Search

Da Van Aert a Lutsenko, favoriti e outsider per le Olimpiadi

20.07.2021
6 min
Salva

Pochi giorni, anzi poche ore e si assegnerà il titolo olimpico della prova su strada. Alcuni favoriti e molti outsider: Tokyo è pronta. Il percorso giapponese si annuncia molto duro: 234 chilometri e 4.800 metri di dislivello.

Messa così si potrebbe dire: “scalatori avanti”. Ma poi si è visto come spesso percorsi che sembrano tanto impegnativi tendano a bloccare la corsa e di fatto a rimescolare le carte. Questo per dire che in una gara di un giorno tutto può succedere e sì, ci può essere una lista di favoriti, ma questa può essere ampia. E allora andiamoli a vedere chi sono questi “favoriti”. Partiamo dalle squadre che, oltre all’Italia, possono schierare cinque atleti. Parliamo di Spagna, Francia, Belgio, Olanda.

L’altimetria della gara in linea di Tokyo 2020
L’altimetria della gara in linea di Tokyo 2020

Van Aert re del Belgio

Il Belgio soprattutto ha davvero cinque punte. Evenepoel, Van Aert, Van Avermaet (campione in carica), Benoot e Vansevenant.

Il gioiellino della Deceuninck-Quick Step ha puntato moltissimo su questo evento. Ci ha lavorato in modo meticoloso, è stato in altura a Livigno ed è stato il primo a partire del contingente di Bruxelles. E Wout… vabbé lo abbiamo lasciato che sfrecciava sui Campi Elisi. Esce da un Tour formidabile. Se riuscirà ad avere la stessa condizione… sono dolori. Anche perché abbiamo visto che il dislivello, se distribuito in un certo modo, cioè senza la salita finale, lo sa gestire benissimo a fronte della sua stazza. Sa essere competitivo. Anzi vincente. La tappa del Ventoux insegna. Forse è proprio Waut il pericolo numero uno.

Van Aert ha mostrato enormi doti anche in salita. E in volata…
Van Aert ha mostrato enormi doti anche in salita. E in volata…

Olanda, quel Mollema…

I tulipani anche non se la passano male. Non sono allo stesso livello di Remco e compagni, ma c’è un corridore come Bauke Mollema che sa attaccare, sa soffrire e sa cogliere le occasioni. Certo, scappare ad un Laigueglia o in una tappa di un grande Giro non è come farlo in una corsa tanto importante, ma parliamo pur sempre di un atleta che ha vinto il Giro di Lombardia. E vedendo l’altimetria ci sembra proprio una corsa da Mollema.

I suoi compagni? Kelderman, Havik, Van Baarle e Dumoulin… Tom è sempre Tom, però lui ci è sembrato molto più concentrato sulla cronometro e dovrebbe pagare il poco ritmo gara che ha. Mentre Wilco, è un corridore di fondo, ma che non ha mai mostrato grandi acuti.

Quest’anno per Mollema due vittorie: il Laigueglia (in foto) e una tappa del Tour
Quest’anno per Mollema due vittorie: il Laigueglia (in foto) e una tappa del Tour

Francia, che autogoal

Qui si potrebbe fare un pezzo solo sul perché non abbiano portato Alaphilippe? E infatti lo abbiamo fatto! Tokyo 2020 era per il campione del mondo. L’identikit perfetto per questo tracciato. Ma Voekler, cittì dei galletti, suo malgrado ha incassato il due di picche da Julian. E la sua nazionale perde molto.

In Giappone ha portato Gaudu, Elissonde, Martin, Cavagna e Cosnefroy. Ad esclusone di Cavagna, tutti loro hanno disputato il Tour e sinceramente non ci sono sembrati uscirne benissimo. Ma anche per i “cugini” vale la regola della sorpresa. 

Valverde si complimenta con Alaphilippe dopo la vittoria del francese della Freccia Vallone
Valverde si complimenta con Alaphilippe dopo la vittoria del francese della Freccia Vallone

Spagna per Valverde

Lanciamo una provocazione: se Valverde non vince i Giochi è “colpa” di Alaphilippe! Avete capito bene. Se il murciano avesse saputo mesi prima, e non a ridosso del Tour, che Julian non ci sarebbe stato probabilmente avrebbe fatto un avvicinamento alle Olimpiadi diverso, un’altra preparazione. Okay, Alejandro è un fenomeno ma a 41 anni uscire dal Tour e andare dall’altra parte del mondo magari può pesare più che ad altri. Di contro l’aver corso tantissimo può aiutarlo proprio perché ha 41 anni. Poi, mai dire mai. Valverde è uno dei favoritissimi: tiene in salita, va forte in volata e sa dare la zampata. 

Una cosa è certa: la Spagna è tutta per lui. Anche se Omar Fraile, campione nazionale, si è mostrato un bel corridore e può essere l’outsider perfetto.

Tratnik in testa per la Slovenia ai mondiali di Imola 2020
Tratnik in testa per la Slovenia ai mondiali di Imola 2020

Le mine vaganti

Danimarca, Svizzera e Slovenia: tra i team che possono portare quattro atleti sono le nazionali più forti. La Slovenia fa paura. Come il Belgio vanta (quasi) tutte punte: Roglic, Pogacar, Polanc e Tratnik. Sono vincenti e sanno tenere la pressione. Roglic e Pogacar non hanno bisogno di presentazioni, semmai bisognerà vedere come vanno rispettivamente le botte e la concentrazione post Tour. L’anno scorso al mondiale dopo il Tour Tadej non fu impeccabile in tal senso, anche se fu autore di un attacco. Tratnik ha sfiorato la vittoria sullo Zoncolan.

E la Danimarca non si capisce come non abbia portato Vingegaard. Fuglsang e Asgreen sanno il fatto loro, ma forse per il re del Fiandre il dislivello è un po’ troppo. Completano il team Valgren e Juul-Jensen

E’ decisamente meglio attrezzata la Svizzera: Hirschi, Kung, Schar e Mader… Hirschi, lavorando per Pogacar in Francia si è un po’ nascosto, ma sappiamo che ha grandi doti. Kung punterà molto sulla crono ma è uscito un po’ in calando dal Tour. Gli altri due li vedremo quasi certamente in fuga, ma da qui a vincere… Okay l’effetto sorpresa, ma così è troppo! Con tutto il rispetto per questi atleti sia chiaro.

Le ultime gare di Almeida sono i stati i campionati nazionali (lui ha vinto quello a crono)
Le ultime gare di Almeida sono i stati i campionati nazionali (lui ha vinto quello a crono)

Il resto del mondo

Polonia, Colombia, Regno Unito, Australia, Stati Uniti… di nomi buoni ce ne sono moltissimi, ma saranno in grado di lottare a certi livelli da soli o quasi? McNulty (Usa) per esempio non è uscito benissimo dal Tour. Porte (Australia) anche ha faticato parecchio. Forse i suoi connazionali, i gemelli Yates, potrebbero provare a fare qualcosa di più, se non altro perché vanno forte in salita e sono veloci.

Tra queste “mine vaganti” non va dimenticato Kwiatkowski il più “mina” di tutti loro. Il polacco certe gare le sa interpretare bene. E sulla falsariga dell’ex iridato mettiamo anche il tedesco Buchmann e l’austriaco Konrad, ma con molte meno probabilità di podio. Mentre la colombia senza Bernal perde molto. 

Altri nomi? George Bennet per la Nuova Zelanda. Lutsenko per il Kazakistan (a destra nella foto di apertura con Van Aert, ndr). Almeida per il Portogallo un po’ uscito dai radar, ma molto pericoloso per la crono. Carapaz per l’Ecuador che magari riesce a portare a termine la fuga. Stybar per la Repubblica Ceca. Infine una curiosità. La Norvegia (occhio a Foss) schiera tra i suoi quattro atleti anche Tobias Johannessen, secondo al Giro U23. Adesso abbiamo capito perché non era presente al Giro della Valle d’Aosta. Questa sì che sarebbe una super sorpresa!