Da Livall arriva il casco BH60SE Neo, perfetto per lo sport ma dall’anima smart. Pedala senza rinunciare all’agonismo, ma sempre in massima sicurezza. Il casco BH60SE Neo è dotato di luci di posizionamento, frecce e luce di stop. Inoltre, è presente un sistema di rilevamento delle cadute e per le chiamate di emergenza.
I led posteriori servono da luci di posizione e da stopI led posteriori servono da luci di posizione e da stop
Sempre visibili
La sicurezza per un ciclista passa in grande parte dalla visibilità. In strada è importante farsi vedere, in qualsiasi condizione di luce e su ogni strada. Questo casco è dotato di un sistema di illuminazione intelligente che integra la tecnologia adattiva per garantire al ciclista sempre la massima visibilità.
E’ dotato, inoltre, di un sensore di accelerazione di gravità che rileva una decelerazione significativa. In questo caso le luci si accendono per un tempo di otto secondi, così da attirare l’attenzione dei veicoli e dei pedoni. Gli indicatori di direzione (le frecce) sono attivabili da un controllo remoto che può essere posizionato sul manubrio. Si può agire su questa funzione senza togliere le mani dal manubrio.
Il comando sul manubrio aziona le luci di direzione presenti sul retro del cascoIl comando sul manubrio aziona le luci di direzione presenti sul retro del casco
Funzione SOS
Livall ha implementato nel casco BHSE60 Neo un collegamento facile al telefono. Il casco si spegnerà automaticamente quando sarà disconnesso dal dispositivo mobile. Non appena rivelerà un movimento si riaccenderà.
Nel caso di una caduta o di un incidente, il sistema di emergenza si attiverà automaticamente dopo 90 secondi, inviando la posizione ai contatti impostati. Se vi doveste trovare in una situazione di pericolo potrete attivare il tasto SOS sul telecomando. Anche in questo caso i vostri contatti pre impostati riceveranno la posizione alla quale raggiungervi.
Quando il casco è connesso al telefono e la distanza tra casco e telefono supera i 15 metriQuando il casco è connesso al telefono e la distanza tra casco e telefono supera i 15 metri
Bluetooth
Sempre dal telecomando da attaccare al manubrio è possibile rispondere alle chiamate. Gli altoparlanti sono posizionati sopra le orecchie, questo permette di sentire in maniera chiara e nitida. Senza, tuttavia, isolarvi completamente dal mondo esterno.
Il casco BH60SE Neo è in grado di comunicare facilmente con altri prodotti. In questo modo è possibile rimanere connessi con i compagni di pedalata utilizzando la funzione Walkie-Talkie.
Auricolari, moto, elicotteri, tifosi: quanti fattori distraggono i corridori? Riescono a essere lucidi? Nel giorno della Alpecin, un tema da affrontare
Chissà se David Lappartient, il megapresidente dell’Uci sapeva che, nel rilasciare la lunga intervista di qualche giorno fa a DirectVélo, avrebbe smosso così tanto le acque. Di quel che è successo nel mondo del ciclocross abbiamo avuta testimonianza diretta al Superprestige di Niel, con la protesta neanche troppo velata dei team principali verso le sue dichiarazioni. Tuttavia il dirigente francese ha coinvolto tutto il mondo delle due ruote.
La particolarità è che se da una parte il presidente non si è sentito successivamente di commentare ulteriormente, di entrare ancor più nello specifico di alcuni argomenti, dall’altra molti altri “attori” del mondo delle due ruote hanno preferito evitare accuratamente ogni commento, quasi timorosi di smuovere le acque.
Il massimo dirigente francese a colloquio con il gruppo, dopo la forzata sosta a Glasgow 2023Il massimo dirigente francese a colloquio con il gruppo, dopo la forzata sosta a Glasgow 2023
Non solo presidente dell’Uci
Quel che Lappartient ha messo sul tavolo non è di poco conto e stupisce il fatto che una simile presa di posizione sia arrivata ora, alla vigilia dei Giochi di Parigi 2024. Giochi che lo vedono assoluto protagonista, visto che dal giugno 2023 unisce alla carica di numero 1 dell’organo internazionale anche quella di presidente del Comitato olimpico francese. Lappartient è in carica sul trono dell’Uci dal 2017, nel 2025 andrà a caccia del terzo mandato, intanto pensa già oltre, alle riforme del 2026 che a suo dire saranno profonde.
Bisogna capire se saranno anche legittime. Potrebbero esserlo quelle riguardantila Coppa del mondo di ciclocross, per la quale ha detto di pensare a un giro di vite. Chi salta una gara per partecipare a un’altra prova non del circuito, verrà escluso dallo stesso e anche dai mondiali. E’ questo che ha scatenato le ire dei team ed è su questo che ora si tratta a fari spenti, perché il rilancio della challenge non può passare senza l’avvallo delle squadre che costituiscono l’humus dell’attività. Ora la Coppa è articolata su 14 gare e si vuole arrivare a 15, sempre nel weekend: che spazi restano agli altri?
Nel ciclocross c’è grande tensione dopo le dichiarazioni di Lappartient legate alla Coppa del mondoNel ciclocross c’è grande tensione dopo le dichiarazioni di Lappartient legate alla Coppa del mondo
Classiche e contraddizioni
Certamente qualcosa va fatto, non è un caso se alla tappa inaugurale di Waterloo negli Usa c’erano solo 4 dei primi 10 del ranking e prossimamente, a Vermiglio, sono annunciate già defezioni di peso come quella dell’olandese Van Der Haar. Lappartient ha messo già sul tavolo qualche proposta come la diminuzione della durata totale delle competizioni e l’aumento dei punti validi per il ranking Uci. Basterà?
Le cronache si sono concentrate sul discorso legato al ciclocross, ma Lappartient è andato ben oltre e nel suo progetto di riforma un ruolo preminente lo avrà il calendario. Nella sua disamina il dirigente è andato anche in apparente contraddizione. Da una parte ha detto che è necessario accorpare sempre più l’attività in varie zone geografiche: «L’esperienza delle classiche franco-belghe che portano lì le squadre per tre settimane va ripetuta. Mettiamo insieme le prove in varie zone in modo da ridurre gli spostamenti per avere benefici sia economici che ambientali».
La Vuelta potrebbe cambiare ancora periodo di svolgimento per evitare il gran caldoLa Vuelta potrebbe cambiare ancora periodo di svolgimento per evitare il gran caldo
La riforma del calendario
Tutto bello, salvo poi sentire che non è assolutamente detto che Fiandre e Roubaix debbano sempre svolgersi in primavera e che non è un delitto pensare a un’inversione tra Liegi e Lombardia. In barba alle tradizioni, spazzando via ogni punto fermo. Lappartient avrebbe anche accarezzato l’idea di accorciare i grandi Giri, trovando però un netto no da parte degli organizzatori (Aso e Rcs, insieme a Flanders Classics tengono su il nocciolo duro dell’attività, impossibile tenere fede ai propri propositi andando loro contro…) mentre non è favorevole all’allungamento di altre corse fino a due settimane.
«Perché pensare alle gare sempre alla domenica? Perché le corse a tappe non possono partire di domenica e chiudersi al sabato? Le classiche hanno dimostrato che si vive di ciclismo anche di mercoledì o venerdì, con tanta gente sulle strade».
In questo Lappartient non sbaglia, seguendo d’altronde un fiume che coinvolge tanti altri sport, come il tennis che prevede tante finali di sabato. Nella sua rincorsa al cambiamento, il francese pensa anche a spostare la Vuelta da agosto, per evitare il gran caldo che d’altronde colpisce anche l’Australia a gennaio, quando l’attività si rimette in moto e intanto pensa a introdurre nel WorldTour nuove piazze, come ad esempio il Sudamerica.
Il podio della Liegi-Bastogne-Liegi 2020, corsa a fine estate. Lappartient pensa di riprovarci…Il podio della Liegi-Bastogne-Liegi 2020, corsa a fine estate. Lappartient pensa di riprovarci…
Gli errori di calcio e basket
Capitolo Superlega. Qui ci si sarebbe aspettati una presa di posizione ferra, soprattutto dopo l’abortito progetto di fusione fra Jumbo Visma e Soudal QuickStep, invece i toni sono molto concilianti. Lappartient vuole assolutamente evitare una contrapposizione come quella ormai da guerra conclamata che c’è nel basket o sotterranea come nel calcio. La tutela dei grandi eventi passa per un accordo con i team.
«E’ desiderio dei team – ha detto – essere più coinvolti economicamente per avere maggiori dividendi e una soluzione si può trovare discutendone. Ci sono 5 squadre che oggi dominano e le altre che seguono a ruota, ma se le prime 5 si concentrano su loro stesse, paghiamo tutti. Dobbiamo invece lavorare insieme perché il prodotto ciclismo diventi più appetibile, commercializzabile. A parte i tre grandi gruppi organizzativi, non ci sono altri enti in grado di negoziare accordi di teletrasmissione, bisogna farlo tutti insieme, generando più entrate».
Ultimo aspetto, quello della sicurezza e qui Lappartient prosegue su quanto fatto in estate con il lancio di SafeR, l’organismo delegato al controllo della sicurezza nelle corse. L’idea è fare in modo che tutti contribuiscano, seguendo l’esempio della Formula 1: circuiti più sicuri ma anche auto più sicure. Quindi tutti i componenti del mondo ciclistico hanno la loro fetta di responsabilità. Si pensa a un giro di vite nell’autorizzazione delle zone di arrivo, nella scelta delle strade («Come pensare che strade dove le auto vanno a 30 all’ora possano accogliere gruppi di ciclismo che viaggiano al doppio della velocità?»).
In tema di sicurezza verranno rivisti tutti i sistemi di approvazione degli arriviIn tema di sicurezza verranno rivisti tutti i sistemi di approvazione degli arrivi
Ciclismo a pagamento…
L’idea di Lappartient va però oltre, spingendo verso gare in circuito con il pubblico invitato a pagare un biglietto.
«Quando organizzavo il GP Plumelec – ha detto – chiedevamo 5 euro a persona. Dicevamo che era necessario per far sì che la gara fosse nel calendario delle Pro Series e la gente pagava volentieri». Sarà anche vero, strano però che le gare in circuito per antonomasia, come i mondiali, abbiano nel frattempo cambiato pelle strutturandosi sul modello della tappa finale del Tour, con il circuito riservato solo alle battute finali. Una grande classica in circuito non avrebbe lo stesso fascino e Lappartient non può non saperlo…
La luce posteriore è un punto fermo per la sicurezza. MagicShine Seemee 508 è un ottimo strumento che ci avvisa quando alle nostre spalle sopraggiunge uno o più veicoli. Grazie al radar è una sorta di “terzo occhio” posteriore.
E’ leggero e con ingombri ridotti, ma è anche personalizzabile nelle funzioni e utilizza il protocollo Ant+, facile da abbinare ai devices gps di qualsiasi marchio.
Il Seemee 508 è molto leggeroIl Seemee 508 è molto leggero
Seemee 508 = sicurezza
A prescindere dalla modalità di lampeggio, Seemee 508 di MagicShine può essere notato a più di un chilometro di distanza. Un bel vantaggio per il ciclista che condivide la strada con il traffico veloce e motorizzato e anche per il guidatore dell’auto che è avvisato con un margine molto ampio. Il radar rileva i veicoli a 140 metri di distanza (potenza di 20 lumen) e collegato al bike device, attiva i led, l’immagine del traffico e/o l’allarme sonoro.
Inoltre la forma leggermente curva della scocca di MagicShine gli permette di di espandere il fascio luminoso anche ai lati, con un angolo di 220°.
La ricarica completa è anche piuttosto rapidaPoco ingombrante e adattabileIl punto di ancoraggio al supportoUna app funzionale, anche nell’ottica di chi usa il telefono come bike deviceLa personalizzazione degli accessori, possibile anche con la app Magene UtilityLa ricarica completa è anche piuttosto rapidaPoco ingombrante e adattabileIl punto di ancoraggio al supportoUna app funzionale, anche nell’ottica di chi usa il telefono come bike deviceLa personalizzazione degli accessori, possibile anche con la app Magene Utility
Come è fatto e come funziona
Ha un peso (rilevato) di 61 grammi, ha un’altezza di 9,4 centimetri, con una larghezza di 3,8 e uno spessore di 2,5, quindi compatto e non ingombrante. E’ dotato di batteria interna, al litio e ricaricabile (la porta d’ingresso è di tipo C). Il prezzo di listino è di 129,90 euro, a nostro parere adeguato al prodotto e leggermente inferiore rispetto alla media della categoria.
Ha sei modalità di funzione e ognuna di queste è soggetta anche ad un minimo di personalizzazione (ad esempio ogni funzione di lampeggio prevede un cambio di intensità dei led quando il veicolo si avvicina), diretta, oppure tramite la app Magene Utility. Quest’ultima, grazie allo smartphone diventa essa stessa uno strumento di rilevazione radar. L’autonomia, in base alla funzione è compresa (dichiarata) tra le 6 e 16 ore. Questo fattore è influenzato dall’intensità del traffico.
Con piena potenza la luce frontale è davvero importanteLa luce Ray 2100 non è piccola, ma è molto efficienteIl comando remoto da utilizzare con la luce frontale, utile per chi viaggiaE’ anche una sorta di power bankCon piena potenza la luce frontale è davvero importanteLa luce Ray 2100 non è piccola, ma è molto efficienteIl comando remoto da utilizzare con la luce frontale, utile per chi viaggiaE’ anche una sorta di power bank
L’anteriore serie Ray 2100
Se il posteriore Seemee 508 è un deterrente per la sicurezza, la luce anteriore MagicShine Ray 2100 è pensata per chi ha necessità di avere luce abbondante sempre, anche di notte. Arriva ad erogare una potenza massima di 2100 lumen (un fascio imponente che arriva a centinaia di metri di distanza). Le modalità sono quattro (grazie ai due led separati) e ognuna di queste può essere personalizzata con quattro intensità differenti (cambia anche l’erogazione dei lumen).
MagicShine Ray 2100 non è un peso piuma, con i suoi (quasi) 200 grammi e la scocca completamente in alluminio, ma è fatto per durare nel tempo. Funziona anche come una sorta di contenitore di energia (ad esempio ci si può collegare il telefonino per la ricarica). In aggiunta si può collegare un comando remoto con il filo. Il prezzo di listino è di 149,90 euro.
Led rosso veicolo in arrivo alle spalleFascio verde, nessun veicolo che sopraggiunge da tergoLed rosso veicolo in arrivo alle spalleFascio verde, nessun veicolo che sopraggiunge da tergo
La sicurezza non ha prezzo
Se è vero che ci confrontiamo con un traffico sempre più caotico e veloce, ma anche distratto e poco rispettoso delle norme vigenti, è pur vero che anche il ciclista deve imparare ad utilizzare gli strumenti (deterrenti) disponibili. Un accessorio come ad esempio Seemee 508 di Magicshine (e più in generale le luci posteriori che hanno il radar integrato) non risolve completamente il “problema sicurezza”, ma di sicuro è un valido aiuto.
Configurato nel modo corretto ci avvisa quando uno o più veicoli sopraggiungono da dietro. Significa che il ciclista non si gira, non perde attenzione e non stacca le mani dal manubrio. Significa che il guidatore del mezzo è stimolato ad un maggiore grado di attenzione, dopo aver notato i led rossi. Non sono fattori banali che dovrebbero trovare un maggiore spazio nell’educazione stradale di tutti.
Superare i propri limiti è nel DNA del ciclista e di conseguenza anche i capi d’abbigliamento devono essere all’altezza dell’obiettivo che ci prefiggiamo una volta saliti in bicicletta. Nulla può essere lasciato al caso, ed Alka Sport lo sa bene. Per questo motivo nel corso dei suoi 20 anni di storia ha progettato prodotti altamente tecnici. Stiamo parlando di capi legati a linee di abbigliamento che sono dedicate ai team ed ai privati.
Tecnologie di ultima generazione e tessuti ergonomici per affrontare qualsiasi percorso per ottenere la massima performance. La personalizzazione va di pari passo con la tecnologia dei tessuti utilizzati da Alka Sport. Ogni capo è personalizzabile nei minimi dettagli, con le grafiche del vostro team, dal logo ai colori fino alle scritte.
Il tessuto Lumi permette al ciclista di essere visto in ogni condizione di luceIl tessuto Lumi permette al ciclista di essere visto in ogni condizione di luce
Il tessuto Lumi
La sicurezza e la visibilità in bici diventano ogni giorno sempre più importanti, nulla può essere lasciato al caso. Alka Sport in questo senso ha ideato un tessuto che unisce tecnica e sicurezza: si tratta dell’Alka Lumi. Composto da microsfere riflettenti, in grado di rendere visibile il ciclista anche in condizioni di scarsa luminosità.
Non ci sarà più bisogno di decidere se e quando uscire, grazie al tessuto Alka Lumi si potrà pedalare in ogni condizione di luce, anche di notte. All’interno del tessuto viene infatti incorporato il materiale riflettente, mantenendo inalterate le caratteristiche di leggerezza, traspirabilità ed elasticità. La tecnologia Lumi è disponibile sia sullo store Alka che sui capi custom personalizzabili per il tuo team.
Alka Sport, è molto legata alla Fondazione Michele ScarponiAnche i capi della collezione Scarponi sono creati con il tessuto LumiAlka Sport, è molto legata alla Fondazione Michele ScarponiAnche i capi della collezione Scarponi sono creati con il tessuto Lumi
Accanto alla fondazione Scarponi
Uno dei motivi che hanno spinto Alka Sport ad investire e realizzare la tecnologia Lumi è il tema della sicurezza. Il tutto nato per il contatto continuo e costante con la fondazione Michele Scarponi. La onlus fondata per contribuire a rendere le strade un luogo sempre più sicuro per i ciclisti.
Acquistando il merchandising Alka Michele Scarponi, è possibile aiutare la Fondazione a creare progetti sull’educazione stradale, la cultura del rispetto e la mobilità alternativa. L’obiettivo è rendere la strada più sicura per tutti, a partire dal più fragile, il ciclista.
Le riflessioni di Pidcock sulla sicurezza nelle crono ci hanno spinto a richiamare Malori. Quelle bici sono missili, ma una volta qualche rimedio c'era pure...
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COURMAYEUR – La tecnologia GPS (Global Positioning System) ci accompagna in ogni momento della nostra vita. Soprattutto quando siamo in bici, è quella che permette al nostro ciclocomputer di guidarci su strade a noi ignote. A volte, forse, sottovalutiamo la sua importanza e come è stata inserita nei vari dispositivi via via sempre più piccoli e compatti. Grazie a Garmin abbiamo avuto modo di immergerci in questo mondo e di scoprirne tanti dettagli e sfumature.
I dispositivi per la navigazione hanno implementata una cartografia vettorialeI dispositivi per la navigazione hanno implementata una cartografia vettoriale
L’evoluzione del GPS
La capacità dei dispositivi di individuare e rintracciare la nostra posizione in ogni angolo del mondo è sempre più precisa. Nel corso degli anni si è vista un’evoluzione tecnologica che permette non solo una maggiore precisione di navigazione, ma anche una migliorata capacità di assistenza. Cristian Longoni, communication specialist del comparto outdoor in Garmin ci aiuta a fare un viaggio a ritroso e comprendere meglio questa tecnologia.
«Il sistema GPS – racconta – è stato messo in piedi dal governo americano per uso militare a inizio anni ‘70. Veniva utilizzato per la localizzazione delle truppe e per le ogive degli stessi missili. All’inizio degli anni ‘90 l’utilizzo del sistema è stato sdoganato ad uso civile, con dei veti. Questi erano legati alla precisione di localizzazione, che all’inizio non poteva andare sotto i 15-20 metri. Due ingegneri: Gary Burrel e Min Kao, i due fondatori di Garmin, dai quali deriva anche il nome dell’azienda, hanno sviluppato dei dispositivi che permettessero di localizzarsi grazie all’uso del sistema GPS».
Oltre al profilo planimetrico c’è anche quello altimetrico Oltre al profilo planimetrico c’è anche quello altimetrico
I satelliti
La parte fondamentale che ha permesso a questa tecnologia di svilupparsi è quella dei satelliti.
«Questi satelliti – continua Longoni – hanno un’orbita costante intorno alla terra e lanciano dei messaggi verso di essa. Servono tre satelliti per ottenere la posizione, attraverso la famosa “triangolazione” che viene letta in coordinate geografiche. I primi ambienti ai quali ci si è dedicati sono stati quelli dove era davvero necessario geolocalizzarsi, quindi il settore nautico e aeronautico. Ambienti senza alcun punto di riferimento. A metà anni ‘90 nascono i primi dispositivi ad uso terreno, sempre con precisione di 15-20 metri e con 8 canali».
La geolocalizzazione funziona grazie alla triangolazione del segnali da parte dei satelliti (foto scienza per tutti)La geolocalizzazione funziona grazie alla triangolazione del segnali da parte dei satelliti (foto scienza per tutti)
Posizione
Il sistema che viene utilizzato per calcolare la posizione è estremamente semplice e nel tempo è diventato sempre più preciso.
«Ora i sistemi di geolocalizzazione – spiega – sono quattro: GPS, Galileo, Glonass e BeiDou. Ogni dispositivo è in grado di allacciarsi con uno di questi sistemi di satelliti, chiamate costellazioni. Ognuna di esse è composta da 24 satelliti l’una, i quali sono settati con degli orologi atomici. Calcolare la posizione è estremamente semplice: orario di partenza, orario di arrivo, velocità del segnale e si ha la distanza del dispositivo dai tre satelliti con i quali sta comunicando. Il tutto viene tradotto, come detto prima, in coordinate geografiche».
«Quello che dà la precisione è il numero di satelliti: più sono vicini e in grado di comunicare, più la mia posizione sarà esatta. In questi anni di primi dispositivi la tecnologia era diversa, c’erano molti meno satelliti e, cosa più importante, c’erano delle finestre di tempo nelle quali potevano agire. Per essere precisi il numero dei canali, quindi 8 oppure 12, indica quanti satelliti il segnale riesce a prendere il sistema nello stesso momento».
Le costellazioni di satelliti in orbita sono 24 per ognuno dei quattro sistemi di geolocalizzazione (foto La Repubblica)Le costellazioni di satelliti in orbita sono 24 per ognuno dei quattro sistemi di geolocalizzazione (foto La Repubblica)
Le mappe cartografiche
I sistemi fino alla metà degli anni ‘90 prevedevano la navigazione in linea retta da un punto A ad un punto B. La necessità di seguire degli itinerari, quindi delle strade, è arrivata successivamente.
«Se si aggiunge una cartografia vettoriale – dice ancora Longoni – lo strumento è in grado di calcolare i percorsi. Questa è la differenza tra traccia e rotta: la prima è la scia elettronica che sviluppo mentre mi muovo. La rotta, invece, è lo strumento che mi permette di raggiungere la posizione voluta. Le prime cartografie nel mondo del ciclismo le abbiamo implementate nel 2006. Si trattavano di quelle stradali che venivano inserite nei dispositivi per il ciclismo. Il passo in avanti dal punto di vista della navigazione lo abbiamo fatto quando abbiamo integrato la possibilità di ricevere altri segnali satellitari, non solo GPS quindi. Questo ha permesso un grande sviluppo, sia a livello di precisione che a livello di ricalcolo dei percorsi. Ora con uno dei dispositivi più moderni, come può essere l’Edge840 Solar, la navigazione è estremamente semplice.
La geolocalizzazione ha aperto sviluppi importantissimi anche sul fronte della sicurezzaLa geolocalizzazione ha aperto sviluppi importantissimi anche sul fronte della sicurezza
La sicurezza
I dispositivi Garmin hanno al loro interno anche quella che è la funzione Incident Detection, che permette di lanciare un messaggio di allarme in caso di emergenza.
«Questa si attiva automaticamente – dice Longoni – con un giroscopio posizionato all’interno del dispositivo. In caso di impatto o di caduta il ciclomputer è pronto a far partire il messaggio di emergenza, il quale però funziona solo se si ha un telefono dietro e si è agganciati ad una rete. Abbiamo altri sistemi che non sono legati a sistemi telefonici, per esempio: il nostro dispositivo InReach. Questo non è collegato ad un sistema telefonico ma utilizza Iridium, un sistema satellitare utile per essere rintracciati in ogni parte del mondo».
Il casco è il primo elemento che ci viene in mente quando pensiamo alla sicurezza in bicicletta. Unire a questo tema delle ottime caratteristiche tecniche è fondamentale,rh+ con il suo casco Compact c’è riuscita. E’ un prodotto che prende ispirazione dalle forme e dal design dell’automotive.
Questo casco offre un eccellente flusso di aria: sia all’interno, per la miglior ventilazione, sia esternamente per ottimizzare l’aerodinamica del ciclista. In più ha una calzata ottimale grazie alla forma compatta e al sistema di regolazione taglia.
Il casco Compact offre un’eccezionale aerodinamica, unita ad un ottimo ricambio d’aria internoIl casco Compact offre un’eccezionale aerodinamica, unita ad un ottimo ricambio d’aria interno
La costruzione
Per realizzare il casco Compact viene utilizzata la tecnologia In-Moulding, si tratta di un sistema di co-stampaggio che conferisce al casco una grande leggerezza. Allo stesso tempo, però, la resistenza agli urti è estremamente elevata. Questo processo permette di stampare la calotta esterna in policarbonato termoformato, mentre la calotta interna è in EPS.
rh+ aggiunge il Lower Ring Protection: ovvero un anello, sempre realizzato in policarbonato co-stampato, che offre una migliore resistenza meccanica in caso di impatti. Il casco, grazie a questo sistema, è inoltre meno soggetto ad abrasioni.
La calotta esterna è costruita con policarbonato termoformato: leggero e resistenteQuesto casco offre la massima regolazione del sistema di fissaggioLa calotta esterna è costruita con policarbonato termoformato: leggero e resistenteQuesto casco offre la massima regolazione del sistema di fissaggio
Componenti ed accessori
Il casco Compact ha un divider laterale che offre una massima e dettagliata regolazione del sistema di fissaggio. E’ di facile utilizzo, basterà spostarlo verso l’alto o verso il basso e poi chiudere la fibbia. Come detto all’inizio, garantire la sicurezza è fondamentale per un casco. A proposito di questo rh+ ha inserito nella parte posteriore degli adesivi rifrangenti, per aumentare la visibilità anche in condizioni di luminosità ridotta.
Compact è venduto con una borsa porta casco realizzata in microfibra. In più è presente un’imbottitura anallergica realizzata con tessuto Fire Dry: removibile e lavabile. Prezzo d’acquisto: 84,90 euro.
Il caso Jakobsen e la caduta di mercoledì in Turchia: la sicurezza in corsa è importante. In Belgio ad esempio hanno adottato delle transenne innovative
La sicurezza è uno dei temi che tiene e deve tenere sempre banco quando si parla di ciclismo. Sulle strade di tutti i giorni, chi pedala, deve rendersi visibile e per fare questo bisogna montare sulla propria bici le luci. Sigma propone la Buster 1100, dotata di un fascio luminoso di 165 metri, garantito da 1100 lumen.
I led sono protetti dagli schizzi d’acqua e dalla sporcizia con il sistema IPX4I led sono protetti dagli schizzi d’acqua e dalla sporcizia con il sistema IPX4
6 modalità diverse
La luce Sigma 1100 offre ben sei modalità di illuminazione: high, mid, low ed eco sono quelle fisse. Poi ci sono anche due modalità ad intermittenza: night flashing e day flashing. La durata della batteria va dalle 2 ore, al massimo della potenza, fino alle 50 ore nella modalità day flashing.
Grazie alla nuova interfaccia USB-C, la luce Buster 1100 si può ricaricare rapidamente, sono necessarie solo 3 ore per l’intero processo di ricarica. Le lenti doppie e i LED twin offrono ai ciclisti che utilizzano questo prodotto una maggiore luminosità in un design unico.
Premendo rapidamente sul tasto dell’accensione si può visualizzare lo stato della batteriaPremendo rapidamente sul tasto dell’accensione si può visualizzare lo stato della batteria
I dettagli
Per montare la Buster 1100 sulla bici, è incluso nella confezione un supporto a vite regolabile in 3D, dotato di sgancio rapido. Sigma ha curato anche la visibilità laterale, il logo, infatti, funge da light guide in modo che i ciclisti siano maggiormente visibili in ogni situazione.
I led sono protetti dagli schizzi d’acqua e dalla sporcizia con il sistema IPX4, la Buster 1100 è dotata anche di una funzione di memorizzazione delle modalità utilizzate. Se si preme brevemente il tasto di accensione verrà visualizzato lo stato della batteria. Nel caso ci si voglia avventurare in pedale estremamente lunghe è possibile ricaricare la luce durante l’utilizzo.
Il peso della Buster 1100 è di 215 grammi, incluso il supporto, il prezzo invece è di 84,95 euro.
La gamma Varia di Garmin è studiata e ideata per garantire una sicurezza costante al ciclista in ogni condizione di traffico o strada. Le luci e i radar riconoscono l'avvicinarsi dei veicoli e avvisano dell'avvicinamento con suoni e segnali sul ciclocomputer o smartphone
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Alla vigilia della Sanremo, Adam Hansen è diventato il nuovo presidente del CPA, raccogliendo il testimone da Gianni Bugno. Australiano di Cairns, 41 anni, Adam vive in Repubbica Ceca ed è stato pro’ dal 2003 al 2020. Suo il record di partecipazione ininterrotta ai grandi Giri: 20 partecipazioni dalla Vuelta 2011 al Giro 2018. Gli abbiamo dato qualche settimana per ambientarsi, poi ci siamo presentati con le nostre domande. Che cosa fa il neo-eletto presidente mondiale dei corridori?
«Ci sono tanti argomenti – sorride Hansen – e soprattutto diversi. Non voglio chiamarli problemi, ma istanze che hanno tutti i corridori e che dobbiamo esaminare nei vari settori. Per cui ad esempio ci sarà un incontro con le donne per capire quali esigenze abbiano e le condizioni in cui lavorano. Si tratterà di discutere con gli organizzatori sulle transenne, la sicurezza e su ciò che gli piacerebbe fare…».
Audrey Cordon Ragot ha rotto il contratto con la Zaaf denunciando di non aver preso stipendi da gennaioAudrey Cordon Ragot ha rotto il contratto con la Zaaf denunciando di non aver preso stipendi da gennaio
Tante materie diverse…
Abbiamo avuto un incontro sui dati sensibili dei corridori e chi li controlla, dato che le leggi dell’Unione Europea sono molto diverse dal resto del mondo. Questo aspetto deve essere implementato. E poi dobbiamo fare anche l’Accordo Congiunto, cioè il contratto collettivo tra i corridori e le squadre, che deve essere approvato dall’UCI. Ogni team WorldTour e anche professional deve aderirvi, ma dobbiamo assicurarci che sia scritto molto bene, affinché protegga i corridori ad esempio sul fronte assicurativo. Dobbiamo assicurarci che le condizioni siano tutte in regola per lo svolgimento della professione. Sono davvero argomenti diversi.
Hai parlato di sicurezza: cosa pensi della maxi caduta del Fiandre?
In uno degli ultimi incontri, ironia della sorte, abbiamo parlato di qualcosa del genere prima che la caduta accadesse. Abbiamo detto che vorremmo un sistema di cartellini rossi e gialli, proprio come nel calcio. Se un corridore si comporta in modo inappropriato, riceve un cartellino giallo o rosso a seconda di ciò che ha fatto. Ne abbiamo bisogno per alcuni motivi. E’ normale che i corridori passino sempre sul lato della strada e cerchino di guadagnare terreno. Lungo quella strada c’erano un’area di parcheggio e un sentiero pedonale. Maciejuk ha avuto la sfortuna si trovare erba e acqua e ha perso il controllo della bici. Non era sua intenzione fare questo. Ho potuto vedere la situazione. Non è stato l’unico che lo abbia fatto, ma l’unico che ha pagato per le condizioni di quel tratto di strada.
Ecco la caduta del Fiandre, provocata dalla manovra incauta del corridore della Bahrain VictoriousEcco la caduta del Fiandre, provocata dalla manovra incauta del corridore della Bahrain Victorious
Come lo gestiresti?
Dovrebbe ricevere uno di questi cartellini, giallo o rosso. Il sistema non deve servire solo a punirlo per le sue azioni. Abbiamo bisogno di qualcosa per cui i corridori siano consapevoli che se fanno qualcosa, verranno puniti, perché attualmente un sistema non c’è. Il senso non è punire lui per proteggere gli altri ciclisti. Però si potrebbe pensare di squalificare il corridore per la successiva gara WorldTour. Se qualcosa del genere fosse messo in atto, allora si penserebbe due volte prima di fare certe azioni.
E’ stato sfortunato o ha esagerato?
Il ciclismo non è come la Formula Uno, in cui il mondo sta fuori dalla pista e i piloti possono fare quello che vogliono. Il ciclismo si corre sulle strade, puoi trovarti un tifoso sulla strada. Il settore di percorso su cui sono passati non era proprio un tratto pulito, era una corsia per il parcheggio. Normalmente sulle strade ci sono due corsie e delle corsie pedonali, ma quel tratto aveva un fondo differente.
In che modo i cartellini eviterebbero una caduta così?
Porterebbero regole più chiare. Si può arrivare a stabilire che si può correre solosulla strada e basta. E se vai fuori strada riceverai un cartellino. Per un incidente come quello del Fiandre, potrebbe essere un rosso. Puoi finire nella corsia del parcheggio perché un’oscillazione del gruppo ti spinge da quella parte: in questo caso non devi essere penalizzato. Se invece lo spostamento è fatto di proposito per trarne vantaggio, allora potrebbe esserci una penalizzazione. Ma prima di ogni cosa, mi piacerebbe chiedere ai corridori cosa ne pensano.
Al Giro del 2020, Adam Hansen è con Mauro Vegni, cercando di chiarire lo sciopero di Morbegno dovuto alla pioggiaAl Giro del 2020, Adam Hansen è con Mauro Vegni, cercando di chiarire lo sciopero di Morbegno dovuto alla pioggia
In che modo parli con loro?
Questo fine settimana sono stato a tre corse e ho iniziato a distribuire un piccolo sondaggio ai corridori, chiedendo loro di rispondere a una serie di domande. Questa è una di quelle. Inoltre vorrei avere il loro punto di vista, perché sono cose che fanno tutti: lo aveva fatto anche Tim Wellens prima della caduta. Bene, in alcune situazioni non è un problema. Spero però che tutti i ciclisti capiscano che dobbiamo avere un qualche tipo di regola, in modo che non aumentino i comportamenti stupidi. Al momento invece la situazione è che chiunque può fare quello che vuole e nessuno ha paura. Questa volta lo hanno visto tutti in televisione, altre volte nessuno ha visto niente e il responsabile è passato inosservato.
Sapere che ci sono sanzioni a cosa serve?
Se i ciclisti sono consapevoli della possibilità di essere presi, forse le cose cambiano. Oggi non c’è assolutamente alcuna regola, quindi non ci pensano due volte. Lo fanno e basta, vanno davanti a tutti i costi. Però forse se c’è qualche tipo di penalizzazione e ci tengono a correre la prossima gara, forse prima di muoversi aspettano fino a quando la strada diventa più ampia e non corrono il rischio.
Sagan ha detto che lo stress in corsa è aumentato a causa di Velo Viewer e delle tante comunicazioni radio: cosa ne pensi?
E’ davvero una domanda difficile. L’uso delle radio è importante soprattutto per un fatto di sicurezza, per segnalare ad esempio che sta sopraggiungendo un’ambulanza nel senso opposto. Si chiama direttamente radiocorsa e i corridori possono spostarsi. E’ vero però che i direttori sportivi conoscono tutte le situazioni pericolose e ugualmente spingono i corridori a essere nella parte anteriore e questo provoca più stress. Ma succedeva anche quando correvo io, prima di VeloViewer. Le squadre migliori mandavano un’ammiraglia davanti perché avvisasse i corridori dei vari pericoli. Quindi non incolperei VeloViewer per questo, perché il fenomeno è parte di questo sport.
Il tempo di denunciare lo stress e l’eccesso di cadute e Sagan ha chiuso il suo ultimo Fiandre con un ritiroIl tempo di denunciare lo stress e l’eccesso di cadute e Sagan ha chiuso il suo ultimo Fiandre con un ritiro
Lo chiederai al gruppo?
Mi piacerebbe parlarne con loro e vedere cosa ne pensano. Se la maggior parte di loro è davvero contro questo o contro le radio, affrontiamo il problema, perché alla fine io faccio quello che dicono loro. Molto dipende anche dall’uso che si fa di certi dispositivi. Quando ancora correvo, c’erano alcuni corridori che si toglievano la radio, perché volevano solo correre in pace. Invece ce ne sono altri che la portano sempre. Il fatto è che non potrai mai controllare che i team non abusino della radio.
L’aumento della pressione dipende dall’uso sbagliato delle radio o dall’agonismo?
E’ una buona domanda che potrei aggiungere al questionario. Non chiederò più se gli piace avere le radio o non averle, ma vorrei capire se dal loro uso derivi troppa pressione o cosa succede se non ascoltano tutte le chiamate.
Per il tuo nuovo ruolo, farai nella maggior parte delle gare che puoi o come lavorerai?
Così venerdì sono stato ai Paesi Baschi e ho parlato con un po’ di corridori. Alla Milano-Sanremo, sono salito su sei pullman. Purtroppo siamo arrivati un po’ tardi per un problema con gli accrediti, ma sono stato in grado di parlare con tutti i ciclisti delle sei squadre. I corridori si stavano preparando, qualcuno prendeva il caffè, qualcuno metteva in tasca i rifornimenti, altri si vestivano. Non dovevano andare da nessuna parte, così hanno potuto ascoltarmi e io mi sono messo a disposizione. Vuoi parlare? Parliamo.
Al Giro del 2013, Hansen vince la tappa di Pescara: quella in cui Nibali si avvantaggia su WigginsNel 2014, Hansen vince alla Vuelta la tappa di Cangas do MorrazoAl Giro del 2013, Hansen vince la tappa di Pescara: quella in cui Nibali si avvantaggia su WigginsNel 2014, Hansen vince alla Vuelta la tappa di Cangas do Morrazo
Un modo molto pratico di gestire i rapporti.
Voglio essere molto più efficiente nella mia comunicazione quando sono alle gare. Dopo i Baschi sono venuto alla Parigi-Roubaix e ieri ho visto anche la gara delle donne. Vorrei vedere più corridori possibili e per questo girerò. Non serve stare due settimane, perché vedrei sempre gli stessi corridori. Voglio vederne tanti, ma tutti diversi fra loro.
Che nesso c'è fra il Covid e i problemi al cuore? Perché a Sagan è stato imposto riposo assoluto? Ne abbiamo parlato con Roberto Corsetti. Venite a leggere
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Sonny Colbrelli è ufficialmente un nuovo “brand ambassador” di Rudy Project. In marchio trevigiano, produttore di occhiali e caschi per il ciclismo, ha recentemente definito con il campione italiano ed europeo 2021 un accordo per i prossimi due anni. Un legame, quello tra Colbrelli e l’azienda della famiglia Barbazza, che deriva da una profonda stima e da una condivisione piena di valori e visioni comuni, come quella di diffondere una vera cultura del reciproco rispetto sulla strada e di promuovere uno stile di vita più sano.
Colbrelli e Rudy Project hanno entrambi a cuore il tema della sicurezza Colbrelli e Rudy Project hanno entrambi a cuore il tema della sicurezza
Attenzione alla sicurezza
Il raggiungimento dell’accordo tra Rudy Project e Sonny Colbrelli, quest’ultimo meraviglioso vincitore della Parigi Roubaix 2021 proprio indossando casco e occhiali Rudy, è stato assolutamente naturale in virtù di un rapporto basato su una storica amicizia. L’esperienza e il “know-how” di Rudy Project saranno adesso a disposizione del campione italiano nel suo nuovo ruolo professionale di “liaison” tra atleti e tecnici all’interno del team Bahrain Victorious, rappresentando così il perfetto ambasciatore dei valori che il brand intende da sempre promuovere.
Come anticipato, l’obiettivo dell’accordo è quello sensibilizzare gli utenti della strada, partendo dai più piccoli, attraverso una collaborazione solida e duratura basata sulla passione comune per il ciclismo. Rudy Project ha da sempre dimostrato massima attenzione alla sicurezza e alla protezione degli atleti, mettendo a disposizione dei ciclisti prodotti tecnologicamente avanzati, come occhiali da sole con lenti fotocromatiche resistenti agli urti, e caschi che hanno sempre dimostrato e certificato una sicurezza indiscussa.
Il brand trevigiano e Colbrelli hanno definito una collaborazione per i prossimi due anniA Trento, nel 2021, Sonny si è laureato campione europeo, battendo in volata EvenepoelIl brand trevigiano e Colbrelli hanno definito una collaborazione per i prossimi due anniA Trento, nel 2021, Sonny si è laureato campione europeo, battendo in volata Evenepoel
Una visione condivisa
«Questo che adesso mi onoro di rappresentare – ha dichiarato Colbrelli – è un brand di grande prestigio, costituito da persone vere che credono nel proprio lavoro e che da sempre dimostrano la massima attenzione per i ciclisti e per la loro sicurezza. Sono davvero orgoglioso di rappresentare Rudy Project come ambassador».
«La partnership tra la nostra azienda e Sonny Colbrelli – ha ribattuto Simone Barbazza, direttore marketing e co-titolare Rudy Project – rappresenta per noi un nuovo passo nella strategia di sviluppo del brand, basata sulla collaborazione con atleti di livello mondiale e sulla continua ricerca di prodotti estremamente performanti e sempre guidati da una visione più sostenibile per il bene di tutti. Iniziare questo percorso con Sonny è un tassello verso una nuova prospettiva, dove i valori anticipano le performance».