Dall’Africa all’Europa: la settimana azzurra di Frigo

03.10.2025
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Ieri Marco Frigo ha conquistato la medaglia d’argento nella cronostaffetta mista. La gamba è ancora quella buona dei mondiali. In una settimana il veneto è passato dall’Africa all’Europa, da un clima tropicale a uno più continentale, da un mondo esotico ad uno noto. «Oggi (ieri, per chi legge, ndr) – dice Frigo – siamo andati forte. Stavamo bene, stavo bene. Ed è stato un bel podio che dà fiducia! La Francia? Deve aver sentito l’odore di casa…». Come a dire che forse gli azzurri temevano di più la Svizzera.

Ma torniamo a questa settimana così particolare. Come si è gestito dunque Marco in questi sette giorni così diversi fra loro? Come si è adattato? Viaggi, stanchezza, voli, gare: è stata una giostra tra recupero e fasi intense…

Marco Frigo (al centro tra Ganna e Milesi) sul podio di ieri della mix relay europea. In basso: da sinistra, Venturelli, Cecchini e Guazzini
Marco Frigo (al centro tra Ganna e Milesi) sul podio di ieri della mix relay europea. In basso: da sinistra, Venturelli, Cecchini e Guazzini
Quindi Marco, da un clima tropicale, eravate in Rwanda, a un clima piuttosto fresco. Come ci si adatta? Perché poi praticamente siete volati direttamente in Francia, giusto?

Esatto, io sono passato dal Rwanda alla Francia in poco più di 24 ore. Però questo secondo adattamento è stato più facile. Alla fine si ritorna in Europa, si ritorna in Francia, un ambiente che ben conosco.

Chiaro…

E’ stato molto più semplice, per noi europei è un ambiente naturale. Ci avevano detto che in Italia era freschino e quindi eravamo preparati anche a un po’ più freddo. In realtà in questi giorni qui a Valence si sta bene, a parte il vento che c’è stato ieri e anche oggi. Le temperature sono ottime per pedalare. In Rwanda era più umido, si era un po’ in quota e di certo c’è stato un adattamento molto più complesso.

Il martedì Frigo e compagni hanno dovuto viaggiare, in volo si sono adattati col pasto che passavano
Il martedì Frigo e compagni hanno dovuto viaggiare, in volo si sono adattati col pasto che passavano
Si ritrovano subito certi automatismi, insomma. A livello di alimentazione come vi siete regolati, dal viaggio alla meta finale?

Dopo la prova su strada è stato importante recuperare subito i carboidrati e gli zuccheri per non rimanere troppo a lungo in deficit calorico. La giornata di domenica è stata davvero dispendiosa. Poi invece il lunedì è stato più tranquillo dal punto di vista energetico. Di fatto si è trattato di viaggiare.

E martedì?

A livello di alimentazione abbiamo sempre curato la quota di carboidrati e proteine. Sono giornate di viaggio in cui adattarsi è un po’ difficile. Abbiamo mangiato il pasto che ti servono in aereo: riso col pollo sostanzialmente. Poi, arrivati a Milano, abbiamo fatto una buona colazione che ci ha rimesso in riga. E la sera qui in Francia tutto è tornato a regime vista anche la presenza del cuoco.

Invece a livello di allenamento?

Personalmente è stato importante per me fare una sgambata lunedì dopo la gara per mantenere e “smollare” un po’ la tensione muscolare. Una sgambata che abbiamo effettuato il lunedì mattina in Rwanda. Poi da lunedì pomeriggio fino a martedì sera siamo stati in viaggio. In tutto 27 ore, pertanto martedì non sono uscito.

Due trasferte, due specialità (crono e strada): è servito anche un adattamento muscolare, ma in tal senso Frigo ringrazia i massaggiatori
Due trasferte, due specialità (crono e strada): è servito anche un adattamento muscolare, ma in tal senso Frigo ringrazia i massaggiatori
E siamo a mercoledì…

Ho fatto un classico pre-gara in vista della mixed relay. Ho fatto due ore e mezza con la bici da crono, senza forzare troppo, ma con piccole variazioni d’intensità.

Ieri la gara, con l’argento… E oggi?

La giornata prevede tre ore tranquille, recupero sostanzialmente. Andatura regolare. Alla fine è la prima uscita normale dopo il mondiale, diciamo. Si tratterà solo di ascoltare le sensazioni, di non forzare, perché comunque nella cronostaffetta è stata fatta dell’intensità, pertanto non c’è bisogno di riproporla oggi.

E sabato?

Sabato siamo di nuovo al pre-gara. Si farà un’ora e mezza, due al massimo. Magari inserirò un po’ di attivazione pre-gara per non essere ingolfati poi domenica in corsa.

Cosa intendi per attivazione?

Si fa qualche intervallo al medio o qualche intervallo più breve di maggiore intensità. Quindi un po’ di VO2 Max, ma niente di particolare. Poi sono anche le sensazioni che ti guidano in quei pre-gara, almeno per me è così. L’attivazione viene sempre fatta a sensazione: alcune volte la mente ti dice che non ce n’è bisogno, che stai bene, quindi ti tiri un po’ indietro. Altre volte invece senti proprio il bisogno di sfogarti e quei piccoli lavori li fai con determinazione. Capisci che ti servono.

In queste situazioni la parte di scarico, le famose sgambate, assumono quasi più importanza di quelle di carico (foto Instagram @pipecano)
In queste situazioni la parte di scarico, le famose sgambate, assumono quasi più importanza di quelle di carico (foto Instagram @pipecano)
E’ molto curiosa la parte del viaggio, Marco. Martedì, quando siete arrivati in Francia, per esempio hai fatto un po’ di stretching la sera?

Sì, quando sono arrivato grazie ai massaggiatori, davvero disponibili, sono riuscito a farmi fare un massaggio. E’ stata una manna per scaricare la tensione del viaggio, per la muscolatura intorpidita, per mettere in moto di nuovo i liquidi e sistemare eventualmente la ritenzione idrica.

Una nota curiosa: quali sono state le sensazioni personali tra un posto diverso come il Rwanda e uno come la Francia, che è “casa”?

Sul fronte del cibo, come potete immaginare, siamo stati molto attenti, però devo dire che abbiamo gustato del buon caffè. Il caffè lo sanno fare bene laggiù. Poi ovviamente il Rwanda mi ha lasciato bellissimi ricordi: era la mia prima volta in Africa e c’è stata una visione diversa della vita. I problemi lì sono diversi. Sembra di tornare indietro ad un’altra vita. E credo che vedere tutto questo ha rimesso un po’ con i piedi per terra a noi occidentali. E’ stata una prospettiva diversa della trasferta… non solo agonistica. Qui invece siamo di fatto a casa: sono ambienti, strade e clima che riconosci e nei quali ti ritrovi non solo subito, ma automaticamente.

Un’ultima domanda Marco. Ormai siete un bel gruppo, perché da giorni girate e vivete insieme: come stai vivendo questa nazionale?

Quest’anno la maglia della nazionale era un modo per trovare nuovi stimoli, nuove motivazioni dopo la Vuelta. E quindi mi sono messo a disposizione totale di Marco Villa e della maglia azzurra con molta grinta e molta energia. Ora speriamo che quanto fatto in settimana vada bene per domenica.

Recupero e alta intensità: le due settimane post Giro di Tonelli

23.06.2025
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Rispetto a qualche anno fa, dopo il Giro d’Italia abbiamo visto moltissimi corridori continuare a correre. C’è persino chi è andato in Slovenia, in pratica una consecutio della corsa, e chi è rientrato solo qualche giorno fa. E’ questo il caso, per esempio, di Alessandro Tonelli.

L’atleta della Polti–Kometa infatti, dopo due settimane, è rientrato in gara alla Route d’Occitanie. Due settimane sono un periodo intermedio, né breve per fare solo scarico, né tanto lungo per recuperare appieno. Tonelli ha disputato quindi la corsa francese e poi ha proseguito nella nuova gara pirenaica, la prima edizione della Andorra MoraBanc Clàssica.

Dal caldo torrido della Route d’Occitanie al fresco dei Pirenei: questi sbalzi termici non aiutano
Dal caldo torrido della Route d’Occitanie al fresco dei Pirenei: questi sbalzi termici non aiutano
Alessandro, partiamo dalle tue sensazioni: come è stato rientrare in gara dopo il Giro?

Diciamo che il caldo ha influenzato molto la prestazione. In Francia abbiamo vissuto cinque giorni di tappe caldissime, a 35-36 gradi. Si sono sentiti parecchio nelle gambe e nel corpo. Ieri ad Andorra invece in tal senso molto meglio, perché era più fresco… a tratti quasi freddo, ma è stata una gara durissima: 4.000 metri di dislivello in 115 chilometri.

Al netto del caldo?

Dopo il Giro, come spesso accade, sentivo di fare una fatica bestia quando si andava piano. Ero impacciato, pesante, mentre andava meglio quando si andava forte. Ma è un classico del Giro: vieni da tre settimane in cui ti sei abituato alle alte intensità, ma non hai recuperato del tutto.

Entriamo nel cuore dell’argomento, le due settimane tra Giro e Occitanie: come le hai passate?

Nella prima settimana ho osservato un giorno di riposo totale e un giorno in cui facevo un’ora e mezza molto tranquilla. Solo al sabato ho fatto quattro ore con un primo richiamo d’intensità: 5-6 minuti facendo una progressione da Z4 a Z5.

Passiamo alla seconda settimana: il lunedì cosa hai fatto?

E’ stata una giornata un po’ particolare. Ho lavorato sulla forza. Ho fatto le classiche SFR. Essendo parecchio tempo che non andavo in palestra, poteva essere rischioso con le gare così vicine. Così ho cercato di fare la forza in bici.

Per Tonelli nella seconda settimana post Giro parecchia intensità a casa
Per Tonelli nella seconda settimana post Giro parecchia intensità a casa
Martedì?

Recupero, un paio d’ore facili…

Mercoledì?

Ho ripetuto il lavoro del lunedì.

E siamo al giovedì…

Ho fatto 4 ore, con lavori ad alta intensità. Ho fatto due salite iniziandole forte in Z5 per 4 minuti, poi 3 minuti di recupero in Z3 e poi altri 8 minuti in Z5. In totale sono stati 15 minuti di lavoro ripetuti per due volte. A seguire ho inserito un lavoro in pianura ad alta cadenza: 2×8 minuti in Z3.

Venerdì?

Scarico semplice, un paio d’ore.

E il sabato?

Ho fatto una distanza regolare, che poi distanza vera e propria non era perché in questa fase non si deve caricare tantissimo. Quindi ho fatto 4 ore e 30′ con tre salite da 25 minuti. Una di queste salite l’hanno affrontata al Giro Next Gen prima del Maniva, è il Passo dei Tre Termini, che da noi è noto come Polaveno.

E infine, Alessandro, eccoci alla domenica…

Riposo assoluto, non sono uscito. Nel limite delle possibilità la domenica per me è sacra e la dedico sempre al riposo. In compenso ho fatto ancora un richiamo il giorno successivo.

Calando i chilometri, Tonelli ha diminuito l’apporto di carbo anche in allenamento
Calando i chilometri, Tonelli ha diminuito l’apporto di carbo anche in allenamento
E cosa hai fatto di preciso?

Ero alla vigilia della partenza per la Route d’Occitanie e ho fatto 2 ore e 45 minuti con due lavori ad alta intensità di 12 minuti in salita (a varie intensità) e a seguire 5 ripetizioni da 20”-40”.

Insomma Alessandro, nel complesso non un super volume ma neanche si passeggiava. Invece da un punto di vista alimentare come hai gestito queste due settimane?

Allenandomi meno ho calato l’apporto dei carboidrati, soprattutto nella prima settimana. Sostanzialmente la regola è: ti alleni meno, mangi meno. Poi quando ho ripreso ad allenarmi mi sono rimesso al regime di 80 grammi di carbo l’ora. Io anche in gara esagero, arrivo mediamente a 110 grammi l’ora.

Avrai mangiato meno, ma qualche sgarro post Giro lo avrai pur fatto?

Ma sì, già a partire dalla cena che abbiamo fatto tutti insieme a fine Giro. Poi però, dovendo correre, non è che ti lasci andare del tutto. In quella settimana di riposo controllavo l’alimentazione, ma se volevo qualcosa, che so un gelato, un dolcetto, me lo mangiavo. Alla fine lo stacco in quei giorni era anche per la testa e non solo per le gambe.

Sul fronte dei liquidi e dell’integrazione?

In allenamento non è cambiato tanto perché alla fine di caldo vero a casa ne ho preso un paio di giorni. Ma in gara in Francia ho bevuto moltissimo.

La settimana tipo di Davide Formolo prima dell’esordio stagionale

22.01.2025
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Manca poco all’inizio della stagione di Davide Formolo. Il corridore della Movistar sarà al via della Ruta de la Cerámica e della Clàssica Comunitat Valenciana 1969, in programma questo fine settimana. Due giorni di pausa e poi altre quattro corse di un giorno di fila. Quasi una breve gara a tappe, a pensarci bene…. Dopo mesi di preparazione intensa, questa settimana rappresenta la fase finale di rifinitura, in cui l’obiettivo principale è arrivare alla prima gara con la migliore condizione possibile.

L’atleta veneto ci ha raccontato come ha strutturato la sua preparazione invernale, partendo da un primo blocco intenso a novembre, seguito da una fase di scarico durante le festività natalizie. Da gennaio, tre settimane di lavoro mirato hanno portato l’atleta a quest’ultima settimana, improntata sulla supercompensazione. Andiamo a scoprire nel dettaglio come si svolgono questi ultimi giorni prima dell’esordio stagionale (in apertura foto Instagram-Movistar).

Formolo partirà dalle corse spagnole. Era dal 2015 (qui sul podio della Tramuntana con Cummings e Valverde) che non partiva dalla Spagna
Formolo partirà dalle corse spagnole. Era dal 2015 (qui sul podio della Tramuntana con Cummings e Valverde) che non partiva dalla Spagna
Davide, facci scoprire la struttura della tua settimana tipo in questo particolare momento della stagione, cioè l’approssimarsi delle gare. Partiamo dal lunedì?

Io partirei dalla domenica. La settimana che precede le gare è una settimana di scarico e prevede un avvicinamento graduale alle gare, pertanto la domenica è dedicata al completo recupero, mentre lunedì sono ripartito con un allenamento di 4 ore dietro moto, lavorando su intensità piuttosto elevate come Z4 e Z5. Questo tipo di lavoro viene svolto su percorsi vallonati, ideali per simulare cambi di ritmo e appunto d’intensità.

Fai anche salite dietro moto?

Sì, ma sono brevi, di 2-3 chilometri, quelle ideali per un certo tipo di sforzi. Alla fine quelle lunghe si fanno a ritmo Z2, endurance puro e ne ho già fatte molte.

Martedì?

Ieri è stata una giornata più tranquilla, con 3 ore di pedalata a bassa intensità Z1-Z2, per favorire il recupero attivo. Recupero è un po’ la parole d’ordine di questa settimana.

Formolo durante una delle sue sedute di core, esercizi come il plank li esegue quasi quotidianamente (quando fa scarico)
Formolo durante una delle sue sedute di core, esercizi come il plank li esegue quasi quotidianamente (quando fa scarico)
Mercoledì?

Oggi ho ripetuto la sessione del lunedì, con un allenamento quasi identico. E’ stato appena più corto: ma siamo lì.

E siamo al giovedì: 48 ore dal debutto…

Giovedì, invece, si riducono parecchio i volumi. Per questo faccio un paio d’ore. Si tratta di un’uscita molto easy. L’obiettivo è arrivare al fine settimana in condizioni ottimali per le gare di sabato e domenica.

E venerdì? Siamo alla vigilia ormai…

Quando posso cerco di fare riposo assoluto. Ormai dopo tanti anni di carriera ho appurato che mi piace e mi fa bene. Pensate che anche nei grandi Giri, quando posso cerco di non uscire per niente. O comunque faccio davvero, faccio pochissimo. Niente in pratica.

Passiamo alla parte nutrizionale: come gestisci l’alimentazione in questa fase?

L’alimentazione segue un principio di periodizzazione legato all’intensità degli allenamenti. Nei giorni meno intensi si riducono i carboidrati, mentre con l’avvicinarsi delle gare si aumenta l’apporto di energia per arrivare a piena capacità. Dal giovedì, ad esempio, incremento i carboidrati.

La “carbonara (molto) rivisitata” del veneto
La “carbonara (molto) rivisitata” del veneto
Cosa mangi? Facci un esempio…

Diciamo che mi sono internazionalizzato parecchio! E quindi opto per un piatto unico di carboidrati e proteine, tipo riso e uova strapazzate, una sorta di carbonara rivisitata. Dal giovedì la parte dei carbo, che sia appunto riso o pasta, aumenta. E poi sempre tante verdure.

Quali?

Tra le mie verdure preferite ci sono le carote, le zucchine, alimenti che consumo in abbondanza. Ma direi tutte le verdure, questo grazie anche all’influenza di mio padre, che faceva il trasportatore di frutta e verdura. Ne mangiavo a cassette sin da quando ero bambino.

Prima hai detto che dal giovedì, quindi a due giorni dalla gara aumentano i carboidrati: ma quanto? E sul fronte del computo totale delle calorie cambia qualcosa (pensando anche all’apporto proteico)?

Sul fronte calorico, l’approccio è cambiato: si mangia di più rispetto al passato, evitando di rimanere in deficit calorico. Dal 2020, dal Covid, abbiamo smesso di fare la fame! Oggi si mangia davvero di più. Ci si allena più forte e si mangia di più. I nutrizionisti hanno fatto passi da gigante. Detto ciò non saprei dire quante calorie mangio di più o di meno. Io mi affido alle tabelle elaborate dal nutrizionista del team, senza stare ad impazzire.

E riguardo alla vita quotidiana, cosa fai in questa settimana pre-gara?

Con l’avvicinarsi delle gare, gli allenamenti si accorciano e c’è più tempo per il recupero attivo. Le sessioni di stretching e core stability, che faccio sempre, diventano più corpose nei giorni con carico ridotto.

Questa settimana pre-gara, Formolo ha previsto anche fasi intense (foto Instagram)
Questa settimana pre-gara, Formolo ha previsto anche fasi intense (foto Instagram)
Che tipo di esercizi fai?

Esercizi per dorsali, glutei e addominali, ma senza esagerare con la palestra, per evitare di appesantire le gambe. Non seguo una regola rigida per il momento in cui eseguire questi esercizi. Spesso li faccio sia prima di uscire in bici, che dopo.

Hai un rituale prima della gara? Qualcosa che fai sempre, una scaramanzia…

Come dicevo, il giorno prima della competizione cerco di riposare il più possibile. Un rituale? Non fare mai più di 10 chilometri in bici. Ma è una consuetudine che cerco di fare sempre, non solo per il debutto stagionale. Mentre con la scaramanzia ho chiuso: quella funziona quando funzionano le gambe! Per me, la chiave del recupero è ascoltare il corpo e capire quando è il momento di spingere o rallentare.

Davide, riguardo alla bici hai fatto qualche ritocco dell’ultimo minuto?

No, no… cambiare adesso sarebbe un guaio. Io dico sempre «Se sei storto, continua a pedalare storto!». In questa settimana quindi proprio non ho toccato nulla. Ad inizio stagione invece ho abbassato leggermente la sella, seguendo la tendenza del ciclismo moderno: più bassi e più corti. Il cambiamento mi è stato suggerito anche dal nostro biomeccanico per migliorare l’efficienza e il comfort in gara.

La settimana tipo… in Australia. Cosa fa Rachele Barbieri?

11.01.2025
5 min
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Rachele Barbieri ci racconta come sta trascorrendo i suoi giorni in Australia, dove si trova dal periodo di Natale insieme al suo fidanzato Manlio Moro. I due atleti sono ad Adelaide dal 27 dicembre e soggiornano presso alcuni parenti del friulano.

«Dopo molti anni – racconta Rachele – Manlio ha potuto riabbracciare i suoi zii. Anche grazie a questa opportunità ho chiesto al mio team (Picnic – PostNL) di poter partecipare al Tour Down Under. Già l’anno scorso ci avevo provato, ma non fu possibile. Stavolta mi sono mossa con maggiore anticipo. Ci siamo organizzati per tempo e il 26 dicembre siamo partiti dall’Italia. Qui il caldo è piacevole, non eccessivo, almeno per ora».

Rachele e Manlio: i due atleti hanno approfittato della presenza dei parenti di Moro in Australia per partire con largo anticipo
Rachele e Manlio: i due atleti hanno approfittato della presenza dei parenti di Moro in Australia per partire con largo anticipo
Come organizzi la tua settimana tipo?

Non ho una settimana standard. Di solito alterno tre giorni di carico a uno di scarico. Qui in Australia queste cadenze sono più regolari rispetto all’Italia, perché non devo adattare gli allenamenti al meteo. Inoltre, il caldo non è troppo intenso e l’adattamento al fuso orario è stato rapido: in un paio di giorni eravamo già in ritmo.

A che ora ti svegli?

Mi piace dormire, quindi non prima delle 9 o 9,30. In ogni caso, per le 11 sono in bici.

Come si svolge il primo giorno di carico?

Faccio un’uscita di circa 4 ore con lavori impegnativi. A volte li svolgo nella prima parte dell’allenamento, con gamba fresca, altre volte nella seconda parte, con gamba stanca. Questi lavori sono intensi e mirati alle volate. Alla fine percorro circa 110-120 chilometri. La media generale non è alta, perché i recuperi tra una ripetuta e l’altra sono molto tranquilli.

Cosa fai nel secondo giorno di carico?

E’ la giornata del doppio allenamento. Al mattino faccio due ore in bici con richiami di esplosività e accelerazioni in progressione. Nel pomeriggio vado in palestra, dove mi dedico a lavori su forza e potenza.

E il terzo giorno di carico?

Distanza pura: 5 ore, inserendo qualche salitella per spezzare la monotonia. Anche se qui non ci si annoia mai: tra i paesaggi, i koala e i canguri, c’è sempre qualcosa da osservare. Le salite non sono lunghe, al massimo 5-6 chilometri, e sono pedalabili, con continui saliscendi.

A che intensità lavori?

Principalmente in zona 1 (Z1), ogni tanto in zona 2 (Z2), a seconda del periodo. Ora che si avvicinano le gare, l’intensità è leggermente diminuita.

Come gestisci il giorno di scarico?

A volte riposo completamente, altre faccio un’uscita leggera di circa un’ora, in piena libertà.

Cambia qualcosa quando riprendi i giorni di carico?

Sì, inverto il primo e il terzo giorno.

Hai modificato la preparazione per adattarti al clima australiano?

Non per quanto riguarda le temperature, perché sto facendo un adattamento graduale. Però ho modulato i carichi in vista delle gare. A casa, con il freddo, non riuscivo a lavorare bene. Qui invece posso farlo. In caso di temperature troppo alte, tipo i 40 e passa gradi, avremmo apportato ulteriori modifiche, ma finora il clima è stato ideale.

Sarà che laggiù è estate, ma a detta di Rachele le verdure sono buonissime e ne mangia molte
Sarà che laggiù è estate, ma a detta di Rachele le verdure sono buonissime e ne mangia molte
L’alimentazione è cambiata?

In generale no, anche se alcuni alimenti, come il parmigiano, sono più difficili da trovare. Ho introdotto più porridge a colazione, grazie alla cugina di Manlio che lo fa molto buono e con tanta frutta fresca, ottima per queste temperature.

Cosa mangi quindi a colazione?

Porridge con frutta e cereali.

E a pranzo?

Carboidrati e una fonte proteica. Quindi riso o pasta abbinati a uova, carne, pesce o legumi. Sto aumentando il consumo di legumi nella mia dieta.

Cosa prevede la cena?

Una fonte proteica diversa da quella del pranzo, accompagnata da carboidrati come pane o patate, e tante verdure. Qui sono molto saporite e i parenti di Manlio hanno un orto. Frutta come mango e avocado non mancano mai.

Rachele Barbieri in azione: lo scorso anno non prese parte al Tour Down Under, ci torna dopo sei anni
Rachele Barbieri in azione: lo scorso anno non prese parte al Tour Down Under, ci torna dopo sei anni
C’è un dolce tipico che mangi?

Non molto a dire il vero, ma vicino a casa c’è una yogurteria dove puoi personalizzare lo yogurt con cereali, frutta e pistacchi. Quello è il nostro piccolo “sgarro”.

Come ti alimenti in bici?

Bevo di più, ma per il resto non è variato nulla. Una particolarità dell’Australia è che non ci sono fontanelle, quindi riempiamo le borracce nei bar, dove sono molto accoglienti e spesso ti chiedono loro se hai bisogno di acqua. Lì prendo anche qualcosa da mangiare per il resto dell’uscita.

E nel tempo libero? Fate i turisti?

Non troppo. Tra svegliarci tardi e allenarci, resta poco tempo. Abbiamo fatto stretching e anche dei massaggi presso una massaggiatrice della nazionale australiana che conosceva Manlio. Durante un giorno di riposo, siamo andati a fare una passeggiata nel centro di Adelaide: molto bello!

Hai avuto modo di visionare il percorso di gara?

No, perché la gara si svolge relativamente lontano da qui. Però, grazie a VeloViewer e al fatto che spesso ci sono circuiti, vedremo tutto nei prossimi giorni. La squadra è arrivata ieri, mentre si inizia a correre il 17 gennaio.

Tre distanze e una seduta di forza nella settimana tipo di Piganzoli

28.12.2024
5 min
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Con l’anno nuovo alle porte e la preparazione in pieno svolgimento, abbiamo chiesto a Davide Piganzoli di raccontarci la sua settimana tipo, un must di bici.PRO. Il giovane ciclista della Polti-Kometa ci ha offerto uno spaccato dettagliato della sua preparazione.

Mentre si sta preparando per un’uscita lunga, il Piga ci racconta come si struttura una sua settimana in questo periodo, in considerazione del fatto che dovrebbe iniziare a gareggiare a fine gennaio.

La filosofia di Piganzoli è di non arrivare al limite per quel che riguarda lo stress. Il relax è vitale (foto Maurizio Borserini)
La filosofia di Piganzoli è di non arrivare al limite per quel che riguarda lo stress. Il relax è vitale (foto Maurizio Borserini)
Davide, iniziamo con la preparazione: Il lunedì cosa fai?

Solitamente il lunedì è una giornata di doppia attività. La mattina lavoro in palestra, concentrandomi sulla forza. Farla a secco mi dà risultati migliori rispetto al farla in bici, ormai lo abbiamo appurato. Nel pomeriggio, invece, mi dedico a un’ora e mezza o due di bici, con qualche partenza da fermo e sprint per migliorare questo gesto specifico. Quindi sempre ambito forza.

Il martedì?

Il martedì è un giorno di transizione. Si tratta di fare due ore e mezza o tre in bici, senza lavori specifici. In questo periodo dell’anno è importante accumulare ore in sella, facendo magari salite un po’ più forti, al medio o in Z3 e il resto in Z2, alla fine ne esci con una buona media.

E siamo a mercoledì…

Il mercoledì è dedicato alla distanza (come una volta, ndr): cinque ore, anche cinque ore e mezza di allenamento. Anche qui, le salite si fanno in Z3 per mantenere una buona densità. Di solito inserisco due o tre salite di 20-25 minuti, evitando di esagerare con la lunghezza per non prendere troppo freddo poi in discesa. E poi sia che sia da me in Valtellina che a San Marino ho sempre una salita per rientrare a casa. Il dislivello si attesta tra i 2.200-2.500 metri in questi casi.

Quando fa distanza, il Valtellinese ama uscire in compagnia. «Cerco di usare la bici di crono due volte a settimana», ha detto Piganzoli
Quando fa distanza, il Valtellinese ama uscire in compagnia. «Cerco di usare la bici di crono due volte a settimana», ha detto Piganzoli
Il giovedì cosa fai?

Il giovedì è una giornata di recupero. Esco con calma, magari alle 10,30, per un’ora e mezza di bici. C’è anche tempo per una pausa al bar, una lunga pausa al bar, bevendo un caffè o cappuccino, leggendo il giornale. Questi momenti aiutano a staccare dalla routine.

Venerdì?

Il venerdì si torna a lavorare sodo. Ed è il giorno dell’intensità. Faccio quattro ore di allenamento almeno, inserendo lavoretti a soglia bassa come progressioni con cadenza o minuti alternati tra soglia e recupero. Sono stimoli utili per preparare il corpo poi agli sforzi massimali che arriveranno più avanti.

Il sabato invece?

Il sabato è dedicato ancora ad una lunga distanza, di cinque o cinque ore e mezza, con salite sempre in Z2 e Z3, si va via regolari. È un allenamento che si affronta bene in compagnia e permette di accumulare ore senza appesantire troppo il fisico.

Infine Domenica…

La domenica è giornata di riposo assoluto. È importante per recuperare fisicamente e passare del tempo con la famiglia e la fidanzata, viste le lunghe trasferte durante la stagione. In accordo con il mio preparatore, Giuseppe De Maria, abbiamo stabilito che un giorno così serve assolutamente. Non bisogna mai arrivare al limite.

Avevamo visto Piganzoli lavorare in palestra già nel ritiro in Spagna: l’incremento della forza è uno dei suoi focus (foto Maurizio Borserini)
Avevamo visto Piganzoli lavorare in palestra già nel ritiro in Spagna: l’incremento della forza è uno dei suoi focus (foto Maurizio Borserini)
Davide, abbiamo parlato della preparazione: ora passiamo all’alimentazione: equilibrio e varietà

Il nutrizionista della squadra ci fornisce piani personalizzati in base a quel che dobbiamo fare. Ma tutto è sempre molto equilibrato.

Per esempio a colazione cosa mangi?

A colazione privilegio carboidrati, una fonte proteica e una liquida come caffè o the. Quindi pane e marmellata, pane e uova e appunto un caffè.

Pranzi sempre o con le distanze salti questo pasto?

Pranzo, anzi pranziamo sempre. Anche in ritiro certe volte tornavano alle 15,30-16 e tra la doccia e tutto il resto ci è capitato di pranzare anche alle 17. Magari si salta la merenda perché poi in vista della cena non c’è tempo, ma pranzo sempre, anche a casa. Alterno pasta, in bianco o col sugo se ho più tempo, riso o couscous con proteine leggere come pesce, carne o uova, dipende anche cosa ho mangiato a colazione. Poi può capitare che magari un giorno non abbia tempo o voglia di cucinare e allora magari mi faccio due fette di pane e un mango.

Al mattino la fonte proteica non manca mai per Piganzoli. Qui pane e uova
Al mattino la fonte proteica non manca mai per Piganzoli. Qui pane e uova
E a cena?

La cena varia in base all’attività svolta e a quella prevista per il giorno successivo. Ma anche in questo caso i carboidrati non mancano mai. Per esempio la sera prima della distanza un piatto di pasta non manca mai nel mio menù. Ogni tanto c’è spazio per uno “sgarro” controllato, per mantenere l’equilibrio mentale. Il concetto è di non arrivare troppo al limite, di non stressarsi eccessivamente perché poi arriva il giorno che uno crolla e sgarra di brutto. Quindi se una sera voglio un hamburger lo mangio.

Sei molto attento ai carboidrati: anche in bici?

Sì, sì: servono per lavorare bene. Prendiamo il lunedì per esempio, alla fine è vero che pedalo solo un’ora e mezza, ma in totale sono tre ore di allenamento.

Hai una tua routine di orari?

Mi sveglio solitamente verso le 8-8,30 e verso le 10 più o meno sono in bici. Dopo gli allenamenti e i pasti, il pomeriggio lo dedico al riposo, specie in questo periodo in cui vengo da sedute lunghe e le giornate sono fredde. Che poi il tempo vola: tra il pranzo, il sistemare qualcosa, la doccia e qualche momento di relax ecco che è già cena. La sera mi piace guardare un film o una serie, ma senza troppe regole fisse. Mi capita d’iniziare un film e magari finirlo due settimane dopo! quando sono le 23, anche 23,30 sono a letto.

La settimana tipo: Martina Fidanza, Natale fra strada e pista

24.12.2024
5 min
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La settimana tipo degli atleti è sempre molto variegata.In questi anni difficilmente ne abbiamo viste due uguali o molto simili, e quella di Martina Fidanza, che vi proponiamo, è ancora più diversa rispetto alle altre.

Fidanza, infatti, appartiene a quel lotto di azzurri e azzurre che sono anche alla corte di Marco Villa. Senza contare che ha anche cambiato squadra, è passata dalla Ceratizit alla Visma-Lease a Bike, cosa che come vedremo ha effetti sulla preparazione. È dunque interessante vedere come concilia le due attività, specie in questa settimana natalizia

A Montichiari Fidanza svolge una grande percentuale del suo lavoro, almeno in questa fase invernale (foto Instagram)
A Montichiari Fidanza svolge una grande percentuale del suo lavoro, almeno in questa fase invernale (foto Instagram)
Martina, come inizia la tua settimana tipo?

Difficile per me stabilire una settimana tipo visto che di mezzo c’è anche la pista. Diciamo che in questa settimana natalizia, per esempio, c’è un po’ di tutto. Lunedì, per esempio, sono andata a Montichiari per girare in pista.

In questi casi com’è la tua giornata?

Mi alzo verso le 7. Faccio colazione e poi vado a Montichiari. Ci metto un’ora abbondante, dipende anche dal traffico, e lì si gira. La durata delle sessioni dipende anche da quanti siamo e quanto c’è da attendere tra le sessioni di un gruppo e l’altro. Nel pomeriggio comunque si torna e alla sera sono a casa.

Questo era il tuo lunedì, passiamo al martedì?

Oggi palestra e bici. Mi piace raggiungere la palestra in bici, anche perché così mi scaldo anche un po’. Lì mi cambio, conosco bene i proprietari: hanno le mie scarpe e quel che mi serve. Faccio i lavori di forza ed equilibrio. Quando ho finito, parto subito in bici e faccio un paio d’ore di scioltezza.

Mercoledì?

In questo caso, visto che domani è Natale, riposo. Ho cercato di organizzarmi così. Cercherò di svegliarmi il più tardi possibile, quasi verso l’ora di pranzo, così da saltare un pasto (la colazione, ndr) e godermi poi la giornata in famiglia!

Fidanza in allenamento preferisce sempre inserire qualche salitella. Tra qualche giorno vestirà ufficialmente i colori della Visma
Martina in allenamento preferisce sempre inserire qualche salitella. Tra qualche giorno vestirà ufficialmente i colori della Visma
E siamo a giovedì…

Farò tre ore. Tre ore tranquille a Z1 o anche Z2. In Visma-Lease a Bike mi stanno facendo lavorare molto in questa zona per ora. E’ un puro allenamento di Fat Max, ideale dopo il pranzo di Natale! Anche se non sono una scalatrice di certo, mi piace comunque inserire sempre delle salitelle nel corso delle mie uscite, così da movimentare un po’ il tutto. Stavolta, più che altre volte, cercherò di partire presto così che possa essere a casa per l’ora di pranzo e stare in famiglia.

Venerdì?

Di nuovo andrò in pista. Stavolta per una due giorni e infatti resterò a dormire a Montichiari. Venerdì è prevista una doppia sessione: una al mattino e una al pomeriggio. Sabato invece lavoreremo solo al mattino. Ma poi resteremo lì in quanto abbiamo organizzato una cena per festeggiare la vittoria olimpica di Chiara (Consonni, ndr) e Vittoria (Guazzini, ndr) delle Olimpiadi. Alla fine non c’è mai stato troppo tempo per stare tutti insieme.

Ed eccoci a domenica…

Esatto, tornerò a casa e andrò ad allenarmi. Di nuovo un paio d’ore tranquille, anche perché comunque verrò da due giorni di qualità in pista.

Questa è la parte della preparazione, Martina: come ti regoli invece con l’alimentazione, specie ora che sei passata in un team dove questo aspetto è particolarmente curato?

In effetti è forse la parte che più è cambiata. Ci tengono molto e sono molto attenti. Hanno messo a punto un’app con la quale, scannerizzando i codici a barre di ciò che mangiamo, sappiamo le quantità e i bilanciamenti da assumere. Non si tratta tanto di non mangiare questo o quello, tanto o poco, ma di avere sempre il giusto bilanciamento. Posso anche prendere un pezzetto di cioccolata, ma poi so che per il resto del giorno quel quantitativo di grassi o di zuccheri l’ho già preso. So quanto mi resta di quel nutriente.

Il porridge di Martina: inizia così la sua giornata alimentare
Il porridge di Martina: inizia così la sua giornata alimentare
In effetti è interessante…

Interessante e pratica direi. Loro sanno ciò che mangio e anche io. Mi stanno facendo cambiare gradualmente. Per esempio, a colazione ho riscoperto il porridge. Alla base c’è l’avena, io me lo faccio come voglio: quindi yogurt greco, che non necessariamente è quello allo zero per cento di grassi (anche se capita più spesso), quindi avena, frutta, frutta secca, miele o se voglio una crema di cioccolato che mi piace molto. Inserisco il tutto nella App e loro sanno cosa ho mangiato.

Cosa hai cambiato di più sin qui col passaggio alla nuova squadra?

L’alimentazione in bici. Ora mangio davvero di più. Il concetto in Visma è quello di assumere quello che serve. E quello che serve per pedalare al meglio. Quando faccio le tre ore, per esempio, i 60 grammi di carboidrati non mancano mai. Mentre sul fronte degli allenamenti il cambiamento per ora è molto graduale.

Riguardo alle tempistiche di una tua giornata standard, diciamo così, come sono i tuoi orari?

Mi sveglio tra le 7 e 8, dipende cosa devo fare e se devo andare a Montichiari, da quanto fa più o meno freddo. Mi alleno. Pranzo. E verso le 20 solitamente ceno.

Vai a letto ad un orario stabilito?

No, se capita che siamo in famiglia mi piace restare tutti insieme, magari a giocare a carte. Oppure guardo un film. Ma di solito entro le 23 sono a letto. A volte mi piace fare stretching dopo cena, proprio prima di dormire.

Tra Parigi-Nizza e Sanremo: la settimana di Scaroni

12.03.2024
5 min
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Eccoci alla settimana della Milano-Sanremo, una delle più attese di tutto l’anno. Si corre sabato e la febbre sale. Come la vivono gli atleti? Come si gestiscono tra Parigi-Nizza o Tirreno-Adriatico e la Classicissima appunto? Lo abbiamo chiesto a Christian Scaroni.

Il corridore dell’Astana-Qazaqstan lo abbiamo intercettato quando era di ritorno proprio dal sopralluogo della Sanremo.

«Avendo finito la Parigi-Nizza appena al di là del confine con l’Italia, abbiamo deciso di ottimizzare i tempi e fare la ricognizione del finale già lunedì. La sera stessa della corsa ho lasciato Nizza con il meccanico che mi ha portato a Laigueglia, dove c’era Mario Manzoni. Ieri abbiamo fatto questa prova del percorso».

Per Scaroni, pro’ dal 2020, si avvicina il debutto alla Sanremo
Per Scaroni, pro’ dal 2020, si avvicina il debutto alla Sanremo
Quindi Christian, ieri (lunedì) cosa hai fatto?

Ho fatto gli ultimi 50 chilometri della Sanremo. Da prima della Cipressa al Poggio e l’ho ripetuto due volte. Queste salite non le ho fatte a spasso, ma venendo da otto giorni di corsa, la gamba non era proprio super! Però il secondo Poggio l’ho fatto abbastanza “allegro”. Poi sono tornato in hotel: doccia e ritorno con Manzoni verso casa in Lombardia.

Questa ricognizione serve solo per le salite o anche per le discese?

Anche per le discese, eccome… In quella del Poggio però non ho potuto tirare più di tanto perché il fondo era bagnato e il traffico era aperto. Ma il vero problema non erano tanto le auto, quanto le vie laterali che si infilano tra i muri e non lasciano spazi di manovra. A casa, tra quello che ho visto e Veloviewer continuerò a studiare. Anche perché per me sarà la prima Sanremo.

E siamo a martedì, cosa prevedeva oggi il menù?

Un po’ come ho detto prima, la Parigi-Nizza si fa sentire, così ho fatto un oretta e mezza, quasi due, di scarico. Recuperare è molto importante dopo otto tappe corse in quel modo.

Il profilo della prossima Sanremo: partenza da Pavia e una decina di chilometri in meno del solito
Il profilo della prossima Sanremo: partenza da Pavia e una decina di chilometri in meno del solito
Mercoledì?

Devo fare quasi 5 ore, con un po’ di lavori di velocizzazione, cioè dietro motore e delle accelerazioni da 30”. Poi questo allenamento, l’unico vero della settimana, dipenderà molto anche dalle mie sensazioni. Qualora dovessi essere troppo stanco, non insisterei.

Il giorno dopo: giovedì?

Più o meno quello che ho fatto martedì, quindi un paio d’ore tranquille. A quel punto, nel pomeriggio mi sposterò a Pavia. A me piace fare le cose con calma, specie prima di corse tanto importanti. In questo modo la mattina dopo mi sveglio già in hotel, faccio colazione lì. Ed esco anche con qualche compagno. La decisione di partire prima è molto soggettiva: c’è anche chi preferisce arrivare all’ultimo e stare un giorno in più a casa. E chi, come me, partire un giorno prima.

Venerdì: alla vigilia cosa farai?

Credo un’oretta con dei “lavoretti” di attivazione (quindi lavori brevi e intensi, ndr) così da non arrivare ingolfato alla partenza… Che poi con quasi 300 chilometri di corsa, neanche è così fondamentale. Però serve, specie se si dovesse partire forte. E comunque in Francia si è fatto tanto volume e tanta intensità. I ritmi erano sempre vertiginosi. Pensate che nella tappa più dura, nella quale si pensava potesse andare arrivare la fuga, sono passate due ore perché questa partisse. Io c’ero ma poi la Ineos ha chiuso.

In Francia Scaroni ha lottato per le tappe. Volendo, aveva i numeri anche per la generale. La scelta è stata fatta a monte col team
In Francia Scaroni ha lottato per le tappe. Volendo, aveva i numeri anche per la generale. La scelta è stata fatta col team
E sabato la tua prima Sanremo! 

Eh già, la prima Sanremo, una bella emozione. Anche perché sto bene. Alla Parigi-Nizza non ho raccolto molto perché abbiamo deciso sin da subito di uscire di classifica e avere più spazio per puntare alle tappe. Ho preso tre fughe su tre, ma nessuna è arrivata. Ho provato anche a lottare per la maglia a pois, ma poi se l’è presa Remco con gli attacchi nelle ultime due tappe. Io voglio una vittoria a tutti i costi, la squadra lo sa, e per questo ho preferito uscire di classifica. Non volevo lottare per un ottavo o decimo posto nella generale, ma viste come sono andate le fughe… Però dai, le sensazioni sono buone.

Hai già anche il programma del post gara?

Rientrerò la sera stessa daSanremo e poi farò 3-4 giorni di stacco totale. E’ dall’Australia che corro e devo arrivare al Giro d’Italia. In più per fine marzo è previsto un camp in altura sul Teide.

Scaroni preferisce le ruote alte, sempre. Per la Sanremo dunque non dovrebbe avere nessun problema
Scaroni preferisce le ruote alte, sempre. Per la Sanremo dunque non dovrebbe avere nessun problema
Christian, nella nostra “settimana tipo” parliamo anche di alimentazione: come ti regolerai? Quando inizierai il famoso carico di carboidrati?

Seguirò un’alimentazione molto regolare: con parte di carboidrati e fonte proteica sia a pranzo che a cena. Io poi mangio sempre i carboidrati la sera. Magari a cena prediligo il riso alla pasta, condito con olio e parmigiano. Poi i dettagli della Sanremo, compresa l’alimentazione in gara, li vedremo giovedì sera direttamente con il nutrizionista, Luca Simoni. 

Invece dopo questo sopralluogo hai qualche idea particolare sul setup della tua Wilier?

Nulla di particolare. Io mi trovo molto bene con le ruote da 60 millimetri che uso anche in salita. I rapporti sono il 54-40 e l’11-34, ma visto il percorso sto pensando anche ad un 55. Vedremo giovedì con il meccanico. Anche per questo mi piace andare prima, così faccio la sgambata provando l’assetto da gara.

Zoccarato: inverno tra forza e intensità col nuovo coach

04.02.2024
5 min
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Forza prima e intensità poi: è l’inverno di Samuele Zoccarato. Il potente passista della VF Group-Bardiani ci spiega la sua settimana in questa prima fase dell’anno. Che poi nel suo caso neanche si può parlare di settimana vera a propria, ma è una continua alternanza di triplette e doppiette. In più Zoccarato ha anche cambiato preparatore e il confronto, aiuta a capire il nuovo metodo di lavoro.

 «Parlerei di un monte ore di allenamento – dice Zoccarato – che va dalle 20 alle 28 ore a settimana, in base alle distanze e ai lavori previsti. Faccio triplette di carico, un giorno di scarico e di nuovo una tripletta o una doppietta, quindi mi è difficile stilare una settimana tipo.

«Però posso dire che cerco di far coincidere sempre un giorno di scarico o di riposo il sabato o la domenica così da avere un giorno libero nel fine settimana».

Rullo Elite Suito, notizia Radio Deejay
Zoccarato ha utilizzato i rulli per completare la doppia sessione di forza: faceva degli esercizi monopodalici
Rullo Elite Suito, notizia Radio Deejay
Zoccarato ha utilizzato i rulli per completare la doppia sessione di forza: faceva degli esercizi monopodalici
E come ti sei regolato questo inverno?

Siamo andati per periodi. A dicembre per esempio con il dottor Andrea Giorgi che mi segue da quest’anno, ci siamo concentrati molto sulla forza. E’ capitato di lavorarci anche tre giorni di seguito. Il primo giorno facevo palestra, poi aspettavo sei ore e salivo sui rulli, dove facevo un’ora e mezza ancora lavorando sulla forza, con esercizi monopodalici.

Interessante. Come li eseguivi?

Dopo una fase di riscaldamento, per tre o quattro volte facevo delle sessioni con una gamba a 300 watt fino ad esaurimento. Erano molto dure. Era come andare a 600 watt con due gambe. E infatti duravo al massimo due minuti per gamba.

Perché aspettavi sei ore?

Perché ci sono degli studi che dimostrano che per assimilare per bene il lavoro di forza fatto in palestra, bisogna attendere e non saltare subito in sella.

Per Zoccarato primi veri fuori giri della stagione in corsa…
Per Zoccarato primi veri fuori giri della stagione in corsa…
Il secondo giorno come procedevi?

Facevo 4 o 5 ore con dei lavori. Nella prima e nella quarta ora dovevo fare delle partenze da fermo con vari rapporti, più o meno lunghi, per attivare tutte le fibre muscolari: 3×30”, recupero 4′, poi un ritmo tranquillo. Nelle ore centrali facevo SFR, quindi forza a bassa cadenza con recupero ad alta cadenza.

Il terzo giorno: cosa facevi?

Mediamente 5 ore, con delle sessioni di volate da 30” e recupero di 2′. Questo aspetto dei 30” forte l’ho mantenuto anche nell’off-season, per esempio quando andavo a camminare in montagna. Di tanto in tanto inserivo 30” di corsa forte. Questo serve per limitare il decadimento del Vo2 Max. E infatti quando ho ripreso stavo meglio.

E siamo al giorno di scarico…

Due ore facili.

La seconda tripletta cosa prevedeva?

Sostanzialmente le stesse cose, ma invertivo il primo giorno con il secondo. Mentre nel terzo giorno anziché fare delle volate da 30”, facevo 3×15′ di “swift spot”, vale a dire lavorare a cavallo di due zone, la Z3 e la Z4. Si tratta di lavorare vicino alla soglia, ma senza essere troppo aggressivi, specie perché si è ad inizio stagione. Era indifferente farle in salita o in pianura. Spesso cercavo terreni misti e, credetemi, fare 15′ non è una passeggiata. Anche perché in questa uscita non c’è mai un vero e proprio recupero. Al massimo si scende in Z2 e infatti tornavo a casa con una bella media sia di velocità che di watt. Sono tornato a casa anche con più di 280 watt medi che, considerando anche le discese, gli stop, il traffico, non è poco. Ero bello cotto!

Anche in allenamento Zoccarato non trascura l’alimentazione
Anche in allenamento Zoccarato non trascura l’alimentazione
Hai cambiato preparatore, è cambiato anche il lavoro?

Ora sono seguito da Giorgi, prima da Luca Zenti, coach della UAE Adq. Sostanzialmente non ci sono state grandi differenze sui lavori, ma sulle intensità e sui recuperi. Prima al 95 per cento, sapevo come avrei finito un allenamento e che non avrei sputato l’anima, ora invece più di qualche volta mi è capitato di non riuscire a finire i lavori e questo credo sia dovuto anche dalla tanta Z2 che faccio e non ai picchi. Stando costantemente in quella fascia, la catena è sempre in tiro.

Ora però Samuele ci siamo appena lasciati alle spalle gennaio, come è cambiato il menù? Sei passato dalla forza a cosa?

Le ore sono leggermente diminuite, ma neanche troppo, mentre sono aumentate le intensità. Sono aumentati i lavori in Z3 e Z4 e sono stati inseriti dei richiami in Z5. Però non ho mai toccato i massimali in allenamento. Neanche prima delle gare di Majorca e della Valenciana.

Puoi farci un esempio di qualche lavoro più intenso?

Per esempio facevo degli swift spot in Z4-Z5: 1′ in Z5, 30” di recupero in Z2. Oppure quando facevo la distanza inserivo dei lavori piramidali alla prima, terza e quinta ora: 3′ di VO2Max e 2′ di recupero in Z2; 2′ e 1′; 1′ e 40”; 40” e 30”… Un lavoro simile ti aiuta a conoscere il proprio fisico, specie nelle ore finali quando sei stanco, quando calano gli zuccheri. Riesci anche a capire come gestire gli integratori e la nutrizione. Capisci come migliorare nell’ultima ora.

Il veneto cura molto anche la parte a secco e della mobilità articolare in particolare (immagine dal web)
Il veneto cura molto anche la parte a secco e della mobilità articolare in particolare (immagine dal web)
Hai toccato il tasto dell’alimentazione, quali accorgimenti hai adottato per tutti questi particolari allenamenti?

Io sono molto alla buona e non ho preso chissà quali precauzioni. In linea di massima faccio riferimento all’introito calorico settimanale e se ho speso tanto, non faccio problemi a mangiarmi una pizza. In generale la dose di carboidrati è sempre alta sia a tavola che in bici. In bici mi attengo sempre agli 80-90 grammi di carbo l’ora, tra gel, barrette, malto… questo per avere il glicogeno sempre pieno. Ma questo vale più o meno sempre, al massimo quando dovevo lavorare sulla forza cercavo di aumentare la dose proteica negli shake prima e dopo gli allenamenti.

E lo stretching?

Quello lo faccio sempre e anche nei ritiri lo facevamo tutti insieme in squadra. Io però, quando faccio palestra, lavoro molto anche sulla mobilità articolare, specie quella delle gambe e della schiena. Avere una buona mobilità significa avere una capacità maggiore delle articolazioni e quindi del movimento e sfruttare meglio la muscolatura.

Dainese e Mozzato: settimana tipo del velocista

05.12.2022
8 min
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Settimana tipo del velocista, anzi dei velocisti. Questa volta ve ne proponiamo due Alberto Dainese e Luca Mozzato. Li abbiamo messi insieme in una divertente videochiamata su WhatsApp e i due sprinter veneti ci hanno raccontato come vivono queste settimane di dicembre.

Dainese parte oggi per la Spagna con la sua Dsm, mentre Mozzato resta ad allenarsi a casa, anche perché i programmi della B&B Hotels-KTM in questo momento non sono chiarissimi come si è visto. I due classe 1998 sono amici e sono stati anche compagni in nazionale agli ultimi europei.

Mozzato (a sinistra) e Dainese (a destra) nella chiamata a tre su WhatsApp…
Mozzato (sopra) e Dainese (sotto) nella chiamata a tre su WhatsApp…
Ragazzi, prima di tutto come state in questo momento? 

DAINESE: «Io sicuramente peggio di lui! In realtà forse sono un po’ più avanti perché ho avuto un’incidente il 31 agosto, ho fatto un mese di riabilitazione a settembre e quindi già dal 1° ottobre ero in bici. Ho iniziato quando gli altri erano ancora in vacanza».

MOZZATO: «No peggio io! Ho appena ricominciato a pedalare. Questa è la seconda settimana di allenamenti, la condizione è molto lontana da quella ideale. Ma credo di essere in linea col periodo». 

Partiamo dalla sveglia. A che ora vi svegliate?

DAINESE: «Io alle 7 comincio a tirarmi su…. Mentre posso dirvi che “Moz” fino alle 9,30 non risponde al telefono!».

MOZZATO: «Vero! Le 9,30 sono il mio limite, ma ogni tanto mi sveglio anche prima». 

A che ora fate colazione?

MOZZATO: «Abitiamo anche relativamente vicini, 35-40 chilometri, e quindi capita  di allenarci insieme. E svegliandomi tardi poi sono costretto a fare tutte le cose di corsa. Il tempo dalla sveglia a quello in cui sono in bici è veramente breve. Fra sveglia, colazione e preparativi faccio tutto in 40-45′. Prima delle 10 è raro che esca».

DAINESE: «Appena mi sveglio faccio subito la colazione. Esco prima di Luca. Però me la prendo un po’ più comoda. Faccio una colazione abbondante e dopo un’oretta parto, di solito alle 9,30».

Tappa del pavè al Tour. Si vede in primo piano Mozzato e alle sue spalle, nella polvere, Dainese
Tappa del pavè al Tour. Si vede in primo piano Mozzato e alle sue spalle, nella polvere, Dainese
Come vi vestite ora che fa un po’ più freddo?

DAINESE: «Pesante: calzamaglia, puntali e magari sopra al puntale metto anche un copriscarpe aerodinamico, così… Un po’ per lo sporco e anche perché “fa più bello”! Poi maglia termica e primaverile o invernale a seconda dalla giornata».

MOZZATO: «Mi vesto un po’ meno perché il freddo non lo soffro tanto. Se mi vesto troppo tendo a sudare. Magari parto con una maglia termica corta, un giubbino primaverile e poi a seconda della giornata la gabba o uno smanicato». 

Uscite tutti i giorni o alternate con la palestra?

MOZZATO: «Si prova a fare qualcosa a tutti i giorni, poi dipende anche dal tempo. Al momento sono su “mini blocchi” di lavoro in bici di due o tre giorni consecutivi e poi il giorno dello “scarico” vado in palestra. Quindi in una settimana faccio cinque uscite in bici e due di palestra».

DAINESE: «Io faccio triplette e di solito la palestra la metto nel giorno che ho le partenze da fermo, quindi intorno alle tre ore. In palestra ci vado dopo la bici. Però nel giorno di recupero, faccio un’ora di bici o anche meno».

Facciamo una settimana tipo: lunedì, martedì, mercoledì… 

MOZZATO: «Due ore e mezza il primo giorno e mezz’ora in più quello successivo. Il mercoledì non tocco la bici e faccio palestra per un paio di ore. Giovedì, venerdì e sabato altre uscite in bici. Uscite che a seconda del meteo possono anche andare a decrescere. La domenica vado in palestra».

DAINESE: «Faccio delle triplette. E bene o male sia in questo periodo che in stagione faccio già 3-4-5 ore a salire, o 3-5-3. Faccio palestra nel giorno delle tre ore. Quindi recupero e via con un’altra tripletta». 

Quali sono i tre esercizi che più fate in palestra?

MOZZATO: «Tantissimo squat, stacchi e addominali».

DAINESE: «Squat, stacchi da terra (anche step up, dal cubo) e bulgarian».

Quante volate fate il giorno dell’allenamento esplosivo, se così possiamo dire? Sempre in questo periodo…

DAINESE: «Io sono un po anomalo, perché il mio mese di stop è stato anticipato e quindi sono più avanti. Non dico che sono in condizione, ma quasi. Il giorno delle tre ore faccio tre serie con quattro partenze da fermo ciascuna. Poi capita invece che in un altro giorno della tripletta faccio delle volate ad alta cadenza o sprint lunghi da 20”. Mi è capitato già di fare 6×20”: era novembre e di solito è presto per certi lavori». 

MOZZATO: «Per me è molto più semplice, visto che al momento di volate non ho ancora fatta una! Sono nella fase della base».

Quando fate la volata in allenamento cosa non deve assolutamente mancare? Un cartello da vedere, lo sguardo sul computerino, la musica a tutto volume nelle orecchie…

MOZZATO: «Per me non deve mancare il punto d’arrivo che può essere un cartello, un palo… Cerco di regolarmi in base alla durata della volata, ma preferisco avere una “linea d’arrivo”. Mi motiva di più».

DAINESE: «A me piace tanto, e ho cominciato da quest’anno più che gli anni scorsi, fare dietro moto su strada e lanciarmi proprio a tutta, ai 70 all’ora e fare la volata più lunga possibile fino al cartello che mi fisso io. C’è quel momento che sei già sfinito dietro la moto e dici: “Dai ora, spingi”».

Mozzato (in foto) ha detto che tollera bene il freddo. Dainese invece si veste di più
Mozzato (in foto) ha detto che tollera bene il freddo. Dainese invece si veste di più
Quando vi allenate insieme fate mai la volata?

MOZZATO: «Ho perso le speranze!

DAINESE: «Abbiamo abbandonato le volate insieme qualche anno fa». 

MOZZATO: «Lui è più esplosivo di me e ogni volta mi toglie di ruota. Quindi ho detto: “Meglio lasciare perdere”».

DAINESE: «Ma non è vero. Il fatto è che stando sempre in viaggio, quest’anno avremmo fatto dieci allenamenti insieme». 

Con il peso come è messo il velocista in questo periodo? 

MOZZATO: «Io discretamente male! Scherzi a parte, rispetto al peso forma dovrei essere 2-3 chili sopra. Il peso è stato un po’ la mia croce in questi anni. Anche per questo sto cercando di mettere ore nelle gambe con il fondo lento e faccio poche volate».

DAINESE: «Io benino, qualcosa ho preso, ma non so neanche bene definire quanto: un chiletto e mezzo…».

Oggi il velocista deve andare forte anche in salita. E’ un aspetto che già state curando?

DAINESE: «Sì, anche se io non faccio lavori specifici, almeno adesso, per la salita. Nel giorno delle 5 ore cerco di farne abbastanza, anche in Z2 o Z3 bassa. Magari ci butto dentro un cambio cadenza».

MOZZATO: «Discorso simile anche per me. I lavori specifici non sono ancora stati fatti. Arriveranno coi ritiri e con le temperature più calde. Però le salite vanno inserite il più possibile, dovendo portare la bici in cima è un allenamento che serve sempre di più. Ripide corte, lunghe, facili… bisogna farle». 

Dainese è partito oggi per il ritiro con la squadra, qui in una foto (Instagram) dell’anno scorso. Mozzato si allena a casa invece
Dainese è partito oggi per il ritiro con la squadra, qui in una foto (Instagram) dell’anno scorso. Mozzato si allena a casa invece
Passiamo alla parte alimentare. A colazione cosa mangiate? 

MOZZATO: «Con il discorso peso, in questo periodo provo a stare più leggero possibile. Cerco di limitare i carboidrati o gli alimenti che durante la stagione vengono usati di più, come avena, pane…  Prediligo una colazione più proteica. E anche in bici: invece di mangiare ogni mezz’ora, come sarebbe giusto fare, mangio una volta all’ora. E nella borraccia metto le proteine anziché le maltodestrine. Prima di partire prendo un po’ di caffè…».

DAINESE: (ride, ndr) «Un po’: lui si fa la moka da sei!».

MOZZATO: «Serve grinta per uscire di casa!».

DAINESE: «Io insisto ancora sui carboidrati. Non ho cambiato molto l’alimentazione rispetto alla stagione vera e propria, anche perché una ventina di ore settimanali le faccio comunque. Non devo perdere tanto peso. Mi piace variare quindi posso farmi porridge, pancakes o l’omelette col pane… O tutti e tre! Mi piace fare la colazione abbondante, soprattutto il giorno della distanza. Magari sono un po’ ingolfato nelle prime ore, ma poi la gamba è bella piena».

Quindi tornate dall’allenamento e pranzate sempre o se fate la distanza lo saltate?

MOZZATO: «Soprattutto in questo periodo non penso di aver mai saltato il pranzo. Magari capita più in là o in altura. In quel caso fai tante tante ore, arrivi verso le quattro, mangi un frutto, un po’ di proteine e arrivi a cena. Adesso invece pranzo con una porzione di carboidrati, una di proteine e un frutto».

DAINESE: «Più o meno uguale. Anche se questo mese mi è già capitato di essere tornato che faceva quasi buio e tirare a cena mangiando più leggero. Comunque quando pranzo prendo sempre un po’ di carboidrati. Quando c’è la distanza e arrivo ad orari “strani”, tipo le 15,30, non ho una gran voglia di pasta, mangio qualcos’altro. Anche per questo preferisco partire un po’ prima, specialmente quando ho la palestra al pomeriggio: cerco di stare a casa per mezzogiorno».

Alternanza delle proteine ed omega-3, contentuti nel salmone, sono cardini per entrambi
Alternanza delle proteine ed omega-3, contentuti nel salmone, sono cardini per entrambi
A cena cosa mangiate?

MOZZATO: «Io provo a variare il più possibile le proteine. Se a pranzo ho preso il pollo, la sera mangio del pesce, della carne rossa o delle uova… Può capitare che faccia una porzione ridotta di carne o pesce e magari inserisca dei legumi».

DAINESE: «Molto simile a Luca. Cerco anche di evitare troppa carne. In qualche pasto (soprattutto a pranzo) sostituisco la carne con dello yogurt greco».

E il dolcetto post cena?

DAINESE: «Penso che siamo amanti entrambi del dolcetto!». 

MOZZATO: «E’ il mio punto debole! Come sempre dipende anche dal periodo. Quando so che devo limare sul peso, in casa non ne tengo, così sono obbligato a non mangiarne». 

DAINESE: «Io sono un po’ più permissivo con me stesso. Alla fine conta l’introito calorico e se voglio il dolce limo su qualcos’altro». 

Integratori: in questo periodo il velocista ne fa uso?

MOZZATO: «Quando ho staccato… ho staccato anche con gli integratori. Invece adesso cerco d’introdurre le cose di cui solitamente sono carente, quindi: vitamina D, ferro, Omega-3… Più che altro perché ogni volta che faccio le analisi sono un disastro!».

DAINESE: «Come squadra abbiamo la linea guida di doverli prendere tutto l’anno. E sono tre in particolare: omega-3, probiotici e vitamina D. Ma nel mese di stacco li ho evitati anche io. Quando sono tornato in bici ho ripreso a prenderli».