Fidanza, un altro scratch e il sogno olimpico

Giada Gambino
01.06.2021
4 min
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Martina Fidanza è a Livigno con le sue compagne di nazionale, circondate dal bel panorama si allenano tra palestra e bici. La notizia dell’annullamento degli europei, dove lei avrebbe puntato allo scratch, le ha un po’ turbate. 

Gli europei saranno recuperati? Intanto si lavora sodo…
Gli europei saranno recuperati? Intanto si lavora sodo…
Come è iniziato questo ritiro ?

I primissimi giorni non abbiamo fatto molto, solo un po’ di palestra; poi sono arrivate le prime tre ore di bici da fare in tranquillità, tra virgolette, che da una parte sono passate velocemente e sono state piacevoli, dall’altra però con tutto quel dislivello… Non vedevo l’ora che finissimo (ride, ndr). Questo ritiro è più tranquillo rispetto agli altri, perché abbiamo lavorato tanto nei mesi scorsi. Lo sto concependo come un recupero attivo… più o meno. 

Come vivi l’avvicinamento ad una possibile Olimpiade? 

Cerco di avvicinarmi all’appuntamento al massimo delle mie potenzialità. Sicuramente fare le cose al meglio significa non saltare gli allenamenti e seguirli nel dettaglio. Allenarmi con le altre mi serve per crescere e perfezionarmi nelle piccole cose. Pian piano cerco di dimostrare quanto valgo, so che siamo tutte ragazze che meritano di andare a Tokyo, ma sarà la scelta del momento che deciderà chi dovrà andare. Sono entrata in quello stato di tranquillità per cui faccio ciò che meglio so fare, al massimo… Nel caso in cui dovesse arrivare la convocazione, sarò felicissima e cercherò di dare il meglio di me per la nazionale. Se non dovesse andare bene, mi allenerò ancora meglio e ancor di più per concretizzare questo sogno. 

Balsamo-Fidanza, coppia d’oro della pista azzurra durante il ritiro di febbraio in Sicilia
Balsamo-Fidanza, coppia d’oro della pista azzurra durante il ritiro di febbraio in Sicilia
Ci sono tensioni tra voi? 

A livello personale non lo percepisco così tanto, poi io… mi lascio scivolare le questioni di sopra e placo gli animi quando c’è bisogno, ma non abbiamo mai vere e proprie discussioni. Alcune ragazze si sono già meritate un posto per le Olimpiadi, altre lo devono ancora confermare. Se non dovessi andare mi dispiacerebbe davvero tanto, ma non punterei il dito su nessuna, ce lo meritiamo davvero tutte

L’annullamento degli europei… 

I piani non cambiano! La selezione per Tokyo si potrà fare anche in pista facendo delle prove a tempo tra di noi

Trofeo Born to Win 2021, a Civitanova Martina batte Paternoster
Trofeo Born to Win 2021, a Civitanova Martina batte Paternoster
Agli europei, dove vorresti vincere? 

Mi piacerebbe riprovare lo scratch e fare la mia migliore prestazione. Per il resto, sono pronta a tutto!

Una specialità che ti piacerebbe veder vincere alle tue compagne?

Mi piacerebbe che nel quartetto riuscissero a fare una bella prestazione e sarebbe la prova del bel gruppo che si è creato e dell’affinità, indipendentemente dal risultato. Poi penso a Maria Giulia Confalonieri con la corsa a punti, se lo merita davvero tanto. 

Martina Fidanza, scratch, europei Plovdiv 2020
Martina Fidanza, oro nello scratch agli europei Plovdiv 2020
Martina Fidanza, scratch, europei Plovdiv 2020
Martina Fidanza, oro nello scratch agli europei Plovdiv 2020
Rachele Barbieri ti ha recentemente battuta in volata…

Sono felice per la sua vittoria. Personalmente ho dato il massimo e non potevo fare di più. Vedere due ragazze che si allenano principalmente in pista, riuscire a fare bene anche su strada, è la conferma dell’ottimo lavoro che facciamo in nazionale, con la Polizia ( entrambe sono nel gruppo sportivo Fiamme Oro, ndr) e individualmente.

Il sogno olimpico…

Rimarrà tale, anche se si dovesse concretizzare (sorride, ndr ). Ho poca esperienza, ho corso poco nel quartetto e questo un po’ mi penalizza, ma non mi arrendo. 

Pistard poco resistenti su strada? Questione di priorità

14.04.2021
5 min
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Parlando con Marco Milesi, diesse della Biesse-Arvedi Group era emerso il discorso della fatica che fanno i suoi pistard quando gareggiano su strada, dei loro limiti in fatto di resistenza. Qualcosa che meritava di essere approfondito. Ne abbiamo così parlato con Diego Bragato, tecnico del Centro Studi della Federazione, in cui è il referente delle squadre nazionali, che lavora fianco a fianco con Marco Villa. Mentre lo contattiamo, tanto per fare un esempio, sta andando al raduno dei biker azzurri della downhill.

Diego Bragato a bordo pista (foto Instagram)
Diego Bragato a bordo pista (foto Instagram)
Diego, dicevamo della difficoltà dei pistard su strada, specie in termini di resistenza…

E’ un discorso molto ampio, ma etichettare un pistard come poco resistente mi lascia qualche dubbio. Penso a Ganna, a quel che ha fatto nel finale della Sanremo dopo 300 chilometri, o a Viviani che lo scorso anno in due mesi ha concluso Tour e Giro senza mai rischiare il tempo massimo. O ancora all’inglese Ethan Hayter, che ha chiuso la Coppi e Bartali nei primi dieci ed è un riferimento per la pista inglese. Piuttosto credo che gli atleti lavorino su delle priorità.

Però Milesi ha detto che dopo un’ora i suoi pistard perdevano resistenza.

Scartezzini e Lamon hanno un po’ più di esperienza, ma gli altri sono giovani e comunque tutti loro hanno dato priorità alla pista. Dovevano essere pronti per le gare di Coppa del mondo che ci sarebbero dovute essere (alcune sono saltate, ndr) tra aprile, maggio e giugno, pertanto hanno lavorato molto su qualità come forza massima, esplosività e hanno tralasciato i lavori sulle salite lunghe. Mentre per Ganna e Viviani le loro priorità per la pista sono previste per agosto. In più vanno dette altre due cose.

Quali?

Che loro due hanno un altro motore. Un motore che viene da anni di esperienza e da volumi di lavori nel WorldTour che si accumulano. Anche Milan è nella loro situazione, ma lui ha iniziato adesso.

Parlando di priorità in effetti i “pistard prestati alla strada” fanno anche cinque sedute settimanali in pista…

Diciamo che quelle sono sessioni particolari. La settimana di routine prevede una seduta in pista, per il resto si allenano su strada facendo tanto volume. Gli manca un certo numero di gare, ma quello dipende anche dalla situazione legata al Covid. Per questo a febbraio siamo andati ad allenarci a Tenerife cercando proprio di fare volume.

Scartezzini ha corso alla Coppi e Bartali. Anche Bertazzo, ma con il suo team (Vini Zabù)
Scartezzini ha corso alla Coppi e Bartali
Puoi farci un esempio della loro settimana standard?

Il lunedì fanno palestra e un’uscita in bici molto easy. Il martedì si lavora sulla forza: partenze, forza esplosiva, forza massima… Il mercoledì si ripete il tutto ma su pista: con altre intensità e con la specificità del gesto usando la bici da strada e rapporti più lunghi. Il giovedì fanno il lungo, dalle 4 alle 5 ore in base al periodo: sono previste delle salite e dei cambi di ritmo. Il venerdì è dedicato alla velocizzazione, quindi volate, alte cadenze… Il sabato si scarica se magari si corre la domenica o comunque si fa recupero. La domenica, o si corre o si fa una distanza, ma con all’interno dei lavori molto intensi.

Tu li sentivi durante la Coppi e Bartali, cosa ti dicevano la sera a fine tappa?

Sapevano che avrebbero fatto molta fatica, però noi gli avevamo chiesto di metterla in preventivo, di stringere i denti, perché sarebbe stata importantissima. In allenamento quegli sforzi non li replichi.

Ed è stata redditizia questa gara?

Sì – risponde con decisione Bragato – siamo stati soddisfatti. L’obiettivo è stato raggiunto e appena sono tornati in pista si è visto subito che avremmo potuto incrementare, come abbiamo fatto, i carichi di lavoro. Una volta assimilata la corsa a tappe la qualità del lavoro che puoi fare aumenta, si recupera meglio.

E lo avete visto dai test del lattato o da altro?

No, nessun test. Lo abbiamo visto dal ripetersi dei tempi col passare delle ripetute e poi anche dalle sensazioni che avevano i ragazzi. 

Il lavoro in palestra non manca mai per i nostri azzurri
Il lavoro in palestra non manca mai per i nostri azzurri
Comunque allenarsi tanto e correre poco non è facile. La gara è un momento di stimolo, di scarica di adrenalina, di verifica con sé stessi e con gli altri. Essere atleta e non gareggiare può essere frustrante…

Esatto, soprattutto con il livello molto alto che si è raggiunto. Oggi non puoi improvvisare niente e non ti puoi nascondere e si vede dai lavori che hai fatto (o non hai fatto). Fanno fatica i grandi campioni se non sono pronti…

E per il post Tokyo? Hai già pensato ad una loro “riconversione” da stradisti? Per riconversione intendiamo una loro maggiore attenzione alla strada…

Sono scelte personali ma ad ottobre ci saranno i mondiali su pista e poi ripartono le qualificazioni per Parigi 2024. Inoltre alcuni di questi ragazzi sono inseriti nei corpi militari proprio perché corrono in pista. Certo, avranno bisogno di fare delle corse a tappe, perché sono quelle che ti danno una certa continuità fisica e mentale per lo sforzo da riprodurre poi in pista, ma non credo ci saranno delle riconversioni.

Prima di concludere, Bragato vuol sottolineare l’impegno e la dedizione che ci mettono i nostri pistard tra le tante difficoltà che comporta la pista italiana.

«Un plauso sia per coloro che corrono nel WorldTour, che sono competitivi su entrambi i fronti pur con molti impegni, che per gli altri del gruppo. Da noi non è come in Danimarca in cui ci sono i professionisti su pista, per i quali l’attività su strada non è la priorità. Da noi c’è questo mix complesso. E tutto ciò ci dice quanto siano professionali i nostri ragazzi».

Pistard a Tokyo. Villa: «Dopo il Giro tutti a rapporto»

10.04.2021
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Siamo in piena stagione su strada. Si corre nel Nord Europa, sulle sponde del Mar Egeo, in Spagna e persino in Kuwait, ma nonostante ciò non si può dimenticare la pista, che tanto ci sta dando in questi ultimi anni e che tanto, si spera, possa dare alle Olimpiadi di Tokyo tra pochi mesi.

E proprio in questa “bagarre” di gare cerchiamo di fare il punto della situazione con il padrone di casa del parquet, Marco Villa, il cittì azzurro.

Ganna in ritiro sul Teide (foto Instagram)
Ganna in ritiro sul Teide (foto Instagram)

Stradisti a rapporto

Tenerli sott’occhio è come seguire una gallina in un pollaio! C’è chi sta in altura, chi è a riposo, chi corre da una parte, chi doveva correre (ma non corre) dall’altra: Villa ha il suo bel da fare.

«Ganna è in altura sul Teide e ci resterà ancora per diversi giorni. Ha svolto un bel blocco di corse e quando tornerà verrà in pista, il 19-20 aprile a Montichiari. Viviani invece in questi giorni sta riposando un po’. Ha finito con il Belgio e sarà in pista la prossima settimana. Soprattutto pensando ad Elia, c’è una gara a Gand (16-18 aprile, ndr) e mi piacerebbe molto andarci, ci starebbe molto bene. Sia perché ha fatto delle belle distanze su strada e sia perché è un po’ che non gareggia in pista e se punti a Tokyo andarci è ideale. Ci sarà un Omnium e una Madison. Adesso parlerò con il team per avere la disponibilità. 

«Tornando agli altri, Consonni è venuto a Montichiari questi giorni. Lui farà un po’ il contrario rispetto ai suoi colleghi. Correrà dopo la pista, alla Valenciana, in quanto è stato fermo un mese per un problema al ginocchio e quindi aveva perso delle gare su strada che deve assolutamente recuperare. Poi c’è Milan. Anche lui ha finito col Nord e anche lui sarà in pista dal 15 aprile».

Francesco Lamon su strada non ha praticamente corso quest’anno (foto Instagram)
Francesco Lamon su strada non ha praticamente corso quest’anno (foto Instagram)

E i pistard

Ci sono poi i fedelissimi di Villa, i pistard puri o quasi, vale a dire Bertazzo, Plebani, Lamon e Scartezzini.

«Eh, per questi ragazzi è un po’ più complicata la situazione perché devono allenarsi a casa, di corse per i loro team ce ne sono poche. E quando queste non ci sono viene in soccorso la nazionale come è successo alla Coppi e Bartali o come con i ritiri che abbiamo fatto in Sicilia e alle Canarie. Pretendo una certa attività su strada, ma mi rendo conto che non è facile. C’è Diego Bragato che li segue dal punto di vista della preparazione: è lui che monitora i loro allenamenti».

Certo non è facile coordinarli tutti. Chi parte, chi arriva, chi va in pista, chi su strada, chi è a casa.

«Adesso è così – dice Villa – lo sappiamo. Dopo il Giro ci sarà più uniformità perché li avrò tutti per me: si lavorerà su Tokyo. Bisogna essere flessibili e pronti a cambiare i programmi che avevi fatto. Guardiamo Consonni, chi poteva dire che sarebbe stato fermo un mese? Serve flessibilità, cosa che mi aspetto anche dai team. Anche Bertazzo, adesso fermo, non può gareggiare (la Vini Zabù si è autosospesa dopo il caso De Bonis, ndr)».

Per gli azzurri body Castelli e caschi Kask personalizzati (in foto, Milan)
Per gli azzurri body Castelli e caschi Kask personalizzati (in foto, Milan)

I test dei materiali

In tutto ciò il cittì non può prescindere dalla cura dei materiali, determinanti a Tokyo. Oltre a gare ed allenamenti Villa deve pensare ai test.

«I ragazzi del quartetto, Milan, Bertazzo, Lamon, Scartezzini e Viviani, verranno in galleria del vento perché dobbiamo provare ancora alcune cose sui materiali. Ganna no, perché lui li già ha fatti un paio di settimane fa. Pippo è a posto.

«Dobbiamo provare dei body e infatti andremo con Castelli e adesso c’è da limare gli ultimi dettagli. La stessa con i caschi. Kask ci ha messo a disposizione tre modelli: uno “senza” coda, uno con una coda intermedia e uno con una coda più pronunciata. Dobbiamo vedere qual è il più redditizio su ogni singolo elemento. Perché abbiamo visto, per esempio, che alcuni body erano più prestazionali su qualcuno e meno su altri. Ognuno dovrà trovare quello a lui più congeniale».

Simone Consonni, Elia Viviani
Elia Viviani (a sinistra) e Consonni (a destra) nella madison, prova prevista anche a Gand
Simone Consonni, Elia Viviani
Elia Viviani (a sinistra) e Consonni (a destra) nella madison, prova prevista anche a Gand

Gli appuntamenti

A Maggio poi ci sono le ultime due gare di Coppa del mondo prima dei giochi. Una a metà mese ad Hong Kong, e un’altra a cavallo tra maggio e giugno, a Cali in Colombia.

«Ad Hong Kong non credo che andremo. Ho visto i protocolli anticovid e sono invivibili. Dobbiamo fare il tampone prima di partire, quando arriviamo in aeroporto e nella saletta dobbiamo attendere 8 ore che ci diano il risultato. Poi in hotel non possiamo neanche cambiare la camera: colazione, pranzo e cena ce li portano. Possiamo uscire solo per recarci al velodromo. In pratica non potremmo fare neanche i massaggi. E tutto questo se non ci sono positivi. Altrimenti si va in un Covid hotel e ci si resta fino a che non si è negativi. Lì di certo non si osserva la dieta mediterranea. Io credo che molte Nazionali non andranno. Spero che Cali sia meglio sotto questo punto di vista.

«E poi a fine giugno ci sono gli europei. Sono una vera prova generale per i Giochi visto che mancherà un solo mese. Dopodiché faremo una breve corsa a tappe, la nuova Settimana Internazionale Italiana sette giorni prima di partire per Tokyo.

«Dopo il Giro, conto di averli tutti a disposizione. Il lavoro è molto. Andremo subito in altura a Livigno dopo la corsa rosa, un’altura che servirà anche per recuperare. Quindi lavoreremo a Montichiari, ma continuando l’altura. Faremo avanti e dietro col velodromo dal Passo Maniva restando così sempre sul filo dei 1.800 metri di quota».