Pino Toni, Bruno Reverberi, Roberto Reverberi partenza per Uzbekistan, 23 novembre 2025

Il viaggio di Reverberi in Uzbekistan: uno sponsor, due corridori

05.12.2025
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Da una parte c’era Reverberi, che cercava uno sponsor. Dall’altra Pino Toni, preparatore toscano, e il suo contratto quadriennale con la federazione dell’Uzbekistan. Come è stato che le due realtà si siano incontrate e abbiano portato a una sponsorizzazione e all’arrivo di due corridori lo abbiamo ricostruito dai loro racconti, partendo da una foto in aeroporto. Quella in apertura: era il 13 novembre.

La chiamata di Pino Toni

Toni è stato l’allenatore della squadra emiliana e qualche tempo fa ci aveva raccontato della sua collaborazione con la federazione ciclistica uzbeka. Roberto Reverberi lo ha letto e si era ripromesso di chiamarlo, poi però la cosa gli è passata di mente, fino a che a chiamarlo è stato proprio il toscano.

«Il gancio è stato lui – ammette Roberto Reverberi – perché a me ormai era passato di mente. Avevo anche visto che a capo della struttura delle nazionali c’è Volodymyr Starchyk, che ha un passato da corridore dell’Amore e Vita (e da U23 – aggiungiamo noi – corse nel Team Parolin di Mirko Rossato, oggi direttore sportivo alla Bardiani, ndr). E comunque, un mesetto dopo mi chiama Pino e mi dice che in Uzbekistan sarebbero interessati a fare qualcosa con una squadra professional, per far correre dei loro atleti. Mi chiede se siamo disposti ad andare su per parlarne. Io gli rispondo di sì e gli chiedo quando. E lui mi risponde, secco: “Dopodomani!”. Così siamo partiti.

«Abbiamo portato un progetto fatto da mio figlio Gabriele (responsabile dei rapporti con i media, ndr) in cui gli proponevamo le condizioni per essere primo nome, oppure secondo o terzo. E loro hanno accettato, a patto che prendessimo un paio di corridori, valutandone magari altri in stage la prossima estate».

Bruno Reverberi riceve il simbolo del Comitato olimpico uzbeko da Otabek Umarov
Bruno Reverberi riceve il simbolo del Comitato olimpico uzbeko da Otabek Umarov
Bruno Reverberi riceve il simbolo del Comitato olimpico uzbeko da Otabek Umarov
Bruno Reverberi riceve il simbolo del Comitato olimpico uzbeko da Otabek Umarov

Due corridori per l’Europa

L’accordo è di sponsorizzazione, ma visto che in Uzbekistan lo sponsor è vicino ai vertici del comitato olimpico, è scontato che si aspettassero una contropartita tecnica. Alle ultime Olimpiadi, il Paese è finito tredicesimo nel medagliere: l’obiettivo per Los Angeles è entrare fra i primi dieci, potenziando dei settori ancora piuttosto inesplorati. Il ciclismo è fra questi.

«Io ho firmato il contratto fino alle Olimpiadi – spiega Pino Toni – fino al 2028. Il mio ruolo va un po’ al di là del semplice allenare i corridori. Cerco di portargli più tecnologia possibile. In questo momento sto lavorando per avere la sponsorizzazione di una piattaforma di allenamento e poi ho creato questo contatto con Reverberi per permettere ad almeno a due ragazzi di fare una bella stagione, confrontandosi nelle corse vere. In Asia, hanno dimostrato entrambi di saper fare punti. Nikita Tsvetkov ha vent’anni, ha fatto qualche corsa come stagista alla Solution Tech ed è arrivato quarto nell’Asian Tour con 293 punti, pur correndo solo con la nazionale. E il punto è questo: gli manca il confronto.

«Si corre poco, per cui serve tanta grinta ad allenarsi e confrontarsi con avversari che vanno di meno. Per cui venire di qua è fondamentale per la sua crescita. Mentre l’altro è un russo arrivato da poco in Uzbekistan e va forte su pista. Si chiama Sergey Rostovtsev, ha 28 anni e nel 2021 arrivò terzo dietro Viviani e Leitao ai mondiali dell’eliminazione. Ci serve che vada bene nelle volate per raggiungere un buon livello su pista».

Umarov, il manager ciclista

L’incontro con Otabek Umarov è stato decisivo e fortunato. Il titolare di 7 Saber, che è anche vicepresidente del Consiglio Olimpico dell’Asia ed è sposato con la figlia del primo ministro uzbeko, ha accettato l’accordo. Inizialmente il marchio entrerà come terzo nome e potrebbe aggiungere la fornitura dell’abbigliamento da riposo.

«Nella foto del comunicato – racconta Roberto Reverberi – lui è quello con mio padre. E’ altissimo e da qualche anno è anche super praticante di ciclismo. Prima andava in moto, ma è caduto e si è fatto piuttosto male a un ginocchio. E così ha cominciato ad andare in bici, ha preso passione e adesso tutte le mattine parte di buon’ora e fa il suo giro. Per cui abbiamo fatto un accordo di sponsorizzazione che si sposa con i loro obiettivi federali.

«In realtà neanche si può dire che facciano solo abbigliamento, perché hanno una catena di centri commerciali in tutta la nazione e dentro ci sono diversi negozi con lo stesso nome. Uno che vende elettrodomestici, uno che vede i profumi, diciamo che hanno diversi rami di azienda e uno di questi produce abbigliamento da riposo. Mentre per quello tecnico, restiamo legati ad Alé, con cui abbiamo già tutto in ordine».

Il modello uzbeko

La presenza di Pino Toni in Uzbekistan (tre o quattro volte per stagione) punta alla creazione delle strutture necessarie affinché i corridori migliorino, avendo a disposizione tutto il necessario. Gli hanno dato le chiavi di un appartamento vicino alla pista, mentre tutto intorno sono sorti gli impianti necessari per la preparazione olimpica.

«Hanno costruito un nuovo campo da ghiaccio – spiega – da calcio e atletica e anche il nuovo velodromo, tutto nuovo fatto dai cinesi. Anche le auto elettriche nella Capitale vengono dalla Cina, anche perché non hanno i dazi, per cui i modelli che da noi costano 60 mila euro, in Uzbekistan li paghi 23 mila. Invece fuori città o nei centri più piccoli vedi girare le vecchie Chrysler. Il sistema della nazionale non è come da noi, diciamo che li hanno sempre in ritiro. Fra donne, U23 ed elite sono fra 40 e 45 atleti, che poi portano a correre.

«Qualcuno è tesserato per delle continental, Rostovtsev ad esempio nel 2025 era con lo Shenzen Kung Cycling Team in Cina. E l’attività la fanno quasi tutta in Asia. Però d’ora in avanti, Nikita verrà in Toscana, dalle mie parti: dobbiamo ancora vedere dove. Invece Sergey si stabilirà sul Lago d’Iseo. Lui parla bene italiano, perché mi ha spiegato che suo padre ha lavorato nella Katusha negli stessi anni in cui c’ero anche io».

Quello che verrà è tutto da vedere. Otabek Umarov ci mette i soldi con la sua azienda e intanto si assicura che i due corridori di punta del movimento facciano l’esperienza di cui hanno bisogno in corse più qualificate. La Bardiani per la sua parte ha trovato un nome per sostituire Faizanè che nel 2026 non sarà più a bordo. Il resto lo dirà la strada.

VF Group Bardiani, ranking UCI, punti

Ancora ranking UCI. Brividi sulla schiena, ma la VF Group si salva

22.10.2025
5 min
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Come abbiamo fatto poco fa con la Solution Tech-Vini Fantini, adesso andiamo a casa dei vincitori di questa sfida per il trentesimo posto nel ranking UCI. La VF Group-Bardiani alla fine l’ha spuntata, ma anche per loro non è stato facile.

Ne abbiamo parlato con il manager e direttore sportivo Roberto Reverberi. Quei 235 punti di vantaggio consentono alla squadra italiana più longeva, forse la più storica in assoluto nel professionismo, di poter sperare ancora in un invito al Giro d’Italia. In teoria anche per Vuelta e Tour ma è chiaro che il pensiero principale va alla corsa rosa. E questo vuol dire molto in termini di futuro, di progettazione. Magari non di vita, perché molti sponsor già c’erano, ma così tutto cambia… in positivo.

Roberto Reverberi (classe 1964) è manager e diesse della VF Group-Bardiani
Roberto Reverberi (classe 1964) è manager e diesse della VF Group-Bardiani
Insomma, Roberto, è stata dura ma ce l’avete fatta a portare a casa questo benedetto trentesimo posto…

Sì. Noi avevamo programmato un calendario abbastanza intenso proprio per questo motivo: per fare punti. Poi, per una cosa o per l’altra, durante la stagione sono successe situazioni che ci hanno complicato la vita.

Tipo?

Infortuni, soprattutto dei corridori che ritenevamo più utili per raggiungere questo obiettivo. Alla fine ci siamo trovati un po’ con l’acqua alla gola per queste mancanze. Meno male che abbiamo avuto i ragazzi più giovani che si sono impegnati fino alla fine e hanno raccolto parecchio. E alla fine tutto è andato per il verso giusto per riuscire a raggiungere il traguardo.

Tempo fa ci avevi detto che li avevi visti ben motivati e consapevoli riguardo a questa corsa ai punti. E’ stato sempre così o verso fine stagione avete cambiato atteggiamento e magari avete cercato il risultato?

No, lo spirito e la tattica sono sempre rimasti quelli. Purtroppo con questo sistema di punteggi, che ritengo ingiusto, sei obbligato a correre in modo anche strano. Se andate a vedere lo sprint del Giro del Veneto, noterete cinque dei miei corridori tutti appaiati a fare la volata. In quel modo abbiamo fatto quei 55 punti che ci hanno dato la tranquillità definitiva. Però non è il modo di correre. E questa foto l’ho mandata anche all’UCI, chiedendogli: «Vi sembra normale che una squadra debba correre in questo modo?».

VF Group Bardiani, ranking UCI, punti
La foto incriminata da Reverberi al Giro del Veneto. Sulla sinistra si notano 5 caschi color verde acqua della VF Group fare la volata appaiati
VF Group Bardiani, ranking UCI, punti
La foto incriminata da Reverberi al Giro del Veneto. Sulla sinistra si notano 5 caschi color verde acqua della VF Group fare la volata appaiati
Oltretutto la 32ª squadra in classifica ha mille punti in meno…

Esatto, ci siamo scannati per un posto. Anche se dovessero sparire delle squadre o ci fossero fusioni in corso, la regola era chiara: dovevi essere nelle prime trenta a fine stagione. Tutto ciò che succedeva dopo non contava. E’ stata una guerra fino alla fine, meno male che ce la siamo cavata.

Anche per voi poi il calendario è stato fittissimo. Avete corso in Asia sì, ma soprattutto in Europa…

Abbiamo corso anche in Cina e in Malesia, ma non è questo il modo giusto di fare ciclismo. Dovrebbe intervenire anche l’associazione dei corridori, perché alcuni atleti hanno superato gli 80 giorni di gara. E parlo di ragazzi giovani. Non è giusto costringerli a correre in tutte le parti del mondo solo per fare punti. E’ stressante, sia a livello fisico che psicologico.

E questo crea un gap ancora più grande con le squadre WorldTour…

Esatto. Loro si allenano e si preparano con calma, noi invece dobbiamo essere sempre in tiro, sempre a correre. Arriviamo alle gare al 90-95 per cento, per dire, e mai al 100 per cento. E nel ciclismo di oggi se non sei al massimo, diventa durissima.

E tatticamente come avete interpretato le gare?

Avete notato che abbiamo corso le ultime gare anche in Italia senza mai mandare nessuno in fuga? Questo per preservare i ragazzi e cercare di fare punti. Anche 10 punti possono fare la differenza. Un anno abbiamo perso la Coppa Italia per un solo punto. E quel successo dava la wildcard per il Giro. Perciò abbiamo dovuto calcolare tutto. Meglio metterne un paio nei primi 15 che sprecare energie per andare in fuga.

VF Group Bardiani, ranking UCI, punti
Alla fine, come diceva Reverberi, è stato uno spalla a spalla fra VF Group e Solution Tech (a tratti è stata coinvolta anche la Polti)
VF Group Bardiani, ranking UCI, punti
Alla fine, come diceva Reverberi, è stato uno spalla a spalla fra VF Group e Solution Tech (a tratti è stata coinvolta anche la Polti)
I vostri rivali indirettamente sono diventati i Solution Tech, lo hanno puntato forte sul calendario asiatico…

Ognuno se la gioca come crede, su quello nulla da dire. Pensate che loro, dopo aver visto il divario di 200 punti a fine stagione (dopo il Giro del Veneto sostanzialmente) non sono più andati a correre in Serbia, perché non sarebbero comunque riusciti a rimontare. Ma è logico tutto ciò? Non voglio dare colpe a loro, ma il sistema è questo. E costringe le squadre a sacrificare i corridori migliori non nelle corse importanti, ma in quelle minori solo per fare punti. Per me non è normale.

Decisamente no. In tanti tecnici lo dite. Cosa fare allora?

Io l’ho fatto notare a chi di dovere e mi hanno risposto che bisogna fare squadre più forti. Ma come? Ci sono team WorldTour che spendono 30 milioni e vincono quattro corse all’anno. Lo dicessero a loro. Noi non abbiamo quei budget. Ma il problema c’è anche per loro, perché più in alto ancora ci sono quelle quattro o cinque squadre che prendono tutto e tutti.

C’è stato un momento in cui avete avuto davvero paura di restare fuori?

Sì. Abbiamo lasciato per strada diversi punti, penso a quelli del Giro, più che altro per sfortuna. Proprio al Giro siamo rimasti presto con sei corridori. Poi ci sono stati gli infortuni di cui dicevo. E così, a un mese dalla fine, la Solution Tech era praticamente a ridosso. Anzi, per una settimana ci aveva anche superato. Non eravamo in una bella situazione, ma confidavamo nelle ultime gare. Fortunatamente abbiamo tenuto duro e la motivazione di tutti, soprattutto dei ragazzi, ci ha permesso di creare quel gap decisivo.

Giro del Veneto 2025, partenza da Vicenza, foto del team VF Group-Bardiani

L’UCI cambia le carte e Reverberi chiude il gruppo giovani

19.10.2025
5 min
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Si fa fatica a capire se il ciclismo mondiale sia amministrato da gente inadeguata o se siamo piuttosto noi italiani a essere costantemente in equilibrio instabile. Fuori tempo e allineati a standard superati. L’ultima in tema di partecipazione alle corse è la norma che dispone il divieto per le squadre professional di partecipare alle corse internazionali U23. Una doccia fredda per la VF Group-Bardiani-Faizanè, che con il suo gruppo dei giovani ha conquistato quasi 500 punti anche nelle corse U23. Una doccia molto più fredda per la MBH Bank-Ballan, che nel passare da continental a professional ha ingaggiato fior di U23, immaginando di poter fare il calendario di sempre. E doccia fredda anche per il Team Polti che per seguire le impronte di Reverberi, ha ingaggiato a sua volta corridori molto giovani.

Pertanto, quando contattiamo Roberto Reverberi perché dia un voto ai suoi quattro anni di attività con gli U23, il tono non è dei più entusiasti e presto il motivo è spiegato. Nel fare le regole, qualcuno si è preoccupato di verificare i contratti in essere?

«In un primo tempo avevano detto che non potevano più andare in nazionale quelli delle professional e anche del WorldTour – dice Reverberi – dalla settimana scorsa è uscita questa nuova regola. Ho provato a sentire Brent Copeland (i team manager della Jayco-AlUla è presidente dell’associazione dei gruppi sportivi, ndr) e mi ha detto che la settimana prossima facciamo una riunione per vedere se si riesce a sbloccare la situazione. L’UCI  ti deve avvisare almeno un anno prima quando cambia un regolamento del genere, perché noi abbiamo tutti i contratti con i corridori e adesso dove li portiamo a correre?».

Per Reverberi, Pellizzari è il risultato più fulgido del gruppo giovani creato dal team reggiano (foto Filippo Mazzullo)
Per Reverberi, Pellizzari è il risultato più fulgido del gruppo giovani creato dal team reggiano (foto Filippo Mazzullo)
Che cosa succederà secondo te?

Va a cadere tutto il discorso che portiamo avanti da quattro anni. In pratica gli juniores andranno nelle devo e quelli un po’ peggio andranno nelle squadre dei dilettanti italiani. E alla fine noi non li prenderemo neanche più, come facciamo? Dovremmo portare ragazzi di 18 anni a fare subito le gare professionistiche? La nostra esperienza è stata positiva. Nella prima covata che abbiamo preso c’erano Pellizzari, Pinarello che va nel WorldTour con la Israel. Scalco va con la XDS-Astana. E vedrete che anche Paletti e qualcun altro nel giro di due anni faranno il salto. 

Una volta ci dicesti che due anni bastano per vedere tutto.

Pinarello ci ha messo un pelino di più e Scalco anche. Non è mica detto che tutti quanti siano come Finn, che arriva e va subito forte. E poi anche lui dovrà misurarsi con i professionisti e vedrà che la musica è diversa. Anche Turconi ad esempio è fortissimo, ha un motore incredibile, però gli serve un po’ più tempo. C’è chi ci mette un anno, chi ce ne mette due, chi ce ne mette tre. Come quando nei dilettanti, qualcuno passava a 21 anni e altri aspettavano i 24. Sapete piuttosto che cosa dovremmo fare forse? Me lo ha detto un amico preparatore…

Turconi quest’anno ha vinto il Trofeo Piva (foto Pederiva) e il Medio Brenta, arrivando 5° al Giro. Reverberi aspetta che cresca ancora
Turconi quest’anno ha vinto il Trofeo Piva (foto Pederiva) e il Medio Brenta, arrivando 5° al Giro. Reverberi aspetta che cresca ancora
Che cosa?

Dovremmo andare a ripescare tutti i corridori italiani che vanno nelle devo e che poi ritornano indietro, perché tanto tornano indietro e dopo fanno fatica a trovare una squadra. Non li portano tutti nel WorldTour, non è credibile. Per ora, guardando fra i giovani, abbiamo preso il fratello di Turconi, che si chiama Matteo. E poi Manenti dalla Hopplà. Adesso siamo a 20, vediamo se salta fuori qualcos’altro anche come sponsor. Stiamo facendo un po’ di ricerche, così vediamo se nel giro di 15-20 giorni cambia qualcosa. In giro ci sono elementi buoni, soprattutto dopo le varie fusioni.

La storia insegna che anche gli elite di valore possono avere un futuro. Chi si sarebbe aspettato Fiorelli alla Visma?

Filippo ha iniziato a correre tardi. E’ un caso un po’ anomalo, perché prima correva con gli amatori. Poi lo ha preso Massini che lo ha tirato su, ma ha perso un sacco di tempo. Aveva sempre problemi con il peso, ha preso tante parole. Quando arriva a 67 chili va come una moto, se sale a 69-70 chili la caratteristica di andare bene in salita viene un po’ meno. Nel senso che se ha il peso giusto, riesce a scollinare con i migliori, altrimenti perde i 10-15 secondi che gli impediscono di arrivare alla volata. Ha vinto pochissimo solo per questo, invece quest’anno che si è messo in riga, ha fatto una stagione più costante, almeno fino al Giro.

Tarozzi al Giro d’Italia ha vinto il Red Bull KM, trofeo dedicato a chi è rimasto in fuga per più chilometri
Tarozzi al Giro d’Italia ha vinto il Red Bull KM, trofeo dedicato a chi è rimasto in fuga per più chilometri
Nella testa di Roberto Reverberi, chi prenderà il posto di Scalco e Pinarello?

Probabilmente Turconi e Paletti, i giovani da cui ci aspettiamo un po’ più continuità. Invece i corridori da cui vorremmo anche qualche risultato in più sono Marcellusi, Magli e quelli più esperti. Lo stesso Zanoncello, che deve un po’ migliorare. Tarozzi, che è un corridore particolare perché è un uomo da fuga e ne abbiamo bisogno. Quest’anno al Giro ha vinto il Premio Red Bull per i chilometri di fuga e a noi uno così fa gioco.

Non avendo più il gruppo dei giovani, la struttura tecnica rimane la stessa?

Sì, avremo ancora i soliti quattro direttori sportivi, cioè Rossato, Donati, Amoriello ed io. Gli stessi preparatori, cioè Borja e Andrea Giorgi. Sempre lo stesso medico. Qualcuno del personale si sposta, chi va alla UAE e chi alla Visma. Come vedete forniamo talenti al WorldTour anche per lo staff. Ce ne sono tanti sparsi nel gruppo. E poi avremo ancora le bici De Rosa, avevamo già prolungato il contratto.

Lotta per il 30° posto. La strategia della VF Group-Bardiani

11.09.2025
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I 60 punti di Alessandro Pinarello con il quarto posto di ieri al Giro della Toscana sono stati una vera manna per la VF Group-Bardiani. La squadra dei Reverberi, impensabilmente ad inizio anno, si ritrova impantanata in piena “zona retrocessione”. Come avrete capito, stiamo parlando della lotta acerrima per la permanenza nelle top 30 squadre del ranking UCI (qui la classifica aggiornata al 9 settembre), quelle trenta che avranno poi l’opportunità di essere invitate ai Grandi Giri ed altre corse di prestigio.

E la sfida è quasi tutta italiana: al 28° posto c’è la Polti-VisitMalta, al 29° la spagnola Burgos-Burpellets, al 30° la Solution Tech-Vini Fantini e al 31° la VF Group-Bardiani. La squadra di Ivan Basso e Alberto Contador ha preso un piccolo margine che sembra, per ora, metterla al sicuro. Mentre dietro il team di Serge Parsani risale forte, complice anche un calendario che per gran parte è stato disputato in Asia e in Sud America: una strategia che sin qui sta pagando. Ma con il calendario italiano le cose potrebbero cambiare.

Di questa situazione abbiamo parlato direttamente con Roberto Reverberi, tecnico della VF Group-Bardiani, che si trova in questo pericoloso “sandwich”.

In ammiraglia Roberto Reverberi, team manager e tecnico, della VF Group-Bardiani
In ammiraglia Roberto Reverberi, team manager e tecnico, della VF Group-Bardiani
Roberto, partiamo da quanto accaduto ieri a Pontedera. Il quarto posto di Alessandro Pinarello è stata una bella boccata d’ossigeno, giusto?

Sì, parecchio. Pinarello è stato bravo e bisogna considerare che di fatto lui è ripartito quasi da zero. Si trattava praticamente del ritorno in gara dopo la frattura della mano al Giro d’Italia. Lo avevamo portato al Giro del Friuli, dove aveva faticato un po’, ma già ieri in salita si è mostrato a un buon livello. E’ rimasto coi migliori, magari è anche più fresco. Questo significa che la serietà paga. E anche se ha firmato per un altro team ha spinto forte.

Il dogma chiaramente è fare punti…

Ho chiesto a tutti di tenere duro. A fine stagione non è facile per i ragazzi, qualcuno tende a mollare. E invece ho visto corridori tenaci. Evidentemente hanno capito che il rischio di uscire dai trenta è reale. Magli, Conforti, Covili e altri per esempio stanno bene, e magari perché no riprendere chi ci precede. Poi è anche vero che questa classifica UCI ti porta a correre per i punti: è una guerra di posizioni e piazzamenti.

La Solution Tech-Vini Fantini ha raccolto gran parte dei suoi punti nelle corse extra Europa, dove il livello è inferiore ma la resa è identica (una gara di categoria 1.Pro vale tanto in Africa quanto in Europa). Come mai voi non avete adottato questa strategia?

Perché abbiamo fatto altre scelte. Come quasi tutti, anche squadre WorldTour, abbiamo pensato soprattutto a fare corse di un giorno, che sono quelle che pagano di più in termini di punti rispetto alle corse a tappe. Siamo realisti: basta che ci sia una crono e siamo tagliati fuori in partenza per la generale. Il che significa tenere duro 5-6 giorni sperando in un piazzamento e contestualmente le singole tappe valgono meno. Per fare un esempio, ieri Pinarello ha preso quasi gli stessi punti che dà sempre un quarto posto nella classifica generale al Coppi e Bartali. Con la differenza che lì sei in ballo per giorni e soprattutto ci devi riuscire.

Il team spera anche nel ritorno in forma di Marcellusi. «La grinta e le qualità non gli mancano», ha detto Reverberi
Il team spera anche nel ritorno in forma di Marcellusi. «La grinta e le qualità non gli mancano», ha detto Reverberi
Quindi perché meno estero?

I programmi si fanno a inizio stagione e noi eravamo messi bene con le corse in Europa e in Italia, che danno anche un’altra visibilità. L’idea di andare ripetutamente in Cina o in Giappone non l’abbiamo presa in considerazione anche perché dovevamo fare il Giro d’Italia e la Tirreno-Adriatico, corse importanti e dispendiose.

Corse che in effetti la Solutiontech non aveva…

E noi non abbiamo un organico così ampio per poter correre su tanti fronti. Le cose stavano andando bene, ma abbiamo avuto diverse sfortune. Penso, per esempio, all’intoppo che ha avuto Filippo Fiorelli nella prima tappa del Giro: gli è caduto davanti Landa e lui è finito dietro. Uno come Filippo avrebbe potuto fare un quarto-quinto posto e già lì, che siamo nel WorldTour, sono 100 punti. E così altre volte.

Però in vista di questo finale di stagione andrete anche in Malesia?

Sì, è un nostro appuntamento classico ed è una corsa 2.Pro, quindi che rende bene, e che vede al via anche squadre WorldTour. Da lì faremo anche il Taihu Lake in Cina sempre 2.Pro, che è una corsa a tappe per velocisti e non prevede crono. Ne porteremo tre, tra cui Enrico Zanoncello, e speriamo di raccogliere qualcosa. Non solo: correremo anche qui da noi la Milano-Rapallo.

Per la VF Group-Bardiani sin qui 4 vittorie: la più importante il Giro della Città Metropolitana di Reggio Calabria (1.1) con Luca Colnaghi
Per la VF Group-Bardiani sin qui 4 vittorie: la più importante il Giro della Città Metropolitana di Reggio Calabria (1.1) con Luca Colnaghi
Ma non è solo per under 23?

No, è una gara 1.2, non 1.2U (cioè under 23, ndr) e ci andremo con il nostro gruppo giovani e qualche elite. Si deve lottare ovunque. Anche perché, e ne ho parlato con chi di dovere all’UCI, anche se come sembra ci saranno fusioni e squadre che chiudono, resta il riferimento delle top 30 di quest’anno.

A proposito di giovani e organico, non vi ha tolto qualche rotazione in fatto di calendario e doppia attività?

Gran parte dei nostri punti viene dai giovani. Più o meno 500 se ben ricordo. Penso a Turconi e Scalco, ma certo ci devi investire e lo abbiamo fatto. Anche loro hanno capito che devono darci dentro, perché alla fine se si va o no al Giro d’Italia dipende anche da loro.

Anche loro dunque dovranno correre con l’obiettivo dei punti più ancora che della vittoria?

Sì, anche loro avranno questa linea. E ho visto che l’hanno capita bene. E’ giusto e mi fa piacere che sentano questa responsabilità. Andare o no al Giro d’Italia in chiave futura è importante. Ripeto, la nostra strategia è lottare su ogni fronte e mi sembra che i ragazzi siano ben mentalizzati in proposito. C’è voglia di fare e le occasioni per fare punti non mancano.

VF Group al Giro, l’ora del debutto per Martinelli e Pinarello

30.04.2025
4 min
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La wild card in più concessa agli organizzatori dei tre Grandi Giri ha permesso a RCS Sport di invitare al Giro d’Italia due delle tre professional italiane: Vf Group-Bardiani CSF-Faizanè e Polti VisitMalta. Di quest’ultima abbiamo parlato, concentrandoci sul Giro di Piganzoli. Per il team di Bruno e Roberto Reverberi, invece, il discorso si fa un po’ più ampio. 

Con la partenza di Pellizzari e l’addio al ciclismo di Pozzovivo le possibilità di fare classifica sono sfumate. L’attenzione degli otto scudieri di Reverberi sarà sulle singole tappe e le possibilità di fuga. Il Tour of the Alps, corso senza troppi squilli ma in maniera abbastanza solida, è stato un’anticipazione di quello che vedremo a partire dall’Albania

Atteggiamento giusto

Sulle montagne del trentino Roberto Reverberi ha sciolto gli ultimi dubbi di formazione, decidendo chi andrà a completare la formazione della Vf Group-Bardiani. 

«Uscivamo dai cinque giorni di gara del Tour of the Alps – racconta Roberto Reverberi mentre si fa spazio tra i tanti impegni – dove c’era un solo dubbio su chi portare. Alla fine abbiamo scelto per Alessio Martinelli, non tanto perché valga più o meno degli altri, ma per l’atteggiamento che può avere in corsa. E’ uno capace di muoversi e scegliere il momento giusto. In una corsa come il Giro serve questo tipo di idea, andare in fuga. Chiaramente lo si deve fare quando è possibile e non nelle tappe in cui sappiamo di non avere spazio. Abbiamo visto che se restiamo ad aspettare il finale i migliori ci fanno fuori. E tra un ventesimo posto e una fuga fatta bene molto meglio la seconda opzione».

Marcellusi è una garanzia per quanto riguarda le fughe, qui con bici.PRO nel sopralluogo di Tagliacozzo
Marcellusi è una garanzia per quanto riguarda le fughe, qui con bici.PRO nel sopralluogo di Tagliacozzo

L’esordio di Pinarello

Dopo il debutto di Giulio Pellizzari lo scorso anno, in questa edizione della Corsa Rosa è arrivato il momento di Alessandro Pinarello. L’altro ragazzo che ha dato il via, insieme al marchigiano, al progetto giovani della Vf Group-Bardiani. Al quarto anno con la professional italiana è arrivato il momento per lui di misurarsi con le tre settimane di gara. 

«Fino alla Coppi e Bartali – spiega Roberto Reverberi – ha corso con continuità, poi abbiamo deciso di fermarlo e dargli un attimo di respiro. Al Tour of the Alps non è andato secondo le aspettative, ma è migliorato giorno dopo giorno ed ha avuto il coraggio di muoversi e provare. Per Pinarello abbiamo pensato a un calendario totalmente con i professionisti e questo passaggio fa parte della crescita. Prendere parte a un Grande Giro, come ha fatto Pellizzari lo scorso anno, ti cambia il motore. Pinarello è uno dei giovani chiamato al salto di qualità, anche perché in squadra non ci sono più i “vecchi” come Zoccarato o Tonelli».

Fiorelli, uscito in grande forma dal Giro d’Abruzzo, sarà una delle pedine di riferimento al Giro
Fiorelli, uscito in grande forma dal Giro d’Abruzzo, sarà una delle pedine di riferimento al Giro

Lo spunto di Fiorelli

L’uomo di esperienza per la Vf Group-Bardiani sarà Filippo Fiorelli, il siciliano arriva da un Giro d’Abruzzo corso in maniera solida con un quinto posto finale e la maglia della classifica a punti. Tornato a casa ha rifatto le valigie per andare in altura sull’Etna in vista del Giro. 

«Fiorelli sarà il nostro uomo per le volate – conclude Roberto Reverberi – ma non trattandosi di un velocista puro sappiamo potrà fare bene anche nelle tappe miste. Il Giro d’Abruzzo ci ha dato le risposte che ci aspettavamo da un corridore come lui. In tutto questo non dobbiamo dimenticare Enrico Zanoncello, anche lui è uno che quando il percorso si fa mosso è in grado di rimanere tra i primi. In generale il nostro obiettivo al Giro sarà di vincere una tappa, vogliamo onorare la corsa e l’invito ricevuto da parte di RCS. Negli anni i nostri ragazzi si sono fatti vedere e hanno fatto parlare di loro e questo è il nostro obiettivo».

La nuova G.JET di Gaerne per la VF Group Bardiani

27.02.2025
3 min
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Dopo appena un anno di pausa, il team VF Group Bardiani-CSF Faizanè celebra questa stagione il ritorno del logo Gaerne sulla propria maglia, in virtù di una partnership triennale che unisce tradizione e innovazione. La definizione di questo accordo rappresenta un forte legame con le radici italiane, fondato su valori condivisi quali la passione per il ciclismo, l’impegno nello sviluppo dei giovani talenti e la costante ricerca dell’eccellenza nelle prestazioni.

La rinnovata collaborazione, siglata tra le famiglie Reverberi e Gazzola, riafferma dunque la volontà di investire in un progetto interamente italiano, capace di coniugare l’esperienza artigianale con le tecnologie più avanzate. In questo contesto, Gaerne torna ufficialmente sulla divisa del team, posizionando il proprio logo sulle spalle della maglia, garantendo così una visibilità costante durante tutte le competizioni stagionali. 

Il nome Gaerne torna sulle maglie della squadra di Bruno e Roberto Reverberi
Il nome Gaerne torna sulle maglie della squadra di Bruno e Roberto Reverberi

Identità… di squadra

Parallelamente a questo ritorno, l’azienda trevigiana lancia la nuova scarpa G.JET, ideata appositamente per il team e caratterizzata da una speciale colorazione aqua, perfettamente in sintonia con l’identità della squadra. Dal punto di vista tecnico, la G.JET rappresenta l’ultima evoluzione nelle calzature da ciclismo di alta gamma. La tomaia è dotata della tecnologia G.Frametex, che combina tessuto e poliuretano in una struttura di supporto studiata per migliorare la stabilità e conferire una sensazione di leggerezza. Le perforazioni strategiche ottimizzano la ventilazione, mantenendo i piedi freschi e asciutti durante lunghe pedalate. Il sistema di chiusura INFIT CLOSURE SYSTEM 1.0, con le sue regolazioni differenziate per zone, riduce i punti di pressione e garantisce una calzata precisa, mentre la piattaforma BOA Li2 DIAL F consente aggiustamenti rapidi e personalizzati, assicurando comfort e controllo ottimali.

Il design della scarpa è ulteriormente esaltato dalla linguetta FIT TONGUE 1.0, priva di cuciture e dotata di imbottitura high-tech, e dal tallone ANATOMICAL HEEL CUP 1.0, che offre un supporto superiore e migliora notevolmente il trasferimento di potenza grazie al trattamento antiscivolo interno. La soletta interna, con supporto anatomico e micro forature, è studiata per ottimizzare la traspirazione e garantire un microclima ideale all’interno della scarpa, eliminando il fastidio del sudore durante le fasi di sforzo intenso.

Infine, la suola in carbonio Gaerne EPS Lightweight Full Carbon Sole 12.0, ultra-leggera e sottile, è realizzata in fibra di carbonio e progettata per trasferire ogni singolo watt di potenza ai pedali. Dotata di prese d’aria, inserti antiscivolo e tacchetti intercambiabili, permette una regolazione personalizzata della stabilità e della trazione, offrendo così un equilibrio perfetto tra performance e comfort.

Gaerne lancia anche un nuovo modello di scarpe: le G.JET
Gaerne lancia anche un nuovo modello di scarpe: le G.JET

Tradizione e innovazione

«Siamo lieti di riaccogliere il team VF Group Bardiani-CSF Faizanè – ha dichiarato il Cavalier Ernesto Gazzola, presidente di Gaerne spa – e di sostenere i giovani talenti, accompagnandoli nella loro crescita professionale. Da 63 anni realizziamo scarpe artigianali in Italia, mettendo al centro qualità, comfort e innovazione. La nuova G.JET è proprio il risultato di questo impegno e garantirà agli atleti prestazioni di altissimo livello. Tradizione e ricerca tecnologica sono alla base della filosofia di Gaerne, finalizzata a offrire prodotti in grado di rispondere alle esigenze delle competizioni moderne».

«Siamo entusiasti di rinnovare la partnership con Gaerne – ha replicato Bruno Reverberi, general manager della VF Group Bardiani-CSF Faizanè – e faremo davvero del nostro meglio per ripagare la fiducia riposta in noi con i risultati sul campo. La presenza del logo Gaerne sulla maglia garantisce un’eccellente visibilità, confermando il nostro impegno nel valorizzare i giovani talenti italiani».

Gaerne

C’è sempre la tecnologia di Bryton per la Vf Group-Bardiani 

06.02.2025
3 min
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La collaborazione tecnica fra il team VF Group Bardiani-CSF Faizanè e Bryton, brand di riferimento nella produzione di ciclocomputer GPS, è sempre più forte. A confermarlo è il fatto che la formazione della famiglia Reverberi ha deciso di rinnovare la sua collaborazione con Ciclo Promo Components, la commerciale veneta che distribuisce in esclusiva Bryton per il mercato italiano. La collaborazione, giunta al suo quinto anno, avrà come protagonista il nuovissimo Bryton Rider S510, un ciclocomputer GPS all’avanguardia, lanciato recentemente sul mercato internazionale (in apertura foto Vf Group-Bardiani/Gabriele Reverberi).

I ragazzi del team Vf Group-Bardiani CSF-Faizanè utilizzeranno ciclocomputer Bryton per il quinto anno consecutivo (foto Gabriele Reverberi)
I ragazzi del team Vf Group-Bardiani CSF-Faizanè utilizzeranno ciclocomputer Bryton per il quinto anno consecutivo (foto Gabriele Reverberi)

Parola a team e azienda

Come anticipato, Bryton sarà partner tecnico del team VF Group Bardiani-CSF Faizanè per il quinto anno consecutivo, grazie anche all’ottimo rapporto che si è venuto a creare in questi anni tra lo stesso team e Ciclo Promo Components. A confermarlo è lo stesso Roberto Reverberi, team manager della squadra, che si è espresso con le seguenti parole: «Siamo grati a Loris Campagnolo (socio co-fondatore di Ciclo Promo Components SPA, ndr) per la fiducia dimostrata ancora una volta nei nostri confronti. Questa partnership tecnica sta dando ottimi risultati e siamo felici di proseguire insieme questa collaborazione. Abbiamo avuto l’opportunità di testare in anteprima il Bryton Rider S510, un prodotto sviluppato tenendo conto delle necessità dei ciclisti professionisti».

La soddisfazione espressa da Roberto Reverberi è confermata dalle parole di Loris Campagnolo: «Siamo entusiasti di rinnovare questa partnership con il team VF Group Bardiani-CSF Faizanè, una squadra con cui condividiamo una visione orientata all’eccellenza e all’innovazione. Fornire i ciclo computer Bryton al team ci permette di continuare a crescere e di rafforzare la presenza di uno dei marchi di ciclo computer più conosciuti nel mercato italiano ed internazionale. Grazie ai continui feedback degli atleti, Bryton continua a perfezionare i propri prodotti per rispondere alle esigenze degli atleti professionisti».

Il modello in dotazione per la stagione 2025 sarà il Rider S510 (foto Vf Group-Bardiani/Gabriele Reverberi)
Il modello in dotazione per la stagione 2025 sarà il Rider S510 (foto Vf Group-Bardiani/Gabriele Reverberi)

Il meglio per il team

A fine 2024 i corridori del team hanno avuto l’opportunità di testare il nuovo Bryton Rider S510, che da quest’anno accompagnerà in gara e in allenamento la VF Group Bardiani-CSF Faizanè. Gli stessi corridori hanno avuto modo di dare un contributo al suo sviluppo attraverso i loro continui feedback.

Merita di essere ricordato che il nuovo Bryton Rider S510 si distingue per il suo display touchscreen a colori da 2,8” e un’interfaccia intuitiva, che garantiscono un’esperienza di utilizzo fluida. Tra le sue caratteristiche principali segnaliamo le seguenti: navigazione avanzata con mappe regionali precaricate e monitoraggio in tempo reale; Climb Challenge 2.0, per affrontare le salite con dati dettagliati; ricerca vocale e Group Ride, per una connettività senza pari; durata della batteria fino a 30 ore, ideale per allenamenti intensivi e gare; integrazione con l’app Bryton Active, per personalizzare gli allenamenti e rimanere sempre connessi tramite Live Track.

Gli atleti del team avranno inoltre in dotazione la fascia cardio, completando così un set tecnologico progettato per massimizzare le loro performance.

Segnaliamo in chiusura che il nuovo Bryton Rider S510 è già disponibile nei negozi affiliati Ciclo Promo Components.

Ciclo Promo Components

Il cambio generazionale della Vf Group-Bardiani: parla Reverberi

06.12.2024
5 min
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Le porte della Vf Group-Bardiani CSF-Faizanè hanno girato come se fossero quelle di un saloon del Far West americano. Tanti sono i corridori che sono usciti dal team dei Reverberi, ben sei sui ventitré. Nella prossima stagione il numero totale dei ragazzi sarà sempre ventitré, ma tante cose sono cambiate all’interno della professional italiana. Intanto l’età media si è abbassata drasticamente, passando a 21,9 anni: un dato che la fa diventare la squadra più giovane del panorama professionistico. Questo perché i Reverberi salutano gli esperti Pozzovivo, Zoccarato e Tonelli. Arrivano invece tanti giovani dalla categoria juniores: ben sei

«Visto l’addio di tre corridori esperti come quelli elencati prima – dice Roberto Reverberi – abbiamo capito che forse era arrivato il momento di voltare pagina e seguire il filone dei giovani. Il fatto di aver abbassato di molto l’età media è anche dovuto al ciclismo moderno che ti obbliga a puntare subito sui giovani. Anche se, per loro, forse sarebbe meglio fare due o tre anni da under 23 puri e poi vedere. Però l’avvento dei devo team ci ha costretto a forzare la mano».

Spazi maggiori

Arriva il momento, voluto o meno, di puntare sui giovani e su un primo bilancio del progetto U23. I primi atleti arrivati direttamente dal mondo degli juniores furono Pellizzari e Pinarello. Il marchigiano approderà nel WorldTour, mentre Pinarello è chiamato a fare il passo di crescita definitivo (in apertura al Giro del Veneto 2024). 

«Il nostro progetto giovani – continua Reverberi – ci permette di portare i ragazzi alle corse internazionali under 23 e poi chi merita corre tra i professionisti. Pellizzari è l’esempio più lampante da questo punto di vista. Poi noi comunque cerchiamo di premiare e far crescere i giovani italiani, andare in un devo team straniero può portare a scelte difficili. Una squadra olandese vorrà far emergere i ragazzi del suo Paese. Anche gli under 23 italiani vengono fuori, chi prima o chi dopo. Piano piano i nostri ragazzi si fanno vedere: Pinarello, Martinelli, Scalco e Tolio. Ma anche gli altri capiscono che qui c’è lo spazio per emergere e diventare grandi».

Il problema del ranking

La Vf Group-Bardiani CSF-Faizanè nel 2024 è rientrata tranquillamente tra le prime quaranta squadre al mondo, occupando la 27ª posizione. Risultato che le permette di essere invitata alle corse WorldTour e ai Grandi Giri. Alla fine del 2025 sarà importante però rientrare tra le prime 30 squadre del ranking UCI. Il problema sorge nel momento in cui la formazione professional perde i due atleti più prolifici: Pellizzari e Pozzovivo, i quali nel 2024 hanno apportato un totale di 1.132 punti. 

«E’ vero che perdiamo due corridori importanti – ammette Reverberi – anche se va detto che il nostro distacco nei confronti della 31ª posizione è di quasi 1.600 punti. Tra l’altro la squadra in questione è il devo team della Lidl-Trek. Uscire dalle prime 30 squadre vorrebbe dire fare una stagione priva di acuti. In squadra c’è fiducia, parlando con i ragazzi è emerso che tutti credono nel progetto».

Maggiori responsabilità

Chiaramente perdere corridori di esperienza e di qualità richiede una crescita da parte di tutto il team per non far sentire la loro assenza. Coloro che rimangono avranno maggiori carichi di responsabilità, com’è giusto che sia.

«L’idea è di cambiare un po’ le cose a livello di calendario – spiega Roberto Reverberi – passando a disputare più corse di un giorno (anche perché l’uscita di Pellizzari e Pozzovivo non è facile da rimpiazzare, ndr). La classifica generale di una gara a tappe offre gli stessi punti di una corsa in linea. Naturalmente ci aspettiamo un salto di qualità da parte dei ragazzi più grandi, come Fiorelli o Marcellusi, ma anche dai giovani che sono con noi da qualche anno: Pinarello e Conforti, ad esempio. Sono convinto che qualcuno della nostra “linea verde” verrà fuori nel 2025, non ai livelli di Pellizzari, ma siamo fiduciosi».

I tre anni di Pellizzari con Reverberi: una crescita esponenziale

24.10.2024
7 min
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Come è arrivato. E come se ne è andato. Con Roberto Reverberi, team manager e direttore sportivo della VF Group-Bardiani, parliamo di Giulio Pellizzari, splendida rivelazione italiana della stagione. Il marchigiano è approdato nel suo team nel 2022 e se ne è andato in questo autunno 2024. Arrivò che era un ragazzo junior con la faccia ancora da ragazzino con i brufoli ed è partito da corridore…  con la stessa faccia da ragazzino!

Una bella storia, anche dal punto di vista tecnico. Nonché un viaggio per capire come questa professional italiana abbia valorizzato l’atleta. Come ci ha lavorato. Qualche numero? Nel 2022 per Pellizzari 42 giorni di corsa pari a 5.761 chilometri di gara. Nel 2023: 58 giorni e 7.936 chilometri di gara. E nel 2024: 71 giorni di corsa e 10.610 chilometri di gara (in apertura foto di Filippo Mazzullo).

Giro della Valle d’Aosta. Estate 2022, il primo incontro con Giulio Pellizzari
Giro della Valle d’Aosta. Estate 2022, il primo incontro con Giulio Pellizzari
Roberto, qual è il primo ricordo che hai di Pellizzari?

Giro della Valle d’Aosta 2022. Io di solito non seguo il gruppo dei giovani, lo fa Rossato. Ma Mirko non c’era e così per qualche giorno andai io al seguito di quella corsa. Lo vidi dal vivo e quando tornai ne parlai con mio padre e gli altri. Dissi loro: «Sapete che questo ragazzo diventerà un corridore buono?». Anche perché Giulio aveva appena fatto gli esami, non era preparato benissimo per quel livello di corse e di avversari. Invece si comportò benone: andò in fuga, tenne la maglia dei Gpm per più di qualche giorno e in salita, quando restavano in 10-12, lui c’era. E di quel drappello faceva parte gente come Martinez e Gregoire che stanno facendo bene tra i professionisti.

In effetti, lo ricordiamo anche noi: un ragazzo giovanissimo, ma anche spigliato ed educato…

Anche gli altri ragazzi che abbiamo preso adesso sono ragazzini. Li vedi proprio che sono immaturi, che sono acerbi. Ma è normale. Li andiamo a prendere tra gli juniores. Dobbiamo muoverci così, altrimenti i devo team te li portano via.

Se ti volti indietro, Roberto, cosa vedi di quel che gli avete lasciato?

Gli abbiamo trasmesso la nostra esperienza. E’ anche vero che i ragazzi come Pellizzari sono talmente giovani che è tantissimo quello che devono imparare. Per loro è tutto nuovo. E cose che noi diamo per scontate, scontate non sono.

Il marchigiano (classe 2003) è amatissimo dal pubblico… anche quello più giovane
Il marchigiano (classe 2003) è amatissimo dal pubblico… anche quello più giovane
Quanto è cresciuto Giulio in questo triennio?

Tanto. Tanto e in poco tempo. Quest’anno aveva fatto un gran bel salto prima del Giro d’Italia e un altro ne ha fatto dopo. Aver finito la corsa rosa in quel modo, cioè andando forte nella terza settimana, è molto importante. Tanto più che lui era stato male. Era stato ad un passo dal ritiro. Poi invece nel finale è stato in fuga, ha ottenuto due piazzamenti e quelli sono stati giorni duri. Il recupero dopo la malattia e la terza settimana corsa in quel modo sono stati due segnali davvero positivi per il resto della sua carriera.

E dopo il Giro?

Il Giro gli ha dato una marcia in più e si è visto subito allo Slovenia. Un altro corridore, un’altra gamba, un’altra personalità. Poi in estate ha recuperato bene e si è visto un cambiamento esagerato. E ha ancora margine. Certo, a volte corre male. Corre d’istinto, va frenato. Anche al Lombardia in qualche frangente si è fatto vedere troppo. Nelle interviste dopo gara ha detto: «Oggi ho corso per il piazzamento e non per lo spettacolo». Fermo lì: «Per lo spettacolo ci corre Pogacar, tu pensa a stare buono e davanti finché puoi». Ma alla fine è andato bene. Se non avesse avuto i crampi sarebbe entrato nei primi dieci e in una corsa di 260 chilometri a fine stagione. E a 21 anni appena fatti, non è cosa da poco.

C’è qualche volta in cui ti ha fatto arrabbiare?

Eccome… tutte le volte che non ascoltava, quando correva in modo azzardato, senza pensare. Poi mi rendo conto che questi ragazzi sono talmente giovani, che è anche giusto che sbaglino. L’importante è che capiscano perché hanno sbagliato e non lo facciano la volta successiva. L’ultima volta che Pellizzari si è preso delle “belle” parole è stato al Giro dell’Emilia. Gli avevo detto di stare fermo fino alla fine e invece si è mosso al penultimo passaggio sul San Luca. A quel livello, con quei corridori hai una cartuccia sola. E lui se l’era già giocata. E’ arrivato terzo Piganzoli, poteva riuscirci anche Giulio.

E invece quando ti ha colpito in positivo?

Nei primi 10 chilometri del secondo passaggio sul Grappa – dice secco Reverberi – io ne ho avuti di corridori forti in salita, ma a fare quei numeri ne ho visti pochi. Giulio andava forte davvero ed era in fuga da tanto. E la conferma il giorno dopo me l’ha data Baldato (diesse della UAE Emirates di Pogacar, ndr): «Il vantaggio non scendeva, abbiamo dovuto mettere davanti Majka per far calare il distacco». Se fosse arrivato ai tre chilometri dalla vetta con quei 2’30” neanche Pogacar lo avrebbe ripreso. E poi, ripeto, mi è piaciuto il suo Lombardia: guardate che non è stato banale fare quella prestazione.

Giro d’Italia 2024, sul Monte Grappa Giulio Pellizzari fa segnare una prestazione eccelsa
Giro d’Italia 2024, sul Monte Grappa Giulio Pellizzari fa segnare una prestazione eccelsa
Secondo te ha dei margini?

Certo che ha margini. E non pochi. Anche fisicamente deve formarsi del tutto, per questo dico che ne ha. Può correre meglio e immagino che adesso investirà del tempo anche a crono. Noi non avendone la necessità, non lo abbiamo mai fatto lavorare troppo in questa specialità. Aveva la bici a casa, ma è chiaro che ora ci lavorerà diversamente. Invece un’aspetto su cui deve migliorare un po’ è l’approccio alle salite lunghe. Se ci fate caso lui paga un po’ il primo cambio di ritmo. Ci mette un po’ a carburare. Si sfila. Poi risale e magari ti stacca anche. Ma credo che questa cosa sia fisiologica e migliorerà con il tempo. 

Roberto, hai parlato della sua crescita in generale. Ma in cosa secondo te è cresciuto di più?

In tutto, anche in discesa. Dico la discesa perché ripenso al Tour of the Alps dell’anno scorso, quando di fatto fu recuperato in discesa. Fu messo un po’ sotto torchio sotto questo aspetto. Lo criticarono. Adesso invece va forte anche lì. Giulio in discesa ci sa andare e se piove è ancora meglio. Mi ha detto: «Quando piove mi sento più sicuro perché gli altri vanno più piano». Merito, lasciatemelo dire, anche dei nostri buoni materiali. Ma davvero è migliorato sotto ogni aspetto.

In questi tre anni, come avete accompagnato la sua crescita. Cosa ci avete messo del vostro?

Io credo la gestione delle corse che gli abbiamo fatto fare. Al primo anno Giulio ha fatto quasi solo gare under 23. Se poi vediamo qualcuno come lui che è già più pronto lo buttiamo anche tra i pro’. Con Giulio abbiamo fatto un primo vero salto l’anno scorso, quando lo portammo al Tour of the Alps. Nonostante andò bene poi lo abbiamo fatto correre di nuovo tra gli under 23. Certe esperienze fanno bene, ti danno consapevolezza, gamba, ma al tempo stesso servono anche a farti “abbassare le orecchie” per capire quanto ti manca per stare a certi livelli.

Veneto Classic: ultima gara di Pellizzari con la VF Group-Bardiani
Veneto Classic: ultima gara di Pellizzari con la VF Group-Bardiani
Pellizzari passerà alla Red Bull-Bora Hansgrohe: se tu fossi il suo diesse il prossimo anno…

Gli darei campo libero – ci anticipa Reverberi – spero che non gli facciano fare solo il gregario. Lo porterei al Giro e appunto gli lascerei il suo spazio. Non lo metterei solo a tirare. Ma credo che ce lo portino. Ho chiesto a Giulio se sapesse già qualcosa dei suoi programmi 2025, ma mi ha detto che ancora dovevano farli.

Pellizzari ti ricorda qualche corridore che hai avuto?

Un po’ Ciccone, ma Pellizzari almeno in salita è più forte. E poi ha più margini rispetto al Ciccone che andò da noi via all’epoca. Credetemi, Giulio migliora di mese in mese!

Cosa gli hai detto al termine della Veneto Classic, l’ultima corsa con la VF Group-Bardiani?

Gli ho detto in bocca al lupo per il resto della carriera. Lui mi ha abbracciato, si è un po’ commosso… e anche io. Alla fine è stata una bella storia e fa piacere vederli poi raggiungere certi risultati. Vedere Ciccone in maglia gialla o Colbrelli vincere la Roubaix. Così come fa piacere vedere che alle corse i corridori che sono stati da noi vengono a prendersi il caffè al nostro bus. Vuol dire che sono stati bene.