Mohoric riparte con la Roubaix nella testa

19.11.2022
4 min
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A parte il fatto che si dorme poco e che sua figlia più grande ha portato a casa l’influenza, la ripresa della preparazione in casa Mohoric è ripartita nella giusta direzione. Ma siccome Matej è un uomo razionale, gli basta fare il confronto con la stagione iellata che si è lasciato alle spalle, per sorridere alle bimbe che intanto fanno baccano e guardare avanti.

Così, tornando per qualche minuto a parlare da corridore, il terzo sloveno per popolarità e prestigio dopo Pogacar e Roglic ma il primo per accessibilità e pragmatismo, ha le idee ben chiare.

«Ci sono degli obiettivi importanti nella prima parte di stagione – dice – dove ho corso molto bene l’anno scorso. Penso alle classiche al Nord, soprattutto alla Roubaix (nella foto di apertura è con Colbrelli in avvio dell’edizione 2021, vinta da Sonny, ndr). Mi è sfuggita qualche vittoria e vorrei riprovare a fare qualcosa di bello il prossimo anno».

La vittoria nella CRO Race ha confermato che i guai del 2022 erano alle spalle
La vittoria nella CRO Race ha confermato che i guai del 2022 erano alle spalle

Roubaix e Tour

Riprendersi quel che la cattiva sorte gli ha fatto lasciare indietro. Lo ha detto Marta Cavalli parlando del Tour: anche questa può essere una bella molla per la stagione che viene.

«Ci sono tante volte – spiega – quando trovi degli ostacoli e quando le cose non vanno, in cui è importante riprendersi. Io amo andare in bici prima di tutto ed è quello che mi dà la motivazione per continuare e rimettermi prima possibile in forma. Poi di sicuro ci sono le gare che vorrei vincere e quelle che non ho corso al mio livello, come il Tour di quest’anno. Questo di certo fa venire la voglia di tornarci e farlo quando stai davvero bene.

«Adesso va tutto bene, dopo la mononucleosi che mi ha fregato metà anno. Negli ultimi 10 giorni, ho preso gli antibiotici, ma non è stato un gran problema. Era una cosa che la piccola ha portato a casa dalla scuola ed è già passato. Sto già bene, tutto in ordine. E sono sicuro e convinto che il prossimo anno mi ritroverò al livello della scorsa primavera».

Mohoric ha corso il Tour con una mononucleosi addosso che l’ha fortemente limitato
Mohoric ha corso il Tour con una mononucleosi addosso che l’ha fortemente limitato

L’aiuto di Sonny

La sfida della Roubaix avrà un sapore particolare, perché a seguirla da vicino ci sarà anche il vincitore del 2021. Colbrelli lo aspettavamo tutti alla conferma, poi la storia è andata come sappiamo. L’annuncio di pochi giorni fa sul fatto che continuerà nel Team Bahrain Victorious (anche) come consulente per quelle corse, darà all’avvicinamento e alla stessa vigilia un sapore diverso.

«Sonny – dice sicuro – sarà un valore aggiunto molto importante. Avere uno così alza lo spirito di tutto il gruppo, alza la motivazione e ci farà correre tutti più uniti. Più coerenti con un sogno che lui ha realizzato e molti di noi magari non otterranno mai. Avere lui accanto di sicuro ci darà qualcosa in più nel momento che serve.

«Convivere con quello che gli è successo è stato molto difficile anche per me, perché è un caro amico. Tante volte siamo stati insieme in camera alle corse ed è stato pesante vivere la sua storia pensando a cosa significava soprattutto per lui. Cercherò di stargli vicino come posso, perché so che lui ci è rimasto male. Di sicuro non è contento di non poter più correre, ma sono convinto che a breve si ritroverà e troverà nuove motivazioni per continuare la vita dopo il ciclismo».

Dopo la vittoria di Sanremo, Mohoric con la bici sollevata e l’evidenza meno attesa: aveva un reggisella telescopico
Dopo la vittoria di Sanremo, Mohoric con la bici sollevata e l’evidenza meno attesa: aveva un reggisella telescopico

Il telescopico? Forse no

Perciò riavvolgiamo il nastro e riportiamolo al momento più bello del 2022. Alla vittoria di Sanremo con la sua Merida sollevata sopra alla testa e quell’insolito reggisella, la cui storia in pochi minuti fece il giro del mondo. Quanto c’è ancora da inventare nel ciclismo di Tadej?

«Il reggisella telescopico tirato fuori in quella maniera – sorride – è stato sicuramente un caso isolato. E’ stata una cosa abbastanza grave, tra virgolette, non era un piccolo dettaglio. Una cosa così grande non possiamo tirarla fuori tutti gli anni e usarla per vincere. Però sicuramente siamo sempre alla ricerca e sviluppiamo i materiali. Credo che siamo tra i migliori nel gruppo anche per questo. Penso che la nostra squadra abbia successo soprattutto nelle classiche, perché abbiamo dei materiali che ci permettono di fare davvero bene sulle strade del Belgio, dove la tecnologia conta davvero. Di sicuro non siamo fermi e stiamo testando già nuove soluzioni.

«Non credo che qualcuno andrà alla Sanremo col telescopico. Tanti corridori non credevano che permettesse di andare più forte. Forse qualcuno sì e magari qualcuno vorrà testarlo, ma non saprei. Io stesso non so se lo userò ancora».