Esosport, la seconda vita dei copertoni usati

20.02.2023
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Di Esosport ci accorgiamo ai primi di dicembre leggendo di Vittoria e del programma Re-Cycling, legato allo smaltimento dei vecchi pneumatici. Chi va in bici lo sa bene. Non sempre il ciclista si comporta come dovrebbe. Nelle strade capita di vedere camere d’aria buttate e assai più spesso i negozi di bici, per risparmiare due soldi, chiamano un furgone senza scritte né bandiera che si fa carico di portare via le vecchie gomme. E Dio solo sa dove va a sotterrarle o bruciarle…

L’idea di qualcuno che lavori per rendere il sistema ecologico è stata da subito interessante, unita al riciclo dei materiali che, tramite l’Associazione GoGreen Onlus danno vita ai Giardini di Betty e alla Pista di Pietro. Pietro è Mennea, il compianto campione olimpico dei 100 metri. Betty invece era Elisabetta Salvioni Meletiou, scomparsa prematuramente e coinvolta in prima persona nella nascita di Esosport. E proprio a suo marito Nicolas Meletiou, Managing Director di ESO, abbiamo chiesto di raccontare l’idea, il progetto e l’azienda.

«Già dal 1999 – racconta – abbiamo avuto l’obiettivo di introdurre un servizio che in Italia non esisteva: quello dello smaltimento dei rifiuti da ufficio. La gente buttava i toner delle stampanti nella spazzatura, noi abbiamo proposto di metterli in una scatola che si chiama ESObox, che ritiriamo noi, per evitare che finiscano nelle discariche. Nel 2009, 10 anni dopo, succede una cosa strana…».

Nicolas Meletiou è arrivato al ciclismo per caso e non se ne è più staccato, anche se resta un runner
Nicolas Meletiou è arrivato al ciclismo per caso e non se ne è più staccato, anche se resta un runner
Che cosa?

Io sono maratoneta amatoriale e un giorno arriva Marco Marchei, che invece è un maratoneta vero, e mi dice: «Guarda, io ho 20 paia di scarpe da ginnastica con cui ho corso due volte con la nazionale alle Olimpiadi e un sacco di gare in giro per il mondo. Non voglio buttarle via perché vanno a finire nella raccolta indifferenziata dei rifiuti. Che cosa possiamo fare?». Lo ascolto e gli dico di lasciarmi il tempo per pensarci. Esosport Run nasce così.

Che cosa fate con quelle scarpe?

Iniziamo a tagliarle e a dividere il tessuto dalla gomma. All’epoca come direttore tecnico dell’azienda c’era ancora mia moglie, che è mancata nel 2011. Dopo quella prima fase, iniziamo a triturare le scarpe e capiamo quasi subito che con la gomma possiamo fare dei giardini. Così in un battito, organizziamo il modo per ritirare le scarpe esauste. Quando poi nel 2011 Elisabetta è mancata, io ho deciso di dedicare questo progetto a lei, chiamandolo “Il giardino di Betty”.

Come si passa dalle scarpe da corsa alle gomme della bici?

Per caso. Durante una maratona cambio scarpe e mi lusso un tendine. Vado dal dottor Sergio Migliorini, un pezzo grosso nella medicina dello sport, e lui mi dice: «Per un po’ niente corsa, devi andare in bicicletta». Quindi vado a comprarne una, inizio a pedalare e il terzo giorno buco. Faccio per sistemare la ruota. Rifiuto le offerte di aiuto e alla fine ci riesco, ma resto con la camera d’aria in mano. Quindi cosa faccio? Torno da Decathlon, dove avevo comprato la bicicletta, e chiedo di smaltirla.

Le mattonelle di Esosport sono antishock e sono usate per giardini e piste di atletica
Le mattonelle di Esosport sono antishock e sono usate per giardini e piste di atletica
Che cosa le rispondono?

Il ragazzo del settore ciclismo mi dice che non fanno la raccolta e che rischiano regolarmente di prendere multe. E a me si accende la lampadina, perché quello è il mio lavoro. E dico: «Scusate, perché non ci pensiamo noi a ritirare le camere di area delle biciclette?». E così parte anche Esosport Bike.

Abbiamo letto di Vittoria…

Vittoria è stata brava, perché ha coperto i costi di smaltimento per un certo numero di negozi. Al servizio pensa ESO, perché abbiamo le autorizzazioni e l’impianto per trattare questi materiali. La cosa che trovo interessante è che l’azienda che produce pneumatici si è veramente data da fare per far sì che questi vadano a finire nel modo giusto.

E i negozi?

Tanti ciclisti sono bravissimi, altri sono un po’ birichini. Il servizio non costa tanto, ma alcuni preferiscono chiamare l’abusivo di turno che fa sparire gli pneumatici, ma non si sa dove vanno a finire. Con noi costa 180 euro, con un abusivo ne bastano 50. E se quel meccanico non è una persona attenta all’ambiente, sceglie la soluzione meno pulita.

Parliamo di gomme o anche di altre parti di bici?

Ci sono anche le selle, per le quali siamo in contatto con la Brooks. Stiamo facendo i primi esperimenti di triturazione per fare anche lì del materiale utile per il giardino o le piste di atletica leggera, per esempio. Lo scopo finale è la realizzazione di qualcosa e non il semplice smantellare e disperdere. Recuperare e riciclare, questo è il motto.

E’ un tema che fa parlare?

Suscita molto interesse e combacia con la sostenibilità. Io vado nelle scuole a insegnare, perché i ragazzi hanno bisogno di imparare queste cose, cioè l’etica sociale e l’etica ambientale, che è una cosa estremamente importante.

Le sedi di ESO ed Esosport sono tutte in zona Milano?

ESO, l’azienda che trasporta i rifiuti d’ufficio, è a Milano. Invece a Tolentino, in provincia di Macerata, c’è il primo impianto dei 10 impianti che vogliamo fare in Italia proprio per il recupero dei materiali derivanti dallo sport.

A Tolentino sorge il primo dei 10 impianti Esosport, dedicato ad Amato Cannara
A Tolentino sorge il primo dei 10 impianti Esosport, dedicato ad Amato Cannara
Perché Tolentino?

Perché mio nonno Amato era di Tolentino e quindi ho deciso di dedicare a lui questa cosa. Era un grande lavoratore, una bellissima persona e quindi era importante dare il suo nome al progetto: Amato Cannara Plant. E giusto sabato c’è stata la conferenza stampa col sindaco di Tolentino per celebrare un Giardino di Betty e iniziare il programma di ritiro delle scarpe da ginnastica per la costruzione di un nuovo giardino all’asilo nido di Tolentino.

Schwalbe racconta la “lunga attesa” di Ingo Ruhland

31.12.2022
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Come fosse una bella favola di Natale, Schwalbe ha raccontato nei giorni scorsi la storia incredibile di Ingo Ruhland che per 23 anni ha raccolto pneumatici nello scantinato posizionato sotto il suo omonimo negozio di biciclette a Fresing, in Germania. Ruhland ha fatto tutto questo con la speranza che gli pneumatici usati potessero un giorno essere riciclati anziché inceneriti. Il momento da lui tanto atteso alla fine è arrivato grazie all’innovativo sistema sviluppato recentemente da Schwalbe per riciclare pneumatici usati di tutte le marche, senza generare scarti. 

Questi gli pneumatici raccolti da Ruhland in 23 anni
Questi gli pneumatici raccolti da Ruhland in 23 anni

Una lunga attesa

E’ lo stesso Ingo Ruhland a raccontare la sua attesa durata oltre vent’anni. «Ho sempre sperato che un giorno – esordisce Ruhand – qualche azienda del settore degli pneumatici riuscisse ad offrire un vero e proprio sistema di riciclo. Ora questo è possibile. Un grande ringraziamento va fatto a Schwalbe».

Quando Ruhand ha saputo della presentazione ufficiale da parte di Schwalbe del progetto per il riciclo degli pneumatici non poteva essere più felice: «Mi sono rallegrato – prosegue Ruhand – perché questa era esattamente la notizia che aspettavo da ben 23 anni». 

Ruhland è un ciclista convinto e vede in questo sistema un esempio lampante di sostenibilità tanto da affermare: «Gli pneumatici non sono rifiuti, ma materiali riciclabili. Dovremmo preoccuparci maggiormente in tutti i settori di riciclare questi materiali invece di estrarre sempre nuove materie prime». Ora il seminterrato del suo negozio di Freising è vuoto o, come dice Ruhland: «E’ finalmente pulito». 

Gli pneumatici usati che si accumuleranno in futuro presso il negozio finiranno direttamente nel contenitore di riciclo del sistema di Schwalbe e saranno ritirati regolarmente. 

Schwalbe li ha prelevati e finalmente verranno riciclati
Schwalbe li ha prelevati e finalmente verranno riciclati

Numeri sorprendenti

Il nuovo progetto di riciclo pneumatici realizzato da Schwalbe al momento ha riguardato solo la Germania, raccogliendo da subito l’interesse della televisione e più in generale della stampa tedesca. Attualmente hanno già aderito 1.300 rivenditori e sono stati raccolti per essere riciclati ben 400.000 pneumatici.

Le aziende coinvolte. 

Il sistema di riciclo messo in atto da Schwalbe prevede il coinvolgimento di altre aziende. Qualche settimana fa, una delegazione di Schwalbe ha visitato il fornitore di servizi logistici Emons e l’azienda di riciclo Pyrum Innovations. Quest’ultima gestisce l’unico impianto di pirolisi di pneumatico al mondo attivo 365 giorni l’anno. Dalla visita è emerso chiaramente quanto la partnership sia importante per il funzionamento del sistema di riciclo di Schwalbe. 

Emons ritira i contenitori di riciclo pieni di pneumatici usati presso tutti i rivenditori che hanno aderito al progetto. Gli pneumatici usati vengono stoccati in contenitori e consegnati regolarmente alla sede di Pyrum Innovations di Dilligen in Germania. Emons è anche responsabile della raccolta delle camere d’aria usate.

Gli pneumatici raccolti da Schwalbe con il progetto di riciclo sono ben 400.000
Gli pneumatici raccolti da Schwalbe con il progetto di riciclo sono ben 400.000

 Nello stabilimento di Pyrum Innovations, oltre agli pneumatici per biciclette, sono accumulati soprattutto pneumatici usati di auto e camion. Il sito di Dillingen sta crescendo rapidamente. Un nuovo edificio triplicherà la capacità di lavorazione entro la metà del 2023. Oltre alla frantumazione, si svolgerà anche il processo di riciclo completo. 

Il nuovo processo di riciclo messo in atto da Schwalbe rappresenta un salto di qualità nella consapevolezza ambientale e nella responsabilità ecologica. Finora, gli pneumatici usati venivano inceneriti, le materie prime andavano perse e veniva rilasciata CO2 dannosa per il clima. Ora si possono produrre nuovi pneumatici a partire da quelli usati.

Schwalbe

Chaoyang, le coperture gravel per qualsiasi condizione

29.12.2022
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Una gamma pensata per rispondere a tutte le esigenze degli appassionati. Le coperture del marchio Chaoyang hanno caratteristiche uniche, che consentono di godere a pieno delle uscite sullo sterrato senza preoccuparsi delle forature e degli inconvenienti. Tre modelli in grado di supportare qualsiasi situazione: Gravel GP, Gravel AT e Gravel MT.

Fondata nel 1958 nel cuore della Cina, Chaoyang è uno dei brand più importanti del gruppo ZC-RUBBER e produce all’anno più di 300 milioni di camere d’aria e copertoni per biciclette. Il loro focus è migliorare costantemente i propri prodotti introducendo le tecnologie più moderne e affidandosi al supporto di numerosi rider professionisti.

Gravel GP

Per chi cerca grip senza rinunciare alla scorrevolezza il Gravel GP rappresenta la scelta giusta. Vanta infatti un battistrada composto da piccoli tasselli a forma di diamante distribuiti su tutta la superficie. Questi sono ravvicinati al centro per una bassa resistenza al rotolamento e spaziati lungo i lati per garantire un’ottima tenuta in curva, anche in condizioni di pioggia.

Queste qualità rendono il Gravel GP il copertone più veloce della famiglia off-road, ideale per l’utilizzo su asfalto e strade bianche. Consigliato anche in combinazione con Gravel AT o MT. E’ disponibile in svariate misure e tre tipologie. A partire dalla versione gravel che copre da 700×35 a 700×40 con un peso che oscilla tra i 425g e i 560g. Sono inoltre selezionabili le versioni Trekking ed Every Day con misure che coprono 27.5×1.50 e 29×1.50. 

Gravel AT

Una copertura ibrida che asseconda il ciclista su più terreni strizzando sempre l’occhio alla performance. Ideale per chi cerca uno pneumatico tuttofare per un utilizzo misto. Il Gravel AT riunisce le migliori caratteristiche di uno pneumatico per garantire una guida senza preoccupazioni sia su strada che su fuoristrada. 

Il battistrada a freccia direzionale favorisce la bassa resistenza al rotolamento e la trazione sul dritto, mentre i tasselli più spaziati ai lati offrono grip in curva e aiutano a scaricare l’acqua e i detriti. Disponibile in una sola misura 700×38 con caratteristiche e pesi differenti, dal tallone morbido al rigido dai 480g per la versione gravel ai 560g per quella Every Day. 

Gravel MT

A completare la gamma di Chaoyang c’è il Gravel MT. Il modello più aggressivo della linea Gravel e progettato soprattutto per l’uso fuoristrada. Adatto ad un utilizzo che può essere portato al limite, con il supporto di una copertura che accompagna il proprio stile di guida in ogni sfumatura.

Sono presenti numerosi piccoli tasselli rialzati e rinforzati che ne garantiscono un’ottima tenuta, anche in curva, e la massima stabilità in frenata. Perfetto per chi non vuole limitarsi alle strade sterrate ma esplorare sentieri e percorsi Mtb. Un’anima che non si pone confini e che permette al rider di scoprire nuovi orizzonti della disciplina in sella alla propria bici. La misura disponibile è 700×38 con un peso di 530g nella versione Gravel e di 560g in quella Every Day. 

Chaoyang

Mandelli

Vittoria duplica la propria capacità produttiva… a emissioni zero

07.10.2021
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Lo scorso 23 settembre, nel distretto industriale di Bangpoo in Thailandia, si è tenuta la cerimonia di inaugurazione del terreno su cui Vittoria Group realizzerà un nuovo sito produttivo. L’inaugurazione è avvenuta alla presenza del senior management di Lion Tyres Thailand (LTT), l’attuale sede produttiva di Vittoria Group, di rappresentanti dell’industria thailandese e italiana e dell’Ambasciatore d’Italia a Bangkok Lorenzo Galanti. L’investimento complessivo sarà di 20 milioni di dollari e contribuirà all’ampliamento dell’attuale area produttiva che passerà da 36.000 a 52.000 metri quadrati. La nuova sede sarà operativa dalla fine del 2022 e potrà accogliere 400 nuovi addetti. La struttura sarà dedicata alla produzione di pneumatici premium e grazie a questo nuovo importante investimento Vittoria Group duplicherà la propria capacità produttiva.

Sostenibilità al centro

Nella progettazione del nuovo impianto massima attenzione è stata dedicata al tema della sostenibilità. La nuova struttura sarà dotata di pannelli solari, climatizzazione intelligente, materiali organici e riciclati così come reti elettriche a risparmio energetico. Il risultato finale sarà la realizzazione della prima fabbrica di pneumatici per biciclette al mondo a emissioni zero. I 16.000 metri quadrati dell’edificio ospiteranno apparecchiature per test e ricerca di prodotto, favorendo lo sviluppo continuo di tecnologie essenziali per realizzare pneumatici per biciclette sempre più performanti.

Legame sempre più solido

La realizzazione della nuova sede produttiva contribuirà a rafforzare il legame che unisce da diversi anni Vittoria Group e la Thailandia. Dall’apertura della prima fabbrica a Bangkok avvenuta nel 1988, la capacità produttiva dell’azienda italiana è costantemente cresciuta. Attualmente la capacità produttiva è suddivisa in cinque stabilimenti tra Bangkok e Rayong, inclusi il famoso centro di ricerca e produzione di mescole in grafene e l’unico estrusore in grado di unire quattro mescole in un solo battistrada (4C). Complessivamente sono 1.300 gli addetti impiegati con una produzione annua di pneumatici che supera i 7 milioni.

All’inaugurazione era presente anche l’Ambasciatore italiano a Bangkok Lorenzo Galanti
All’inaugurazione era presente anche l’Ambasciatore italiano a Bangkok Lorenzo Galanti

Soddisfazione Vittoria

Massimo Zanco, Chief Operations Officer di Vittoria Group, ha così commentato l’inaugurazione del terreno sul quale nascerà la nuova area: «Il nuovo sito produttivo di Lion Tyres Thailand è un investimento necessario per soddisfare la richiesta di prodotti di qualità e velocità di distribuzione che ci arriva dal mercato». Le sue parole sono state rilanciate da Stijn Vriends, Presidente & CEO di Vittoria Group: «Siamo molto contenti di investire nuovamente in Thailandia. La nazione più all’avanguardia per lo sviluppo e produzione di pneumatici per biciclette di alta qualità. La costruzione del nuovo stabilimento è un passo ulteriore nel viaggio che abbiamo intrapreso verso un modello produttivo sostenibile e a zero emissioni».

vittoria.com

Effetto Mariposa, la sfida tra Caffélatex e Végétalex

18.05.2021
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Il brand svizzero Effetto Mariposa, che per la stagione 2021 collabora con il team Wanty-Gobert-Intermarché, propone due tipi di sigillanti diversi: Caffélatex e Végétalex.

Lo scopo di questi prodotti è quello di riparare lo pneumatico con un liquido che scorra al suo interno e intervenga rapidamente, garantendo una riparazione sicura, grazie alla quale continuare la propria uscita in bici.

Il sigillante Caffélatex rappresenta la storia di Effetto Mariposa. E’ realizzato con lattice sintetico (che sostituisce quello naturale), grazie al quale si crea un effetto schiumogeno che occuperà l’intero volume dello pneumatico, garantendo la massima rapidità di riparazione in caso di foratura.

Il sigillante Végétalex, su cui l’azienda ha lavorato negli ultimi 5 anni, è invece un prodotto interamente ecologico realizzato con noccioli di oliva macinati e fibre di cellulosa, con un’alta caratteristica biodegradabile. E’ stato pensato soprattutto per non produrre un impatto nocivo con l’ambiente, garantendo allo stesso tempo una resa al livello del Caffélatex. I due prodotti possono migliorare la loro performance con l’aggiunta di Vitamina CL, un additivo che ne aumenta le capacità riparative.

Il sigillante Caffélatex realizzato con lattice sintetico
Il sigillante Caffélatex realizzato con lattice sintetico

Quali differenze?

Le differenze ci sono, ma sotto quale punto di vista? Sicuramente non per quanto riguarda il risultato, che in entrambi i casi risulta essere estremamente efficace. Occorre ricordare dunque i parametri che determinano l’efficacia del prodotto: velocità di riparazione delle forature, peso aggiuntivo per la ruota, durata e compatibilità ambientale.

Velocità e peso

Una delle prime differenze si verifica nella velocità di riparazione. Il sigillante Caffélatex risulta essere più veloce, poiché il polimero liquido si trasforma in schiuma all’interno degli pneumatici, diffondendosi in modo uniforme. Mentre il Végétalex tende a creare uno strato uniforme sulla superficie interna dello pneumatico, che si trasferirà verso il foro non appena l’aria inizierà a fuoriuscire.

Anche il peso presenta delle differenze tra i due prodotti, legate alla quantità di liquido da inserire all’interno del tubolare. Anche in questo caso il Caffélatex sembra essere in vantaggio, dal momento che con una piccola quantità di prodotto sarà possibile coprire una grande superficie. Mentre per il Végétalex è consigliabile inserire circa il 20 per cento in più di liquido per garantire le stesse prestazioni.

Il sigillante Végétalex viene realizzato con noccioli di oliva e cellulosa
Il sigillante Végétalex viene realizzato con noccioli di oliva e cellulosa

Durata e ambiente

La durata sembra favorire invece il Végétalex, dal momento che il Caffélatex è pensato esclusivamente per ottenere prestazioni elevate. In questo caso il Végétalex, che non si basa sulla solidificazione del polimero bensì sull’ostruzione del foro grazie a fibre e gomma Xantana (prodotta da zuccheri semplici), sarà in grado di garantire un effetto a lungo termine.

Entrambi i prodotti invece assicurano un profondo rispetto per l’ambiente. Caffélatex è realizzato senza l’uso di ammoniaca né di altri prodotti chimici aggressivi, mentre il Végétalex è pensato proprio per rispettare l’ambiente e ha il netto vantaggio di essere biodegradabile. Quindi il risultato è un pareggio netto. Un bel 2-2 fra questi prodotti di altissima qualità. Il prezzo è di 24 euro per il formato da 1000 ml.

Ricordiamo che i prodotti Effetto Mariposa sono distribuiti in Italia da:

Cravero Paolo e C. S.n.c. . (mariposa@craveropaolo.com)

DSB S.r.l. (info@dsb-bonandrini.com)

Cicli Fina S.r.l. (info@ciclifina.it)

effettomariposa.eu

Tannus, come sono fatte le coperture piene?

06.05.2021
2 min
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Tannus è un’azienda sudcoreana che produce, oltre ai tubeless anche coperture piene per ciclismo su strada. Nella linea Airless troviamo infatti pneumatici che non hanno bisogno della camera d’aria essendo sostanzialmente riempiti di gomma. Non cambia molto in termini di prestazione rispetto ai classici pneumatici e il peso è pressoché uguale. Il grande vantaggio nell’utilizzo di queste speciali coperture consiste nell’eliminazione completa delle forature. Si, avete capito bene: è letteralmente impossibile forare e non è necessario gonfiarli.

Il copertone è pieno di Aither 1.1, materiale che racchiude milioni di micro-celle d’aria
Il copertone è pieno di Aither 1.1, materiale che racchiude milioni di micro-celle d’aria

Tannus: 9.000 km di vita

La loro autonomia è di circa 9.000 chilometri, mentre a godere dei grandi benefici sarà anche l’ambiente. Eliminando il rischio di forature, di conseguenza viene eliminato anche il consumo eccessivo di camere d’aria.

La mescola di ogni pneumatico Tannus è realizzata con materiale Aither 1.1, al cui interno sono racchiuse milioni di micro-celle d’aria, grazie alle quali il peso non risulterà essere particolarmente eccesivo: oscillerà tra i 310 e gli 800 grammi (per la mountain bike). Ricordiamo che oltre ai pneumatici per ciclismo su strada infatti, sono disponibili anche altri modelli pensati per attività come mountain bike, gravel e urban. L’azienda è in continua evoluzione e innovazione. A giugno del 2021 uscirà un nuovo prodotto dedicato all’urban.

www.tannusita.it

Ruote Cadex 42 e 65

Cadex, le ruote per i palati raffinati

22.04.2021
4 min
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Nel sistema della bicicletta le ruote ricoprono un ruolo fondamentale. Infatti capita spesso che, a parità di telaio e gruppo, sostituendole, il comportamento della bicicletta cambi. Per questo motivo è diventato sempre più importante avere delle ruote efficienti e curate nei minimi dettagli, proprio come le Cadex.

Due profili

La gamma di ruote Cadex attualmente è composta da due profili da 42 e 65 millimetri, nella versione per freni a disco oppure tradizionali e per pneumatici tubeless oppure tubolari. Entrambi i profili godono di alcune tecnologie costruttive che le rendono aerodinamiche e leggere. Per iniziare diciamo che sia i cerchi che i raggi sono in carbonio, con i primi che hanno una forma a U che permette una migliore efficienza aerodinamica. Anche i raggi sono stati progettati con una forma che favorisce l’impatto con l’aria.

La Cadex 42 Disc tubeless
La Cadex 42 Disc tubeless
La versatile Cadex 42 Disc tubeless
La versatile Cadex 42 Disc tubeless

Rinforzati solo dove serve

I cerchi hanno un profilo interno Hookless, vale a dire senza uncino, che permette un accoppiamento migliore fra cerchio e pneumatico con relativi vantaggi sia in termini di resistenza al rotolamento che di migliore aerodinamica.

Il metodo di costruzione dei cerchi prevede dei lay-up rinforzati nei punti più critici per garantire una maggiore rigidità e una resistenza agli urti. I tecnici Cadex hanno rinforzato solo alcune zone in modo da mantenere basso il peso.

La Cadex 65 Disc tubeless
La Cadex 65 Disc tubeless
La Cadex 65 Disc tubeless
Profilo da 65 millimetri per la Cadex 65 Disc tubeless

Per la bici in movimento

La tecnologia Dynamic Balanced Lacing (DBL) con cui vengono assemblati i raggi assicura una tensione ottimale per i carichi della pedalata dinamica, invece che per la bicicletta statica, apportando vantaggi in termini di rigidità.

I mozzi in alluminio sono dotati di alcune parti interne lavorate a macchina con un’elevata precisione, che va ad eliminare i carichi eccessivi sui cuscinetti. In questo modo si vanno a diminuire gli attriti migliorando la scorrevolezza.

Versatili e veloci

Entrando nello specifico dei diversi modelli, certamente le ruote con un profilo da 42 millimetri sono indirizzate a coloro che vogliono una maggiore versatilità di utilizzo, con la ricerca di prestazioni sia sui terreni montani che collinari. Le Cadex 65 sono destinate a chi vuole il massimo vantaggio aerodinamico sui terreni pianeggianti.

La versione per freni tradizionali con il profilo da 42 millimetri
La versione per freni a pattino con profilo da 42 millimetri
La versione per freni a pattino con profilo da 42 millimetri
La versione per freni tradizionali con il profilo da 42 millimetri

I pesi

A livello di peso ci sono delle differenze, infatti per quanto riguarda le Cadex 42 Disc tubeless siamo sui 1.327 grammi, mentre la versione disco per tubolare si ferma a 1.242 grammi.

Per quanto riguarda le due versioni per freni a pattino, quelle con i tubeless fermano l’ago della bilancia a 1.265 grammi, mentre le Cadex 42 Tubular si fermano a 1.163 grammi.

Per quanto riguarda i pesi delle Cadex 65 Disc tubeless siamo a 1.501 grammi che scendono a 1.444 grammi nella versione per tubolari.

Anche per le Cadex 65 è prevista la versione per i freni tradizionali, che fanno segnare un peso per i pneumatici tubeless di 1.425 grammi e per i tubolari di 1.367 grammi.

Il pneumatico tubeless Cadex Race
Il pneumatico tubeless Cadex Race
Tubeless Race
Il pneumatico tubeless Cadex Race è improntato alla ricerca delle migliori prestazioni

Ci sono anche i pneumatici

Per chi volesse una sistema ruote-pneumatico completamente omogeneo, Cadex ha ideato anche due modelli di coperture tubeless: Race e Classics. Il Race è disponibile nelle larghezze di 23, 25 e 28 millimetri. Il Classics essendo rivolto maggiormente a coloro cui piace percorrere lunghe distanze, magari anche con qualche pezzo in gravel, è disponibile nelle misure di 25, 28 e 32 millimetri.

Il pneumatico tubeless Classics
Il pneumatico tubeless Cadex Classics
Tubeless Classics
Il pneumatico Cadex Classics è per chi cerca maggiore protezione e durabilità

Massime prestazioni

Il Cadex Race è un pneumatico con una mescola RR-S a base di silice, pensata per massimizzare la scorrevolezza, con una carcassa a singolo strato per favorire il comfort e una protezione Race Shield con un inserto in kevlar per evitare le forature.

Durata e protezione

Il Cadex Classics ha una mescola RR-S AR che offre un grip e una durabilità ancora maggiore rispetto a quello del Race, associata a una carcassa che è sempre a singolo strato per favorire l’assorbimento delle vibrazioni. A livello di prevenzione delle forature è dotato del sistema Race Shield+ che offre una protezione aumentata del 34% rispetto al sistema Race Shield originario.

cadex-cycling.com

Van der Poel Strade Bianche

Copertoncini okay, ma il tubeless è più veloce. Parla Vittoria

17.03.2021
4 min
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E’ uno degli argomenti più dibattuti del momento oltre ad essere un componente importantissimo, stiamo parlando di pneumatici. Mentre Specialized ha pensionato i tubolari e spinge per i copertoncini e Pirelli punta soprattutto sui tubeless, senza tralasciare le altre coperture, vediamo in che direzione si muove Vittoria. Ne abbiamo parlato con Tommaso Cappella, Cycling Technical Service del marchio italiano: in pratica colui che segue le squadre professionistiche.

Meno attriti

Vittoria è un colosso italiano tra i leader nel settore dei pneumatici per il ciclismo, tanto da rifornire numerose squadre professionistiche come: Lotto Soudal, Jumbo Visma, UAE Team Emirates, EF Education Nippo, Astana Premier Tech, Team DSM, Alpecin Fenix e tante altre.
«Abbiamo tante squadre da seguire e dobbiamo dare il massimo supporto a tutti – inizia Tommaso Cappella – e in questo momento di Covid-19 non è semplice».

Avere tante squadre è un grande impegno ma è anche un vantaggio per capire quali sono le tendenze in atto: «Possiamo dire che il tubeless a parità di condizioni è il pneumatico più veloce – continua Cappella – dobbiamo pensare che i professionisti usano i materiali migliori. Fino ad oggi il tubolare è stato la copertura più usate, in quanto ha una resistenza al rotolamento inferiore rispetto al copertoncino. Questo è dovuto al tipo di materiali usati e all’assenza della camera d’aria, che nel copertoncino genera attrito con il pneumatico stesso. Il tubeless ha la metà degli attriti del copertoncino in quanto anche in questo caso non c’è la camera d’aria».

Vittoria Corsa Tubeless
Il tubeless Vittoria Corsa montato dai corridori dell’UAE Team Emirates
Vittoria Corsa tubeless
Il Vittoria Corsa tubeless montato dai corridori dell’UAE Team Emirates (qui la bici di Philipsen)

Capacità di deformazione

A questo punto viene da chiedersi, ma che differenza c’è fra il tubolare e il tubeless visto che entrambi non hanno la camera d’aria? Perché il tubeless è più veloce?
«Vittoria non è stata la prima ad introdurre la tecnologia tubeless – ci dice Tommaso Cappella – però siamo stati i primi ad essere i più veloci».

Ma come hanno fatto? «La scorrevolezza è data dalla capacità della gomma di deformarsi: più si deforma e più si va veloci. E’ per questo che le gomme larghe sono più veloci, perché aumentando la sezione aumenta il volume d’aria e questo comporta una maggiore linearità di sospensione. Il risultato è che le pressioni più basse di gonfiaggio permettono al pneumatico di deformarsi più facilmente e quindi di essere più veloce». E’ questo il punto di forza dei tubeless rispetto ai tubolari, infatti quest’ultimi richiedono delle pressioni maggiori con una capacità di deformarsi inferiore.

Vittoria Corsa tubolare
Il Vittoria Corsa nella versione tubolare
Vittoria Corsa tubolare
Alcuni professionisti ancora usano la versione tubolare del Vittoria Corsa

Cotone, l’arma in più

Ma non è stato facile arrivare ad avere dei tubeless così veloci.
«Affinché il tubeless sia competitivo deve essere stagno, non deve perdere aria – ci spiega – e per avere questo risultato bisogna aggiungere uno strato di gomma in più. Solo che questo strato rendeva il pneumatico più duro da deformare e quindi più lento. Con il Corsa Speed e poi con il Corsa, Vittoria ha trovato la soluzione introducendo il primo tubeless con la carcassa in cotone, che è per antonomasia il materiale più veloce»

A questo punto abbiamo chiesto a Tommaso Cappella perché il cotone sia il materiale più veloce.
«Il cotone è più veloce del nylon perché a parità di spessore di filo è più facile da deformare – e poi ci svela – proprio per questo motivo il Corsa Speed è nato tubeless. In verità è stata una serie di casualità che ci ha fatto accorgere di queste qualità. Da allora alcuni corridori hanno iniziato a correre le cronometro con il tubeless, fino ad arrivare a usarlo regolarmente anche nelle gare in linea».

Vittoria Corsa Speed tubeless
Il Vittoria Corsa Speed è il tubeless per le cronometro
Vittoria Corsa Speed tubeless
Il Vittoria Corsa Speed è il pneumatico tubeless utilizzato per le cronometro

Peso e sicurezza

Ma c’è ancora un paio di punti sui quali il tubeless rimane svantaggiato rispetto al tubolare e sono il peso dell’intero sistema ruota e il fattore sicurezza.
«Per quanto riguarda il peso, iniziano ad esserci ruote con lo stesso peso dei modelli per tubolare e penso che si migliorerà sempre di più. Per quanto riguarda il fattore sicurezza è ovvio che al momento ci si affida alla tolleranza che c’è fra il pneumatico e il cerchio. Stiamo lavorando anche su questo aspetto, il tubeless è una tecnologia ancora giovane e ha margini di miglioramento. Noi siamo al servizio dei corridori ma è palese che il tubeless sia la nuova frontiera».

Pneumatici Challenge

Challenge Tires in prima fila dal cross alla strada

03.03.2021
3 min
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La stagione del ciclocross ha avuto la sua conclusione ufficiale poco più di un mese fa con la disputa dei campionati del mondo di Ostenda in Belgio che hanno visto il trionfo di Mathieu Van der Poel. Durante tutta la stagione del cross ha però brillato la stella di Thomas Pidcock. Il folletto britannico ha potuto sempre contare sul supporto tecnico di Challenge Tires, marchio leader nella realizzazione di coperture ciclo ad alta affidabilità.

Alta qualità

Nella realizzazione di ciascun prodotto Challenge Tires vengono utilizzate gomme naturali di altissima qualità, combinate con seta, cotone, poliestere e lattice. Il risultato sono pneumatici ad alte prestazioni, realizzati attraverso una tecnica di produzione manuale che ad oggi pochissime aziende possiedono.

Jakub Mareczko con ruota Ursus e tubolare Challenge
Jakub Mareczko mostra il tubolare Challenge Strada da 25 millimetri
Jakub Mareczko con ruota Ursus e tubolare Challenge
Jakub Mareczko mostra il tubolare Challenge Strada da 25 millimetri

Debutto su strada

Conclusa la stagione crossistica Challenge Tires ora guarda alla strada. Nel 2021 sarà infatti sponsor tecnico rispettivamente della Vini Zabù e della Caja Rural – Seguros RGA, una delle squadre storiche del ciclismo iberico con la quale Challenge Tires aveva già collaborato nel 2014.
Per quel che riguarda il team italiano, il debutto su strada della formazione guidata in ammiraglia da Luca Scinto è avvenuto la scorsa domenica in Belgio alla Kurne – Bruxelles – Kurne, gara vinta dall’ex campione del mondo Mads Pedersen. In questa gara la scelta tecnica dei meccanici del team è caduta sul tubolare Strada 25 millimetri, un prodotto efficace che unisce scorrevolezza, grip e resistenza alle forature.

Strade Bianche in vista

La fornitura tecnica per la Vini Zabù è completata dal tubolare Paris-Roubaix da 27 millimetri. Questo pneumatico verrà utilizzato per le Strade Bianche grazie alla sua capacità di proteggere dalle forature su terreni sconnessi come gli sterrati senesi. Entrambi i tubolari equipaggeranno nel corso della stagione la Corratec CCT EVO Disc, la nuova bici in uso al team.

Guerciotti Caja Rural 2021
La Guerciotti della Caja Rural – Seguros RGA con gomme Challenge
La Guerciotti della Caja Rural - Seguros RGA con gomme Challenge
La Guerciotti della Caja Rural – Seguros RGA con gomme Challenge

Radici italiane

Il management di Challenge Tires ha voluto esprimere tutta la sua soddisfazione per la partnership con la Vini Zabù: «Siamo molto contenti di poter supportare il Team Vini Zabù durante la stagione 2021. Speriamo possa essere l’inizio di una collaborazione duratura. Per un brand come il nostro, che fonda le proprie radici in Italia, è un piacere essere associati a un team italiano dalla comprovata serietà che ha fatto crescere numerosi talenti tra le proprie schiere di atleti, e bandiera fissa del movimento ciclistico italiano. Challenge Tires fornirà il team con le migliori coperture. Un mix tra la tradizione dei prodotti fatti a mano e l’innovazione delle più aggiornate tecnologie, per una performance garantita in ogni situazione».

challengetires.com