Quando vedi sfumare le possibilità di vittoria a soli 300 metri dall’arrivo, normalmente saresti portato ad assorbire l’evento con malcelata delusione. Per Soraya Paladin non è così, ogni gara serve per crescere, per migliorare e sentirsi sempre più a suo agio anche ai vertici del ciclismo femminile.
Per questo anche la mancata stoccata finale alla Gand-Wevelgem è stata messa da parte guardandone il lato positivo: «Non mi rammarico più di tanto perché so di aver dato tutto. Io le gare le interpreto così: mi arrabbio se arrivo al traguardo e mi accorgo che avevo ancora qualcosa da spendere in gara, ma se ho la coscienza tranquilla, allora va bene».
Che cosa dicono alla Liv Racing dopo questo inizio di stagione?
Sono più che soddisfatti. Lars Boom, il nostro manager, ci sta trasmettendo la sua lunga esperienza fra i professionisti e vuole che corriamo sempre in maniera aggressiva perché solo così arrivano i risultati e questo tipo d’impostazione a me piace da matti…
Un sistema che ti sta aiutando a metterti in evidenza…
Sì, perché mi trovo a mio agio con le compagne, con i dirigenti, si sta costruendo una squadra compatta, dove il risultato di una fa felici tutte. Io mi sento motivata e ho voglia di farmi vedere, di prendere l’iniziativa e non correre di rimessa.
In questo modo stai anche rispondendo a chi lo scorso anno criticava le italiane in gara – Longo Borghini a parte – per tattiche troppo remissive…
Io credo che siano in tante ad avere qualità, fra le atlete italiane, sono contenta che il mio modo di correre mi stia facendo notare.
Guardiamo però l’altro lato della medaglia: sembra sempre che ti manchi il centesimo per completare l’euro…
E’ vero, il podio sembra sempre a portata di mano, ma alla fine non arriva. Io credo che devo solo saper aspettare l’occasione giusta andandomela a cercare con pazienza. Diciamo che devo imparare a vincere.
Che tipo di atleta è Soraya Paladin?
Mi adatto bene soprattutto ai percorsi misti, con salite che non superano i 5 chilometri, sennò inizio a perdere colpi contro chi è specializzato nelle salite. I percorsi delle classiche mi piacciono tutti, ma l’Amstel è la mia favorita. Lì vorrei davvero far bene (purtroppo per la corsa olandese si parla di rinvio causa Covid, la decisione sarà presa nei prossimi giorni, ndr).
E il tracciato della Attraverso le Fiandre ti piace?
Abbastanza, ma bisognerà vedere come staremo a gambe… Domenica abbiamo fatto tanta fatica, per noi è una sorta di antipasto del vero appuntamento che è il Giro delle Fiandre di domenica, ma comunque, se la gara si mette in un certo modo…
Sai che con questi risultati potrebbero schiudersi per te le porte olimpiche?
Sarebbe un sogno, ma a dir la verità ci sperano un po’ tutte nell’ambiente: l’Olimpiade è qualcosa di unico. Non so se mi chiameranno, io so solo che devo continuare a correre così, a farmi vedere, divertendomi e faticando. Solo così alla fine potrò accettare il verdetto senza rimpianti ed è questo che conta.