OUDENAARDE (Belgio) – Il sorriso è quello di sempre, le unghie stavolta sono rosa e la gamba appare sempre più tirata. Chiara Consonni prosegue questa sua seconda stagione alla UAE Adq. Sin qui le cose sono andate abbastanza bene, anche se è mancata la vittoria.
Il Giro delle Fiandre l’ha vista nel pieno della gara, fino a quando poi nel finale la corsa non è scoppiata del tutto. Ma Consonni ce lo aveva detto, lo sapeva: «Il Fiandre forse è un po’ duro per me, ma conto di fare bene lo stesso». E comunque non è affatto naufragata.
Più gamba e più chilometri
«Io sto bene – dice Chiara – penso di aver recuperato bene dalla caduta (era finita a terra nella Omloop van het Hageland, ndr). Sono contenta dei risultati raccolti sin qui, anche se non sempre sono stati quel che speravo, ma in queste ultime tre gare, tra l’altro quelle che più mi piacciono, De Panne, Gand e Dwars door Vlaanderen ho sentito un’altra gamba». Chiaramente Fiandre escluso.
Le corse femminili, specie queste classiche importanti, si stanno allungando. E non poco. Si parla di un 10-15 per cento di chilometri in più. Per una sprinter, e pistard, tra l’altro giovane come Chiara non è semplice adeguarsi. Questo poteva essere un limite e lei lo sapeva. Con il nuovo preparatore, Luca Zenti, ci sta lavorando.
«All’inizio soffrivo di più le distanze maggiori, ma alla Gand, per esempio, che era di 170 chilometri, nel finale ero lì. Il lavoro in allenamento si è fatto sentire.
«E conta anche l’alimentazione in tal senso. Due anni fa ricordo che alla Roubaix, nell’ultimo settore ero vuota e lo stesso in altre volate dopo distanze lunghe. Adesso invece mangiamo meglio, mangiamo di più. Gel, barrette e borracce con le malto aiutano molto.
«Ed è sempre tutto proporzionato. A De Panne che era lunga quasi come la Gand, ma meno dura, abbiamo mangiato meno. Tuttavia nel finale quando ho fatto la volata non ero vuota, anzi… In allenamento si lavora anche sull’aspetto alimentare, anche quella è un’abitudine quando devi fare dalle 4 ore in su in gara».
Da limare
Circa un mese e mezzo fa, Consonni ci aveva detto che alcuni dettagli del suo “treno”, o comunque del preparare le volate con la squadra dovevano essere messe a punto. Ci aveva visto lungo. La sensazione è che Chiara sia pronta, le sue compagne un filo meno.
«In effetti c’è tanto da migliorare – dice Consonni – però come già vi avevo detto l’altra volta si tratta di esperienza. Esperienza da fare e rifare in gara. Le altre sono insieme da più tempo. A De Panne per esempio non abbiamo fatto male. Forse eravamo un po’ indietro, ma ci siamo mosse bene. Si tratta di correre insieme sempre di più».
Quel finale a Gand
L’esempio forse più lampante è stato il finale della Gand-Wevelegem. Dopo l’ultimo muro la Sd Worx di Lotte Kopecky e la Lidl-Trek di Elisa Longo Borghini hanno immediatamente serrato i ranghi rispettivamente per Lorena Wiebes e Elisa Balsamo. La UAE Adq invece ci ha messo un po’ di più.
Però è anche vero che per quel giorno Chiara e compagne avevano più di una scusante.
«Vero – spiega Consonni – quel giorno qualche incomprensione c’è stata, ma io ho avuto un problema con la radiolina. In pratica ho fatto gli ultimi 60 chilometri senza radio. E’ stato un incubo. Bruttissimo. Non capivo la situazione. Chi ci fosse davanti. Ed è stato complicato organizzarci.
«Dopo l’ultimo Kemmel ci siamo ritrovate tutte davanti, ma con quelle velocità non era facile organizzarci. Lidl-Trek e SD Worx erano unite, ma poi ci abbiamo provato anche noi. Solo che anche lì non vedevo più Silvia Persico».
Silvia aveva avuto un problema tecnico. Si era fermata. Davanti un’altra compagna era scattata poco prima. E così senza radio, Consonni stessa è stata costretta ad andare dietro all’ammiraglia. Il “Capo”, Davide Arzeni, le ha spiegato tutto e poi con urla concitate l’ha spronata.
«Capo è bravissimo ad incitarci e a tirarci su il morale. Ci ha detto di stare unite e così abbiamo fatto».