Fosdinovo, Pogacar stracciato da nove ragazzini

04.09.2021
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Lenny Martinez vince a Fivizzano, alle sue spalle Martin Svrcek, uno che da noi era considerato quasi imbattibile. Curiosamente i primi due posti di tappa sono anche quelli della classifica. Al terzo posto del Giro della Lunigiana un italiano, finalmente: Ludovico Crescioli, squadra di casa anche se è nato e vive ai piedi di San Baronto. Ma intanto nel gruppo si parla ancora di Fosdinovo.

Tappa combattuta oggi al Lunigiana. Gli italiani si sono rincorsi, forse alla ricerca di un posto in azzurro
Tappa combattuta oggi al Lunigiana. Gli italiani si sono rincorsi, forse alla ricerca di un posto in azzurro

Sono ore strane, se non altro per gli atleti italiani. Stamattina proprio Svrcek chiedeva al suo tecnico Bardelli quali saranno i suoi avversari azzurri agli europei e Bardelli non ha saputo dirlo. Perché i nomi non ci sono, verranno fuori. E allora ogni tappa diventa una rincorsa, mentre gli avversari stranieri – francesi, slovacchi e norvegesi su tutti – sanno da un pezzo chi correrà a Trento e per questo si stanno preparando. Forse per questo e per il fatto che tutti sono diventati nemici di tutti nel nome della maglia azzurra, la tappa più attesa e indicata per diventare la chiave della classifica, si è risolta con lo sprint di un gruppetto bello ricco: quasi 40 corridori, regolati da Lenny Martinez.

Crescioli e la scuola

Uno di quelli che rischia di sfinirsi nella rincorsa al piazzamento è appunto Crescioli, anche se alla fine l’ha imparata ed evita di fasciarsi la testa.

«E’ già una bella emozione essere qui al Lunigiana – dice il corridore del Team Casano – ricordando quando lo guardavo da più piccolo e sognavo di partecipare. Il primo che ricordo? Forse quello vinto da Evenepoel nel 2018, perché ci correva mio fratello. E’ la mia seconda corsa a tappe, l’obiettivo era fare classifica. Ora sono terzo, ma la speranza è l’ultima a morire, si prova ogni giorno».

Crescioli ad ora è terzo della classifica dietro Martinez e Svrcek
Crescioli ad ora è terzo della classifica dietro Martinez e Svrcek

Poi il discorso cade su uno dei temi più dibattuto delle ultime ore: la velocità pazzesca con cui ieri Martinez ha scalato Fosdinovo e Crescioli annuisce.

«E’ andato forte – dice – e mi ha dato 25 secondi (il suo tempo è stato dunque il terzo di sempre, ndr). Era quello che mi aspettavo, si va forte».

Ci sarebbe di che volare alto e magari prendere la strada del professionismo come Pinarello e Pellizzari, ma Crescioli mette le mani avanti.

«Io ho deciso di intraprendere un’altra strada – dice – il prossimo anno vado alla Mastromarco, che è vicino casa. L’obiettivo 2022 è finire la scuola da perito informatico robotico. Sennò si poteva anche tentare il salto, ma credo che nella vita sia importante avere un piano B».

Ecco la tabella con i tempi, i watt e la Vam dell’ascesa di Fosdinovo degli ultimi anni
Ecco la tabella con i tempi, i watt e la Vam dell’ascesa di Fosdinovo degli ultimi anni

Pogacar stracciato

Fosdinovo resta nei discorsi. Ieri Oioli ha vinto la tappa, ma quello che nel frattempo si scatenava alle sue spalle ha scritto la storia del Lunigiana. Lenny Martinez con il suo tempo di scalata di 14’58” a 23,400 di media e con una Vam di 1.667,7, sulla stessa scalata ha dato 49 secondi al Pogacar del 2016. Come si fa a immaginare che nel giro di così pochi anni gli standard degli juniores si stiano alzando così tanto?

«Si cerca tutti di capire – dice Paolo Alberati, che assieme a Maurizio Fondriest segue anche degli juniores – il mondo va avanti e a volte penso che forse ai nostri dovremmo chiedere di più, oppure avere la pazienza di farli crescere bene per raccogliere a lungo termine. Una volta davanti a certe prestazioni si sarebbe pensato male, ma vengono da Paesi diversi e squadre diverse, quindi ci sono altre motivazioni. Visto i francesi ai mondiali di mountanin bike? Hanno vinto tutto, quindi forse c’è chi lavora alla grande. E oggi su una salita di 6 chilometri, nove ragazzi hanno fatto meglio di Pogacar che dominò il Lunigiana del 2016. Gente che è salita con 6,4 watt/kg. Un professionista lo fa dopo 180 chilometri, loro lo fanno quando gli viene chiesto. Mosca, un ragazzino umbro che alleno, ha fatto Fosdinovo a 6,2 watt/kg ed è un ragazzo… normale, ma pur sempre un ottimo atleta».

Con la classifica in ballo, Piemonte e Veneto hanno provato ad attaccare i francesi, ma invano
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Marginal gains

Stiamo parlando di evoluzione della specie? Oggi Malori spiegava che nelle crono il progresso tecnologico ha scavato un solco, ma in salita?

«Il livello si è alzato enormemente – dice ancora Alberati – lo vedo anche nella mountain bike. C’è un insieme di marginal gains da indagare. Si parla di alimentazione, in primis. Basta zuccheri tanto per prenderli e largo alla pasta e ai carboidrati quando servono. Si parla di misuratore di potenza, che anche se non lo guardano i ragazzi, serve ai preparatori per dirgli come lavorare. E si parla di materiali. Qua non si parla a caso. Fra i primi di Fosdinovo, hanno tutti il misuratore di potenza, i watt indicati sono veri».

Domani il Lunigiana vivrà l’ultima tappa, i numeri sono sul tappeto e sono in crescita. Se tanto ha potuto fare Pogacar, che cosa ci aspetta per i prossimi anni?