Northwave Celsius XT Arctic GTX

Northwave Celsius XT Arctic GTX, piedi caldi contro il gelo

15.10.2025
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Ed eccole, si presentano oggi al pubblico le nuovissime Northwave Celsius XT Arctic GTX, quinta generazione della scarpa invernale di Northwave.
Lo stato dell’arte raggiunge qui la sua massima espressione. Occhi e tatto vengono subito coinvolti appena si apre il pregiatissimo ed elegante pack che le contiene.

Ecco dunque un primo assaggio delle Celsius XT Arctic GTX, prima di metterle alla prova sulla neve e alle temperature più fredde. Dicevamo quinta generazione: l’intuizione per questo modello così specifico Northwave la ebbe vent’anni fa, quando nel 2005 lanciò le Celsius CX GTX. Qualche tempo fa parlammo della Celsius R Arctic GTX, la scarpa per invernale per la strada. Ecco invece quella per l’offroad, sia esso in gravel o in MTB.

Protettiva, ma anche performante

Si tratta prima di tutto di una scarpa di altissima qualità. Una scarpa pensata sia per chi si allena con spirito agonistico, sia per chi ama le lunghe escursioni, anche di livello tecnico più impegnativo.

A rivelarne la versatilità è la suola, morbida ma con tassellatura marcata. Una tassellatura in gomma morbida che assicura un grande grip su ogni tipo di terreno. Tuttavia la Northwave Celsius XT Arctic GTX resta una scarpa tecnica: camminarci va bene, ma non nasce per questo. Nel complesso la struttura è rigida e compatta.

Il primo obiettivo della nuova Celsius è proteggere dal freddo, ma anche da acqua, fango e neve. E ci riesce grazie all’interno in Gore-Tex. Fu proprio l’introduzione di questo materiale a rendere Northwave un marchio pioniere nel settore: il brand trevigiano fu infatti tra i primi a utilizzare il Gore-Tex in una scarpa sportiva da ciclismo.

Ma stavolta si è andati oltre. La Celsius non è solo calda, è anche waterproof. Grazie alla tecnologia Primaloft, l’intero rivestimento esterno della scarpa è “Ultradry Protection” (che è scritto in rifrangente anche sull’esterno della scarpa). Questo rivestimento la rende minimal e pulita nel design: se fosse il telaio di una bici, potremmo quasi parlare di una costruzione “monoscocca”.

Aspetto minimal

E qui, parlando di aspetto minimal, si apre un capitolo più “estetico” – anche se di estetica funzionale si tratta. Questa compattezza, priva di cuciture visibili, la rende molto isolante. In doppio strato si trovano solo la parte che copre la tomaia e quella dove è fissato il sistema di chiusura SLW2, un classico di Northwave con chiusura micrometrica azionata premendo la linguetta.

La Northwave Celsius XT Arctic GTX, nonostante l’aspetto massiccio e il collo alto oltre la caviglia, risulta snella, pulita e una volta indossata sorprendentemente confortevole. Proprio il collo contribuisce a questo comfort. Si potrebbe pensare che un profilo così alto limiti la pedalata, ma in realtà non è affatto così: è morbido, avvolge bene la caviglia e la parte bassa della gamba. Inoltre si adatta anche a pantaloni più ampi che, in quel caso, possono coprire la scarpa.

I rinforzi neri e grigi che si notano nella parte bassa e cingono la scarpa da punta a tallone, sul lato interno, contribuiscono all’isolamento idrico e termico. Sempre nella zona interna, la chiusura avviene tramite zip, coperta nella parte finale: un dettaglio importante, considerando lo sporco che può alzarsi dalle ruote durante l’uso.

Comodità inaspettata

La calzata, da un primo approccio, risulta estremamente comoda. E indossare una scarpa a caviglia alta è semplice, grazie sia alla zip sia ai due occhielli rossi in tessuto all’interno della scarpa stessa: uno sul tallone e uno sul collo del piede.

Merita una menzione anche la soletta, realizzata da Northwave con una struttura multistrato Eva + Alluminio + Eva + Pile. Al suo interno è presente un foglio di alluminio che garantisce l’isolamento termico, un dettaglio tipico della cura costruttiva del marchio veneto.

La confezione “media kit” , chiamiamola così (al pubblico è la classica confezione con le scarpe) delle Northwave Celsius XT Arctic GTX è super rifinita e contiene due paia di calzini. Uno è l’Husky Ceramic, più spesso e caldo, ideale per le giornate di freddo estremo; l’altro è l’Extreme Pro, più sottile e perfetto per uscite asciutte ma fredde o soleggiate. Due set che proveremo quanto prima.

Dettagli che si sposano perfettamente con il claim delle Northwave Celsius XT Arctic GTX: “Ready for the unexpected”, pronti per l’inaspettato. E inaspettato è anche il peso di queste scarpe. Se possono sembrare massicce, in realtà sono sorprendentemente leggere: nella misura 43, quella in nostro possesso, pesano 576 grammi (l’una). Non male per una scarpa con queste caratteristiche.

Northwave

UDOG Sempre, la calzatura di media gamma con qualcosa in più

08.10.2025
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Con il modello Sempre, UDOG eleva in modo notevole le prestazioni di una calzatura inserita nella gamma media. Comfort e performance, finiture curate e anche un giusto prezzo.

Alla base di tutto c’è una calzata generosa, come vuole il DNA UDOG, ma anche una calzatura sviluppata da chi pedala per passione e molti dettagli lo dimostrano. Abbiamo provato questa nuova scarpa, ecco le nostre considerazioni.

UDOG Sempre, eleganti e raffinate nel design
UDOG Sempre, eleganti e raffinate nel design

Il rotore singolo posizionato nel punto giusto

Il rotore è uno solo, è sviluppato da UDOG ed è posizionato sul lato esterno della scarpa. Agisce su un cavo che si snoda lungo tutto il dorso del piede ed aziona i due passanti (Wrap System) che di fatto obbligano la tomaia ad avvolgere il piede. Si genera così un’azione combinata, ovvero la fasciatura del piede ben distribuita su una superficie ampia della tomaia, la regolazione automatica del volume interno alla scarpa, ai lati e sopra.

Il cavo ed il rotore, il sistema Wrap System, non esprimono l’azione di chiusura lungo una sola sezione e fascia, a tutto vantaggio della distribuzione delle pressioni generate dalla chiusura. Al tempo stesso il comfort non è sacrificato ed il fit risulta di altissimo livello, il piede è ben contenuto e non è compresso. Il solo aspetto che merita un breve periodo di presa di confidenza è legato alla “corona” della calzatura, ovvero quella sezione che gira attorno all’articolazione della caviglia. Buona parte della forza generata dal sistema di chiusura scarica in quel punto la sua forza, ma senza dare fastidio e bloccare l’articolazione stessa.

Calzata generosa, le dita sono libere

La calzata, soprattutto nella parte mediana e quella dell’avampiede è davvero abbondante, un dettaglio a nostro parere molto vantaggioso per tutte le categorie di utilizzatori. Significa avere le dita sempre libere, per nulla compresse e schiacciate uno al di sopra dell’altro, talvolta capita per il mignolo che si sovrappone al quarto dito. Ne beneficiano il comfort complessivo, la gestione della temperatura interna alla calzatura e del piede stesso. Si ha così la possibilità di indossare calze di differente tipologie, più sottili o con uno spessore maggiore.

Il fattore è vantaggioso anche in termini di performance percepita (a nostro parere anche quella reale), soprattutto nel medio, lungo e lunghissimo periodo. Dopo tante ore di sella, magari trascorse con temperature medio/alte, situazione in cui il piede tende a spanciare un po’ e dilatarsi verso i lati, non si verifica nessuna compressione. La qualità complessiva della pedalata e dell’esperienza in bici si alza, il male ai piedi non compare, le dita restano libere.

Tanto volume interno, spazio alle soggettività

Il volume interno alla UDOG Sempre è tanto ed è assecondato da una tomaia morbida ed elastica (non così comune a calzature di questa categoria), molto compatta e resistente, senza inserti plastici e cuciture ridotte all’osso (quelle presenti sono impercettibili). Traducendo, attriti e frizioni dovuti al movimento praticamente inesistenti, molto spazio interno ad una calzata che trova ampie personalizzazioni. E’ adatta a chi ha un piede con il collo alto ed il retinacolo molto sviluppato (una fascia fibrosa che mantiene in sede i tendini muscolari), ma anche a chi necessita di utilizzare plantari customizzati (più spessi, rispetto agli standard), così come a chi è abituato ad usare una soletta standard con spessore aumentato. In questo frangente un ulteriore valore aggiunto è la forma e l’arcuatura della suola.

Non ha una zona dell’arco plantare molto accentuata, è piuttosto neutra. Inoltre prevede la parte anteriore che tende leggermente verso l’interno, un aspetto che facilita il posizionamento della tacchetta ed aumenta il margine di orientamento di quest’ultima con scostamenti minimi dell’asse ottimale con il ginocchio. Anche in questo caso ci troviamo ad argomentare un dettaglio tecnico spesso lasciato in secondo piano in questa fascia di calzature.

Le UDOG Sempre lasciano tanta libertà al movimento della caviglia
Le UDOG Sempre lasciano tanta libertà al movimento della caviglia

In conclusione

UDOG Sempre è una scarpa da 180 euro di listino, ma dal lato pratico vale di più. Ha poco o nulla da invidiare a molte calzature top level di altri brand, non è estremamente impegnativa e mette il fattore comfort al di sopra di tutto il resto, mentre la resa tecnica diventa funzionale all’interpretazione (soggettiva) della scarpa. La sua comodità facilita anche quel feeling immediato che non guasta mai, soprattutto quando si parla dei piedi e della loro zona comfort, di quanto le estremità corporee ed il loro benessere influiscono sulla prestazione a 360°.

Sempre è il classico esempio di calzatura capace di accontentare (anche) una fascia di agonisti che amano avere il piede alloggiato e non compresso, sono poco inclini ad usare suole estreme in fatto di rigidità. Al tempo stesso non vogliono le pantofole che flettono da ogni lato e non vogliono spendere una follia, senza dimenticare il design e lo stile.

UDOG

Oltre il total white, Northwave Veloce Extreme si rifà il trucco

18.09.2025
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MISANO ADRIATICO – La calzatura top di gamma della gamma road di Northwave impatta per il suo look completamente bianco, per la tomaia, i dettagli e la suola, ma c’è qualcosa in più.

L’aggiornamento, che si aggiunge alle livree cromatiche previste per la collezione 2026, porta in dote anche una miglioria in fatto di riduzione del peso, ventilazione e comfort.

Tutta bianca, più ventilata, tecnicamente la base è Veloce Extreme
Tutta bianca, più ventilata, tecnicamente la base è Veloce Extreme

Il DNA Northwave non cambia

Veloce Extreme è una scarpa estremamente tecnica. Non è un compromesso sotto alcun punto di vista, sezione e processo di sviluppo, una calzatura Made in Italy che porta in dote una suola innovativa. E’ realizzata in carbonio unidirezionale in tutto il suo percorso, con la sezione dell’arco plantare PowerShape per il pieno supporto interno al piede. PowerShape offre dei notevoli vantaggi in fatto di resa tecnica, quasi come fosse un plantare integrato nella suola. Inoltre, la stessa suola prevede un abbondante supporto posteriore che si allunga verso l’alto, con design asimmetrico.

L’obiettivo è stabilizzare il piede nelle fasi di spinta, massimizzando la trasmissione della potenza, quasi ad eliminare ogni dispersione. Ne guadagna anche il comfort, per un piede che resta contenuto al meglio all’interno della calzatura, in ogni situazione. Nella versione total white, Northwave ripropone in toto la suola, che ora è tutta bianca, in perfetta sintonia con il resto della Veloce Extreme.

Tomaia più fresca ed aerata

Rispetto alle versioni già presenti a catalogo, si risparmia qualcosa in fatto di ago della bilancia, ma soprattutto la nuova tomaia contribuisce ad aumentare la ventilazione interna. C’è la linguetta con la rete mesh nella parte inferiore ed è giustamente spessorata per contrastare le forze che naturalmente si generano con i cavi in Dyneema. Non cambiano i due rotori SLW3 con tiraggio differenziato dei cavi, quello superiore è diretto, quello inferiore è incrociato e si snoda all’interno di passanti in tessuto. Buono il valore dichiarato del peso, 295 grammi nella taglia di riferimento, mentre il prezzo di listino è di 399,99 euro.

Northwave

Nuovi modelli e logo rinnovato, Sidi inaugura il futuro

16.09.2025
5 min
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Nuovo logo e due nuovi modelli. Così Sidi lancia la volata al prossimo futuro. Ne parliamo con Massimiliano Mirabella, responsabile marketing dell'azienda veneta.

MISANO ADRIATICO – La storia della calzatura da bici passa anche da Sidi. Le novità sono diverse, in ambito road e off-road, ma alla base di tutto c’è anche un logo aggiornato che sancisce il nuovo corso dell’azienda veneta.

«Il nuovo logo Sidi si proietta al futuro – argomenta Massimiliano Mirabella, responsabile marketing dell’azienda – pur restando coerente con il passato. Abbiamo voluto tenere una scritta pulita e minimale, lavorando in modo importante sull’impatto visivo che dona la S. Rappresenta le due grandi anime, strada e fuoristrada. La parte superiore sembra un uncino, vuole celebrare l’off-road, quella inferiore più pulita e scorrevole, si riferisce al mondo strada. Sono le due anime della nostra clientela, per metà stradista, per l’altra metà amante dello sterrato».

Massimiliano Mirabella è il responsabile marketing di Sidi
Massimiliano Mirabella è il responsabile marketing di Sidi

Sidi Shot 3

Shot 3 è la naturale evoluzione della top di gamma Sidi. Convivono al meglio rigidità e fitting. Shot 3 adotta una tomaia in microfibra con cuciture ridotte al minimo e viene categorizzata come una tomaia monoscocca. I rotori (in alluminio) restano centrali, ma rispetto alla versione precedente hanno un posizionamento leggermente disassato. La soluzione è voluta per meglio distribuire le pressioni e rendere più efficiente la chiusura stessa. Resta il contrafforte sopra la talloniera (esterna), ma è regolabile in modo diretto, ovvero non prevede l’utilizzo di cacciaviti o attrezzi. Il contrafforte Sidi permette di adeguare lo spazio relativo al tallone.

Il cuore della nuova Shot 3 è il binomio telaio+suola, entrambi in carbonio. Rispetto al passato, è immutata la rigidità con valori tra i più elevati del mercato. E’ più comoda ed efficace, grazie ad un disegno che permette di adeguare meglio la scarpa nella sezione dell’arco plantare. Il prezzo di listino è di 449 euro, per tre livree cromatiche.

Nuova Wire 3, parola d’ordine: ventilazione

Grazie ad una tomaia super tecnologica, ottenuta grazie alla combinazione con il filato Micro Matrix e Kevlar, tenace e resistente all’usura, la Wire di terza generazione è progettata per i ciclisti che amano la suola rigida, ma necessitano di una ventilazione aumentata del piede. Rispetto alla Shot 3 scende leggermente l’indice di rigidità, da 12 ad 11. L’impatto visivo ci dice di una calzatura tanto leggera, ventilata, quanto protetta nei punti più soggetti all’usura. Anche in questo caso c’è un doppio rotore in alluminio. Quello inferiore ha un cavo incrociato, mentre il superiore aziona una linguetta che blocca il piede.

Il sistema di chiusura aziona una sorta di scheletro interno alla tomaia che prende il nome di FirmorX. Questo ha l’obiettivo di supportare e assecondare l’avvolgimento del piede. La talloniera esterna utilizza il medesimo contrafforte che ora equipaggia Shot 3, azionabile con la mano, anche quando si è in movimento. Nuova Sidi Wire 3 ha un prezzo di listino di 399 euro ed è disponibile in quattro colorazioni.

Sidi

Ultimate Glade: l’evoluzione di Nimbl non si ferma

09.08.2025
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Nimbl è un marchio che è stato capace di affermarsi ai massimi livelli del ciclismo mondiale realizzando calzature di grande qualità. Le quali, indossate poi dagli atleti dei team migliori al mondo come la Visma Lease a Bike, hanno conquistato le corse più prestigiose. Solamente in questa stagione si contano due grandi vittorie come il Giro d’Italia e il Tour de France Femmes Avec Zwift. Quelle realizzate da Nimbl, marchio che fa del Made in Italy una sua caratteristica fondamentale, sono calzature pensate per chi vuole ottenere il massimo da ogni colpo di pedale. Sia che ci si trovi sui valichi di montagna più impegnativi, sia per un allenamento intenso. 

La tomaia delle Ultimate Glade è estremamente leggera e traspirante
La tomaia delle Ultimate Glade è estremamente leggera e traspirante

La novità

Nimbl ha così presentato un nuovo modello di scarpe da ciclismo: Le Ultimate Glade. Progettate per tutti i ciclisti che vogliono abbattere ogni muro e cercare la migliore prestazione possibile ogni volta che agganciano i pedali. Lo sviluppo tecnico ha portato alla ricerca del cosiddetto guadagno marginale e anche Nimbl non è stata da meno. 

Le Ultimate Glade sono delle calzature progettate dai tecnici Nimbl con l’obiettivo di migliorare ulteriormente la connessione tra atleta e bicicletta. Il guadagno marginale di cui parlavamo prima lo si può notare in ogni momento: quando si pedala in salita o nel momento in cui cerchiamo ogni watt possibile in pianura. 

Dettagli tecnici

La struttura delle Ultimate Glade godono di un nuovo sistema di tomaia che permette al piede di adattarsi in maniera totale alla scarpa migliorando il comfort anche nelle uscite più lunghe e impegnative. Il telaio, realizzato con una monoscocca in carbonio, garantisce un miglior trasferimento di potenza sui pedali. Ogni singolo watt sprigionato dall’atleta sarà indirizzato all’asfalto. 

Nimbl ha optato per un sistema di chiusura tradizionale: il BOA Li2, capace di rendere la calzata comoda e regolabile al millimetro

Nel ciclismo dei guadagni marginali è importante riuscire a trovare ogni dettaglio e limare al fine di migliorare la prestazione. Per le Ultimate Glade il peso risulta estremamente contenuto, nella taglia 43 arrivano a 190 grammi

Taglie disponibili dal 39 al 47.

Prezzo: 549 euro. 

Nimbl

Design funzionale, unico e distintivo. Il test delle Fizik Vega Carbon

26.07.2025
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La nuova Fizik Vega Carbon non è una calzatura come le altre. L’azienda veneta offre sempre spunti interessanti in fatto di soluzioni tecniche, di fitting ed ergonomia, tutti fattori che messi insieme permettono ad una calzatura da bici di fare l’effetto wow.

Non è una calzatura estrema. Vega Carbon ci ha sorpreso per l’elevata rigidità complessiva e di quanto la stessa calzatura offra un sostegno centrale che è decisamente superiore alla media. Vega Carbon è l’esempio lampante di quanto sia il perfetto abbinamento tra gli elementi a creare la prestazione ottimale e non il singolo componente. Ecco le nostre considerazioni.

Fizik Vega Carbon colpisce subito per le sue forme, ma c’è tanto da argomentare
Fizik Vega Carbon colpisce subito per le sue forme, ma c’è tanto da argomentare

Le nuove Fizik, viste in primavera

Osservate ed approfondite in primavera, grazie al Product Manager Fizik Alex Locatelli, ufficializzate ad inizio maggio. Le abbiamo provate ora, in piena estate e nel corso di alcune giornate calde, contesti ambientali che permettono di avere realmente il polso (o la caviglia) delle Vega Carbon. In parte ricordano le Powerstrap, con un chiaro riferimento ad una parte della tomaia, al suo materiale e costruzione. Di fatto sostituiscono le Stabilita, con le quali (tecnicamente) condividono solo il sistema di chiusura con i rotori Boa (Li2). Al lato pratico la Vega Carbon è una calzatura con un’anima tutta sua.

Una suola in carbonio nascosta, che mostra la fibra nel punto di ancoraggio della tacchetta ed una sorta di scheletro centrale portante nella sezione mediana. La zona della talloniera è un mix di soluzioni, con la parte bassa (visibile) che è una sorta di contenitore, mentre il guscio vero e proprio è al di sotto della tomaia. L’indice di rigidità nella scala Fizik è 10, ma come scritto in precedenza non è il valore del singolo componente a primeggiare, ma l’insieme delle sezioni che devono performare all’unisono e fare la differenza.

La tomaia è in filato Aerowave PRO, arcigno, super resistente e contenitivo, tanto traspirante. Integra una sorta di calza/collare nella zona della caviglia e nella prima parte del collo del piede, che ferma e stabilizza tutto il piede, limitando il serraggio dei rotori Boa e quindi contenendo le pressioni generate dei cavi. A destra e sinistra ci sono degli inserti in TPU che seguono l’angolo di tiro dei rotori, con i passanti costruiti con lo stesso materiale e ben strutturati.

Fasciante e ultra aderente

E’ una calzatura che fascia completamente il piede: un aspetto per nulla banale che crea anche una sorta di auto-sostegno. Infatti, non di rado c’è la sensazione che il sistema di chiusura sia posizionato per completare l’impatto estetico e adeguare il volume superiore della tomaia. La scarpa non si muove, non tende a scivolare, non trasmette la sensazione di slittare via, dietro e soprattutto nella sezione superiore, anche quando i cavi sono lenti. Buona parte del merito è della tomaia, grazie al suo disegno ed al fatto che, se pur mantenendo un’elevata elasticità e capacità di adeguarsi alle forme del piede, diventa un tutt’uno proprio con l’estremità corporea.

Entra in gioco anche lo shape della suola, molto diverso da Powerstrap e da Stabilita, una soluzione tecnica che influisce in modo esponenziale sul movimento della caviglia e sulla sua libertà. La scarpa è “più dritta” ed è più semplice trovare l’allineamento ottimale ginocchio/scarpa/pedale. Si ha la sensazione costante di non “affondare” con il tallone, neppure quando si è stanchi, a tutto vantaggio della spinta e del comfort. Qui entra in gioco la bontà costruttiva e di design della suola, ben equilibrata, equilibrio che ritroviamo in quella sensazione di sostegno centrale, anche senza plantari customizzati e senza che la stessa suola diventi “ingombrante” nella zona dell’arco plantare. E poi la punta larga, che offre dei benefici soprattutto nel lungo periodo con le dita che sono libere di muoversi e restano distese. Il design della Vega Carbon aiuta a sfruttare l’appoggio di tutto il piede, dal tallone fino alle dita.

In conclusione

Fizik Vega Carbon è una calzatura tanto gratificante e “diversa” sotto il profilo estetico, quanto performante e ultra fasciante. E’ una calzatura da inserire in una categoria di prodotti dedicati all’agonismo, perché una volta completata la naturale fase di adattamento, una resa tecnica elevata è uno dei primi fattori che emerge ed è lampante. Piede dritto sul pedale e caviglia completamente libera, per nulla condizionata da una talloniera troppo alta, eccessivamente rigida ed invasiva. Il sistema di chiusura diventa una sorta di regolatore di fino del volume e della taglia, ma non è lui a bloccare la calzatura al piede. E’ ben presente, aiuta a completare in modo adeguato il pacchetto performance, ma è il fitting complessivo ed il fatto che la scarpa Fizik si comporta come un guanto, i fattori che fanno realmente la differenza.

Infine una menzione al prezzo. 390 euro non sono briciole, ma è sempre necessario valutare il rapporto che il prezzo ha con il relativo posizionamento sul mercato e la Vega Carbon rientra in una fascia molto alta, al netto dell’impiego di materiali innovativi ed un concetto costruttivo avanzato. 390 euro sono un prezzo che è al di sotto della media.

Fizik

Q36.5 Unique Pro, tutto quello che serve in una calzatura

11.07.2025
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Q36.5 Unique Pro è e sarà uno dei riferimenti delle calzature di altissima gamma, super tecniche e dedicate all’ambito professionale/agonistico. La suola full carbon, rigida e sottile trova ispirazione dalle tendenze attuali, alta dietro e ultra contenitiva in tutta la sua lunghezza.

La tomaia è un blend di tessuti e soluzioni che ricordano (in parte) l’altra scarpa top di gamma, ovvero la Dottore Clima, ma soprattutto al lato pratico la Unique Pro è una scarpa che non trova accostamenti nel listino Q36.5. L’abbiamo provata in anteprima ed ecco le nostre considerazioni.

Rispetto ad una scarpa con suola classica? Il piede gode di maggiore stabilità e contenimento
Rispetto ad una scarpa con suola classica? Il piede gode di maggiore stabilità e contenimento

Tecnologia proprietaria Q36.5 tutta italiana

Ci piace, ci piace tantissimo sottolineare uno dei fattori rimarcati da Q36.5 durante il lancio ufficiale della nuova Unique Pro. La scarpa è stata sviluppata mettendo insieme diverse tecnologie di produzione proprietarie e tutte italiane, perché, oltre al resto, non bisogna mai dimenticare che l’arte calzaturiera dell’Italia era e resta un’eccellenza copiata da molti.

Si parte dalla suola, prodotta nel comprensorio calzaturiero di Montebelluna, in Veneto, dove molte scarpe (di marchi differenti) hanno origine. E poi c’è tutto il know-how di Q36.5, che proprio con le nuove Unique Pro raggiunge l’apice in termini di design, performance, materiali ed un fitting che lascia di stucco. Tornando per un attimo alla suola, questa ha uno stack di soli 4,4 millimetri dal punto di battuta sul pedale, significa il valore più basso che il mercato è in grado di offrire oggi e fa collimare resa tecnica e comfort.

Una calzatura complessa e molto leggera

Per gli amanti dei numeri e della super leggerezza, Q36.5 Unique Pro ha un valore alla bilancia (rilevato nella misura 42, senza solette) di soli 220 grammi per calzatura. E’ molto basso, se consideriamo il doppio rotore Boa Li2 in alluminio.

La suola è un vero e proprio contenitore che parte dal tallone, dove si alza in modo importante e si abbassa verso l’avampiede dove è più scaricata, ma piuttosto larga. C’è tanto spazio per il piede ed il movimento delle dita, un fattore che si tramuta anche in un comfort “quasi” inaspettato per una calzatura così tecnica e con una suola impattante. Unique Pro ha la pianta larga, fattore che influisce sulla taglia corretta e sulla possibilità di sfruttare al massimo la calzatura. E’ necessario (fondamentale) tenere ben presente la lunghezza effettiva del piede (dei piedi).

La struttura portante della tomaia è forata, ma al tempo stesso compatta e ricorda la vera pelle. La linguetta è diversa dal solito, perché è un tessuto in mesh che funge come una calza. Si adegua al piede, non si arriccia e segue perfettamente l’azione di chiusura dei rotori. Inoltre, grazie alla sua morbidezza, tende a dissipare la pressione generata (inevitabilmente) dai cavi. Quello superiore è diretto, quello inferiore adotta un incrocio e tutti i punti di snodo sono in tessuto.

Il vantaggio nella spinta arriva dalla calzatura nella sua interezza
Il vantaggio nella spinta arriva dalla calzatura nella sua interezza

I nostri feedback

La nuova Q36.5 Unique Pro è una calzatura estremamente comoda e ultra performante al tempo stesso. Il comfort, quasi inaspettato se il giudizio è condizionato dal solo impatto estetico, è hors categorie, grazie ad una pianta larga, un avampiede ampio e grazie al quasi totale azzeramento dei punti di pressioni interni. E poi c’è la stabilità che si genera ed è parallela ad un contenimento del piede che è altrettanto vantaggioso sotto diversi punti di vista.

Chi proviene da una “calzatura classica” con la suola piatta, deve mettere in conto una fase di adattamento prolungata, per via della suola così alta dietro che, contiene il tallone come poche altre. L’imbottitura interna in questo punto aiuta (non poco), ma è necessario comprendere al meglio una suola che è diversa dagli standard. E’ un blocco unico, non ha flessioni. Chi arriva da una tipologia di scarpa simile (o per lo meno che adotta i medesimi concetti, di design e disegno della suola) è sicuramente avvantaggiato nel “capire” la calzatura e sfruttarne le potenzialità. Il plus è la Unique Pro nella sua totalità, sicuramente costosa, ma ben fatta e curata in ogni dettaglio. Infine lo stack ridotto della suola, un altro argomento che merita di essere snocciolato. 4,4 millimetri è un numero ridotto e traducendo, il piede di avvicina tantissimo all’asse di battuta del pedale.

Non c’è da meravigliarsi se, come nel nostro caso, la sensazione è quella di dover abbassare la sella di un paio di millimetri ed al tempo stesso “sentire” il pedale come poche volte è capitato in precedenza. E poi la Unique Pro è una scarpa che non si scalda e non fa ribollire i piedi.

In conclusione

Unique Pro è una tipologia di calzatura che ha un costo importante: 550 euro di listino. Il prezzo è in linea con questa categoria di prodotti, anzi, di strumenti votati a massimizzare la resa tecnico-atletica e rientra in una fascia “artigianale” Made in Italy. Un semplice dettaglio? A nostro parere no, se consideriamo che in questa stessa categoria rientrano pure calzature prodotte in stock nel far east, belle e performanti senza dubbio, che nei termini di qualità dei materiali, design e fattura, non hanno nulla a che fare con il calzaturiero fatto in casa Italia. Non vogliamo essere campanilisti ad ogni costo, ma ci sembra corretto mettere in evidenza una qualità che può fare realmente la differenza e non una semplice scritta impressa sul carbonio.

Q36.5

Suola rigida, tomaia morbida e fitting ampio: Trek Velocis la risposta

23.04.2025
5 min
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Le nuove Trek Velocis sono l’esempio perfetto di una gamma media che eredita alcune caratteristiche dalle alto di gamma. Sono calzature che puntano alla comodità e rispetto alla versione precedente aumentano (di molto) la resa tecnica, ma senza le estremizzazioni delle RSL.

Suola in carbonio OCLV e tomaia MetNet (senza Knit). Due rotori Boa L6 perfettamente in linea e una linguetta imbottita in modo funzionale che protegge dall’azione potente dei cavi (il collo del piede ed i tendini non sono mai sotto pressione). C’è una calzata comoda con una sezione mediana/frontale che offre un alloggio confortevole a piedi (anche) dalla pianta larga. La talloniera non stringe. Le abbiamo provate.

Nuova Trek “Velocis”, una scarpa con un design pulito e “classico”
Nuova Trek “Velocis”, una scarpa con un design pulito e “classico”

Pro Last, geometria della calzatura

Trek Pro Last è una vera e propria geometria della calzatura sviluppata per la categoria RSL (quella top di gamma) e mutuata per la Velocis (medio di gamma). Mira ad ottimizzare lo sfruttamento totale del volume interno, minimizzando gli spazi vuoti, sfruttando appieno il potere fasciante della tomaia. Nel concetto rientra anche una sorta di arcuatura della scarpa con la punta che tende (leggermente) verso l’interno. Quest’ultimo aspetto facilita anche il posizionamento della tacchetta.

Tornando al volume interno della nuova Trek Velocis, abbondante, lascia spazio ad eventuali plantari customizzati oppure solette con uno spessore maggiore, rispetto agli standard. Non è da dimenticare la talloniera esterna di rinforzo che è stata aggiunta rispetto alla versione più anziana, più bassa e meno “invasiva” rispetto alla Trek RSL.

Passanti dei cavi in tessuto

Ecco un dettaglio che ci piace e non è un dettaglio scontato per una calzatura inserita in una media gamma (comunque ambiziosa). I passanti in tessuto dove scorrono i cavi (sono stati eliminati i ponticelli in plastica) contribuiscono ad aumentare il comfort (anche sul lungo periodo), azzerano le pressioni e non influiscono in modo negativo sulla termoregolazione.

Un’ottima scelta, davvero apprezzabile, anche nell’ottica di minimizzare (quasi azzerare) le frizioni tra tessuto interno, calza e piede.

Suola OCLV, un gradino sotto la RSL in termini di rigidità
Suola OCLV, un gradino sotto la RSL in termini di rigidità

Suola tutta in carbonio, gestibile, non estrema

Dal punto di vista dell’impatto estetico la suola OCLV della nuova Trek Velocis è praticamente uguale alla RSL. Cambia il valore della rigidità: sulla Velocis è di 10 nella scala Trek. Non è troppo rigida ed è uguale dal retro verso la punta, collima alla perfezione con una talloniera ampia, non stringe.

La suola offre un super sostegno durante le fasi di spinta, di uscita di sella e anche durante i rilanci. Ancora una volta una suola OCLV di Trek conferma di essere un ottimo prodotto.

In conclusione

Il prezzo: 249,99 euro di listino non sono pochi. E’ giusto sottolineare che si tratta di una calzatura del tutto paragonabile (nei termini di una resa tecnica) a molte scarpe top di gamma. La nuova Trek Velocis è ben fatta, non è estrema ed è comoda, tutto sommato non è troppo calda, nonostante una colorazione nera (quella del test) che non aiuta la termoregolazione nel suo complesso.

E’ buona l’azione di contenimento della talloniera, davvero apprezzabile la neutralità della suola nella zona dell’arco plantare, considerando un utilizzo e sfruttabilità per diverse tipologie di utenza. Morbida e plasmabile la tomaia, in base alle esigenze/preferenze, sia di chiusura dei Boa che alla forma del piede.

Trek

Nuove Trek Velocis, più comfort, più velocità, stesso prezzo

05.04.2025
3 min
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Trek presenta la nuova versione delle sue scarpe da strada Velocis. Già l’anno scorso erano state migliorate con l’introduzione della tomaia con tecnologia MetNet, ora questo modello fa un ulteriore passo in avanti con diversi aggiornamenti. I principali sono una nuova geometria e nuovi Boa, ma non solo. Il prezzo, invece, è rimasto invariato.

La tomaia si avvale della tecnologia MetNet, che dà la sensazione di una calzata personalizzata
La tomaia si avvale della tecnologia MetNet, che dà la sensazione di una calzata personalizzata

Nuova geometria, stesso materiale

La geometria delle Velocis Road è stata rivista seguendo quella dei modelli top di gamma del marchio americano usciti lo scorso anno, come per esempio le Trek RSL, dove non a caso le somiglianze sono piuttosto evidenti. La base è la tecnologia Pro Last, che offre una calzata ad alte prestazioni adatta alle tipologie di piede più comuni. Andiamo più nel dettaglio. Rispetto alla precedente versione, la forma delle nuove Velocis Road è migliorata limando del volume inutilizzato nella parte finale della scarpa, per adattarsi meglio alla forma del piede.

Quello che non è cambiato è la composizione della tomaia, che si avvale della tecnologia MetNet. Si tratta di un tessuto elastico e comodo, che al contempo dà una grande sensazione di supporto e compressione. Questo si traduce in una scarpa che si adatta ad un’ampia varietà di forme del piede, dando così una sensazione di personalizzazione fin dall’inizio. 

Una miglioria importante è l’introduzione di un rinforzo sul tallone
Una miglioria importante è l’introduzione di un rinforzo sul tallone

Nuovo Boa e tallone rinforzato

Oltre alla geometria, le nuove Velocis hanno cambiato anche i due rotori Boa. Il modello precedente si avvaleva del Boa Li2, ora invece è stato scelto il Boa L6 Dial, che permette una microregolazione perfetta della calzata.  E’ stato inoltre aggiunto un rinforzo esterno al tallone – altra caratteristica che ricorda il modello RSL – con l’obiettivo di garantire una maggiore tenuta del piede nei momenti di massima intensità, come per esempio uno scatto fuori sella.

Arriviamo ora ad un’altra caratteristica fondamentale per delle scarpe da strada, la suola. La forma è stata modificata anche qui in ottica più performativa, inserendo quattro prese d’aria, mentre il materiale è rimasto lo stesso: composito di carbonio con una rigidità di 10/14

La suola, in cui sono state inserite delle prese d’aria, è in carbonio OCLV con rigidità di 10/14
La suola, in cui sono state inserite delle prese d’aria, è in carbonio OCLV con rigidità di 10/14

Peso, colori, taglie e prezzo

Le nuove Trek Velocis Road pesano 260 grammi (in taglia 42) e sono disponibili in due colori, con un’estetica super classica: total black o total white. Ricordiamo che si tratta di un modello unisex, e le taglie vanno 36 al 48 per la versione in bianco e dal 39 al 48 per quella in nero.

Infine il prezzo. Nonostante tutti gli aggiornamenti, le nuove Trek Velocis costano come le precedenti: 249,99 euro

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