L’Ora è italiana: Bussi chiude con un nuovo record

15.10.2023
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Vittoria Bussi l’ha fatto di nuovo e, poco più di un anno dal sensazionale 56,792 km di Filippo Ganna, ecco il 50,267 della trentaseienne romana, prima donna della storia ad abbattere la fatidica barriera dei 50 chilometri per rendere questo primato tutto tricolore.

Non si è fermata di fronte a nulla Vittoria e, tenendo fede al suo nome, è volata ancora una volta in altura ad Aguascalientes (1.887 metri di quota), come aveva fatto in occasione del primo record datato 13 settembre 2018 (48,007). Stavolta, ha spodestato dal trono l’olandese Ellen Van Dijk (49,254 il 23 maggio 2022 a Grenchen). Oltre 200 giri di passione per prendersi quel primato che avrebbe dovuto tentare già lo scorso 11 ottobre, prima che il maltempo spostasse l’appuntamento con la storia di qualche giorno. Dopodiché, via qualche sassolino dagli scarpini per il primo record ottenuto col crownfunding e senza il sostegno sperato.

La romana ha migliorato il precedente primato di oltre un chilometro
La romana ha migliorato il precedente primato di oltre un chilometro
Che cosa vuol dire riuscirci di nuovo?

L’aspetto principale era il confronto con me stessa ed è stato importante tornare qui e avere il confronto diretto con la Vittoria Bussi del 2018. Mettere altri due chilometri nelle gambe è stato un lavoro minuzioso non solo mio, ma di un team personale che mi sono scelta: il mio allenatore personale Luca Riceputi, le sessioni in palestra col professor Giuseppe Coratella, il mio nutrizionista Marco Perugini e poi grazie al posizionamento in bicicletta di Niklas Quetri.

Ci racconti qualche retroscena?

Le difficoltà sono state tantissime perché mi è successo di tutto: dal muoversi da soli, fino ad arrivare al meteo inverso degli ultimi giorni. Non far parte di alcun team WorldTour è complicato e fare una roba del genere a certi livelli nel ciclismo di oggi non è una passeggiata. Ho dovuto fronteggiare tanti ostacoli.  

Tanto entusiasmo intorno alla nuova primatista, anche da parte del pubblico locale
Tanto entusiasmo intorno alla nuova primatista, anche da parte del pubblico locale
Dove hai trovato le forze di riprovarci a dispetto delle insidie?

Quando, a maggio 2022, il record della Lowden è stato battuto dalla Van Dijk, l’asticella si è alzata oltre i 49. Così ho pensato: «Perché non facciamo qualcosa di storico?». Alla fine, i record vengono battuti, però sicuramente la prima donna a battere i 50 chilometri rimarrà per sempre. Da lì, ho iniziato a coinvolgere altri “pazzi” che credessero nel progetto, a partire dagli inglesi della Hope, che ha realizzato la mia bicicletta.

Hai chiesto qualche consiglio a Ganna?

No, non ci siamo parlati.

Che effetto fa però vedere il suo nome accanto al tuo e pensare che l’Ora è tutta italiana?

L’Ora è italiana ed è molto bello, però se ci fosse stato un po’ più di supporto sarebbe stato meglio. Ad esempio, non ho avuto nessuna spinta dalla Federazione.

Il tentativo di Vittoria Bussi era previsto l’11 ottobre, ma il maltempo aveva costretta al rinvio
Il tentativo di Vittoria Bussi era previsto l’11 ottobre, ma il maltempo aveva costretta al rinvio
Come ti sei mossa per costruire il tentativo?

Economicamente avevamo pochi mezzi, ma dal punto di vista delle risorse, le persone che avevo attorno erano eccellenti. Poi sono arrivati anche i fondi e penso che sia stato il primo tentativo al mondo finora realizzato con un crowdfunding.

Quanto hai raccolto?

Dodici mila euro.

In tanti ti vogliono bene…

Le persone normali si sono identificate nell’impresa di una persona comune, che non ha un entourage intorno e non è servita e riverita. Si sono immedesimati e anche donazioni di 10 euro hanno fatto la differenza.

Su strada l’anno migliore per Bussi è stato il 2020: quinta agli europei (foto) e decima ai mondiali a cronometro
Su strada l’anno migliore per Bussi è stato il 2020: 5ª agli europei (foto) e 10ª ai mondiali a crono
Il numero finale era quello atteso?

Volevamo solo battere i 50, poi non guardavo sicuramente i 51, ma aver sorpassato la barriera di più di un giro significa aver girato in 17”8 per un’ora.

Quali sono state le sensazioni durante il tentativo?

E’ stata una buona giornata. Sono partita tranquilla e sapevo sin dall’inizio che ce l’avrei fatta. Tutto si è incastrato alla perfezione ed è stato anche un lavoro di famiglia.

Con il record Vittoria dovrebbe chiudere la sua carriera, nella quale ha sempre spiccato nelle prove contro il tempo
Con il record Vittoria dovrebbe chiudere la sua carriera, nella quale ha sempre spiccato nelle prove contro il tempo
Come mai?

I tempi me li dettava mio marito Rocco. In realtà, futuro marito: stiamo insieme da 15 anni e a breve ci sposeremo. Adesso che ho fatto il record, cercherò di organizzare il matrimonio.

Altri sogni in sella?

Avrei tanto da dare, ma purtroppo occasioni non ne ho, per cui penso che chiuderò questi 10 anni di carriera. Sono partita con un record e chiuderò con un record, sono contenta così. Non mi sento finita perché l’età è relativa: sono sempre stata una fan di Annemiek Van Vleuten e sono convinta che a 36 anni un’atleta non sia finita. Però, non gareggiando su strada, è giusto che guardi a qualcos’altro nella vita.

L’Ora di Bussi, per abbattere i 50 chilometri e i pregiudizi

27.07.2023
6 min
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FIORENZUOLA – Ad oggi l’unica certezza è che Vittoria Bussi si sta preparando forte per il suo secondo assalto al record dell’Ora femminile. Un appuntamento che vuole significare qualcosa in più del mero sforzo fisico o della relativa campagna di crowdfunding. La prima volta ce l’aveva fatta ad Aguascalientes il 13 settembre del 2018 al terzo tentativo facendo registrare 48,007 chilometri.

Da allora la nuova misura da battere è diventata quella di Ellen Van Dijk della Lidl-Trek – attualmente ai box per la maternità – che a maggio 2022 a Grenchen aveva fermato la distanza a 49,254 chilometri. Cinque anni fa Bussi era stata la seconda italiana della storia, dopo la pionieristica Mary Cressari, a centrare questo primato. Adesso però la 36enne romana vuole alzare l’asticella e possibilmente sdoganare qualche pregiudizio sulla specialità femminile. Avvicinare o meglio ancora superare la soglia dei 50 chilometri è l’intenzione principale, considerando tutto quello che c’è dietro ad un’atleta piuttosto anacronistica. E’ per questo motivo che una chiacchierata con Vittoria non è mai banale.

Per quattro volte Bussi è salita sul podio agli italiani a crono. Quest’anno ha disputato la prova senza una preparazione specifica
Per quattro volte Bussi è salita sul podio agli italiani a crono. Quest’anno ha disputato la prova senza una preparazione specifica
Una buona prestazione nella crono tricolore su strada, poi seconda nell’inseguimento individuale agli italiani in pista. Queste corse facevano parte dell’avvicinamento al record dell’Ora?

No, per una serie di ragioni. Il mio staff ed io a giugno saremmo dovuti essere in un altro posto in un altro continente per fare delle prove per il record in un impianto candidato e molto interessante. Purtroppo quella trasferta è saltata per lavori sulla pista e così all’ultimo momento abbiamo rimontato la bici da crono facendo qualche lavoro specifico. In pista ci passo molto tempo, ma anche l’inseguimento individuale lo avevo accantonato. A quel punto il mio allenatore ha ritenuto che dovessi fare entrambe queste prove. Il percorso della crono non era adatto alle mie caratteristiche e l’inseguimento non l’avevamo preparato. Tuttavia io non gareggiando mai, dovevo correre per vivere più l’adrenalina di gara che altro. Arrivare al record senza nessuna gara poteva essere pesante a livello mentale.

La crono aveva una durata che potrebbe tornarti utile…

Sì certo. Era una prova lunga quasi 26 chilometri con un dislivello di 400 metri, ma soprattutto erano quaranta minuti di sforzo psicofisico intenso. Solitamente faccio allenamenti molto duri in un velodromo, lontana dalle distrazioni e restando concentrata sull’obiettivo. Quaranta minuti a crono però volano rispetto a girare in pista. Su strada mantieni sempre alto il livello dell’attenzione. Ci sono rotonde, curve, discese, salite. In un velodromo invece c’è il rischio che la noia prenda il sopravvento.

Agli ultimi tricolori in pista, Bussi ha conquistato l’argento nell’inseguimento individuale dietro Paternoster e davanti ad Alzini (foto fiorenzuolatrack)
Agli ultimi tricolori in pista, Bussi ha conquistato l’argento nell’inseguimento individuale dietro Paternoster e davanti ad Alzini (foto fiorenzuolatrack)
C’è un modo per combattere quella noia?

Diciamo di sì. Programmo dei lavori a bassa intensità per abituarmi alla concentrazione. Non bisogna avere paura della noia in pista. Bisogna farci amicizia ed imparare ad usarla. Prendo quei sessanta minuti come tempo per me, visto che la vita di adesso è sempre frenetica. Dipende dalla giornata ma penso sempre a tante cose, ad esempio cosa mangiare a cena o il programma del weekend (sorride, ndr).

Ed i dati non vuoi saperli mentre giri?

I valori sono importanti, ma il computerino ho imparato a non guardarlo perché contano altre cose. Quell’allenamento è un atto ad ascoltare il proprio corpo. Il record dell’Ora è una specialità a sé, non paragonabile ad una crono o un inseguimento. So che forse è un po’ utopistico, ma sarebbe bello vederla inserita ogni tanto in qualche manifestazione importante. Magari ad un campionato italiano dare possibilità ad un uomo e ad una donna di misurarsi con l’Ora, anche se è una prova che deve essere preparata tantissimo.

E tu come stai procedendo con i tuoi programmi?

Mi sto allenando tanto. Ho iniziato la preparazione ad inizio anno ad Aguascalientes, in Messico. Mentre la prima volta ho fatto il record dell’Ora perché volevo farlo, stavolta la faccio per portarmi al limite. Mi piace superarlo. Potrebbe essere un modo per chiudere la mia carriera dicendo: «Ho fatto davvero tutto quello che potevo fare». Voglio sorprendermi.

Quando e dove lo farai questo tentativo?

Non possiamo dire nulla sulla data così come sul posto. Ci sono continue novità. Fra poco saprete tutto, ma posso dirvi che ho valutato varie cose tra cui il farlo in altura piuttosto che a livello del mare. Ho fatto tanti test. A giugno vi dicevo che ho avuto alcuni intoppi per le trasferte nei velodromi. Purtroppo contano ancora i nomi ed io, non avendo gareggiato tanto, non ho la fama necessaria che ti permette di essere accettata anche solo per fare allenamenti in questi velodromi. Ho fatto tante domande e ho ricevuto tante risposte negative. Però non ho mai mollato o demorso.

Perché Vittoria Bussi vuole riprovare a battere il record dell’Ora?

E’ una prova inusuale per il ciclismo femminile, però attraverso il mio tentativo vorrei raccontare una storia, a prescindere che io riesca o meno a batterlo. La storia di una donna che viaggia un po’ a rilento rispetto agli uomini. Una donna che non ha un nome, ma che vuole fare qualcosa di grande portando un messaggio. Ovvero, ognuno di noi se si impunta può fare qualcosa di importante. Sono fuori dal grande ciclismo, dove i team maschili e femminili arrivano con grandi bus. Vorrei tornare appena indietro, a quel ciclismo essenziale dove bastano una bici, buone gambe, sacrificio e organizzazione per realizzare imprese. Sono romana e, scusate, ma mi piace farmi il mazzo (sorride, ndr). Sono sempre stata abituata così.

Bussi in pista si concentra, combatte la noia e si prepara ad andare oltre i propri limiti (foto Edoardo Frezet)
Bussi in pista si concentra, combatte la noia e si prepara ad andare oltre i propri limiti (foto Edoardo Frezet)
Da una Vittoria all’altra. Tra le stradiste, secondo te Guazzini potrebbe essere l’equivalente di Ganna nel femminile?

Il record dell’Ora è massacrante, lo abbiamo visto proprio con Filippo. Negli uomini però molti cronoman ci hanno provato e vorrei che anche tante ragazze che fanno doppia attività potessero farlo. Magari lei, e non solo, potrebbe riuscirci. Ovvio che devi avere il supporto del proprio team altrimenti direi di non farlo perché lo sto vivendo sulla mia pelle. Io non ho una squadra e ho passato molto tempo a fare test aerodinamici o lavorare sullo sviluppo dei materiali. Ho dovuto studiare tante cose o fare tanti calcoli alla scrivania sfruttando anche il mio dottorato in matematica pura. Ganna è un fenomeno però ha avuto il supporto della squadra e di Bigham che aveva fatto tanti test, oltre che il record prima di lui. Per me era impossibile preparare a dovere un tricolore a crono, un inseguimento individuale ed un record dell’Ora. Mi mancava il tempo perché ho seguito personalmente tutta la burocrazia che c’è dietro. Ma questo lo sapevo già e per me rende tutto più stimolante per centrare il bersaglio.

Vittoria Bussi: bici più matematica, uguale crono!

13.11.2021
4 min
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Romana, mezzofondista, matematica, ciclista, cronoman (o cronowoman?): i mille volti di Vittoria Bussi. Nel mondo delle due ruote a pedali, Vittoria è balzata alle cronache nel 2018 quando ad Aguascalientes siglò il Record dell’Ora femminile.

E anche quest’anno l’abbiamo vista in azzurro ai recenti campionati europei nella crono, pur non avendo gareggiato molto. La sua è una particolare storia che merita di essere raccontata.

Per la Bussi bici Liv e ruote Walker Brothers Wheels 
Per la Bussi bici Liv e ruote Walker Brothers Wheels 

Dal tartan al parquet

Vittoria è una podista, l’atletica leggera è la sua “casa” e il mezzofondo la sua stanza. Ed anche un’eccellente studentessa, una matematica per la precisione. Va a studiare anche all’estero nelle migliori università, come Oxford. Lo sport continua a non mancare nella sua vita, ma la bici non c’è ancora.

L’incontro col ciclismo avviene nel 2013 dopo la perdita del papà. Come lei stessa ha scritto sul suo blog: “Il ciclismo l’ho trovato per caso nel 2013, in una profonda crisi dopo la perdita di mio padre ed ho deciso di intraprendere una sfida, un modo come un altro per sopprimere il dolore”.

«Il problema però quale è stato? Che a 27 anni ritrovarsi fra 200 bici non è stato facile – spiega la Bussi che agli inizi ha vestito la maglia della Michela Fanini Rox – mi sembravano tutte matte! E da qui è nata la passione per le cronometro, in cui sei da sola. E poi mi affascinava molto il mondo che c’era dietro: lo studio aerodinamico, i numeri, i secondi… la matematica.

Una Marco Pinotti al femminile insomma. E da questi numeri e la crono ecco che nel 2016 nasce l’idea del Record dell’Ora che arriva ben due anni dopo.

«La crono era una passione e il Record dell’Ora in qualche modo era la “crono” regina. Mi è sembrata una bella sfida. All’epoca preparai questo impegno con il supporto di Tom Kirk di Oxford. Fu una bella faticaccia, non solo per gli allenamenti, ma per la distanza, facemmo tutto da remoto».

La Bussi parla di tante e tante ore in pista, dove è importante girare per trovare un ottimo feeling di guida, di ripetute estenuanti di 20′-30′ fino alla noia.

Il 13 settembre 2018 la Bussi ha siglato il Record dell’Ora con 48,007 chilometri
Il 13 settembre 2018 la Bussi ha siglato il Record dell’Ora con 48,007 chilometri

Record, sfida costosa

Da qui anche i contatti con Liv, la “linea donna” di Giant, per la fornitura della bici. Liv capì ed apprezzò il progetto della Bussi e le inviò un telaio. «Loro – dice Vittoria – hanno creduto in me e non è stata una cosa da poco perché per preparare un Record serve anche molto denaro».

A questo punto si apre il discorso sul futuro tentativo di riprendersi o meno il primato, che giusto qualche settimana fa Joscelin Lowden le ha sfilato. Per l’inglese 48,405 chilometri, 398 metri in più di Vittoria.

«Complimenti alla Lowden, ma per il momento devo capire come migliorare a crono per essere convocata ancora in azzurro. Il Record è un impegno molto elevato sia dal punto di vista fisico che economico. 

«Servono un team e degli sponsor. Pensate che solo tra UCI e costi fissi occorrono almeno 30.000 euro. Poi c’è il “noleggio” del velodromo. Vanno versati dei soldi alla federazione di appartenenza di quella pista. Io per esempio pagai la federazione messicana. E poi i soldi per lo staff, gli hotel, i viaggi per la preparazione… Come potete immaginare è piuttosto complessa la cosa».

L’azzurro in testa

E poi c’è la maglia azzurra: una sfida, una passione e un obiettivo. La Bussi non ha squadra come le altre, eppure l’abbiamo vista più volte in nazionale. Vittoria ha preso parte, tra l’altro, ai mondiali dell’anno scorso ad Imola (decima) e agli europei di quest’anno (ottava). E senza (o pochissime) gare in linea in qualche modo rischia di essere “invisibile”.

«Faccio le gare che riesco a fare per conto mio, soprattutto crono chiaramente. Se ci fosse un circuito di prove contro il tempo, magari open, avrei più visibilità.

«Prima con Salvoldi parlavo spesso. Dino mi ha anche convocato, ma Paolo (Sangalli, il nuovo cittì delle donne, ndr) lo conosco già. Con lui c’è un rapporto da continuare e non da iniziare. Presto ci rimetteremo in contatto per una programmazione più precisa».

Vittoria Bussi

Vittoria Bussi guida le Ambassador Liv

12.02.2021
3 min
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Anche nel 2021 Vittoria Bussi guiderà la squadra delle sette Ambassador italiane di Liv. Accanto a lei ci saranno Giulia Cicchiné, Jasmine Dotti, Beatrice Mallozzi, Sara Sandrini, Giulia Sandrin e Hannah Raymond. Altre figure, sempre femminili, daranno il loro contributo attraverso progetti mirati che riprendono in pieno lo spirito di Liv. Stiamo parlando dell’unico marchio di ciclismo al mondo pensato e realizzato esclusivamente per le donne.

Impegno e passione

Per chi non ne conoscesse la storia, ricordiamo che Liv è stata fondata nel 2008 da Bonnie Tu di Giant Bicycles che non riusciva a trovare per sé una bicicletta e la relativa attrezzatura adatta. Dalla necessità è nata un’opportunità: quella di rendere il ciclismo più inclusivo. Ancora oggi Liv persegue questo obiettivo con impegno e passione.

Vittoria Bussi
Vittoria Bussi nella cronometro del mondiale
Vittoria Bussi
Vittoria Bussi impegnata nella prova a cronometro del campionato del mondo

Liv con Vittoria Bussi

Il personaggio di maggiore spicco fra le Ambassodor Liv per il 2021 è sicuramente Vittoria Bussi, sia per la sua storia personale che per gli obbiettivi sportivi raggiunti nella sua vita. Nel 2016, al culmine di una carriera accademica fatta di continui riconoscimenti, ha deciso di cambiare vita e diventare una ciclista professionista arrivando nel 2018 a conquistare il record dell’Ora in pista in sella ad una Liv. Lo scorso anno ha inoltre vestito la maglia azzurra della crono ai campionati del mondo di Imola.
Liv è stata in tutti questi anni compagna di viaggio di Vittoria Bussi trovando in lei la rappresentazione perfetta del proprio spirito, basato su impegno costante e tanta passione. Vittoria è infatti una ragazza che non si arrende mai. Anche nel 2021 rappresenterà il marchio Liv sul territorio italiano e non solo, portando, insieme alle altre ragazze, il messaggio del brand: #LivCOMMITTED

Liv Brava
La Liv Brava pensata per il ciclocross
Liv Brava
Liv Brava pensata per gareggiare nel ciclocross

Strada, pista e ciclocross

Dopo i successi della scorsa stagione, tra gli obiettivi di Vittoria per il 2021 ci sono quello di diventare ancora di più un riferimento a livello internazionale per il settore della cronometro e se possibile di ottenere risultati di prestigio anche su strada. Per raggiungere tutto questo la sua preparazione si sta dividendo tra l’attività road, quella su pista e il ciclocross. In quest’ultimo caso si tratta di una disciplina in cui si è cimentata per la prima volta quest’anno salendo in sella ad un modello “Brava”, top di gamma Liv per il ciclocross.

Come ha dichiarato lei stessa, il ciclocross si sta rivelando davvero utile per la sua preparazione: «Approfittando delle giornate più fredde e delle giornate di scarico mi sto allenando con la bici da ciclocross. Devo dire che si tratta di un ottimo allenamento per migliorare la guidabilità per le crono e per le gare su strada».
Accanto a lei in ogni allenamento c’è sempre Liv, soprattutto se si parla di pista, e la stessa Bussi non smette di ricordarlo: «Per quanto riguarda l’attività su pista ci troviamo da una a due volte la settimana. Non vi nascondo che pedalare ancora sulla bici con cui ho stabilito il record dell’Ora, con la stessa posizione è veramente una bella emozione».

liv-cycling.com/it