La settimana di Mohoric da San Sebastian al Polonia

09.08.2021
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Alle 13,10 Matej Mohoric vedrà abbassarsi la bandierina e partirà assieme agli altri 151 corridori per la prima tappa del Giro di Polonia nella città medievale di Lublin. Il campione nazionale sloveno è forte e va forte. Dopo la terrificante caduta del Giro, ha vinto il campionato nazionale e due tappe al Tour. Quindi è arrivato secondo a San Sebastian e sarà uno dei leader della Slovenia ai mondiali in Belgio, come annunciato da tempo dal cittì Hauptman. Il Polonia è il primo passo di questo avvicinamento e allora gli abbiamo chiesto come sia arrivato al via della corsa, partendo proprio dal giorno di San Sebastian. Una settimana da professionista, tra allenamenti e incombenze alternative.

«Sabato 31 luglio – dice – ero nei Paesi Baschi, ho corso a San Sebastian. Abbiamo percorso 227 chilometri in 5 ore 42′. Il giorno dopo ho corso Circuito di Getxo. Ero stanco dallo sforzo del giorno prima. Abbiamo fatto 194 chilometri in 4 ore 33′ (ha vinto Nizzolo su Aleotti, Matej ha dato una mano a Buitrago, finito terzo, ndr)».

Secondo la scorsa settimana a San Sebastian dietro Powless: una settimana dopo al via del Polonia (foto in apertura)
Secondo la scorsa settimana a San Sebastian dietro Powless: una settimana dopo al via del Polonia (foto in apertura)

Matej ha 26 anni, è stato iridato juniores e poi U23. E’ altro 1,85 e pesa 72 chili. La sua Bahrain Victorious corre su biciclette Merida e anche lui dal Tour ha potuto usare la nuova Scultura. Visto che se ne parlerà, la squadra utilizza integratori SiS.

Cominciamo allora, cosa hai fatto nei giorni successivi al weekend basco?

Lunedì ho fatto il viaggio per tornare a casa. Il mio volo era a mezzogiorno, con lo scalo, quindi sono arrivato a casa la sera e quel giorno non mi sono allenato. Martedì invece sono uscito giusto per fare delle foto con la bici per un’intervista. Ho fatto 30 chilometri in poco più di un’ora.

Due giorni di quasi recupero, insomma…

D’inverno a volte capitano delle settimane con un solo giorno di riposo, ma nella fase alta della stagione a volte faccio delle settimane intere con solo sgambate per cercare di riposare bene. Mercoledì comunque sono uscito con la bici da crono. Ho fatto 60 chilometri in un’ora 40′, mentre giovedì ho fatto 115 chilometri in 4 ore, con delle salite fatte piano, senza sforzare. Ero ancora stanco dalle due corse del weekend. 

Mercoledì si è allenato con la bici da crono: quella di Katowice potrebbe essere decisiva per il Giro di Polonia
Mercoledì si è allenato con la bici da crono: quella di Katowice potrebbe essere decisiva per il Giro di Polonia
Venerdì e sabato?

Venerdì ho fatto di nuovo un giorno di riposo per recuperare al meglio. Sono uscito con la Mtb elettrica e ho fatto un’ora. Sabato invece ho fatto 123 chilometri in 4 ore su strade vallonate, senza salite lunghe e qualche strappo fatto forte. E poi sono partito per la Polonia.

Le settimane sono sempre uguali?

Le settimane non sono mai uguali. Con il mio preparatore Paolo Artuso (il tecnico veneto segue anche direttamente Colbrelli, Caruso e Jonathan Milan, ndr) adattiamo l’allenamento in base a quanto sono stanco dalle corse e dagli allenamenti. Ci sono dei periodi senza tanti giorni di corsa, allora faccio anche fino a 25 ore di allenamento a settimana. Durante la stagione piena invece corro parecchio, allora più che altro esco in bici per cercare di recuperare meglio e più veloce tra le corse.

E’ molto attento alla sua bici. Foto di aprile: dal Tour, il team usa la nuova Merida Scultura
E’ molto attento alla sua bici. Foto di aprile: dal Tour, il team usa la nuova Merida Scultura
La distanza la misuri in chilometri oppure in ore?

La durata dell’allenamento la misuriamo in ore.

Che cosa porti con te nelle tasche quando fai distanza?

Porto parecchio cibo, soprattutto delle barrette e dei gel. Poi porto il portafoglio con i documenti, la mascherina (spero che di questa si possa fare a meno prima possibile), le chiavi di casa e il mio telefono. 

Non ti fermi mai al bar?

Non tanto spesso. Lo farei volentieri, ma non ho tempo, sono sempre di fretta. La giornata ha troppe poche ore per il mio stile di vita. I rifornimenti li faccio fermandomi al volo, comprando delle bibite e qualcosina da mangiare. 

Ti alleni da solo oppure in gruppo?

Dipende. Mi piace sia andare da solo, soprattutto quando sto bene e mi voglio allenare bene. Quando vado da solo spingo di più e faccio più salite rispetto a quando vado in compagnia. Mi piace uscire con gli altri quando sono un po’ più stanco oppure quando non devo fare i lavori specifici.

In allenamento, come in corsa, si provano le barrette ufficiali del team
In allenamento, come in corsa, si provano le barrette ufficiali del team
Hai una salita per i tuoi test oppure cambi spesso percorsi?

Cambio spesso i percorsi, ma comunque alla fine la base sono sempre le stesse salite. Poi magari nel punto più lontano da casa, cerco di trovare qualche strada o salita nuova.

I percorsi di allenamento somigliano alle gare che andrai a fare?

Sì, con Paolo cerchiamo sempre di adattare gli allenamenti e soprattutto i lavori specifici alle gare dove voglio fare bene.

A che ora ti svegli di solito la mattina?

Verso le 6,30 e prima di tutto voglio bere il mio caffè. A volte anche due…

Che cosa mangi per colazione? Sempre uguale o dipende dall’uscita?

Più o meno sempre cose simili, ma adatto la quantità a base di quante ore vado a fare in bici. Mi piace cominciare con il caffè e la spremuta fresca, magari con un pezzo di frutta fresca. Poi mangio i cereali (porridge) oppure pane con la marmellata o il miele. A volte mi preparo le crépes.

Si allena in modo specifico in base al percorso su cui correrà. Qui al Tour de France
Si allena in modo specifico in base al percorso su cui correrà. Qui al Tour de France
A che ora esci di solito in bici?

Verso le 9,30.

Che cosa mangi per pranzo quando rientri?

Vario molto. Tante volte preparo quasi tutto già la mattina, così quando torno posso mangiare senza aspettare troppo tempo.

Se fai una distanza, che cosa mangi quando rientri nel pomeriggio?

Il pranzo non cambia tanto a base della distanza, ho sempre fame quando rientro. Anche perché quando faccio poco in bici non mangio e quando faccio l’allenamento lungo mangio molto anche mentre vado.

Quando sei a casa di pomeriggio fai ancora stretching?

Sì, lo stretching lo faccio la sera, prima di cena o prima di andare a dormire.

Fai sempre i massaggi quando sei a casa?

I massaggi li faccio una volta ogni tre giorni.

Che cosa mangi per cena?

Dipende da cosa ho mangiato a pranzo. Un primo c’è sempre, sia a pranzo che a cena. Il secondo invece lo faccio solo una volta al giorno. Mi piace tanto la pasta in tutti i modi, gli gnocchi e, se è buona, anche la pizza. Tra i secondi invece mi piace il salmone, il pesce e poi tutto il resto se è fatto bene. Cucino tanto, mangio quasi sempre a casa e vario molto. Non usciamo spesso fuori a mangiare. 

Bevi alcolici oppure soltanto acqua?

Qualche volta oltre all’acqua bevo volentieri anche una birra, oppure un bicchiere di vino, soprattutto se siamo in buona compagnia. Ma non mi piace esagerare con gli alcolici. 

Ci sono cibi che non mangi?

Sicuramente sì, ma non tanti. 

Al Tour 2021 ha vinto due tappe: Libourne (nella foto) e prima Le Creusot
Al Tour 2021 ha vinto due tappe: Libourne (nella foto) e prima Le Creusot
Pensi tu alla manutenzione della bicicletta quando sei a casa?

Sono molto preciso con la mia bici. La lavo quasi ogni volta quando rientro, se è sporca. Se invece ha qualche problema la porto al meccanico di fiducia e ci pensa lui.

Quando buchi in allenamento, bomboletta oppure cambi camera d’aria?

Cambio la camera d’aria e poi porto una piccola pompa. Le bombolette non mi piacciono perché sono monouso e mi sembra un po’ uno spreco.

Hai scarpini da allenamento e da gara, oppure li fai ruotare?

Uso tre o quattro paia di scarpe che ruoto sempre, così sono sempre pronto se succede qualcosa. 

Super organizzato

Super organizzato. Sveglia presto per avere tempo di fare tutto. Il pranzo preparato prima di uscire. Metodico in allenamento e nella gestione dei materiali: la rotazione degli scarpini è il solo modo di averne un paio sempre pronto in caso di sostituzione o smarrimento. L’attenzione all’ambiente nell’annotazione finale sulle bombolette. A volte dalle abitudini quotidiane di un atleta cogli anche il suo modo di essere.

Dopo il Polonia, Mohoric correrà il Benelux Tour e poi il mondiale, ma non è da escludersi che altre corse si aggiungeranno al suo programma. E’ lampante che durante la stagione, una settimana a casa serva soprattutto per recuperare e tenere caldo il motore. La condizione è un qualcosa di magico: una volta raggiunta, si sta attenti a non sbagliare nulla per non vederla andar via.

Convinto, gasato, Pasqualon: «Al mondiale voglio esserci»

07.08.2021
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«Con Cassani ne ho parlato anche al Giro, gliel’ho detto che ero interessato al mondiale». Andrea Pasqualon come sempre va diretto al nocciolo della questione. Il corridore della Intermarché Wanty Gobert è davvero carico, convinto e motivato per questa lunga striscia di gare di fine stagione.

Salita, lavori persino con la bici da crono, la ricerca del ritmo gara, chilometri su chilometri e un sogno: la maglia azzurra ai prossimi mondiali di Leuven, nelle Fiandre. E per lui che corre da cinque stagioni una squadra belga non è cosa da poco.

Per Pasqualon un buon Giro. Poi un lungo periodo di stacco e la ripresa al Tour de Wallonie
Per Pasqualon un buon Giro. Poi un lungo periodo di stacco e la ripresa al Tour de Wallonie
Andrea come va? Sei in procinto di partire per…

Per la Polonia, faccio il Giro di Polonia e non la Vuelta. Una scelta fatta anche in ottica mondiale.

Davvero? Ma non eri inserito nella lista Vuelta?

Sì è vero, ma alla fine ho deciso di andare in Polonia e fare tutte quelle gare in Belgio come Brussels Cycling Classic, Benelux Tour… che sono funzionali al mondiale che è una gara adatta a me quest’anno. Quindi ho preferito scegliere delle corse “fac-simile”.

E ormai tu lassù inizi ad essere di casa…

Eh sì, quelle strade le conosco bene. E anche il percorso del mondiale è bello. Tanto bello. L’ho visto. Ho fatto tre volte la Freccia del Brabante e conosco anche la salita in pavè prima dell’arrivo (quella dentro Leuven, ndr). E’ un percorso da uomini da classiche del Nord. Un percorso per il quale il corridore deve avere una grande gamba per i tanti chilometri da fare, ma deve anche saper limare, tantissimo, adattarsi al meteo…

In effetti noi che lo abbiamo visto possiamo dire che sembra proprio così…

Sì, è un mondiale aperto non come in altre volte in cui sai che può vincere un solo corridore, non so uno scalatore. Qui c’è spazio per tanti: per uomini di fondo, per passisti, per velocisti che tengono in salita… 

Quindi un percorso per?

Per Colbrelli – risponde secco Pasqualon – e a me piacerebbe esserci. Al Giro ne ho parlato con Davide (Cassani, ndr). Gliel’ho lanciata là. Gli ho detto che lo avrei preparato, che secondo me era adatto alle mie caratteristiche. E poi guardate che sono pochi i corridori italiani che sanno andare forte lassù. Basta guardare gli ordini di arrivo. Basta decidere su questi nomi: Moscon, Bettiol, Colbrelli, Ballerini, Trentin… e pochi altri.

Molta altura ad Andorra (dove vive) per Pasqualon
Molta altura ad Andorra (dove vive) per Pasqualon
E Nizzolo?

Nizzolo va fortissimo, ma a quel punto con Colbrelli e Trentin non porterei un terzo capitano. Nizzolo, Trentin Colbrelli: chi si sacrifica per l’altro?

Quindi tu vuoi esserci per aiutare?

Io voglio esserci per dare il mio supporto. E’ difficile essere capitano. Se poi dovessi essere davanti nel gruppo giusto potrei dire la mia. Ma se c’è da prendere aria, andare in fuga… io ci sono.

Però, ti sentiamo bello grintoso! Anche nel tono… Forte!

Sono convinto! Sono sempre rimasto fuori dalle nazionali di Davide e mi piacerebbe esserci.

E qual è la tua condizione?

Ho fatto molta altura. Adesso voglio andare al Polonia per “portare fuori” una buona gamba in vista delle corse in Belgio. Certo, Cassani darà un’occhiata alla Vuelta, ma spero lo dia anche alla Brussels Cycling o al Benelux Tour che sono gare più in linea con il mondiale. E poi io penso che chi va alla Vuelta dovrebbe ritirarsi prima dell’ultima settimana (almeno) per essere fresco a Leuven. Anche per questo io non ci sono andato. Ritirarmi non è nel mio stile. Non voglio essere quel tipo di velocista. Preferisco fare altre gare.

Pasqualon è convinto che per correre al Nord è meglio non perdere l’attitudine con certi tipi di percorso
Pasqualon è convinto che per correre al Nord è meglio non perdere l’attitudine con certi tipi di percorso
Forse la Vuelta può essere meno incisiva perché parliamo di un mondiale veloce. Se fosse stato duro tipo quello di Innsbruck sarebbe stato diverso…

Ci sta, assolutamente. A Leuven servirà una gamba potente. Bisogna tirare il rapporto e la gamba deve essere piena, esplosiva, cose che ti possono dare le brevi corse a tappe, non devi sfinire il muscolo. Per me meglio fare gare che ti lanciano in quell’ottica, in cui sai entrare nel pavé, sai sgomitare. Poi è chiaro che Trentin possa venire dalla Vuelta. Matteo non ha fatto né il Giro, né il Tour. Nel suo caso la corsa spagnola è un’opportunità.

A proposito di Giro, tu lo hai fatto e in ammiraglia c’era Valerio Piva. Il vostro diesse lo abbiamo visto meno in questa seconda parte di stagione. Come mai?

Valerio ha fatto il Giro e farà la Vuelta. Sono tanti diesse ed è normale che ruotino. Ma la sua presenza al Giro credo si sia vista: abbiamo ottenuto una vittoria, molti piazzamenti ed eravamo sempre nelle fughe. E’ un diesse in gamba, un gran motivatore ed è convinto di quello che fa. Questa cosa l’ho notata al Giro. Una persona così è quello che ci mancava.

Un mese al Tour de Pologne, con le transenne come va?

18.07.2021
6 min
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Un mese al Tour de Pologne, corso per la prima volta nel 1928. La partenza sarà data il 9 agosto da Lubin, conclusione il 15 a Cracovia. L’ufficio comunicazione sta facendo un gran lavoro. Gli aggiornamenti arrivano in continuazione, sulla corsa e sugli eventi collaterali. L’ultimo in ordine di tempo è una gara per amatori che si svolgerà il 10 agosto ad Arlamow. Ma il Tour de Pologne è anche la corsa in cui nel 2020 si registrò la brutta caduta di Jakobsen, per la scorrettezza di Groenewegen, l’arrivo troppo veloce di Katowice e transenne non all’altezza. Per questo e per fare il punto della situazione ci siamo rivolti ad Agata Lang, colonna portante del Lang Team e membro della Commissione strade della Uec.

La vittoria finale al Tour de Pologne dello scorso anno è andata a Remco Evenepoel
La vittoria finale al Tour de Pologne dello scorso anno è andata a Remco Evenepoel

Situazione normale

Agata ha un tono di voce che mette di buon umore e il solito ottimo italiano, mentre racconta che in Polonia è caldissimo e nel pomeriggio piove sempre, per fortuna alla larga dalle inondazioni che stanno colpendo Germania e Belgio.

«Rispetto allo scorso anno è diverso – dice – eravamo la prima gara a tappe nella prima estate Covid, poi ci sarebbe stato il Tour. Bisognava capire come fare, adesso invece è tutto chiaro. La situazione in Polonia è abbastanza tranquilla, per il momento sembra una vita normale. All’aperto non mettiamo le mascherine, molte persone sono state già vaccinate e tutti i servizi sono in funzione».

Ci saranno limitazioni di pubblico?

La corsa avrà i suoi tifosi. Sulle strade, mantenendo le distanze, potranno stare tranquillamente. Da parte nostra cercheremo di salvaguardare le bolle delle squadre alla partenza e all’arrivo. Non sarà come eravamo abituati a vedere, ma ad esempio al Tour è pieno di gente. Il pubblico fa parte del ciclismo e la corsa senza tifosi è triste. Devo essere sincera, è un’altra atmosfera. Però l’importante è lavorare e andare avanti. Dare ai corridori l’opportunità di correre.

Lo scorso anno a Cracovia, vittoria di Ballerini su Ackermann e Dainese
Lo scorso anno a Cracovia, vittoria di Ballerini su Ackermann e Dainese
L’anno scorso siete stati eletti evento sportivo dell’anno…

Il Tour de Pologne è una corsa storica, ha 90 anni, per cui è importante per il nostro pubblico e per la gente. E soprattutto passiamo dai piccoli villaggi, organizziamo eventi per i ragazzi, per i bambini e per gli amatori. In pratica coinvolge tutti. 

L’anno scorso c’è stata anche la caduta di Jakobsen, ma bisogna ammettere che avete avuto una bella reazione. 

Ci siamo rivolti a Boplan e sono molto contenta della collaborazione che siamo riusciti a creare, perché comunque ora abbiamo delle transenne innovative.

Le abbiamo presentate ad aprile su bici.PRO, altra cosa rispetto alle vecchie barriere…

Le nostre erano da regolamento, ciò non toglie che essendoci nuove tecnologie ci teniamo ad innovare per implementare la sicurezza. Sono contenta che ci sia questa nuova opportunità. Li ho contattati appena le ho viste, quando sono apparse nelle gare in Belgio. A parte tutte le schede tecniche che ho letto, è arrivato anche il feedback positivo dei corridori. Sono barriere innovative che piacciono. E poi abbiamo preso anche i totem, perché sia al Giro d’Italia sia in Ungheria abbiamo visto che il lavoro dei segnalatori è rischioso. Almeno così anche lo staff lavorerà in sicurezza.

La drammatica caduta che stava per costare la vita a Jakobsen (che vola oltre la transenna)
La drammatica caduta che stava per costare la vita a Jakobsen (che vola oltre la transenna)
Boplan si accontenta davvero di entrare in sponsorizzazione, oppure avete dovuto pagare?

Questo fa parte del contratto, per cui non so se sono informazioni che posso divulgare. Comunque abbiamo una partnership. Anche loro sono molto contenti di collaborare con noi e speriamo entrambi di continuare negli anni futuri, anche se logisticamente è molto complicato.

Come mai?

Bisogna capire che una transenna pesa 40 chili, per cui per portarle dal Belgio servono sei camion e poi tutti i giorni bisognerà installarle nei vari arrivi. E’ diverso rispetto a usarle nella gara di un giorno.

Il montaggio è a carico vostro?

Tocca a noi. Per il trasporto abbiamo l’aiuto di Drutex, che è nostro partner. Magari li conoscete, perché erano sponsor nel calcio. Producono porte e finestre, però hanno un sacco di mezzi, con cui ci aiutavano già prima. Adesso hanno fatto lo sforzo in più di andare in Belgio a recuperare i materiali di Boplan. Ci tengo a precisare che li abbiamo già usati nella gara under 23, per cui prima siamo andati a ritirarli, poi li abbiamo riportati indietro. Adesso torneremo in Belgio e faremo la stessa cosa, però ne vale davvero la pena.

Com’è invece la situazione del ciclismo polacco? 

Viviamo ancora dell’ondata di Kwiatkowski e Majka, però speriamo che emergano nuovi talenti. Per esempio Kamil Malecki, un bravo ragazzo. Purtroppo ho avuto un incidente in allenamento e sta ancora recuperando. Può fare grandi cose, l’abbiamo visto anche l’anno scorso al Tour de Pologne. Ci auguriamo che i giovani seguano le orme di Kwiatkowski e che portino grandi successi come ha fatto lui.

In che modo fate promozione della corsa? 

Ne facciamo tanta. Abbiamo media nazionali e regionali. Abbiamo ripreso con gli spot al cinema. Eravamo in dubbio perché i cinema non si capiva se li avrebbero riaperti, in realtà funziona molto bene. Poi abbiamo tutta la cartellonistica nelle città. E a parte quello, la cosa più importante è che abbiamo la televisione che ci trasmette l’intera tappa, per cui sono ore di diretta televisiva. E poi tutti i web e tutti i nostri media partner. Insomma, se vieni in Polonia in quei giorni (sorride, ndr), ti accorgi che si sta svolgendo il Tour de Pologne…

Tour Pologne, Agata e Czeslaw Lang, padre e figlia, riferimenti del Lang Team
Tour Pologne, Agata e Czeslaw Lang, padre e figlia, riferimenti del Lang Team
Quindi non resta che ripartire?

Sono stati due anni difficili per noi, ma siamo pronti per affrontare questa stagione. Siamo intervenuti sulla giornata di Katowice, che non sarà una tappa in linea, ma una cronometro. Abbiamo cercato di cambiare rispetto agli anni passati, le prime due tappe ad esempio saranno completamente nuove. Per cui dai, ci siamo. Sistemiamo le ultime cose, com’è normale che sia a un mese dalla corsa, e poi davvero non resta che ripartire…

Il Tour de Pologne si affida nuovamente a Vittoria

09.07.2021
3 min
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Nei giorni scorsi il Tour de Pologne ha ufficializzato che anche per il 2021 il servizio neutro in corsa sarà affidato a Vittoria. Per il secondo anno consecutivo l’azienda italiana sarà partner tecnico della più importante corsa a tappe professionista in calendario nell’Est Europa.

La flotta Vittoria è già pronta ad entrare in gara
La flotta Vittoria è già pronta ad entrare in gara

La competenza di Vittoria

Il Tour de Pologne potrà contare sulla competenza, l’esperienza e la qualità del cambio ruote Vittoria e del suo personale specializzato in grado di fornire un supporto rapido ai corridori in caso di foratura, caduta o incidente meccanico. Complessivamente saranno tre le macchine che garantiranno il servizio neutro nei sette giorni di gara. E a queste si aggiungerà una moto. Nulla è lasciato quindi al caso.

Le strade polacche sono molto belle, ma spesso anche molto mosse, con alcuni tratti che molto ricordano quelle del Tour. E quest’anno abbiamo visto quanto nervosismo ci fosse in gruppo.

Lang, l’organizzatore del Tour de Pologne
Lang, l’organizzatore del Tour de Pologne

La soddisfazione di Lang

Un altro bel colpo per l’azienda lombarda quindi. Bisogna infatti ricordare che quest’anno Vittoria ha già fornito i propri servizi al Tour of The Alps, un’ulteriore conferma della propria serietà e affidabilità. 

Non a caso Czeslaw Lang, direttore generale del Tour de Pologne ha sottolineato la propria soddisfazione per il rinnovato accordo: «Siamo particolarmente contenti di collaborare con un’azienda importante quale Vittoria. La loro presenza e la qualità dei loro pneumatici innalza il livello tecnico della nostra gara e permetterà agli atleti di essere assistiti in ogni momento della gara. La continua ricerca e la voglia di migliorare sono tra i valori che accomunano Vittoria e il Tour de Pologne».

Personale preparato e velocissimo per gli interventi in gara
Personale preparato e velocissimo per gli interventi in gara

Le corse, test per prodotti

Ernesto Garcia Domingo, direttore commerciale Vittoria Group, ha voluto rimarcare l’importanza di una collaborazione come quella instaurata con il Tour de Pologne: «Partecipare a corse World Tour è molto importante per noi e per lo sviluppo dei nostri prodotti. I test su strada in queste occasioni sono feedback importantissimi per migliorarne costantemente la qualità. Il nostro pneumatico stradale “Corsa”, top di gamma della nostra azienda, è stato per anni la scelta quotidiana dei professionisti. I suoi punti di forza sono la struttura in cotone e la mescola arricchita con grafene. La carcassa in cotone offre flessibilità allo pneumatico, che si traduce in un continuo contatto tra il suolo e lo pneumatico stesso».

Ricordiamo che l’edizione 2021 del Tour de Pologne è in programma dal 9 al 15 agosto con partenza da Lublino e arrivo a Cracovia. Alla corsa saranno presenti i seguenti team che hanno in Vittoria il proprio partner tecnico: Jumbo-Visma, UAE Team Emirates, Lotto Soudal, Team DSM, Astana, Education First-Nippo e Alpecin-Fenix. 

Vittoria

Astoria Giro di Polonia

Si brinda con Astoria anche al Giro di Polonia

15.04.2021
3 min
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Astoria ha recentemente rinnovato la propria partnership e la propria collaborazione con il Giro di Polonia. La gara a tappe WorldTour giunta quest’anno alla prestigiosa 78ª edizione.

Si festeggia con Astoria

Per mantenere invariata un’usanza introdotta nello sport nel 1950, ovvero quella di effettuare un brindisi liberatorio per festeggiare i successi ottenuti durante una competizione, il Giro di Polonia ha esteso la partnership con Astoria Wines. Il prestigioso produttore vinicolo italiano è da sempre molto vicino al mondo del ciclismo professionistico. Durante i sette giorni di gara della corsa polacca, ciascun vincitore di tappa brinderà con bottiglie di Prosecco DOC italiano ed Astoria in modo particolare.

Astoria  bottiglie
Astoria è il primo vinificatore privato del Conegliano-Valdobbiadene DOCG
Astoria bottiglie
Astoria è il primo vinificatore privato del Conegliano-Valdobbiadene DOCG

Un azienda legata allo sport

Nata nel 1987, la realtà vinicola trevigiana inizia molto presto a collaborare con il mondo dello sport, e non esclusivamente per finalità legate a logiche di marketing, ma anche e soprattutto per portare avanti un messaggio di unione e di uguaglianza. Un valore molto importante per Astoria che identifica nella pratica sportiva il terreno ideale per perseguirne lo scopo.

Un rapporto duraturo

I vini prodotti presso la Tenuta di Refrontolo, nel cuore della zona DOCG Conegliano-Valdobbiadene, sono oggi apprezzati in tutto il mondo, e proprio la Polonia rappresenta per il marchio veneto la sede di un importante centro di distribuzione. Si potrebbe dunque dire che si tratti di una collaborazione quasi scontata tra il Tour de Pologne e Astoria, ma di fatto esiste un legame più profondo che ha portato le due realtà a costruire nel tempo un rapporto duraturo affiancato dallo sviluppo di progetti dedicati. Un esempio pratico? Astoria ha, tra le tante cose, ideato e realizzato una grafica e un design speciale per le bottiglie che accompagneranno la carovana sportiva in tutte le sette tappe polacche, utilizzando colori e simboli identificativi di questa nazione. Un segno di grande rispetto.

Italia e Polonia unite dal ciclismo

«La Polonia è certamente un mercato importante – ha dichiarato Filippo Polegato, il direttore vendite Astoria Wines – dove da tempo il nostro Prosecco è conosciuto e apprezzato. Dunque è estremamente strategico investire qui anche in attività di comunicazione. E continuiamo a farlo soprattutto attraverso lo sport, che per noi rappresenta da sempre uno strumento positivo di promozione e sostegno al territorio. E allora, quale evento migliore se non il Tour de Pologne? La passione per questo sport accomuna i nostri due paesi, come abbiamo avuto modo di vedere in questi anni: sia in Italia che in Polonia c’é un’attenzione diffusa, un entusiasmo contagioso per il ciclismo, ed oggi più che mai ne abbiamo tutti davvero bisogno…».

Filippo Polegato, direttore vendite Astoria Wines
Filippo Polegato, direttore vendite Astoria Wines
Filippo Polegato, direttore vendite Astoria Wines
Filippo Polegato, direttore vendite Astoria Wines

Il ciclismo è una passione condivisa

«Siamo molto felici di aver rinnovato la collaborazione con Astoria – ha aggiunto Czeslaw Lang, il direttore generale del Tour de Pologne – e questo non solo perché amiamo e apprezziamo i loro vini, ma anche perché con l’azienda veneta si è creata una bellissima intesa, e questo anche grazie alla profonda e condivisa passione per il ciclismo. Noi faremo di tutto attraverso la nostra organizzazione e lungo il percorso di questa nuova edizione 2021 per dare alle squadre il contesto ideale per raggiungere successi memorabili. E di conseguenza vogliamo coinvolgere partner importanti come Astoria e permettere agli atleti più meritevoli di brindare con dell’ottimo Prosecco proveniente da una terra con una straordinaria tradizione vinicola. E non vediamo davvero l’ora di cominciare».

astoria.it