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Petilli, Bonifazio e le Cube della Intermarché-Circus-Wanty

16.02.2023
6 min
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Andiamo alla scoperta delle bici Cube in dotazione ad uno team più vittoriosi di questo inizio 2023. Litening C68X Air e Litening C68X Aero sono le versioni usate dai corridori del Team Intermarché-Circus-Wanty.

Abbiamo chiesto qualche feedback a Simone Petilli, che milita nel team belga già da diverse stagioni, ma anche al nuovo ingresso Niccolò Bonifazio, che è entrato a far parte del roster proprio in questo 2023.

La versione Aero, con le sue forme importanti e voluminose (foto Cyclingmedia Agency)
La versione Aero, con le sue forme importanti e voluminose (foto Cyclingmedia Agency)

Evoluzione Cube, non solo biciclette

Ci sono anche le ruote NewMen, che il team ha iniziato ad usare nel 2021 e che sono state oggetto di diversi aggiornamenti, segno di un progetto che evolve in continuazione e nel suo complesso. Le nuove hanno i raggi in carbonio ed un cerchio con forma wide particolarmente spanciata, adatta ad interfacciarsi con i tubeless da 28. Le versioni delle biciclette sono due, quella più aero e l’ultima Cube con un valore alla bilancia molto ridotto, entrambe hanno il manubrio integrato che avevamo notato lo scorso anno al Giro.

La trasmissione è sempre Shimano Dura Ace con il cambio posteriore che presenta il bilanciere CeramicSpeed, ma da quest’anno c’è la guarnitura Rotor Aldhu Inspider con l’omonimo power meter. Ci sono le selle Prologo e gli pneumatici Continental.

Simone Petilli durante il ritiro in Spagna (foto Cyclingmedia Agency)
(foto Cyclingmedia Agency) (@cyclingmedia agency)

Petilli sceglie Air

«La prima bici, in fatto di scelta tecnica è la Cube C68X Air – spiega SImone Petilli – che è quella più leggera e preferita dagli scalatori o da chi comunque predilige dislivelli importanti. Molti di noi hanno iniziato ad usarla nel 2021. Io ho a disposizione anche la versione Aero, quella più aerodinamica, quasi esclusivamente per le tappe con un profilo piatto, o comunque nelle frazioni veloci. Ho una taglia 54».

Hai modo di scegliere ad inizio stagione, oppure la bici è assegnata dal team in base alle caratteristiche del corridore?

Si, possiamo scegliere ed è una grossa fortuna. In dotazione abbiamo tre biciclette e possono essere la stessa versione, o come nel mio caso un mix tra Air ed Aero. La mia prima bici e scelta è comunque focalizzata sulla Air, si addice di più alle mie caratteristiche.

Forcella spanciata (tanto) verso l’esterno (foto Cyclingmedia Agency)
Forcella spanciata (tanto) verso l’esterno (foto Cyclingmedia Agency)
Se dovessi sottolineare tre peculiarità del tuo mezzo?

Di sicuro il comfort complessivo, dove faccio rientrare anche una guidabilità davvero buona e una bici stabile ti fa risparmiare delle energie. Poi nell’ordine la leggerezza e la velocità, perché pur non essendo una bici aero vera e propria, mette in mostra delle doti di velocità non trascurabili.

Quale è il range di peso della bici pronta per le gare?

Inferiore ai 7 chilogrammi con i tubeless da 28. Usiamo qualche accorgimento nel caso di frazioni particolarmente dure, o per arrivi in salita con pendenze parecchio impegnative ed il peso arriva a 6,8 chilogrammi precisi.

Le prime con i raggi in carbonio, viste al Giro 2022
Le prime con i raggi in carbonio, viste al Giro 2022
E invece per quanto concerne le ruote NewMen, cosa ci puoi dire?

Il team ha iniziato ad usarle nel 2021 quando siamo passati da un prodotto eccellente e conosciuto, al pacchetto ruote NewMen che fa parte del portfolio Cube. Tutti i dubbi sono spariti fin dal primo utilizzo, dubbi che erano legati principalmente al fatto che non si conosceva questo componente. I corridori si sono trovati un pacchetto ruote ottimo, con una notevole rigidità a prescindere dall’altezza del cerchio e un peso contenuto. Il valore alla bilancia è sceso ulteriormente con le nuove che hanno i raggi in carbonio. Inoltre l’ultima versione ha anche il cerchio wide, spanciato e si adatta ai tubeless da 28, quelli che per noi sono ormai uno standard.

Da quest’anno guarnitura e power meter Rotor (foto Cyclingmedia Agency)
Da quest’anno guarnitura e power meter Rotor (foto Cyclingmedia Agency)
Rispetto all’anno passato avete cambiato il power meter?

Sì, da quest’anno abbiamo il Rotor Inspider con il perno passante da 30 millimetri di diametro. In fatto di rigidità, rispetto allo Shimano che avevamo in precedenza non trovo particolari differenze. Per quello che concerne la rilevazione, il Rotor sovrastima leggermente, anche se le variabili in gioco sono tante. Quello che è importante però, è il fatto che offre dei dati ripetibili ed è l’aspetto che per noi conta di più.

Bonifazio sulla Aero

«Da quando mi è stata consegnata la bicicletta – inizia Niccolò Bonifazio – ho percorso 4.000 chilometri, più o meno 200 ore di allenamenti tra dicembre e gennaio. Sono partito con forza e determinazione, perché la volontà era quella di ben figurare gia dalle prime corse. Di sicuro il feeling immediato che ho avuto con la Cube è qualcosa che mi ha lasciato impressionato ed è stato anche un notevole supporto nel fare così tanti chilometri in questi mesi di preparazione. Ho la versione Litening Aero nella taglia small, che corrisponde ad una 52».

Niccolò Bonifazio con la maglia Intermarché (foto Cyclingmedia Agency)
Niccolò Bonifazio con la maglia Intermarché (foto Cyclingmedia Agency)
Hai avuto la possibilità di scegliere oppure il modello di bici ti è stato assegnato a prescindere?

Abbiamo la possibilità di scegliere la bicicletta. Non ho avuto modo di provare la versione più leggera, perché sono approdato tardi al team e perché mi sono trovato talmente bene e fin da subito che non ho avuto la necessità di chiedere un’altra bici.

Come d’abitudine il team usa il bilanciere CeramicSpeed (foto Cyclingmedia Agency)
Come d’abitudine il team usa il bilanciere CeramicSpeed (foto Cyclingmedia Agency)
Il tuo passaggio tecnico è stato importante, da Specialized a Cube. Se dovessi identificare tre cose che ti hanno colpito del nuovo mezzo?

Ai primi due posti metto la scorrevolezza e la velocità, fattori che sono emersi fin dai primissimi chilometri. Inizialmente cercavo di capire se era un singolo componente che mi trasmetteva questa sensazione, oppure la bicicletta nel complesso. Effettivamente è un pacchetto davvero performante. E poi è una bicicletta leggera, perché è vero che è una taglia S, ma è una bici aero con delle linee marcate e tubazioni grandi: 7 chilogrammi sono pochi. Nelle curve è una spada, parecchio precisa e lo sterzo basso contribuisce a tenerti all’interno della traiettoria anche quando la velocità supera i 60 all’ora.

Hai mantenuto le stesse misure, oppure hai fatto delle variazioni?

Rispetto alla bici precedente sono più basso sull’avantreno e più allungato sull’orizzontale, anche grazie ad una pipa da 130. E’ un setting leggermente più estremo, che nasce principalmente dalla differenza di lunghezza della tubazione dello sterzo. La Tarmac era più alta. Onestamente non mi pesa neppure dopo diverse ore di allenamento, anzi nelle fasi di rilancio e sprint riesco ad essere più veloce ed agile.

Una bici super rigida che aiuta ad esprimere le tue abilità in discesa?

Il vantaggio principale arriva dalla precisione della bicicletta, aspetto che semplifica la guida e la gestione del mezzo anche nelle situazioni più tecniche. Un banco di prova ottimale è stata la discesa di Coll de Rates in allenamento, durante il ritiro. E’ una discesa impegnativa ed esigente che mi ha permesso di andare un po’ al limite: difficoltà pari a zero. E poi è quasi immune al vento laterale segno di un’aerodinamica che non pesa. Complessivamente aggiungo anche i tubeless da 28. Abbinati alle ruote larghe e spanciate, gonfiati alle atmosfere giuste, sono tanto scorrevoli e sicuri.

Ritorno al WorldTour, Bonifazio prepara nuove battaglie

22.12.2022
5 min
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Certe volte la vita ti propone cambi improvvisi che quasi non ti aspetti. Niccolò Bonifazio fa la sua rentrée nel WorldTour nelle file dell’Intermarché e per un corridore di 29 anni non è cosa da poco, soprattutto considerando che non stiamo parlando di un ciclista chiamato solo a lavori oscuri, ma di uno sprinter che nel corso della sua carriera era abituato a vincere, ma che negli ultimi due anni era un po’ passato in secondo piano. In altri ambiti si rischiava una retrocessione, il ligure invece approda in “prima divisione”, per prestigio acquisito ma anche per forza di carattere.

Il suo cambio è piuttosto recente, anche se i contatti tra il suo manager (è seguito da Alex Carera) e il team belga erano cominciati già in estate: «Le trattative sono andate per le lunghe e col passare delle settimane vedevo che il gruppo di corridori senza contratto si assottigliava. Sono comunque rimasto tranquillo, sapevo che alla fine tutto si sarebbe risolto e ora sono pronto a ripartire».

Nel 2022 una sola vittoria in carniere, alla Route d’Occitanie
Nel 2022 una sola vittoria in carniere, alla Route d’Occitanie
Con la TotalEnergies si parlava di una tua riconferma?

No, non mi è mai stata proposta, così mi sono messo a cercare con un po’ di anticipo perché sapevo che non c’era più posto. L’esperienza nella squadra è nel complesso positiva, anche se i primi due anni sono stati i migliori, quelli nei quali avevo anche molte occasioni di correre nel WorldTour e mi pare di essermela sempre cavata bene, vedi la vittoria di tappa alla Parigi-Nizza 2020. Le ultime due annate invece ho gareggiato sempre nelle gare di seconda fascia, sinceramente non so neanche il perché e non l’ho capito, ma ormai è parte del passato.

Cambia molto il discorso fra i due ambiti di competizione?

Enormemente. Le seconde sono gare tipicamente franco-belghe, dove si va sempre all’arrembaggio, si corre a tutta, a me quel tipo di corse non va molto a genio. Nel WorldTour è tutto un po’ più canonico, c’è molto lavoro di squadra. Io credo di avere maggior chance per emergere in un contesto simile, con un team che possa supportarmi e all’Intermarché c’è davvero tutto per poterlo fare.

All’Intermarché il ligure non sarà il solo italiano e questo ha pesato nella scelta
All’Intermarché il ligure non sarà il solo italiano e questo ha pesato nella scelta
Ti sei fatto un’idea di che cosa è cambiato in questi due anni?

Diciamo che ho pagato un caro prezzo al Covid: quando è scoppiata la pandemia, io ero in una grande condizione, avevo iniziato la stagione in maniera notevole con due vittorie internazionali, poi lo stop mi ha tarpato le ali e da lì sono iniziati i problemi. Non che il 2022 sia stato negativo, in fin dei conti una vittoria è arrivata e cinque top 10 sono il contorno. Ma era necessario un cambiamento, io voglio riannodare quel filo idealmente legato a prima di marzo 2020.

Con la nuova squadra avete già parlato di programmi, tattiche, ruoli?

Per ora ancora no, non c’è stato tempo, ci siamo concentrati sul nuovo materiale. Per fortuna non ci sono grandi cambiamenti, ma chiaramente la bici è nuova e servono aggiustamenti, che poi le verifiche davvero utili le puoi fare solamente in corsa, quindi è un vero work in progress. Di tattica avremo tempo per parlare nel ritiro di gennaio.

In azzurro al Laigueglia. Visto il mondiale 2023, è lecito farci un pensierino…
In azzurro al Laigueglia. Visto il mondiale 2023, è lecito farci un pensierino…
Finora che impressione hai avuto?

Ottima, ho ritrovato corridori con i quali avevo già condiviso l’esperienza nei primi due anni alla TotalEnergies, ma nel complesso ho scoperto una squadra molto motivata, quasi gasata dai risultati delle ultime stagioni. C’è un ambiente molto positivo e questo mi dà fiducia, tanto è vero che ho iniziato subito forte con gli allenamenti. Voglio partire nella maniera giusta, farmi trovare subito pronto sin dalle prime gare di febbraio.

Ti sei posto qualche obiettivo?

Per me “la gara” resta sempre la Milano-Sanremo. Nelle ultime edizioni non sono mai riuscito a scollinare con i primi per pochissimo, perdendo il treno proprio nelle ultime battute del Poggio. Voglio arrivarci con la gamba giusta per essere della partita.

Tra l’altro tu sei imperiese, quelle strade le conoscerai benissimo…

Vuoi sapere quante volte ho affrontato quella salita? Almeno 3 mila… La conosco a memoria e so che la differenza la fanno minimi dettagli. Per me quella salita è un cruccio che voglio risolvere, poi sarà la gara a dire chi sarà l’uomo su cui puntare, se io o Girmay.

La vittoria alla Tropicale Amissa Bongo del 2019. Dietro c’è anche Girmay (foto G.Demoureaux)
La vittoria alla Tropicale Amissa Bongo del 2019. Dietro c’è anche Girmay (foto G.Demoureaux)
Conosci già il campione eritreo?

Sì, dal Giro del Gabon dove vinsi nel 2019. Dissi subito che quel ragazzino sarebbe approdato nel WorldTour e la storia dice che avevo visto lungo. Anzi è diventato un campione. Dovremo trovare il giusto amalgama, ma non ci sarà problema, l’importante è sempre correre per la squadra.

Tu resti all’estero passando da un team francese a uno belga, ma nella realtà all’Intermarché trovi un buon gruppo di italiani…

La cosa mi fa particolarmente piacere, poter correre con Rota, Petilli, trovare anche un direttore sportivo esperto come Piva… Non nascondo che tornare a parlare un po’ d’italiano non mi dispiace dopo anni vissuti in Francia. Ora che sono nel WorldTour voglio rimanerci e fare tante battaglie. Dimostrare che in questi anni di permanenza all’estero, in un rango inferiore, ho comunque imparato qualcosa…

Dall’Occitania arriva un Bonifazio affamato di vittorie

23.06.2022
5 min
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La vittoria di domenica, nell’ultima tappa del La Route d’Occitanie, ha rimesso un po’ le cose a posto per Niccolò Bonifazio. Soprattutto ha messo ordine in mezzo a tanti pensieri scaturiti da una prima parte di stagione che non era andata come voleva per mille motivi e soprattutto gli ha restituito quella convinzione in se stesso della quale aveva un forte bisogno.

In quegli attimi, seguenti la volata di Auterive, il portacolori della TotalEnergies ha rivissuto tutto quel che è avvenuto in questo anno piuttosto particolare: «Non saprei neanche come giudicarlo, perché da una parte in certi momenti sentivo di andare davvero forte, ma dall’altra è stato forse l’anno più sfortunato che ho vissuto da quando sono professionista. Fare appena una decina di giorni di gare da inizio aprile non è da me e non mi aiuta di certo».

Bonifazio Occitania
La grinta di Bonifazio nella volata di Auterive, dove ha preceduto Moschetti
Bonifazio Occitania
La grinta di Bonifazio nella volata di Auterive, dove ha preceduto Moschetti
Che cosa ti è accaduto?

Come tanti altri sono stato vittima di una bronchite, presa probabilmente alla Parigi-Nizza che mi ha tenuto compagnia per un paio di mesi. Non riuscivo a venirne fuori, influiva sulla respirazione e mi dava problemi. C’è voluto tempo, ma pian piano è passata e alla fine anche le prestazioni hanno iniziato a migliorare.

Ti eri fermato in questa primavera priva di molti impegni?

No, non sono tipo da restare con le mani in mano, sono uno che si allena molto. Ho curato la preparazione in maniera assidua, forse ancora più che in passato, ma allenarsi non ti dà la perfetta misura del tuo valore, come anche non aver occasione di confrontarsi con i migliori. Ho avuto poche occasioni per gareggiare al massimo livello e questo influisce.

Quando hai sentito che stavi per tornare il Bonifazio che volevi?

Diciamo che già a maggio le cose cominciavano a girare nel verso giusto. Al Circuito di Vallonia ero finito quarto perché mi era sfuggita la fuga giusta, altrimenti potevo essere già a cantar vittoria. Comunque nelle tre gare prima de La Route d’Occitanie non ero uscito oltre il 15° posto, sentivo che le gambe giravano bene e che era solo questione di tempo.

Bonifazio bronchite 2022
Il piemontese alla Parigi-Nizza: dalla corsa francese è uscito come altri con la bronchite
Bonifazio bronchite 2022
Il piemontese alla Parigi-Nizza: dalla corsa francese è uscito come altri con la bronchite
La tua ultima vittoria risaliva all’agosto scorso: ti stava pesando questa lunga astinenza?

Non tanto, perché non ho mai perso la consapevolezza del mio valore. Purtroppo non ho avuto tante occasioni per gareggiare. E’ stato davvero un anno sfortunato e l’ho capito subito, dalla prima gara, la Clasica Comunitat Valenciana quando sono caduto in volata mentre mi stavo giocando la vittoria. Magari quell’astinenza sarebbe stata molto più breve e qui staremmo a parlare di una stagione ben diversa. Certe cose le avverti subito: da lì è stata tutta una serie di cadute di catena, forature, ventagli, insomma non ne andava una giusta, se poi si aggiunge la bronchite, ecco che il quadro è completo.

Parlavi anche di un calendario di gare che non ti ha favorito…

Ho sempre fatto gare di secondo piano, a parte Parigi-Nizza e Milano-Sanremo e questo non favorisce il raggiungimento della miglior condizione: come faccio a competere con gente come Démare se non posso affrontarla con continuità? E’ solo attraverso di quella che crescono la consapevolezza delle proprie possibilità e le chance di battere corridori così forti. All’ultima gara in Francia per fortuna c’erano corridori e squadre forti, chi in preparazione del Tour e chi del campionato nazionale e la vittoria di domenica mi ha dato nuova carica proprio per questo.

A proposito di Tour, sei nella squadra?

A quel che so, no. Sono dirottato su altre gare e ciò non mi favorisce. Rispetto allo scorso anno non cambia nulla e questo sinceramente mi fa strano.

Bonifazio Scherens 2021
L’ultima vittoria del cuneese risaliva all’ultimo Ferragosto, al GP Scherens
Bonifazio Scherens 2021
L’ultima vittoria del cuneese risaliva all’ultimo Ferragosto, al GP Scherens
Nel team ti trovi bene?

Sì, è un bell’ambiente e non mi fanno mancare nulla, è solo la programmazione che mi lascia un po’ perplesso. Sappiamo le gare da fare mese per mese e questo certo non aiuta a prepararsi e farsi trovare pronti quando c’è l’evento importante. In fin dei conti i risultati li ho sempre portati a casa.

Il tuo contratto scade a fine stagione?

Sì, ancora non so che cosa farò, sinceramente non voglio neanche pensarci. Dalla squadra non mi sono arrivati segnali, ma neanche in negativo, quindi per ora mi concentro su quel che c’è da fare e poi si vedrà. A me comunque non dispiacerebbe continuare l’esperienza, anche perché stare all’estero non è un problema, sono uno comunicativo che si adatta bene ovunque.

Bonifazio Laigueglia 2022
Niccolò in azzurro all’ultimo Trofeo Laigueglia: troverà spazio, magari agli Europei?
Bonifazio Laigueglia 2022
Niccolò in azzurro all’ultimo Trofeo Laigueglia: troverà spazio, magari agli Europei?
Quali sono ora i tuoi obiettivi?

Io guardo a domenica, al campionato italiano che ha un percorso adatto a me e dove voglio far bene. La gamba c’è e domenica scorsa l’ho dimostrato, ho tutto per emergere e voglio farlo.

Correre da isolato non ti pesa?

L’ho fatto tante volte, non è un problema. Vorrà dire che mi appoggerò agli altri come facevo quand’ero dilettante. L’importante è saper cogliere il momento giusto e capire come la corsa si evolverà.

Hai un sogno nel cassetto?

Semplice: vincere domenica!

Un brindisi e si riparte. Bonifazio ha ancora fame…

19.08.2021
4 min
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L’estate di Niccolò Bonifazio si sta dimostrando più che positiva. Potrebbe essere il momento del suo riscatto dopo un avvio un po’ tumultuoso. Il corridore ligure si è ritrovato a rincorrere la condizione dopo gli intoppi invernali. L’ultima volta che lo avevamo visto, si stava scaldando sui rulli prima della Scheldeprijs. La sua bici era posizionata dietro al bus, protetta dal vento gelido che sferzava le lande affacciate sul Mare del Nord. Niccolò aveva la sua consueta grinta, ma col senno del poi sapeva che forse non era al top.

Niccolò sui rulli prima della Scheldeprijs lo scorso aprile. Dopo quella gara è stato lontano dalle corse per quasi due mesi
Niccolò sui rulli prima della Scheldeprijs lo scorso aprile. Dopo quella gara è stato lontano dalle corse per quasi due mesi

Verso il riscatto

«Cosa funzionato e cosa no? Mi sono preparato molto bene a novembre e dicembre scorso e posso dirvi che andavo già molto forte – racconta Bonifazio – Poi sono dovuto rimanere a casa a causa del Covid. Sono stato fermo per 21 giorni. Tre settimane senza allenarmi anche perché non si sapeva quale fossero gli effetti dell’allenamento con il coronavirus. Ho fatto giusto un po’ di lavoro muscolare. Il mese dopo per recuperare ho fatto quasi 90 ore di allenamento, ma forse mi sono affaticato troppo. Andavo abbastanza forte tra marzo e aprile ma non ho colto troppi risultati e di fatto la prima parte di stagione finita lì (proprio alla Scheldeprijs, ndr).

«Sarei dovuto andare al Tour, mi ero preparato bene, ma poi la squadra ha deciso per una formazione più adatta alla montagna quindi mi sono fermato un’altra volta. A quel punto ho iniziato subito a pensare al finale di stagione. E devo dire che è partito anche bene con un primo ed un secondo posto».

Bonifazio, infatti, si trova in Belgio. Sta facendo tutte gare di un giorno. Ha vinto la Grote Prijs Jef Scherens e altro ieri alla Egmont Cycling Race ha sfiorato la vittoria. «Erano strade molto difficili, tecniche, strette e non sono molto adatte a me. O quantomeno non sono quelle che preferisco. Mi piacciono gare un po’ più vallonate e lineari, magari anche con qualche salitella visto che ho vinto corse con 3.000 metri di dislivello. Quando sono in forma preferisco corse più dure».

Bonifazio ha vinto la Grote Prijs Jef Scherens con un margine nettissimo su Bouhanni
Bonifazio ha vinto la Grote Prijs Jef Scherens con un margine nettissimo su Bouhanni

Sagan in vista

Menare forte questa estate, potrebbe essere una sorta di credito per Bonifazio in vista della prossima stagione, quando alla TotalEnergies arriverà un certo Peter Sagan. L’arrivo del tre volte campione del mondo potrebbe non facilitargli troppo la vita in squadra e togliergli spazio. 

Sagan è un corridore che tutto sommato ha caratteristiche simili a quelle di Bonifazio e visto il suo appeal, il suo nome e l’intera operazione di ciclomercato impostata da Bernaudeau potrebbe creare qualche problema a Niccoló, che ha ancora un anno di contratto.

«Ma io non credo che Peter mi creerà dei problemi – spiega Bonifazio – Non sono preoccupato del suo arrivo. Quello che mi chiederà la squadra io farò. Sono pronto a tutto. Sono tanti anni che facciamo volate insieme. Anzi a volte ci siamo anche allenati insieme a Monaco, sia con lui che con gli altri. Vero, abbiamo caratteristiche fisiche simili e, perché no, potrei anche tirargli la volata. È un ruolo che ho già fatto e che mi riesce anche bene. Poi magari se non è in giornata è lui che aiuta me! Ma certe cose è presto per dirle, bisogna vederle in corsa, sul momento».

In allenamento Bonifazio deve spingere sempre forte per migliorare
In allenamento Bonifazio deve spingere sempre forte per migliorare

Fisico tosto

Ma Bonifazio non è tosto solo nella testa, lo è anche nel fisico. Come detto, in questi giorni il ligure si trova in Belgio. Ha archiviato alcune gare ed altre ne ha nel mirino, tra cui la Bruxelles Classic.

«Questa è una corsa che mi piace molto – dice – Da qui in poi punterò a tutte le gare possibili e cercherò di fare sempre il massimo».

Niccolò ha davvero fame e grinta. Quando parla è deciso. E presto capiamo anche il perché. «Tra il Covid dell’anno scorso, che ha bloccato gran parte della stagione, e qualche problema mio quest’anno, in due stagioni ho fatto poche corse e tantissime ore di allenamento. E questo ti può distruggere soprattutto ad un tipo come me che si allena moltissimo e in modo molto intenso. Tanti colleghi mi chiedono: ma come fai? Io rispondo che il mio fisico è differente ed è difficile da allenare. Bisogna stancarlo, altrimenti non migliora. Mi devo allenare molto, davvero… Alla Parigi-Nizza dell’anno scorso, per esempio, andavo veramente forte, ma venivo da ben tre mesi di lavoro. Un lavoro molto costante e intenso, senza intoppi… segno che quando sto bene riesco a fare “cose carine”».

Un’estate senza Tour per Niccolò Bonifazio

26.06.2021
4 min
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La valigia era pressoché pronta. In pratica, mancava soltanto la nuova maglia del Team Total Drect Energie per completare i bagagli e volare in Bretagna. Dopo due Tour de France consecutivi, invece, Niccolò Bonifazio non sarà alla partenza della Grande Boucle che scatta oggi. Una doccia fredda che ha lasciato svuotato il ventisettenne ligure di Diano Marina, già pronto però a riscattarsi sin dalle prime occasioni che si troverà davanti.

Che effetto fa vedere spegnersi il sogno così in extremis?

Brucia, perché ci arrivavo con uno stato di forma perfetto. Ho fatto il campionato italiano senza particolari ambizioni perché il percorso era troppo duro per me e così avevo già la testa al Tour, impaziente di partire.

Niccolò con suo fratello Leonardo ai campionati italiani di Imola
Niccolò con suo fratello Leonardo ai campionati italiani di Imola
La squadra che cosa ti ha detto riguardo all’esclusione?

Hanno fatto delle scelte tecniche, decidendo di puntare sulle fughe e sulle tappe in salita. Quest’anno non c’era proprio spazio per gli uomini veloci. 

Hai pensato a come riorganizzare la stagione?

Non è stato detto, ma all’inizio dell’anno ho avuto il Covid e questo ha creato parecchi problemi nella preparazione, perché a gennaio sono rimasto fermo a casa. Ho corso poco e non è stato un bell’inizio di stagione, però nei test successivi avevo i miei numeri migliori degli ultimi anni, a dispetto della malattia. 

E’ stato difficile ritrovare la forma?

Sono un esperto nelle preparazioni invernali, avendo sempre vissuto in una zona dove c’è sempre bello e non manca mai la possibilità di allenarsi. Volevo partire forte anche quest’anno, già da novembre mi ero mentalizzato per arrivare al top a marzo.

Vincitore di una tappa alla Parigi-Nizza 2020, il contratto di Niccolò con il team scade nel 2022
Vincitore di una tappa alla Parigi-Nizza 2020, il suo contratto scade nel 2022
Anche perché la Milano-Sanremo è la tua corsa di casa, basta passare sul Poggio per accorgesene, trovando tante scritte per te…

Sono nato a 10 chilometri dalla Cipressa, per cui per me Cipressa e Poggio sono la routine negli allenamenti e anche ora che vivo a Montecarlo continuo a farle come salite appena posso. Purtroppo, a causa di questo “buco” di allenamenti di 20 giorni, mi è mancato qualcosa a livello fisico e all’ultimo chilometro del Poggio mi sono staccato. Con il senno di poi, non si sa, perché la preparazione è stata giusta, ma mi sono mancati quei due minuti di resistenza in cima al Poggio per arrivare giù coi migliori quest’anno. 

Senza Tour, come cambia la tua estate?

Viene a mancare l’obiettivo a cui tenevo di più, ma mi riscatterò con le corse di fine stagione. Agosto, settembre e ottobre mi farò trovare super pronto e spero di fare davvero bene. Penso e spero che correremo tanto in Italia, per cui spero che mi vediate là davanti. Non mi sono sorpreso della sua vittoria, ha trionfato praticamente senza appello.

Esclusione a parte, come va con la compagine francese?

Mi trovo bene, a parte questo inizio di stagione che non ha girato per il verso giusto, e con loro ho il contratto che mi lega ancora per un altro anno, vediamo come andrà. 

Lo scorso anno, Niccolò ha concluso il Tour con il 14° posto a Parigi
Lo scorso anno, Niccolò ha concluso il Tour con il 14° posto a Parigi
Parlando d’Italia, ti aspettavi il morso del cobra al campionato tricolore?

Sonny (Colbrelli, ndr) andava già forte al Delfinato e con una condizione così su quel percorso, un corridore come lui non poteva lasciarsi sfuggire l’occasione. Ha stravinto e con quella forma lì al Tour si leverà parecchie soddisfazioni.

Il tuo sogno per il futuro?

Sto pensando di lasciare un po’ perdere l’obiettivo Sanremo, ma ogni anno ci ricapito in mezzo. Quest’anno ho evitato le salite, ho lavorato tantissimo sull’esplosività e sulla forza perché avevo pensato alle volate di gruppo del Tour. Sono sempre stato fissato sul peso per passare le salite perché un chilo o due in più sono determinanti a un certo livello e fanno sì che ti stacchi. Per questa stagione, ho deciso di rimanere un po’ più pesante e ho avuto i miei frutti perché ho fatto tutti i miei record in volata, compreso quello sul minuto. Dispiace, perché mi sentivo davvero pronto per lasciare il segno in Francia. 

Che lavori hai fatto?

Tante volate, innumerevoli ripetute da seduto sulla sella o in piedi. Mi sono concentrato su questi sprint da un minuto “alla morte” per essere ancora più forte. Nel nostro gruppo di allenamento siamo in tre o quattro e c’è sempre mio fratello Leonardo. Averlo di fianco mi motiva a dare il 120 per cento, è sempre molto bello.

Niccolò Bonifazio, Parigi Nizza 2020

Casa Bonifazio, Niccolò presenta Leonardo

20.12.2020
4 min
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Niccolò Bonifazio era così pronto per la Sanremo di marzo, che quando si è trovato a correrla ad agosto devono essergli girate un bel po’ le scatole. Il fatto è che il ligure, che vive a Monaco e per allenarsi fa ogni giorno di qua e di là dal confine, aveva fatto un bellissimo inverno che gli aveva permesso di vincere alle prime corse, perciò il lockdown è arrivato con la prepotenza del bullo che ti porta via il pallone quando è arrivato il tuo momento di fare goal. E visto che nei giorni scorsi avevamo chiesto a suo fratello Leonardo di parlare di Niccolò, siamo qui per rendergli il favore…

Niccolò Bonifazio, Saudi Tour 2020
Niccolò Bonifazio, vince la seconda tappa al Saudi Tour 2020
Niccolò Bonifazio, Saudi Tour 2020
Vince così la 2ª tappa al Saudi Tour 2020

«Avevo fatto tre mesi alla grande – dice con frasi brevi e rapide – mi ero preparato con una precisione incredibile, per partire forte come piace a me. La prima corsa, sono caduto. La seconda l’ho vinta ed eravamo al Saudi Tour. Poi mi sono ammalato la sera prima dell’Haut Var e a quel punto, dovendo rientrare alla Tirreno-Adriatico, ho fatto una settimana di scarico. E proprio durante quella, il sabato, mi chiamano in tutta fretta dicendo che la corsa Rcs è stata annullata e che devo presentarmi per la Parigi-Nizza. Ci sono arrivato un po’ indietro, ma la gamba c’era e appena ho ripreso a respirare bene ho vinto la quinta tappa. Poi anche la Parigi-Nizza è stata fermata. E si è fermato tutto…».

Maledetto lockdown, dovremmo dire…

Con tanto esercizio fisico e poca bici. Ho preso qualche chilo e quando abbiamo ricominciato non ero al 100 per cento e non riuscivo ad arrivare alle volate. Un bel problema. Il Tour, che era l’obiettivo di tutti, è stato il più duro che abbia mai fatto. Praticamente, invece di calare verso la terza settimana, siamo andati sempre ad aumentare. E anche le tappe di volata non è che fossero proprio delle giornate veloci. Ormai per fare gli sprint devi avere dei buoni test nei 20 minuti. E ovviamente ci rimettono i velocisti puri, che stanno sparendo.

Quindi adesso che hai ricominciato, qual è l’obiettivo?

Seguire lo stesso schema dello scorso anno. Sono ripartito il 20 novembre, con il mezzo dolce in bocca del secondo posto a Scheldeprijs, quasi alla fine. Voglio essere pronto subito. Il ritiro di dicembre è stato annullato e rimandato a fine gennaio. Voglio fare subito un bel numero di vittorie. Ripartire per due volte quest’anno è stato davvero duro. Anche mentalmente.

TI alleni da solo?

No, parto ogni giorno da Monaco e mi trovo a metà strada con Troia e poi andiamo incontro a mio fratello Leonardo che stanno entrambi in Liguria. Facciamo l’allenamento insieme e poi ce ne torniamo ciascuno verso casa sua. Magari però sotto le Feste me ne sto un po’ a casa dei miei anche io.

Niccolò e Leonardo Bonifazio (in bici) 2016
Nel 2016, Niccolò Bonifazio passa la borraccia al fratello Leonardo
Niccolò e Leonardo Bonifazio (in bici)Niccolò e Leonardo Bonifazio (in bici) 2016
Nel 2016, Niccolò e il rifornimento per Leonardo
Nei giorni scorsi abbiamo chiesto di te proprio a Leonardo, cerchiamo di ricambiare il favore. Come lo vedi?

Fisicamente sta molto bene, pedala forte. Ha giusto bisogno di ingranare nelle corse che contano, perché è abituato a fare quelle cui potevano partecipare le continental (lo scorso anno correva alla Sangemini, ndr) e quest’anno per chi come lui doveva ambientarsi è stato un anno perso.

La squadra cosa dice?

Alla Total-Direct Energie sono soddisfatti, ma ovviamente aspettano che dimostri qualcosa. E’ un buon corridore e soprattutto mi ascolta molto. Una cosa che non faceva quando conduceva un’altra vita. Tutto sommato, anche adesso su certe cose mi dà retta e altre no, ma quando si parla di ciclismo non sgarra.

Ad esempio?

Più si sale e più ci sono dettagli che fanno la differenza. Ieri ad esempio avevamo in programma di fare 3 ore, ma il meteo diceva che oggi e domani c’era rischio pioggia. Così abbiamo allungato fino quasi a 5 ore e lui non ha battuto ciglio.

Ha le tue caratteristiche?

E’ certamente veloce, ma più leggero di me. Speriamo riesca a ritagliarsi il suo spazio. Per scelta della squadra non facciamo lo stesso calendario, perché non vogliono che si appiattisca su di me. E anche se un po’ ci dispiace, è un bel segnale, perché vogliono che si metta alla prova e abbia il suo spazio. Insomma, sono suo tifoso almeno quanto lui lo è per me.