Il Giro è un gioco crudele: caro Wout, sei sicuro?

09.12.2023
6 min
Salva

Da uomo da classiche a uomo da classiche, da Bettini a Van Aert: caro Wout, ma chi te lo fa fare? Anche il livornese all’inizio della carriera tentò di fare classifica al Giro, ma prese atto dei suoi limiti e ci ripensò.

«Van Aert uomo da grandi Giri? Abbiamo visto – dice Bettini – che è un grandissimo gregario, quello che ha fatto al Tour non è roba da tutti. Però una cosa è stringere i denti e lavorare, andare in fuga e farsi trovare davanti quando arriva il tuo capitano. Fargli da spalla, stringere i denti, saltare per aria, poi rientrare. Tirare ancora un chilometro e poi saltare definitivamente. Altra cosa è dover fare tutti i giorni la selezione, farti trovare lì e non poter perdere 10 secondi. E poi diciamo che il mese di aprile e il mese di maggio non sono troppo compatibili, volendo immaginare il percorso di avvicinamento al Giro d’Italia…».

Bettini ha vinto 2 mondiali, le Olimpiadi di Atene 2004, 2 Liegi, 2 Lombardia, una Sanremo, tre Coppe del mondo
Bettini ha vinto 2 mondiali, le Olimpiadi di Atene 2004, 2 Liegi, 2 Lombardia, una Sanremo, tre Coppe del mondo
Tu facesti il percorso inverso…

All’ultimo anno da dilettante, provai a fare classifica al Giro d’Italia U23, facendo settimo. Era l’anno di Sgambelluri, vinsi il tappone con arrivo a Romano d’Ezzelino. Si scalavano il Manghen e il Monte Grappa, roba abbastanza seria. A tre giorni dalla fine ero terzo in classifica, poi saltai per una crisi di fame. Tradotto: passo professionista e pur stando al fianco di Michele Bartoli, in molti mi indicano come uomo da grandi Giri.

Anche con qualche buon risultato, no?

L’anno del Panta, nel 1998, sicuramente non mi conoscevano e mi permisero di portare al traguardo una fuga bidone. Mi lasciarono quasi 12 minuti nella tappa di Asiago e di fatto chiusi settimo in classifica generale. Eravamo partiti mentalizzati, perché anche Bartoli voleva fare classifica. Ci allenavamo sull’Abetone, cercando le salite lunghe. Eppure proprio dopo quel Giro, capii che non avrei più voluto fare classifica.

Giro 1998, sull’arrivo di Asiago arriva la fuga: vince Fontanelli, Bettini guadagna 11’46”
Giro 1998, sull’arrivo di Asiago arriva la fuga: vince Fontanelli, Bettini guadagna 11’46”
Perché?

Troppa pressione addosso, con gente come Pantani, Zulle e Tonkov. Mi guardai allo specchio. Mi dissi: vado forte in salita, sono esplosivo e sono bravo anche in volata. Potevo fare altro. Mi promisi che non avrei più fatto classifica perché capii veramente quanto sia stressante preparare un fisico per le tre settimane. Vuol dire studiare il percorso, conoscersi bene, conoscere il metabolismo. Non è facile…

Torniamo a Van Aert, mettiti nei suoi panni…

Quest’anno è un Giro cattivo, parte duro con Oropa, per dirne una, e poi nell’ultima settimana ci sono le montagne vere. Allora se sono Wout Van Aert cosa faccio? Parto al 100 per cento e salto per aria nel finale? Oppure parto al 65 per cento: basterà, sapendo che potrei lasciare per strada un minuto nelle prime tappe? E’ uno stress, mi sono già stancato a raccontarvelo. Io in quel momento dissi mai più e su quella decisione ho costruito la mia carriera e la mia stessa vita. 

Wout Van Aert al Tour ha vinto 9 tappe, conquistato una maglia verde e aiutato Vingegaard. Qui Hautacam 2022
Wout Van Aert al Tour ha vinto 9 tappe, conquistato una maglia verde e aiutato Vingegaard. Qui Hautacam 2022
Fare classifica al Giro senza aver mai fatto il Giro.

Non so quante capacità atletiche abbia uno come Wout quando lo porti su salite come quelle del Giro. Quelle del Tour, almeno per le quattro volte che ci sono andato, non dico che siano facili ma non sono quelle ripide del Giro. L’Italia ha una conformazione geografica più cattiva. Mi ricordo un grande inglese come Thomas, che ha vinto il Tour, ma qui ha sempre preso legnate. Stessa cosa fu per Wiggins.

Di solito chi vince il Tour va forte al Giro.

Dipende dal tipo di corridore. Van Aert è un passista scalatore per salite lunghe e regolari. In Italia invece in determinate tappe serve improvvisazione, devi conoscere il territorio. Due curve e fai la differenza. Le tappe intermedie sono le più… bastarde. Sono quelle che quando ti distrai, ti scappa il gruppo e andare a riprendere 30 corridori è una pena. Fai fatica sull’Appennino, lo abbiamo visto tante volte (in apertura, Van Aert staccato a Sassotetto, all’ultima Tirreno, ndr). Magari il belga si salva nelle tappe più nervose, perché è corridore da classiche, ma per puntare alla classifica, deve cambiare pelle. E ha pochi mesi per farlo, perché a ottobre era ancora il corridore di sempre

Wiggins venne al Giro 2013 da vincitore del Tour, ma si perse nel maltempo e nelle curve
Wiggins venne al Giro 2013 da vincitore del Tour, ma si perse nel maltempo e nelle curve
Quindi sarebbe comunque un passaggio lungo?

Volendo, Wout potrebbe pensare di avviare un processo di cambiamento. Vuol dire che quest’anno viene al Giro a prendere le misure per il prossimo anno. Fa le sue esperienze, si lecca le ferite, capisce dove ha sbagliato e magari in due o tre anni capisce se vale la pena cambiare così tanto pelle.

Sembri scettico…

Sono un ragazzo moderato, non me la tiro mai. Siamo di fronte a dei grandissimi fenomeni, ma ricordatevi tutti che poi alla fine, nonostante in questo mondo digitale la comunicazione passi per essere essere fighi e attrarre follower, se si stampa il curriculum ti accorgi che di classiche Wout Van Aert ha vinto solo la Sanremo. Ragazzi, in termini di grossi risultati, Andrea Tafi ha vinto il doppio.

Van Aert ha vinto la Sanremo del 2020, ma nelle classiche del Nord ha sempre dovuto mandare giù bocconi amari
Julian Alaphilippe Wout Van Aert
Van Aert ha vinto la Sanremo del 2020, ma al Nord ha sempre mandato giù bocconi amari
Perciò tu cosa faresti?

Io consiglierei a questo ragazzo, dato che ha le qualità ma per varie situazioni non è ancora riuscito a portare a casa quello che merita, di concentrarsi sugli obiettivi a lui più adatti. Un Fiandre, una Roubaix, un’altra Sanremo, ci può stare anche un campionato del mondo. Ma se inizia a snaturare la sua attitudine rischia di non vincere più nulla. Si troverebbe a lavorare sulla massa, per cambiare fisicamente e tenere sopra i 2.000 metri. Basta una tappa per perdere un grande Giro e se anche riesci a gestirti, aggrappandoti agli specchi e facendo miracoli, quando arriva il tappone che fai? Quattro volte sopra i 2.000 metri: basta un giorno che ti manda a quattro minuti e sei finito.

Insomma, è una scelta che semmai potrebbe fare fra qualche anno?

Dipende. Faccio un altro ragionamento da quasi cinquantenne, visto che mi mancano pochi mesi (Bettini è nato il 1° aprile 1974, ndr). Quando hai costruito la tua carriera e hai trovato la tua identità, a un certo punto gli anni passano e invecchi. A quel punto arrivano i giovani leoni che ti asfaltano con la loro grinta. E tu pensi che avrai voglia di cambiare fisicamente per provare a vincere un grande Giro?