Dalla Sicilia alle Ardenne. A tavolino con Lutsenko

21.04.2023
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Ha vinto il Giro di Sicilia, è arrivato quinto all’Amstel Gold Race: Alexey Lutsenko sta ritrovando gambe e fiducia. Il talento kazako è impegnato nell’Ardenne. Con la testa è sul pezzo, ma guarda anche avanti.

Con il capitano dell’Astana Qazaqstan abbiamo parlato a 360° in un freddo pomeriggio da Belgio. Dopo la sgambata post Freccia Vallone, eccolo da noi.

L’ex iridato under 23 forse non è ancora riuscito ad esprimersi al massimo. Tutti i suoi tecnici in questi anni ci hanno parlato di un grande potenziale. Probabilmente nel suo caso l’era del Covid è arrivata nel momento peggiore, a 27-28 anni, quando Lutsenko iniziava ad avere anche una certa costanza di risultati. E contestualmente questa era ha spalancato le porte alla nuova generazione

Lutsenko (classe 1990) è pro’ dal 2013, sempre nella fila dell’Astana
Lutsenko (classe 1990) è pro’ dal 2013, sempre nella fila dell’Astana
Alexey, partiamo da questi ultimi piazzamenti… In Sicilia hai vinto da dominatore. Come stai?

Ho trovato finalmente la vittoria in questa stagione. La prima parte dell’anno non è andata molto bene. Adesso sono riuscito a trovare una buona gamba e una buona forma. Aver vinto in Sicilia la tappa più dura e la classifica generale mi ha dato morale. E lo stesso il quinto posto all’Amstel arrivato per di più dopo il viaggio diretto dalla Sicilia. Le motivazioni sono buone in vista della Liegi.

L’altro ieri hai fatto anche la Freccia. Sei arrivato 49°: come è andata? 

Sapevo già prima di partire che il Muro di Huy era troppo duro per me. E così l’ho presa come un allenamento per non perdere il ritmo gara. Certo, mi sarebbe piaciuto cogliere un buon risultato, ma come ho detto, sapevo che sarebbe stato difficile.

Adesso sei un atleta maturo. I giovani vanno molto forte. Cosa puoi fare tu per cercare di batterli?

Io ho già più di dieci anni di professionismo sulle spalle e contro questi ragazzi posso cercare di usare la mia esperienza. Questa è la mia arma. Sono d’accordo quando dite che ci sono giovani forti. Qui i ragazzi di primo, secondo anno vincono subito. Il ciclismo cambia in continuazione: preparazioni, alimentazione, materiali… Io ricordo quando sono passato nel 2013. Al primo anno non ho vinto nulla. Poi ho iniziato con una vittoria, poi due… Non ho portato a casa un Fiandre all’inizio. Sono andato a migliorare piano, piano. Anche nei grandi Giri: per entrare nei primi 7-8 al Tour ci ho impiegato tante stagioni.

Lutsenko ha vinto il Giro di Sicilia dominando l’ultima frazione, la tappa regina
Lutsenko (classe 1990) ha vinto il Giro di Sicilia dominando l’ultima frazione, la tappa regina
E proprio perché tutto va avanti, tu hai cambiato qualcosa per adeguarti ai tempi? A questi ritmi?

Di base dico di no. Ho sempre cercato, e dato molta importanza, all’inverno. Al costruire una grande base. L’anno scorso ho fatto due grandi Giri di fila, Tour e Vuelta, e ho ripreso la bici a fine novembre. Quindi altura, palestra…  Non ho cambiato, perché alla fine noto che quel che conta davvero è stare bene. Se stai bene hai voglia di correre, di fare fatica e di conseguenza vai forte, sei motivato. Se non stai bene tutto questo non c’è. Non è così questione di sola preparazione.

A 30 anni ti senti più un corridore da corse di un giorno, da grandi Giri o da gare di una settimana?

Anche qui conta stare bene soprattutto. Se sto in condizione riesco a tenere duro anche nelle tre settimane. Ma adesso che siamo qui in Belgio, quando c’è la motivazione, riesci a stare sei ore davanti, anche con la pioggia e il freddo come ho fatto all’Amstel. Per quanto riguarda i grandi Giri preferisco essere un po’ più leggero. Qui ho un chilo e mezzo in più… di muscoli, perché non ci sono salite più lunghe di 5 chilometri e bisogna essere esplosivi. Quando poi tornerò in altura per preparare il Tour, per esempio, devo perderlo. E perdere un chilo e mezzo di muscoli non è facile!

A proposito di Tour. In Italia, visto anche l’abbraccio che ti ha riservato la Sicilia, sei molto apprezzato: quando verrai al Giro d’Italia?

Eh, dovreste chiederlo alla squadra. Ogni anno faccio quasi sempre lo stesso programma: classiche, Svizzera o Delfinato, Tour de France. Un anno, nel 2018, ho fatto il Giro. In Italia mi trovo bene. La gente è più simpatica e mi piace correre da voi.

E allora visto che sei già arrivato 7° e 8° al Tour, non hai pensato che al Giro potresti davvero puntare ad un podio? Ti piacerebbe?

Sì, mi piacerebbe. Perché quando devi fare classifica devi essere sempre concentrato al massimo tutti i giorni. Devi soffrire sempre. Il giorno che stai “così e così” puoi perdere dieci minuti o anche mezz’ora. Devi tenere duro, sei sempre sotto stress. E al Tour lo stress è altissimo. Alla Vuelta, che arriva a fine stagione, che c’è bel tempo e le strade sono larghe, ce n’è meno. Al Giro è una via di mezzo. 

E allora dillo a Vinokourov (il team manager) che vorresti venire al Giro!

Eh, vediamo l’anno prossimo – pausa – o magari già anche quest’anno. Intanto domenica faccio la Liegi. Nel ciclismo di oggi le cose cambiano spesso. 

Quindi c’è una piccola possibilità…

E perché no! Prima però mi piacerebbe fare qualche giorno a casa… Perché tra Teide, Sicilia, Ardenne e poi Romandia sarò stato fuori per cinque settimane ed è difficile per me e per la mia famiglia, visto che ho tre bambini!

Vinokourov ha vinto una Liegi. Quanto è popolare questa corsa in Kazakistan? E ancora, Vino ti ha dato qualche consiglio in particolare?

E’ importante in quanto è una classica monumento, ma così come lo sono Sanremo e Fiandre. Se vinco anche queste corse è uguale. “Vino” è stato più scalatore di me forse e per questo ha vinto la Liegi. Ma spero di fare bene anche io visto che stavolta ho una buona gamba. Sono sempre stato sfortunato con questa gara. Una volta l’influenza, l’anno scorso la caduta nella quale ho rotto la clavicola… speriamo bene.

Tra Amstel e Freccia, Lutsenko è stato molto spesso vicino a Pogacar e ammette che ora lo sloveno è pressoché imbattibile
Tra Amstel e Freccia, Lutsenko è stato molto spesso vicino a Pogacar e ammette che ora lo sloveno è pressoché imbattibile
Pogacar sta dominando. Arriverà Evenepoel e si vocifera possa esserci Van der Poel. Tu che li vedi in gruppo, c’è questa grande differenza?

Io ci pedalo accanto per sei ore e sì: c’è una differenza netta. In questo momento Tadej è ad un livello superiore rispetto a tutto il gruppo, non solo rispetto a me. Però il fatto che domenica ci sarà Evenepoel è buono anche per noi. Perché se magari si guardano, si corrono contro, possiamo approfittarne. Ma altrimenti in questo momento Pogacar è più forte. Ha vinto tutto: pavé, salita, muri. Ci manca solo che vinca in volata!

Mentalmente come si a fa partire per una corsa sapendo che c’è chi è nettamente più forte?

Devi sperare che rimanga da solo, senza squadra – poi Lutsenko fa una pausa – Anzi no, anche se resta solo è più forte! In UAE Emirates va forte solo lui. O meglio, tutta la squadra lavora solo per lui. Ho visto che lo proteggono benissimo, se poi ci mettiamo che è un fenomeno c’è poco da fare. Anche l’altro giorno alla Freccia ha schivato quella caduta in modo incredibile.

Okay, chiudiamola così: ti aspettiamo al Giro…

Ah, ah, ah vediamo. Ho molta voglia di provare il Giro come si deve. Quando venni nel 2018 ero caduto poco prima nelle classiche e non ci arrivai al meglio. Però sai quando tu stai bene, sei in forma, il corpo ha voglia di correre.