Specialized in Francia con la TotalEnergies: due mondi a confronto

04.11.2021
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TotalEnergies, Specialized e Sagan: una delle nuove avventure 2022 più attese. Innanzi tutto per lo spirito con cui è nato questo progetto. Un progetto nel quale la parola divertimento è emersa a più riprese. 

Ma se del rapporto tra il campione slovacco e il team manager Bernaudeau ne abbiamo già parlato, anche recentemente, ci incuriosisce invece l’approccio di lavoro che potrà esserci tra la squadra e il principale sponsor tecnico, Specialized. Ne parliamo con Giampaolo Mondini, da anni referente per il brand americano con i team.

Una rara foto che si è vista sui social della nuova livrea delle Specialized che userà la TotalEnergies
Una rara foto che si è vista sui social della nuova livrea delle Specialized che userà la TotalEnergies

Assegnate scarpe e bici 

“Mondo” ci risponde dagli Stati Uniti dove con alcuni atleti sta eseguendo dei test in galleria del vento nella sede Specialized di Morgan Hill, in California.

«Con la TotalEnergies abbiamo già avuto un primo meeting – racconta Mondini – in cui abbiamo lavorato sulla meccanica di base con il nostro sistema Retul e contestualmente abbiamo consegnato agli atleti una bici e le scarpe per allenarsi. Le due cose di maggior importanza per prendere confidenza con il materiale.

«E poi abbiamo raccolto molti dati. Abbiamo parlato con i corridori e con i fisioterapisti di problemi fisici, cadute che hanno generato conseguenze, vecchie fratture… E’ un qualcosa che facciamo anche con gli altri nostri due team, Bora-Hansgrohe e Deceuninck-Quick Step. Solo che qui siamo partiti da zero».

Ed è proprio questa la differenza maggiore: essendo una prima collaborazione i corridori con cui hanno a che fare sono tutti nuovi e per assurdo gli atleti con cui hanno lavorato meno in questa fase iniziale sono proprio i tre acquisti per eccellenza della TotalEnrgies: Sagan, Oss e Bodnar, dei quali Specialized sapeva già vita, morte e miracoli.

«Anche se Bodnar, per esempio, ci ha chiesto di intervenire su alcuni dettagli. Per noi è molto importante il primo vero ritiro che il team farà a Calpe (Spagna) a dicembre. Lì verificheremo le posizioni di tutti e con coloro che puntano alle classifiche generali come Pierre Latour o che sono chiamati ad andare forte a crono faremo anche dei test ulteriori in velodromo».

Specialized collaborò con la Festina, squadra francese
Specialized collaborò con la Festina, squadra francese

Si “torna” in Francia

Specialized e TotalEnergies, due entità forti, due filosofie a confronto e due approcci differenti spesso ben “arroccati” sulle proprie posizioni. Specialized cura ogni dettaglio, la squadra di Bernadeau è molto tradizionalista, a partire dalla lingua e dai costumi molto francesi.

«In realtà – riprende Mondini – non è una prima assoluta questa collaborazione fra Specialized e una squadra francese. Ci fu già con la Festina. Ma era un altro ciclismo e un’altra Specialized. La nostra era una piccola azienda in cerca di gloria. Io ricordo un po’ quelle bici anche perché ancora correvo all’epoca. Fino a che non ci pedalai nel 2003, il mio ultimo anno da pro’, alla Domina Vacanze».

«Un po’ eravamo preoccupati per questa collaborazione, soprattutto per il discorso della lingua. Loro parlano (e vogliono parlare, ndr) francese. Io lo parlo e per fortuna uno dei nostri, Leo Menville, è francese e questo ci ha aiutato moltissimo. Poi però è bastato il primo training camp e ci siamo accorti che in squadra in tanti parlano inglese. Si sono dimostrati disponibili.

«No, no… abbiamo trovato un team ben organizzato. La cosa che mi ha colpito di più è che non hanno l’assillo del risultato. Per loro questo sembra essere un’entità astratta. In primis vogliono lavorare bene, senza stress. E devo dire che anche noi siamo contenti di questo approccio».

I raduni di dicembre e gennaio in cui gli atleti usciranno insieme per tante ore saranno importantissimi per Specialized
I raduni di dicembre e gennaio in cui gli atleti usciranno insieme per tante ore saranno importantissimi per Specialized

No stress

Il risultato un’entità astratta: un qualcosa di più unico che raro di questi tempi. Però ci fa porre una domanda. Come si potrà conciliare la grande ambizione di Specialized, sempre all’avanguardia, sempre pronta ad alzare l’asticella, specie con i pro’, con questa filosofia “no stress”?

«Dobbiamo trovare un punto in comune tra il nostro modo di lavorare e il loro. Sono sfide nuove. E’ successo anche con la Bora nel 2015. Anche loro non erano nel WorldTour e poi tutto andò bene. Non siamo preoccupati. Sei anni fa ci dicevano che lavorare coi tedeschi non sarebbe stato facile perché erano “chiusi”. Poi non fu così. Loro volevano crescere e fu un apprendere nuovi metodi da entrambe le parti. Loro per esempio adesso hanno deciso per una svolta netta verso le classifiche generali, all’epoca non ci pensavano. Anche alla TotalEnergies c’è voglia di lavorare».

«Scuola francese? Io direi più scuola internazionale, soprattutto a certi livelli. Già il fatto che ci sia il meccanico di Peter non è poco. In più c’è Kevin Desmedt con il quale già avevamo lavorato in Quick Step. Due elementi nel reparto tecnico sono un bel supporto per gli altri. E poi per ora abbiamo avuto, come detto, un solo approccio sul campo. Nei due ritiri, quello di dicembre e quello di gennaio, contiamo di fare il grosso del lavoro. Lì i ragazzi faranno tante ore di sella e verificheremo eventuali problemi sui materiali, sulle posizioni e raccoglieremo i loro feedback per farli lavorare senza stress».

Sagan che passerà alla TotalEnergies, si diverte sulla nuova gravel Crux
Sagan che passerà alla TotalEnergies, si diverte sulla nuova gravel Crux

Capitolo gravel

C’è poi la questione gravel, legata al divertimento. Noi stessi scrivemmo di un approccio diverso di Sagan al suo ciclismo prossimo futuro. Non solo gare ma anche altre esperienze. Saranno fornite anche le bici gravel?

«Certo. Noi abbiamo lanciato la Crux – dice Mondini – e proprio qualche giorno fa eravamo nel Kansas per quell’evento gravel con Remco Evenepoel e Mattia Cattaneo. La tendenza è quella di fare sempre più queste gare, visto che anche l’UCI vuol farci i mondiali. E non nascondo che Sagan mediti un ritorno anche ad altre specialità come la Mtb. Lui vuol divertirsi e portare altra gente al ciclismo».

E a proposito di altra gente nel ciclismo. Chiudiamo con una curiosità. Quanto incide sul mercato interno, in questo caso quello francese, la collaborazione con un team?

«Complicato da dire. So che ci sono dei dati, delle previsioni. Posso però riportare quel che avvenne in Germania quando iniziammo la collaborazione con la Bora. In quel caso registrammo un +40%. Tuttavia va detto che dopo anni bui il ciclismo ”era sceso” in quel momento in Germania. Però da lì è tornato a crescere, soprattutto negli ultimi due anni. Un incremento che poi abbiamo registrato un po’ ovunque. Diciamo che se dovessimo arrivare a quel +40% per noi sarebbe un buon dato».