«Tao? In netta ripresa e punta al Tour», parola di Larrazabal

02.03.2025
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Diciamo la verità, di notizie attorno a Tao Geoghegan Hart non ce ne sono state sin qui. Dell’inglese non si sapeva molto, né del suo calendario e né del suo stato di forma. Ma a venirci in soccorso è stato Josu Larrazabal. Il tecnico spagnolo, a capo della performance della Lidl-Trek, con la sua consueta gentilezza ci ha chiarito un bel po’ di cose circa l’ex maglia rosa.

Quel che possiamo dire è che in Portogallo hanno iniziato la stagione non solo Vingegaard e Roglic, di cui vi abbiamo raccontato, ma anche Tao Geoghegan Hart. E anche lui come i suoi illustri colleghi tutto sommato se l’è cavata bene. Alla fine ha chiuso nono nella generale a 54″ dallo stesso Vingegaard e appena un secondo dietro a Roglic.

L’inglese è alla seconda stagione alla Lidl-Trek, squadra che crede moltissimo in lui. A partire da coach Larrazabal
L’inglese è alla seconda stagione alla Lidl-Trek, squadra che crede moltissimo in lui. A partire da coach Larrazabal
Josu, Tao ha iniziato la stagione in Algarve. Come lo hai visto?

E’ andata molto bene, ci aspettavamo un attimo in più nella crono per come lo vedevamo, come si sentiva e come andava in allenamento. Il primo arrivo in salita a Foia ha confermato le nostre aspettative, ma sulla salita finale ha pagato un po’ l’entusiasmo di voler fare bene. Ha interpretato lo sforzo con troppa intensità e alla fine ha ceduto qualcosa, ma un piazzamento in top 10 è un bel punto di partenza considerando da dove veniamo.

“Da dove veniamo”: quanto è stato importante per lui aver portato a termine la Vuelta lo scorso anno?

Ha integrato e capito quanto fosse difficile il processo di recupero in cui si trovava. L’anno scorso, all’Algarve, aveva chiuso quindicesimo e pensava di essere già più avanti. Poi alla Tirreno ha capito che c’era ancora tanto lavoro da fare. Abbiamo dovuto rifare il programma, saltare il Catalunya, e sfruttare i Paesi Baschi per preparare il Romandia, dove ha fatto una top 10 e si era un po’ ripreso.

E poi di nuovo la caduta al Delfinato…

Esatto, con la frattura delle costole, il Tour saltato, un’altra caduta a Burgos, e infine la Vuelta iniziata con problemi fisici. Ma finirla è stato essenziale per lui e per questa stagione. Anche se non l’ha finita da protagonista. E per un corridore del suo livello, affrontare un grande Giro senza incidere è difficile da accettare, ma ha capito l’importanza del processo che la Vuelta significava. L’anno scorso il suo inverno era stato di riabilitazione, quest’anno è stato un inverno da ciclista e la differenza è enorme.

Algarve: nella tappa in salita Tao è arrivato a 3″ da Vingegaard e appena davanti a Roglic (foto @gettysport)
Algarve: nella tappa in salita Tao è arrivato a 3″ da Vingegaard e appena davanti a Roglic (foto @gettysport)
Il tuo ruolo non è solo legato ai numeri e alle tabelle. Quanto conta l’aspetto mentale con Tao?

Assolutamente tanto. L’anno scorso ci sono state delle discussioni con lui. Noi cercavamo di fargli capire che ci voleva tempo, ma lui voleva subito il risultato. Noi ovviamente vogliamo che ottenga risultati, ma sappiamo anche che i processi di recupero richiedono tempo. Tao non era sempre d’accordo con questo messaggio, ma il tempo ci ha dato ragione… purtroppo. Sarebbe stato bello se avesse potuto subito ottenere grandi risultati, ma infortuni come il suo richiedono pazienza. Adesso siamo in una situazione completamente diversa, sia fisicamente che mentalmente. E quando un corridore come lui sta bene, i risultati arrivano, anche se non sempre (e non subito) sono vittorie.

Se dovessi dare una percentuale, quanto sta meglio rispetto all’anno scorso?

Possiamo dire che ha già pareggiato i migliori valori dello scorso anno, appena partito: numeri che lo scorso anno aveva toccato al Romandia e prima della caduta al Delfinato. Questo è un riferimento che dà fiducia. Non ho il dato esatto per dire se è un 5 o un 10 per cento meglio, rispetto a 12 mesi fa, ma appunto aver già toccato quei picchi a febbraio è stato molto, molto importante.

Qual è il suo programma per i prossimi mesi? Lo vedremo al Giro d’Italia o al Tour?

L’obiettivo di Tao è il Tour de France, con un programma simile a quello dell’anno scorso. Ieri ha corso l’Ardeche Classic (si è ritirato per un problema meccanico mentre esplodeva la corsa e ha finito di vedere la gara dal bus, ndr), una novità rispetto al 2023 quando preparava la Tirreno. Quest’anno non farà la Corsa dei Due Mari, ma il Catalunya e successivamente il Romandia. Abbiamo parlato con lui di lasciare aperta una porta per il Tour of the Alps, una corsa che gli piace e che ha già vinto, ma per ora resta solo un’opzione. Dopo il Romandia farà una pausa, andrà in quota e poi seguirà il classico percorso con il Delfinato, ancora un periodo in altura e infine il Tour.

Pochi giorni prima dell’Algarve Geoghegan Hart aveva preso parte alla Figueira Champions Classic, corsa di un giorno sempre in Portogallo
Pochi giorni prima dell’Algarve Geoghegan Hart aveva preso parte alla Figueira Champions Classic, corsa di un giorno sempre in Portogallo
Non avete mai pensato di mandarlo al Giro? Il percorso sembrava adatto alle sue caratteristiche

Tao ama il Giro d’Italia e lo guarda sempre con la coda dell’occhio. Ovviamente con lui è un discorso che si può sempre aprire, ma la Lidl-Trek gli ha dato la possibilità di fare lo step che non aveva potuto fare alla Ineos Grenadiers, ovvero preparare il Tour da leader. Questo è il piano originale e per il momento è quello su cui siamo concentrati. Lui ha un legame forte con il Giro, ma direi con l’Italia in generale. Ha vinto tante da voi e ha un ottimo feeling con il pubblico italiano, ma al momento il focus è sul Tour.

Josu, visto che prima abbiamo parlato di aspetti mentali: come lo vedi dal punto di vista della determinazione? Ha voglia di tornare più forte di prima ora che sta bene?

L’ho visto sempre cattivo. Lo era anche l’anno scorso quando le cose non andavano bene. E appunto da qui nascevano le discussioni… Adesso però lo è ancora di più, perché non gli è piaciuto avere un anno difficile e senza vittorie. Non gli piace non essere stato protagonista. Anche il piccolo errore commesso nella crono dell’Algarve è forse una conseguenza di questa voglia di fare, di dimostrare. Noi siamo qui per supportarlo e fargli capire che tutto arriva, basta aspettare il momento giusto.

Tao Geoghegan Hart, dove eravamo rimasti?

07.01.2025
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Ripartire da quei 53 giorni di corsa del 2024. Ripartire dal suo talento: Tao Geoghegan Hart si avvia verso un 2025 cruciale per il proseguimento della sua carriera. Per la maglia rosa “d’autunno”, l’inglese che vinse il Giro d’Italia del 2020 (quello post-Covid), è inevitabile tornare al 17 maggio 2023, quando cadde verso Cuneo, proprio durante il Giro, riportando diverse fratture importanti, tra cui quella scomposta al femore. E adesso?

Il 2024 è stato l’anno del ritorno di Geoghegan Hart. Ed è stato anche il primo nelle file della Lidl-Trek. Tuttavia, non è stato ancora un anno fortunato. Quei 53 giorni di corsa sono stati preziosi, ma decisamente pochi per un professionista. I suoi colleghi hanno messo mediamente 20 giorni in più di gara nelle gambe.

Tao Geoghegan Hart in allenamento sulle strade spagnole durante l’ultimo ritiro. L’inglese è parso in buona forma (foto Lidl-Trek)
Tao Geoghegan Hart in allenamento sulle strade spagnole durante l’ultimo ritiro. L’inglese è parso in buona forma (foto Lidl-Trek)

Oltre la sfortuna

E allora, come procede il cammino di Tao? «Certamente – dice Adriano Baffi, uno dei diesse del team americano – come squadra ci si aspettava qualcosa in più e sicuramente anche Tao si aspettava di più da se stesso. Anche nella passata stagione qualche inghippo se l’è ritrovato di nuovo tra le gambe e di certo non è stato fortunato in questo percorso di recupero.

«Però le aspettative restano alte. Sappiamo che Tao può dare di più e siamo certi che in questo 2025 andrà meglio. Dopo quello che gli è successo, si sapeva comunque che ci sarebbe voluto almeno un anno».

Questo aspetto non va affatto trascurato. Anche per Alaphilippe, Bramati ci disse a suo tempo che gli sarebbe servita almeno una stagione intera. E se ricordiamo bene, un anno per tornare ai livelli siderali che gli competono è servito persino a Remco Evenepoel dopo il volo dal ponte al Lombardia. Va detto, però, che Tao era partito benino: un paio di incoraggianti settimi posti in Algarve al debutto e, soprattutto, il nono posto nella generale al Romandia, quando i motori sono ormai a pieno regime per tutti.

Il prossimo 30 marzo, Tao compirà 30 anni: tra Covid e infortuni ha perso almeno due stagioni piene (foto Lidl-Trek)
Il prossimo 30 marzo, Tao compirà 30 anni: tra Covid e infortuni ha perso almeno due stagioni piene (foto Lidl-Trek)

Tao leader

In questi giorni, gli ultimi di vacanza, Geoghegan Hart ha postato alcune foto di buon auspicio: lui in bici col figlio, lui con la squadra… accompagnate da parole di speranza. L’ottimismo non è mai mancato al londinese, che quest’anno compirà 30 anni. Ma soprattutto, quel che conta è che Tao abbia ripreso ad allenarsi con decisione e convinzione.

«Ammetto – riprende Baffi – che non sono poi così a stretto contatto con lui e non so quanto sia vicino al ritorno al suo potenziale completo. La nostra è una squadra molto grande e durante il primo ritiro spagnolo mi sono occupato di altro. Tuttavia, ci ho parlato un po’ e posso dire che è un trascinatore. Per esempio, io ero addetto alla logistica, cosa non facile quando si è in 180 persone, e lui, nella chat preparando il piano del giorno dopo, mi diceva: “Adriano, metti questo perché è importante”. Oppure: “Facciamo così perché secondo me è meglio”. È un leader.

«E poi è anche un ottimo ragazzo dal punto di vista umano. Mi raccontava di quando vinse il Giro e il suo massaggiatore era mio figlio Piero: qualche aneddoto di quei giorni, un capogruppo».

Alla Vuelta tanta fatica ma anche un ottimo volume, ideale in vista dell’inverno che sarebbe seguito
Alla Vuelta tanta fatica ma anche un ottimo volume, ideale in vista dell’inverno che sarebbe seguito

Più leggero…

Tra pochi giorni si conosceranno i programmi definitivi dell’inglese. Geoghegan Hart, però, è già al lavoro. Pensate che ha terminato il ritiro qualche giorno dopo i compagni e inizia quello che verrà qualche giorno prima. La voglia e la determinazione non gli mancano.

«Tao – conclude Baffi – deve ripartire dalla Vuelta. A prescindere dal suo piazzamento, averla terminata è stato importantissimo. Sapevamo da dove veniva e mettere 21 giorni di gara consecutivi nel sacco dà fiducia per l’inverno. Ricordo che è caduto di nuovo al Delfinato l’anno scorso (frattura alla costola, ndr) e quella caduta aveva procurato un altro stop che ha inciso moltissimo nel suo cammino di recupero. In autunno ha tolto le placche… e sarà più leggero! Scherzi a parte, questo dovrebbe dargli un po’ più di sicurezza e tranquillità. Mi ha detto che si sente più libero anche di testa».

C’è insomma da capire che squadra porterà la Lidl-Trek al Giro d’Italia, ma vederlo sulle strade della prossima corsa rosa potrebbe non essere così impossibile, specie se, come sembra, Pedersen e Milan dovessero puntare forte sulle classiche del Nord. Al Giro d’Italia, la squadra potrebbe essere improntata più per la classifica generale. Magari Geoghegan Hart e Ciccone come una coppia garibaldina.

Tra sfortuna e voglia di Vuelta. Guercilena ci parla di Tao

09.08.2024
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Come si dice la fortuna è cieca, ma la sfortuna ci vede benissimo e quest’anno sembra proprio che abbia preso di mira Tao Geoghegan Hart. Anzi, forse lo ha preso di mira già da un bel po’ prima. Era quel maledetto 17 maggio quando l’inglese cadde al Giro d’Italia in quella che doveva essere una scivolata banale e che invece significò per lui diverse fratture, su tutte quella del femore.

Tao, nel frattempo è passato alla Lidl-Trek, aveva messo il Tour de France nel mirino, ma tra qualche inceppo prevedibile sul rientro ad inizio stagione ed una nuova caduta al Delfinato ha dovuto dire addio al Tour. Ecco dunque la Vuelta, passando da Burgos, ma ancora uno scivolone e ancora un ritiro.

Con Luca Guercilena, team manager, che lo ha voluto nella sua scuderia, parliamo proprio della situazione di Geoghegan Hart. Il milanese sa valutare bene i corridori e sa che questo atleta può dare tanto. E anche per questo ha sempre speso belle parole nei suoi confronti.

Luca Guercilena (classe 1973) è team manager della Lidl-Trek
Luca Guercilena (classe 1973) è team manager della Lidl-Trek
Luca, partiamo dai fatti più recenti: come sta Tao dopo la caduta a Burgos?

Stiamo aspettando le valutazioni dello staff medico perché ha picchiato di nuovo le costole che si era rotto al Delfinato. Un peccato perché stava davvero bene. Aveva fatto un lavoro perfetto tra l’altura ad Andorra, con i compagni e il resto.

Come aveva reagito al fatto di non andare al Tour?

Chiaramente era dispiaciuto. Aveva lavorato tanto e lui era il nostro leader per i grandi Giri. Ancora una caduta lo aveva messo kappao, ma è così: fa parte del gioco e ha dovuto accettarlo.

Ma secondo te adesso ha anche un po’ di paura visto tutto quel che gli è capitato negli ultimi 15-16 mesi?

Io non credo. A Burgos è caduto quando era davanti. Era nelle prime dieci posizioni. Quintana gli ha preso la ruota davanti e non poteva proprio farci niente. E lo stesso vale al Delfinato. Era davanti in discesa. Poi è chiaro che quando sbatti in terra, tanto più in un punto dove sei già caduto, non è piacevole. Ma in generale non credo si sia spaventato più del dovuto.

Tu sei stato anche un grande preparatore: come avete riprogrammato la preparazione dopo che il Tour era svanito?

Prima di tutto abbiamo dovuto osservare un periodo di stacco, che di fatto era il recupero dall’incidente, il riposo. E solo di riposo si trattava perché Tao aveva tre costole fratturate. Non è che potesse fare delle operazioni, delle riduzioni chirurgiche, avesse un gesso… no, doveva solo stare fermo per riprendersi. Finita quella parte ha ripreso con l’endurance, quindi si è spostato in altura, dove ha lavorato molto sulla salita e anche sull’intensità. E ora con Burgos e San Sebastian doveva rifinire la preparazione per arrivare al massimo della condizione alla Vuelta.

La sua Vuelta Burgos è durata appena 207 km
La sua Vuelta Burgos è durata appena 207 km
Ma quindi la Vuelta ora è a rischio?

Difficile da dire. Io credo di no, che alla fine ci andrà. Ma certo è una situazione da valutare giorno per giorno.

Come andrete, in Spagna?

Con l’idea di schierare una squadra forte in salita. Per questo ci sono Geoghegan Hart, Skjelmose e Ciccone… per andare a caccia di tappe. Il percorso della Vuelta è bello impegnativo, quindi serve gente adatta alla montagna.

Ma Tao avrebbe fatto (farà) classifica?

Sì, sì… lui si. Lui è il nostro leader. Credo anche che stando ad Andorra abbiano visionato qualche tappa.

Da un punto di vista mentale come lo hai trovato, Luca?

Pronto e con tanta voglia. Voglia di dimostrare di essere un leader, di mettersi in gioco e di tornare ai livelli di quando ha vinto il Giro.

L’inglese ha sempre lavorato sodo durante l’anno. Nonostante i tanti problemi ha messo nel sacco 32 giorni di gara sin qui
L’inglese ha sempre lavorato sodo durante l’anno. Nonostante i tanti problemi ha messo nel sacco 32 giorni di gara sin qui
O forse anche quelli che aveva prima della caduta l’anno scorso…

Esatto. Lì era ad alto livello. Peccato che la fortuna non sia stata dalla sua.

Quanto è importante questa Vuelta per Tao? Okay, i risultati che oggi contano più che mai, ma è anche un punto per guardare al futuro questo “Giro di Spagna”. Immaginiamo ci si aspettino determinate risposte.

Molto importante. Lui si rimette in gioco in qualità di leader. Ha fatto una grande fatica per recuperare dall’incidente  dell’anno scorso. E’ una Vuelta importante per confrontarsi, ma è chiaro che però ci deve arrivare in salute. Con Tao abbiamo un progetto a lungo termine e ogni possibilità di crescita va sfruttata.

E tu, che idea ti sei fatto? Che sensazioni hai avuto in questi mesi che ce l’hai avuto sottomano?

Che ha l’attitudine ad essere leader e questo aspetto lo trasmette bene ai compagni. Si è integrato molto bene nel nostro gruppo e tutto ciò è stata una bella sorpresa. E’ un ragazzo che sa prendersi le sue responsabilità e con il quale è piacevole lavorare.

Tao al Delfinato: «Ora è in tabella», parola di Larrazabal

01.06.2024
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Abbiamo ancora il Giro d’Italia in circolo nel sangue e nella testa, ma con l’inizio del Delfinato domani ci si sposta già sul Tour de France. E inevitabilmente si finisce a parlare dei suoi interpreti. Tra questi ci sarà anche  Tao Geoghegan Hart.

Attorno l’inglese, quest’anno approdato alla Lidl-Trek c’è tanta curiosità. E parte di queste curiosità ce le siamo tolte proprio al Giro quando una mattina abbiamo incontrato Josu Larrazabal, capo del settore performance della squadra americana.

Ricordiamo che Tao Geoghegan Hart era caduto rovinosamente proprio lo scorso anno durante la corsa rosa. Un infortunio terribile, tra le varie fratture anche quella del femore. Una riabilitazione lunghissima e un ritorno incerto o quantomeno complicato. Sin qui l’ex maglia rosa ha disputato 24 giorni di corsa facendo anche vedere qualche buona prestazione, ma certo la strada per lottare con Pogacar, Roglic e Vingegaard appare lunga.

Josu Larrazabal è il capo dei preparatori in casa Lidl-Trek
Josu Larrazabal è il capo dei preparatori in casa Lidl-Trek
Josu, come sta Tao?

Sta andando bene, ovviamente ci ha messo un po’ più di tempo… Che poi non so neanche se dire “più tempo” sia giusto o sbagliato, perché non si sapeva da dove Tao ripartisse dopo un intervento del genere. Però è vero che l’inverno è andato molto bene, forse anche per questo motivo ci aspettavamo già di vedere qualcosa al Catalunya. Ma quello che non abbiamo visto al Catalunya l’abbiamo visto al Romandia un mese più tardi.

Dunque ora è in tabella di marcia?

Diciamo che sin qui eravamo con un mesetto di ritardo. Adesso Tao è nel pieno della preparazione del Tour, è a Sierra Nevada (è sceso giusto un paio di giorni di fa, ndr) con la squadra. Secondo me al Delfinato vedremo ancora un altro step rispetto al Romandia e saremo pronti per il Tour.

Dopo un incidente importante come il suo, Josu, hai notato qualche momento di flessione? Non solo fisica, ma anche a livello morale?

Non conosco il corridore così bene, perché è arrivato quest’anno. Lo sto conoscendo. Nelle conversazioni con lui c’era quel tratto d’incertezza su se stesso, che va alla ricerca di una continua conferma. A dicembre, in ogni test vedevamo che aveva, tra virgolette, lo stress di confermare che fosse in ripresa, che andava benissimo. Lui voleva sempre di più. Mettiamoci anche che nel ciclismo di oggi tutto viene misurato e i ragazzi hanno continui riferimenti numerici. Lui ci badava moltissimo e abbiamo cercato di tirarlo fuori da questo aspetto.

L’inglese è stato a Sierra Nevada tre settimane con la squadra. Da domani sarà al Delfinato (foto X)
L’inglese è stato a Sierra Nevada tre settimane con la squadra. Da domani sarà al Delfinato (foto X)
E come?

La nostra aspettativa nella prima parte di stagione era tornare, tornare a correre. Metterlo in una squadra, farlo lavorare. E questo Tao lo ha fatto molto bene. Ai Paesi Baschi ha lavorato per Skjelmose dando un contribuito da leader importante e poi al Romandia si è fatto vedere lui. Un risultato che è sotto il suo standard, ma visto da dove veniva è stata un’ottima top 10 (ha chiuso 9° a 1’02” da Carlos Rodriguez, ndr). Lì ha avuto belle conferme e  belle sensazioni. Ora però non basta.

Cioè?

Non abbiamo ancora chiuso il cerchio. Secondo me per lui sarà importante misurarsi al Delfinato, per arrivare al Tour con la fiducia al top.

Josu, abbiamo parlato di numeri, cosa gli è venuto a mancare di più dopo l’incidente? Picchi di potenza, resistenza, recupero?

Efficienza dico io. Alla fine con l’allenamento limi, limi ogni giorno qualcosa e porti tutte le componenti ad un livello di eccellenza. Un livello che ti permette di arrivare alla fine della corsa più fresco possibile e con più possibilità di fare i numeri massimali. Quando tu fai un test massimale i dati sono lì, ma il ciclismo non è cosa fai quando sei fresco, il ciclismo è cosa fai dopo 5 ore. E’ quella fatigue resistance che perdi quando subisci un intervento del genere.

Tra nuovi materiali e rincorsa della forma quest’anno Tao Geoghegan Hart non è stato super a crono. Tuttavia al Romandia è andato meglio
Tra nuovi materiali e rincorsa della forma quest’anno Tao Geoghegan Hart non è stato super a crono. Tuttavia al Romandia è andato meglio
L’efficienza in generale, in corsa…

Il fisico perde quelle tante piccolezze che sono necessarie. Il ciclismo è un sport tecnico e non solo tattico. La pedalata è un movimento che si ripete mille volte ed è lì che sta l’efficienza. E’ lì che una buona efficienza fa la differenza. E se tu per ognuna di quelle mille pedalate perdi anche solo un pochino, dopo 4-5 ore il gap che devi colmare è enorme.

Avete lavorato anche un po’ in palestra? O meglio, visto il muscolo da recuperare l’avete portata avanti nel corso della stagione?

Sì, ci abbiamo lavorato tanto. La palestra è stata la base della sua riabilitazione. Tao ha fatto un grande lavoro ad Amsterdam, in questo centro dove hanno fatto l’intervento. Hanno lavorato molto in monopodalico, cioè con la gambe separate affinché tutto tornasse al top, misurando ogni valore della forza di quell’arto. E infatti da quel punto di vista già in inverno era ben messo però, una cosa è come sei tu a livello fisico in un test, tra l’altro non specifico, e un’altra cosa è come sei tu in bici pedalando con tutte e due le gambe insieme, con quella coordinazione necessaria. Ecco che si ritorna al discorso dell’efficienza.

Tornare competitivi dopo una caduta. Questione di psicologia

15.04.2024
5 min
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Le vittorie a ripetizione di Elisa Longo Borghini e di Elisa Balsamo hanno un punto in comune e non è dato, in questo caso, dalla comune militanza nella Lidl-Trek. Entrambe le azzurre vengono da un 2023 molto difficile, contraddistinto da infortuni lunghi e complicati e da una ripresa lenta. Non sono certamente i soli casi, basti pensare sempre nel team americano il lento cammino di resurrezione di Tao Geoghegan Hart e chi vive da vicino le vite di questi campioni sa che non è tutto legato al fisico, all’allenamento, ai risultati. Molto pesa la testa, la psicologia, il come si vive questo periodo di ripresa.

La vittoria della Longo Borghini alla Freccia del Brabante. Il suo 2023 era stato fermato dalla caduta al Giro
La vittoria della Longo Borghini alla Freccia del Brabante. Il suo 2023 era stato fermato dalla caduta al Giro

Nel team un ruolo sempre più importante – lei come colleghi e colleghe negli altri team – lo svolge la dottoressa Elisabetta Borgia, che anche nel caso delle due atlete in questione è stata un supporto importante e che sa bene quanto il ritorno a livelli pari se non addirittura superiori sia un iter molto lungo e travagliato.

«Il primo passo che un atleta deve fare è l’accettazione – spiega la Borgia – Gli sportivi hanno sì una struttura mentale molto forte, che è però molto basata su un rigido cammino: c’è una strategia da seguire verso l’ottenimento dell’obiettivo, fatta di tappe che sono allenamenti e gare con una flessibilità contenuta e studiata. L’infortunio arriva e stravolge tutto, vengono cancellati i piani, tutto quello che era stato stabilito viene cancellato d’un colpo».

Elisabetta Borgia da anni collabora con il Team Lidl-Trek e ha seguito la rinascita delle azzurre
Elisabetta Borgia da anni collabora con il Team Lidl-Trek e ha seguito la rinascita delle azzurre
Che succede a quel punto?

L’istinto direbbe di studiare subito un “piano B”, ma non è così semplice. Bisogna innanzitutto porsi davanti un obiettivo nuovo, che non ha più a che vedere con le corse ma che riguarda il ritrovare la salute. E per far questo è necessario rallentare, ma questo non è nello spirito dell’agonista, che anzi vuole tornare prima possibile a gareggiare, vuole riprendere esattamente da dove si era fermato. Per questo parlo di accettazione: bisogna mettere un punto e ripartire.

E’ difficile accettare l’infortunio?

Sì, ma è soprattutto difficile accettare che quel piano che era stato fatto a inizio stagione non c’è più. Non si recupera, non si può riprendere. E’ legittimo rammaricarsene, ma bisogna guardare avanti. Bisogna saltare su un nuovo piano lasciando andare quel che è stato. Ripartendo sempre dal ristabilimento fisico. Bisogna soprattutto lasciar andare via la rabbia, che non serve e fa sprecare energie preziose.

Per Elisa Balsamo il 2024 è stato finora ben diverso dall’anno passato. Protagonista anche alle classiche
Per Elisa Balsamo il 2024 è stato finora ben diverso dall’anno passato. Protagonista anche alle classiche
Come si salta su un nuovo piano?

Intanto si comincia con la consapevolezza, l’accettazione di cui parlavamo prima. Poi il lavoro dello psicologo deve essere coadiuvato dai vertici del team. Lì serve l’impegno di tutta l’equipe, per stabilire un nuovo cammino, verso nuovi obiettivi, passando magari anche per la rielaborazione del trauma. L’atleta però deve essere consapevole, capire dove deve andare, che cosa potrà ottenere, soprattutto quanto è importante che tutto ciò avvenga nel pieno rispetto del proprio corpo, godendo della piena salute necessaria per ritrovare il proprio livello. Bisogna ricostruire tutto il viaggio.

Nel caso della Longo Borghini però assistiamo a una ragazza esperta che non aveva mai toccato simili picchi di rendimento, pur avendo un curriculum già di per sé eccezionale… Come si diventa più forti di prima?

I cinesi, parlando della resilienza, fanno l’esempio di un vaso rotto rimesso insieme con colla dorata perché diventi ancora più prezioso. Per lo sportivo è un po’ così: l’abitudine alla vittoria può anche portare a una diminuzione del desiderio di vincere. Chi viene da infortuni gravi ha invece la smania di tornare a prima. Se ben incanalata, questa foga può essere utile, può servire a conoscere più di se stessi perché noi siamo fatti anche delle nostre esperienze. Questi sono principi utili nello sport come nella vita di tutti i giorni, ma considerando il nostro ambiente, è come fare uno step up, salire di livello in un videogioco. La nostra società tende a nascondere la sofferenza, la negatività, ma è attraverso di essa che si va oltre.

Per Tao Geoghegan Hart la strada della rinascita è ancora lunga. Lo vedremo al Giro d’Italia
Per Tao Geoghegan Hart la strada della rinascita è ancora lunga. Lo vedremo al Giro d’Italia
Un infortunio può anche non essere fisico: una decisione sbagliata, un esito negativo per questione di centimetri. Spesso vicende del genere lasciano strascichi, come se ne esce?

Fondamentale è l’analisi di quello che è successo. L’errore pesa, per superarlo bisogna capire che cosa si è fatto. La gestione degli ultimi chilometri, l’avversario magari sottovalutato, cosa è andato bene e male. Ritrovandosi nella stessa situazione come si agirebbe, sapendo com’è andata? Bisogna affinare attraverso tutto ciò la nostra capacità di “problem solving”, imparare a gestire la situazione anche in presenza di forti emozioni, facendo in modo che l’attività emotiva non vada a inficiare l’applicazione logica.

E’ evidente però come, nel ciclismo come in tante altre discipline sportive, un piccolo episodio vada a intaccare la concentrazione mentale. Sono evidenti i casi di eventi che cambiano completamente il loro andamento proprio perché il protagonista ha perso la sua applicazione mentale. La concentrazione può essere allenata?

Sicuramente. La si può anche perdere. La società odierna porta a non essere concentrati quasi mai, a vivere a un livello di superficialità, questo perché abbiamo ormai un flusso d’informazioni che, secondo recenti studi, è più del doppio di quello di 10 anni fa. Siamo iperstimolati, tendiamo al multitasking quando invece il nostro cervello fa fatica a processare più informazioni per volta. La concentrazione deve essere uno stile di vita. La si può applicare anche nelle più piccole cose: mangiare, bere, guardare, insomma focalizzando i 5 sensi. Questo diventerà utilissimo anche quando saremo impegnati in corsa.

In Algarve le risposte giuste. Tao c’è ancora, eccome se c’è

21.02.2024
5 min
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«È stato davvero bello tornare, anche se con tanto vento e un po’ di pioggia! Forse non è quello che la gente immagina di sentire, ma la sensazione non è stata diversa dall’inizio di una qualsiasi delle mie stagioni da professionista, tornando alla routine, rivedendo volti familiari dopo l’inverno e trovando il ritmo. Mi sono trovato bene nel gruppo», Tao Geoghegan Hart parla così del suo ritorno in corsa alla Volta ao Algarve.

Si era sull’Alto da Foia. Tempo da lupi. Nebbia. E quello era davvero il suo grande ritorno. Se la Volta ao Algarve era la sua prima gara dopo l’incidente del Giro d’Italia 2023, quella era la prestazione. Quella che dava fiducia e morale.

Tao Geoghegan Hart (classe 1995) incontrato a Calpe lo scorso dicembre. Era già magro, ma della condizione se ne sapeva poco
Tao Geoghegan Hart (classe 1995) incontrato a Calpe lo scorso dicembre. Era già magro, ma della condizione se ne sapeva poco

Dubbi spazzati

Quello dell’inglese, passato quest’anno alla Lidl-Trek, era un rientro in corsa contornato da mille dubbi. E grosse attese. In tanti lo aspettavano al varco. Visti i traumi della caduta al Giro, con diverse fratture fra cui quella del femore, ci si chiedeva addirittura se sarebbe stato ancora lui.

E le risposte sono state più che positive. In Portogallo, corsa infarcita di campioni, a partire da Remco Evenepoel, Tao è arrivato dodicesimo assoluto, lasciandosi alle spalle fior di corridori come Landa, Higuita e pagando poco più di 40” a gente come Pidcock, Van Aert e Kuss.

Ma quel che più conta è che il britannico si sia ben comportato in salita. E’ lì che il corridore, specie se da grandi Giri, va a cercare le risposte più importanti.

Nelle due frazioni col naso all’insù, Tao è giunto entrambe le volte settimo, con i primi a pochissimi secondi. Solo le super accelerazioni di Remco e Dani Martinez lo hanno messo in difficoltà. E per di più loro già avevano diversi giorni di corsa nelle gambe. Geoghegan Hart invece non attaccava il numero dallo scorso 17 maggio.

Nella crono di Albufeira, Tao ha pagato quasi 2′ a Remco. Ma non era su questa prova che si era concentrato
Nella crono di Albufeira, Tao ha pagato quasi 2′ a Remco. Ma non era su questa prova che si era concentrato

Verso la forma

Se pensiamo che due mesi fa lo vedevamo ancora pedalare da solo, senza nessun vero riferimento, questi piazzamenti valgono come, e più, di una vittoria.

«In effetti – aveva detto Geoghegan Hart a GCN – mi manca ancora quella grande accelerazione, ma non è poi così male la situazione in generale. Era importante tornare in gara».

«Ho trascorso una settimana senza problemi e non ero troppo lontano dal ritmo. Mi è mancato qualcosa, ma è normale per la prima gara della stagione. Alla fine mi sono staccato solo negli ultimi 500 metri», aveva poi dichiarato Tao alla sua squadra dopo il primo arrivo in salita.

Tao, ha invece pagato parecchio a crono. Ma da quel che si sa non ci ha lavorato così tanto durante l’inverno. Sì, aveva un manubrio speciale personalizzato, ma la priorità di questi mesi era un’altra. Era tornare in forma. Anzi, era tornare…

Quello di Geoghegan Hart contro il tempo è stato un distacco “pesante”, 38° a 1’51” da Remco in 22 chilometri. Tuttavia facendo un’analisi più approfondita non è stato neanche così “tragico”, se paragonato a rivali ben più accreditati. Per di più, sempre parlando di cronometro, cambiando squadra aveva anche cambiato i materiali.

Insomma non era certo quello il momento di tirare le somme nella specialità contro il tempo. E questo possibile passaggio a vuoto era calcolato, mettiamola così, già prima del via.

Alto da Foia, Tao (a sinistra) taglia il traguardo accanto all’ex compagno di squadra, Pidcock, a 8″ da Martinez e Remco (foto Instagram)
Alto da Foia, Tao (a sinistra) taglia il traguardo accanto all’ex compagno di squadra, Pidcock, a 8″ da Martinez e Remco (foto Instagram)

Si può programmare

Dall’Algarve dell’inglese, a cascata, ci saranno diverse decisioni. Il capo della performance del team americano, Josu Larrazabal, ce lo disse chiaro e tondo nel ritiro di dicembre in quel di Calpe: «Per Tao è impossibile fare un programma adesso. Vediamo come sta, come andranno le prime corse e poi decideremo». In quel momento non era certa neanche la sua data di rientro alle gare, per dirla tutta.

L’Algarve ha dunque dato il “la” per iniziare davvero a stilare un programma agonistico stagionale.

«A dire il vero – ha proseguito Tao – non abbiamo ancora deciso. Nella prossima settimana (in questi giorni, ndr) ne parleremo con la squadra. Ci sono piani provvisori, ma dobbiamo procedere passo dopo passo. Di sicuro farò una delle gare WorldTour da una settimana». Stando a queste indicazioni quindi lo rivedremo o alla Parigi-Nizza o alla Tirreno-Adriatico. Questa seconda opzione è ben più probabile, visto che la sua squadra lo ha inserito nelle preliste della corsa dei Due Mari.

L’obiettivo, tanto per tornare a citare il Larrazabal di dicembre, è quello di trovare continuità. Mettere nelle gambe i chilometri di corsa. Costruire una base solida. Poi da lì verrà tutto il resto.

Tao Geoghegan Hart è un patrimonio di questo ciclismo. Ha vinto un Giro d’Italia e visto come stava crescendo e come andava l’anno scorso, chissà che non avrebbe messo a segno il bis. In Ineos Grenadiers il vero capitano era lui e non Thomas.

La Lidl-Trek crede molto in lui. Tecnici e compagni lo hanno subito visto come un leader. La sua determinazione, per ora, non fa altro che rafforzare questa posizione.

Tao Geoghegan Hart al lavoro per tornare forte (come al Giro)

20.12.2023
4 min
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CALPE (Spagna) – Forse riconosce i volti, anche se a dire il vero non ci abbiamo parlato spessissimo. Forse è stato imbeccato o forse coglie le persone al volo, ma Tao Geoghegan Hart saluta ognuno dei giornalisti presenti nel media day di Calpe con la sua lingua. Hello per gli inglesi, hola per gli spagnoli, ciao con noi (in apertura foto Instagram).

Apparentemente sulle sue, quasi timido, ma timido proprio non è, la maglia rosa del 2020 si racconta. Lo fa con passione e un’umiltà che non ci saremmo aspettati. Anche quando lo incontriamo mentre sta per uscire, inforca la bici e ci fa: «Buongiorno», accompagnato da un cenno del capo e un sorriso.

E’ il 17 maggio e Tao Geoghegan Hart (classe 1995) lascia il Giro quando è terzo nella generale (immagine da web)
E’ il 17 maggio e Tao Geoghegan Hart (classe 1995) lascia il Giro quando è terzo nella generale (immagine da web)

Primo obiettivo: riprendersi

Dove eravamo rimasti? Giro d’Italia: Tao Geoghegan Hart sembra in forma come non mai, ma cade durante l’11ª tappa. A prima vista sembra una scivolata banale e invece… Femore fratturato, anca e altre fratture. Tao finisce in ospedale a Genova. Viene operato la sera stessa e inizia un lunghissimo percorso di recupero.

«Il primo obiettivo – dice con consapevolezza estrema Tao – è quello di tornare al mio livello e possibilmente al livello che avevo a maggio al Giro, il più alto mai raggiunto. Mi è davvero dispiaciuto non poter mostrare il mio valore».

Tao parla del Giro come la situazione perfetta. Una squadra compatta, consapevole del lavoro fatto e con tanto di certezze che venivano dalla vittoria al Tour of the Alps.

«Non so come sarebbe andata a finire, ma ci saremmo divertiti. E invece mi sono visto il resto delle tappe dall’ospedale. Sono stato operato subito, la notte stessa dell’incidente. Poi ho passato nove settimane in un centro specializzato, il Fysiomed, ad Amsterdam, per recuperare il movimento del ginocchio, della caviglia e del piede, e far guarire il femore sinistro, i muscoli del quadricipite e dell’anca».

A Fossombrone Tao è con i due che poi si giocheranno il Giro: Roglic e il suo compagno Thomas
A Fossombrone Tao è con i due che poi si giocheranno il Giro: Roglic e il suo compagno Thomas

Tao 2.0

A questo punto inizia la seconda carriera di Tao, se vogliamo. Viene annunciato il cambio di squadra, dalla Ineos Grenadiers alla Lidl-Trek. In più inizia il cammino di un atleta da recuperare, e prima ancora la mobilità dell’uomo.

All’inizio Geoghegan Hart è claudicante. Pedalare in quel momento, l’estate, era una chimera. Il che è comprensibile con 17 placche di titanio sparse per il corpo. Ma Tao non molla. 

«Già 62 ore dopo la caduta del Giro – prosegue Tao – pensavo a come poter ritornare in tempi brevi. Anche per questo non sono voluto rimanere ad Andorra, dove vivo, ma ho cercato un centro super specializzato, come quello olandese appunto.

«La riabilitazione è stata davvero stancante e decisamente meno divertente di un allenamento in bici. A livello mentale è stata dura. A fine giornata non riuscivo a tenere gli occhi aperti neanche per vedere un film».

Le prime pedalate di Tao sono “da turista”, proprio per le vie di Amsterdam in sella ad una Brompton. Ma un campione guarda il bicchiere mezzo pieno e alla fine è stata, come ha detto lui stesso, un’occasione per fare e vivere esperienze diverse. 

Da qualche settimana però, Geoghegan Hart è tornato in sella da corridore. Quasi non ci credeva. Le sgambate sono diventate allenamenti.

«Non ci credevo. Tutto è filato liscio. Nessun dolore, nessuna sensazione strana con le placche in titanio».

Tao Geoghegan Hart, Ineos-Grenadiers, Milano, Giro d'Italia 2020
Tao conquista il Giro d’Italia 2020. Da lì alti e bassi, ma nel 2023 stava davvero andando forte
Tao Geoghegan Hart, Ineos-Grenadiers, Milano, Giro d'Italia 2020
Tao conquista il Giro d’Italia 2020. Da lì alti e bassi, ma nel 2023 stava davvero andando forte

Da Amsterdam al Tour

Tao è stato bravissimo a non mollare nel corso dei mesi. E’ magro e, a prima vista, anche tonico. Ma certo non ha il muscolo definito che abbiamo notato in molti suoi colleghi nel ritiro di Calpe. Il suo è un ritorno a testa bassa. Nonostante sia un leader. Una leadership che la sua nuova squadra già gli ha riconosciuto… non solo come corridore.

La Lidl-Trek sa che potenziale ha l’inglese, non ha bisogno di risposte e non gli vuol mettergli fretta. La rimozione delle placche è già stata fissata per l’autunno prossimo, proprio per non fargli perdere ulteriore tempo. E lasciarlo in tranquillità.

Tao sarà dirottato al Tour de France: lui per la generale, per Mads Pedersen per i traguardi intermedi. Il cammino di Geoghegan Hart richiederà certezze ed obiettivi crescenti. La rincorsa al Tour de France partirà dalla Volta ao Algarve a febbraio. Poi si procederà verosimilmente “a vista”. Ogni gara servirà per valutare lo stato dell’atleta e da lì programmare il passo e le corse successive. Che poi è un po’ quello che la sua ex squadra ha fatto con Bernal.

«Tutto è andato molto bene in queste ultime settimane – ha detto Geoghegan Hart a Cycling News dove ha toccato argomenti più tecnici – Non sono troppo lontano da dove mi trovavo in questo periodo dell’anno scorso. Certo, devo ritrovare un po’ di mentalità da corridore, come sull’alimentazione. La settimana scorsa ho fatto quattro volte più di cinque ore e mezza a 250 watt medi. E per ora va bene così». 

Geoghegan Hart saluta la Ineos e si prepara a un nuovo inizio

28.09.2023
4 min
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Tao Geoghegan Hart (foto Instagram in apertura) a fine stagione lascerà la sua “casa” ciclistica: la Ineos Grenadiers. Il britannico si trasferirà alla Lidl-Trek, una squadra che da quando ha cambiato nome, e sponsor, si è mossa tanto nel prendere nuovi corridori. Tao ha 28 anni, cambia squadra in quello che è sempre stato il periodo di maturazione per un ciclista professionista

Una decisione che merita un approfondimento, per questo abbiamo cercato di capire di più parlando con il suo procuratore: Joao Correia. Ex corridore portoghese che da qualche anno rappresenta alcuni dei corridori più importanti del gruppo con la sua agenzia Corso Sports, fra cui Almeida e Pedersen. Correia ha una vita “divisa” in tante parti del mondo: Stati Uniti, Portogallo e Italia. Quando si trova da noi sta in Toscana, dove ha un B&B con il quale organizza viaggi legati alla bici per i turisti stranieri, in particolare americani. 

Buongiorno Joao, innanzitutto, come procede la riabilitazione di Geoghegan Hart?

Ha terminato la settimana scorsa, è stata lunga: più di 3 mesi di lavoro per tornare in bici. A breve riprenderà a pedalare su strada e metterà nel mirino la preparazione verso la prossima stagione. Da quando abbiamo capito che nel 2023 non avrebbe più corso si è deciso di guardare al futuro. La squadra gli ha dato una grande mano, nonostante a fine stagione si saluteranno ha avuto un ottimo appoggio.

2024 che vede un grande cambiamento per l’appunto, cosa c’è dietro?

Dietro questa divisione c’è l’ambizione, che ogni corridore ha, di voler provare qualcosa di nuovo. Avere degli stimoli diversi fa bene agli atleti. In estate c’erano stati dei colloqui con la Ineos ma non tutto era chiaro, per esempio il ruolo che Tao avrebbe avuto. Lui vuole essere un uomo da grandi Giri, un leader. Non un capitano unico, perché nel ciclismo moderno è impossibile, l’abbiamo visto con la Ineos.

Ultima tappa del Giro, Almeida terzo: al centro Joao Correia, a destra il suo socio Ken Sommer (foto Fizza/UAE Emirates)
Ultima tappa del Giro, Almeida terzo: al centro Joao Correia, a destra il suo socio Ken Sommer (foto Fizza/UAE Emirates)
Quando è caduto al Giro, fratturandosi il femore, la Ineos aveva Thomas come “seconda punta”.

Esatto. Si sono invertite le parti rispetto al 2020, quando Geoghegan Hart vinse il Giro. A quell’epoca cadde Thomas e lui fu l’uomo di classifica, quest’anno è stato il contrario.

Allora com’è si è arrivati alla volontà di cambiare?

Tao ha un obiettivo: il Tour de France. Gara che ha disputato solamente una volta, nel 2021, in supporto a Carapaz e Thomas. Ormai è arrivato ad un’età in cui deve dire “ho vinto un grande Giro, ora ci voglio puntare in alto”.

Il cammino è proseguito lineare fino al Tour of the Alps, vinto da Tao
Il cammino è proseguito lineare fino al Tour of the Alps, vinto da Tao
Pensi che sia maturo per farlo?

Quest’anno al Giro d’Italia stava davvero bene, lo si è visto alla cronometro di Cesena. Lui è uno scalatore, quando un corridore del suo tipo fa una cronometro a quel livello vuol dire che sta molto bene. 

Com’è nato il contatto con la Lidl-Trek?

Ho un grande rapporto con Luca Guercilena, grazie al fatto che un mio corridore, Mads Pedersen, corre per loro. Così parlando con lui è uscita questa occasione ed è stato tutto molto veloce. La Lidl-Trek stava cercando un uomo per fare classifica nei grandi Giri e l’occasione era importante. Ci sono anche altri profili (Ciccone su tutti, come detto dallo stesso Guercilena, ndr). 

Al Giro, Geoghegan Hart aveva sorpreso tutti a crono fin dal primo giorno di Giro a Ortona
Al Giro, Geoghegan Hart aveva sorpreso tutti a crono fin dal primo giorno di Giro a Ortona
Geoghegan Hart ha corso sette anni con la Ineos: un corridore britannico in una squadra britannica, il cambiamento si farà sentire?

Non penso proprio. Tao è un ragazzo che sa stare molto bene in contesti internazionali, si trova a proprio agio a contatto con culture e lingue diverse. Quando è in Spagna parla spagnolo con grande disinvoltura e ha una speciale connessione con l’Italia. Ha un modo di pensare multidimensionale. 

Il cambiamento gli farà bene quindi?

Quando si cambia si assumono nuove responsabilità. Ora deve focalizzarsi sul recupero e fare un buon inverno, poi vedremo dal 2024 cosa succederà.

Ackermann urla di gioia, Tao di dolore. Addio Giro

17.05.2023
6 min
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E’ il chilometro 151 della Camaiore-Tortona quando dalla barella che sta per essere infilata in un’ambulanza si sente un urlo. Un urlo di rabbia, di dolore, di delusione. E’ quello di Tao Geoghegan Hart che sta per essere portato in ospedale. Il terzo in classifica lascia così il Giro d’Italia.

La tappa invece va, per un copertone, a Pascal Ackermann. Lui urla la sua potenza al cielo. Il tedesco precede al colpo di reni Jonathan Milan, piombato a velocità doppia sull’arrivo ma con un filo di ritardo rispetto al tedesco. Con qualche aggiustamento tattico, il friulano sarà un velocista superbo e in questa corsa sta imparando tantissimo.

Un attimo

La discesa da Colla di Boasi non è impossibile. Sì, ci sono delle curve, ma l’asfalto è buono, la pendenza non è eccessiva e il ritmo non è forsennato. Il problema è che sul Giro piove. In ogni senso… Anche oggi tanti ritiri, pensate che sono arrivati a Tortona solo 139 corridori dei 176 partiti da Fossacesia.

La prima pioggerellina rende l’asfalto sulla discesa verso il Piemonte una saponetta. Alessandro Covi scivola e tira giù tutta la Ineos-Grenadiers, giustamente schierata nelle prime posizioni a guardia di Geraint Thomas e Tao Geoghegan Hart.

E’ un attimo. In un secondo sfumano mesi di lavoro. L’inglese resta piegato su un fianco. Mentre tutti si rialzano, lui non si muove dall’asfalto.

Matteo Tosatto, diesse della Ineos, arriva poco dopo e si rende subito conto che la situazione non è banale.

«Quando sono arrivato – racconta il veneto – ho capito subito che Tao stava male per davvero. L’ho visto dalla sua faccia. Si lamentava. Io in venti anni di carriera non ho mai avuto un incidente simile da farmi male in questo modo, ma non serviva esserci passati in prima persona per intuire che non sarebbe ripartito. Non si muoveva».

Passano quegli istanti che non sono quantificabili. A volte sembrano eterni altri volano.

«Radiocorsa ha annunciato una caduta in gruppo, ma non aveva detto chi era finito in terra. Essendo noi la prima ammiraglia (l’ordine va in base alla classifica generale, ndr) siamo arrivati lì poco dopo e li ho visti tutti giù».

Il momento in cui Tao Geoghegan Hart lascia il Giro (immagine tv)
Il momento in cui Tao Geoghegan Hart lascia il Giro (immagine tv)

La giostra non si ferma

Il gruppo va avanti. Alcuni risalgono in sella subito. Altri no. Roglic scappa via con la bici di Bouwman, Thomas con la sua. Alla fine Geraint è caduto su Covi stesso e non ha picchiato forte.

Qualche chilometro dopo, quando si riordinano le idee, i ragazzi chiedono lumi al diesse.

«Una volta in fondo alla discesa – dice Salvatore Puccio – abbiamo chiesto per radio se Tao stesse rientrando, ma dalla macchina ci hanno risposto che aveva abbandonato. E’ stato un bel colpo».

«Adesso – riprende Tosatto – non sappiamo ancora cosa abbia di preciso Tao (la diagnosi, arrivata intorno alle 21, parla di frattura dell’anca sinistra che richiederà un intervento, ndr). Il dottor Branca lo ha mandato ad un ospedale ad una cinquantina di chilometri da Tortona. In corsa mi ha detto che è anche un buon ospedale. Sta facendo le lastre. Con Tao ci sono il dottore della squadra e il suo massaggiatore. E’ lui che ha la sua borsa, con i suoi telefoni e le sue cose».

Puccio è il capitano in corsa della Ineos-Grenadiers, anche oggi aveva diretto magistralmente le operazioni
Puccio è il capitano in corsa della Ineos-Grenadiers, anche oggi aveva diretto magistralmente le operazioni

Solo sfortuna

Da questa sera inizia un’altra corsa per la Ineos-Grenadiers. Avere due punte contro un “cagnaccio come Roglic e la sua Jumbo-Visma sarebbe stata un’arma preziosa. Cambieranno le tattiche e la squadra di sir Brailsford è pronta a tenere duro. Prima però c’è da tenere su il morale.

«Perché – conclude Tosatto – ora è bassino. Cosa dirò questa sera ai ragazzi? Di stare attenti, che l’imprevisto è sempre dietro l’angolo. Purtroppo questa è la dura realtà del nostro sport».

«Io non sono caduto – racconta invece Salvatore Puccio – e già questa è stata una fortuna. La discesa era bagnata ed è stato un attimo. Cosa potevamo fare? Eravamo nelle prime 10-15 posizioni, avevamo fatto il nostro. E’ stata solo sfortuna. Sai, fossimo stati nella pancia del gruppo o in coda okay, qualche colpa ce l’avremmo avuta. Ma così…».

«Questa mattina eravamo partiti proprio con l’obiettivo di stare davanti e attenti. E lo stavamo facendo. Ed è un peccato perché tutto sommato sembrava essere una tappa abbastanza tranquilla, senza troppo stress, tipo ieri per dire. C’era la fuga, all’inizio non pioveva, stavamo comodi davanti e poco dopo sarebbe finita la discesa».

Roglic a tenaglia fra Tao (in testa) e Thomas (in coda). A Fossombrone un anticipo di quel che avremmo visto sulle Alpi. Ora cambia il piano tattico
Roglic a tenaglia fra Tao (in testa) e Thomas (in coda). A Fossombrone un anticipo di quel che avremmo visto sulle Alpi

Cambiano i piani

Anche Puccio come un po’ Tosatto ci dice che ora cambieranno le cose. Tutti per “G”, come loro chiamano Thomas. E in questo la Ineos-Grandiers è maestra. Non deve certo imparare da nessuno. 

«Non dobbiamo imparare da nessuno – va avanti Puccio – ma avere un Tao in classifica sarebbe stato ideale per qualche attacco in salita, per qualche uno contro uno. E’ un peccato perché stava veramente bene. Adesso invece saremo al mille per mille tutti per Geraint, per difendere questa maglia. Lui non è certo l’ultimo arrivato».

Con Geoghegan Hart la tattica poteva essere differente. Roglic poteva essere sfidato. Ora invece si tratterà di correre soprattutto di rimessa. Anche se difendere 2” è praticamente impossibile. Bisognerà impostare i ritmi, ma ripetiamo, in questo gli Ineos sono maestri e proprio Puccio è una certezza.

«Ma avere due leader – dice Salvatore – era meglio. Questo episodio mi ricorda un po’ quello della Vuelta del 2015 quando Froome era in testa. Chris cadde. Finì la tappa con una microfrattura ad un piede e la mattina dopo non partì. Succede, fa parte del nostro sport. Noi dobbiamo solo continuare così».