’importante è fare gruppo, in modo che sia la squadra a fare risultato, con chiunque dei suoi corridori. Se sarò io, ben venga…

Considerando le caratteristiche della squadra e le tue, è probabile che la maggior parte delle corse del tuo calendario siano prove a tappe…

Penso anch’io e la cosa non mi dispiace. Certamente vorrei fare qualche classica d’un giorno, ma la mia stagione comprenderà soprattutto gare a tappe per Under 23. Poi voglio comunque farmi trovare pronto quando sarò chiamato nel team maggiore, come mi è stato già fatto capire. Io comunque cercherò spazio nelle corse a tappe brevi, puntando alle frazioni più adatte alle mie caratteristiche.

Cettolin al Lunigiana, dove ha colto un settimo posto nella terza tappa
Cettolin al Lunigiana, dove ha colto un settimo posto nella terza tappa
Parlavi prima di lavorare per il team, ma tu sei un velocista di razza, anche se capace di emergere anche in sprint ristretti…

Io sono disponibile a lavorare per tutti perché devo avvicinarmi con umiltà a questo mondo, ma è pur sempre vero che uno veloce non viene chiamato in causa nella prima parte di gara. Poi vedremo che cosa mi verrà chiesto.

E se ti proponessero di fare l’ultimo uomo?

Non direi di no, ma non per sempre. Io punto a vincere…

Bessega: una stagione lunga, ora i mondiali e poi la Lidl-Trek

13.09.2024
5 min
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MARINA DI MASSA – La seconda tappa, da Portofino a Chiavari, annullata causa maltempo, ci ha permesso di girare per hotel e incontrare i protagonisti dell’ultimo Giro della Lunigiana. Tra questi c’è anche Andrea Bessega, friulano della Borgo Molino che si è distinto per una prima tappa all’arrembaggio e una stagione fatta di buoni risultati. E’ mancato un po’ nella parte centrale dell’anno, ma non è possibile essere sempre presenti ad alte prestazioni, e se poi ci si mette in mezzo anche la sfortuna il dado è tratto.

«La stagione era iniziata molto bene – ci spiega Bessega – nelle prime due gare avevo già ottenuti piazzamenti importanti. Poi mi sono un po’ perso e per un mesetto non ho dato continuità ai risultati. La prima vittoria è arrivata nel mese di aprile e mi ha dato una bella spinta morale. All’Eroica juniores (sempre ad aprile, ndr) ho fatto ottimi risultati con un secondo posto nell’ultima tappa».

Bessega in azione nella prima tappa del Giro della Lunigiana, per lui una lunga fuga (foto Duz Image / Michele Bertoloni)
Bessega in azione nella prima tappa del Giro della Lunigiana, per lui una lunga fuga (foto Duz Image / Michele Bertoloni)

Una buona certezza

Bessega respira quest’aria di settembre a pieni polmoni, il contratto con la Lidl Trek Future Racing gli ha permesso di correre con serenità. Non avere l’affanno di cercare risultati a tutti i costi ha contribuito a dargli qualche certezza in più.

«Nella prima parte di stagione – prosegue – le gare non erano molto adatte alle mie caratteristiche. Di solito nel mese di marzo emergono i velocisti. Così mi sono trovato a dare una mano ai miei compagni di squadra, dato che io avevo già vinto e anche il contratto per il prossimo anno. Mi sono messo a disposizione. Comunque nelle gare nazionali non è mai facile emergere perché se si è tra i favoriti si viene marcati a uomo. Questa certezza del contratto mi ha aiutato anche a superare un momento difficile durante l’anno».

Andrea Bessega è stato il grande protagonista dell’ultima tappa dell’Eroica Juniores (photors.it)
Andrea Bessega è stato il grande protagonista dell’ultima tappa dell’Eroica Juniores (photors.it)
Quale?

Tra il campionato italiano e il Valdera c’è stato un mese e mezzo in cui ogni domenica ero a terra. Cadere spesso non aiuta, è stato difficile sia mentalmente che fisicamente. Oltre alle botte c’era il fatto che ogni volta che tornavo in gara poi mi trovavo punto e a capo. La vittoria del Piva Junior Day mi ha dato una grande mano per riprendere il filo del discorso. Da lì sono andato avanti con altre gare fino a metà agosto, quando con la nazionale siamo andati in ritiro a Livigno per preparare il Lunigiana e il mondiale.

Con quali sensazioni sei sceso dall’altura?

A Livigno abbiamo lavorato bene, facendo tanto volume e tante ore. Non ero abituato a stare così tanto in bici ma penso tornerà utile per il prossimo anno. Penso che in un devo team le ore e i carichi saranno quelli fatti insieme alla nazionale. Una volta sceso le sensazioni erano buone, lo ha dimostrato questo Giro della Lunigiana. 

Per l’anno prossimo che idee ti sei fatto?

Il fatto di aver firmato a fine 2023 è stata una mossa positiva. Durante tutta questa stagione non ho mai avuto il pensiero di dimostrare perché sapevo di avere una sistemazione per il 2025 e oltre (Bessega ha firmato due anni per il devo team e altri due con la WorldTour, per un totale di quattro stagioni, ndr). 

A destra Andrea Bessega vince il Piva Junior Day, una liberazione dopo un periodo difficile (foto Bolgan)
A destra Andrea Bessega vince il Piva Junior Day, una liberazione dopo un periodo difficile (foto Bolgan)
Ti senti spesso con la Lidl-Trek?

Sì siamo costantemente in contatto, non eccessivamente ma ogni tanto mi chiedono come va e ci confrontiamo. Il fatto di essere andato con loro in ritiro a gennaio mi ha permesso di entrare già in contatto con il loro mondo. Sarà sicuramente un grande salto, passare da una squadra italiana a una estera sarà già un bel passo. Ormai se si vuole diventare professionisti bisogna fare così.

Ci sono due tuoi conterranei in squadra, i fratelli Milan, li ha sentiti?

Ho parlato con Matteo a gennaio, sia lui che Jonathan hanno corso nella Sacilese, dove sono rimasto fino alla categoria allievi. Li conosco bene. Mi hanno detto che il clima è bello e si ha tutto quel che serve per crescere bene. Chiaro, si deve dimostrare di poter correre in quei contesti.

Il friulano sarà uno dei protagonisti al prossimo campionato del mondo a Zurigo
Il friulano sarà uno dei protagonisti al prossimo campionato del mondo a Zurigo
Infine un focus sui mondiali, la settimana iridata si avvicina…

Sarà l’appuntamento più importante della stagione. Siamo andati a vedere il percorso con la nazionale qualche mese fa, a Zurigo. E’ duro, con una prima parte in linea e il circuito finale duro duro. Le salite non sono lunghissime, massimo da 5 o 6 minuti. C’è però uno strappo tosto di un chilometro al 10 per cento, finito quello inizia una salita di altri 4 minuti tutta al 6 per cento. 

Che sensazioni hai avuto pedalandoci sopra?

Magari non è adattissimo a me, non sono così esplosivo ma si può sempre attaccare e star fuori così da restare davanti. Philipsen è il favorito numero uno ma nulla è detto, si può sempre provare a metterlo in difficoltà.