Mohoric, giusto o sbagliato quel gesto sul traguardo?

17.07.2021
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Eppure ad alcuni il gesto di Mohoric sulla linea è parso inappropriato. Ma inappropriato perché? Forse perché, si dice da qualche parte, così facendo ha dato risalto a un avvenimento che, se immotivato come dice la Bahrain-Victorious, sarebbe dovuto passare sotto silenzio. Tuttavia è giusto che passi sotto silenzio, se immotivata, la perquisizione delle stanze dopo una tappa pirenaica, che costringe i corridori a cenare alle 23 con la sottrazione dei telefoni che, per chiunque sia un po’ avvezzo a viaggiare, sono il solo contatto ormai con le famiglie? Probabilmente no.

La procura di Marsiglia è la stessa che nel settembre scorso indagò su Quintana e due membri dello staff dell’Arkea-Samsic, che furono arrestati e poi rilasciati. Identico il motivo che portò all’apertura dell’inchiesta della quale non si è saputo più nulla.

Indice sulla bocca e gesto della lampo: «Zitti tutti»
Indice sulla bocca e gesto della lampo: «Zitti tutti»

Lucidità pazzesca

Ieri Mohoric, già vincitore a Le Creusot e arrivato al Tour dopo la terribile caduta del Giro, ha vinto perché è stato semplicemente il più forte, come ha riconosciuto con grande obiettività Laporte, secondo all’arrivo. Ha vinto perché da sempre ha una visione di corsa lucida e pazzesca e quando riesce a mettere in fila tutti i tasselli delle sue osservazioni, è capace di azioni a colpo sicuro.

«Sulla carta – ha raccontato – era un giorno per lo sprint, ma volevo essere sicuro di essere pronto per qualsiasi mossa. Quando ho sentito che stava arrivando un altro gruppo, sapevo che anche loro avrebbero fatto un grande sforzo per chiuderci, quindi sono rimasto calmo. Alla fine, si trattava di seguire la mossa giusta, e quando Pollit ha attaccato, ho contrattaccato e sono riuscito a creare un gap. Ho sofferto negli ultimi dieci chilometri, ma ho continuato a lottare fino al traguardo».

Il gesto sull’arrivo

E alla fine poco prima di passare sulla riga, si è messo un dito davanti alla bocca e ha mimato il gesto di una lampo sulle labbra, pretendendo il silenzio delle tante voci dopo la perquisizione effettuata mercoledì sera a Lescar nelle stanze della sua squadra dai gendarmi dell’ufficio centrale per la lotta alle infrazioni ambientali e salute pubblica.

«In effetti, tagliando il traguardo – ha detto – volevo dire a tutte le persone che mettono in dubbio la nostra prestazione che stiamo semplicemente facendo enormi sacrifici per arrivare al successo. Che prestiamo attenzione all’alimentazione, ai piani di allenamento, ai piani di gara e che non è mai divertente stare fuori casa. Facciamo tutti questi sacrifici per essere pronti per la più grande gara del mondo. Il nostro team ha funzionato bene in passato e continua a farlo oggi. Quello che è successo mercoledì sera ci ha reso una squadra ancora più unita».

Un’azione solitaria con una grande scelta di tempo
Un’azione solitaria con una grande scelta di tempo

Cena alle 23

E’ successo tutto mercoledì sera, dopo la vittoria di Pogacar al Col du Portet, quando arrivati nell’hotel i corridori sono stati accolti da uno squadrone di agenti in uniforme. Il giorno dopo, la procura di Marsiglia ha spiegato di aver aperto un’indagine preliminare dal 3 luglio per “acquisizione, trasporto, detenzione, importazione di una sostanza o di un metodo vietato all’uso da parte di un atleta senza giustificazione medica” contro la Bahrain-Victorious. Ed è nell’ambito di queste indagini che mercoledì sera è stata effettuata la perquisizione. Sono stati ispezionati tutti i veicoli, le stanze dei corridori e dello staff. I computer di diversi membri del team sono stati analizzati e molti documenti, file di allenamento compresi, sequestrati. Dopo quella tappa così dura, i corridori sono potuti andare a tavola alle 23.

Seconda vittoria di tappa per Mohoric, dopo Le Creusot
Seconda vittoria di tappa per Mohoric, dopo Le Creusot

Metodi sbagliati

«Hanno sequestrato alcuni telefoni e computer – ha raccontato Mohoric – e avevano promesso di restituirceli venerdì mattina, ma non abbiamo ancora riavuto nulla. Cercando di vincere la tappa volevamo dimostrare di essere una delle migliori squadre del gruppo, mentre l’altra sera siamo stati trattati come criminali. Ci siamo mostrati degni collaborando con la polizia. Quello che è successo potrebbe essere stato un male per ottenere un bene, ma siamo stati accusati di cose che non capiamo ed è stata messa in dubbio la nostra integrità. La nostra squadra non ha mai fatto nulla di illegale e personalmente non ho visto nulla di illegale nel ciclismo.

«Non ho problemi con quello che è successo e possono anche spulciare il mio telefono. Se dobbiamo passare attraverso questo per dimostrare che siamo puliti, per me va bene. Devono continuare a fare controlli, questa è una buona cosa per il ciclismo. La trasparenza ci aiuta. Ci sono stati problemi in passato ma non esistono più nella mia generazione. Ma i modi giusti forse non sono questi».

Eppure, ad alcuni il gesto di Mohoric sulla linea è parso inappropriato. Ma inappropriato perché? E perché sarebbe inappropriato, se di ciò convinti, rivendicare la propria estraneità?