Biemme rientra (alla grande) nel mondo del WorldTour

22.12.2023
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Il maglificio sportivo Biemme torna a “vestire” il mondo del ciclismo professionistico di primissimo livello e lo fa supportando tecnicamente il team Astana Qazaqstan. A partire dal prossimo 1° gennaio 2024, la squadra WorldTour di Cavendish e compagni, tra questi anche il campione d’Italia in carica Simone Velasco, indosseranno ufficialmente il nuovo kit d’abbigliamento firmato Biemme.

«Abbiamo appositamente studiato e sviluppato una linea dedicata esclusivamente al Team Astana – dichiarano con una punta d’orgoglio dalla sede dell’azienda vicentina – realizzando capi altamente tecnici e performanti che possano soddisfare al meglio le necessità di tutti i professionisti della squadra. Da un punto di vista prettamente grafico, il design della maglia è stato rivisitato riprendendo l’azzurro tipico della bandiera kazaka, sfumato con un pattern unico ed estremamente originale ispirato ai minerali e alle pietre preziose estratte in Kazakistan. Siamo poi molto soddisfatti di vestire nel 2024 anche l’attuale campione italiano, Simone Velasco, e per lui abbiamo sviluppato una grafica esclusiva che ricorda la nostra bandiera nazionale tricolore».

Per Biemme anche l’onore di disegnare e realizzare la maglia di campione italiano di Simone Velasco
Per Biemme anche l’onore di disegnare e realizzare la maglia di campione italiano di Simone Velasco

Da sempre con i pro’

«Dalla prossima stagione 2024 – ha dichiarato Alexandr Vinokourov, il direttore generale dell’Astana Qazaqstan TeamBiemme sarà il nostro partner per quanto riguarda la predisposizione dell’abbigliamento da gara e da allenamento. E questa è una bella notizia per noi, perché siamo davvero contenti dell’avvio di questa nuova partnership. Biemme è un marchio italiano con una lunga storia alle spalle e una profonda tradizione nel ciclismo. Assieme a loro abbiamo potuto elaborare un design molto originale e distintivo per quanto riguarda la maglia per la prossima stagione. Per me personalmente questo abbinamento rappresenta una coincidenza speciale perché la mia prima vittoria l’ho ottenuta indossando una maglia Biemme».

Biemme torna nel WorldTour e lo farà accanto all’Astana Qazaqstan Team
Biemme torna nel WorldTour e lo farà accanto all’Astana Qazaqstan Team

La storia imprenditoriale di Biemme si avvia nel 1978. Nel corso dei suoi quasi cinquant’anni di attività, l’azienda si è sempre impegnata in ambiti di lavoro importanti quali la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione dei propri prodotti, prestando particolare attenzione anche al più piccolo dei dettagli. E fin dall’inizio del proprio percorso, Biemme si è costantemente impegnata nella collaborazione e nella sponsorizzazione di squadre professionistiche, vestendo col passare del tempo moltissimi grandi campioni del passato.

L’intera collezione d’abbigliamento team Astana Qazaqstan 2024 sarà presto disponibile per l’acquisto sia sull’e-commerce quanto su quello ufficiale della squadra.

Biemme

Il genio di Cavendish, la lucidità di Morkov: non manca nulla

21.12.2023
5 min
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ALTEA (Spagna) – Era il 29 giugno del 2021 quando sul traguardo di Fougeres Mark Cavendish vinse la quarta tappa del Tour. Erano passati cinque anni dall’ultima volta e in mezzo il velocista ne aveva passate i tutti i colori. Neanche doveva andarci a quel Tour: riprendendolo come per fargli un favore, Lefevere lo aveva escluso categoricamente. Poi Sam Bennett ebbe problemi a un ginocchio, mentre Mark continuava a vincere corse, così il manager belga decise di dargli fiducia, riaprendo il libro della storia. Fra le prime braccia in cui Cavendish si perse dopo quella prima tappa, ci furono quelle di Michael Morkov, il suo ultimo uomo. Dopo Fougeres, Mark vinse altre tre tappe, ugualmente pilotato dal danese che a Tokyo di lì a poco avrebbe vinto l’oro olimpico della madison.

Perciò, quando si è trattato di affrontare la sfida del record del Tour (avendo già appaiato Merckx a quota 34 vittorie a Carcassonne, foto di apertura con Morkov che lo lancia), Cavendish ha chiesto che l’Astana prendesse proprio il danese. La sua permanenza alla Soudal-Quick Step rischiava di perdere interesse, data la partenza di Jakobsen. E alla fine Vinokourov ha avuto la meglio anche rispetto all’offerta della Ineos Grenadiers, scesa in campo in sostegno di Viviani. I due correranno insieme fino al Tour, partendo da un ritiro e dal Tour Colombia che nel 2019 fu a dir poco balsamico per Alaphilippe.

In ritiro si parla di materiali: qui Morkov con Francesco Sergio, parlando del passaggio da Shimano alle scarpe Nibmb
In ritiro si parla di materiali: qui Morkov con Francesco Sergio, parlando del passaggio da Shimano alle scarpe Nibmb

Morkov ci raggiunge al piano rialzato della hall. Scherzando, dice che parla anche un discreto italiano, ma preferirebbe l’inglese, a meno che il nostro danese non sia migliorato fino a livelli accettabili. Si ride e poi si parte. Morkov ha 38 anni. Gli stessi di Cavendish.

Che cosa significa per te tornare con Mark?

Beh, è emozionante. E’ uno dei migliori velocisti con cui abbia lavorato. L’Astana sta facendo davvero un grande lavoro per sostenere lui e il gruppo di cui faccio parte. Avere un team intero entusiasta del fatto che “Cav” vinca un’altra tappa fa bene a tutti.

E’ solo un ottimo sprinter o anche un buon amico?

A volte è difficile dividere le due sfere. Si può dire che siamo amici, perché lui si è fidato di me al 100 per cento ed è per questo che sono entusiasta di correre di nuovo con lui. Un progetto così non lo vedi spesso nel ciclismo. Il più delle volte, pensando al Tour, le squadre si concentrano sugli scalatori e il velocista deve lottare per trovare posto in squadra. Invece l’Astana sta davvero supportando Mark al 100 per cento e questo vale anche per me.

UAE Tour del 2022, Cavendish ha già saputo che Lefevere non lo porterà al Tour. Morkov è dalla sua parte
UAE Tour del 2022, Cavendish ha già saputo che Lefevere non lo porterà al Tour. Morkov è dalla sua parte
In che modo vi sta sostenendo?

Abbiamo un ottimo calendario, con ritiri e programmi di gara. Ho la sensazione che gli sponsor tecnici spingano al limite per fornirci i migliori materiali. Mi sento davvero fortunato a far parte di questo gruppo.

Ballerini ci ha detto che avete ricreato una sorta di Wolfpack alla kazaka. Ci sono corridori che vengono dalla Quick Step e anche l’allenatore Anastopulos.

E’ importante soprattutto per me che cambio squadra. Vasilis è un grande riferimento, con lui ho già lavorato e anche con Ballerini, che ha contribuito alle vittorie del 2021. Ma ancora più importante è stato capire la vera disponibilità nel prendere nuovi corridori e sposare nuove idee per supportare uno sprinter come Mark

Cosa ricordi dell’ultimo Tour con lui?

Nessuno poteva credere a quello che stava succedendo. E’ stata un’avventura estrema, perché dovevamo andare con Sam Bennett che poi si è infortunato. Mark è arrivato all’ultimo momento e penso che nemmeno lui credesse di poter vincere una tappa. Poi arrivammo al quarto giorno e vinse in modo molto netto. E’ andata avanti così per tre settimane, come in una sorta di sogno che, vincendo gli sprint intermedi, lo ha portato a Parigi con quattro tappe e la maglia verde. Che si faccia la storia oppure no, vincere al Tour è il livello più alto ed è una grande gioia.

Morkov con Lasse Norman Leth nella madison di Glasgow 2023: un quinto posto sulla strada di Parigi
Morkov con Lasse Norman Leth nella madison di Glasgow 2023: un quinto posto sulla strada di Parigi
Che differenze ci sono tra Mark e Jakobsen secondo te?

A essere sincero, sono un po’ deluso dagli ultimi due anni di lavoro con Fabio. Lui mi piace davvero e ho provato a farlo funzionare, ma non ci siamo mai riusciti. Se guardo al passato, Viviani è stato un grande velocista per me, sapeva davvero come utilizzarmi nel miglior modo possibile e abbiamo raggiunto dei grandi successi. Lo stesso con Bennett e Cavendish, il cui talento più grande è la capacità e l’intelligenza nell’usare la sua squadra. Lo ha fatto per tutta la sua carriera, prima con Renshaw. So che lo renderò migliore, ma che lui renderà migliore me.

Dopo il Tour tornerà l’obiettivo olimpico?

Certamente. Lottare per la madison è un grande obiettivo. Il 2021 fu magico anche per questo. Prima vincemmo al Tour, poi andai alle Olimpiadi e vinsi quella medaglia d’oro. Sarebbe un sogno ripetersi, per questo già dalla scorsa stagione lavoro sodo anche in pista. Finito il Tour, ci saranno quasi tre settimane. Ricordo che nel 2021 ero così concentrato sulla pista che il passaggio dalla strada funzionò benissimo e il Tour si rivelò per me la migliore preparazione.

Cavendish agli occhi di Morkov è sereno e molto determinato nella rincorsa al Tour (foto Astana)
Cavendish agli occhi di Morkov è sereno e molto determinato nella rincorsa al Tour (foto Astana)
Che differenze vedi fra il Cavendish di oggi e quello nello stesso periodo nel 2020?

La coincidenza è che anche allora eravamo in questo hotel, perché il Suitopia Suites in cui la Quick Step va da anni, era chiuso per il Covid. Anche allora dividevamo la camera ed è proprio la stessa di adesso. Perciò stare qui mi porta alcuni bei ricordi. Lo vedo meglio oggi, soprattutto sul piano psicologico. Sembra stare molto bene e sembra felice. Penso che ci stiamo godendo il momento con la squadra, non ci sono le pressioni di quella volta e percepiamo il sostegno. In più lo vedo pedalare davvero bene e questo mi dà fiducia.

Novità 2024 in casa Astana: le ruote saranno Vision

21.12.2023
3 min
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Il team Astana Qazaqstan ha ufficialmente annunciato la definizione di una rilevante collaborazione e partnership tecnica con Vision, per quanto riguarda la fornitura di ruote, valida per il prossimo biennio agonistico 2024 e 2025.

L’Astana dal 2024 correrà con ruote Vision
L’Astana dal 2024 correrà con ruote Vision

La squadra WorldTour kazaka utilizzerà dunque in gara, come in allenamento, le ruote Vision Metron. La linea di modelli più veloce e aerodinamica del brand espressamente dedicata a tutti quei ciclisti che non accettano compromessi tecnici. E che richiedono sempre il massimo in termini prestazionali per poter avere una bicicletta veloce ed al tempo stesso leggera. Una freccia a disposizione di Cavendish che per il 2024 parte con un obiettivo ben chiaro.

Le ruote alto di gamma Vision della linea Metron sono assemblate a mano in Italia, e sono caratterizzate da un’esclusiva tecnologia di polimerizzazione del carbonio e da un nuovo processo di stampaggio del cerchio in composito. In modo particolare, le prime foto disponibili delle Wilier Triestina Filante in dotazione al team, montate con le ruote Vision, hanno messo in evidenza il modello Metron 60 SL Disc: un set di ruote aero con cerchio in fibra di carbonio già impiegato con successo da altre squadre World Tour sponsorizzate di cui Vision è partner. Grazie alla propria leggerezza, e alla specifica attitudine aerodinamica (l’altezza del cerchio è appunto di 60mm), le Metron 60 SL Disc sono spesso state… “protagoniste” sulle pietre delle Classiche del Nord così come nelle tappe “miste” e pianeggianti dei grandi giri.

Cavendish e compagni useranno le ruote della linea Metron
Cavendish e compagni useranno le ruote della linea Metron

Leggerezza e aerodinamicità

«Vorrei dare il nostro più caloroso benvenuto a Vision – ha dichiarato Alexandr Vinokurov, il Direttore Generale dell’Astana Qazaqstan Team – in veste di nostro nuovo partner per quanto riguarda la fornitura delle ruote ufficiali. Siamo estremamente orgogliosi di aver firmato e di aver ufficializzato questo accordo. Vision rappresenta una vera e propria garanzia: una realtà leader mondiale per quanto riguarda la produzione di ruote e componenti per biciclette. Questa partnership è un’ottima notizia per il team, e sono davvero felice che tutti i corridori in organico possano affrontare la prossima stagione con le ruote Vision montate sulle loro biciclette Wilier.

«Vision ha una grande storia, ed i progressi dimostrati dallo stesso brand nell’ultimo decennio hanno impressionato tutti. La qualità e gli standard, l’attenzione ad ogni più piccolo dettaglio, unitamente al successo in termini di vittorie ottenuto nel mondo professionismo, ci hanno facilmente convinto di quanto Vision fosse realmente un importante pezzo mancante del nostro puzzle: un tassello che ci potrà aiutare a tornare sulla strada delle grandi vittorie».

Vision

Cavendish e il ciclismo, tanta grinta e vero amore

18.12.2023
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ALTEA (Spagna) – Lo stesso hotel dello scorso anno. Bianco, imponente, affacciato sul mare. Casa Astana è silenziosa ed elegante, nel soffitto della gigantesca hall galleggiano a mezz’aria enormi decorazioni natalizie. L’unica brutta sensazione è legata al fatto che qui morì Umberto Inselvini, ma è meglio non pensarci e piuttosto ricordarsi di lui. Cavendish è rientrato da poco con il suo gruppo di lavoro. Qualcuno maligna che arriverà tardi all’intervista, invece lui salta fuori dal nulla con la tuta e il cappello calzato sulla testa.

Una volta visto su Netflix il film che lo riguarda, abbiamo iniziato a guardarlo in altro modo. E forse aver raccontato a quel modo le sue difficoltà è stato catartico. Il Cavendish che oggi ci viene descritto come un compagnone capace di fare gruppo è diverso dall’immagine che tanti avevano di lui, eppure in fondo a quel digrignare degli occhi arde il fuoco dei grandi.

Doveva ritirarsi, così almeno aveva annunciato. Invece Vinokourov è stato bravo a fare il suo mestiere e l’ha convinto a restare, prendendo per lui Morkov, il miglior pilota delle volate, e per direttore sportivo quel Mark Renshaw che lo guidò nei primi sprint. Quindi ha aggiunto al pacchetto Vasilis Anastopoulos, allenatore d’oro della Soudal-Quick Step e Cav si è lasciato convincere. Anche perché forse l’idea di smettere non ce l’ha mai avuta davvero. Chi si fermerebbe a una sola tappa dal record di vittorie al Tour de France?

Cavendish ha incontrato ieri la stampa nell’hotel di Altea, ritiro dell’Astana
Cavendish ha incontrato ieri la stampa nell’hotel di Altea, ritiro dell’Astana
Come stai, Mark?

Sto bene, grazie. E grazie per avermelo chiesto.

Stai vivendo un vero inverno da corridore, l’anno scorso non fu così. Pensi che darà buoni frutti?

Mi stavo allenando anche l’anno scorso, ma questa volta è diverso. Ho un obiettivo, so dove sto andando veramente. Sono stato costretto a ripartire da un infortunio, non mi sono mai preso troppo tempo libero. Man mano che invecchi, non hai bisogno di una pausa lunga, perché poi è difficile far ripartire il motore. Quindi ho sempre continuato a pedalare, ma ovviamente non per allenarmi. Semplicemente sono andato in bicicletta e quando sono arrivato qui non stavo benissimo. Ma abbiamo avuto bel tempo, ci siamo allenati davvero bene e siamo molto felici. Parto per il nuovo anno con tutte le cose a posto e mi piace molto. Grazie.

Un’interruzione si impone. Non crediate che Mark abbia detto le 108 parole della risposta precedente tutte d’un fiato. Ha quel suo modo di parlare a bassa voce, smozzicando le lettere. A volte si ferma. Si capisce che stia seguendo un ragionamento, per cui è bene non fare la domanda successiva, finché non ti fa capire che ha detto tutto. E questo di solito si capisce perché dice: «Grazie».

Al Giro d’Italia del 2023, Cavendish ha vinto la tappa di Roma: un successo commovente
Al Giro d’Italia del 2023, Cavendish ha vinto la tappa di Roma: un successo commovente
Inizi dalla Colombia, anche per avere i vantaggi della quota. Non potevate cercare posti in giro per l’Europa?

In Europa non ci sono condizioni simili, a meno che non decidiamo di allenarci sulla neve o cose del genere. In realtà non ho mai fatto tanta altura nella mia carriera, ma ora forse è necessario. Non so che tipo di vantaggio otterrò, non so se non facendolo sarei a un livello più basso. Però stavamo cercando un posto per provare e abbiamo trovato la coincidenza con il Tour Colombia. L’accoppiata fra ritiro e corsa potrebbe funzionare bene.

La tua stagione si fermerà se dovessi vincere quella tappa o andrai avanti?

Non ci ho davvero pensato, semplicemente.

Vasilis Anastopoulos ha detto che l’anno prossimo ridurrai il tuo calendario di gare, facendo più allenamenti. Questo esclude la possibilità di fare il Giro prima del Tour o ti piacerebbe provarci?

Quest’anno ho trascorso molti giorni in gara. Ho la fortuna che non mi pesi molto, ci sono sempre riuscito, ma il prossimo anno potrebbe essere un ostacolo. Il Giro è veramente bello, ma credo che come già nel 2023 vivrò la stagione gara per gara. Quest’anno non l’ho fatto per mettermi alla prova, per ottenere la selezione per il Tour de France. L’ho fatto perché sentivo di poterlo fare e potrei riprovarci, perché è una corsa molto bella in cui vestire la maglia Astana. Vedremo.

Mancano 60 chilometri all’arrivo della tappa di Limoges, una distrazione e Cavendish finisce sull’asfalto. Il Tour 2023 finisce qui
Mancano 60 chilometri all’arrivo di Limoges, Cavendish finisce sull’asfalto. Il Tour 2023 finisce qui
La sensazione è che avrai attorno compagni forti e più esperti…

Sai, quando ero alla Quick Step non dovevo trovare i giorni di gara in anticipo per sapere a che livello fosse la squadra. Non dovevo scegliere le corse in cui fare le prove. Avere compagni esperti sarà sicuramente un vantaggio. Ma non è che io qui sia il capo, ovviamente posso avere voce in capitolo su cosa funzionerebbe e cosa no, su cosa ha dimostrato di funzionare in passato o cosa no. Tuttavia per il resto, sono solo un corridore.

Però intanto l’Astana è diventata una delle squadre migliori per lo sprint…

Sono fortunato. Storicamente la squadra non si è mai concentrata su questo, ma abbiamo un manager come Alex (Vinokourov, ndr) che ha corso in bicicletta, quindi è consapevole di quello che stiamo facendo. Ho grande fiducia e finora sembra che tutto stia andando come deve.

L’anno scorso avevi detto che il 2023 sarebbe stato l’ultimo, poi hai cambiato idea. E’ successo dopo la caduta del Tour?

Penso che il fattore più importante sia stato sapere di essere apprezzato. Non mi sentivo così da tanti anni. Apprezzato come corridore, per la mia immagine, come compagno di squadra e cose del genere. Ero felice, sono felice e ho trovato che fosse ironico doversi fermare proprio nel momento in cui ero felice e riuscivo a godermi la vita da corridore. Ho scoperto di amare questo sport come quando ho iniziato, quindi non c’è voluto molto per decidere.

Nessun dubbio?

Il punto era soprattutto capire come sarei tornato dall’infortunio. A quel punto, subito dopo il mio ritorno dall’ospedale, Alex mi ha chiesto se volevo continuare e l’ho trovato gentile. Sentire il capo di una squadra parlarmi così mi ha fatto capire che è stato un vero campione in sella a una bicicletta. Ha capito il mio stato. Al riguardo non penso di avere altro da dire. Amo il mio lavoro e voglio semplicemente godermelo, perché è davvero un bell’ambiente.

Per Cavendish, WIlier Triestina ha realizzato una Filante customizzata
Per Cavendish, WIlier Triestina ha realizzato una Filante customizzata
L’intervento di Vinokourov è stato decisivo?

Il suo e quello dei ragazzi: quello forse è stato ancora più decisivo. Quando ho detto loro che stavo per ritirarmi e che non sarei più stato un corridore, tutti mi hanno detto: «Non puoi farlo». Ed è stato davvero un grande fattore. Ho capito di dover dare l’esempio. E del resto la mia filosofia è sempre stata di non mollare mai. Potevo farlo io?

L’ultima volta che hai vinto una tappa al Tour, avevi accanto Morkov. Cosa rappresenta per te?

E’ il miglior leadout al mondo. Chiunque abbia Michael Morkov ha maggiori possibilità di vincere una tappa del Tour de France. E’ così, è grandioso. Corriamo insieme da 14 anni, abbiamo passato di tutto, in corsa e giù dalla bici. Proprio come è stato con Mark Renshaw, lui per me è la calma… Oddio, non è poi così calmo, ma mi permette di restare in equilibrio, mettiamola così (ride, ndr).

Che ruolo ha avuto il pubblico in questa decisione?

E’ stato travolgente. Il sostegno che ho avuto non solo quest’anno, ma anche negli anni scorsi è stato davvero meraviglioso. Sono fortunato a praticare uno sport in cui i fan possono farsi sentire così da vicino e così bene. Puoi sentire l’emozione che vivono. Ne ho già parlato altre volte in precedenza, vivono il loro viaggio al tuo fianco e ti guardano mentre lo fai. Mi piace pensare che la mia storia possa avere risonanza a qualsiasi livello e per tante persone. E mi piace pensarlo, perché non so quanti altri abbiano lottato per un obiettivo come questo.

Quarta tappa del Tour 2021, Cavendish torna a vincere. C’è lo zampino di Morkov, ora passato all’Astana
Quarta tappa del Tour 2021, Cavendish torna a vincere. C’è lo zampino di Morkov, ora passato all’Astana
Mark, lo sport è cambiato tantissimo da quando hai iniziato, fra tecnologia, nutrizione e allenamento. Quanto è diverso questo sport da quando hai iniziato? Ti ha costretto a cambiare molto?

Sì, ma non tanto quanto si potrebbe pensare. Si è sempre evoluto, pratico questo sport da quasi 20 anni come professionista e non sarò l’unico che ha dovuto evolversi in 20 anni. Sono molto fortunato ad aver avuto una carriera così lunga e capisco anche che esserci riuscito significa essersi adattato e sono grato per essere stato in grado di farlo.

Cosa pensi quando dicono che sei il più grande velocista di tutti i tempi?

Se ci pensi, sono belle parole da sentire. E’ imbarazzante. Sono cresciuto guardando questo sport e ho sempre sognato che un giorno, se mai ci sarà un libro sui grandi del ciclismo, il mio nome possa essere fra quelli. E’ sempre stato più di un lavoro per me, ma ugualmente penso che sentirmi dipingere a quel modo sia davvero molto imbarazzante.

Il tuo film è molto commovente…

Sono contento che ti sia piaciuto. Grazie.

Firma un libro e prende la via della stanza. Mark Cavendish, signori, meglio di un buon vino. Verrebbe da trattenerlo e non lasciarlo più andare.

La forza per uno scalatore: importante curarla a tutto tondo

06.12.2023
5 min
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L’approdo di Santiago Umba all’Astana Qazaqstan Team e le parole di Peschi, suo diesse fino a quest’anno, ci hanno incuriosito. Il tecnico toscano ha detto che il giovane colombiano dovrebbe allenare la forza in salita. Abbiamo così preso questo spunto per parlare di come si allena questo aspetto, e lo facciamo con Maurizio Mazzoleni coach del team kazako, in cui la preparazione di Umba sarà affidata a Yeyo Corral, uno degli allenatori interni.

«Il ciclismo – dice Mazzoleni – è uno sport di endurance che si basa su picchi di forza costanti. Il lavoro del preparatore cura i diversi aspetti della forza: massima, dinamica, esplosiva e rapida. Si lavora con tecniche e metodologie diverse. Nel caso dello scalatore non parlerei di allenare la forza in salita, ma in generale. Ci sono vari mezzi per farlo: macchinari isotonici, ovvero palestra, attraverso il carico naturale, quindi sfruttando il peso del proprio corpo, e con il mezzo specifico, cioè la bici».

Tanti giorni di corsa consecutivi fanno ridurre i picchi di forza, servono periodi di allenamento per ristabilirli (foto Instagram Astana)
Tanti giorni di corsa consecutivi fanno ridurre i picchi di forza, servono periodi di allenamento per ristabilirli (foto Instagram Astana)

Costanza

Sentendo parlare il preparatore bergamasco, passa il concetto di forza a livello generale: ogni corridore deve curare tutti gli aspetti e allenarla in maniera completa. La parte difficile è riuscire a tenere, durante tutto l’arco della stagione, una costanza di rendimento.

«Si fa un’analisi a inizio stagione – spiega – per ogni corridore. Per uno scalatore la forza è importante al fine delle prestazioni. Il ciclismo uno sport di endurance, si deve tenere monitorato l’atleta durante tutto l’anno. Questo perché si rischia di avere una deflessione dei picchi di forza. Gli scalatori, più di chiunque altro ciclista, sono soggetti a questo “pericolo”, fondamentalmente per due fattori. Il primo è legato alla diminuzione del peso e la conseguente perdita di massa magra a livello tonico-muscolare. Il secondo motivo è che la forza diminuisce dopo tante gare. Ciò è dovuto al fatto che in corsa non si fanno dei lavori specifici, per cui è opportuno fare dei richiami durante l’anno per recuperare la forza stessa.

«Per quanto riguarda il peso corporeo e la possibile perdita di massa magra – continua Mazzoleni – c’è da anni un lavoro di affiancamento tra preparatori e nutrizionisti, per trovare il giusto equilibrio e non avere oscillazioni di peso eccessive nell’atleta».

Il lavoro in palestra va calibrato a seconda delle esigenze dell’atleta
Il lavoro in palestra va calibrato a seconda delle esigenze dell’atleta

Palestra 

Per allenare la forza è necessario passare attraverso l’utilizzo di strumenti, con i classici esercizi che si fanno in palestra.

«In palestra attraverso i vari macchinari – analizza il preparatore – si possono fare, ad esempio, esercizi di squat e leg press. Con la giusta distribuzione dei carichi, abbiamo visto che possiamo arrivare a lavorare in questo senso fino a una o due settimane dal via di un grande Giro. Ci sono due fattori importanti nel lavoro in palestra: il giusto calcolo dei carichi massimali, che si fa in base al peso dell’atleta e al momento della stagione. In secondo luogo sono importanti gli angoli di esecuzione dell’esercizio, che devono essere mirati a simulare il gesto tecnico della pedalata. Per anni si sono fatti i lavori in palestra con angoli sbagliati e questo ha portato a pensare che fossero dannosi, ma non è così.

«A mio modo di vedere – continua – è importante allenare la forza in palestra, simulando la gara. Il ciclista si trova ad esprimere alti picchi di potenza in situazioni di affaticamento muscolare. Per questo nei circuiti in palestra prevedo poche pause, dobbiamo avvicinarci il più possibile alla richiesta prestazionale della corsa».

Non possono mancare i lavori a corpo libero, il peso dell’atleta diventa il “mezzo” di allenamento
Non possono mancare i lavori a corpo libero, il peso dell’atleta diventa il “mezzo” di allenamento

Carichi naturali

Non sono tuttavia da sottovalutare i lavori a corpo libero, dove il peso dell’atleta diventa lo strumento di allenamento. 

«Per quanto riguarda gli esercizi a corpo libero – analizza Mazzoleni – ci sono decine di esempi. In inverno (per agganciarci anche al periodo dell’anno, ndr) vengono fatti degli esercizi di pliometria per sviluppare la forza esplosiva e dinamica. Questi generalmente preferisco farli in ritiro così da mostrare bene agli atleti come eseguirli. Ci avvaliamo del lavoro di un personal trainer, Marino Rosti, per la corretta spiegazione. Se gli allenamenti vengono mostrati bene in ritiro a casa l’atleta avrà minori possibilità di sbagliare l’esecuzione e quindi di danneggiare il proprio fisico».

Ogni esigenza ha il suo allenamento: per la forza dinamica si fanno le volate lanciate (foto Instagram Astana)
Ogni esigenza ha il suo allenamento: per la forza dinamica si fanno le volate lanciate (foto Instagram Astana)

Si sale in bici

La forza si allena anche in bici: com’è giusto che sia, l’allenamento passa anche attraverso il gesto tecnico, vediamo come: 

«Gli esercizi sono tantissimi – conclude Mazzoleni – lo scalatore allena tutte le tipologie della forza, perché sono tutte importanti e utili ai fini della corsa. Nonostante il fisico esile, anche uno scalatore può ritrovarsi a fare una volata ristretta. E avere un picco di 850 watt al posto di 800, può fare la differenza tra vincere e perdere. La cosa importante, chiaramente, è il dosaggio dei volumi di lavoro e della potenza allenata, questo per tutelare il corridore. Una volta in bici si usavano quasi ed esclusivamente le SFR, mentre ora ci sono anche altri metodi. Si decide la tipologia di allenamento in base alle caratteristiche da allenare: per la forza massimale si usano le partenze da fermo, mentre per la forza dinamica le volate lanciate. Oltre alla tipologia di esercizi è importante la giusta cadenza, la pendenza e anche il rapporto da spingere. Tutto passa dalla cura dei dettagli».

Umba va all’Astana, ma l’ex diesse ha qualche dubbio

25.11.2023
5 min
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Dopo tre anni corsi alla corte di Gianni Savio, due nella professional e uno, l’ultimo, nel team continental, Santiago Umba è pronto a spiccare il volo nel WorldTour. L’intervista che vi apprestate a leggere è stata fatta nel giorno del 21° compleanno del colombiano, quindi gli auguri, anche se in ritardo, sono d’obbligo. Umba è davvero pronto per questo importante salto? Il team che ha scommesso su di lui è l’Astana-Qazaqstan e ne parliamo insieme a Andrea Peschi, diesse del team GW Shimano-Sidermec. 

«Quello del WorldTour – dice Peschi – è un mondo completamente diverso, Umba dovrà tirare fuori tutta la sua personalità e migliorare in tanti aspetti. Sicuramente sarà seguito da uno staff che ne migliorerà le qualità atletiche, ma dovrà metterci comunque del suo».

Il miglior piazzamento tra i pro’ è arrivato al Giro dell’Appennino, Umba è in maglia nera sullo sfondo a destra (foto US Pontedecimo)
Il miglior piazzamento tra i pro’ è arrivato al Giro dell’Appennino, Umba è in maglia nera sullo sfondo a destra (foto US Pontedecimo)
Da quali basi parte?

Umba ha degli ottimi numeri sul suo terreno, la salita. In più è dotato di un buono spunto veloce, chiaro che tutto va rapportato con il tipo di gare che ha fatto fino ad ora. Però quando si è trovato in un gruppo ristretto si è dimostrato sempre veloce nello sprint. Nel WorldTour queste qualità andranno allenate ancora di più.

Riuscirà ad inserirsi secondo te?

Troverà delle difficoltà, com’è giusto che sia, tanto farà il tipo di calendario che la squadra costruirà per lui. Il livello delle corse, bene o male, si alzerà sicuramente. Continuerà a lavorare con il suo preparatore, che è esterno alla squadra, ma poi si rapporterà con lo staff dell’Astana per pianificare allenamenti e gare. 

Al Giro Next Gen Umba (accanto a Savio) è arrivato decimo in classifica generale (foto LaPresse)
Al Giro Next Gen Umba (accanto a Savio) è arrivato decimo in classifica generale (foto LaPresse)
Rispetto ai due anni in professional nel 2023 ha corso in maniera diversa?

Ha iniziato in Colombia, con due gare a tappe nazionali, ma non sono un confronto veritiero rispetto al mondo europeo. Nel 2023 abbiamo ricalcato il calendario fatto da professional, ad eccezione del Giro Next Gen. Con i professionisti ha fatto bene al Giro dell’Appennino dove è arrivato nei primi quindici. E’ stata una stagione altalenante, con qualche problema fisico che non gli ha permesso di correre ai livelli che avrebbe voluto. 

Al Giro Next Gen, fino alla penultima tappa, era andato bene. 

E’ stato un po’ il rammarico della stagione. Fino alla tappa dello Stelvio era il nostro uomo di riferimento insieme a Gomez ed essendosi comportato bene proprio quel giorno, arrivando quinto, abbiamo deciso di lavorare per lui. Peccato che sia mancato nella frazione finale, mentre fortunatamente Gomez è rimasto in classifica. Al termine della corsa avevamo due uomini nei primi dieci: Gomez quarto e Umba decimo. 

Sulle salite importanti il colombiano deve allenare la forza, per essere più incisivo (foto Instagram)
Sulle salite importanti il colombiano deve allenare la forza, per essere più incisivo (foto Instagram)
Poi è andato al Tour de l’Avenir con la Colombia, ma non ha brillato.

L’Avenir era una buona vetrina, siamo stati in Francia per dargli supporto nelle prime tre tappe. Sapevamo però che non era nella migliore delle condizioni, era in una fase calante. Era comunque in una corsa internazionale contro i migliori under 23 del mondo. 

Alla luce di quanto detto fino ad ora non sembri essere convinto del passaggio nel WT…

Quando mi ha detto che avrebbe firmato con l’Astana, ho avuto qualche perplessità. Sinceramente lo avrei visto più in un team professional per un altro anno, così da maturare definitivamente. La sua fortuna è che l’Astana è un team di matrice italiana, un mondo che in parte già conosce. Questo lo potrà aiutare nell’inserirsi, come detto prima molto dipenderà dal tipo di calendario che andrà a fare, anche se…

Al Giro Next Gen nella tappa dello Stelvio sul traguardo è giunto 5° dietro a Martinelli della Green Project
Al Giro Next Gen nella tappa dello Stelvio sul traguardo è giunto 5° dietro a Martinelli della Green Project
Cosa?

L’Astana fa comunque un calendario WorldTour, cosa che obiettivamente è obbligata a fare. Un’altra cosa che mi preoccupa è anche il fatto che abbia firmato solamente per un anno. Nel 2024 si gioca tanto: sappiamo tutti che in una stagione possono succedere tante cose, ma io non avrei rischiato così tanto. 

Però Umba parte da alcuni punti di forza, come la salita…

Lui è uno scalatore puro e da un lato è un bene perché corridori così non ce ne sono quasi più. Dovrà però strutturarsi meglio, questo vuol dire allenare tanto la potenza in salita, soprattutto nelle scalate come lo Stelvio. Su pendenze come quelle dovrà imparare ad essere più competitivo. Al Giro Next Gen sapeva di non arrivare al massimo della condizione, visto che quella era la sua prima corsa di alto livello in stagione. 

Al Tour de l’Avenir la condizione era in calo e le prestazioni non sono arrivate (foto DirectVelo)
Al Tour de l’Avenir la condizione era in calo e le prestazioni non sono arrivate (foto DirectVelo)
In un team WorldTour con tante gare in calendario e un programma definito potrà migliorare tanto.

In Astana potrà contare su una crescita per step. La squadra ha un calendario immenso, con tre attività in contemporanea, quindi spazio per correre ce ne sarà. In più in squadra non hanno tanti scalatori, non ha nemmeno troppa concorrenza. Di esperienza ne ha, visti i tre anni con noi. A mio modo di vedere se riuscirà ad arrivare al 100 per cento in corse come la Tirreno potrà fare bene, serve prepararsi però.

Renshaw di nuovo al fianco di Cav. Non solo per il record

16.11.2023
5 min
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E’ singolare il fatto che una delle più grandi scommesse della prossima stagione ciclistica sia legata a un corridore che compirà a maggio 39 anni. All’Astana Qazakstan Team i lavori per permettere a Mark Cavendish di stabilire l’agognato record di vittorie al Tour (il britannico ha già eguagliato il primato di Merckx) sono già cominciati, anche se il primo ritiro pre-stagionale deve ancora arrivare.

Intorno al corridore dell’Isola di Man si sta costruendo un’intelaiatura di prim’ordine: è arrivato Morkov, il re dei pesce-pilota e chi lo aveva preceduto in questo ruolo negli anni d’oro del britannico, ossia l’australiano Mark Renshaw è tornato al fianco del compagno di mille battaglie, questa volta come consulente per gli sprint.

Renshaw è stato un ottimo velocista, con 11 vittorie all’attivo. Vanta anche molti successi su pista
Renshaw è stato un ottimo velocista, con 11 vittorie all’attivo. Vanta anche molti successi su pista

Renshaw è ancora nella sua terra natia agli antipodi, ma sta già ragionando su quel che si potrà e si dovrà fare per regalare all’amico Mark l’ultima grande gioia: «Io ho smesso di pedalare professionalmente nel 2019. Sono tornato in Australia e ho aperto due negozi di biciclette dove vivo. Nel periodo del Covid l’impegno è stato molto intenso, ma ora c’è un po’ di calma e mi sono potuto rimettere in gioco. Per me è davvero un piacere tornare a lavorare nel ciclismo professionistico, è nel mio sangue».

Tu che lo conosci bene, è ancora il Cavendish in grado di lottare con i più forti sprinter?

Credo di sì. Credo che sia ancora in grado di lottare per la vittoria. Penso anche che quest’anno, al di là dello strapotere di Philipsen, con un po’ più di fortuna e alcune cose messe al punto giusto, una vittoria sarebbe stata possibile. L’anno prossimo sarà pronto, perché quando avremo superato questa offseason, mancheranno solo sei mesi al Tour, ma lui sa come preparare la sua formazione, e penso che la sua esperienza significherà molto.

Renshaw e Cavendish hanno corso insieme nel 2009-10 alla Columbia-Htc e nel 2016-19 alla Dimension Data
Renshaw e Cavendish hanno corso insieme nel 2009-10 alla Columbia-Htc e nel 2016-19 alla Dimension Data
Secondo te dovrà puntare tutto sul Tour o lo potremo vedere protagonista anche in primavera?

Penso che l’obiettivo della squadra sia partire forte e conquistare vittorie già da inizio stagione. Abbiamo una squadra che ha davvero esperienza, con Morkov e Ballerini insieme a Cav abbiamo un treno di grandi talenti, quindi non vedo alcun motivo per cui non dovremmo essere in grado di vincere le gare prima del Giro di Francia.

Come intendi lavorare con lui nella preparazione e nell’approccio alle volate, cambia qualcosa rispetto al passato?

Ci sono stati alcuni enormi sviluppi nel ciclismo, principalmente riguardo alla tecnologia che possiamo usare per analizzare i finali di gara. Poi ci sono tutti quei fattori fuori dalle corse, dall’allenamento alla nutrizione al recupero. Il mio lavoro sarà dare a Mark come a tutti i corridori la maggior quantità di informazioni possibili, la massima esperienza che posso trasmettere. Alla sua età c’è poco da cambiare, sa bene come si fa, come sfruttare ogni fattore. Io credo che avremo successo. Io potrò fare la mia parte, ma saranno i corridori a correre…

L’australiano è molto legato a Cav, anche fuori dalle corse. E’ stato scelto anche per questo
L’australiano è molto legato a Cav, anche fuori dalle corse. E’ stato scelto anche per questo
Quest’anno arriva Morkov come ultimo uomo: quali sono le differenze fra te e lui?

Non c’è una grande differenza tra noi quando eravamo entrambi nel fiore degli anni. Morkov è ancora lì, un vero professionista in grado di fare la differenza. Rispetto a quando correvo io, penso che il ciclismo sia cambiato, ci sono sicuramente più squadre di livello superiore e ci sono più velocisti di alto livello. Prima Cav forse aveva due o tre velocisti davvero forti, sempre difficili da battere, ma pochi del suo livello. Ora ce ne sono almeno cinque o sei che possono presentarsi ad una gara ed essere competitivi. Penso che davvero la profondità dei velocisti di vertice sia aumentata negli ultimi anni e questo rende tutto più difficile.

Tornando al passato, quali sono le più grandi soddisfazioni che hai vissuto con Mark, c’è una volata che ti è rimasta impressa?

Guarda, il più iconico è sempre lo sprint finale del Tour, è lì che si stappa lo champagne… E’ sempre la foto che resta nella storia del Tour de France. Ma dico sempre che alcuni dei migliori sprint sono stati in gare meno conosciute. Ad esempio, Giro della Turchia, Giro della California. Lì abbiamo fatto alcuni dei migliori sprint di sempre, la mia potenza era la massima della carriera, ma poiché non sono il Tour de France, non sono stati visti da così tante persone.

Il trionfo di Cavendish nella tappa finale del Tour 2009, dietro Renshaw, 2°, festeggia allo stesso modo… (foto Getty Images)
Il trionfo di Cavendish nella tappa finale del Tour 2009, dietro Renshaw, 2°, festeggia allo stesso modo…(foto Getty Images)
E’ difficile lavorare con Mark in corsa, che tipo è?

Non penso che sia difficile lavorare con lui: quando arrivavamo a una gara avevamo obiettivi chiari, avevamo un quadro chiaro di come dovevamo raggiungere l’obiettivo e abbiamo seguito tutti i passi necessari. Avevamo ottimi compagni di squadra su cui potevamo contare e la fiducia all’interno del team ha reso tutto facile. Mark sapeva bene che ero sempre in grado di metterlo nella posizione giusta, di pilotarlo verso il momento giusto nelle condizioni ideali. Non direi che sia stato difficile. Avevamo semplicemente grandi aspettative l’uno verso l’altro e penso che questo sia ciò che ha fatto la differenza più grande.

E come carattere?

Sì, siamo personaggi molto diversi, per alcuni lati opposti. Ma in gara eravamo la stessa cosa, concentrati e anche grintosi quando serviva. Nel finale ci trasformavamo. Al di fuori della gara siamo molto diversi. Io sono molto più calmo e ho un approccio molto più pianificato, lui a volte lascia che le cose lo influenzino in un modo o nell’altro, mentre io stesso cerco di concentrarmi su quel che posso fare.

A Morkov è affidato il compito di pilotare Cavendish verso il sogno delle 35 vittorie al Tour
A Morkov è affidato il compito di pilotare Cavendish verso il sogno delle 35 vittorie al Tour
Vedi nell’ambiente un altro Cavendish che sta crescendo?

Non credo che ci sia alcun velocista che abbia qualche possibilità di imitare Cav. Ewan sembrava aver intrapreso un percorso simile, ma in realtà gli ultimi due anni non sono stati eccezionali. Ma per quanto mi riguarda, non vedo nessun giovane sprinter che possa davvero raggiungere i limiti che Cav aveva quando era giovane. Mark è inimitabile…

Per Lutsenko ritorno a casa, prima di ricominciare

13.11.2023
5 min
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Nel profondo rinnovamento che l’Astana Qazaqstan Team sta attuando, cambiando non solo corridori ma anche intelaiatura tecnica della squadra, Alexey Lutsenko resta un nome imprescindibile e il finale di stagione lo ha confermato una volta di più.

La sua seconda parte di stagione è stata molto impegnativa, con la preparazione incentrata sugli Asian Games dove ha colto l’oro a cronometro e l’argento nella prova in linea. Poi neanche il tempo di rifiatare e subito in gara al Giro di Turchia, vinto d’autorità conquistando la leadership già alla terza tappa, per poi non cederla più.

Lutsenko insieme al connazionale Fedorov: argento e oro agli Asian Games (foto Reuters)
Lutsenko insieme al connazionale Fedorov: argento e oro agli Asian Games (foto Reuters)

Il kazako è una colonna portante del team e forse la sua nuova dimensione sposa di più le sue caratteristiche di corridore adatto alle corse d’un giorno e alle corse a tappe medio-brevi. Quelle che riescono a mettere in luce le sue capacità di resilienza, necessarie anche in Turchia.

«Non era una gara semplice con i suoi 8 giorni e soprattutto con una tappa davvero dura, la terza – spiega – quella che ha fatto la classifica. C’era una salita lunghissima, oltre 20 chilometri con pendenza media del 10,5 per cento. Per oltre un’ora non si faceva che salire e salire, senza tregua. Vincendo lì ho ipotecato la vittoria finale».

Quest’anno hai vinto il Giro di Sicilia e Giro di Turchia. Sembri ormai un grande corridore per corse a tappe brevi: è questo il tipo di corridore che vuoi essere?

Io mi trovo bene in questo team e in questa dimensione. Non posso dire che sia stata una stagione negativa, sono arrivate 9 vittorie, non è un numero alla portata di tutti. I grandi Giri sono irrinunciabili per ogni team del WorldTour, l’importante è avere ben chiari i propri obiettivi. Non siamo una squadra che può lottare per i quartieri alti della classifica, ma stiamo costruendo qualcosa di adatto a ottenere comunque risultati.

Al Puy de Dome il settimo posto di Lutsenko, che con 9 vittorie è 11° nella classifica stagionale
Al Puy de Dome il settimo posto di Lutsenko, che con 9 vittorie è 11° nella classifica stagionale
Restiamo in tema. L’Astana sta cambiando target, puntando alle classiche di un giorno e alle brevi corse a tappe. Sei d’accordo con questa scelta?

A me va molto bene. Sono arrivati tanti corridori, soprattutto è importante che sia arrivato Morkov a dare una mano a Cavendish non solo per il Tour come pensano tutti. Con il Cav potremo toglierci belle soddisfazioni. Io preferisco ormai le corse d’un giorno, quelle con percorsi adatti a me, senza dimenticare le prove a tappe dove sfruttare le occasioni.

Per vincere in Turchia hai rinunciato al mondiale gravel: ti è dispiaciuto?

E’ stata una scelta ben ponderata, obiettivamente non c’era spazio nel calendario con gli Asian Games così tardi nella stagione e gli impegni con il team. Il gravel mi piace molto, ho dimostrato di andar molto bene in quel tipo di gare, ma bisogna anche avere il tempo di prepararle. Quest’anno non c’era la possibilità, dovevo privilegiare la mia nazionale e il mio team, che aveva e ha un gran bisogno di punti e sono contento di aver onorato i miei impegni.

Il kazako vincitore solitario della terza tappa in Turchia: la leadership in classifica è cosa fatta
Il kazako vincitore solitario della terza tappa in Turchia: la leadership in classifica è cosa fatta
Pensi che nel gravel potrai avere un futuro anche quando finirai di correre su strada, come Sagan vuole fare nella mountain bike?

Non mi piace fare paragoni, posso dire che il gravel non l’ho dimenticato, ricordo ancora bene quando in Veneto ho vinto la Serenissima e infatti conto di partecipare al prossimo mondiale se il calendario lo consentirà, ma voglio farlo per bene, per giocare tutte le mie carte.

Che obiettivi hai per il 2024?

Il calendario andrà studiato con attenzione, in base alle esigenze della squadra e sapendo usufruire dei nuovi arrivi. Ci vedremo a inizio dicembre in Spagna per il primo ritiro e lì getteremo le basi della stagione. Per ora non mi sono posto particolari obiettivi, voglio tenere la mente sgombra il più possibile dopo le vacanze che ho finalmente avuto.

Alexei premiato dal governo kazako insieme alle altre stelle sportive del Paese (foto Instagram)
Alexei premiato dal governo kazako insieme alle altre stelle sportive del Paese (foto Instagram)
A tal proposito sei appena tornato dal Kazakhstan: da quanto mancavi? Come ti hanno accolto e che cosa hai fatto in quei giorni?

Non capita spesso di avere il tempo per tornare a casa. Era davvero tanto che non rivedevo la mia famiglia, ma la vita che facciamo non ci lascia tanti spazi e il Kazakhstan è lontano. Ho avuto la possibilità di riabbracciare tanti amici, inoltre mi sono incontrato con il premier Smaiylov che è anche venuto in visita nella mia città, Petropavl e anche con il Ministro dello Sport. Ora però devo pensare alla preparazione, a rimettermi a lavorare in bici e in palestra per essere già a un buon livello quando a dicembre mi rivedrò con i compagni di squadra.

Moscon alla Soudal-Quick Step, il disegno di Lefevere

10.11.2023
4 min
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Qualcuno ieri, leggendo sulla nostra pagina Facebook la notizia del passaggio di Moscon alla Soudal-Quick Step, ha commentato in modo sbrigativo, ma efficace. «Se ci andava ad inizio carriera – ha scritto – avrebbe vinto almeno 2 Fiandre e 3 Roubaix. Speriamo che sia ancora in tempo per dimostrare quello che vale».

Fuori contesto

Cosa ci faceva Moscon al Team Sky, diventato poi Ineos? In che modo un trentino che ama trattori e mele può trovarsi a suo agio nel salotto di cristalli del team britannico? Eppure non si può dire che Gianni non ci abbia provato, anche se un po’ la sua indole e un po’ quel diverso sentire lo hanno condotto lungo percorsi scivolosi. Se non sei a tuo agio, parli a sproposito. E se non sei lucido, capita che ci scappi il gesto da evitare. E a quel punto il gruppo non ti regala più niente e ti attacca la lettera scarlatta. Moscon il razzista. Moscon il violento. E presto di Moscon il campione non parlava più nessuno. Gli anni all’Astana sono stati utili per capire di dover ripartire, ma lì si sono messi il Covid e poi una clavicola rotta a rendere tutto in salita. E alla fine, per fortuna, di Gianni si è accorto Patrick Lefevere

Moscon decisivo per Bernal al Giro del 2021 sugli sterrati: farà lo stesso al Tour per Evenepoel?
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«Ha solo 29 anni – ha detto il manager belga a Het Nieuwsblad – non può ancora essere finito. Non appena si è saputo che avevamo ancora un posto libero per il prossimo anno, i procuratori mi hanno bombardato di corridori che non avevano ancora una squadra. Il manager di Moscon si chiama Giovanni Lombardi e ce lo aveva già consigliato più volte. Ma ora voleva solo venire da noi, avrebbe preferito smettere piuttosto che correre altrove».

Un guerriero

Moscon è un guerriero, che ama il fango e il corpo a corpo. Vederlo spento oppure infilato in modo del tutto anonimo nel treno di Cavendish trasmetteva solo un’infinita tristezza. Ora però, in un Wolfpack forse in crisi ma pur sempre capace di lasciare il segno, il trentino potrà ricollegarsi con le sue origini.

«Conosciamo i suoi punti di forza e di debolezza – spiega Lefevere – è abbastanza versatile. Gianni può andare forte nelle classiche, ma può anche tirare a lungo nei grandi Giri in salita. Viene dalle montagne, può fare facilmente il ritmo in testa al gruppo. Forse lo chiamano “il trattore” anche per questo».

Nel 2021, Moscon stava per vincere la Roubaix, ma un guasto e ruote non a posto glielo impedirono
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Fattore Cavendish

Eppure in qualche modo Cavendish torna nella vita del trentino, che nel corso della sua carriera ha sempre brillato se chi lo guidava era capace di parlargli al cuore. L’ultimo forse è stato Davide Cassani.

«Molte persone dimenticano che ha quasi vinto la Parigi-Roubaix nel 2021 – ricorda Lefevere, riaprendo una pagina mai chiarita del tutto – ma ha avuto un guasto meccanico nel momento peggiore. E la pressione degli pneumatici della bicicletta che gli hanno dato non era corretta. Questo gli è costato la vittoria. Lui può tornare forte, chiamatelo scenario Cavendish. Oppure scenario Moscon o anche Lefevere… Chiamatelo come vi pare, io vedo un buon corridore che cercheremo di riportare al suo miglior livello. Speriamo di potergli dare una svolta».

Moscon non è l’atleta rassegnato che sul Bondone ha scortato Cavendish al Giro 2023
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Vero carattere

Lefevere è uomo di mondo e ha sempre tirato fuori le cose migliori da corridori di carattere. Non è un caso che negli ultimi tempi abbia sempre punzecchiato Alaphilippe con toni a tratti feroci, per provocarne la reazione. E Moscon di carattere ne ha, anche se gli ultimi tempi lo hanno mostrato troppo educato, quasi spento…

«Chiaramente – ha ammesso Lefevere – certe cose non gli è permesso farle, ma è sicuramente un personaggio e a volte preferisco uno così a una pecora che bela sempre di sì. La sua reputazione gli è sfavorevole, per cui qualsiasi cosa faccia, finisce sotto la lente di ingrandimento. Ma se non sbaglio (ride, ndr) è dal 2020 che non gli viene contestato più nulla».

Moscon lo conosciamo da quando era under 23. Siamo stati nella sua casa. Lo abbiamo seguito alle corse, nei momenti belli e in quelli brutti. Gianni non è la persona spenta e remissiva dell’ultima stagione né il barbaro che tanti hanno cercato di descrivere. Nel novero dei talenti azzurri in cerca d’autore e di una collocazione, lui è ancora una grande incompiuta. Siamo d’accordo con Davide Dante, l’autore di quel commento. Se fosse andato alla Quick Step da neoprofessionista, la sua forse sarebbe stata una strada ben diversa.