Da Anadia a Monaco, fiutando l’Australia. Bentornata Zanardi

19.08.2022
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Silvia Zanardi s’è cavata fuori dal buco nero in cui s’era cacciata e nell’ultimo mese e mezzo ha raddrizzato la stagione. Il 2022 infatti era partito bene, poi s’era un po’ arenato in qualche insicurezza di troppo. Ma dagli europei U23 di Anadia, la musica è cambiata e con essa sono tornati i sorrisi giusti, le vittorie (una in Ungheria, una al Tour dei Pirenei e due ori ad Anadia in pista) e le giuste prestazioni. Il trionfo nella madison di Monaco insieme a Rachele Barbieri è un’altra delle ciliegine di cui si va arricchendo la torta.

«Da un mesetto e mezzo a questa parte – conferma la piacentina – ho fatto andare le cose come volevo io. Sono entrata in condizione tardi rispetto al programma. Volevo fare bene agli europei su strada, raccogliere di più (Silvia aveva vinto il titolo continentale U23 lo scorso anno a Trento e ad Anadia è stata quarta, ndr), ma alla fine sono uscita fuori lo stesso. Nella madison di Monaco, Barbieri ed io eravamo entrambe riserve, ma per una serie di problemi ci siamo ritrovate a correre, anche se non avevamo mai provato insieme. Villa ha sempre parlato chiaro: prove o no, dobbiamo sempre farci trovare pronte. E così è stato. Io sono in condizione, Rachele è in condizione. Ci siamo dette: proviamo, non abbiamo nulla da perdere…».

I cambi con Rachele Barbieri si sono andati via via affinando: Villa le ha fatte lavorare tanto sulla tecnica
I cambi con Rachele Barbieri si sono andati via via affinando: Villa le ha fatte lavorare tanto sulla tecnica

Trionfo in extremis

Silvia e Rachele hanno mostrato sin da subito di avere ottime gambe, pur subendo inizialmente la superiorità della Francia nei primi due sprint. Poi è stata la Gran Bretagna a guadagnare il giro, con la Polonia che si è unita al tentativo. Erano sempre Italia e Francia a lottare per gli sprint e seppure le francesi abbiano iniziato a perdere brillantezza, la classifica è stata a lungo affar loro. La corsa ha svoltato finalmente a a 10 giri dalla fine. Approfittando dell’attacco della Danimarca, Italia, Francia e Gran Bretagna sono partite in contropiede, con la classifica che le vedeva tutte nello spazio di un punto. La svolta c’è stata quando Rachele Barbieri ha guadagnato pochi metri e Silvia Zanardi ha deciso di insistere. Nello sprint finale, che le azzurre hanno chiuso al secondo posto, sono arrivati i punti per l’oro.

Partenza in sordina, poi un grande recupero?

Siamo partite un po’ sotto tono, un paio di cambi li abbiamo fatti proprio piano. Ma ci eravamo dette di non saltarne mai uno e così siamo arrivate alla fine, senza sapere davvero chi avesse vinto. Guardavamo il tabellone e non c’era mai scritto Italia. Poi Rachele ha guadagnato quel piccolo vantaggio e abbiamo tirato dritto.

A Monaco Silvia aveva già conquistato l’argento nella corsa a punti dietro Kopecky e prima di Berteau
A Monaco Silvia aveva già conquistato l’argento nella corsa a punti dietro Kopecky e prima di Berteau
Una vittoria figlia della capacità di leggere la corsa?

Decisamente, ma di aver vinto l’abbiamo capito dopo un giro e mezzo. Prima guardavamo Villa e non capivamo niente, poi è uscita la classifica sul tabellone ed è cominciata la festa. Ascoltare Marco è stato molto utile per tutta la gara.

Cosa ti diceva?

Ad esempio di prendere le volate in testa, perché la pista di 200 metri rende più difficile farle di rimonta rispetto a una di 250. E io sono una che ama fare le volate da dietro.

Nonostante con Barbieri non aveste mai provato insieme, l’intesa è parsa notevole.

A metà gara siamo riuscite a scambiarci, in modo che fossi io a fare le volate. Rachele è stata bravissima a lasciarmi nei punti giusti e con i cambi giusti. E’ stato utile fidarsi di Villa, ha fatto un quantitativo di madison infinitamente più alto di noi. Le ha viste tutte…

I consigli di Villa da bordo pista sono stati preziosi
I consigli di Villa da bordo pista sono stati preziosi
Clima sereno in azzurro, clima sereno anche in squadra?

Adesso sì. Abbiamo vinto a ripetizione – Vitillo, Basilico ed io – per cui il clima è disteso. Ci sono state discussioni, ma alla fine sono contenta di come lavoriamo. E sono contenta anche degli scambi di vedute con Walter (Zini, team manager della BePink in cui corre Silvia Zanardi, ndr). Lui riesce a darci sempre la valutazione giusta delle nostre prestazioni. Ha il suo modo di fare, spesso viene a dirci le cose a caldo dopo la corsa. A qualcuno dà fastidio, a me sta bene.

Tante ragazze italiane migrano verso il WorldTour, lo farai anche tu?

Anche io voglio fare il salto, questo è certo. Ma al momento è segreto. Non ho un procuratore, di queste cose si parlerà semmai quando e se arriverà un annuncio ufficiale. Non prima.

Che cosa manca a Silvia per essere la Zanardi che vorresti?

Un po’ di convinzione. Prima della madison avevo paura di non essere all’altezza e di conseguenza di penalizzare anche Rachele. Mi sentivo inferiore, invece ero pronta e si è visto. E poi devo fare ancora esperienza, correre ancora, perché le cose si imparano meglio sulla strada.

Zanardi e Barbieri si sono rese conto di aver vinto solo un giro dopo il fine gara
Zanardi e Barbieri si sono rese conto di aver vinto solo un giro dopo il fine gara
Secondo te convinzione e condizione vano di pari passo?

Forse sì. Nei periodi bui, guardi le cose e ti sembrano negative. Ora mi sembra di vederle meglio, con una lucidità diversa.

Cosa prevede ora la stagione?

Ora inizierò una preparazione specifica per il mondiale su strada, ci tengo tanto. Anche perché quest’anno si assegna per la prima volta anche la maglia delle U23. Quindi correrò su strada e poi metterò nel mirino i mondiali su pista. Non è il momento di mollare. Sarà che l’ho raddrizzata da poco, ma questa stagione ha ancora tanto da dire…

Vitillo e Zanardi nel WorldTour. BePink le lascerà andare?

14.08.2022
6 min
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Siamo nel periodo della stagione in cui c’è abbastanza materiale per guardarsi indietro su cosa è stato fatto. E abbastanza per programmare il futuro, destreggiandosi anche tra i vari rumors tipici del momento. L’annata della BePink finora è stata ampiamente ricca di soddisfazioni e naturalmente la squadra di Zini spera di concludere il 2022 con questo trend.

Su tutte brilla il successo di Vitillo nella seconda tappa della Vuelta a Burgos, il primo in una gara WT per la squadra lombarda. Poi dalle loro atlete azzurre è arrivata la solita pioggia di medaglie dalla pista. Ad Anadia, in Portogallo, agli europei U23 la stessa Vitillo e Zanardi hanno conquistato l’oro sia nella madison che nell’inseguimento a squadre. La piacentina ha aggiunto il titolo continentale anche nella corsa a punti e il bronzo nell’inseguimento individuale (vinto da Guazzini). Infine, l‘ultimo alloro fresco fresco grazie a Zanardi che il 12 agosto ha ottenuto l’argento col quartetto agli europei elite a Monaco di Baviera.

Voci di mercato

A fare da contorno non sono mancati i sigilli in altre gare internazionali ed open, però ciò che sta tenendo banco ultimamente sono le trattative del ciclomercato.

Diverse formazioni WorldTour hanno messo gli occhi da tempo sui pezzi pregiati . Zanardi è seguita da Movistar (che aveva fatto una prima proposta a febbraio) ma altri team si sono fatti sotto. Uguale per Vitillo che ha attirato l’attenzione anche con le sue lunghe fughe al Giro Donne, prima di partire insieme alla sua compagna per il Portogallo. Tutti argomenti che abbiamo trattato con la diesse Sigrid Corneo.

Come giudichi la vostra stagione ad oggi?

Bene, non possiamo certo lamentarci. Abbiamo raccolto tanti piazzamenti e successi, alcuni di essi davvero importanti. Addirittura per due volte abbiamo vinto nello stesso giorno sia all’estero che in Italia. Per una formazione come noi è un grande risultato. Forse qualcosa in più avremmo potuto fare, ma tra qualche caso di Covid e cadute non ci siamo riuscite. Il bilancio tuttavia è positivo, se penso all’età media delle nostre ragazze. Per dire Zanardi, che ha solo 22 anni, è una delle più vecchie. Per molte di loro questo era il primo vero anno intenso.

Mettendo da parte un attimo Vitillo e Zanardi, altre atlete hanno ben figurato.

Esattamente. Abbiamo Basilico che arrivava dalle junior, ma ha saputo vincere due gare open ed ora, dopo la maturità, sta continuando ad andare forte. Quagliotto aveva vinto a marzo tappe e generale del Trofeo Ponente in Rosa in Liguria però recentemente è alle prese con problemi ad un ginocchio che la condizionano. Poi abbiamo vinto anche due titoli nazionali in Slovacchia, crono e in linea, con Jencusova. Ma sono contenta anche delle prestazioni di altre ragazze…

Vuoi fare qualche nome?

Sì. Ad esempio Brufani è migliorata tantissimo e quest’anno ha corso tanto. E’ una grande lavoratrice, al Giro si è comportata molto bene. Al momento soffre un po’ il finale di gara, ma ci sta. L’anno scorso aveva fatto un calendario solo open con la ex squadra. Anche Savi e Crestanello sono cresciute molto. Idem la francese Teolis che purtroppo cadendo in gara sui Pirenei fatica a riprendersi da un botta alla schiena. Poi abbiamo preso a metà stagione Vettorello e Bertolini.

Come è andata?

La prima l’abbiamo portata subito al Giro, arrivando fino alla fine. La seconda invece arrivava da un periodo di stop e ha ancora bisogno di tempo. Nella cronosquadre sui Pirenei ci ha dato una grossa mano, tant’è che abbiamo chiuso terze. Tutte le nostre ragazze hanno capito quanto conti l’allenamento e l’anno prossimo saranno ancora più pronte in gara.

Di Zanardi invece cosa mi dici?

Silvia ha iniziato la stagione molto bene alla Valenciana, dove ha vinto la classifica dei giovani. Poi ha avuto un calo ed ora è tornata sui suoi livelli. A Visegrad, in Ungheria, ha vinto per distacco. La prima volta che le capitava. E al Tour dei Pirenei ha conquistato la tappa di Lourdes attaccando tutto il giorno. E’ rientrata su una fuga di 7-8 atlete e poi le ha battute anticipandole di qualche secondo. Ha imparato un modo nuovo di vincere, non aspetta più necessariamente la volata. E con la nazionale fa sempre risultati, soprattutto in pista. Magari Movistar ha pensato a lei per ringiovanire la squadra per il dopo Van Vleuten, anche se Silvia è tutto un altro genere di corridore.

E di Vitillo? Già a fine dell’anno scorso ce ne avevi parlato molto bene.

Matilde ha fatto una grande stagione. Non solo per la vittoria in Spagna o per quella di qualche settimana fa a Ponte di Piave. Al Giro ha fatto tanti chilometri in avanscoperta. L’idea era che potesse ripetere ciò che aveva fatto a Burgos. Andare in fuga e, se il gruppo fa male i calcoli, cercare di vincere la tappa. Lei sarebbe perfetta in team WorldTour perché è una grande lavoratrice, molto meticolosa. Non ha paura di seguire le indicazioni. In fuga può diventare un buon punto di appoggio per la propria capitana. Vi dirò che Vitillo può fare tutto, sia tirare che vincere.

Se loro sono pronte per il WorldTour, voi siete pronti a lasciarle andare?

Non sappiamo ancora cosa faranno. Gli interessamenti continuano ad esserci. Bisogna capire per loro in che formazione potrebbero andare e a fare cosa. Crescere ancora, come credo giusto che sia, oppure per fare subito risultati? Loro possono starci nella categoria superiore anche se devo completare il processo di maturazione come atlete e persone. Sappiamo che a livello economico non possiamo competere con i team WT. Ovviamente se dovessero andare via saremmo dispiaciuti, ma allo stesso tempo contenti perché sarebbe una grossa soddisfazione per la nostra società e anche per i nostri sponsor vedere due atlete che fanno questo salto. E’ ancora presto per sbilanciarsi, ma frattempo noi stiamo già impostando la nuova stagione valutando le tante richieste tra italiane e straniere, tra junior ed elite.

Body Re Artù per BePink, scopriamolo con Silvia Zanardi

20.07.2022
5 min
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Caldo, freddo, vento e acqua. Le componenti esterne durante una corsa in bici sono infinite. Il nostro fisico le deve sopportare tutte e spesso il come è determinante per il risultato finale. La campionessa europea U23 su strada e pista Silvia Zanardi ci porta alla scoperta del body innovativo che Re Artù ha fornito a lei e alle sue compagne del Team BePink per questa stagione e per il Giro Donne appena conclusosi.

Fresca di medaglie d’oro ai campionati europei U23 su pista ad Anadia (Portogallo), nel quartetto, nella corsa a punti e nella madison, la Zanardi ci ha fornito un feedback diretto sul suo body da strada. Ad avvalorare le preziose parole dell’atleta emiliana ci sono anche gli spunti tecnici del suo team manager Walter Zini e del titolare di Re Artù Paolo Castellucci. 

Questo body, spiega SIlvia Zanardi, sembra composto da due parti distinte, invece è un pezzo unico
Questo body, spiega SIlvia Zanardi, sembra composto da due parti distinte, invece è un pezzo unico

Il feedback della campionessa

Silvia Zanardi se ne intende di aerodinamica applicata e spunti veloci. Il suo commento sul body che il Team BePink ha in dotazione è preciso e tecnico come la sua indole in sella. Silvia raccontaci questo body…

«La parte alta – dice – sembra normale come se fosse una maglia. Cambia il fatto che non si stacca e che quindi risulta essere un’ottima soluzione aerodinamica. Al Giro Donne e durante la stagione ho praticamente sempre usato quello, perché a mio parere è molto comodo e filante per penetrare l’aria. Rispetto ai pantaloni e alla maglietta normale, questo body è più fresco nonostante sia un pezzo unico».

«Nel complesso – conclude Zanardi – è molto leggero e molto comodo. Quest’anno è stato implementato un fondello ancora più comodo e performante, che ha permesso di avere un comfort prolungato nelle corse più lunghe dove le ore in sella si fanno sentire maggiormente. La tasca posteriore è una svolta dal mio punto di vista perché permette di avere il numero senza che faccia effetto vela tramite le classiche spille da balia che ancora oggi si usano. Purtroppo la rete bianca non sempre permette una visibilità ottimale infatti in alcuni casi non è vista di buon occhio dai giudici. Ma è un ottimo punto di partenza per implementarla e renderla visibile in ogni condizione».

Il maglificio forlivese collabora con il Team BePink e lo supporta per quanto riguarda la customizzazione dei capi
Il maglificio forlivese collabora con il Team BePink e lo supporta per quanto riguarda la customizzazione dei capi

Parola al titolare

Il body è realizzato presso il il maglificio Re Artù che affonda le sue radici nella terra romagnola, in particolare a Forlì. I capi creati dall’azienda italiana sono il frutto della lavorazione artigianale dei tessuti speciali e della ricerca del dettaglio al servizio dell’atleta. Per questo body lo studio e la collaborazione tra team e maglificio sono stati fondamentali. 

«A differenza dei body tradizionali – spiega il titolare Castellucci – questo dispone di un materiale traforato nella parte superiore del corpo. E’ molto attillato e aerodinamico, ma con una freschezza sulla pelle che consente di portarlo per svariate ore. Apertura totale davanti, quindi in vita è libero e dà una libertà di movimento molto ampia. Nella parte inferiore il materiale utilizzato è quello classico dei pantaloncini da strada, con silicone per evitare fastidiosi movimenti e il taglio vivo per aderire al meglio e formare uno strato tutt’uno con la pelle. Il fondello ha caratteristiche da lunga distanza con un’autonomia assicurata per le uscite molto lunghe fino a sei o sette ore in tranquillità e comfort.

«Abbiamo collaborato con la squadra – racconta – per la realizzazione e per la struttura, in particolare assecondando le richieste e le esigenze delle atlete. Alcune di loro hanno misure particolari, più lunghe più strette… Cerchiamo sempre di fornire il miglior supporto costruttivo, caratteristica che contraddistingue il nostro maglificio per la tessitura su misura di molti articoli con un fitting specifico. Il body è acquistabile su richiesta».

A sinistra il titolare di Re Artù Paolo Castellucci, insieme al team manager di BePink Walter Zini
A sinistra il titolare di Re Artù Paolo Castellucci, insieme al team manager di BePink Walter Zini

Il commento del team manager

La collaborazione tra Re Artù e BePink va avanti grazie ai risultati e alla qualità condivisa nell’utilizzo dei capi tecnici. Walter Zini ha commentato così la partnership tecnica con la casa romagnola.

«Il vantaggio di vestire Re Artù – dice – significa avere una casa di produzione che fa capi a livello sartoriale. Ci hanno accolto negli stabilimenti per fare un fitting dedicato. Per alcune ragazze hanno customizzato l’abbigliamento ad hoc con misure particolari su quadricipiti e lunghezze di maniche ,oppure circonferenze per migliorare il comfort e la vestibilità sotto ogni aspetto. 

«La tasca integrata – chiude Zini – è stata una nostra richiesta per migliorare la comodità di riporre il numero sulla schiena. Il feedback delle nostre atlete è stato molto positivo. Sia dal punto di vista del comfort che di quello della prestazione in sé. Il vantaggio di utilizzare un body è quello di valorizzarne l’aerodinamica. Con questo modello di Re Artù la comodità non è stata messa in secondo piano, nonostante l’alto grado di performance. Garantito!».

ReArtù

Zanardi scaccia le difficoltà e punta tutto sull’estate

30.04.2022
5 min
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«Adesso sono un po’ in calo, ma tranquilli che ritorno presto». Nel mezzo della nostra chiacchierata – appena finito il prologo del Ceratizit Festival Elsy Jacobs in Lussemburgo – Silvia Zanardi lo dice convinta, ma con un sorriso un po’ più tirato del solito.

Già, perché la 22enne della BePink, dopo un buonissimo inizio di stagione alla Volta Valenciana in cui è stata sondata dalla Movistar per il 2023 e la vittoria nella prima tappa del Trofeo Ponente in Rosa, sta attraversando un periodo psicofisico opaco. Qualcosa di puramente fisiologico come capita a qualsiasi persona. Nonostante tutto ha cercato di mettersi in mostra, come alla Freccia Vallone dove è stata in fuga per tantissimi chilometri. Però quando sei campionessa europea U23 in carica hai sia tante responsabilità in più, sia tanti occhi addosso che vogliono vederti sempre là davanti. E quando non ci sei e sparisci un po’ dai radar, ecco che possono iniziare a rincorrersi voci e difficoltà.

Al Trofeo Ponente in Rosa Zanardi ha conquistato una tappa e il secondo posto nella generale (foto Ossola)
Al Trofeo Ponente in Rosa Zanardi ha conquistato una tappa e il secondo posto nella generale (foto Ossola)

Per Zanardi, considerato il suo potenziale e i suoi successi internazionali anche su pista, probabilmente questo è il primo vero momento critico della carriera. Quello che, anche se non ce lo direbbe mai (o forse lo ha fatto?), sta patendo più del previsto. Abbiamo provato con lei ad approfondire questa situazione.

Silvia, come va innanzitutto?

Bene, ma non benissimo (risponde subito sorridendo, ndr). Sto uscendo da questo periodo di crisi. Testa e fisico devono sempre andare d’accordo, però ultimamente non mi sentivo bene soprattutto fisicamente. Avevo influenza e mal di gola, sintomi simili al Covid ma non lo era. Stiamo facendo accertamenti.

Un motivo c’era quindi?

Sì, però a me non piace parlare di queste cose, ormai lo sapete anche voi. Non mi piace perché poi viene interpretata come una giustificazione e io non voglio che si pensi che io attinga a delle scuse se non faccio bene. Sono cose che capitano e che devo saper gestire. Mi sento di dire che nessuna di noi può essere sempre al 100 per cento, che si può anche non stare bene per un motivo o l’altro. Anch’io so che non è un buon momento, ma che può succedere.

Come hai vissuto questo momento?

Quando vedi che non fai risultato, vai giù di morale e iniziano i pensieri. Sono due cose collegate fra loro. Vi confesso che non volevo fare nemmeno le interviste, ma come ho detto prima, non voglio giustificazioni o sottrarmi a certi impegni. Sono ancora giovane e sto imparando che questa situazione mi servirà per il futuro, fa parte del processo di crescita. Ora ci do troppo peso, domani gliene darò il giusto o di meno. L’importante è lavorare per superare questi periodi e state tranquilli che tornerò.

In tutto questo potrebbe aver inciso il fatto che la Movistar a febbraio ti abbia contattata?

Prima di tutto mi ha fatto molto piacere che mi abbiano cercato. Non credo però che mi abbia distratta questa cosa, anzi mi avrebbe stimolata ad andare ancora meglio.

E se dovessero rifarsi vivi a fine stagione?

Ne parlerò con Walter (Zini, il team manager della BePink, ndr), se ne occupa lui, anche perché nel frattempo si sono fatte avanti anche altre formazioni WorldTour. In ogni caso ci penserò quando sarà il momento, ora sono concentrata sulle prossime gare.

Parliamone, quale sarà il tuo calendario?

Ora sto correndo in Lussemburgo, finirò domani. Poi faremo il Bretagne Ladies Tour Ceratizit dal 4 al 7 maggio. Dovrei correre ancora in Francia e poi in Germania il Lotto Thuringen Ladies Tour (dal 24 al 29 maggio, ndr), ma vedremo perché in mezzo potrei correre su pista la Nations Cup in Canada dal 12 al 15 maggio. Mi piacerebbe farla, però solo se gli impegni saranno compatibili fra loro.

E il Giro d’Italia Donne?

Sarò al via, ma abbiamo in programma di fare solo le prime cinque tappe. Poi andrò in Portogallo per gli europei U23. Al Giro l’intenzione è quella di cercare il colpo di pedale giusto e magari fare risultato.

Quali obiettivi ti sei prefissata per il resto della stagione?

Ne ho diversi. In gara vorrei fare bene con la mia squadra. Poi agli europei su strada e su pista, magari guadagnandomi una chiamata per i mondiali su pista. A livello personale vorrei crescere fisicamente e mentalmente. Vorrei essere più costante e trovare un miglior equilibrio. Certe cose non le devo prendere troppo sul personale. So che devo tenere duro nei momenti di crisi e vorrei avere più convinzione nei miei mezzi.

Dove e quando ritroveremo la migliore Zanardi?

Spero molto presto, ma se devo dire un appuntamento, allora dico ad Anadia in Portogallo per gli europei U23 (la gara femminile è in programma il 10 luglio, ndr). Sono certa che là sarò in forma.

Zanardi, prima vittoria e un anno per diventare cattiva

11.03.2022
4 min
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Quattro piazzamenti nelle dieci correndo fra le elite e la maglia di miglior giovane alla Valenciana. Il 2022 di Silvia Zanardi era già iniziato in modo convincente, ma era chiaro che il meglio dovesse ancora venire. E infatti, poco dopo la vittoria nella prima giornata del Trofeo Ponente in Rosa, la campionessa d’Europa U23 (in apertura nella foto Ossola) parla di sé tra il serio e il divertito.

«Abbiamo corso bene – ha detto dopo la vittoria – e siamo riuscite a centrare un ottimo risultato di squadra. Nella volata, Valentina Basilico è stata bravissima: mi ha fatto da guida negli ultimi 500 metri e poi io ce l’ho fatta a concretizzare con la vittoria. Domani (oggi, ndr) si difendono le maglie e, naturalmente, si prova a fare ancora bene».

Alla partenza della corsa di ieri a Pietra Ligure c’era anche Samuele Manfredi, che vive a Loano (foto Ossola)
Alla partenza di ieri a Pietra Ligure c’era anche Samuele Manfredi, che vive a Loano (foto Ossola)

Tutto molto bello, la prima vittoria merita il brindisi, ma per iniziare questa conversazione, decidiamo di partire da una punzecchiatura che certamente le farà storcere il naso…

Sei velocissima, si è appena visto. E allora come hai fatto a perdere la volata di Montignoso contro Sofia Bertizzolo?

Sulla carta sono più veloce (sorride, ndr), ma non ho creduto molto in me stessa e nel dubbio di trovare il punto in cui partire, non sono partita per niente. Non ho neanche fatto la volata. Walter (Zini, il suo diesse, ndr) ha cercato di parlarmene per andare a fondo e capire come mai. Anche questo serve per crescere.

Come stai?

Bene, un po’ meglio dell’anno scorso, ci stiamo preparando bene. Queste prime gare servono per trovare la condizione. Per questo adesso faccio questi giorni in Liguria, poi Cittiglio e poi si va al Nord.

Condizione da trovare, ma stai andando piuttosto bene, no?

All’inizio non pensavo di sostenere il ritmo delle altre. Alla Valenciana ho finito prima delle giovani, sono soddisfatta. Sono arrivata fra le prime 10 della classifica, non pensavo di essere al livello delle altre. Alla Strade Bianche ho fatto più fatica.

Alla Valenciana tre piazzamenti nelle prime 10 e la maglia bianca
Alla Valenciana tre piazzamenti nelle prime 10 e la maglia bianca
Perché?

Mi sono resa conto che il livello è molto alto, ma rispetto allo scorso anno mi sono sentita più sicura mentalmente. Ho preso meglio le posizioni, nonostante ci fosse tanto vento. Sono corse che bisogna conoscere e richiedono mille attenzioni. Se ci penso a mente fredda, mi sembra impossibile che io sia in grado di districarmi là in mezzo. Poi però in corsa succede tutto automaticamente.

Il fatto di aver vinto un europeo fa di te un’osservata speciale?

In realtà penso di passare inosservata. Walter mi dice sempre di buttarmi in tutte le volate per farmi vedere e farmi portare rispetto. Essere meno educata e più cattiva perché le altre si accorgano di me. Sicuramente ci proverò, questa stagione deve essere un trampolino di lancio, anche perché è l’ultima da under 23.

Si dice in gruppo che sia già pronta per te la maglia della Movistar.

E’ presto per parlarne, Walter mi aiuterà quando verrà il momento giusto.

A Diano Marina, Zanardi ha battuto Zanetti e Collinelli (foto Ossola)
A Diano Marina, Zanardi ha battuto Zanetti e Collinelli (foto Ossola)
E’ vero che hai rinunciato a un posto nelle Fiamme Azzurre?

L’ho fatto di recente. Quando mi cercarono la prima volta, rimasi in contatto e la cosa mi interessava. Sarei dovuta entrare con la Chiara Consonni, ma alla fine ho deciso di no. Il mio obiettivo è entrare in una squadra WorldTour e se davvero c’è nell’aria la modifica del regolamento, essere nelle Fiamme Azzurre potrebbe essere un problema. Entrarci sarebbe stato un obiettivo quando avevo 17 anni, forse allora avrei accettato. Ora voglio giocarmi le mie carte nel professionismo.

Come ti sembra che vadano le cose in nazionale con Paolo Sangalli?

Lo vediamo a tutte le gare, non si possono fare le convocazioni semplicemente guardando gli ordini di arrivo. Bisogna valutare se una lavora, se fa la furba. Lui lo troviamo sempre sulle salite, si rende conto di persona guardandoci in faccia. Ci sentiamo spesso, mi pare che stia lavorando bene.

Pennello, sapone e le parole giuste. Zanardi adesso è capitano

04.02.2022
5 min
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La maturazione di Silvia Zanardi è ben visibile. Non tanto per i risultati internazionali ottenuti che conosciamo tutti. E nemmeno tanto perché in ritiro lava in modo chirurgico la propria bici. Ma da quello che ci dice mentre lo fa e mentre si rivolge alle sue compagne della BePink.

La piacentina (in apertura nella foto Saccani), benché debba compiere ancora ventidue anni (il prossimo 3 marzo), parla sempre più da grande. Da riferimento per la squadra, ora che non ci sarà più una guida come è stata Silvia Valsecchi. D’altronde qualche giorno fa ce lo aveva detto Walter Zini quando ci aveva ospitato in ammiraglia che la Zanardi aveva acquisito maggior leadership e si sentiva più responsabilizzata su tanti aspetti. La crescita di una atleta passa, anzi parte, dai dettagli che vengono sempre più curati.

Alla scuola di Walter Zini, ogni atleta in ritiro tiene a posto da sé la sua bici: una grande scuola
Alla scuola di Walter Zini, ogni atleta in ritiro tiene a posto da sé la sua bici: una grande scuola

Bici senza ruote sul cavalletto, spray detergente, pennello in mano per sgrassare la catena e canna dell’acqua pronta all’uso. Facciamo compagnia alla campionessa d’Europa U23 e la ascoltiamo durante la pulizia del suo mezzo nel cortile della casa-ritiro.

Silvia abbiamo notato che dai già delle dritte da veterana. Come ti senti nel ruolo di capitana?

Non sono la più grande in squadra, però mi sento di essere quella più esperta in alcune cose. Quindi cerco di dare consigli. Anche se alcune delle mie compagne sono piccole e… monelle, non ho paura di rappresaglie da parte loro (lo dice ridendo mentre loro la osservano, ndr). Sanno che devono rigare dritto.

Silvia Zanardi, qui proprio con Zini, ha scelto di rimanere alla BePink per crescere nei giusti tempi
Silvia Zanardi, qui proprio con Zini, ha scelto di rimanere alla BePink per crescere nei giusti tempi
Che consigli dai alle tue compagne?

Questo ritiro ci serve per imparare ed insegnare alcuni aspetti che a me possono sembrare banali che invece non lo sono. Come ad esempio cambiarsi subito quando si torna dall’allenamento e non tenere troppo addosso i vestiti bagnati perché ci si può ammalare. Oppure in allenamento tirare poco ma ad un ritmo un po’ alto per evitare che quelle dietro si raffreddino visto che ancora non fa caldo. Non usare la catena storta oppure fare attenzione a quando si cambia rapporto. Proprio oggi una delle piccoline ha messo il 36 su uno strappetto e le è caduta la catena (sorride mentre lo dice alla diretta interessata, ndr). 

E’ vero che sei diventata maniaca dello stretching?

No, non esageriamo, però ci tengo che le mie compagne facciano le cose per bene. E’ molto importante, va fatto ogni giorno. Le sollecito a metterci impegno e costanza, come per tante altre cose.

In ritiro è Silvia a dare spesso il ritmo alle compagna (foto Saccani)
In ritiro è Silvia a dare spesso il ritmo alle compagna (foto Saccani)
E col cibo dai gli stessi consigli?

Sì, perché nessuna di noi è ancora seguita da una nutrizionista. E probabilmente dovremmo farlo per sapere cosa dobbiamo consumare. Stare attenti a cosa si mangia è fondamentale per fare un buon lavoro e avere un buon recupero. Ad esempio, se a colazione non mangi bene, ti viene fame subito durante l’allenamento e non è una buona cosa. Non è così che bisogna fare. Anch’io sono più brava…

Perché?

Ultimamente sto più attenta a tavola. Ho questo obiettivo. Al momento mi viene abbastanza facile, senza forzare. Mi sono data solo un giorno ogni sette/dieci per sgarrare. Magari con pizza o sushi e naturalmente col dolce (ride, ndr).

Tempo fa ci avevi detto che di solito ad inizio stagione fai un po’ fatica ad ingranare. Ti senti più avanti con la preparazione rispetto all’anno scorso nello stesso periodo?

Così così, abbiamo iniziato i lavori un po’ più tardi. Dopo la Champions League della pista ho fatto un breve periodo di riposo. Però mi sento comunque bene perché sono un filo più magra del solito in questo periodo dell’anno. Sento che vado meglio in salita e faccio meno fatica. In questa stagione voglio fare meglio dell’anno scorso.

Ecco la vittoria agli europei U23 di Trento, una delle perle del 2021 di Silvia Zanardi
Ecco la vittoria agli europei U23 di Trento, una delle perle del 2021 di Silvia Zanardi
Finora non hai fatto alcun ritiro con la nazionale.

Avevo parlato con Paolo (Sangalli, il nuovo cittì, ndr) e gli avevo detto che preferivo restare con la mia squadra per fare gruppo. Non si è offeso, anzi non mi ha dato l’obbligo di andare con loro e ha capito la mia scelta. Comunque ho sentito dire che ha cambiato il metodo di lavoro. E poi così anche Walter (Zini, ndr) poteva, giustamente, tenermi meglio sotto controllo qui in ritiro visto che sono ancora giovane. 

La consapevolezza di poter osare di più ce l’hai avuta dopo l’europeo di Trento?

Direi di no. Quella come ho già detto è stata una vittoria importante, ma colta tra noi U23. Un po’ di convinzione ce l’ho avuta cinque giorni prima dell’europeo alla quarta ed ultima tappa della Challenge by La Vuelta dove ho fatto quinta in volata. Nelle gare elite mi sottovalutavo. Ero sempre lì ad aspettare e poi… ciao. Ecco, ripensando bene adesso a quel giorno in Spagna, ho visto che fino agli ultimi 200 metri ero col primo gruppetto e non ho avuto la giusta cattiveria per azzardare di più. 

A Grenchen, l’ultima madison del 2021 con la compagna di squadra Matilde Vitillo (foto BePink)
A Grenchen, l’ultima madison del 2021 con la compagna di squadra Matilde Vitillo (foto BePink)
Silvia quest’anno cosa ti aspetti?

Ci tengo a fare bella figura a tanti appuntamenti. Di certo non all’inizio, perché sono ancora un po’ indietro. Un obiettivo sarà cercare di guadagnarmi la convocazione in nazionale, poi nel caso fare bene agli europei su pista, su strada o Giochi del Mediterraneo. Voglio fare ancora più esperienza con il mio team, disputando più gare su strada. E magari, memore degli insegnamenti dell’anno scorso, provare a rischiare ancora di più in corsa per non avere rimpianti. Da metà stagione in avanti sarò molto più competitiva e ci proverò tutte le volte che potrò.

BePink, due ore al piccolo trotto con Zanardi e le sue sorelle

02.02.2022
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Il sole splende su Sulzano. Il cielo terso ti consente di apprezzare le cime di Punta Val Mora e Corna Trentapassi. E’ una giornata ideale per fare trekking ma anche per pedalare. Sul selciato di Piazza 28 Maggio ci sono le ragazze della BePink che stanno facendo alcune foto. Sullo sfondo c’è il porticciolo dei traghetti che portano a Montisola, il caratteristico e piccolo comune in mezzo al Lago d’Iseo.

Proprio dal molo di Sulzano, tra giugno e luglio del 2016, partiva la Floating Piers, la audace passerella gialla galleggiante che si estendeva per qualche chilometro e che portò qui un milione e mezzo di visitatori.

In riva al lago, anche Mr Bike Cafe’ Imbarcadero Bar, da una parte bar e dall’altra negozio
In riva al lago, anche Mr Bike Cafe’ Imbarcadero Bar, da una parte bar e dall’altra negozio

Ritiro sul lago

Le dieci atlete hanno fatto qualche decina di metri fuori dalla Wake Surf House, la struttura ricettiva di tre piani affittata dalla squadra continental per il loro ritiro. Qua ci erano già state qualche settimana fa. Qua fanno vita di gruppo imparando a responsabilizzarsi ed autogestirsi nel miglior modo possibile.

Ad insegnare a loro tutto ciò ci sono Walter Zini e Sigrid Corneo, rispettivamente team manager e direttore sportivo, marito e moglie. I due tecnici nel frattempo sono intenti a parlare con una loro amica. E’ Silvia Valsecchi, ritirata a fine 2021, che ha approfittato di una settimana di ferie dal suo nuovo impiego in un negozio di bici di Lissone per fare una gradita visita alla sua ex squadra. 

Prima di partire, due passi sul pontile, in attesa che l’aria si scaldi
Prima di partire, due passi sul pontile, in attesa che l’aria si scaldi

Interviste e chilometri

Il programma del giorno della BePink prevede in mattinata un servizio con una tv locale, due ore di scarico in bici, pranzo, lavaggio delle bici, massaggi e briefing serale.

Nelle quarantotto ore successive dovranno fare molti più chilometri col nuovo abbigliamento. Le ragazze sono partite. Zini attende qualche minuto per alcune telefonate poi saliamo in ammiraglia con lui, mentre la Corneo va a fare la spesa per le ragazze insieme alla Valsecchi.

Anche nel 2022 la BePink correrà su bici De Rosa: una collaborazione ormai collaudata
Anche nel 2022 la BePink correrà su bici De Rosa: una collaborazione ormai collaudata

Aspettando il treno

La chiacchierata parte appena le bici lasciano il lago (in apertura foto BePink). «La nostra preparazione sta andando bene – racconta Zini mentre siamo in coda ad un passaggio a livello – ma potremmo fare meglio. Questo è l’ultimo dei tre mini-ritiri da cinque giorni l’uno che abbiamo fatto qui in Italia. Il 5 febbraio partiremo per la Spagna per correre e fare un ritiro anche laggiù. Staremo a Calpe all’AR Diamante Beach Hotel fino al 21. In mezzo disputeremo il 6 la Vuelta CV Feminas e poi dal 17 al 20 febbraio la Volta Comunitat Valenciana. Verranno giù tutte le ragazze, anche le tre straniere che qui non ci sono (la neozelandese Michaela Drummond, la ceca Marketa Hajkova e la slovacca Nora Jencusova, ndr). In base alla condizione delle ragazze, deciderò chi far correre».

La nuova maglia rimane (ovviamente) con base Pink, ma piuttosto diversa dal 2021
La nuova maglia rimane (ovviamente) con base Pink, ma piuttosto diversa dal 2021

Zanardi leader

Poco prima del ponte che collega Paratico a Sarnico riprendiamo le ragazze e le seguiamo. Davanti a fare l’andatura ci sono Zanardi e Vitillo, ma a turno le altre quattro coppie si succedono nei cambi a tirare.

Vanno via regolari, composte ed attente sia al traffico che alla segnaletica, anche se talvolta alle rotonde occorrerebbe maggiore cautela.

«Vedi – ci spiega Zini – in questa ampia rotatoria le prime sono passate un po’ troppo forte e quelle dietro si sono un po’ staccate. Per fortuna che in questo momento c’eravamo solo noi, però vedrai come si incavolerà la Zanna (Silvia Zanardi, ndr) perché il gruppo si è rotto…».

Partenza da Sulzano, Zini stabilisce la rotta: le ragazze ascoltano
Partenza da Sulzano, Zini stabilisce la rotta: le ragazze ascoltano

«Lei – prosegue Zini – ha acquisito molta leadership con le sue compagne su queste cose. Come per lo stretching. Il ciclista notoriamente è un po’ allergico a questi esercizi, ma ora che lei lo ha imparato in nazionale non ne può più fare a meno. Pure le altre ragazze stanno migliorando con il core stability. Anche se io non le lascio mai troppo tranquille perché poi si abituano male (ride, ndr). Stamattina appena sveglie e prima di fare colazione, ho chiesto loro di farmi qualche minuto di plank per vedere come reagiscono a certi imput».

Bene in sella

Sul lungolago verso Tavernola Bergamasca, dove è previsto il punto di ritorno, salutiamo Claudia Cretti che sta pedalando forte. Il gruppo della BePink gira attorno ad un incrocio ed inverte la rotta per tornare a Sulzano. Zini osserva le sue ragazze per vedere come pedalano.

«Cresta (Lara Crestanello, ndr) come va la nuova sella? Dimmi poi se dobbiamo cambiarla ancora o spostarla un po’. Zanna, tu invece non sei un po’ bassa con la sella?».

Si pedala costeggiando il lago di Iseo, con alcune puntate nell’entroterra per cercare la salita
Si pedala costeggiando il lago di Iseo, con alcune puntate nell’entroterra per cercare la salita

Il team manager si riavvicina a loro. «Mi raccomando ragazze, prima di rientrare vorrei che faceste uno strappo di un chilometro per tenere un po’ viva la gamba».

Occhi aperti

Lo faranno salendo verso Passo dei Tre Termini, posto circa 7,5 chilometri sopra Iseo. Un’ascesa di quasi 500 metri di dislivello molto allenante.

«Alle mie atlete – aggiunge Zini mentre ci descrive la strada che poi porta a Polaveno – ho sempre detto di prendere dei riferimenti geografici. Sia quando sono a casa loro sia quando sono in un posto nuovo per un ritiro o una corsa. E’ importante sia sapersi allenare al meglio, evitando magari zone troppo trafficate o pericolose. Sia in gara perché così te lo ricordi per la volta successiva che ci tornerai. Non bisogna andare in bici col paraocchi, altrimenti poi ti serve il gps anche per andare a prendere il giornale sotto casa. Anche su questo aspetto batto forte».

E dopo pranzo, preparativi per lo shooting fotografico con Vitillo e Zanardi (foto BePink)
E dopo pranzo, preparativi per lo shooting fotografico con Vitillo e Zanardi (foto BePink)

La bici a posto

Incrociamo una ciclista in maglia Canyon-Sram mentre mancano pochi minuti a Sulzano. «L’hai riconosciuta quella che ci ha appena salutato a tutto braccio? Era Alena Amialiusik, è stata una mia atleta nel 2013 al suo primo anno elite. E’ bielorussa ma ormai abita in questa zona da tanto tempo. Brava ragazza e forte».

Arriviamo sul selciato di Piazza 28 Maggio. Guardiamo il computerino della francese Jade Teolis che segna 56 chilometri in circa due ore di pedalata piuttosto tranquilla. Zini deve scappare per sbrigare una commissione di lavoro, ma prima di riaccendere il motore dell’ammiraglia dà le ultime disposizioni.

«Quando finite di mangiare – dice – ognuna di voi si laverà la propria bici. E’ giusto che impariate a prendervene cura anche quando siete in ritiro, poi perché domani abbiamo le foto ufficiali».

Il tempo di sentire alcune delle ragazze e siamo liberi anche noi.

BePink: con Zini il punto sul futuro, da Zanardi al WorldTour

07.01.2022
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Nel 2020 l’avvento del WorldTour nel ciclismo femminile ha alzato progressivamente il livello qualitativo delle gare, delle formazioni ed ha garantito pure entrate economiche sicure alle atlete.

A differenza degli uomini, nelle donne esistono solo due tipi di status e ciò che si sta verificando è molto simile a quello capitato al movimento maschile. Bisogna dire che anche tra le squadre continental ce ne sono alcune… mascherate da WorldTour, però questo cambiamento ha accentuato la distanza tra i team delle due categorie? O tra gli stessi team continental? Ora che la UAE Team ADQ ha rilevato la licenza WT della Alè BTC Ljubljana portandola negli Emirati Arabi (pur mantenendo la stessa ossatura tra staff e roster), il ciclismo italiano femminile non ha più alcuna formazione nella massima serie.

Silvia Zanardi, qui proprio con Zini, ha scelto di rimanere per crescere nei giusti tempi
Silvia Zanardi, qui proprio con Zini, ha scelto di rimanere per crescere nei giusti tempi

E quindi come stanno le nostre formazioni? Le prime risposte le abbiamo cercate tra le parole della chiacchierata che abbiamo fatto all’ora dell’aperitivo con Walter Zini, team manager della BePink. La sua squadra quest’anno si presenterà ai nastri di partenza con un organico di 13 atlete, tra cui la campionessa europea U23 Silvia Zanardi, rimasta nonostante le sirene del WorldTour.

Partiamo da qui. E’ stato difficile tenerla?

Abbastanza, per una serie di cose. Dopo la vittoria di Trento tante squadre si sono fatte avanti per averla subito, altre invece per prenderla nel 2023. Inoltre le hanno proposto di entrare nelle Fiamme Azzurre, ma Silvia ha rinunciato. Per me lei è pronta per andare nel WorldTour, ma deve ancora finire la sua maturazione e da noi può farlo senza pressioni. Anche lei lo ha capito. Per noi è importante averla, perché ci siamo già assicurati una serie di inviti in gare all’estero.

Il 2021 è stato l’ultimo anno di Silvia Valsecchi, che si è fermata proprio all’inizio del nuovo corso del ciclismo
Il 2021 è stato l’ultimo anno di Silvia Valsecchi
Tante giovani italiane hanno lasciato l’Italia, alcune direttamente da junior. Pensi che sarà sempre più così?

Faccio un esempio legato alla nostra realtà. Finché squadre come le nostre hanno un talento, come Zanardi o Balsamo, riesci a trovare le giovani migliori, ad attirare sponsor e magari resistere per qualche anno. Dopo di che, quando non hai più loro come riferimenti, perché non puoi più trattenerle, si inizia a fare fatica perché ormai tutte vogliono andare nel WorldTour o negli squadroni. Tante però non hanno le potenzialità per correrci o essere ingaggiate. In più c’è stato lo sguinzagliamento dei procuratori che fanno firmare le junior senza conoscere veramente le ragazze o il ciclismo femminile. E vi dirò di più…

Spiega…

Attualmente ci sono quattordici squadre WorldTour. Però calcolando la quantità nei roster, non ci sono abbastanza corridori di qualità per queste squadre o per rimanere nelle prima 30 posizioni del gruppo. Negli ultimi anni in Italia i nostri talenti tra le junior hanno sì ottenuto risultati importanti, ma perché rispetto a quelle della loro età facevano già le professioniste. Quando passano elite o vanno poi nel WT che margini di miglioramento possono avere? Noi ci diamo da fare per fare crescere le ragazze e sperare che poi possano approdare nel WT. Tuttavia devono capire che sono loro a “morirci” sulla bici, non tutte quelle figure che hanno attorno, che saranno pure importanti, ma non pedalano al posto delle ragazze.

Matilde Vitillo ha trovato la forma a fine stagione vincendo il Giro di Campania
Matilde Vitillo ha trovato la forma a fine stagione vincendo il Giro di Campania
Insomma, ci sembra di capire che la riforma del WorldTour non ti piaccia molto.

Questa situazione l’avevo già preventivata tre anni fa durante una riunione dell’UCI in Svizzera. Se si guarda solo la punta della piramide anziché la base e se si va avanti così, nel giro di cinque anni non ci sarà più un ricambio di corridori e formazioni, soprattutto da noi in Italia come succede nel maschile.

Tornando al calendario. Gli inviti alle corse straniere sono un aspetto fondamentale della stagione per squadre come la vostra.

Sì assolutamente, ma rischia di non bastare. Mi spiego meglio. Stando al regolamento UCI, la partecipazione delle squadre WorldTour al loro calendario è ancora facoltativa e contemporaneamente nelle gare di classe uno e due (.1 e .2) c’è la partecipazione libera per loro fino ad un massimo di cinque squadre e per un massimo di tre corse. Quindi se le squadre WorldTour non corrono le prime, vengono a fare le seconde. Così facendo è ovvio che per gli organizzatori è meglio, ma per i team continental, specie quelli con budget non alto, può diventare un grosso problema

Si guarda fuori dall’Italia perché qui da noi ci sono poche corse, a parte quelle open?

L’estero diventa difficoltoso per una questione di costi, ma bisogna saper investire e rischiare, perché altrimenti mai ti vedranno e ti inviteranno. Il calendario di casa nostra ultimamente è sempre stato un po’ scarno rispetto ad altre nazioni ma qualcosa sta cambiando. Quest’anno ci sarà qualche gara in più, come il Gran Premio Liberazione e il Città di Meldola (in programma rispettivamente 25 aprile e 5 giugno, ndr), ma serve che continuino ad organizzarne, anche se stiamo vivendo un periodo storico difficile.

Basilico Apeldoorn 2021
Valentina Basilico ha vinto il titolo europeo dello scratch: ora è attesa su strada
Basilico Apeldoorn 2021
Valentina Basilico ha vinto il titolo europeo dello scratch: ora è attesa su strada
Quanto è difficile reperire gli sponsor?

Noi siamo sempre andati dalle aziende proponendo loro progetti interessanti, compresa visibilità e comunicazione per i vari appuntamenti italiani e internazionali. Non è semplice però, perché qui da noi non ci sono incentivi ad investire. All’estero invece lo fanno senza problemi in qualsiasi sport, anzi nel ciclismo femminile lo fanno già da tanto tempo. Su queste cose noi italiani dobbiamo sempre inseguire. Poi mi permetto di dire che nel ciclismo in generale c’è un problema di avidità che condiziona la nostra attività.

Dai Walter, chiudiamo cercando di farti tornare un po’ più sereno parlando delle tue ragazze. Da chi ti attendi qualcosa quest’anno?

Dalla Zanardi mi aspetto una conferma nelle gare in cui è sempre andata bene ed un’ulteriore crescita nelle gare WT. Anche dalla Vitillo vorrei una conferma, magari nelle corse internazionali, però deve trovare la condizione giusta nel pieno della stagione e non alla fine come nel 2021. E’ arrivata la Brufani che l’anno scorso da primo anno elite nella GB Junior mi ha fatto vedere bei numeri. Abbiamo preso anche la francese Jade Teolis dall’A.R. Monex, è una scalatrice molto interessante. Infine Valentina Basilico, azzurra classe 2003, dovrà fare esperienza.

Champions League, primo round: sentiamo la Zanardi

09.11.2021
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Il panorama del ciclismo si è arricchito di una nuovissima competizione. La Champions League della pista. La neonata creatura dell’Uci è iniziata sabato 6 novembre a Palma de Mallorca ed in programma ci saranno altri quattro round fino all’11 dicembre tra i velodromi di Panevezys (Lituania), Londra (due date) e conclusione a Tel Aviv.

A Mallorca, Harrie Lavreysen ha vinto le prove di velocità / ©SWpix.com
A Mallorca, Harrie Lavreysen ha vinto le prove di velocità / ©SWpix.com

All Star Game su pista

Un evento internazionale con un format moderno e coreografie spettacolari. Una concezione di ciclismo da puro entertainment in stile All Star Game dell’NBA. Una serata da trascorrere all’interno di un’arena dove in meno di tre ore si concentra uno show con i migliori interpreti della specialità. Un modo per promuovere il ciclismo su pista, avvicinare pubblico, anche quello meno appassionato, e farlo divertire.

Ricapitolando, il programma sarà lo stesso per ogni round, suddiviso in due discipline: sprint ed endurance. Ognuna di queste ha due tipi di gara in cui si prenderanno punti. Velocità e keirin nella prima categoria, eliminazione e scratch nella seconda. Maglia di leader per le quattro specialità. Un totale di 72 corridori tra i migliori al mondo distribuiti equamente tra maschi e femmine. Stesso discorso per i premi, divisi in modo uguale

De Rosa per Zanardi

Una delle protagoniste della Uci Track Champions League è Silvia Zanardi, in gara con il suo sgargiante body – che richiama i colori della nazionale, il logo della BePink e della manifestazione – e in attesa di ricevere per il round del 20 novembre una De Rosa con una livrea ad hoc

Dopo la prima giornata la 21enne piacentina è decima con 11 punti nella classifica guidata a quota 33 dalla fenomenale britannica Katie Archibald, oro europeo nella corsa a punti nel 2020 proprio davanti alla Zanardi.

«E’ una grande soddisfazione far parte di questo gruppo – racconta – sono una delle poche under 23 a gareggiare. Non me lo aspettavo. Prima dei mondiali di Roubaix mi avevano fatto avere un pre-invito, che io avevo accettato ben volentieri. La conferma mi è arrivata qualche giorno dopo».

Com’è andato questo primo round?

Benino, sapevo di non essere al top perché dopo il mondiale avevo staccato per un breve periodo. Ho tempo per recuperare nelle prossime giornate.

Per il primo round della Champions League, ecco la sua De Rosa. Per il prossimo si lavora a una livrea da campione d’Europa
Per il primo round, ecco la sua De Rosa. Per il prossimo si lavora a una livrea da campione d’Europa
Dal punto di vista invece della manifestazione cosa ci dici?

Mi è piaciuta tantissimo. Un bellissimo gioco di luci, spettacolare. L’ho vissuta dal vivo, ma me ne sono resa conto anche meglio riguardandola in tv. Avendo studiato grafica, osservavo tutto con ancora più curiosità. E’ una gara che ha tanti motivi di interesse.

Quali?

Attirare gli spettatori con una formula più semplice da capire, sia per chi corre sia per chi guarda. Infatti lo speaker spiega in modo chiaro le gare sia a noi che al pubblico. Le gare sono ridotte, veloci. Il totale dura come un film al cinema, quindi possono essere una valida alternativa per passare la serata. Poi serve anche per eguagliare i premi tra maschi e femmine, sperando che sempre più gare e organizzatori prendano esempio da questo. Infine è utile per fare ulteriore esperienza per crescere, anche perché qua bisogna sapersi arrangiare.

Spiegaci meglio.

Noi corridori viaggiamo da soli, senza lo staff della squadra o della nazionale. L’organizzazione mette a disposizione due/tre meccanici per tutti per sistemare la bici, però io prima di partire avevo chiesto a Walter (Zini, il suo team manager nella BePink, ndr) di farmi vedere meglio dove mettere le mani. Ho fatto tutto da sola, alla fine è stato piuttosto semplice.

I 72 atleti della Uci Champions League 2021 nel velodromo di Mallorca / ©SWpix.com
I 72 atleti della Uci Champions League 2021 nel velodromo di Mallorca / ©SWpix.com
Aerei, soggiorno e trasferimenti. Come è gestito tutto quanto durante quelle giornate?

Hotel e spostamenti sono a carico degli organizzatori. I voli invece ce li prendiamo noi. Il loro costo va a scalare da un bonus di partecipazione di 1.500 euro a persona che però ci daranno solo alla fine dei sei round. Abbiamo la possibilità di guadagnare punti e denaro, in base ai piazzamenti, durante le varie gare.

Che obiettivo ti sei data in questa manifestazione?

Vorrei riuscire ad entrare nelle prime cinque anche se non sarà semplice. Sono tra le più giovani, ma cercherò di farmi valere in gruppo.

Che effetto ti fa, dopo una stagione che ti ha vista vincitrice di tre titoli europei in pista ed uno su strada, essere stata chiamata per questa manifestazione?

Direi che è stata la classica ciliegina sulla torta. Far parte di questo ristretto gruppo di corridori chiamati mi riempie di orgoglio, anche perché di italiani ci sono solo Michele Scartezzini e Miriam Vece. E’ senza dubbio un bel modo di chiudere il 2021.