MILANO – L’invito che ci è arrivato qualche giorno fa da Polti iniziava così: “Francesca Polti ti invita a degustare con Ivan Basso e Alberto Contador SOLO Caffè Monorigine, il caffè di Polti”. Appuntamento fissato per la mattinata di martedì 1 aprile a Eroica Caffé a Milano (in apertura foto ilciclistafotografo).
Non sappiamo se sia stata una casualità oppure se fosse tutto calcolato. Sta di fatto che, alla vigilia dell’appuntamento milanese, al team Polti VisitMalta è arrivata la conferma di essere fra le quattro formazioni invitate al prossimo Giro d’Italia.
L’incontro di Milano è diventato così un momento di festa che Francesca e Stefano Polti, rispettivamente presidente e amministratrice delegata di Polti SpA e CEO e fondatore di Aroma Polti, hanno voluto condividere con gli altri sponsor del team e con la stampa di settore. Con loro Alberto Contador e Ivan Basso, fondatori del team Polti VisitMalta.
La presentazione del caffè SOLO è avvenuta all’Eroica Caffè di Milano lo scorso 1 aprile (foto ilciclistafotografo)La presentazione del caffè SOLO è avvenuta all’Eroica Caffè di Milano lo scorso 1 aprile (foto ilciclistafotografo)
Il caffè del Giro
Fra gli ospiti presenti a Eroica Caffé c’era anche Paolo Bellino, Amministratore Delegato di RCS Sports & Events. Una presenza non casuale dal momento che SOLO Caffè Monorigine, sarà il caffè ufficiale del Giro d’Italia 2025. Ecco al riguardo le parole di Francesca Polti: «Il Giro d’Italia è un evento eccezionale, si attraversano le strade di quasi tutta la penisola, grandi città e piccoli paesi… Parteciparci in maniera attiva facendo assaporare SOLO, il caffè di Polti, agli italiani, è l’opportunità per avvicinarci ancora di più al nostro cliente, fargli conoscere le nostre macchine del caffè, oltre al vapore, un mondo che esploravamo da tempo ma che ora ci appartiene e contraddistingue».
Paolo Bellino ha voluto aggiungere il suo pensiero: «Siamo entusiasti di accogliere Polti come fornitore ufficiale del Giro d’Italia. La presenza di Polti, con le sue macchine del caffè Polti Coffea e SOLO Caffè Monorigine, contribuirà a rendere ancora più speciale l’esperienza della Corsa Rosa, offrendo agli atleti, agli ospiti e agli appassionati un autentico simbolo dell’ospitalità e della qualità italiana. La passione, l’innovazione e la tradizione che Polti porta con sé si sposano perfettamente con i valori del Giro, rendendo questa partnership un’opportunità unica per celebrare un’azienda che da sempre fa parte del mondo del ciclismo».
Grazie all’accordo con RCS Sports & Events, sarà possibile provare direttamente dalle macchine Polti Coffea il gusto, l’autenticità e la purezza dell’offerta di SOLO Caffè Monorigine. Basterà visitare lo stand Polti ai villaggi di partenza e all’interno delle aree hospitality di RCS Sports & Events, presenti in ogni tappa di partenza e arrivo del Giro.
Uno dei protagonisti al prossimo Giro d’Italia sarà Davide Piganzoli, qui a sinistraUno dei protagonisti al prossimo Giro d’Italia sarà Davide Piganzoli
Non solo caffè
In occasione del Giro d’Italia Polti ha pensato ad una serie di iniziative per coinvolgere il pubblico presente sulle strade della corsa, ma anche quello a casa. SOLO Caffè Monorigine regalerà ogni giorno un “SOLO Moment”: una pillola quotidiana che sarà pubblicata sui profili social del Giro d’Italia.
Con Polti sarà inoltre possibile partecipare al Fantagiro, il fantasy game del Giro d’Italia, che lo scorso anno ha riscosso grande successo coinvolgendo oltre 78.000 utenti, 107.000 squadre create e ben 6.800 leghe. Polti sarà presente con la Lega SOLO Caffè Polti, mettendo in gioco due bonus:
Bonus Faccio da SOLO: rimane in fuga solitaria in testa per almeno 10 km = +5
Bonus Caffè Corretto: due corridori di squadre diverse si passano la borraccia = +10
Iscrivendosi al concorso del Fantagiro si potrà vincere una macchina del caffè Polti Coffea G50S e un kit di 3 confezioni di grani SOLO caffè Monorigine, per assaporare a casa propria tutta la purezza del caffè Polti.
SOLO Caffè Monorigine, è la nuova esperienza di espresso in cialde lanciata da Aroma PoltiSOLO Caffè Monorigine, è la nuova esperienza di espresso in cialde lanciata da Aroma Polti
Parola ai campioni
Come detto, all’incontro di Milano erano presenti Ivan Basso e Alberto Contandor. Il varesino, che fra le altre cose è brand ambassador di SOLO, ha tenuto a sottolineare come l’ingresso di Polti abbia aperto al suo team un nuovo ciclo che avrà nel prossimo Giro d’Italia un focus estremamente importante. L’obiettivo è quello di provare a vincere una tappa, magari con Piganzoli e Maestri. Se dovesse arrivare la tanto sospirata vittoria, Alberto Contador si è impegnato a percorrere in bicicletta la strada che da Madrid porta a Bulgarograsso, comune del comasco dove ha sede Polti. La stretta di mano fra il madrileno è Francesca Polti ha sancito una scommessa che tutti e due desiderano tanto vincere. Non resta che aspettare la partenza del Giro.
«La maglia, con i suoi colori identificativi, è il simbolo di questa squadra – dice Francesca Polti, Presidente e Amministratrice Delegata di Polti – ciò che più la rappresenta ed insieme rappresenta gli sponsor e i valori condivisi. Inserire l’immagine della maglia sul bus e gli altri mezzi pesanti è stata, quindi, un’idea che ci ha convinti da subito. Sia per l’originalità e l’unicità nel mondo ciclistico, sia perché permette ai nostri tifosi di identificare immediatamente e in modo efficace il Team Polti-VisitMalta, per le strade di tutta Italia ed Europa».
Francesca Polti è una presenza assidua accanto alla squadra: qui alla Strade Bianche (foto Team Polti-VisitMalta)Francesca Polti è una presenza assidua accanto alla squadra: qui alla Strade Bianche (foto Team Polti-VisitMalta)
L’immagine della flotta
Questa è la storia di come sia nato e sia stato poi sviluppato e finalizzato il vestito 2025 del pullman della squadra di Basso e Contador. Un progetto che ha subito conquistato Basso e i suoi sponsor e che è stato concepito da Maurizio Borserini, creatore delle immagini per il team e per gli sponsor.
«L’idea – racconta Borserini – è nata semplicemente per dare un’immagine un po’ più importante e innovativa al mezzo che è sempre presente sia sulle strade sia nei parcheggi dei paddock. L’anno scorso abbiamo constatato che il pullman è sempre al centro delle riprese e delle foto. In più avevamo l’esigenza di raggruppare una flotta intera, dando un’immagine che andasse fuori da quello cui eravamo abituati nel ciclismo, per cui ci siamo messi a studiare…».
A VisitMalta è stato dedicato il maxi lunotto posteriore con il claim del turismo sull’isolaLa flotta del Team Polti-VisitMalta offre un’immagine di grande coerenzaLa maglia è stata riprodotta sui mezzi più grandi: il pullman, ma anche furgoni e il camion dei meccaniciAnche le Aurum, con colorazione Lechler, riprendono il pantone del pullmanA VisitMalta è stato dedicato il maxi lunotto posteriore con il claim del turismo sull’isolaLa flotta del Team Polti-VisitMalta offre un’immagine di grande coerenzaLa maglia è stata riprodotta sui mezzi più grandi: il pullman, ma anche furgoni e il camion dei meccaniciAnche le Aurum, con colorazione Lechler, riprendono il pantone del pullman
Studiare che cosa?
Sono andato a vedere i bus di altri sport, ad esempio del calcio. Mi ha affascinato il fatto che loro diano molto risalto all’elemento maglia della squadra o allo scudo che la rappresenta, come ha fatto la Lotto Dstny, una pratica che non è mai stata tanto diffusa nel ciclismo. Molto probabilmente c’è sempre stato il discorso del mostrare il nome dello sponsor, ma sempre in termini di grandi scritte. E così abbiamo lavorato sull’immagine, dato che il bus era lo stesso e non si poteva intervenire sui materiali.
In che modo siete andati avanti?
Una volta avuta l’idea e l’approvazione di essa da parte degli sponsor principali, c’è stato un bel lavoro di squadra che ha visto impegnati tutto il team comunicazione, i grafici italiani e spagnoli e in cui il supporto di professionalità presenti nelle aziende partner è stato determinante.
Il nuovo pullman ha debuttato nelle gare di Valencia di inizio febbraioIl nuovo pullman ha debuttato nelle gare di Valencia di inizio febbraio
Abbiamo letto il commento di Francesca Polti?
L’idea è nuova ed è piaciuta e hanno richiesto giustamente che ci fosse coerenza in tutta la flotta. Per cui, pur non avendo potuto riprodurre la stessa grafica sulle ammiraglie a causa di elementi di carrozzeria che avrebbero dato problemi con il disegno, i van e i camion hanno la stessa veste. Anzi il camion, col fatto che non ha sporgenze, è anche molto bello.
Qual è stato l’impatto del pullman alle prime corse?
Venivano a vederlo, come se ci fosse stato un passa parola. Non so se sia stato io a farci caso, però vedevo che la gente veniva, si fermava e guardava. Il discorso della maglia aiuta tanto a identificarci sia fuori corsa che in corsa, perché alla gente arriva un’immagine sola per la squadra. E alla fine è proprio quello che volevamo ottenere. Un’immagine originale ed efficace. Per cui, missione compiuta!
Il 2025 ha portato in dote all’ex Team Polti Kometa un nuovo nome con il quale avremo presto modo di familiarizzare. La formazione voluta da Ivan Basso, Alberto e Fran Contador da quest’anno si chiama infatti Team Polti-VisitMalta, con l’ente di promozione del turismo maltese nel ruolo di co-sponsor della squadra italo-spagnola.
C’è però un’altra novità, sempre legata al mondo degli sponsor, che merita di essere segnalata. Fineco, una delle più importanti banche FinTech in Europa, già partner della squadra nella stagione 2024, da quest’anno e fino al 2026 diventa sponsor di maglia del team. A unire Fineco alla Polti VisitMalta una comunanza di valori imperniata su tre pilastri: impegno, sostenibilità e rispetto.
La formazione di Basso e Contador dall’1 gennaio 2025 si chiama Polti VisitMaltaLa formazione di Basso e Contador dall’1 gennaio 2025 si chiama Polti VisitMalta
Sulla maglia
Come anticipato, da quest’anno il marchio Fineco campeggia sulla maglia, esattamente nel lato sinistro del petto, proprio all’altezza del cuore. Il marchio è inoltre inoltre presente sul pantalone, accanto ai loghi dei title sponsor del 2025, Polti e Visit Malta.
Si tratta di una collocazione di assoluto rilievo, a conferma di una sinergia che comprenderà anche l’attivazione di importanti hospitality experience alle gare per clienti e partner Fineco.
Da sinistra: Paolo Di Grazia, Francesca Polti, Ivan Basso e Alessandro Foti CEO di FinecoDa sinistra: Francesca Polti, Ivan Basso e Alessandro Foti CEO di Fineco
L’orgoglio del Team
Il rafforzamento della partnership con Fineco è stato accolto con grande entusiasmo e orgoglio da parte di Ivan Basso e Fran Contador, rispettivamente Team Principal e General Manager della Polti VisitMalta.
«Sono molto orgoglioso di questa partnership rinnovata e potenziata – ha dichiarato Ivan Basso – Fineco era già un nostro partner quest’anno e aver scelto di ampliare la sponsorizzazione da una parte premia il lavoro che svolgiamo con passione e serietà e dall’altra testimonia quella che io chiamo la sostenibile potenza del ciclismo. Siamo contenti di indossare e portare in gruppo i colori e i valori di Fineco!».
Alle parole di Basso fanno eco quelle di Fran Contador: «Siamo felicissimi di annunciare Fineco ancora tra i nostri partner per il 2025 e 2026. Dopo un primo anno soddisfacente per tutti, potremo continuare a perseguire insieme gli obiettivi condivisi. Ringraziamo profondamente Fineco per credere nel nostro progetto e contiamo che sia l’inizio di una lunga collaborazione».
Parla Polti
Da quando lo scorso anno è diventata primo sponsor della squadra, Francesca Polti, Amministratrice Delegata del Gruppo Polti, è una presenza sempre più attiva nella vita del team.
Ecco un suo pensiero su Fineco e sul suo ruolo ancora più “forte” nel nuovo Team Polti VisitMalta.
«La decisione di Fineco di unirsi agli sponsor sulla maglia – ha dichiarato Francesca Polti – è il risultato di un’esperienza diretta vissuta insieme sul campo durante quest’anno e testimonia, ancora una volta, il grande potenziale degli investimenti in sponsorizzazioni nel mondo del ciclismo. E’ un onore che una banca così prestigiosa abbia saputo cogliere il valore del ciclismo in termini di comunicazione, networking e vicinanza al pubblico. E lo abbia fatto scegliendo questa squadra, eccellenza nel panorama italiano. In qualità di title sponsor, accogliamo con entusiasmo l’arrivo di nuovi partner, certi che insieme riusciremo a creare sinergie durante l’anno, valorizzando al massimo le competenze e le risorse di ciascuno».
Nella del Team Polti VisitMalta corre uno dei giovani italiani più promettenti: Davide Piganzoli (in foto a sinistra)Nella del Team Polti VisitMalta corre uno dei giovani italiani più promettenti: Davide Piganzoli (in foto a sinistra)
Ecco Fineco
Il pensiero finale non può che spettare a Fineco ed in particolare a Paolo Di Grazia, Vice Direttore Generale e Responsabile Global Business di Fineco: «Questo anno vissuto al fianco del Team Polti Kometa ci ha confermato una concreta vicinanza di valori: il lavoro di squadra, l’impegno per superare anche i tratti di strada più complessi e la passione che guida al raggiungimento di traguardi importanti. Siamo felici di rafforzare questo percorso insieme per il prossimo biennio, affiancando anche visivamente i colori del nostro brand a quelli del Team».
Il rosso di Polti è tornato in gruppo. Se n’è andato il giallo, ma è rimasto quel nome che si porta dietro successi e ricordi di una bella pagina di ciclismo italiano. Giuseppe Guerini con quella maglia ha corso per tre anni dal ’96 al ’98. Anni in cui è riuscito a conquistare una delle sue vittorie più belle, oltre che un terzo posto in classifica generale della corsa rosa. L’iconico successo di Selva Val Gardena davanti a Marco Pantani fa ancora parte del suo presente. Seppure siano passati 26 anni, la sua immagine di whatsapp (foto in apertura, ndr) vede proprio un’istantanea di quel momento. Dettagli che dimostrano quanto quel gruppo e quella squadra siano un ricordo felice. Attraverso le parole di Giuseppe siamo tornati a quei momenti per capire cosa rappresentasse per lui quella squadra che oggi in parte è tornata in gruppo con il nome di Polti-Kometa.
Giro d’Italia 1998, Marmolada, Marco Pantani e Giuseppe GueriniGiro d’Italia 1998, Marmolada, Marco Pantani e Giuseppe Guerini
Come sei arrivato alla Polti?
Sono passato con Reverberi alla Navigare che mi ha permesso di entrare nel mondo dei pro’ e di farmi conoscere a livello nazionale. La Polti mi ha dato la possibilità di crescere, conoscere il Giro d’Italia alzando un po’ il mio livello nella gare, anche dal punto di vista atletico. Ho conosciuto parecchi corridori importanti, come Giannetti, Rebellin e Leblanc. Confrontarmi con loro, imparare da loro e cominciare ad avere risultati importanti.
Abbiamo notato che la tua immagine profilo di whatsapp vede te a braccia alzate con la maglia Polti…
Quella foto è un ricordo a cui sono molto legato perchè è la vittoria al Giro d’Italia davanti a Pantani. Quella fu uno dei due successi più importanti alla mia carriera. Era il ’98 ed era un po’ il simbolo di quel periodo. Il podio al Giro, la vittoria davanti a Pantani riassumono i miei primi sei anni da pro’. Da ragazzo italiano, il mio sogno era quello di poter vincere una tappa e si è poi concretizzato. Non a caso l’ho fatto con la Polti.
Che clima c’era alla Polti in quegli anni?
Io sono di Bergamo e la squadra aveva sede a Bergamo, quindi la maggior parte del personale era bergamasco, si parlava più dialetto che italiano con la squadra. Era una grande famiglia. Il manager Gianluigi Stanga era bravo a gestire i corridori e il personale e c’era questo modo di sentirsi uniti e protetti. Ma soprattutto c’era modo di poter crescere senza lo stress per forza di fare il risultato. Naturalmente c’erano pressione e l’obbligo di fare bene, però c’era anche la consapevolezza che se si sbagliava non ti mettevano alla porta. Si aveva la possibilità di recuperare e di rifarsi, magari in una gara successiva. Era il posto ideale e tranquillo per un giovane come me che trovava un ambiente in cui crescere.
Qui la formazione al Giro d’Italia 1998 insieme a Franco PoltiQui la formazione al Giro d’Italia 1998 insieme a Franco Polti
Che rapporto hai avuto con Franco Polti in quegli anni?
Lui spesso veniva alle corse, era presente, soprattuto al Giro. Non influenzava mai le tattiche di gara, non era invasivo con i corridori. Però si vedeva che aveva questa passione per il ciclismo e la sua presenza non diventava pressione, ma la vedevamo più come una fiducia in noi.
Che compagni hai avuto in quei tre anni?
Con Rebellin ho avuto un ottimo rapporto. Ho fatto due anni insieme a lui. Mi ricordo quando ha messo prima la maglia rosa nel ’96. Poi c’erano Martinello, Leblanc, Gualdi, Celestino. Tanti corridori con cui ci si sentiva una famiglia. Ci si vedeva, si scherzava a tavola e anche dopo cena si facevano i nostri commenti anche col personale. Era un bel gruppo, simpatico, e si viveva il ciclismo in modo più leggero rispetto a quello che è oggi. Non esistevano i telefonini o le videochiamate. C’era ancora quel modo semplice di divertirsi e trovarsi tra di noi o anche con altre squadre. Ci aiutavamo tra di noi, si riusciva a capire subito quando qualcuno era in difficoltà.
Il podio del Giro ’98 con Marcon Pantani in maglia rosa, Pavel Tonkov secondo e Guerini terzoIl podio del Giro ’98 con Marcon Pantani in maglia rosa, Pavel Tonkov secondo e Guerini terzo
Ricordi qualche aneddoto?
Ricordo ironicamente Daisuke Imanaka il primo giapponese a correre il Giro d’Italia: lo fece proprio con noi alla Polti. Era sempre un’avventura farsi raccontare le sue sofferenze, le sue impressioni durante le tappe. Era un po’ la nostra mascotte e non vedevamo l’ora di arrivare alla sera per ascoltare i suoi racconti.
Che dimensione internazionale aveva la Polti di quegli anni?
Non era tra le prime al mondo, però era sicuramente una squadra medio alta. Si puntava a vincere le classiche e a far bene anche nei Grandi Giri. Prima di me c’era stata la coppia Bugno e Gotti, dopo è ritornato Gotti. Nel frattempo c’era Leblanc, è arrivato Virenque l’anno successivo, per cui ci sono sempre stati grandi corridori, puntando a vincere sempre gare importanti. Alla presentazione della nuova Polti-Kometa, Stanga ha ribadito che in sei anni hanno vinto 110 gare, in palcoscenici importanti come Giro, Tour e Vuelta e prove di Coppa del mondo.
Nasce la nuova divisa della formazione Polti-Kometa (foto Maurizio Borserini)Nasce la nuova divisa della formazione Polti-Kometa (foto Maurizio Borserini)
Veniamo ai giorni nostri. Per te che emozione è stata vedere tornare scritto su quelle maglie il nome Polti?
Fa molto piacere. Dispiace che l’Italia non abbia una squadra WorldTour e gli sponsor invece di investire nel ciclismo lo lasciano. Il ritorno di un brand importante come Polti è un bellissimo segnale ed è anche grazie a Francesca Polti che come suo padre vede ancora in questo sport dei valori importanti. Il ricordo dei momenti belli vissuti in quegli anni spero che siano di buon auspicio anche per questa nuova esperienza. Speriamo sia anche un segnale positivo per le altre aziende.
Una squadra di giovani. L’augurio è di seguire le tue orme con quella maglia?
Assolutamente. Quando sono passato ero un un buon corridore, con buone speranze, ma mai nessuno avrebbe immaginato che io potessi vincere una tappa al Giro e al Tour e conquistare il podio del Giro. C’è stata un’evoluzione continua. Merito, di Reverberi che mi ha dato spazio nei primi tre anni e di Stanga che mi ha fatto fatto crescere in quei tre anni che sono rimasto con lui. La nuova Polti-Kometa parte con questo team giovane, ma soprattutto vanta due profili come Basso e Contador, due riferimenti importantissimi per gli atleti. Hanno giovani di buone speranze e ottimi corridori a cui auguro di fare meglio di me. Spero che raggiungano livelli importanti e che si aprano sempre più porte nei Grandi Giri e nelle grandi classiche.
Fra Roma e il lago Balaton, nella cui zona sorge lo stabilimento Kometa in Ungheria, ci sono mille chilometri abbondanti, ma la voce di Giacomo Pedranzini arriva squillante come dalla stanza accanto. L’Amministratore Delegato della società di famiglia sta facendo rientro in Italia, in uno dei tanti viaggi che gli permettono di riconnettersi con la Valtellina e la sua famiglia.
«L’azienda ha sede in Ungheria – spiega – ma è di proprietà della mia famiglia, la famiglia Pedranzini Ernesto, che era nostro padre e ha trascorso la sua vita a Bormio. Siamo agricoltori e allevatori di montagna, così siamo nati e cresciuti e continuiamo ancora oggi questa attività, grazie ai miei fratelli più giovani, a cui sono sempre grato. Continuiamo a fare agricoltura di montagna nell’alpeggio sulla Malga dei Forni, sopra Santa Caterina Valfurva. Il mio collegamento con la Valtellina nasce da lì. Le nostre origini e le nostre attività sono ancora in Valtellina».
Kometa è sin dall’inizio uno dei nomi più fedeli di Basso e Contador. Negli anni il rapporto si è evoluto e dalla continental dei primi tempi, si è arrivati alla collaborazione con Eolo e a breve con Polti. Giacomo Pedranzini è il responsabile dell’azienda, che si dedica all’allevamento e alla trasformazione di carni suine. E data l’attenzione per l’alimentazione sana, l’abbinamento con lo sport e in particolare il ciclismo è stato quasi una conseguenza naturale. Ora che il Giro torna a Livigno e vi rimarrà per tre giorni (arrivo sul Mottolino, giorno di riposo e la ripartenza), farsi raccontare il suo ciclismo e la sua Valtellina ci è parso molto interessante.
Giacomo Pedranzini ha 58 anni ed è l’Amministratore Delegato di Kometa, che dal 1994 opera in UngheriaGiacomo Pedranzini ha 58 anni ed è l’Amministratore Delegato di Kometa, che dal 1994 opera in Ungheria
Perché il ciclismo?
Perché ha delle sintonie con i valori dell’azienda. E’ una scuola di vita che riteniamo possa essere utile anche per le nuove generazioni. Il contatto con Ivan Basso risale ormai a otto anni fa. Aveva smesso di correre da uno o due anni ed era consapevole che non sarebbe stato facile mettere in piedi una squadra di vertice. Così mi presentò un progetto in cui parlava anche di sport rivolto anche al sociale, soprattutto ai giovani. E a me piacque l’idea di formare giovani uomini oltre che giovani atleti.
La squadra nel frattempo è cresciuta…
Migliora ogni anno. Partecipiamo stabilmente al Giro d’Italia e ad altre competizioni di RCS, quindi gli obiettivi rimangono sempre gli stessi. Però chiaramente ci aspettiamo che oltre alla squadra cresca anche la nostra capacità di comunicare col pubblico. Abbiamo esitato prima di unirci a questo progetto. Quello che ha fatto scoccare la scintilla è stata l’idea di poter trasmettere i valori di Kometa, che sono anche alla base dell’ideale di Honest Food di cui siamo promotori e che oggi è rappresentato da un’Associazione senza scopo di lucro, nata lo scorso settembre a Milano.
Di cosa si occupa?
Riteniamo che il comparto alimentare necessiti di un ripensamento in tutte le sue componenti. E’ necessario ritrovare prima di tutto equilibrio e buon senso all’interno della filiera, per produrre cibo buono e salubre ad un prezzo ragionevole. Sono i tre cardini che si possono raggiungere attraverso la giusta distribuzione del valore lungo la filiera agroalimentare. Oggi soffriamo dell’abbandono delle aree svantaggiate, per esempio nell’agricoltura. E tutto questo ha portato ad alcune distorsioni nei prezzi. Per troppi anni ci siamo focalizzati sulla crescita dei volumi a prezzi sempre più bassi, invece di concentrarci sulla qualità. Questa certamente ha un costo, però il cibo non può essere un lusso.
La partenza del Giro d’Italia da Budapest nel 2022 è stato per Kometa un’operazione molto importante (foto Rcs Sport)La partenza del Giro d’Italia da Budapest nel 2022 è stato per Kometa un’operazione molto importante (foto Rcs Sport)
La presenza di Basso e Contador è funzionale al messaggio?
La possibilità di comunicare attraverso l’immagine di due grandi campioni come loro è stata il fattore che ci ha fatto prendere la decisione. La grande partenza del Giro dall’Ungheria, con il nostro nome e un atleta ungherese in squadra, è stata una delle azioni che ha dato più risonanza. Siamo presenti alle corse. Facciamo promozione nei nostri punti vendita, in cui il consumatore trova l’oggettistica della squadra. In più per il 2024 ci siamo legati a una nuova agenzia, Luca Vitale e Associati, con cui inizieremo varie azioni di comunicazione.
Che rapporto c’è tra Giacomo Pedranzini e il ciclismo?
Per estrema onestà, devo dire che in famiglia non siamo mai stati dei grandissimi sportivi. Il nostro sport era aiutare il papà e la mamma nell’azienda agricola, il nostro trekking era camminare dietro alle mucche. Però gli sport di fatica ci sono sempre piaciuti, perché richiedono grande persistenza e grande resistenza, anche mentale.
Crede che il ciclismo sia un valido veicolo promozionale per la sua azienda?
Questa domanda è importante, ma prima di rispondere ne faccio io un’altra. Come mai Lidl, una delle più grandi catene della distribuzione a livello mondiale, è subentrata a Segafredo? Non vogliamo paragonarci a loro né avere la presunzione di tenere in piedi le sorti del ciclismo, però continuiamo perché ci dispiacerebbe che uno sport che ha fatto parte della storia e della cultura del nostro Paese, diventasse l’ultima ruota del carro. Quando mio padre voleva richiamarci all’ordine, diceva sempre un proverbio: «Le parole volano, l’esempio trascina». E allora noi proviamo, in questo caso con Polti, a dare un piccolo esempio di perseveranza e determinazione. Sperando poi che aziende più importanti e più grandi di noi vengano a darci man forte per riportare il ciclismo italiano sul gradino che gli compete nel palcoscenico internazionale.
Anche Polti (nella foto Franco e sua figlia Francesca) è un’azienda di famiglia, con grande esperienza nel ciclismoAnche Polti (nella foto Franco e sua figlia Francesca) è un’azienda di famiglia, con grande esperienza nel ciclismo
Francesca Polti ci ha raccontato di aver trovato subito delle sintonie aziendali con voi, lo conferma?
Certamente, perché anche Polti è un’azienda di famiglia. Hanno una bella storia. L’affinità è prima di tutto umana e di storia imprenditoriale. Loro sapranno apportare la loro grande esperienza nel mondo del ciclismo. Hanno vinto il Giro d’Italia, sono certo che papà Polti ci darà dei consigli molto preziosi.
Quante volte all’anno torna in Valtellina?
Almeno una al mese, diciamo così. Poi durante l’estate la mia famiglia, che per tutto l’anno è con me in Ungheria, si trasferisce molto volentieri in Italia.
Si ha la sensazione, ascoltandola, di avere davanti un ambasciatore del territorio.
Il collegamento con la Valtellina c’è sempre. Stiamo sperimentando con successo la collaborazione tra pubblico e privato. Il coinvolgimento del territorio, la presenza del Giro d’Italia e tutte le azioni in materia di cicloturismo sono legate al contributo della Provincia di Sondrio. Bisogna riconoscere a Pierluigi Negri la grande abilità di coordinare il privato con i consorzi turistici che rappresenta in Valtellina. L’amministrazione provinciale si muove sempre guardando a tutti gli aspetti. Quindi va bene sostenere lo sport, ma va guardato anche l’interesse economico del territorio. E oggi i dati dicono che le presenze estive hanno pareggiato l’indotto di quelle invernali e questo è un dato veramente importante. Penso che sia sufficiente per capire che grande importanza rivesta la promozione del ciclismo per la Valtellina.
Quanto sarebbe importante essere al via del prossimo Giro, viste le tappe in Valtellina?
Essendo una professional, ci dovremo sudare l’invito. Però siamo molto fiduciosi che quello che abbiamo fatto sui campi di gara, vincendo una tappa anche nell’ultima edizione con Davide Bais a Campo Imperatore, parli per noi. E come è successo in Ungheria, avere al via del Giro un valtellinese come Davide Piganzoli sarebbe motivo di orgoglio.
Piganzoli, valtellinese doc, sarebbe una presenza importante al prossimo Giro d’Italia (foto Instagram)Piganzoli, valtellinese doc, sarebbe una presenza importante al prossimo Giro d’Italia (foto Instagram)
Parola al Presidente
Al riguardo chiudiamo con poche parole, ma molto chiare di Davide Menegola, Presidente della Provincia di Sondrio con delega al Turismo e Sindaco di Talamona, cui abbiamo chiesto di parlarci della collaborazione fra pubblico e privato.
«Il progetto legato al ciclismo – dice – sta portando grandi frutti a tutti gli operatori della provincia di Sondrio. Proprio il mese scorso abbiamo fatto un incontro che ha coinvolto la Provincia, il Consorzio BIM Adda, le Comunità Montane e il Parco Nazionale dello Stelvio, dove tutti hanno dato via libera al tavolo di lavoro sul cicloturismo. Tuttavia, mentre in precedenza si era ritenuto di approvarlo di anno in anno, questa volta abbiamo ritenuto di allungare il periodo e di sostenerlo per i prossimi tre anni, in modo che tutti possano lavorare con la prospettiva migliore per gli obiettivi che ci siamo prefissati».
Come dire che quando si fa sistema, il ciclismo diventa un potentissimo mezzo di comunicazione. In Valtellina l’hanno capito bene, basta andare a farsi un giro su quelle strade quando la neve si sarà sciolta. Il 10 gennaio il Team Polti-Kometa verrà presentato a Milano, per il ciclismo italiano si tratta di un’ottima notizia.
Vendrame ci ha raccontato la sua Van Rysel del Giro. E abbiamo scoperto che alla Decathlon-AG2R le scelte tecniche le fanno due ingegneri, non i corridori
Agli appassionati di ciclismo, e non solo a loro, non sarà certo passato inosservato il nuovo spot televisivo firmato Polti che vede come “attori” protagonisti due volti noti del mondo del ciclismo. Stiamo parlando di Ivan Basso e Alberto Contador.
Dallo scorso 22 ottobre i due campioni sono i protagonisti su La7 e La7D del nuovo spot televisivo che promuove SOLO Caffè Monorigine, la nuova esperienza di espresso in cialde lanciata da Aroma Polti.
La scelta dei due testimonial è tutt’altro che casuale. Lo scorso mese di luglio Polti ha annunciato il suo ritorno nel mondo del ciclismo dopo 23 anni di assenza. Dal prossimo anno l’azienda lombarda sarà sponsor dell’attuale Eolo-Kometa, il team voluto e creato proprio da Basso e Contador.
SOLO Caffè Monorigine, la nuova esperienza di espresso in cialde lanciata da Aroma PoltiSOLO Caffè Monorigine, la nuova esperienza di espresso in cialde lanciata da Aroma Polti
Il rito del caffè
Lo spot è stato girato sul lago di Como e racconta il rituale del caffè che i due sportivi si godono al mattino prima di salire in sella. Oltre ai due campioni, il vero protagonista dello spot è naturalmente SOLO Caffè Monorigine, con i suoi diversi sapori: quello della Tanzania, più grintoso, e quello del Vietnam, più armonioso (esiste anche un aroma Uganda). Contador opta per il primo, che rispecchia al meglio la grinta che da sempre l’ha contraddistinto in gara. Basso sceglie invece l’aroma ispirato al Vietnam ed è proprio lui a preparare il caffè per l’amico inserendo le cialde E.S.E. (Easy Serving Espresso) in Polti Coffea, la macchina ideale per esaltare l’estrazione perfetta di tutti i sapori e delle qualità uniche di SOLO Caffè Monorigine.
Mentre i campioni parlano, nelle tazzine prendono vita colorate animazioni 3D che richiamano i due meravigliosi luoghi in cui hanno origine i chicchi, Tanzania e Vietnam, evocandone tutto il fascino e la magia. Dopo essersi gustati i loro caffè, Basso e Contador partono per la loro pedalata lungo le strade e le salite che costeggiano il lago di Como come due normali ciclisti.
L’obiettivo dello spot è quello di mostrare come per ogni tipo di personalità ci sia un caffè adeguato…naturalmente un SOLO Caffè Monorigine.
Comunicazione multicanale
Come anticipato, la campagna tv dedicata a SOLO Caffè Monorigine è iniziata lo scorso 22 ottobre e terminerà il prossimo 18 novembre su La7 e La7D con spot da 15 secondi e più di 1.000 passaggi. I contatti netti attesi sono 7.300.000. Lo spot, prodotto e realizzato dall’agenzia NT Next – Evolving Communication, sarà trasmesso anche durante le partite di Champions League su Prime Video.
Le macchine del caffè Polti sono ideali per gustare al meglio l’aroma di ogni chiccoLe macchine del caffè Polti sono ideali per gustare al meglio l’aroma di ogni chicco
Primo slot lo scorso mercoledì 25 ottobre. Un secondo passaggio è previsto per domani, mercoledì 8 novembre. A ciò si affianca una intensa campagna digital che durerà sino alla fine dell’anno: video pre-roll su YouTube, banner display su Google e tante altre piattaforme. E’ prevista anche una copertura Social su Instagram, Facebook e Pinterest, attività di influencer marketing e co-marketing con alcune delle più importanti insegne retail.
SOLO Caffè Monorigine è disponibile presso gli store di elettrodomestici in tutto il territorio nazionale e online sul sito.
Samuele Privitera lo abbiamo scoperto al Giro di Lunigiana, dove ha chiuso quinto. Ligure, ama la salita e ha le idee chiare. Lo abbiamo conosciuto meglio
Come procede il lavoro di costruzione della Polti che prenderà il posto di Eolo? Ivan Basso in questi giorni è una trottola. Viaggia per l’Italia. Segue le corse. Ha tenuto un seminario sull’importanza di fare squadra proprio con gli agenti della rete vendita del nuovo sponsor e nel frattempo cerca di mettere ogni tassello al suo posto.
«Andiamo avanti – spiega Basso fermandosi per due chiacchiere durante Italian Bike Festival (in apertura nello stand Dinamo) – facciamo ogni giorno un nuovo step. Il lavoro procede molto bene nella direzione che immaginavo. L’arrivo di Polti ha risvegliato non solo l’interesse interno, ma ha portato un’ondata di futuro partendo dal passato. Questa per me è stata la seconda cosa positiva che è accaduta in queste settimane. Si aggiunge il fatto, ora ufficiale, che Eolo resterà con noi, con una partecipazione non da title sponsor, però comunque importante. Kometa ha confermato la sua presenza. Praticamente tutti gli sponsor tecnici hanno confermato. Visit Malta ha rilanciato. Mi piace molto il modo in cui sta nascendo la squadra e ci sono altre due novità. Un co-title sponsor in arrivo e il forte interesse in un progetto che ho in mente già da tre anni e che annunceremo nelle prossime settimane».
Albanese e Fortunato, qui in una foto del 2021, lasciano la Eolo per andare all’Arkea e all’AstanaAlbanese e Fortunato, qui in una foto del 2021, lasciano la Eolo per andare all’Arkea e all’Astana
Di cosa si tratta?
Di un gruppo di aziende importanti, che non avranno il logo sulla maglia, ma ci sosterranno. E’ qualcosa che abbiamo sviluppato con i fratelli Contador e adesso i tempi sono maturi per portarlo a termine. Si tratta di un’attività comunque connessa alla squadra, con sponsor importanti che faranno parte del nostro gruppo. E poi c’è il mercato…
Qualcuno va via…
Ci sono due partenze importanti: quelle di “Alba” e “Fortu” (Vincenzo Albanese e Lorenzo Fortunato, ndr), due ragazzi che hanno dato modo a questa squadra di crescere, crescendo a loro volta insieme a noi. E quando due corridori così sono in uscita e vengono rivalutati, vuol dire che la collaborazione è andata bene. Quindi da un lato sono contento per loro, che sono entrati con un valore ed escono molto più forti, dall’altro nella mia testa c’era comunque l’idea di rivoluzionare la squadra, perché è normale che i cicli si concludano.
Fra i talenti rimasti in casa Eolo (futura Polti) c’è Davide Piganzoli, ottimo scalatore e forte anche a cronoFra i talenti rimasti in casa Eolo (futura Polti) c’è Davide Piganzoli, ottimo scalatore e forte anche a crono
Da cosa si riparte?
Abbiamo confermato tutti i nostri giovani bravi. Abbiamo preso due ragazzi colombiani Restrepo e Mario Gomez, poi l’inglese Double, elementi che ci possono sorprendere. Okay, tutti mi chiedono il grande nome, ma io non voglio prenderlo da un’altra squadra, io voglio averlo in casa. Abbiamo più di un nome nuovo ed è inutile continuare a lamentarsi di quello che non c’è. Siamo sempre al solito discorso.
Quale discorso?
Io ritengo che questa squadra deve continuare a crescere. Magari non è cresciuta di categoria e siamo rimasti professional, magari non è cresciuta di budget, ma cresce di valori, di competenza, di valore medio dello staff e valore medio dell’organico. In questo momento, non abbiamo le risorse economiche per poter prendere un campione. E allora non ci resta che crearlo in casa. Per me il vero mercato di quest’anno è stato quello di non perdere i giovani buoni, come era invece accaduto con Carlos Rodriguez, Moschetti, Oldani, “Juanpe” Lopez e molti altri. Sicuramente hanno avuto offerte, ma noi siamo una squadra professional con stipendi a volte superiori a quelli che possono avere in certe squadre WorldTour. I nostri corridori sono pagati bene e lo stesso vale per lo staff.
In un seminario per gli agenti Polti, Basso ha spiegato le analogie fra una cronosquadra e il lavoro di equipeIn un seminario per gli agenti Polti, Basso ha spiegato le analogie fra una cronosquadra e il lavoro di equipe
La maglia ha preso finalmente forma?
Sì, ma non è ancora definitiva. E’ chiaro che cambierà la cromia, però cercheremo di mantenerla bella, pulita. Questa squadra è piaciuta non solo per i risultati sportivi, ma anche per lo stile e il comportamento. Sarà così anche per il prossimo anno.
Quali sono i prossimi passi?
Quando c’è un cambio importante, bisogna portare a termine l’attività del 2023 e iniziare il 2024, cercando di fare tutto al meglio. Quindi c’è questa stagione da finire nel migliore dei modi, immaginando intanto l’architettura della prossima. Voce per voce, passo per passo.
Dall’altra parte di Linkedin, una decina di giorni dopo aver scritto il post alla vigilia del Giro d’Italia, Francesca Polti si trovò davanti al messaggio firmato da Basso. Come sia nato l’accordo fra l’azienda lombarda e la squadra di Ivan e Alberto Contador lo abbiamo raccontato la scorsa settimana parlando con il varesino. Ci incuriosiva però il punto di vista Polti, tornata al ciclismo 23 anni dopo il ritiro dalle scene. Intercettiamo perciò Francesca Polti, Presidente e Amministratrice Delegata presso Polti Group, con una chiamata da Glasgow. Il timbro di voce è schietto, il modo di affrontare gli argomenti diretto e con un fondo di passione che traspare nella scelta delle parole.
Qualche mese fa avevamo parlato con Emauele Galbusera, sponda Lampre, che con Polti divise la maglia del 1993 con cui Fondriest vinse la Sanremo e la Freccia Vallone. Raccontò il bello della lunga sponsorizzazione, ma spiegò che a suo avviso il ciclismo per un’azienda come la sua non sia più il veicolo promozionale più adatto. Parlare con Francesca Polti, ne eravamo certi e ne abbiamo avuto conferma, ci ha offerto un’altra prospettiva.
Marzo 1993, Maurizio Fondriest vince la Sanremo in maglia Lampre-PoltiGiro d’Italia 1996, Davide Rebellin vince la tappa di Monte Sirino e conquista la maglia rosaGiro d’Italia 1998, il Team Polti riceve il premio Super Team. Sul palco Franco e Francesca PoltiMarzo 1993, Maurizio Fondriest vince la Sanremo in maglia Lampre-PoltiGiro d’Italia 1996, Davide Rebellin vince la tappa di Monte Sirino e conquista la maglia rosaGiro 1998, il Team Polti riceve il premio Super Team. Sul palco Franco e Francesca Polti
Buongiorno Francesca, facciamo un passo indietro. Si può pensare che in questi anni altri team manager siano venuti a cercarvi?
In realtà no. Abbiamo sponsorizzato singoli eventi oppure realtà molto locali. Va detto che l’azienda ha affrontato un periodo di crisi importante ed è cambiata molto da com’era prima. Per cui sponsorizzare un team non era neppure nelle nostre intenzioni.
Torniamo allora a Linkedin: lei scrive il post e Basso risponde…
In realtà non mi pare che abbia risposto subito. Quel post non avrei neanche dovuto farlo: ho un piano editoriale, ma non mi piaceva quello che mi avevano proposto. Così ho scritto io il testo. Ivan ha risposto dopo una decina di giorni. La mia assistente me lo ha segnalato, ma non ero neppure certa che fosse lui davvero. Invece mi hanno consigliato di rispondere e l’ho fatto.
Che cosa aveva scritto Ivan?
Non chiedeva sponsorizzazione. In questo messaggio scritto molto bene, raccontava il suo progetto, traspariva la sua passione nel parlare delle prospettive di futuro. Così ci siamo scambiati i numeri ed è finita che ci siamo visti con i nostri team ristretti a fine giugno. Fra le decisioni più importanti, è stata quella presa nel minor tempo.
L’azienda Polti fu fondata da Franco Polti nel 1978 a Olgiate Comasco (foto La Provincia)L’azienda Polti fu fondata da Franco Polti nel 1978 a Olgiate Comasco (foto La Provincia)
Che cosa significa per Polti tornare in gruppo?
Nel momento in cui ci siamo scelti – mi piace parlarne così – abbiamo lavorato per adattare la nostra strategia a questa scelta, a livello di cambio di comunicazione istituzionale. Non stavamo cercando niente del genere, ma abbiamo capito subito che gli obettivi si sovrappongono perfettamente, per i Paesi dove la squadra andrà a correre e per la nazionalità dei corridori. Abbiamo assunto di recente un Direttore Commerciale Mondo, per agire nei Paesi dove il ciclismo e anche il marchio Polti sono ben conosciuti. Pertanto, ho messo tutto sul tavolo.
Tutto?
Ho spiegato le nostre possibilità e Ivan in risposta ci ha spiegato il mondo del ciclismo per come è cambiato negli ultimi anni, indicandoci anche le opportunità di crescita. Abbiamo visto una possibilità per entrambe le nostre squadre, perché mi piace considerare squadra anche la nostra azienda. Abbiamo visto una sovrapposizione di vedute in termini dei valori espressi dagli atleti. Nessuno si aspetta di vincere il Giro d’Italia il primo anno, tranne forse mio papà (ride, ndr). Ma nulla vieta che si possano vincere tappe e lavorare nel modo giusto per offrire un’immagine all’altezza.
Cosa ricorda degli anni del Team Polti?
Mio padre in quel periodo sponsorizzava la Benetton in Formula Uno, il Cantù nel basket e poi c’era il Team Polti. Si andava a vederli in elicottero. Sposando questo progetto ho risentito le emozioni di allora. Non ricordo episodi, solo emozioni. Di quando la gente fermava mio padre e lo incitava. Il ricordo della fatica dei corridori e la grande emozione di salire sul palco di una premiazione, come nella foto di quel post. Eravamo circondati dall’affetto dei tifosi.
Francesca Polti (di spalle) illustra l’azienda ai nuovi amici (foto Linkedin/Francesca Plti)Ivan Basso e Franco Polti durante la visita svolta dai vertici del Team Eolo-Kometa alla sede PoltiFrancesca Polti (di spalle) illustra l’azienda ai nuovi amici (foto Linkedin/Francesca Plti)Ivan Basso e Franco Polti durante la visita svolta dai vertici del Team Eolo-Kometa alla sede Polti
Secondo Galbusera, il ciclismo potrebbe non essere più il veicolo giusto.
Secondo me invece funziona ancora e lo dimostrano gli investimenti che vengono fatti fuori dall’Italia. Noi dalla nostra parte abbiamo anche la storia. Dal 21 luglio quando è stato fatto l’annuncio, abbiamo avuto una grande visibilità mediatica. Non solo sui giornali di sport, molto anche sui social. Arrivano complimenti, suggerimenti, messaggi di bentornato, qualcuno ha già chiesto la maglia. Abbiamo il booster di poter sfruttare il nostro passato. Come dice Ivan, andiamo a prendere quelli che erano bambini e venivano alle corse con i nonni e ora sono i genitori e portano i figli a vedere il Giro d’Italia.
In cosa una squadra può essere funzionale alla vostra immagine?
Con i mezzi di oggi si può fare tanto. Quello che successe nel ciclismo quando anche noi uscimmo ha fatto sì che pochi poi ci abbiano creduto. Non ho cercato questa occasione, è venuta, ho studiato e ho la presunzione di dire che spero sia solo l’inizio di un bel ritorno. Il ciclismo è uno sport democratico che avvicina la gente. Quando si deve raccontare un prodotto, in comunicazione si parla di tutto meno che del prodotto stesso, perché si dà per scontato che funzioni e sia fatto bene. Oggi si punta sul far vivere un’esperienza e il ciclismo in questo può aiutare, perché racconta esperienze notevoli.
Con l’arrivo del nuovo sponsor, il progetto di Basso e Contador acquisisce più credibilità e nuovo vigoreCon l’arrivo di Polti, il progetto di Basso e Contador acquisisce più credibilità e nuovo vigore
In che nodo vi muoverete?
Io ho una visione aziendalistica e so bene che questo progetto ha bisogno di un’attivazione sul piano della comunicazione affinché alla lunga generi fatturato. Penso di riuscire a dare supporto al team anche in termini di idee. Ci può essere uno scambio, che sarà la nostra forza. Ivan lo trovo molto preparato, si percepisce che abbia studiato e non sia un ex atleta che si improvvisa nel nuovo ruolo.
Su cosa si basa per ora questa collaborazione?
Ci sono ascolto, fiducia e rispetto e non è così scontato metterli insieme in tre settimane. Un ascolto attento, senza la presunzione di dire all’altro come vanno le cose. Ci siamo incontrati con le nostre squadre. Ho coinvolto tutte le mie persone chiave e lo stesso hanno fatto loro. Abbiamo condiviso il nuovo modo di lavorare. E come punto di partenza, devo dire che non è affatto male.
Dal giorno di Longarone, quando la Eolo-Kometa raccontò al mondo la necessità e il desiderio di trovare sponsor più grandi, sembra passato un secolo. Eppure proprio il Giro d’Italia fu galeotto, anche se Basso non poteva ancora saperlo.
Nel giorno in cui la corsa rosa prendeva il via con la crono dei trabocchi, Francesca Polti pubblicò un post su Linkedin. C’era la squadra sul podio del Giro 1998 e il testo che la accompagnava parlava del profondo amore di famiglia per il ciclismo. Ivan rispose con un messaggio privato e, a distanza di due mesi e mezzo, l’accordo che ha preso forma è stato annunciato al mondo.
Che cosa questo significhi e come ci si è arrivati ce lo facciamo raccontare proprio dal varesino, che cammina sull’asse d’equilibrio fra quello che si può e quello che non si deve dire e soprattutto che non si può ancora scrivere. Eppure tanto si capisce, a partire dalla passione che ci mette e che indubbiamente condivide con i nuovi amici.
Il contatto con Polti è nato da questo post pubblicato a maggio da Francesca Polti su Linkedin e dal successivo messaggio di BassoIl contatto è nato da questo post pubblicato da Francesca Polti su Linkedin e dal successivo messaggio di Basso
Torniamo a Longarone: che cosa è successo dopo quella lettera aperta?
Durante il Giro d’Italia, il 95 percento delle interviste che facevo era concentrato sulla ricerca di nuovi sponsor. Non parlavo tanto del rendimento, che fortunatamente era buono, ma della situazione della mia squadra. Avevamo buone garanzie di continuità da parte degli sponsor, tanto è vero che continueranno tutti. Eppure nella mia testa c’era che questa squadra avesse bisogno di più stabilità economica e per un periodo più lungo, per creare un nuovo ciclo, potenziare la struttura e allinearci alle migliori professional europee.
Come arriva Polti?
Sicuramente c’è una parte legata all’aver colto l’occasione, ma in parte lo dobbiamo anche al lavoro che era stato fatto. Siamo riusciti a piazzare il primo colpo importante – sorride Basso – che ha affiancato e potenziato il mio pensiero. Il ritorno di Polti sarà inevitabilmente in grande stile, Francesca Polti è una dirigente di altissima qualità, con competenze e determinazione che mi hanno lasciato di sasso. Ci saranno annunci ufficiali, ma ormai lo hanno detto in tanti: la squadra si chiamerà Team Polti e avrà accanto altri nomi che potrebbero essere Visit Malta o addirittura un altro con cui stiamo trattando. Abbiamo chiuso un accordo per tre anni, con cifre importanti incrementali nel triennio che ci permettono di lavorare in modo programmatico sia a livello di struttura sia a livello di corridori.
Basso e Contador hanno avviato la squadra nel 2018, prima continental, ora professionalBasso e Contador hanno avviato la squadra nel 2018, prima continental, ora professional
Un colpo che vale sia in termini economici che di soddisfazione?
Molta soddisfazione, perché ha dato ulteriore credibilità al progetto e la credibilità attira nuovi potenziali investitori. Avevamo buone garanzie da parte di tutti, soprattutto da Eolo e da Kometa. Non si possono ancora dire le cifre precise e aspettiamo il loro annuncio, perché ogni azienda ha le sue dinamiche, ma continueranno entrambe. E’ tutto in divenire. Dopo il Covid, il mondo è cambiato.
In che senso?
Una volta ad agosto si fermava tutto, adesso non si ferma niente. E chi va in vacanza lascia semmai spazio agli altri. Abbiamo ancora in ballo le bande laterali, le spalle, il posteriore del pantalone e anche alcuni spazi sulla parte frontale della maglia, per mantenerla bella e pulita. Ci sono ancora aperte almeno 8 trattative importanti per sponsor non tecnici, che invece hanno già confermato. Questo fa sì che mentre non abbiamo potuto muoverci nella prima ondata del mercato, sicuramente saremo attivi nella prossima. Per ora abbiamo preso Restrepo, ma abbiamo sei posti a disposizione, fra chi smette e chi va via…
Si pensa al grosso colpo?
Manteniamo un mix tra giovani e corridori di esperienza. E se il budget lo permetterà, proverò a vedere se c’è sul mercato qualche corridore di categoria un po’ più alta.
Bais ha scelto di restare nel team di Basso e Contador, nonostante le offerte ricevuteDavide Piganzoli, classe 2002, è fra gli italiani di maggior qualità. Ha rifiutato offerte WorldTour per rimanereFernando Tercero, spagnolo del 2001, scalatore, è stato secondo alla Ronde de l’Isard (foto Instagram – Adn)Bais ha scelto di restare nel team di Basso e Contador, nonostante le offerte ricevuteDavide Piganzoli, classe 2002, è fra gli italiani di maggior qualità. Ha rifiutato offerte WorldTour per rimanereFernando Tercero, spagnolo del 2001, scalatore, è stato secondo alla Ronde de l’Isard (foto Instagram – Adn)
L’avvento di Polti cambierà il colore della maglia?
La maglia inevitabilmente cambierà, perché prenderà i colori degli sponsor, come succede dovunque, ma per questo siamo ancora in fase di studio. Sarà più chiara, però manterrà la nostra identità di squadra riconoscibile al pubblico. Ci sono altre aziende con cui stiamo parlando, non è ancora maturo il tempo per definire la maglia.
Hai parlato di budget vicino alle continental europee: siete vicini?
Non in questo momento, però abbiamo spazi per arrivarci ed è quello che conta. Grazie a questo rapporto triennale, abbiamo la possibilità di programmare e offrire una prospettiva ai corridori e allo staff. Così si lavora bene. Abbiamo un gruppetto di giovani che secondo me l’anno prossimo faranno il definitivo salto di qualità, unito a un mix di corridori già esperti. Essere riusciti a tenere Bais e confermare Piganzoli, Tercero e Martin per noi è come averli presi sul mercato.
Potevano andare via?
Ragazzi come loro, che arrivano davanti al Tour de l’Avenir, sarebbero potuti andare in una WorldTour in qualsiasi momento. Il fatto che abbiano scelto di restare per noi è importante. Tanti in passato sarebbero rimasti volentieri, ma sono andati via perché non potevamo proporgli un progetto a lungo termine, ma se avessimo tenuto “Juanpe” Lopez, Oldani e Moschetti che squadra avremmo adesso?
E’ il 1994 quando Gianni Bugno al primo anno in maglia vince il Giro delle FiandreGiro d’Italia 1998, a Selva di Val Gardena, Guerini batte Pantani in volata. Per Marco arriva la maglia rosaGiro di Lombardia 1999, Mirko Celestino vince da solo nella “sua” BergamoE’ il 1994 quando Gianni Bugno al primo anno in maglia vince il Giro delle FiandreGiro d’Italia 1998, a Selva di Val Gardena, Guerini batte Pantani in volata. Per Marco arriva la maglia rosaGiro di Lombardia 1999, Mirko Celestino vince da solo nella “sua” Bergamo
Il progetto…
L’obiettivo, quando si parla di crescita della squadra, non è solo avere 8-10 milioni di budget, ma anche avere la struttura che supporta i 20 corridori, organizzati per fare un certo calendario e tutto quello che serve fra ritiri in altura e il resto. Il budget serve per crescere e il fatto che un nome come Polti abbia scelto di essere al nostro fianco è importante perché, come dicevo, dà credibilità a tutto il resto. Ad esempio con Malta siamo già in fase di rinnovo, nonostante ci sia già un contratto in essere. E’ una soddisfazione che devo condividere con le altre 60 persone della squadra. E soprattutto questa è l’unica strada percorribile per allinearci alle migliori d’Europa. Lavorare e costruire, lavorare e costruire.
Un anno di Eolo-Kometa, cosa resta nelle tasche di Basso? Ne abbiamo parlato con lui, fra corridori, risultati, direttori e acquisti. Bilancio positivo?