Solo cadendo si può risorgere. L’esempio di Bertagnoli

13.07.2024
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A tenere alto l’onore della bmx italiana a Parigi 2024 sarà Pietro Bertagnoli, veronese di 24 anni, erede di quei De Vecchi e Fantoni che hanno già calcato le scene olimpiche e nel suo animo c’è il sogno neanche troppo segreto di lasciare il segno, almeno come fece De Vecchi capace di approdare alle semifinali a Londra 2012 mancando di poco l’ingresso fra i magnifici 8.

La sua scelta è stata molto difficile, perché in un movimento che è andato svecchiandosi e progredendo in questo quadriennio accorciato, sono stati tanti a mettersi in mostra, dall’iridato giovanile Radaelli all’altro giovane promettente Sciortino fino al mai domo Fantoni. Bertagnoli, come raccontato dal cittì Lupi, ha anche dovuto far fronte a brutti incidenti come quello dello scorso anno ai tricolori, ma ha saputo sempre risollevarsi e questa convocazione può da un lato avere il sapore di un premio, dall’altro però è anche la dimostrazione che bisogna crederci sempre.

Pietro Bertagnoli è nato il 22 agosto 1999. Con Fantoni e Sciortino ha vinto l’argento europeo a squadre nel 2024
Pietro Bertagnoli è nato il 22 agosto 1999. Con Fantoni e Sciortino ha vinto l’argento europeo a squadre nel 2024

«La Bmx è mia compagna da sempre – racconta il veneto tesserato per la società francese Saint Brieuc Bmxho iniziato a 5 anni dopo che mio padre mi aveva portato all’impianto di Montoro, uno dei principali del Triveneto e non solo. Fino a 10 anni però mi sono diviso con il calcio, anche perché mio padre è allenatore, ma poi erano un po’ troppi impegni, capitava anche che avevo allenamenti da una parte e dall’altra così ho dovuto scegliere e ho optato per le due ruote».

Hai mai avuto la voglia di passare a un’altra specialità?

Se parliamo di ciclismo no. Un po’ mi solleticava l’idea di dedicarmi al motocross, ma a parte i costi non ho trovato molta disponibilità in casa…

Fondamentale nella scelta di Bertagnoli per Parigi è stato il 5° posto agli europei
Fondamentale nella scelta di Bertagnoli per Parigi è stato il 5° posto agli europei
D’altronde anche la tua carriera nella bmx è andata avanti con molti infortuni…

Dal 2013 posso dire che non ci sia stata una stagione senza qualche intoppo. Qualcuno è stato anche importante, pesante da recuperare. Io però sono sempre rimasto sul pezzo, troppa era la mia passione per la bmx, ma certamente questi infortuni hanno rallentato la mia crescita e mi chiedo spesso senza di loro dove sarei potuto arrivare in questo frattempo.

Nella tua scelta pensi abbia pesato il fatto che sei già Elite e hai potuto affrontare i big della specialità?

Io credo che sia importante e che soprattutto sia stato fondamentale in questi anni aver introdotto la categoria Under 23. E’ vero che la bmx è uno sport giovane, dove gli juniores spesso gareggiavano e vincevano anche contro i più grandi, ma io resto dell’opinione che la crescita debba sempre avvenire per gradi e la categoria U23 aiuta in tal senso. Io poi ci ho militato un anno vincendo un paio di gare della Coppa del mondo in Turchia, poi sono passato, ma quell’esperienza è stata utile. Il salto diretto possono farlo solo quei 2-3 fuoriclasse, esattamente come succede nel ciclismo su strada.

Il veronese ha iniziato prestissimo, senza mai abbandonare la bmx, spostandosi anche in Francia per la sua attività
Il veronese ha iniziato prestissimo, senza mai abbandonare la bmx, spostandosi anche in Francia per la sua attività
Come sei arrivato alla selezione?

Lo scorso anno, dopo l’infortunio ai campionati italiani sono rimasto fermo da luglio a novembre, poi c’era da prepararsi in fretta perché con la stagione olimpica tutto era anticipato e già a gennaio in Nuova Zelanda c’erano prove di Coppa del mondo. La condizione è andata man mano crescendo fino al 5° posto assoluto agli europei di Verona. Poi è arrivata la notizia del ripescaggio e quindi della convocazione per Parigi.

Il torneo olimpico sarà però ben diverso da quello delle normali prove titolate…

Sì, sarà articolato in due giorni. Nella prima si svolgerà il primo turno qualificativo che promuoverà i migliori 12 atleti, poi si svolgerà il repechage che ne qualificherà altri quattro. Il giorno dopo si tornerà al tabellone normale con le due semifinali e la finale, il tutto in notturna e questo è un altro fattore da non sottovalutare.

Il veneto corre per il team francese Saint Brieuc Bmx con il campione europeo Pirard
Il veneto corre per il team francese Saint Brieuc Bmx con il campione europeo Pirard
C’è però un’altra, importante differenza, nel senso che sia i quarti di finale che le semifinali si svolgeranno su 3 manche, con classifica in base ai punteggi ottenuti. Questo quanto incide?

Può sembrare strano ma poco, perché nella bmx non puoi stare lì a fare calcoli, devi solo spingere a tutta e cercare di arrivare sempre davanti. Sono due giri secchi per ogni gara, devi puntare a imboccare le curve e i salti per primo e emergere a ogni giro. La classifica è una conseguenza, se sbagli una manche è difficile riuscire a recuperare anche un quarto posto…

Che cosa ti aspetti?

Io non mi pongo particolari obiettivi, spero solo di andare lì e fare il meglio, dimostrare quel che so fare. Se tutto andrà bene e ci sarà anche l’aiuto della fortuna, potrò andare lontano. Poi in una finale può succedere di tutto come le edizioni precedenti hanno dimostrato. Certo contro lo squadrone francese sarà dura per tutti, hanno 3 atleti e sono tutti candidati alla medaglia d’oro.

Anche la bmx azzurra ai Giochi. Per Lupi non è un caso

11.07.2024
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Manca ancora qualche giorno all’inizio dei Giochi Olimpici di Parigi 2024, ma già qualche record la delegazione italiana lo ha fatto segnare, come quello delle 403 qualificazioni, totale raggiunto a dispetto di soli 4 sport di squadra presenti, oppure per il fatto che tutte le federazioni di sport individuali hanno piazzato propri atleti. Il ciclismo ha trovato un ingresso in extremis anche nella Bmx racing, con una riallocazione, ma su questo punto il cittì Tommaso Lupi ci tiene a chiarire.

Il fatto è che l’Italia ha potuto usufruire della mancata risposta alla quota riservata all’universality place, ossia la nazione presente su invito, per dare impulso alla disciplina in quel dato Paese. Si è così scesi di un posto nel ranking e l’Italia, che era la prima Nazione esclusa, è potuta rientrare.

Il torneo olimpico di Bmx sarà articolato su due giorni, l’1 e il 2 agosto
Il torneo olimpico di Bmx sarà articolato su due giorni, l’1 e il 2 agosto

Qualificazione meritata

Lupi, come detto, ci tiene a sottolineare però che la qualificazione è stata più che meritata: «Siamo rimasti a lottare con la Germania per l’ultimo posto utile – spiega – fino all’ultimo giorno. Da una parte avevamo anche il vantaggio di correre gli europei in casa a Verona, dall’altro però abbiamo avuto anche una serie di infortuni che ci hanno osteggiato per tutto il cammino di qualificazione.

«Io ho spronato i ragazzi perché so che lo sport è imprevedibile, anche se alla Coppa del mondo di Tulsa abbiamo perso terreno dai tedeschi potevamo ancora farcela, ma anche quando il cammino si è concluso sono rimasto ottimista perché studiando il regolamento avevo capito che nessun Paese rispondeva ai canoni per la wild card, quindi potevamo rientrare e così è stato».

L’Italia torna così nel consesso olimpico dopo l’esperienza di Fantoni tre anni fa a Tokyo. Rispetto ad allora che cosa è successo?

E’ successo che siamo cresciuti, avendo puntato con forza sui giovani pur tenendo dentro l’esperienza preziosa di Giacomo e di altri. Abbiamo lavorato sulla programmazione stagionale trovando più o meno collaborazione in base anche ai caratteri dei singoli. Avremmo anche potuto fare di più, un po’ di fortuna ci è mancata, ma la crescita è stata evidente e continua per piccoli step con un occhio puntato verso Los Angeles 2028.

Sciortino e Bertagnoli, rimasti in ballottaggio fino all’ultimo per un posto a Parigi 2024
Martii Sciortino sarà la riserva di Bertagnoli per la trasferta olimpica
Sarà quella la prima Olimpiade dove andare non solo per essere presenti ma anche con ambizioni?

Io ambizioni le nutro anche per Parigi, perché la Bmx è uno sport strano, non puoi mai sapere prima come finirà. Bisogna andare in gara per far bene, con la “cazzimma” giusta e sono sicuro che Pietro Bertagnoli, proprio per i suoi trascorsi ce l’ha.

Perché è stato scelto lui?

Premetto che la scelta di chi portare a Parigi è stata la più difficile di tutta la mia carriera di tecnico. Pietro a 24 anni ha subìto tanti infortuni, ma ha sempre trovato la forza di rialzarsi e questa sua energia innanzitutto psicologica e mentale è stata coinvolgente. Agli italiani dello scorso anno aveva avuto un grave incidente, ma è stato anche molto veloce nella ripresa e agli europei di quest’anno con il suo 5° posto assoluto ha dato un contributo importante alla classifica. Inoltre a questa qualificazione ci credeva, ha addirittura preso parte alla gara in Australia pagandosi il viaggio. So che può fare bene.

Toccherà a Pietro Bertagnoli tenere alto il vessillo azzurro nel torneo olimpico
Toccherà a Pietro Bertagnoli tenere alto il vessillo azzurro nel torneo olimpico
In questi tre anni però sono arrivati anche squilli mai ottenuti prima, come il titolo mondiale junior di Radaelli e il podio di Frizzarin. Perché non si è pensato a loro?

Per questo dico che la decisione è stata difficilissima… Radaelli è ancora under 23 e Frizzarin è parimenti giovanissimo, vincere nelle categorie è importante, ma quando sali fra gli elite è un ulteriore step da scalare. Diversi meritavano la chance, ma io potevo sceglierne uno: è la legge oscura dei Giochi. Pietro mi ha dato risposte nel corso degli anni attraverso costanza di risultati a dispetto delle difficoltà.

Un dato del quale spesso si parla a proposito della bmx è la sua propedeuticità: negli altri Paesi è ritenuta la base assoluta dell’attività su due ruote, qui si comincia a fare breccia nella cultura ciclistica e a vederla in tal senso?

Questo è un tasto importante. La bmx è davvero la base tecnica dalla quale tutto può scaturire e la Francia lo dimostra. Noi pian piano ci stiamo arrivando attraverso molti passaggi, come la collaborazione stretta con il settore della velocità su pista, ma anche come l’attenzione che i media ci riservano e devo dire come www.bici.PRO sia stato il primo a darci spazio. C’è certamente molto da fare, servono più impianti, serve un’attività più capillare, la consapevolezza di avere alle spalle una federazione che sta investendo fortemente sul settore mi fa essere ottimista.

Niek Kimmann, l’oro di Tokyo 2020 messo fuori gioco da un grave infortunio
Niek Kimmann, l’oro di Tokyo 2020 messo fuori gioco da un grave infortunio
A Parigi tutti dicono che la Francia dominerà la scena, non solo per il fatto di correre in casa. La pensi anche tu così?

Detto che le gare di bmx sono sempre imprevedibili, appare davvero difficile che la Francia fallisca ancora. Tre anni fa a Tokyo misero tre atleti in finale, eppure non portarono a casa neanche una medaglia, mi pare arduo che la cosa si ripeta. Hanno un serbatoio di campioni inesauribile e oltretutto il principale avversario, l’olandese Niek Kimmann che era campione uscente e aveva vinto a Tulsa si è infortunato e non ci sarà. Dovranno sapersi gestire, ma credo proprio che li vedremo davanti a tutti.

Bmx, la culla del ciclismo: vediamo le carte del cittì Lupi

12.11.2021
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Nei primi giorni di questa settimana, la Bmx si è sentita per la prima volta parte del ciclismo italiano. Niente di cui stupirsi, dato che il meeting di Milano in cui la Federazione ha riunito i tecnici federali è stato il primo in cui siano state davvero coinvolte tutte le componenti. Per questo Tommaso Lupi, che della specialità è il commissario tecnico, mostra evidente soddisfazione.

«Avevamo avuto occasioni di scambio con le altre discipline del fuoristrada – dice – mai tutti insieme. L’ho trovato molto produttivo. Ho parlato con Roberto Amadio che secondo me ha dato un plus concreto e mi ha fatto un’ottima impressione, perché è un uomo di poche parole e tanti fatti».

Momento del meting dei tecnici federali a Milano a inizio settimana (foto Fci)
Momento del meting dei tecnici federali a Milano a inizio settimana (foto Fci)

Prima volta in velodromo

Il primo contatto con Lupi lo avemmo a febbraio, quando ci fermammo a Montichiari incuriositi dalla presenza dei chiassosi atleti della Bmx nel tempio silenzioso del ciclismo. Si sperava ancora nella qualifica di Fantoni per le Olimpiadi di Tokyo e si trattava di un mondo davvero da scoprire. Poi “Jack” alle Olimpiadi c’è andato e nei mesi successivi Radaelli ha vinto i mondiali juniores a Papendal (con Lupi nella foto di apertura), mentre nel round turco di Coppa del mondo sono arrivati due vittorie e un podio.

La stagione si è chiusa il 31 ottobre, agli atleti sono stati lasciati dieci giorni di stacco e poi sarà tempo di ripartire. Nel frattempo, approfittando della sosta, chiediamo a Lupi di tracciare un bilancio e guardare in avanti.

Ci si poteva aspettare che sarebbero venuti questi risultati?

Con gli under 23 si poteva immaginare. Per la categoria è stato un debutto non ufficiale, dovrebbe diventarlo il prossimo anno. Sapevamo di avere un’ottima squadra juniores e i risultati lo hanno confermato. I ragazzi stanno crescendo bene anche a livello fisico. Atleti che con la bici ci hanno sempre… giocato, disponendo di un pacchetto tecnico notevole. Adesso hanno aggiunto anche i cavalli. Adesso nelle competizioni internazionali, la squadra italiana è una delle più osservate.

Dieci giorni di stacco e poi?

E poi, con i calendari ancora approssimativi in attesa che Uci e Uec li ufficializzino, a fine novembre faremo tre giorni di test fisici con il pool tecnico di Diego Bragato e Marco Compri.

Giacomo Fantoni ha infine ottenuto la qualifica per Tokyo nel suo ultimo anno di attività
Giacomo Fantoni ha infine ottenuto la qualifica per Tokyo nel suo ultimo anno di attività
Ci eravamo incontrati in pista, ma la pista adesso è chiusa…

E a me dispiace molto, perché mi sarebbe piaciuto inserire un allenamento in pista una volta alla settimana con il supporto di Marco Villa. Però abbiamo parlato per vedere se si può infilare qualcuno dei nostri in eventuali raduni dei pistard, ma prima di progettarlo abbiamo bisogno di organizzare il settore. I tre allenamenti di febbraio diedero ottimi risultati.

Del resto anche un fenomeno della velocità come Harrie Lavreysen viene dalla Bmx e lo rivendica con orgoglio…

Infatti anche i miei ragazzi hanno il sentore di sviluppi interessanti, che noi come tecnici dobbiamo supportare. Conoscono bene il percorso tecnico di Lavreysen, quello che in Italia ha limitato questo tipo di scambio è il fatto che non ci sia da tempo un team della velocità. Non è un’accusa, è un fatto. Non sapendo con chi interfacciarti, non potevi iniziare nessuna collaborazione.

Secondo te ci sarebbe qualcuno dei tuoi interessato alla pista?

Decisamente sì. Stavamo addirittura per concretizzare la prova di due ragazzi per gli europei ad agosto, ma poi non se ne è fatto nulla. Sinceramente come tecnico e con la massima obiettività, anche se potrei sembrare di parte, dico che la Bmx è un’ottima fonte di approvvigionamento di atleti completi sotto tutti i punti di vista, tecnico e atletico.

Quindi, prossimo step i test fisici e poi?

Test fisici dal 26 al 28 novembre coinvolgendo anche gli junior. Poi faremo dei training camp in Italia o all’estero, magari su piste che ospiteranno la Coppa del mondo. E poi vorrei finalmente aprire il settore femminile, sul quale siamo tanto in ritardo. Vorrei creare un gruppo di lavoro indipendentemente dal livello tecnico delle ragazze. E’ un’urgenza e per costruire un movimento dovremo partire da una base larga.