Regista in corsa? Brambilla vuole molto di più…

19.11.2022
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Nella sua disamina del nuovo team, Douglas Ryder era stato molto chiaro a proposito dell’ingaggio di Gianluca Brambilla, avendo visto nel 35enne di Bellano una sorta di regista in corsa per il team Q36.5. Il manager sudafricano, che pure non aveva mai avuto modo di lavorare con lui, lo ha fortemente voluto, come caposaldo del suo nuovo team. Proprio questa forte volontà ha restituito a Gianluca quell’entusiasmo che temeva essere svanito.

Brambilla ha chiuso la sua stagione anzitempo, prima di Ferragosto. Proprio in quei giorni prendeva corpo il contatto con la nuova formazione, favorito e gestito dal suo procuratore Carera.

«Sapevo la storia del Team Qhubeka – ammette il corridore lombardo – ma non mi ero mai addentrato nello specifico. Sentendolo però parlare dei valori alla base della sua creatura, l’obiettivo chiave nell’educazione e nello sviluppo dell’Africa, mi sono sentito coinvolto. Lì la bici non è un mezzo di svago o di lavoro come per noi, ma un mezzo di sussistenza anche per prendere l’acqua. Dobbiamo fare di più».

Brambilla e Nibali, insieme alla Trek e anche in nazionale. Ora con ruoli diversi alla Q36,5
Brambilla e Nibali, insieme alla Trek e anche in nazionale. Ora con ruoli diversi alla Q36,5
Tu vieni da un team WorldTour, pensi di essere sceso di uno scalino?

Tecnicamente no, è solo un dato statistico. Ho trovato una squadra all’avanguardia nella sua creazione, supportata da un brand emergente, italiano, che vuole crescere. Avremo tutto materiale di primissima qualità, a cominciare dalle bici Scott.

Quando hai incontrato Ryder avete anche parlato del tuo ruolo in squadra?

Mi ha dato carta bianca e questo mi ha molto invogliato a mettermi all’opera. So che se capita potrò cercare spazio per qualche affermazione, per il resto sarò un po’ l’uomo dei consigli, l’aiutante di campo, d’altronde sono sempre stato una pedina importante per i capitani che si sono succeduti nei team dei quali facevo parte.

A proposito di capitani, se Moschetti e Sajnok saranno i velocisti di punta, chi pensi sarà l’uomo per le corse a tappe?

Io credo che con Hagen siamo ben coperti. Non arrivi per due volte nella top 10 della Vuelta se non sei attrezzato. Io potrò dargli una mano, in carriera ho provato più volte a puntare alla classifica dei grandi giri ma si vede che non fa per me (il suo massimo risultato è stato il 16° posto alla Vuelta nel 2018, ndr). Poi ci sono molti giovani interessanti, che potranno crescere con calma. E’ il nostro primo anno, tutto quel che arriva è guadagnato. Attenti ad esempio a Calzoni che è uno molto promettente, d’altronde ha vinto sul Monte Grappa come me…

Si è cercato molto tra i giovani.

Era la scelta giusta da fare perché potranno correre cercando di sfruttare la loro voglia di emergere. Il bello di questo team è che è pieno di corridori che, ognuno per sue ragioni, hanno voglia di darsi da fare, di riscattarsi oppure di lanciarsi nella mischia. E’ il miglior mix per vincere..

Tom Devriendt, 4° alla Roubaix di quest’anno. Nel 2023 punterà a ripetersi sulle strade del Nord
Tom Devriendt, 4° alla Roubaix di quest’anno. Nel 2023 punterà a ripetersi sulle strade del Nord
Per le classiche su chi punterete?

Premesso che nel team saranno le corse e le settimane a dire su chi puntare, io penso che uno come Devriendt sarà sicuramente una delle punte per il periodo delle classiche del Nord. Uno che è arrivato 4° a Roubaix vorrà dimostrare che non è stato un caso e d’altro canto su quei percorsi ha fatto vedere di saperci fare. Un altro sul quale sarà giusto tenere un occhio è Filippo Conca: ha sempre lavorato per gli altri, ma tante volte è toccato a lui salvare la baracca, io sono convinto che se dovrà fare la corsa con la squadra in supporto, potrà fare bene.

Tu come giudichi il tuo 2022?

Mah, diciamo che ci sono nella carriera di ognuno delle stagioni un po’ sottotono. Quando ho corso non sono poi andato così male, 7 top 10 in 45 giorni di gara, anche in qualche classifica di corse a tappe, non è un bilancio da buttar via. La mia delusione è più a livello personale, per come si è chiusa la mia avventura alla Trek-Segafredo durata 5 anni, penso che avrei meritato un po’ più di considerazione. Quando fai parte di un team, diventa come una famiglia, ci passi almeno 150 giorni di full immersion, sentirsi messo da parte fa male. Spero quanto prima di avere occasione di chiarirmi con alcuni dei dirigenti, ammetto che ci sono rimasto male.

Per Conca un’occasione per riproporsi come uomo d’attacco, in un contesto più adatto
Per Conca un’occasione per riproporsi come uomo d’attacco, in un contesto più adatto
Cerchiamo allora di pensare in positivo: che cosa vorresti da questo nuovo capitolo della tua storia?

Io sono passato pro’ nel 2007, ma le mie squadre non sono state poi tante e sono sempre rimasto un bel po’ in ogni team, credo che questo pesi. Ho dalla mia tanta motivazione e grinta, voglio tornare a correre alla mia maniera, anche un po’ alla garibaldina. Insomma: voglio tornare ad alzare le braccia al cielo…

Ryder riparte dalla Q36.5: «Il WorldTour in 3 anni»

11.11.2022
6 min
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«Siete i primi con cui parlo del team da molto tempo, sin da quando l’avventura della Qhubeka si chiuse. Ci tenevo a farlo con voi». Douglas Ryder si era effettivamente un po’ eclissato dai microfoni e dai taccuini, dopo aver tentato fino all’ultimo di salvare il Team Qhubeka travolto dai debiti, ma già allora aveva chiara l’idea che quello non era uno stop definitivo, ma solo una pausa.

Ora la squadra con affiliazione svizzera del dirigente sudafricano è pronta, con un nuovo sponsor (Q36.5, un marchio di abbigliamento con sede a Bolzano), nuovi corridori e uno spirito rinfrancato.

Chiusa la carriera con i criterium in Asia, Nibali si dedica con molto impegno al suo ruolo nella Q36.5
Chiusa la carriera con i criterium in Asia, Nibali si dedica con molto impegno al suo ruolo nella Q36.5
Quanto è stato difficile ripartire dopo la chiusura della squadra WorldTour?

Con il Covid e tutto ciò che è avvenuto in questi anni è stato difficile riavviare il discorso, pochi sponsor si sono avvicinati al ciclismo. Poi la guerra ha reso tutto ancor più arduo. E’ stato quasi un miracolo ripartire, abbiamo riportato indietro le lancette del tempo.

Tu non hai mai perso la speranza: che cosa ti ha dato la forza per andare avanti?

Non ho mai mollato, ho sempre vissuto con questo sogno, lavorando duramente per tradurre i nostri valori in un significato più grande perché il team è uno strumento per trasmettere qualcosa. Quando ho trovato Q36.5 è stato un grande colpo e so che è un rapporto che andrà sviluppandosi di continuo, ma è già incredibile dove siamo arrivati e questo mi rende molto felice.

Il tuo team ora ha nuove basi e nuovi sponsor: con il progetto umanitario della Qhubeka sei rimasto comunque coinvolto?

Certamente, Qhubeka resta una parte importante del progetto. Non siamo una squadra come le altre, siamo parte di un progetto più grande teso alla comunità, alla solidarietà sociale. Un progetto che riguarda i bambini di tutta l’Africa. Per me il team è sempre stato parte di qualcosa di più grande, per questo la sua fine fu un grande dolore, perché tante persone facevano e fanno affidamento su di noi. Questo però mi ha dato ogni giorno la forza di alzarmi e lavorare. Credo che questa ripartenza abbia un grande significato e trasmetta speranza.

Carl Fredrik Hagen, norvegese di 31 anni sarà l’uomo di punta per alcune corse a tappe
Carl Fredrik Hagen, norvegese di 31 anni sarà l’uomo di punta per alcune corse a tappe
Ripartire è sempre difficile: con quali presupposti hai costruito la squadra?

Innanzitutto sullo spirito con il quale tutto iniziò 10 anni fa, attraverso 3 anni di avvio e 6 nel WorldTour. Sono convinto che l’esperienza ci aiuterà a ripeterci e a migliorarci, sempre basandoci su quei valori che ci hanno permesso di rimetterci in piedi. Sapendo quel che abbiamo passato possiamo ricreare un qualcosa di cui essere orgogliosi.

Missaglia e altri nello staff con cui avevi già lavorato: hai scelto loro per ricreare lo spirito di gruppo che esisteva nella Qhubeka?

Sì, perché so che in quei 10 anni ho avuto al mio fianco le persone migliori di ogni campo, dai direttori sportivi, agli autisti dei pullman, chef, addetti stampa. Per me tutti sono essenziali nel progetto. C’è voluto tempo per ricostruire lo staff ma era un passo fondamentale perché sanno come fare. Per me è un privilegio lavorare con loro.

Quanto è importante avere Nibali nel tuo team dirigenziale?

Nibali come consulente strategico ci consente di parlare di molte cose: allenamento, preparazione, scelta dei corridori, programmazione… E’ un valore aggiunto che fa la differenza anche per dare motivazione ai corridori. E’ un vantaggio rispetto a quel che eravamo, indubbiamente.

L’esperienza di Gianluca Brambilla sarà fondamentale nel cementare le basi del team
L’esperienza di Gianluca Brambilla sarà fondamentale nel cementare le basi del team
Ci sono corridori di 13 Paesi, ma il gruppo base è italiano: perché questa scelta?

Abbiamo sempre avuto successo con gli italiani, vedi Battistella iridato U23 quand’era nel team continental o i successi di Nizzolo. C’è sempre stata un’influenza italiana e questo ha fatto la differenza. Che non ci sia un team italiano nel WorldTour è triste, è come se nella Formula Uno mancasse la Ferrari. Il ciclismo italiano è forte ed è bello averne parte nel team. Ne ho parlato con Moschetti e Brambilla, che sono motivati a trasmettere le loro esperienze agli altri. Abbiamo un buon gruppo e gli italiani si sono tutti impegnati a farlo crescere.

Hai già un’idea sui ruoli di ognuno?

Sì, ho un’idea precisa su ognuno dei 23 corridori, ma molto dipenderà dal calendario che andremo a fare. Abbiamo velocisti di peso come Moschetti e Sajnok, per le gare a tappe punteremo su Donovan e Hagen. Per le classiche avremo l’esperienza di Devriendt e Ludvigsson. Abbiamo focalizzato gli uomini in base a diverse aree, ogni gara andrà corsa col fuoco dentro. Speriamo di ottenere qualche successo, ma l’importante sarà dimostrare quell’unità che è la base per una squadra a lungo termine.

Per Moschetti l’approdo in Q36.5 non è solo occasione di rilancio, ma modo per essere un riferimento
Per Moschetti l’approdo in Q36.5 non è solo occasione di rilancio, ma modo per essere un riferimento
Che calendario farete?

Sto parlando con molte persone per stilare un programma, ma non è facile perché l’Uci non ha dato risposte chiare e molti organizzatori aspettano a diramare gli inviti. Dovremmo comunque iniziare dalla Spagna e poi correre molto in primavera fra Belgio e Olanda. Non nascondo che mi piacerebbe avere l’invito per un grande Giro, ma intanto ci concentriamo sui primi 3 mesi pensando a iniziare bene.

Pensi sia possibile crescere fino ad arrivare al WorldTour o è presto per parlarne?

E’ presto, ma sicuramente è l’obiettivo a lungo termine, per questo dobbiamo far bene le cose fin da subito e programmare ogni anno in modo da fare sempre passi avanti e non indietro. Fra tre anni dovremo essere fra le migliori professional e a quel punto ottenere la licenza WT.

Su Sajnok, Ryder conta molto per le volate nelle corse a tappe
Su Sajnok, Ryder conta molto per le volate nelle corse a tappe
La continental rimane?

Resterà perché è un tutt’uno con il team professional, anche dal punto di vista del rendiconto economico. Noi vogliamo un team U23 da cui prendere i più meritevoli per far fare loro qualche esperienza nel team principale e viceversa avere un team continental che possa anche far ripartire chi magari è infortunato in maniera più soft. Seguiremo con attenzione il team U23, farà un calendario appropriato compreso il Giro d’Italia U23.

Cosa ti renderebbe soddisfatto dopo la prima stagione?

Vorrei che vincessimo una manciata di gare, diciamo da 6 a 10, ma correndo sempre come una squadra, con un gruppo solido e con prestazioni valide e costanti nel tempo. Dobbiamo far vedere che ci siamo e siamo competitivi sempre mostrando gli sponsor e progredendo. Io sono convinto che con il passato che abbiamo alle spalle ci riusciremo.

Lo Squalo e Santino, prove di Cape Epic sull’Etna

01.11.2022
5 min
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Quando l’altro giorno Mirko Pirazzoli ha parlato dell’avventura di Nibali alla Cape Epic, la gara a tappe sudafricana di marzo che si corre a coppie, ha fatto un velato riferimento al suo compagno di squadra. Si è molto fantasticato su chi sarà e qualcuno a un certo punto sparò la notizia che si trattasse di Aru, salvo essere prontamente smentito. Infatti l’onore e l’onere toccheranno a Ivan “Santino” Santaromita, che da quando l’ha saputo ha prima sudato freddo e poi si è rimboccato le maniche.

«Parlai con Vincenzo a luglio per illustrargli il nostro progetto – racconta il varesino – e lui tirò fuori questa cosa della Cape Epic. E’ una bella avventura. E a quel punto il mio capo, Luigi Bergamo, ha proposto che la facessimo insieme. Entrambi campioni italiani, compagni di squadra alla Liquigas e di allenamento, la stessa azienda…».

Lo Squalo e Santino: sino a fine 2022, Nibali è sotto contratto con l’Astana (foto Q36.5)
Lo Squalo e Santino: sino a fine 2022, Nibali è sotto contratto con l’Astana (foto Q36.5)

Test in Andalucia

Un passo indietro, per capire meglio. “Santino”, campione italiano nel 2013 quando vestiva ancora la maglia della BMC, è una figura chiave nell’ambito di Q36.5, l’azienda altoatesina di Luigi Bergamo che produce abbigliamento e calzature per il ciclismo e ha fra i suoi primi testimonial anche Daniele Bennati. Dal prossimo anno, il marchio bolzanino darà il nome al team professional, guidato da Douglas Ryder, nel quale Nibali è consulente.

«Sulla squadra – spiega Santaromita – si sta convogliando l’impegno di tutti. Io mi muovo sul fronte dell’abbigliamento. Abbiamo preso le misure ai corridori e parallelamente sono di supporto per Vincenzo. L’idea della Cape Epic anni fa l’avevo avuta anche io. Se ne parlava tra amici e appena si è presentata l’occasione, non mi sono tirato indietro. Ho 38 anni, se non vado adesso, quando la faccio? L’approccio è fare meno fatica, ma ugualmente bisognerà impegnarsi. Non si va con lo stress di vincere, ma lo conoscete Vincenzo, no? Così adesso si sta ragionando di fare la Andalucia Bike Race a febbraio per trovare il ritmo giusto…».

All’alba sull’Etna

I due sono stati avvistati a orari impossibili sui sentieri dell’Etna e in giro per la Sicilia (foto Q36.5 in apertura). Vedere Nibali operativo alle prime luci dell’alba è qualcosa di inedito, infatti Santino sorride e con una battuta dice che anche questa volta è lui a dargli il ritmo, dopo gli anni a fare l’andatura in testa al gruppo.

«Dopo i premi della Gazzetta a Palermo – racconta – siamo stati a Belpasso ai piedi dell’Etna, poi a Patti. Avevamo da fare foto per la prossima stagione e nel mezzo, prima che Vincenzo partisse per Singapore (dove sta disputando i circuiti del Tour, ndr), c’è scappata anche qualche pedalata sull’Etna. Lui vorrà fare bene, anche perché in mountain bike c’è sempre andato. Avremo bici Scott, con lo stesso setup di Nino Schurter. Quanto alle divise, non so se ne faremo di speciali o se useremo quelle della squadra. Anche lo staff è da capire. Non so se ci seguirà Michele Pallini, è tutto da decidere. Mentre sul fronte tecnico avremo assistenza da parte di Scott. Mancano cinque mesi e considerando che ho smesso a fine 2019, ho 150 giorni per recuperare tre anni».

Inizia la preparazione

I due sono coetanei, entrambi del 1984, però Nibali ha appena smesso ed ha ancora un ottimo livello. Agonista com’è e motivato dalla sfida offroad, potrebbe riversare sulla preparazione della Cape Epic l’agonismo che finirà col mancargli nei primi mesi dell’anno.

«Io intanto mi sto portando avanti – sorride Santaromita – ho ricominciato ad allenarmi in pausa pranzo e nei weekend. Il feeling fra noi c’è, ma correre a coppie è un’altra cosa. Per fortuna abitiamo a 20 chilometri, quindi potremo allenarci insieme. Lui adesso è a Singapore, ma quando sarà tornato, ci sarà da ragionare di preparazione. Anche di fare palestra per la parte superiore del corpo. Perché il mal di gambe lo conosciamo, ma in mountain bike il male maggiore lo fanno le braccia e la schiena. Su strada nelle discese puoi un po’ rilassarti, qua ci sarà da raddoppiare la concentrazione. Saranno 8 giorni di gara, un mondo nuovo per entrambi. Lo spirito c’è. Per questo preferisco non guardare troppo il percorso. Ci sono tappe oltre i 100 chilometri. Stress o non stress, ci sarà da sudare…».

Q36.5 Woolf X e Wolf 2.0, maglia e salopette per la mezza stagione

24.10.2022
5 min
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La nuova collezione autunno e inverno di Q36.5 accompagna il ciclista su ogni terreno e in ogni condizione. Il contesto della mezza stagione viene completamente assorbito dalla gamma proposta dall’azienda con sede Bolzano. Alle pendici delle Alpi nei laboratori tessili del marchio Made in Italy sono stati lanciati capi in grado di proteggere il ciclista e sfidare queste stagioni intermedie. Tra questi parliamo della maglia a maniche lunghe Woolf X e della salopette Wolf 2.0. Due prodotti che sfruttano rispettivamente le proprietà termoregolatrici (mantra del brand) dei tessuti UF Active Fabric e UF Hybrid Shell. 

Tessuti unici

Dalle strade in valle ai passi di montagna, dall’asfalto allo sterrato. La nuova collezione Autunno/Inverno 2022 di Q36.5 vede due tessuti avanzati per le uscite su terreni misti che spesso caratterizzano questo periodo di cambio stagionale.

Il primo è UF Active Fabric, un tessuto a doppio strato che combina fili finissimi di lana merino e poliammide. Impiegato nelle maglie da ciclismo e negli accessori Woolf, reagisce attivamente ai cambi di temperatura ed alle variazioni dell’intensità della pedalata per mantenere il comfort in ogni momento. La lana merino sulla superficie interna del tessuto assorbe il sudore e trattiene il calore, anche in condizioni di umidità, mentre il tessuto esterno in poliammide aiuta a espellere l’umidità. Il range ottimale in cui la rendita sfrutta al meglio le performance si attesta tra i 10°C  e i 16°C. Consigliato per allenamenti a bassa/media intensità su strade pianeggianti e gravel.

Il secondo è UF Hybrid Shell, un tessuto ad altissima densità arricchito da un filato intelligente, prodotto dai residui di lavorazione del caffè e volto a migliorare le proprietà termiche e a facilitare il trasferimento dell’umidità all’esterno. Questo filato crea una naturale barriera contro il vento e mima le caratteristiche di un tessuto con membrana, mantenendo i vantaggi di traspirabilità ed elasticità dei tessuti che non ne dispongono. Infine il trattamento DWR garantisce resistenza all’acqua e tempi di asciugatura rapidi. La sua temperatura d’esercizio ottimale va dagli 8°C ai 18°C. Ideale per le uscite ad alta intensità e indicato per salite e discese.

Woolf X

La maglia a maniche lunghe Woolf X è ideale per la mezza stagione, per le uscite a bassa-media intensità e su percorsi prevalentemente pianeggianti. Questo capo gode della migliore termoregolazione della categoria per tutte le uscite autunnali e primaverili. Morbida al tatto è stata realizzata con una vestibilità aderente, con polsini elasticizzati e collo alto ermetico. Il fitting fa risultare la maglia come una seconda pelle offrendo un’ottima libertà di movimento in sella.

Creata con UF Active, la Woolf X reagisce attivamente in base all’intensità della pedalata e mantiene il comfort in ogni momento. L’elemento merino del tessuto UF assorbe il sudore e trattiene il calore, anche in condizioni di umidità, mentre il tessuto esterno in poliammide aiuta a espellere l’umidità costantemente. Con un peso di soli 175 g/m^2, il tessuto UF Active offre una maggiore efficienza termica rispetto ai tradizionali tessuti a maglia di densità molto più elevata. Il peso ridotto infatti si attesta a soli 195 g. Nella parte posteriore sono presenti quattro tasche e inserti riflettenti per garantire un’alta visibilità. Disponibile in tre colori: blu Navy, nero e verde australian. Il prezzo suggerito al pubblico è di 210 euro.

Wolf 2.0

La salopette Wolf 2.0 di Q36.5 offre una termoregolazione senza eguali che si sposa al meglio per le stagioni intermedie. Unisce resistenza agli agenti atmosferici, come vento, acqua e freddo a comfort e versatilità. Il segreto dell’adattabilità dei pantaloncini Wolf risiede nel tessuto UF Hybrid, che all’esterno si caratterizza per la fitta struttura a navetta, ed all’interno per il micro-pile garzato arricchito da filo d’argento. Da intendersi come un guscio a due strati che, seppur senza membrana, ha una straordinaria capacità antivento, e favorisce allo stesso tempo la traspirabilità del capo.

A completare il capo c’è il fondello Super Molded ad alte prestazioni, sviluppato in collaborazione con Elastic Interface, garantisce il supporto perfetto e consente di pedalare in comfort verso gli obiettivi stagionali. Il posizionamento sapiente dell’imbottitura, fa la differenza, infatti per aumentare il comfort nella zona pelvica, il taglio antistress consente una maggiore libertà di movimento ed elimina i punti di pressione. Infine immancabile il taglio sartoriale e l’attenzione ai dettagli caratteristica dei capi Q36.5, come le morbide bretelle, le cuciture ridotte al minimo ed il giro gamba con taglio al laser. La salopette è disponibile in tre colori: blu Navy, nero e verde australian. Il prezzo suggerito al pubblico è di 220 euro.

Q36.5

Q36.5 Woolf: termoregolazione al top spiegata da Santaromita

10.09.2022
4 min
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L’Italian Bike Festival in questo momento è l’ombelico del mondo dello sport italiano e internazionale. Girando nel paddock dell’autodromo di Santamonica nel susseguirsi degli stand ci siamo fermati a fare due chiacchiere con Ivan Santaromita, nonché figura trasversale in Q36.5, per quanto riguarda la progettazione, lo sviluppo e la prova sul campo. 

Il campione italiano 2013 ha deciso di mostrarci uno dei suoi capi preferiti in una versione rivisitata e migliorata. Stiamo parlando della Woolf Short Sleeve una maglia a maniche corte che rispecchia a pieno l’indole dell’azienda.

«Q36.5 investe molto – dice Santaromita – sulla ricerca dei materiali. Mantenere la temperatura corretta, appunto 36.5 gradi, è il nostro focus qualunque sia la stagione in cui si indossano i nostri capi. Sia che ci siano trentacinque gradi sia che le temperature scendano sotto lo zero».

Il colletto è stato alzato per proteggere ulteriormente la parte alta
Il colletto è stato alzato per proteggere ulteriormente la parte alta

Dal caldo al freddo

Il segreto di questa maglia è un’incredibile predisposizione all’adattamento, senza compromessi.

«Ha una percentuale di lana merino al 28 per cento – spiega Santaromita – infatti la uso quasi sempre in autunno e primavera. Si adatta molto bene al cambio di temperatura. Quando si parte con il fresco tiene caldo, poi dopo qualche chilometro quando si alzano i gradi si adatta tranquillamente».

Per renderla ancora più completa e adatta a tutte le condizioni può essere combinata con i manicotti Woolf che vanno a ricoprire quella parte del corpo scoperta integrando la regolazione termica al cento per cento.

Tessuto all’avanguardia

Q36.5 è un’azienda che fa della sua tecnicità il cavallo di battaglia. Dalla massimizzazione del prodotto sotto i punti di vista della performance agli aspetti che si rivolgono al comfort

«Lavoriamo molto sui filati – racconta Santaromita – un esempio è l’utilizzo del grafene che qui non è presente ma che utilizziamo in altri prodotti. L’integrazione nel filato anziché usare placche intere è un benefit che dura per sempre. Questo perché in una patch intera se avviene un taglio si perde totalmente la tenuta termica generale.

«La Woolf viene realizzata con una combinazione di tessuti: UF Active isolante sul davanti e il tessuto più leggero UF Lx con struttura tridimensionale sulla schiena. Questo permette di mantenere il petto e l’addome caldi, lasciando il dorso maggiormente leggero e traspirante. Il tessuto UF Active a doppio strato è realizzato dalla combinazione di fili finissimi di lana merino e poliammide. La componente in lana merino del tessuto UF Active assorbe il sudore e trattiene il calore, anche in condizioni di umidità, mentre il tessuto esterno in poliammide aiuta a espellere l’umidità. Toccandolo con mano si percepisce questo dettaglio. La sua costruzione 3D permette di non avere il tessuto attaccato sulla pelle. Si beneficia di un flusso d’aria acclimatato che evita che si attacchi fastidiosamente al corpo».

Dettagli e particolarità

Il trattamento DWR presente nella Woolf protegge dalla pioggia leggera e dagli spruzzi stradali. Con un peso di soli 175 g grammi/millimetro quadrato, il tessuto UF Active offre un’efficienza termica di gran lunga superiore a quella dei tradizionali tessuti a maglia di maggiore densità. Tutto ciò rende ancora più notevole il peso ridotto racchiuso in soli 155g.

«Un’altra particolarità è la cerniera – conclude Santaromita – si può abbassare con un movimento laterale e si può aprire agevolmente. E’ studiata in modo tale che non si muova verso il basso una volta scelta l’apertura così da rimanere sempre nella posizione migliore. Dietro sono presenti le tasche con una cerniera per riporre gli oggetti personali. É presente anche una parte rifrangente sul fondo maglia per essere ben visibili ed evitare che il capo si muova. Davanti rispetto alla versione precedente abbiamo coperto la cerniera per evitare fastidiosi spifferi d’aria. Il collo invece lo abbiamo alzato ulteriormente per dare una protezione versatile in ogni situazione». 

Il prezzo consigliato al pubblico è di 170 euro. 

Q36.5

Guarnieri e le Unique di Q36.5: rigide e morbide come guanti

13.08.2022
4 min
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Jacopo Guarnieri è ripartito dal Tour de Pologne con grandi ambizioni e motivazioni: nonostante la prima gara insieme dalla fine del Giro, l’intesa con Arnaud Demare è valsa un’altra vittoria. Dopo tanta fatica e qualche volata per riprendere le misure, il francese infatti ha vinto a Cracovia, pilotato come sempre dall’azzurro che domani correrà gli europei di Monaco.

A partire dal dal Giro d’Italia, Jacopo sta indossando le nuove Unique di Q36.5. Come sappiamo, le scarpe sono un prodotto delicato che ricopre una parte fondamentale nella ricerca della massima prestazione.

«Le ho indosso da qualche mese – ci conferma Guarnieri – e non ho mai avuto problemi. E sono uno che le scarpe le stressa, visti i miei 80 chili e la conseguente potenza che esprimo sui pedali».

Jacopo sta usando le Unique di Q36.5 dal Giro d’Italia e dopo tanti chilometri la scarpa tiene ancora la forma originale
Jacopo sta usando le Unique di Q36.5 dal Giro d’Italia e dopo tanti chilometri la scarpa tiene ancora la forma originale

Morbide ma stabili

Il lavoro del “pesce pilota” dura pochi secondi e in quei rapidi frangenti si concentrano tutta la tensione e l’adrenalina di una tappa o di una gara lunga, anzi lunghissima. La sensazione, quando si spinge “a tutta” sui pedali, deve essere di stabilità e sicurezza

«Anzitutto – riprende Jacopo – la cosa che mi è piaciuta di più è la calzata morbida, sono davvero confortevoli. La struttura c’è e si sente, ma allo stesso tempo il comfort è elevato e, cosa più importante, non perdono la forma. Infatti, la Unique la sto usando da ormai 3-4 mesi ed è sempre come nuova, questa sua caratteristica è un mix di tanti fattori. La calzata, devo dire, è la parte che si gode di più. Allo stesso tempo rimangono molto rigide, nonostante il mio peso, e di conseguenza i miei watt, non ho mai avuto segni di cedimento o di instabilità».

Nonostante il clima estivo Guarnieri non ha mai sofferto il caldo ai piedi grazie alla grande traspirabilità della tomaia
Nonostante il clima estivo Guarnieri non ha mai sofferto il caldo ai piedi grazie alla grande traspirabilità della tomaia

Fresche e traspiranti

Trovare il giusto mix per una scarpa da ciclismo non è una cosa semplice da fare, le caratteristiche meccaniche devono andare di pari passo con il comfort ed alla stabilità. Puntando troppo sulle prime, si andrebbe a creare un prodotto difficile da indossare per molto tempo, invece, concentrandosi sul comfort non si otterrebbero i risultati desiderati. 

«La tomaia è una delle parti che preferisco delle Unique – ci confida il corridore della Groupama FDJ, che dal prossimo anno passerà alla Lotto Soudal – se guardi le scarpe da fuori e le tocchi, specialmente nella parte del tallone hai la sensazione che siano rigide. Poi, quando le indossi, senti che sono morbide ed avvolgenti. Sono molto traspiranti, nonostante io non sia uno che soffre molto il caldo, è una qualità da non sottovalutare. Anche perché, quando si pedala le sensazioni cambiano e il piede non rimane mai nelle stesse condizioni per tutto il tempo». 

Chiusura BOA

Infatti, un altro elemento fondamentale della scarpa Unique è la chiusura, fatta con i classici rotori BOA. Un sistema che permette di regolare al millimetro, ed in qualsiasi situazione, la pressione della scarpa sul piede.

«La tomaia e la suola sono un tutt’uno – spiega ancora Guarnieri – e il piede si trova appoggiato comodamente nel mezzo. Nonostante le differenze di rigidità (tra suola in fibra di carbonio e tomaia super leggera, ndr) non ho mai avuto la sensazione di avere qualcosa di molle ai piedi. Anzi, senti proprio che la scarpa segue ogni minima regolazione. Al Tour de Pologne, nell’ultima tappa (vinta proprio da Demare, ndr) ero partito con le scarpe troppo strette. Era un giorno molto caldo, si sono raggiunti i 37 gradi in corsa e naturalmente in questi casi dopo un po’ il piede tende a gonfiarsi. Dopo qualche chilometro ho allargato i rotori e la scarpa ha seguito questa regolazione, dandomi la sensazione di assecondare la fisionomia del piede». 

Come detto, con le Unique Guarnieri correrà domani il campionato europeo su strada. Convocazione che era nel mirino di Jacopo e conquistata facendo egregiamente il suo lavoro. Ora è pronto per dare una mano ai suoi compagni e poi testa alla Classico di Amburgo, il 21 agosto.

Q36.5 maglia Clima e salopette Dottore x, per un’estate fresca

18.05.2022
4 min
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La termoregolazione è un aspetto fondamentale per affrontare le uscite il più comodamente possibile. Durante l’estate spesso le temperature superano i trenta gradi e le sessioni in sella possono durare svariate ore. Q36.5 ha presentato la nuova collezione dedicata al periodo più caldo dell’anno con incredibili innovazioni, realizzate e prodotte in Italia. 

Il segreto della maglia a maniche corte Clima sta nel tessuto proprietario ideato dall’azienda bolzanina. La Integrated Graphene Yarn Technology, introdotta direttamente all’interno dei filamenti. Questa tecnologia abbatte ogni limite di traspirazione e scambio di calore. A ottimizzare il completo c’è la salopette corta Dottore x, realizzata con tessuto termoregolante con inserti d’argento e una compressione che favorisce la circolazione. 

Maglia Clima

Appena 105 grammi, come una seconda pelle. La maglia Clima sfrutta le proprietà conduttive e di dissipazione del calore del grafene per fornire una termoregolazione all’avanguardia, aiutando il ciclista a rimanere asciutto durante gli sforzi. Tra i benefici del nuovo materiale proprietario di Q36.5 ci sono proprietà antibatteriche permanenti, che aiutano il ciclista a rimanere fresco anche durante le uscite estive più calde.

La particolarità della Integrated Graphene Yarn Technology (GYT) è quella di essere integrata direttamente all’interno del filo, a differenza di altri marchi che abbinano uno strato esterno al materiale. Innovazione e performance che permettono di affrontare gli allenamenti con un livello di comfort ottimale. 

La maglia Clima è disponibile in sette taglie da XS a XXXL ad un prezzo consultabile sul sito di 200 euro. 

Il filamento d’argento integrato nel tessuto aiuta la resistenza batterica
Il filamento d’argento integrato nel tessuto aiuta la resistenza batterica

Pantaloncini Dottore X

Grazie alla maglia, il ciclista è in grado di controllare la temperatura in maniera reattiva e preventiva. La parte delle gambe è ugualmente importante e determinante per il benessere fisico. In abbinamento Q36.5 propone i pantaloncini Salopette Dottore X. Un concentrato di tecnologia che sfrutta un materiale unico ad alta densità, il 15% più leggero dei pantaloncini Dottore classici. 

Robusto e compressivo, questo pantaloncino è in grado di supportare l’atleta nelle uscite ad alta intensità. La compressione graduata favorisce la circolazione del flusso sanguigno senza risultare opprimente anche quando viene utilizzato per molte ore consecutive. Il segreto delle sue prestazioni deriva dall’utilizzo integrato del filo d’argento che assicura un’efficace gestione antibatterica e dell’umidità, proteggendo inoltre i muscoli dall’affaticamento causato dalle radiazioni elettromagnetiche. 

Il pantaloncino Salopette Dottore X è disponibile in sette taglie da XS a XXXL ad un prezzo consultabile sul sito di 260 euro. 

Anche per lei

Il completo ad alta performance tecnologica è disponibile con un taglio dedicato alla donna che sfrutta le stesse peculiarità e proprietà tecniche di quello maschile. La versione proposta da Q36.5, è formata dalla Clima Jersey e Dottore L1 Lady Bib shorts. Un abbinato maglia e pantaloncino che crea un supporto di alta qualità per lei in grado di regalare termoregolazione e comfort per tutta l’estate. La maglia Clima Jersey è disponibile in sei taglie da XS a XXL ad un prezzo consultabile sul sito di 200 euro. I pantaloncini Dottore L1 Lady Bib shorts sono disponibili in quattro taglie ad un prezzo di 220,50 euro.

A completare il kit per affrontare l’estate ci sono i guantini Clima Unique Summer coordinati alla livrea elegante della maglia Clima. Disponibili in sei taglie da XS a XXL ad un prezzo di 65 euro. 

Q36.5

Q36.5 veste con stile il Tour de Suisse

03.05.2022
4 min
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Il Tour de Suisse è da sempre considerato come importanza la quarta corsa a tappe al mondo. Segue infatti nell’ordine Tour de France, Giro d’Italia e Vuelta di Spagna. Per molti rappresenta la rivincita dopo le delusioni provate al Giro d’Italia, per altri l’ultimo banco di prova per testare la propria condizione in vista della sfida alla maglia gialla. L’edizione 2022 della corsa elvetica è in programma dal 12 al 19 giugno e quest’anno presenterà un’importante novità. Per i prossimi tre anni sarà infatti il brand di abbigliamento italiano Q36.5 a vestire ogni giorno i leader delle varie classifiche fino al traguardo finale di Vaduz. Qui, nello specifico, parleremo della maglia gialla riservata al leader, conquistata lo scorso anno da Richard Carapaz.

Retro della maglia del leader del Tour de Suisse disegnata da Q36.5
Retro della maglia del leader del Tour de Suisse disegnata da Q36.5

La Svizzera nel cuore

La scelta di “vestire” il Tour de Suisse è sicuramente dovuta al forte legame che lega Q36.5 alla Svizzera. Luigi Bergamo e Sabrina Bergamo Emmasi, fondatori del marchio, hanno infatti maturato proprio in Svizzera parte della loro esperienza professionale che li ha portati a sviluppare un personalissima visione sull’abbigliamento da ciclismo, innovativo e orientato alle prestazioni. 

Luigi Bergamo, CEO dell’azienda, ha espresso con queste parole il legame che lega Q36.5 alla gara a tappe svizzera: «Per il nostro brand sostenere il Tour de Suisse è un onore. Ci riconosciamo nell’idea del successo come conseguenza della dedizione, della fatica, del lavoro e della ricerca, valori che il ciclismo di montagna e la Svizzera esprimono appieno».

Ad ulteriore prova del forte legame con la Svizzera recentemente è stato inaugurato a Zurigo il primo flagship store Q36.5.

Facciata dello store di Q36.5 a Zurigo
Facciata dello store di Q36.5 a Zurigo

Il meglio di Q36.5

La maglia ufficiale dell’edizione 2022 del Tour de Suisse sarà la Y R2. Si ispira ai tradizionali capi raglan ed è stata progettata, dopo attenti studi, sia nella mappatura del corpo che nell’aerodinamica. La maglia beneficia dell’uso e della combinazione di materiali diversi, posizionati strategicamente. Il risultato finale è un capo leggero e traspirante che offre il miglior supporto anche sui lunghi chilometraggi e le diverse condizioni atmosferiche. 

Oltre alle maglie per i leader delle classifiche, Q36.5 produrrà una collezione replica destinata agli appassionati. Questi ultimi potranno indossare i capi della stessa qualità, tecnicità, design di quelli dei leader di classifica

La maglia è già preordinabile sul sito https://www.q36-5.com/it/online/uomo/collezioni/tour- de-suisse-collezione  e nei migliori negozi di ciclismo a 129 euro. Sarà disponibile in consegna a metà maggio. 

L’obiettivo comune di Q36.5 e del Tour de Suisse è di avere un impatto sempre minore sull’ambiente
L’obiettivo comune di Q36.5 e del Tour de Suisse è di avere un impatto sempre minore sull’ambiente

La sostenibilità al centro

Tra i tanti punti di contatto tra Q36.5 e il Tour de Suisse troviamo sicuramente quello della sostenibilità. Olivier Senn, direttore del Tour de Suisse, si è espresso al riguardo con queste parole: «Il nostro obiettivo è quello di diventare entro il 2026 la corsa a tappe più sostenibile. Q36.5, con i suoi processi di produzione sostenibili, ci sostiene in questo sforzo».

Q36.5 sviluppa tessuti il cui processo di fabbricazione rispetta e protegge la natura. Il marchio si vede come parte di un ciclo naturale. Per questo motivo, tutti gli indumenti sono privi di PFC. La produzione di meno rifiuti e le distanze di trasporto brevi fanno parte dell’etica del brand. Il 95% della produzione avviene in un raggio di 350 km dalla sede di Q36.5 a Bolzano e il 100% dei materiali utilizzati proviene dall’Italia.

Un’ultima curiosità. Da quest’anno Q36.5 si lega anche al ciclismo femminile vestendo il team Roland Cogeas Edelweiss Squad. Si tratta di una squadra fondata per offrire alle giovani cicliste l’opportunità di affacciarsi al ciclismo professionistico. Il team parteciperà all’edizione femminile del Tour de Suisse in programma dal 18 al 21 giugno.

Q36.5

Q36.5 Unique Silver Edition: la scarpa tecnica e moderna

14.03.2022
3 min
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Q36.5 ha creato una versione speciale delle sue scarpe Unique, testate ed approvate da Daniele Bennati. La versione proposta per le scarpe Unique è una brillante ed affascinante Silver Edition. Un modello che viene sviluppato partendo dai dati ottenuti dal ciclista, poi realizzata artigianalmente per non lasciare nulla al caso.

La scarpa Q36.5 Unique Silver Edition ha una tomaia sottilissima, solamente 1 mm di spessore
La scarpa Q36.5 Unique Silver Edition ha una tomaia sottilissima, solamente 1 mm di spessore

Moderna

La forma della scarpa Unique è davvero all’avanguardia: in questa scarpa nessun dettaglio viene tralasciato. Si potrebbe dire che calza come un guanto, in tutte le sue parti il piede non incontra alcun punto di stress. Unique è la scarpa per chi ama pedalare con comfort e prestazioni ai massimi livelli. Non importa dove…

La rigidità della suola in fibra di carbonio permette di scaricare sui pedali tutta la potenza e la sua flessibilità non crea sovraccarichi sui muscoli.

Dettagli tecnici

La tomaia, la Silver Microfiber Upper, è monopezzo, modellata per accogliere il piede. Lo spessore è di un millimetro, questo rende la scarpa Unique leggera e performante. La linguetta è solo un ricordo, l’obiettivo di Q36.5 è quello di non avere neanche un punto di pressione. Le solette sono le Solestar, per mantenere il piede stabile e pronto a spingere in tutte le situazioni. 

La chiusura delle Unique Silver Edition è la BOA Fit system con due rotori
La chiusura delle Unique Silver Edition è la BOA Fit system con due rotori

Per la chiusura, Q36.5 si è affidato alla BOA Fit system in alluminio, un sistema di regolazione, leggero ed affidabile. Le microregolazioni sono in entrambe le direzioni in modo tale che la pressione sia omogenea su tutto il piede per un migliore comodità.

Q36.5