Magrini, come si vive con un defibrillatore in corpo?

20.07.2022
4 min
Salva

La vicenda sportiva, ma soprattutto umana che ha coinvolto Sonny Colbrelli ha avuto un grande impatto su tutta la stagione italiana del ciclismo. Il futuro del campione europeo (ancora in carica, visto che la gara di Monaco è di là da venire) è tutto da scrivere dopo che gli è stato impiantato un defibrillatore sottocutaneo. Nessuno può comprendere quel che Sonny sta passando meglio di Riccardo Magrini, che da quasi 5 anni vive con il strumento attaccato al suo corpo, dopo quella terribile giornata di agosto.

Defibrillatore sottocutaneo
Il defibrillatore viene applicato sotto l’ascella stimolando il cuore in caso di necessità
Defibrillatore sottocutaneo
Il defibrillatore viene applicato sotto l’ascella stimolando il cuore in caso di necessità

Negli studi di Sky

Riccardo era ospite di un programma di Sky quando improvvisamente ha avuto un mancamento. Provvidenziale è stato l’intervento del collega Lucio Rizzica, che gli ha praticato il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca fino all’arrivo dei sanitari. Il verdetto era stato drammatico: un infarto. Magrini è stato qualche giorno in coma farmacologico, poi la lenta ripresa.

Oggi Riccardo è tornato a una vita normale, commenta ogni giorno le grandi corse ciclistiche per Eurosport e ha accettato di buon grado di spiegare come può vivere con un defibrillatore un uomo di sport.

«Dipende molto dall’approccio psicologico – spiega – dall’accettazione dello strumento. Io non ci penso neanche, altrimenti riconosco che sarebbe difficile. In una cosa io e Sonny siamo stati fortunati: non ricordiamo nulla, quindi non ricordiamo la sofferenza, il dolore. Abbiamo perso conoscenza e ci siamo risvegliati con questo salvavita addosso, perché tale è».

Al Giro d’Italia si è rivisto in gruppo Sonny Colbrelli. Nessun accenno al suo futuro, ma tanto sostegno e calore umano
Al Giro si è rivisto Colbrelli. Nessun accenno al futuro, ma tanto sostegno
La tua vita è cambiata? Nelle telecronache spesso parlavi dei cicloraduni ai quali ti invitavano ogni fine settimana, è ancora così, puoi parteciparvi?

Certamente, la mia vita non ha subìto particolari cambiamenti, ma chiaramente non è comparabile con quella di un corridore professionista. Esco spesso in bici, ma uso la bicicletta a pedalata assistita per tenere sotto controllo gli sforzi. Prima del Tour sono uscito 4 volte in bici nell’arco di una settimana, nel complesso arrivo a fare almeno 4.000 chilometri l’anno e sono pochi a causa del lavoro. Però ripeto, il mio caso è riverso rispetto a quello di uno sportivo praticante.

Molti parlando di Colbrelli hanno tirato fuori l’esempio di Eriksen, che ha ripreso appieno la sua attività e dalla prossima stagione giocherà nel Manchester United.

Sono situazioni molto diverse. Quello del danese è stato un episodio, ma nel caso malaugurato dovesse ripetersi, ha sempre gente vicino a lui. Per un ciclista è diverso, il rischio è maggiore innanzitutto perché è uno sport più solitario da questo punto di vista, almeno in allenamento, poi si tratta di sforzi molto diversi. Molto conta il carattere, la testa. Certo, per i dottori si dovrebbe stare sempre a casa…

Eriksen 2022
Christian Eriksen, dopo il grave malore degli Europei 2021, è tornato a giocare, ora nel Manchester United
Eriksen 2022
Christian Eriksen, dopo il grave malore degli Europei 2021, è tornato a giocare, ora nel Manchester United
Un’attività intensa è quindi da sconsigliare?

Sinceramente non so dare una risposta definitiva, dipende dalla persona. I rischi ci sono, bisogna pensarci. Per me è diverso, io ad esempio ho sempre avuto la passione per lo sci e d’inverno sono tornato in montagna, qualche partita a pallone ancora me la concedo, faccio attività fisica anche se secondo il medico, il dottor Bulletta che mi ha operato dovrei perdere ancora qualche chilo… Per fortuna in questi 5 anni non ci sono stati segnali negativi, ma un conto è fare una vita sana inquadrando lo sport in essa, un altro compiere sforzi veri.

Obiettivamente come la vedi?

Gli auguro con tutto il cuore di poter tornare a competere, ma – e lo dico con una grande tristezza – ho dei dubbi.

Mentre Sonny aspetta, l’altro Colbrelli vince e racconta

05.05.2022
6 min
Salva

Tomas Colbrelli ha stampati nella mente tutti i minuti di quel maledetto 21 marzo, a cominciare dal secondo posto di suo fratello Sonny nella tappa del Giro di Catalogna: «L’avevo vista al computer, ero contento di com’era andato anche se si sa che la vittoria ha un altro sapore. Avevo chiuso tutto e ripreso a lavorare, a un certo punto un collega mi fa: ma tuo fratello? E’ arrivato secondo, gli dico, c’eri a vederlo con me. Perché me lo chiedi?».

E’ passato più di un mese. Sonny (in apertura nella più recente foto su Instagram con il figlio Tomas) attende di sapere quale sarà e soprattutto se ci sarà un futuro in bici, ma intanto abbiamo scoperto che c’è un altro Colbrelli che corre e vince su due ruote, seppur in ambiti molto diversi. Domenica scorsa, nella Granfondo Luca Avesani, una delle grandi classiche del panorama amatoriale, il percorso medio è stato vinto da Tomas, suo fratello più piccolo, per il quale la bici è una scoperta davvero recente.

Colbrelli strada 2022
Tomas corre su strada nel B3L Team, una compagine di Brescia legata a due negozi di articoli sportivi
Colbrelli strada 2022
Tomas corre su strada nel B3L Team, una compagine di Brescia legata a due negozi di articoli sportivi

Fino a un anno e mezzo fa infatti, Tomas Colbrelli delle bici non ne voleva proprio sapere. «Io giocavo a calcio e speravo di fare carriera lì. Ero nel Montichiari, avevo in programma un provino con il Chievo e sembrava potesse concretizzarsi anche un altro con il Milan. Ma eravamo nel periodo del Covid, era tutto molto difficile, oltretutto i miei studi di ingegneria mi toglievano molto tempo».

Poco tempo per allenarsi

Si sarebbe portati a pensare che sia stato Sonny a coinvolgerlo, invece non è così: «L’altro inverno, sapendo che con il calcio avevo un po’ mollato, un mio amico vicino di casa con trascorsi ciclistici mi ha proposto di provare, per tenermi in movimento, così ho cominciato a uscire. Andavo sia su strada che in mtb, ma a essere sinceri mi piaceva di più la prima. Nel frattempo ho iniziato a lavorare full time in un’azienda elettronica dove mi occupo di gestione documentale, quindi il tempo per allenarmi è pochissimo, figurarsi poi d’inverno quando fa buio presto, ma cerco di sfruttarlo bene».

Ecco la prima immagine, ancora da Instagram, pubblicata da Sonny il 5 aprile dopo il malore spagnolo
Ecco la prima immagine, ancora da Instagram, pubblicata da Sonny il 5 aprile dopo il malore spagnolo

E’ così iniziata la sua avventura nel ciclismo, rimanendo però in un altro ambito rispetto a suo fratello e i risultati sono presto arrivati.

«Quest’anno ho vinto l’Energy Marathon di Mtb a Carpenedolo, è stata la mia prima vittoria. Anche abbastanza rocambolesca: ero andato in fuga ma prima del penultimo strappo ho sbagliato strada, così sono finito alle spalle dei tre che mi inseguivano. Li ho ripresi in pianura e sinceramente ero sorpreso di quanto andavo forte. Sono rientrato a 2 chilometri dal traguardo, ho preso in testa le due ultime curve e ho vinto in volata». Un marchio di famiglia, evidentemente…

Attento come un pro’…

I buoni risultati non sono finiti lì: 4° alla Bardolino Bike, altra gara di mountain bike, poi 6° al Colnago Bike Festival, classica granfondo su strada disputata nel percorso medio: «Quelli lunghi non li affronto, non mi alleno abbastanza. Sono conscio delle mie possibilità e ho imparato da Sonny a essere molto attento a tutto, a cominciare dalla nutrizione, ma per fare quelle distanze previste nelle Granfondo bisogna allenarsi molto di più e io non ho tempo».

Tomas Colbrelli 2022
La vittoria di Tomas Colbrelli alla Gran Fondo Avesani
Tomas Colbrelli 2022
La vittoria di Tomas Colbrelli alla Gran Fondo Avesani

D’altronde Tomas è un perfezionista (altro marchio di famiglia): «Per quello ho mollato col calcio, quando ho visto che le cose non andavano come volevo io, sono un perfezionista e se non mi ci ritrovo, è meglio lasciar perdere. Inizialmente, quando ho cominciato ad andare in bici il progetto era di provare un triathlon, ma servirebbe troppo tempo soprattutto per il nuoto, lì è anche questione di tecnica e non si improvvisa. Magari però a fine stagione un duathlon bici+corsa lo provo…».

Che bastonata da Sonny!

La vittoria di domenica a Verona è stata anche una rivincita: «Quando ho corso al Colnago Bike Festival c’ero rimasto male: ero andato in fuga ma mi hanno ripreso all’ultimo chilometro e ormai non ne avevo più… Ci tenevo tanto, a quella gara c’era Sonny a guardare, volevo onorarlo con una vittoria. E’ arrivata qualche settimana dopo…».

Colbrelli mamma 2022
Tomas con papà Federico e mamma Fiore: «E’ come Sonny, in famiglia non molliamo mai…»
Colbrelli mamma 2022
Tomas con mamma Fiore: «E’ come Sonny e me, in famiglia non molliamo mai…»

Il rapporto con il famoso fratello ricorre spesso nei suoi discorsi, che cosa disse sapendo di questa nuova passione? «Sonny non aveva mai detto nulla prima, con lui abbiamo il tipico rapporto tra fratello maggiore e minore, qualche volta è anche severo ma ci vogliamo molto bene. Ricordo che siamo usciti insieme in bici per allenarci e Sonny ha voluto farmi capire che cosa significa soffrire in bici. Aveva la catena sempre tirata, io spingevo alla morte e pensavo: ma quand’è che la tira giù? E lui niente… E’ stata una bastonata utile, ho capito che cosa significa il suo lavoro, quanti sacrifici impone».

Quel terribile 21 marzo

Tomas, dicevamo, ha stampati nella mente tutti i minuti di quel maledetto 21 marzo, a cominciare dal secondo posto nella tappa del Giro di Catalogna: «Il tempo di rispondere al collega che Sonny era arrivato secondo e quello mi fa vedere il sito della Gazzetta con la notizia del malore. Sono sbiancato di colpo, ho chiamato mio padre, agli inizi sembrava un collasso. Sono state ore interminabili, finché il telefono di mio padre ha squillato e dall’altra parte c’era Sonny. Sentirlo è stata la vittoria più bella possibile».

Colbrelli Sonny 2022
Sonny Colbrelli in maglia da campione d’Europa: il suo futuro si saprà fra almeno 2 mesi
Colbrelli Sonny 2022
Sonny Colbrelli in maglia da campione d’Europa: il suo futuro si saprà fra almeno 2 mesi

Da testimone esterno, Tomas non se la sente di fare pronostici sul futuro del campione europeo, al quale è stato impiantato un defibrillatore sottocutaneo.

«L’importante è che sia ancora fra noi. Fino a qualche giorno fa pensava e pensavamo che fosse finito tutto, ora pian piano sta riprendendo a fare attività in attesa dei prossimi controlli. Ci vorranno mesi per sapere.

«So che da una parte la grinta è quella di sempre e vorrebbe tornare in bici anche… ieri. Dall’altra sa che ci sono valori che vengono prima, come la salute e la famiglia e non vuole correre rischi. Il suo futuro è una pagina bianca tutta da scrivere, ma sa che noi ci siamo, al suo fianco per scriverla».

Mohoric, un giorno da grande con Sonny per la testa

17.04.2022
3 min
Salva

Aveva in testa Colbrelli e pensando a lui è andato in fuga. In piedi al centro del quartiere dei corridori al margine della pista, ora Matej Mohoric tiene le mani sui fianchi e fissa la bici, probabilmente senza guardare nulla di particolare. Aloni di sudore disegnano i suoi pantaloncini, mentre gli passano una bottiglietta d’acqua, che si ostina a non bere. Dalle transenne i microfoni lo chiamano. Lo sloveno si consiglia con l’addetta stampa della squadra, poi a fatica si avvicina.

Vincitore morale

Se esiste un vincitore morale della Roubaix, Matej è probabilmente il favorito. Si erano appena superate le tre ore di corsa e filavano oltre i 47 di media, quando ha raccolto il guanto di sfida lanciato da Davide Ballerini e si è offerto di dargli una mano. Il loro passo davanti è stato convincente e solido a lungo.

Senza la foratura, probabilmente Mohoric sarebbe arrivato più avanti: ne è certo
Senza la foratura, probabilmenteMohoric sarebbe arrivato più avanti: ne è certo

«Quest’anno alla fine – dice – ho provato ad anticipare. Quando è partito Ballerini, mi è sembrato presto, ma abbiamo voluto continuare insieme. Sfortunatamente ho forato e ho dovuto cambiare la gomma. Ho resistito finché ho potuto usando il tubeless, ma se non avessi bucato, avrei avuto più chance di restare davanti con Devriendt, il corridore della Intermarché».

Nessuna diavoleria

Quando stamattina è sceso dal pullman del Team Bahrain Victorious per andare alla firma, era tranquillo. Ha scherzato sul fatto che questa volta sulla sua bici non ci fossero strani meccanismi e semmai ha mostrato i nuovi guanti Prologo al debutto nella Roubaix.

In pista, ha sentito le gambe vuote, Avrebbe voluto anticipare lo sprint, ma Van Aert e Kung alle sue spalle erano in agguato.
In pista, ha sentito le gambe vuote, Avrebbe voluto anticipare lo sprint, ma Van Aert e Kung alle sue spalle erano in agguato.

«Non ci sono discese alla Roubaix – dice ricordando la battuta del mattino – non c’era bisogno del reggisella telescopico. Alla Sanremo si è deciso tutto in pochi minuti, questa volta ho fatto il mio meglio per tutto il giorno. Ho anticipato di nuovo nel finale, ma allo sprint non ho avuto le gambe. Speravo che Van Aert e Kung si guardassero e aspettassero l’ultima curva, per scattare per primo e prendere vantaggio, ma non ci sono riuscito. Il quinto posto è un bel risultato, sono orgoglioso. Ho fatto il meglio possibile».

Aspettando Sonny

Con tutto il peso delle inquadrature sulle spalle, la corsa di Mohoric e degli attaccanti che hanno preso il largo con lui è stata l’anticamera dell’azione decisiva che intanto si andava organizzando alle spalle.

Dopo cinque minuti a riordinare le idee, senza neppure sedersi, Mohoric ha fatto il primo sorso d’acqua
Dopo cinque minuti a riordinare le idee, senza neppure sedersi, Mohoric ha fatto il primo sorso d’acqua

«Sono stato sfortunato con la foratura – dice – ma in generale è andata bene. Ho fatto il massimo, ho dovuto cambiare la ruota e lo stesso mi sono ritrovato nel gruppo dei favoriti. Poi ho anticipato di nuovo con Lampaert, ma purtroppo lui non aveva gambe, poi è caduto. Perciò sono rientrati i più forti che erano Kung e Van Aert. Ho avuto per tutto il giorno Sonny nella mia testa, volevo regalargli la vittoria. Magari proveremo il prossimo anno, quando magari tornerà anche lui. Quest’anno le cose stanno andando bene. Abbiamo lavorato in modo importante durante l’inverno e il lavoro duro paga. Ci manca proprio Sonny. Con lui sarebbe stato più facile gestirsi, perché in due riesci a giocarti meglio le tue carte. Lo aspetto, ditegli che lo aspetto».

Defibrillatore sotto cute, capiamo di cosa si tratta

08.04.2022
4 min
Salva

La gente chiede. Spesso fa ipotesi. La gente, certa gente, a volte farebbe bene a contare fino a dieci prima di parlare e scrivere. Il Team Bahrain Victorious ha giustamente costruito una cortina di rispetto e silenzio attorno a Sonny Colbrelli e non avrebbe senso cercare di ricostruire e fare ipotesi. Quello che tuttavia è molto interessante e potrebbe certamente riguardare più di qualcuno è l’impianto di un defibrillatore sul campione europeo. Ci eravamo abituati da poco al fatto che ad Elia Viviani fosse stato impiantato un chip sotto cute che registra la sua frequenza cardiaca dopo l’intervento di ablazione, ma il defibrillatore cambia le carte in tavola.

«A Padova – ha dichiarato il professor Romano, che l’aveva accolto nell’unità cardiologica dell’ospedale – l’atleta è stato sottoposto a una valutazione clinica, genetica e di imaging completa per identificare la causa dell’aritmia che ha portato all’arresto cardiaco e la terapia più appropriata. La decisione di impiantare un dispositivo salvavita è stata condivisa da Colbrelli che ha ricevuto un Icd sottocutaneo. Il dispositivo funziona per correggere il ritmo del cuore se è necessario in casi estremi».

Per capire meglio di cosa si tratti, ci siamo rivolti a Carmine Pizzi, Professore Associato Malattie dell’Apparato Cardiovascolare presso il Dipartimento di Medicina Specialistica dell’Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

Professore, quando si mette un defibrillatore così?

Mi viene da pensare che possa trattarsi di una cardiomiopatia aritmogena, una patologia geneticamente determinata, che dà aritmie subventricolari. I ventricoli vanno a 200-300 battiti al minuto, il cuore non pompa più sangue al cervello, c’è lo svenimento e di conseguenza la rianimazione. Si tratta di una patologia soprattutto della razza bianca. E se come pare c’è stata una fibrillazione ventricolare, deve essere impiantato il defibrillatore.

Di cosa si tratta?

Non so quale abbiano utilizzato. Il più comune ha una batteria e un cervello elettronico, si impianta sotto cute appena sotto la clavicola (in apertura, nell’immagine Peace Medical Tourism, ndr), con elettrodi inseriti nell’atrio e nel ventricolo destri. In sostanza rileva le variazioni del ritmo cardiaco e le interpreta tramite un algoritmo. Riconosce il tipo di aritmia. Se questa passa subito, il defibrillatore non si attiva. Se non passa, allora inizia a dare i suoi impulsi elettrici, cercando di correggere il battito.

In quali casi si impianta?

Ci sono due diversi atteggiamenti terapeutici. Il primo, che riguarda Colbrelli alla luce dell’arresto cardiaco, si chiama in Prevenzione Secondaria e va messo per forza, per evitare che l’episodio si ripeta. Altrimenti si parla di Prevenzione Primaria. So che il soggetto ha una patologia che potrebbe portare a un arresto cardiaco o comunque a fibrillazioni, e allora cerco di prevederlo impiantando un ICD.

Lei ha parlato di cardiomiopatia aritmogena, possibile che nessuno se ne fosse accorto prima?

Chiaramente è un’ipotesi, il fatto che siano passati dal professor Romano di Padova, che proprio per questa casistica è un riferimento e ha molto studiato, lo fa pensare. E’ comunque una malattia subdola, la devi ricercare, altrimenti non la vedi. Qualche anno fa è stata la causa di morte di Davide Astori, il calciatore della Fiorentina. E’ possibile che in questo caso si sia manifestata per lo stress fisico e per la coincidenza di altri fattori, ma chiaramente bisognerebbe conoscere il caso.

Questo è un periodo in cui diversi atleti hanno avuto problemi col cuore, risolti spesso con ablazioni o periodi di riposo…

Se hanno avuto il Covid, può esserci un nesso. Il Covid favorisce l’insorgere di miocarditi, che formano delle cicatrici sul cuore. E in quei punti può nascere la fibrillazione.

Prove di forza nelle Fiandre: Van Aert vince due volte

26.02.2022
6 min
Salva

Van Aert ha fatto quello che tutti noi speravamo facesse. Ha preso la vittoria nella Omloop Het Nieuwsblad, l’ha messa per un attimo da parte con i sorrisi e i brindisi e ha detto la sua sulla guerra in Ucraina.

«Voglio dire una cosa – ha esclamato dietro il podio – le corse in bicicletta adesso sono una questione secondaria a fronte di cose più importanti che stanno succedendo a questo mondo. E’ una follia anche solo pensare che una guerra sia ancora possibile e per giunta così vicina. Per quel che vale, vorrei esprimere il mio sostegno a tutti coloro che sono coinvolti dalla guerra in Ucraina».

Bacio con moglie e figlio per Van Aert, rientrato da poco a casa dopo 2 settimane in altura
Bacio con moglie e figlio per Van Aert, rientrato da poco a casa dopo 2 settimane in altura

Maledetto vento

Che corsa ragazzi! Davanti tutti i pezzi grossi del gruppo, mentre Gaviria correva in ospedale con la clavicola rotta. Il racconto di Van Aert intanto spiega tutto, mentre il pubblico in visibilio se lo mangiava con gli occhi. Grato per quell’azione a 13 chilometri dall’arrivo.

«C’era molto vento contro – ha proseguito il vincitore – e di conseguenza la corsa è rimasta chiusa per molto tempo. In realtà volevo forzare la situazione un po’ prima, ma c’era poco. Però sul Berendries ci siamo mossi. Tiesj Benoot e il resto della squadra hanno fatto un lavoro fantastico. Sono molto contento di questa vittoria».

Per Van Aert vittoria nella gara del debutto, con 22″ su Colbrelli
Per Van Aert vittoria nella gara del debutto, con 22″ su Colbrelli

Obiettivo Roubaix

«Non pensavo di andare tanto bene così presto – ha aggiunto – ma ero ben preparato. Ho una buona condizione ed è difficile adesso dire se potrò mantenerla fino a Roubaix. In termini di intensità, c’è ancora qualcosa da aggiungere. Sono stato bravo, ma il Fiandre e la Roubaix sono ancora più importanti, quindi spero di migliorare un po’. Conto di fare quest’ultimo passo alla Parigi-Nizza aiutando Roglic, che va là per vincerla».

Per Colbrelli grande accoglienza nel velodromo di Gand alla presentazione
Per Colbrelli grande accoglienza nel velodromo di Gand alla presentazione

Testa e gambe

Che Colbrelli non nuotasse nell’oro si era visto. Però stava lì, con quelli davanti. Muoveva le spalle sui muri, ma non mollava e per questo per un po’ abbiamo sperato di raccontarne un’altra. E ci sarebbe anche riuscito Sonny, se ai piedi del Bosberg Van Aert non avesse deciso di averne abbastanza. Il gigante belga ha avuto nello stesso giorno più testa e più gambe. La prima nel dare via libera a Tiesj Benoot, costringendo gli altri (fra loro proprio Colbrelli, Trentin e Pasqualon) a spendere quel po’ che gli era rimasto. Le seconde nell’attacco sull’ultimo muro.

La corsa finalmente riaperta al pubblico, ma poche mascherine e tanta birra
La corsa finalmente riaperta al pubblico, ma poche mascherine e tanta birra

Trentin e il Muur

Quando c’è pubblico, le Fiandre sono un posto fantastico. Terra di giganti che pigiano sui pedali e tifosi nelle cui vene scorre lo stesso sangue schiumoso ricavato dal luppolo. Dopo gli ultimi due anni con poca gente sulle strade (perché ai belgi puoi vietarlo, ma non sarai mai sicuro che casualmente non si trovino al passare sulle strade della corsa), rivedere il Grammont con le giostre, la gente e la birra è stato persino un’immagine commovente. E proprio in quel budello di pietre brune come il cuoio, che in passato ha visto le azioni di Bartoli e Ballan, Boonen e Cancellara, Trentin ha sfidato Van Aert e per un po’ l’ha preoccupato.

Spalla a spalla sul Grammont, Trentin e Van Aert hanno infiammato la corsa
Spalla a spalla sul Grammont, Trentin e Van Aert hanno infiammato la corsa

Vittoria studiata

Wout l’aveva preparata. Ieri è andato a dare un’occhiata a Haaghoek e Leberg e ha incontrato e superato Alexander Kristoff sul Berendries. E’ arrivato fino al Muur di Geraardsbergen.

«E’ stato utile fare questa ricognizione – diceva stamattina alla partenza il diesse Maarten Wynants – per testare di nuovo il materiale e verificare le sensazioni sulle pietre. La maggior parte dei ragazzi è stata sul Teide per tre settimane e ha pedalato su strade perfette…».

Su una moto di Eurosport, Bradley Wiggins ha raccontato il suo punto sulla corsa
Su una moto di Eurosport, Bradley Wiggins ha raccontato il suo punto sulla corsa

Fatica Colbrelli

E di prima corsa si trattava anche per Colbrelli, sceso anche lui domenica scorsa dal Teide, come ci aveva raccontato proprio da lassù. Quelli forti non hanno bisogno di tanto rodaggio, ma è singolare che ai primi due posti della Omloop Het Nieuwsblad si siano piazzati due corridori già brillanti appena scesi dall’altura.

«Brillante, insomma… – sorride il bresciano – ho sofferto, vi dico la verità. Stavo abbastanza però… è andata! Un bel secondo posto in una classica di inizio stagione. Speriamo di far meglio nelle prossime gare. Ci ho sperato fino alla fine, ma non posso dir nulla. Ho visto che Van Aert partiva, ma mi sono detto: “Resto qui, perché già sono un po’ al limite”. Avevo ancora due compagni e mi sono detto: proviamo a chiudere il gap. Sapevo che era molto difficile. Oggi Van Aert aveva un’altra marcia e si è visto».

Per Colbrelli un secondo posto che fa sperare, arrivato nella gara del debutto
Per Colbrelli un secondo posto che fa sperare, arrivato nella gara del debutto

Rimpianto Pasqualon

Chi invece davanti all’attacco di Van Aert non si è voltato dall’altra parte è stato Andrea Pasqualon. Un cerotto sullo stinco destro, la barba impolverata e la tosse che impedisce al respiro di andarsene.

«Quando mi sono accorto che partiva sul Bosberg – dice – ho provato io a seguirlo. Ma quando a quello lì gli dai 10 metri, non lo pigli più. Si sapeva che ha una marcia in più, lo ha dimostrato ed è andato fortissimo. Del resto è un campione! Io… Ho provato sul Bosberg. Ho provato a rientrargli sotto, ma la gamba era quella che era. Purtroppo una settimana fa sono caduto e ho sofferto tanto. Anche nel finale non ero brillante, ero pieno di crampi e si è visto bene anche in volata che non ero proprio io.

Pasqualon è stato il solo a rispondere a Van Aert sul Bosberg
Pasqualon è stato il solo a rispondere a Van Aert sul Bosberg

«Sotto questo cerotto, ho due buchi profondi, che fanno male e non mi fanno recuperare di notte. In queste corse serve ogni minima energia, però sono contento del risultato. In fin dei conti non sono andato male. E domani recupero perché voglio puntare a fare bene a Le Samyn, che mi si addice. Domani niente Kuurne, cercherò di ritrovare le forze».

Colbrelli e la Merida per Roubaix: cosa cambia rispetto al 2021?

25.02.2022
4 min
Salva

Con il ritorno delle gare in Europa si apre un altro capitolo del nostro percorso tecnico. L’obiettivo è quello di mettere a confronto, per quanto possibile, le biciclette dei pro’ che hanno primeggiato nelle classiche monumento 2021 e sbirciare quali novità (se ci saranno) ci presenta la stagione 2022, rimanendo sempre nell’ambito tecnico. Siamo andati da Ronny Baron, meccanico del Team Bahrain-Victorious e di Sonny Colbrelli, vincitore della Parigi-Roubaix dello scorso anno.

Poche variazioni, Colbrelli a Roubaix utilizzerà praticamente la stessa bici
Poche variazioni, Colbrelli a Roubaix utilizzerà praticamente la stessa bici
Ci puoi ricordare la configurazione della bici che ha vinto la Roubaix 2021?

Colbrelli utilizza una Merida Reacto per tutte le gare, una monoscocca in carbonio davvero molto rigida e performante. Per la Roubaix 2021 è stata montata con le ruote Vision da 55 millimetri e con gomme tubeless Continental da 32 millimetri di sezione. Le gomme erano gonfiate a 3,5 bar l’anteriore e 4 bar la posteriore, entrambe con il lattice.

Trasmissione?

All’epoca la bici era montata con lo Shimano Dura Ace Di2 a 11v, 54 con il 42 o 44 davanti, non ricordo con precisione la corona inferiore e 11-30 dietro. Sono i rapporti che utilizza di solito Colbrelli, con la variabile dell’11-28 per la scala pignoni. Il manubrio era Vision ACR, full carbon e integrato, con attacco da 110 millimetri e 420 di larghezza. Sonny usa una sella Prologo, modello Nago C3 senza CPC, utilizza sempre quella ormai da tempo e continuerà ad utilizzarla anche nel 2022.

Molte scelte adottate nel 2021, sono ora delle conferme, ad esempio i tubeless
Molte scelte adottate nel 2021, sono ora delle conferme, ad esempio i tubeless
Ruote tubeless anche per il 2022?

La tendenza è quella ed è la scelta del 90% dei corridori, non solo per le gare di primavera. Qualcuno utilizzerà i tubolari, ma ormai tutto si è spostato sui tubeless, ruote a profilo alto in carbonio e con il canale interno largo. Pneumatici con la sezione allargata e pressioni più basse rispetto al passato. Comunque sì, la tendenza è tubeless per tutti e devo dire che la maggior parte dei corridori apprezzano. E’ finita l’epoca dei tubolari gonfiati a 10 atmosfere e oltre.

Con Sonny avete già discusso della bici 2022 per campagna del Nord?

Sì certo, ne abbiamo parlato e posso dire fin da ora che le scelte rimarranno quelle del 2021, giusto qualche variabile, qualche piccolo dettaglio. Una di queste potrebbe essere la trasmissione, ora abbiamo in dotazione il Dura Ace a 12 rapporti. Credo che monteremo una doppia 54-40 davanti, oppure la stessa configurazione dell’anno passato. Le ultime valutazioni le farà il corridore a ridosso della gara. Dietro una scala 11-30.

La preparazione ad una gara è un percorso, dove si effettuano test e prove
La preparazione ad una gara è un percorso, dove si effettuano test e prove
Quali sono le altre variabili che potrebbero entrare in gioco?

Dobbiamo sempre considerare che ogni corsa e ogni periodo sono a sé, per esigenze e necessità. Possiamo pensare che il corridore chieda un manubrio leggermente differente, magari compact e rotondo nella sezione superiore. Ma è una valutazione che si farà in quel periodo e a ridosso della gara. A prescindere dalla piega, verrà chiesto di usare un nastro manubrio più spesso e che va a coprire la parte sopra nella sua interezza. In questo caso utilizzo un nastro con l’inserto in gel.

Ci sarà uno scostamento delle misure rispetto alla bici tradizionale?

Normalmente Colbrelli utilizza le stesse misure per tutta la stagione, come ormai buona parte dei corridori. Quando vengono richiesti degli interventi per le gare in Belgio, questi sono minimi, di poco conto e non sono al pari di stravolgimenti. Cambia la posizione delle leve, quella sì e di solito vengono rialzate.

E invece per i movimenti rotanti della bicicletta?

Rimaniamo nello standard, non vengono prese contromisure particolari.

Per la Roubaix 2022 di Colbrelli, confermata la scelta Reacto con minime variazioni rispetto allo scorso anno
Per la Roubaix 2022 di Colbrelli, confermata la scelta Reacto con minime variazioni rispetto allo scorso anno
Ci sono dei piccoli segreti che il meccanico utilizza nelle gare del Belgio?

I piccoli segreti ed interventi particolari si facevano una volta, quando sul mezzo si poteva operare in modo differente. Ora le biciclette sono delle monoscocca in carbonio, poco modificabili. Diciamo che nelle corse del Nord la leggerezza della bici passa in secondo piano e si dà un merito maggiore alla sostanza.

Ad esempio?

Ad esempio si usa molta pasta grippante per evitare che scenda il reggisella. Si utilizzano le viti in acciaio e meno quelle in ergal ultraleggere. Mettiamo del nastro nel portaborraccia in carbonio per aumentare il grip e la tenuta. Si stringono di più le molle dei pedali. Ci sono tanti piccoli accorgimenti che hanno il compito di prevenire il problema, i piccoli segreti sono questi.

Le difficoltà di ripetersi dopo un exploit: ce ne parla Cunego

24.02.2022
5 min
Salva

Appena dopo un exploit le aspettative si alzano e la domanda che tutti si pongono è: riuscirà a mantenerle con gli occhi di tutti puntati addosso? Gli sguardi pesano e quando corri in bici, dove la leggerezza (in tutti i sensi) la fa da padrona, si sentono. Ti curvano la schiena, ti riempiono la mente di domande e a volte rischi di dubitare anche delle tue qualità. E se gli sguardi pesano, le parole di più e anche quelle possono far male. Ne parliamo con Damiano Cunego, uno che di aspettative se ne intende. Gli chiediamo come faranno Colbrelli e Caruso a lavorare serenamente cercando di ripetere la stagione passata.

Caruso e Colbrelli saranno chiamati al difficile compito di ripetere gli ottimi risultati ottenuti nel 2021 (foto Instagram)
Caruso e Colbrelli saranno chiamati al difficile compito di ripetere gli ottimi risultati ottenuti nel 2021 (foto Instagram)

Il rapporto con se stessi e gli altri

«La prima cosa che cambia – incalza Damiano Cunego – e che il corridore nota, è la preparazione. L’anno precedente si ha avuto modo di poterla fare con calma preparando gli appuntamenti che più si desideravano. Ora, invece, viene il bello. Forte e consapevole dei risultati fatti il corridore alza l’asticella. Sei tu per primo che hai aspettative più alte su te stesso e quello che hai fatto l’anno precedente lo consideri la base dalla quale ripartire. Poi si aggiungono le aspettative e le pressioni di sponsor e tifosi, alla fine ci sono due ipotesi…».

Caruso ha fatto il suo esordio stagionale alla Vuelta Ciclista a Andalucia (foto Team Bahrain Victorious)
Caruso ha fatto il suo esordio stagionale alla Vuelta Ciclista a Andalucia (foto Team Bahrain Victorious)
Quali?

La prima è quella che anche lavorando bene, con delle ottime sensazioni a livello di numeri, poi arrivi in gara e ti accorgi che ti manca la sicurezza. Non riesci a rendere come l’anno precedente e fai fatica, è la testa che pesa, piena di pensieri. Il cervello lavora il doppio e alla fine la paghi.

La seconda?

E’ quella secondo la quale anche con le pressioni che ti circondano rimani lucido e concentrato. C’è da aggiungere un particolare importante, questa piccola percentuale di corridori che non soffre le pressioni entra nella categoria dei campioni. Che è quella in cui spero rientrino Sonny e Damiano.

Colbrelli farà il suo esordio stagione alla Omloop Het Nieuwsblad sabato 26 febbraio
Colbrelli farà il suo esordio stagione alla Omloop Het Nieuwsblad sabato 26 febbraio
Caruso cambia obiettivo, dal Giro al Tour, mentalmente potrebbe essere come ripartire da zero?

Ripartire nella stagione nuova con un nuovo obiettivo aiuta a resettare mentalmente, questa è una giusta chiave di lettura. Alla fine fare una competizione nuova potrebbe porlo ancora in una situazione di vantaggio, nessuno sa cosa aspettarsi da lui lì. E’ anche vero che la squadra gli ha alzato l’asticella, questo vuol dire che crede nelle sue potenzialità. Vedremo cosa succederà.

Al contrario di Sonny che torna subito dove ha vinto, in Belgio.

Per lui non c’erano molte scelte viste anche le sue caratteristiche.

La differenza è anche che lui ha vinto, deve difendere il titolo…

Nelle corse di un giorno hai anche un “obbligo” verso i tifosi, l’organizzazione e gli sponsor. In più una volta vinta hai anche voglia di dimostrare che non lo hai fatto per caso, poi dipende anche dalla mentalità dei corridori. C’è anche chi si sente più sereno e la vittoria non la vede come una pressione ma una carica in più, pensa: «Ho dimostrato di poter vincere una volta, lo posso fare ancora».

Colbrelli Caruso 2021
Colbrelli e Caruso, il loro 2022 culminerà in estate col Tour, in base alle esigenze di squadra
Colbrelli Caruso 2021
Per Caruso e Colbrelli due approcci differenti alla nuova stagione
Di sicuro in gruppo non passano inosservati.

Lo senti che in corsa hai gli occhi tutti su di te, sia del pubblico che degli avversari. Cambia anche il modo di correre, non puoi nasconderti o tentare di anticipare perchè ora sanno tutti della tua forza e non ti lasciano libertà di azione.

Colbrelli e Caruso hanno avuto questo exploit rispettivamente a 31 e 34 anni che è diverso rispetto ad averlo da giovani.

Mentalmente sono più maturi e questo li potrebbe aiutare. Si dice che superati i 30-32 anni si abbia un calo fisiologico, si ha meno esplosività ma più fondo e scaltrezza. Sai correre meglio e posizionarti nei posti giusti senza sprecare energie.

I social hanno cambiato il rapporto con il pubblico, ora i corridori sono sempre sotto la lente d’ingrandimento
I social hanno cambiato il rapporto con il pubblico, ora i corridori sono sempre sotto la lente d’ingrandimento
Una cosa che è cambiata è anche il rapporto con i tifosi, ora ci sono i social, prima i corridori li vedevi solo alle gare ora sai sempre cosa fanno.

Sei alla mercé di tutti i tifosi: buoni o cattivi, gentili o maleducati. I commenti negativi si cerca di non leggerli ma alla fine quasi ci inciampi. Quelli positivi possono darti più motivazione e alzare il morale oppure metterti ancora più pressione, non è un mondo facile.

Anche la squadra deve cambiare modo di correre?

Sì, anche la squadra deve trovare un modo differente di correre, più di controllo e di presenza. Devi avere i compagni giusti al tuo fianco, soprattutto nei momenti cruciali altrimenti gli avversari ti mettono in mezzo. E’ capitato tante volte che il corridore dovesse vincere la grande corsa ma la squadra non lo ha supportato a dovere.

La mano rotta, i rulli e la vita di Formolo spiata dal satellite

19.02.2022
6 min
Salva

Un ricordo di Facebook, condiviso il giorno di San Valentino dall’aeroporto di Istanbul, perché quando si tratta di Daniele Tortoli ricordare è d’obbligo. Poi il volo di rientro dalla Turchia. La storia di Rajovic da scrivere per l’indomani. Finché nell’aereo appena atterrato, mentre lentamente si cominciavano a riprendere zaini e pacchetti, la voce di Davide Formolo attraverso una chiamata Whatsapp era il primo bentornato in Italia.

E’ stato il ricordo di Daniele Tortoli su Facebook a mettere in moto questa intervista
E’ stato il ricordo di Tortoli su Facebook a mettere in moto questa intervista

Solo che il veronese si trovava (e ancora si trova) sul Teide. Voleva commentare quella foto del toscano che ebbe il merito di scoprirlo. Dire quanto gli mancasse e aggiungere che oggi confrontarsi con lui gli servirebbe più di allora. Aveva soprattutto voglia di parlare. Perché sul vulcano non puoi fare altro che allenarti e, come ha detto Colbrelli, guardarne la cima. Ma Davide non può neanche pedalare, non su strada. I programmi di cui ci aveva parlato sono congelati. La caduta provocata il 3 gennaio dal cinghiale continua a dargli noia, la microfrattura della mano non è ancora saldata.

C’era però da scendere dall’aereo, recuperare auto e bagagli. Per cui, con la promessa di risentirci presto, ci siamo portati la sua storia nella testa fino a ieri sera.

Come stai?

Bene. Il vulcano è tranquillo. Non è come l’Etna che ogni tanto si scarica. Questo sta zitto dai primi del 900, ma è attivo. Dicono che quando erutterà la prossima volta, ci sarà un’esplosione che farà casini veri. Speriamo di essere andati via per tempo (ride, ndr).

Il 3 gennaio su Instagram, Davide Formolo raccontava con questa foto la caduta: «Un cinghiale voleva mangiarmi!»
Il 3 gennaio su Instagram, Formolo ha scritto: «Un cinghiale voleva mangiarmi!»
E la mano?

Ho la prossima radiografia il primo marzo. Per ora tengo il tutore. Nel controllo fatto prima di venire quassù, l’osso era ancora messo male, mi hanno dato poche possibilità di cominciare a correre come nei programmi. L’unica cosa è tenerla ferma. Dagli esami fatti subito non si vedeva niente, ma il dottore ha detto che le fratture di queste ossa così piccole si vedono dopo un po’. In pratica abbiamo dovuto aspettare che la frattura si aprisse. E intanto devo stare fermo.

E in bici?

In bici non posso andare. Oltre al fatto che le vibrazioni farebbero male, a forza di portare il tutore, anche il polso non mi regge più. Al punto che quando lo toglierò, dovrò anche fare un ciclo di riabilitazione. Dovrei correre Laigueglia il 2 marzo e la Strade Bianche il 5, ma ad ora non so bene cosa sarà di me (sorride, ma si percepisce che sia affranto, ndr).

Nel primo ritiro di Abu Dhabi a novembre 2021, per Formolo risate e programmi (PhotoFizza-UAE)
Nel primo ritiro di Abu Dhabi a novembre 2021, fra risate e programmi (PhotoFizza-UAE)
Il tutore devi portarlo sempre?

Anche quando dormo, per forza. Lo tolgo solo per fare la doccia. E con questa cosa del Covid, non riesco neanche a lavare bene le mani. Devo anche stare attento a non storcermi in bici. Perciò sto qua, faccio rulli e aspetto giorni migliori. Visto Covi come ha iniziato bene? A gennaio abbiamo fatto un bel ritiro e vorrei mettermi in gioco anche io, perché ero al loro livello. Stamattina (ieri per chi legge, ndr) è andato via anche Colbrelli. Per fortuna stare qui mi piace. I benefici dell’altura sono indiscutibili. Perciò vedremo i progressi della mano e semmai aggiusteremo i programmi.

Tortoli i cinghiali li cacciava e poi sua moglie Silvia li cucinava alla grande…

Impossibile da dimenticare. Intorno Monaco ne è pieno, anche nella zona de La Turbie dove domani arriverà il Tour des Alpes Maritimes et du Var (tappa di oggi, vinta da Wellens, ndr). Un giorno ero in bici proprio lassù e ne ho trovato uno che camminava bello tranquillo sulla strada. Anche dai miei a Verona, la stessa cosa. Mi è andata bene che il… mio era piccolino. Ha preso la ruota davanti, mi ha girato il manubrio e sono rotolato per terra.

Perché l’altro giorno hai detto che oggi con Tortoli parleresti meglio di allora?

Con la poca esperienza che avevo, non credo di aver potuto cogliere da lui il massimo. Prima era tanto sopra di me, oggi potrei parlarci alla pari. Prima avevo quasi timore, oggi sarebbe un confronto fra adulti.

Era un altro ciclismo.

Ma la sua saggezza sarebbe attuale anche oggi. Il problema è che dal 10 novembre al 10 ottobre dell’anno successivo, c’è qualcuno che guarda quello che mangiamo, i battiti del nostro cuore, i watt del nostro motore. Ci seguono via satellite con il gps quando siamo in bici, vedono i nostri spostamenti. E’ un mondo in cui non è facile vivere. Quando poi succedono cose come il ripensamento di Dumoulin, non c’è tanto da meravigliarsi. Sono tecnologie utili alle squadre perché noi possiamo migliorare, mentre prima per imparare dovevi fare una cappellata e ragionarci sopra. Oggi non serve. Non hai tempo di sbagliare. Sei così monitorato, che prima ancora che commetti un errore, c’è qualcuno a chilometri di distanza che ti avvisa. E’ difficile farsi plasmare da chi sta così lontano e decide della tua vita.

Nel primo ritiro 2022, pochi giorni dopo la caduta, la mano faceva male (PhotoFizza-UAE)
Nel primo ritiro 2022, pochi giorni dopo la caduta, la mano faceva male (PhotoFizza-UAE)
Tu come fai?

I risultati che stiamo ottenendo sono dovuti proprio a questa supervisione. La gente non dovrebbe stupirsene. Però per fortuna c’è un’ottima intesa fra noi e questo era anche alla base del metodo di Daniele, che ci faceva crescere con le dinamiche del gruppo. In UAE Team Emirates c’è lo stile italiano e nonostante tanta tecnologia, è la squadra che fa la differenza. Quando fisicamente sei al 99,9 per cento, lo step successivo lo fanno la testa e le parole giuste. Anche un rimprovero va fatto nel modo giusto e per fortuna qui si può parlare, perché ci sono brave persone nei posti giusti. Ognuno è libero di dire la sua.

Quando scendi dal Teide?

Il 28 febbraio, ancora dieci giorni.

Anche tu passi il tempo guardando il vulcano?

Le giornate passano in fretta. La mattina sei sui rulli, il pomeriggio doccia, riposo. Poi la prima videochiamata a casa. Mia figlia mangia alle 19 ora italiana, quindi le 18 di qui. Parlo con loro e poi vado a cena anche io, in modo da risentirle dopo aver mangiato. Inizialmente dovevano venire qua anche loro, ma la nonna di mia moglie non sta benissimo e così sono venuto da solo.

Consigli dalla… regia: un caffè e un sorriso per lo sponsor Mokador (PhotoFizza-UAE)
Consigli dalla… regia: un caffè e un sorriso per lo sponsor Mokador (PhotoFizza-UAE)
Ti va anche bene, all’inizio l’hotel era molto più spartano…

Me lo hanno detto, invece ultimamente hanno investito. Mi piace lo spirito di Tenerife, sono persone alla buona ma si danno da fare.

Quante possibilità ti dai di iniziare a Laigueglia?

Il dottore ha parlato di un 20 per cento, la vedo complicata, ma per fortuna la stagione è lunga. Quest’anno si punta sul Giro, niente Liegi. Voglio vincere una tappa, è passato troppo tempo dalla vittoria di La Spezia del 2015. Nel frattempo sono diventato padre, speriamo di vincere la prossima prima di diventare nonno (ride, ndr). Quel giorno dopo la caduta ero così contento di non essermi rotto niente di grande, da aver sottovalutato quell’ossicino. E invece guardate come sono messo…

Da solo sul Teide, la veglia d’armi di Sonny Colbrelli

18.02.2022
5 min
Salva

Sonny è sul Teide ed è rimasto solo, da quando Caruso e gli altri sono scesi per andare a correre. Per fortuna aveva attorno lo staff del Team Bahrain Victorious – il preparatore Artuso, Ronny Baron per le bici e Pierluigi Marchioro per le sue gambe – che si è preso cura di lui nei giorni senza i compagni. Lassù il tempo passa lento. Perciò se durante il giorno si lavora con la catena sempre in tiro, il pomeriggio ha ritmi al rallentatore.

«Sono qui e guardo il vulcano ogni giorno – ammette – a volte è un po’ dura, perché non c’è niente. Però alla fine anche queste due settimane sono passate. Come è passato il ritiro di dicembre. Poi i due a Gran Canaria da solo, il secondo per supplire a quello del team saltato per delle positività. Dovevano venire anche Caruso e sua moglie, poi però la mia compagna non ha potuto per impegni di famiglia e Ornella, la moglie di Damiano, ha detto che avrebbe preferito non venire per stare tutto il tempo da sola. Così sono andato, è stato per una buona causa. E fra poco si comincia».

A Calpe con Caruso nel ritiro di dicembre. Quello di gennaio è stato annullato per Covid
A Calpe con Caruso nel ritiro di dicembre. Quello di gennaio è stato annullato per Covid

Debutto a Nord

Per cominciare hanno scelto per lui l’apertura in Belgio, Het Nieuwsblad e Kuurne. Sono le strade del Nord, il suo pane quotidiano. Ma debuttare lassù dopo aver vinto la Roubaix e senza corse nelle gambe sarà un bel passaggio. Sorride e lo ammette. E intanto pensa alla rifinitura da fare per trovare il ritmo che altri stanno costruendo con le corse.

«Inizio senza grandi obiettivi – dice – l’importante è stare bene. Ma non mi tiro indietro e ho fiducia di poter fare qualcosa. All’Het Nieuwsblad ci saranno certamente corridori con più condizione, però lassù mi aspettano, per questo non voglio partire piano. E per questo lunedì e martedì a casa chiederò a mio padre o a qualche amico ci aiutarmi dietro moto per velocizzare un po’ le gambe. E poi il 23 si parte per il Belgio».

Dopo la vittoria alla Roubaix di ottobre, le sfide del Nord per Sonny saranno il clou della stagione
Dopo la vittoria alla Roubaix di ottobre, le sfide del Nord per Sonny saranno il clou della stagione
Per uno come te, la primavera vale doppio?

E’ la mia stagione, per le corse che ci sono. E abbiamo scelto con attenzione. Non farò la Strade Bianche, anche se mi piace molto, perché vogliono tenermi più tranquillo. Non so ancora se ci sarà la Tirreno o la Parigi-Nizza. Di certo però ci sarà la Sanremo.

La corsa del sesto posto al secondo tentativo…

E’ il primo vero obiettivo stagionale. Mi stuzzica anche pensare alle varie ipotesi tattiche. Per me la cosa migliore sarebbe che si formasse un gruppetto sul Poggio, con cui andare all’arrivo per giocarci ciascuno le sue carte.

Ormai ti viene quasi più facile fare selezione in salita che giocarti le volate?

Mi sento veloce, ma non sono mai stato un velocista. Ho sempre voluto fare le volate, ma ne ho vinte ben poche. Nei primi Tour andavo da velocista, nell’ultimo sono andato in fuga nelle tappe di montagna. Ma gli sprint bisogna continuare a farli, per non perdere l’attitudine.

Nel 2014, alla seconda Sanremo, Sonny arriva sesto attaccando in finale
Nel 2014, alla seconda Sanremo, Sonny arriva sesto attaccando in finale
Avrai la squadra per te?

Ci sarà un bel gruppo. Mohoric ed io. Poi Caruso e Haussler. Una squadra molto bella, costruita per fare male.

Se non ti sei allenato da velocista, che allenamento hai fatto lassù?

Ho lavorato tanto sui cambi di ritmo quando le gambe bruciano. Quassù la catena è davvero sempre in tiro, pianura ce n’è gran poca. Ma trovo bello farsi del male in allenamento, perché significherà essere pronti in gara. Vincere mi ha dato convinzione, ma anche visibilità e importanza. Bisogna far vedere che il 2021 non è stato per caso.

Com’è negli ultimi giorni allenarsi da solo?

Meglio con i compagni (ride, ndr), soprattutto se è una bella compagnia. Quelle quattro battute mentre sei a tutta o quando molli un attimo aiutano a farla passare meglio. Ma in ogni caso ho la mia tabella, i miei lavori da fare…

Per Sonny Colbrelli ci sarà ancora la Merida Reacto con misure invariate
Per Sonny ci sarà ancora la Reacto con misure invariate
I tuoi colleghi hanno fatto prove di materiali e posizioni, tu cosa hai fatto?

Non ho toccato niente della bici. Sono messo allo stesso modo da quando sono in Bahrain e non ho intenzione di modificare qualcosa che funziona.

Shimano non produce più il 53, come si fa?

Tanto io ho sempre usato il 54. Semmai la differenza potrebbe farla il fatto che c’è il 40 invece del 39. Una volta sarebbe stato un problema, ma con 12 velocità al posteriore e la possibilità di avere il 30, anche quello non incide più di tanto.

Ruote per le classiche?

Het Nieuwsblad con un medio profilo, diciamo 40 o 45 millimetri, e con i tubeless. Alla Sanremo cerchi da 60 e tubolari, con cui mi trovo meglio. Non è un fatto di peso, piuttosto una questione di feeling. Sui tubolari mi sento meglio e per certe corse sentirsi bene è fondamentale.

Campione d’Italia e d’Europa: dopo il super 2021, l’obiettivo ora è confermarsi
Campione d’Italia e d’Europa: dopo il super 2021, l’obiettivo ora è confermarsi
Quanta gente c’è lassù?

C’è Formolo, che è solo come me. Ci sono dieci della Jumbo Visma e devo dire che Van Aert va davvero forte. Per le classiche hanno un gruppo davvero agguerrito. E oggi è arrivato Ballerini, ma lui non credo che comincerà all’Het Nieuwsblad. Siamo tutti quassù con una missione, cercando il modo di passare il tempo. Perciò adesso parlo con voi, poi do un’occhiata ai social. E poi magari vado a fare compagnia a Formolo. Che tipo Davide…