La velocità non è mai stata così elegante. Le nuove Specialized S-Works 7 Lace rappresentano il mix perfetto tra performance elevate e un design ricercato. Queste scarpe sono infatti state disegnate ispirandosi alle S-Works 7 Road, il modello punta di diamante della casa californiana. La particolarità di queste calzature sono proprio i lacci. Oltre a donare una linea raffinata, riducono il peso e permettono una regolazione della tensione che si adatta a ogni tipo di piede.
I punti di regolazione dei lacci sono 12 per una calzata perfettamente adattabile
Suola FACT Powerline™ in fibra di carbonio
I punti di regolazione dei lacci sono 12 per una calzata perfettamente adattabile
Suola FACT Powerline™ in fibra di carbonio
Chiusura elegante
La tecnologia Body Geometry assicura l’allineamento ottimale di ginocchio, caviglia e piede. Il comfort della calzata abbinata alla chiusura a lacci, crea una tomaia flessibile e adattabile per ogni ciclista. La scarpa ha 12 punti separati per regolare la tensione e quindi creare una tenuta perfetta. Un altro punto a favore di questa chiusura è il peso ridotto. Togliendo i componenti di plastica una scarpa misura 44 pesa soli 236 grammi. Diventa così un partner ideale laddove i grammi possono fare la differenza, per esempio sulle salite. Le componenti in plastica sono state eliminate permettendo alla tomaia di seguire i contorni del piede per un fitting ottimale.
La talloniera PadLock™ fornisce un supporto ideale per la parte posteriore
Le S-Works 7 Lace sono disponibili in colore bianco
La talloniera PadLock™ fornisce un supporto ideale per la parte posteriore
Le S-Works 7 Lace sono disponibili in colore bianco
Performance top di gamma
Il trasferimento di potenza è garantito dal design ergonomico abbinato alla rigida e leggerissima suola FACT Powerline™ in fibra di carbonio. Sulla parte posteriore la talloniera PadLock™ fornisce una tenuta perfetta, allo stesso tempo la tomaia è stabile e flessibile. La tacchetta posteriore antiscivolo è facilmente sostituibile. Il tessuto traforato combinato con il TPU, origina un mix perfetto tra comfort e resistenza anche durante lo sforzo più intenso. Analizzando la regolazione delle tacchette, si possono notare le bussole filettate in titanio, invertibili per arretrare maggiormente la posizione fino a 5mm.
Le S-Works 7 Lace sono per ora disponibili in colore bianco e selezionabili nella taglie da 37 a 47. Il prezzo consultabile sul sito è di 349 euro.
Se ne parlò nei giorni dei tricolori a crono di Faenza. Alcuni corridori di squadre professional, vedendo passare Ganna in ricognizione, osservarono che fosse inutile impegnarsi troppo, avendo davanti un campione di quel valore e dotato per giunta di simili materiali. Di sicuro la Bolide azzurra usata dal piemontese non passava inosservata, al pari del manubrio in titanio su misura. Qualcuno disse di sentirsi come i tanti piloti di formula Uno, bacchettati a ogni gara dai driver della McLaren.
Eppure il discorso non ci tornava. Ganna ha avuto accesso a quei materiali quando a suon di risultati ha dimostrato di meritarli. Al debutto aveva bici standard, con manubri di produzione. La Merida da under 23 e poi al UAE Team Emirates. La Pinarello al passaggio con Ineos e solo dopo i primi risultati importanti arrivarono le personalizzazioni.
Al Tour di quest’anno, Cattaneo ottavo nella crono di Laval. Specialized ha deciso di investire su di luiAl Tour di quest’anno, Cattaneo 8° a Laval. Specialized ha deciso di investire su di lui
Dettagli e impegno
La storia dei grandi cronoman passa attraverso i miglioramenti. E da questi arrivano gli upgrade nelle dotazioni tecniche. Prendiamo ad esempio Mattia Cattaneo, arrivato alla Deceuninck-Quick Step anche grazie alle cronometro corse con la Androni Giocattoli nel 2019. Quella Bottecchia di allora non è paragonabile alla Specialized di oggi e agli studi che la casa americana mette in campo per i suoi atleti di punta, ma l’impegno del bergamasco non fu certo inferiore a quello di Ganna e degli altri mostri sacri della specialità, così come la squadra gli mise a disposizione il meglio. E oggi, alla luce di quell’impegno, Specialized ha scelto di investire su di lui, portandolo in galleria del vento.
«Alla fine – spiega Mattia – è vero che i materiali fanno tantissima differenza, ma chi ha il compito di osservare sa capire se quel minuto di differenza rispetto ai primi dipenda dalle gambe o proprio dalla bici. Lo stesso impegno può portare a un decimo posto, ma se parti battuto, allora tanto vale non partire neppure».
Nella crono di San Marino al Giro 2019, Cattaneo conquista il 10° postoNella crono di San Marino al Giro 2019, Cattaneo conquista il 10° posto
La testa per vincere
La crono è soprattutto un fatto di testa e applicazione. La dedizione nel conseguire la posizione più redditizia, la cura dei dettagli, la ginnastica posturale per adattarsi bene alla bici, il riscaldamento, l’alimentazione: non ci sono attenzioni da trascurare.
«La crono è tutta testa – conferma Cattaneo – e alla fine il fatto di essermici dedicato così tanto mi ha dato ragione. Ho sempre cercato di dare il massimo, sono sempre partito con la testa per vincere. E a distanza di due anni, mi sono ritrovato a fare piazzamenti nei primi al Tour de France e ai campionati nazionali. Chi osserva una cronometro, sa pesare i risultati. E sa vedere se un corridore ha ancora dei margini. Per questo forse certi discorsi sono un po’ un alibi».
Non è mai troppo tardi per migliorarsi, specialmente se hai appena compiuto venticinque anni. Rebecca Gariboldi è freschissima di compleanno (festeggiato ieri 16 dicembre) ed ancor prima dalla neve incontrata nella prova di Coppa del mondo di ciclocross a Vermiglio nella quale ha chiuso all’11° posto.
Per tanti addetti ai lavori, dopo la sua vittoria al campionato italiano juniores a Vittorio Veneto nel 2013, il suo nome è sempre stato uno dei più interessanti del panorama nazionale che forse parevano essersi un po’ smarriti.
Nonostante i risultati non fossero mai mancati, è nelle ultime due stagioni però che la crossista del Team Cingolani è cresciuta ulteriormente, merito di un mix di situazioni e fasi della vita. Abbiamo voluto approfondire meglio con lei cosa può fare e dove può arrivare in futuro.
Sul podio dei tricolori 2013: Rebecca juniores, fra Eva Lechner elite e Arzuffi U23Sul podio dei tricolori 2013: Rebecca juniores, fra Eva Lechner elite e Arzuffi U23
Rebecca com’è andata in Val di Sole?
Sono molto soddisfatta della mia prestazione, anche se sono molto realista. So che non erano presenti tutte quelle della mia categoria. Naturalmente avrei preferito entrare nella top ten, ma ho commesso un paio di errori a metà gara che mi hanno fatto perdere qualche posizione e qualche secondo di troppo. C’era freddissimo, ma l’ho patito di meno rispetto ad altre volte, come a Cremona o Faè di Oderzo dove era più umido. Non è stata una gara di sopravvivenza come si pensava al sabato nelle prove. Classifica alla mano, ha rispettato i valori in campo.
E’ stato il tuo miglior risultato in Coppa del mondo…
Sicuramente quest’anno sono cresciuta molto rispetto al passato. Sono un po’ dispiaciuta perché a novembre ho avuto un paio di influenze nell’arco di venti giorni che mi hanno rallentato. A inizio stagione ero partita bene vincendo le prime due tappe al Giro d’Italia Ciclocross (Osoppo il 10 ottobre e Sant’Elpidio a Mare il 17 ottobre, ndr). Dopo le corse in Belgio (21-24 ottobre, ndr) sono tornata con l’influenza che poi mi ha condizionato la preparazione per il campionato europeo. Conto però di essermi messa alle spalle quel periodo. Nelle ultime settimane ho ritrovato il colpo di pedale giusto e spero di continuare così.
A Vermiglio ha indossato la maglia azzurra, chiudendo 11ª a 3’43” da Fem Van EmpelA Vermiglio ha indossato la maglia azzurra, chiudendo 11ª a 3’43” da Fem Van Empel
Gli obiettivi sono il campionato italiano e la convocazione per il mondiale?
Solitamente non mi pongo mai tanti risultati da raggiungere, perché poi ci sono mille variabili che possono condizionarti. L’obiettivo principale per me è sempre quello di crescere e migliorare. Poi ovvio che al tricolore punterò a fare il massimo risultato per poi guadagnarmi qualcosa in vista del campionato del mondo.
Come ti vedi in vista del campionato italiano?
Spero di essere più avanti di condizione rispetto al passato. Nelle altre edizioni non è mai andata benissimo, un po’ per sfortuna, un po’ perché avevo giornate storte. Quindi mi auguro di raccogliere di più delle altre volte. Secondo me al momento Lechner, Persico e Arzuffi sono le più forti, ma io devo guardare a me stessa e a come starò in quel periodo.
Qual è la tua qualità migliore per cui in gara bisogna temerti?
Bella domanda. Forse direi la testardaggine o determinazione, se preferite. Quando ho in mente un obiettivo faccio di tutto per cercare di raggiungerlo.
Si parla bene di te dal tuo tricolore junior ma forse è sempre mancato qualcosa. Ora come ti vedi?
Se guardo nel lungo termine c’è un abisso da allora. Andavo bene, mi divertivo, i risultati erano buoni ma niente di più. Fino a qualche anno fa non sapevo assolutamente cosa volesse dire fare la vita da atleta. Non davo troppa importanza al recupero o al mangiare bene. Poi…
Già nel 2017 un’atleta Specialized, come ora al Team CingolaniGià nel 2017 un’atleta Specialized, come ora al Team Cingolani
Cosa?
Ho conosciuto Davide (Martinelli, pro’ dell’Astana e suo fidanzato con cui sta da sei anni, ndr) che mi ha spiegato ed insegnato cosa significhi fare il corridore. Ho appena compiuto 25 anni e per qualcuno sono vecchia, ma io non mi sento tale. Nell’ultimo anno in particolare ho fatto uno step importante come maturazione fisica.
I tuoi programmi da qui in avanti come saranno?
Finirò la stagione a metà febbraio in Belgio. Poi farò un mese di stacco senza toccare la bici prima di riprendere gli allenamenti. Nel frattempo mi dedicherò all’Università (è laureata in Marketing e Comunicazione Aziendale e sta conseguendo la Magistrale nello stesso indirizzo, ndr). Da maggio a luglio alternerò gare in Mtb fra cross country e marathon a quelle su strada.
Appunto, con la strada che rapporto hai?
Ho iniziato a fare la corse open solo due anni fa, non le avevo mai fatte nemmeno da bimba. In totale ne avrò fatte 6/7, non di più. E’ stato sempre Davide a suggerirmi di farle per trarne beneficio poi nel ciclocross. Il ritmo che ti dà la strada poi lo senti in inverno. Ora nei rettilinei riesco a spingere molto più di potenza che non in agilità come il classico biker.
Assieme a Davide Martinelli davanti alla casa in costruzioneAssieme a Davide Martinelli davanti alla casa in costruzione
In futuro ti piacerebbe correre maggiormente su strada? Che caratteristiche avresti?
Non è nei miei piani a breve termine, ma non nascondo che gradualmente vorrei farne di più. Mi piacerebbe correre la Strade Bianche e anche lo stesso Giro d’Italia Donne. Ho un buono spunto veloce da gruppo ristretto e in salita vado bene.
Per chiudere Rebecca, quanto è importante una società nel ciclocross?
Per come sono fatta io, tantissimo. Essere in una squadra che crede in te, prima ancora come persona che come atleta, è fondamentale. Corro nel Team Cingolani da settembre 2019 e mi trovo benissimo, sono la mia seconda famiglia. Loro sono una grande realtà, ben organizzati e sono uno dei motivi in cui posso rendere al mio meglio, senza pressioni.
Specialized aiuta a combattere l’inverno e le intemperie conil giubbino Prime Series Alpha. Un capo tecnico in grado di donare calore nelle giornate più fredde e mantenere il corpo asciutto e riparato. La giacca è ideale per essere abbinata ad altri strati e migliorare la traspirazione tra di essi. Infatti l’espulsione del sudore attraverso i tessuti permette una termoregolazione ottimale e performante.
Il gubbino è disponibile in colore nero e canna di fucile
Due bande riflettenti sono posizionate sulle tre tasche posteriori
Il gubbino è disponibile in colore nero e canna di fucile
Due bande riflettenti sono posizionate sulle tre tasche posteriori
Corpo caldo e asciutto
La giacca Prime Series Alpha è stata realizzata con il tessuto Polartec® Alpha®. La fodera interna è morbida e calda e aiuta a fare evaporare il sudore e a mantenere il corpo asciutto. La vestibilità semi-aderente fa si che questa giacca sia ideale per essere abbinata ad altri strati. Il tessuto esterno è traspirante e aiuta ad evitare l’accumulo di umidità.
Sulla parte posteriore sono presenti tre tasche aperte per poter riporre gli oggetti personali e accessori. Sempre dietro sono posizionate le bande catarifrangenti per poter essere visibili anche con scarsa visibilità. Il capo è composto all’85 per cento di Nylon e al 15 per cento di Spandex, mentre la fodera è 100 per cento Poliestere.
Taglie e prezzo
Il giubbino Prime Series Alpha è disponibile in cinque taglie da S a XXL. I colori selezionabili sono due, nero e cannadi fucile. Il prezzo consultabile sull’e-commerce di Specialized è di 125 euro.
Vlasov si trova a Monaco, dove ha spostato la residenza da Andorra. Per il russo, che ha lasciato l’Astana-Premiertech con quattro vittorie e il quarto posto all’ultimo Giro d’Italia (a un minuto e mezzo dal podio), il 2022 sarà l’anno dei grandi cambiamenti. Dalla squadra kazaka è infatti approdato alla Bora-Hansgrohe ed è una delle pedine fondamentali su cui il team tedesco ha scelto di rifondarsi dopo gli anni di Sagan.
La scelta è evidente: da team per le grandi classiche, il cambio di pelle punta dritto sui Giri. Undici nuovi corridori, tutti o quasi (fanno eccezione Bennett, Archbold e Haller, dedicati alle volate) con il taglio del grande scalatore. Da Higuita a Hindley, passando appunto per Vlasov e il promettentissimo (e altrettanto impronunciabile) neoprofessionista belga Cian Uijtdebroeks.
«Si può dire che sia un’altra squadra – conferma il russo – undici corridori nuovi sono proprio tanti. Ragazzi di tante Nazioni diverse. Ci siamo visti in Austria per un primo ritiro a ottobre. La sensazione è quella di un team molto organizzato, in cui non si parla italiano come all’Astana. Mi sono trovato bene, ci sono direttori sportivi con cui non ho mai lavorato. Io faccio parte del gruppo di Christian Pomer (ex professionista austriaco classe 1977, ndr)».
Il primo novembre, a Mosca, Vlasov con sua moglie Galina (foto @fh_kristina)Il primo novembre, a Mosca, Vlasov con sua moglie Galina (foto @fh_kristina)
Un mondo nuovo
Il cambio di squadra, come il cambio di scuola o di posto di lavoro, porta con sé adrenalina e tante incognite. Soprattutto in questi ultimi anni, in cui non si tratta di avere una bici e una maglia diverse, ma di adattarsi a un nuovo mondo, metodi diversi e figure professionali con cui entrare in sintonia.
«Da quello che ho visto a ottobre – dice Vlasov – si cerca di programmare tutto, dalla logistica alle esigenze dei corridori. Abbiamo fatto dei colloqui individuali con i vari specialisti. Io ad esempio ho parlato con il fisioterapista, che mi ha dato esercizi per migliorare negli aspetti in cui mi sento più debole. Normale ginnastica, ma già pianificata. Abbiamo un gruppo di nutrizionisti e per fortuna uno lo conosco perché arriva anche lui dall’Astana. Si chiama Aitor e penso che lavoreremo insieme. Anche il preparatore parla italiano. Piano piano si troverà l’equilibrio, mentre per il programma delle corse si dovrà aspettare il ritiro di dicembre».
Perso il secondo posto sullo Zoncolan, a Sega di Ala un’altra flessione gli è costata il podioPerso il secondo posto sullo Zoncolan, a Sega di Ala un’altra flessione gli è costata il podio
Leader destinato
Vlasov sarà leader, lo hanno preso per quello. Servirà magari del tempo per arrivare ai livelli dei primi, ma il contratto triennale (come già detto dal nuovo diesse Gasparotto) fa capire che il progetto su di lui è ambizioso.
«Non mi hanno detto direttamente che farò il capitano – riconosce il russo – ma mi hanno fatto capire che punteranno su di me per la classifica generale di una grande corsa a tappe. D’altra parte ho scelto Bora proprio per essere leader, dopo i bei risultati di quest’anno. Ho fatto progressi importanti. Ho dimostrato che posso lottare per il podio, con alcuni punti su cui devo migliorare. In salita sto con i migliori, ma al dunque mi manca il cambio di ritmo. E’ un fatto di potenza e sviluppo fisico, per il quale si tratta di lavorare. E poi c’è la crono, che è molto importante e sui cui devo migliorare tanto».
La crono è un fronte da migliorare. Qui a Tokyo, con un 20° posto al di sotto delle atteseLa crono è un fronte da migliorare. Qui a Tokyo, con un 20° posto al di sotto delle attese
America proibita
Su questo aspetto si è messa di traverso la burocrazia. Anche Vlasov sarebbe dovuto volare in California con Aleotti, ma l’ingresso negli Usa per un cittadino russo non è così agevole.
«Alcuni sono già andati in galleria del vento – conferma – sarei dovuto andare anche io, ma quando ho fatto la richiesta di appuntamento per il visto, le prime date utili erano troppo avanti. In Russia non ci sono ambasciate americane aperte, per cui si sta studiando per trovare una galleria del vento in Europa o in alternativa un velodromo in cui fare i test necessari. Intanto mi alleno su strada con la nuova bici e mi trovo benissimo».
Nel 2018 Vlasov ha vinto il Giro d’Italia U23 battendo Stannard e AlmeidaNel 2018 Vlasov ha vinto il Giro d’Italia U23 battendo Stannard e Almeida
Esploratore Vlasov
E poi c’è il cambio di strade. La differenza fra Andorra e Monaco è di clima e di scenari, ma per questo Vlasov ha l’atteggiamento dell’esploratore tipica di ogni ciclista che si rispetti.
«Ho ripreso la bici da poco – dice – e nonostante ci siano tanti corridori, per ora sono sempre uscito da solo. Più avanti magari scriverò a qualcuno che conosco e andremo insieme. Però mi piace andare alla scoperta di nuove strade. Se esci tutti i giorni, piano piano ti spingi su strade nuove e componi la geografia per gli allenamenti. E’ interessante spostarsi verso posti che non si conoscono. Magari d’estate rimpiangerò il fresco di Andorra, ma per adesso qui il clima è ideale per pedalare».
Gianluca Brambilla, in Spagna con la Trek, si lascia alle spalle la sfortuna del Giro. Il ginocchio è a posto. Vuole vincere, poi aiutare Nibali e Ciccone
IL PORTALE DEDICATO AL CICLISMO PROFESSIONISTICO SI ESTENDE A TUTTI GLI APPASSIONATI DELLE DUE RUOTE:
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bici.STYLE è la risorsa per essere sempre aggiornati su percorsi, notizie, tecnica, hotellerie, industria e salute
Quattro vere e proprie classiche italiane delle granfondo hanno ufficializzato in un tempio del ciclismo italiano – il velodromo Vigorelli a Milano – una partnership davvero molto importante. Quattro eventi che si disputano su strade ben note al gruppo del ciclismo professionistico. Altrettanti eventi, da aprile a ottobre, “raccolti” in appena tre regioni: Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta. Con l’ambizione di crescere di numero nel prossimo futuro ed arrivare anche a superare i confini nazionali.
Evento legato ai territori delle Langhe e del Roero, attraversati in una sola giornata
Una granfondo disegnata per ammirare i paesaggi e le bellezze del Monte Bianco
La più “legata” al mondo dei professionisti, un evento che attraversa territori storici per il ciclismo
Si svolgerà lungo il percorso del mondiale del 2008, vinto da Alessandro Ballan
Granfondo che attraverserà i due territori in una sola giornata
Disegnata per ammirare i paesaggi e le bellezze del Monte Bianco
Una granfondo che attraversa territori storici per il ciclismo
Si svolgerà lungo il percorso del mondiale del 2008
Parliamo dello Specialized Granfondo Series. Il nuovo circuito amatoriale che dal 2022 riunirà quattro grandi eventi in un unico format, disegnato su misura per i ciclisti alla ricerca delle grandi emozioni… e sposato alla grande da Specialized. Le quattro prove? Eccole. La Granfondo Bra Bra Specialized, Gran Prix Fenix Langhe & Roero, che attraversa in una giornata i due territori. La Ganten La MontBlanc Granfondo, con i suoi spettacolari tracciati che partono da Courmayeur e si snodano alle pendici del maestoso Monte Bianco. La Granfondo Sestriere Colle delle Finestre che fa volare la mente ad alcune pagine storiche del ciclismo mondiale. Ed infine, la Granfondo Tre Valli Varesine-Eolo che si svolge lungo le strade dei Mondiali di ciclismo Varese 2008 vinti da Alessandro Ballan.
Massima attenzione alla qualità
La volontà del progetto è quella di arrivare a rappresentare un vero e proprio punto di riferimento per il ciclismo amatoriale. Con l’intento di attrarre appassionati da tutta Italia in alcuni dei luoghi più suggestivi ed iconici del ciclismo tricolore. Marchiati dall’obiettivo di proporre eventi dal nuovo ed ambizioso standard qualitativo. Ed in questo contesto la presenza e il sostegno di un brand come Specialized non può che valorizzare ancora di più l’intento del progetto…
Chiara Ciuffini, testimonial delle Specialized Granfondo Series Chiara Ciuffini, testimonial delle Specialized Granfondo Series
«Come Specialized – ha dichiarato Ermanno Leonardi, Amministratore Delegato di Specialized Italia – abbiamo sempre creduto nelle granfondo e nel mondo del ciclismo amatoriale. Per noi è sempre stato importante e lo abbiamo messo in pratica sponsorizzando squadre, atleti e anche manifestazioni. Abbiamo iniziato con la Bra-Bra e la Sestriere, e ora uniamo altre due gare in un circuito unico che unisce quattro grandi classiche. Siamo ambiziosi e non ci nascondiamo nel dire che vogliamo rendere Specialized Granfondo Series il circuito più bello d’Italia e magari, un giorno, d’Europa. Disponiamo di quattro località importanti e di richiamo, ricordiamo però che teniamo più alla qualità dei nostri eventi che alla quantità, che siamo sicuri verrà a sua volta».
Progetto destinato a crescere
Il nuovo circuito Specialized Granfondo Series nasce dunque dall’unione d’intenti di un gruppo di lavoro estremamente motivato e determinato. Pronto a condividere la propria esperienza nell’organizzazione di eventi e metterla a disposizione degli altri. La volontà è quella di permettere a tutti gli appassionati di vivere l’eccellenza e l’esperienze di quattro grandi classiche del ciclismo amatoriale. Località di richiamo e dal grande fascino, una partecipazione sentita del territorio, una qualità organizzativa e la grande visibilità: sono queste le fondamenta del progetto Specialized Granfondo Series, un’iniziativa che dal 2022 intende portare un numero sempre crescente di atleti a correre sui percorsi tra i più affascinanti e suggestivi che il nostro territorio mette a disposizione. Competenza tecnica, sicurezza, eccellenza organizzativa e partner di prestigio saranno la cornice perfetta per regalare emozioni ed esperienza significative ad un pubblico sempre più esigente, come quello del ciclismo.
Un progetto legato alla qualità degli eventi e non alla quantità dei ciclisti presenti, per far fornire un’esperienza a 360 gradi Un progetto legato alla qualità degli eventi e non alla quantità dei ciclisti presenti
Territori & ambiente
Una nota importante. Specialized Granfondo Series intende distinguersi sin da subito, ponendosi obiettivi ambiziosi e promuovendo non solo la qualità tecnica ed organizzativa delle proprie gare, ma anche il rispetto dei territori attraversati e delle comunità coinvolte. Tra gli obiettivi primari e più sentiti nella promozione di ciascun evento ci sarà difatti proprio il coinvolgimento delle comunità. La valorizzazione dei luoghi, delle loro bellezze, della loro storia e della loro cultura. Il rispetto dei principi di sostenibilità ambientale, sociale de economica, guideranno così un progetto che si annuncia innovativo e funzionale alla promozione tanto di una disciplina sportiva in forte crescita di gradimento quanto di territori che rappresentano in assoluto delle grandi eccellenze italiane.
La Deceuninck-Quick Step prosegue nel cambiamento di pelle. E se da un lato si è assicurata la prosecuzione di Alaphilippe, con Evenepoel si sposta sui Giri
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Aleotti è appena tornato dalla California, anche lui dalla galleria del vento di Specialized. La Bora lo ha avvisato durante il ritiro in Austria di fine stagione, quando Gert Kodanic, il responsabile tecnico per lo sviluppo dei materiali, gli ha confermato la possibilità di lavorare sulla posizione della crono. Giovanni era consapevole della necessità, per cui non c’è voluto molto a trovare l’accordo e la data.
«Era la prima volta in galleria del vento e in America – sorride – mi è piaciuto molto. Avevo fatto tre settimane di vacanza dopo il Lombardia. Poi ho ripreso, ma dopo pochi giorni siamo volati negli Usa…».
Il primo anno da professionista è stato lunghissimo, con 69 giorni di corsa tutti… veri o quasi. A cominciare dalla primavera, in cui il debuttante emiliano ha messo in fila Strade Bianche, Tirreno-Adriatico e Giro dei Paesi Baschi prima del Giro d’Italia.
«Mi sento comodo – dice Aleotti – e soprattutto vedo bene». Il collo non sembra in rotazione«Mi sento comodo – dice Aleotti – e soprattutto vedo bene». Il collo non sembra in rotazione
Che anno è stato?
Lungo è la parola giusta. Sono stato per tanti giorni via da casa e mi sono divertito tanto. Mi piacciono i training camp. Quelli d’inverno quando si va a pedalare al caldo e quelli d’estate, che se restassi a casa da solo, non mi allenerei bene.
E’ bello quando ogni giorno è una scoperta…
E io infatti ho scoperto tanto. Il Cycling Team Friuli è un ambiente più piccolo ed è giusto che sia così. Qui ho a che fare con una realtà grandissima. Basti pensare a questa trasferta americana, alla cura dei dettagli, al fatto che non si trascuri niente.
Che cosa avete scoperto in California?
E’ stata una cosa lunga, 4-5 ore di lavoro. Con me c’erano Kodanic, il capo dei meccanici e l’osteopata della squadra. Siamo partiti dalla posizione 2021 come riferimento, poi abbiamo cominciato con vari aggiustamenti, fino a trovare la posizione definitiva.
Circa 5 ore di test, per cercare (e trovare) la posizione più redditiziaCirca 5 ore di test, per cercare (e trovare) la posizione più redditizia
Basandosi su cosa?
Innanzitutto sulle mie sensazioni e poi sui numeri per piccole variazioni. Quando ci siamo resi conto che gli aggiustamenti non davano più benefici, ci siamo fermati. Sono molto soddisfatto, perché sono comodo e riesco a vedere bene davanti, senza dover forzare col collo.
Sei riuscito anche a fare il turista?
Pochissimo. Siamo stati quattro giorni, di cui due in galleria del vento. Solo l’ultima sera siamo andati a San Francisco in macchina. Abbiamo visto il Golden Gate (foto di apertura, ndr), Alcatraz e fatto un giro in centro. Poco, ma bello lo stesso.
Che cosa significa che la Bora-Hansgrohe abbia scelto te per andare in galleria del vento?
Che ci credono e mi fa piacere. Per me è uno stimolo in più. Ho capito che le crono sono molto importanti ed è bello che la squadra abbia voluto investirci.
La sua posizione a crono (qui al Giro nel giorno di Torino) era già interessanteLa sua posizione a crono (qui al Giro nel giorno di Torino) era già interessante
Ci sono stati dei giorni di questo 2021 in cui ti sei sentito davvero forte?
Due occasioni, a parte Sibiu che ho vinto. La prima c’è stata al Giro di Polonia, nella seconda tappa, quando sono finito ottavo (traguardo di Premysil, ndr). Alla fine c’era uno strappo di 2 chilometri al 15 per cento, il classico finale da fare a tutta che mi piace tanto. Poi mi sono piaciuto a fine stagione alla Primus Classic, in Belgio. C’erano tutti quelli che preparavano il mondiale e mi sono ritrovato davanti con Van der Poel, Nizzolo e Alaphilippe.
Si dice che dopo un grande Giro la cilindrata aumenti.
Dopo il Giro sono migliorato, ma soprattutto per uno step mentale. Ho più consapevolezza, mi piace come sono stato gestito. Ho avvertito benefici subito dopo, a luglio, fra la Sardegna, San Sebastian e il Polonia, ma i compagni dicono che si vedrà di più quest’anno…
Nel frattempo è andato via Sagan e sono arrivati solo scalatori.
Sagan è impossibile da rimpiazzare. Con lui se ne è andato il gruppo con cui ho legato tanto, con Oss e anche Bodnar. Il prossimo anno saremo più orientati sui Giri, ma finché c’è stato ho rubato tanto da Peter. Abbiamo corso insieme Tirreno e Giro, l’ho osservato.
Destinazione raggiunta, si può cominciare con i test
La grande “esse” sulle pareti non lascia spazio a dubbi
Sull’isola di Alcatraz, il famigerato carcere a prova di evasione
Il Bay Bridge sullo sfondo, per Aleotti un giro nella notte di San Francisco
Le tipiche strade della città californiana, adagiata su colline in serie
Destinazione raggiunta, si può cominciare con i test
La grande “esse” sulle pareti non lascia spazio a dubbi
Sull’isola di Alcatraz, il famigerato carcere a prova di evasione
Il Bay Bridge sullo sfondo, per Aleotti un giro nella notte di San Francisco
Le tipiche strade della città californiana, adagiata su colline in serie
E che cosa hai visto?
Soprattutto come gestiva il fuori corsa, da capire che per uno come lui la corsa è davvero il meno. In gruppo invece ho ammirato la sua freddezza, il saper essere un vero capitano. Gli viene naturale, lo vedi che non lo cerca, perché ce l’ha dentro e questo fa sì che tutti lo seguano. Nella tappa del Giro che ha vinto, abbiamo dato tutti il 200 per cento.
A te quando accadrà?
Ci vuole pazienza (sorride, ndr) e non so se ci arriverò mai. In questo primo anno non mi ero dato obiettivi, al di fuori di crescere. Certi ruoli non devi cercarli, se ci sono vengono fuori da soli. Per cui adesso si lavora. La prima settimana di dicembre andremo in Germania per test e controlli atletici. Poi a fine anno ho già prenotato con Matteo Fabbro e andremo a Gran Canaria fino al 10-12 gennaio, quando raggiungeremo la squadra a Mallorca. Sto bene, si riparte. Le vacanze sono finite.
Debutto al Giro, gran lavoro e tanta fatica per Giovanni Aleotti. L'emiliano è uscito bene dalla corsa. rosa. Senza giorni di crisi. Studiando la fatica
Va bene stare scomodi, ma se parliamo di cronometro – dice Malori – in linea di massima vince sempre l’aerodinamica. E in certi casi la posizione più redditizia è quella più comoda. Si parla del nuovo assetto di Mattia Cattaneo, che ci ha incuriositi. Pare che la nuova posizione sperimentata in galleria del vento a Morgan Hill sia estremamente performante, ma per starci dentro Mattia dovrà fare tanta ginnastica.
Cattaneo e Ricardo Scheidecher, responsabile sviluppo e materiali, al lavoro in galleria del ventoCattaneo e Ricardo Scheidecher, responsabile sviluppo e materiali, al lavoro in galleria del vento
«Su carta, con la nuova posizione – ci ha detto il bergamasco la settimana scorsa – dovrei avere un miglioramento notevole. Chiaro che il test di 8 minuti è diverso dalla crono di mezz’ora, ma la nuova posizione promette bene. Anche se essendo alto 1,85, per me riuscire a stare raccolto e compatto come Evenepoel è difficile. Dovrò fare molto lavoro a corpo libero per adattarmi a stare più basso, con la testa al livello delle mani».
A ciascuno il suo assetto
Uno come Malori davanti a discorsi del genere va in brodo di giuggiole. La crono è il suo terreno e da sempre la sua passione, la curiosità è il nostro mestiere. E ci siamo chiesti quanto sia agevole nel corso di una gara a tappe disputare una crono in una posizione così estrema e magari l’indomani affrontare una tappa di montagna. Malori riprende il filo…
Castroviejo pedala a crono con la testa molto bassa
Alla Tirreno 2014, Malori batte Cancellara con il nuovo assetto più alto e largo
Ganna è immobile in sella e non è particolarmente basso sul manubrio
Castroviejo pedala a crono con la testa molto bassa
Alla Tirreno 2014, Malori batte Cancellara con il nuovo assetto più alto e largo
Ganna è immobile in sella e non è particolarmente basso sul manubrio
«Va bene fare esercizi – dice – ma comanda la posizione. Ganna sulla bici da crono è una statua, ma non è bassissimo. Castroviejo ha il… naso sul copertone, ma a me non hanno mai chiesto di stare in bici come lui. Perché lui è 1,71, mentre io sono 1,82. Se uno non ha il fisico adatto alla posizione più estrema, non puoi forzarlo perché si adatti. Magari riesce anche a trovare la posizione, poi però non spinge tutti i watt di cui dispone. Quando mi portarono in galleria a Silverstone, mi allargarono e mi alzarono, perché stando basso e con gli appoggi stretti, non riuscivo a incassare la testa fra le spalle».
Forse poi un conto è studiare la posizione estrema per una crono secca, altra storia per fare le crono di una corsa a tappe…
Di sicuro alla fine di un Giro, la posizione fai fatica a tenerla. Con un ragazzo come Mattia si dovrebbe lavorare sulla miglior posizione per lui, non sulla più redditizia. Poi ovviamente non sappiamo come ci sono arrivati, sappiamo solo quello che ha detto lui.
E’ prassi dover lavorare per adattarsi alla nuova posizione?
Quella della galleria di Silverstone la usai subito. La prima volta nella cronosquadre della Tirreno del 2014 in cui arrivammo terzi e poi nella crono finale, a distanza di sei giorni, quando vinsi battendo Cancellara, Wiggins, Martin e Dumoulin.Non ho dovuto adattarmi, era la mia posizione. Se invece la posizione non ti viene naturale, allora ti sembra scomoda.
La Deceuninck-Quick Step ha portato in California Asgreen, Cattaneo ed Evenepoel
I tre corridori della Deceuninck-Quick Step davanti alle pale della galleria del vento
La spedizione del team belga davanti alla sede Specialized, colosso americano della bicicletta
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In ogni caso gli esercizi a corpo libero per stare meglio in bici si facevano anche prima, no?
Soprattutto gli addominali e poi tutti gli esercizi di core stability. Ma se sei comodo e sulla bici ti senti bene, ecco che riesci anche a fare dei watt. Non devi stare a pensarci…
Pensare a cosa?
Durante una crono, la testa lavora tanto. Devi guardare i watt, ricordarti come tagliare le curve, di non andare troppo duro, devi capire da che parte stare per il vento. Se devi pure pensare a cosa fare per tenere la posizione, sei fritto. Continuo a fare l’esempio di Ganna. Non dà l’impressione di essere scomodo, non lo vedi muoversi in continuazione cercando la posizione.
Quindi cosa ti sembra della nuova posizione di Cattaneo?
Non mi piace.
Non ti sembra di essere un po’ drastico?
Nella parte frontale, ha le braccia sovraccariche. L’angolo fra braccio è avambraccio dovrebbe essere di 90 gradi, mentre questi saranno 85. Allo stesso modo, è troppo chiuso anche l’angolo fra braccio e schiena. Le mani potrebbero stare più alte, senza costringere Mattia a ruotare così tanto il collo in avanti. Guardate, ha il collo 6 centimetri sotto le spalle.
Ecco la posizione studiata in galleria. A seguire quella 2021 e il confronto con Remco
Questa la posizione nella crono di Saint Emilion al Tour, chiusa al 6° posto (lato sinistro)
Stesa crono di Saint Emilion: sicuramente più alto e meno sbilanciato in avanti
E questo è Evenepoel nella crono di Torino al Giro d’Italia
Ecco la posizione studiata in galleria. A seguire quella 2021 e il confronto con Remco
Questa la posizione nella crono di Saint Emilion al Tour, chiusa al 6° posto (lato sinistro)
Stesa crono di Saint Emilion: sicuramente più alto e meno sbilanciato in avanti
E questo è Evenepoel nella crono di Torino al Giro d’Italia
Questo è vero…
Il collo così non riesci a tenerlo. Spero che con i giusti esercizi Mattia migliori, perché si merita di andare forte. Ma in una crono di un’ora oppure una molto vallonata e con tanti rilanci, in cui sei costretto ogni volta a rimetterti in posizione, la vedo dura se stare giù non gli viene naturale. E non è tutto qui.
Cos’altro?
Sembra troppo disteso e in avanti. Si vede dalla schiena che sprofonda dopo la scapola. Di sicuro è una posizione che dà ottimi risultati in galleria del vento. Molto simile a quella di Evenepoel. Ma io Mattia lo conosco, abbiamo anche corso insieme alla Lampre. Ha leve lunghe, non si può pensare di distenderlo così tanto. Ganna ha la schiena dritta e parallela all’asfalto. Chissà se questa posizione rimarrà tale o se dopo qualche prova si faranno degli aggiustamenti…
Dopo averla... preparata nei giorni scorsi, rileggiamo con Malori la crono di Tokyo per capire che cosa insegna. Da Roglic a Ganna, passando per Van Aert
La Waffle Belgian Ride corsa da Evenepoel e Cattaneo e da Giampaolo Mondini in un team Specialized è stata l’occasione migliore per la casa californiana di mettere in mostra la nuova Crux, gravel peso piuma che strizza l’occhio alle prestazioni grazie a soluzioni tecniche che la rendono… abile sia per gare di gravel che di ciclocross.
Geometrie da gara
La geometria della Specialized Crux la rende più pronta e stabile, grazie all’interasse leggermente più lungo per l’aumento dell’avantreno (circa 7 millimetri che riducono il rischio di toccare la ruota con la punta del piede in caso di curve molto strette). Fra le novità geometriche, va segnalato l’aumento del reach (9 millimetri sempre nella 56 di Cattaneo) compensato dal montaggio di un attacco manubrio più corto. Il carro posteriore invece resta identico per angoli e misure alla versione precedente. Con l’aumento di 2 millimetri del drop del movimento, si guadagna grande reattività.
I corridori della Belgian Waffle Ride (Cattaneo e Evenepoel) hanno avuto la bici il giorno prima (@specialized)
La sella montata è la Power Mirror di Specialized, da 143 mm (@specialized)
Sulle Crux dei corridori Deceunick le gomme Pathfinder Pro: la bici ha una notevole clearance (@specialized)
I corridori della Belgian Waffle Ride (Cattaneo e Evenepoel) hanno avuto la bici il giorno prima (@specialized)
La sella montata è la Power Mirror di Specialized, da 143 mm (@specialized)
Sulle Crux dei corridori Deceunick le gomme Pathfinder Pro: la bici ha una notevole clearance (@specialized)
Analisi dei flussi di forza
La produzione del telaio deriva invece dai feedback messi da parte durante la realizzazione e l’impiego della precedente Aethos, in cui l’analisi dinamica delle forze e delle sollecitazioni subite dal telaio durante l’azione ha permesso di dosare al meglio la laminazione e la stratificazione delle pelli di carbonio nello stampo. Tolto il superfluo, rimane un telaio ugualmente sicuro e performante e soprattutto più leggero.
A Cattaneo (ed Evenepoel) è stata affidata la S-Works, prodotta con carbonio FACT12R per un peso di 725 grammi nella misura 56. La bici era montata con Sram Red eTap AXS e il suo peso complessivo dichiarato era di 7,25 chili. Le altre tre versioni in commercio (Pro, Expert, Comp) hanno carbonio di qualità leggermente inferiore e di conseguenza, per ottenere pari affidabilità, devono ricorrere a un telaio più pesante di 100 grammi.
Forcella identica per tutti i modelli, resta interessante la possibilità di montare gomme fino a 700×47 oppure 650bx2.1. Si tratta di una scelta che migliora l’aerodinamica e permette di espellere meglio il fango: utile certamente nel gravel, di vitale importanze nel ciclocross.
Due portaborraccia e basta attacchi: Crux è una gravel per correre (@specialized)
Bici montata con Sram: questa è la Crux di Evenepoel, minimo dislivello sella-manubrio (@specialized)
Due portaborraccia e basta attacchi: Crux è una gravel per correre (@specialized)
Bici montata con Sram: questa è la Crux di Evenepoel, minimo dislivello sella-manubrio (@specialized)
Nata per correre
La Crux ha il movimento filettato, nuovo standard sulle Specialized di ultima generazione. Tra i fattori di risparmio del peso va annotato anche il fodero destro meno sottile e cavo, mentre il cannotto da 27,2 lascia spazio alla giusta flessione che porta comfort e consente di montare anche un reggisella telescopico.
Brutte notizie invece per coloro che amano il gravel nella sua versione più… contemplativa. La Crux nasce per correre, scordatevi gli attacchi per il portapacchi. Il superfluo è stato eliminato, come i grammi di troppo.
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