Busatto: il 2023 ai raggi X e tanta voglia di WorldTour

13.10.2023
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Il volo che ha portato l’Intermarché-Circus-Wanty da Parigi a Tokyo è partito mercoledì alle 19. Su quell’aereo c’era anche Francesco Busatto, alla sua prima trasferta intercontinentale con il team belga. Durante lo scalo nella capitale francese, Busatto ha il tempo di parlare e tracciare una linea tra il 2023 ed il 2024, anno in cui passerà nella formazione WorldTour dopo l’esperienza alla Circus-REuz (team Devo della Intermarché). 

«Tredici ore di volo, dove mi sa che mi tocca dormire – racconta Busatto prima di imbarcarsi – le ore giuste secondo un calcolo che ho fatto dovrebbero essere 7 o 8. La Japan Cup sarà l’ultima gara dell’anno, poi vacanze e testa al 2024».

Che cosa ti aspetti di trovare in Giappone?

Sinceramente non saprei, la corsa è difficile e lunga, con un circuito di 10 chilometri da fare 16 volte, dove si sale e si scende da una salita lunga un paio di chilometri con pendenza media del 6 per cento. Se guardiamo alla classifica del 2022, si notano nomi importanti davanti, mi aspetto che sarà così anche quest’anno. 

Con quali aspettative personali vai?

Correre al meglio e provare a fare bene. La squadra che portiamo è forte, sarà anche l’ultima corsa dell’anno, ma fino a quando non taglieremo il traguardo bisogna spingere a tutta. 

Prima volta in Giappone?

Sì. Sono curioso di vedere questo Paese così tanto diverso dal nostro. Il bello di queste gare è anche andare a vedere cosa c’è al di fuori, diciamo che tra tantissime virgolette possiamo definirla una prima “vacanza”. 

La prima vittoria 2023 è arrivata alla Liegi U23, un obiettivo fin da inizio stagione (foto Cyclingmedia Agency)
La prima vittoria 2023 è arrivata alla Liegi U23, un obiettivo fin da inizio stagione (foto Cyclingmedia Agency)
Come reputi il tuo 2023?

Penso sia stata una bella stagione dove ho raggiunto degli obiettivi e in alcuni casi sono andato anche oltre le mie aspettative. 

Quali sono questi obiettivi raggiunti e quali dove sei andato oltre?

Il primo è stata la Liegi U23, forse l’obiettivo più grande che mi ero prefissato e vincerla mi ha dato tanto in termini di fiducia e morale. Dove sono andato oltre le mie aspettative? Direi alla Freccia del Brabante, così come al Muscat Classic e al Giro dell’Appennino. Un po’ tutte le gare con i professionisti sono state una bella “sorpresa”.

Tanto che hai guadagnato la firma del contratto WorldTour già da metà anno. 

Ho realizzato quello che era il mio sogno fin da bambino. Di questo 2023 non cambierei nulla, è stato davvero una bella stagione. 

Al Giro Next Gen ha indossato la maglia di miglior italiano alla prima tappa, poco per le sue ambizioni
Al Giro Next Gen ha indossato la maglia di miglior italiano alla prima tappa, poco per le sue ambizioni
Ci sono momenti dove non sei andato come avresti voluto?

Non nascondo che mi sarebbe piaciuto vincere una tappa al Giro Next Gen, ci sono andato vicino più volte ma senza riuscirci. Così come mi sarebbe piaciuto fare un mondiale migliore, ma la sfortuna si è messa in mezzo. Peccato perché a Glasgow stavo bene, avrei potuto puntare ad un buon risultato. 

Tra i professionisti ti sei comportato bene, alla Tre Valli per esempio sei stato davanti fino a quando non sono arrivati i più forti, una bella soddisfazione…

Ho visto, durante la stagione, che con il passare del tempo sono maturato. Correre con i professionisti mi ha aiutato molto ed ora il loro passo non lo soffro più di tanto. Nelle corse di fine anno sono andato sempre meglio, questo vuol dire che posso ambire a qualcosa di più. Non c’è stata solo la Tre Valli, ma anche alla Coppa Sabatini e al Matteotti sono andato forte

Tante corse con i pro’ che ammortizzano il passaggio del prossimo anno?

Da un certo punto di vista il 2023 è stato un primo anno tra i professionisti, fare tante corse con loro mi farà sentire meno il salto di categoria. 

La crescita di Busatto è passata anche dalla nazionale, con cui ha vinto una tappa all’Orlean Nations Grand Prix (foto PT photos)
La crescita di Busatto è passata anche dalla nazionale, con cui ha vinto una tappa all’Orlean Nations Grand Prix (foto PT photos)
Dove pensi di dover migliorare?

In salita, il passo che hanno è importante, lo soffro soprattutto in quelle di media lunghezza come è stato al Gran Piemonte. Devo crescere molto in questo campo, così da avere più colpi a disposizione. 

I punti forti, invece?

Ho visto che spesso mi trovo davanti nei momenti giusti, magari mi mancano le gambe. Questo è un buon punto dove partire in vista del 2024, perché stare nelle prime posizioni mi permette di arrivare fresco nel finale, dove mantengo comunque un buono spunto veloce. 

Rispetto al 2022 hai corso molto, questo ha inciso sulle prestazioni di fine stagione? All’europeo eri sembrato meno “brillante”. 

In realtà no. L’europeo è stata una corsa particolare dove avevo una buona gamba. Semplicemente abbiamo sbagliato la gestione della corsa, sullo strappo finale ero in rimonta. E’ andata così, la fuga è arrivata perché in gruppo non siamo stati bravi ad organizzarci. 

Ora il ritmo dei professionisti non fa più paura e Busatto può guardare al 2024 con fiducia
Ora il ritmo dei professionisti non fa più paura e Busatto può guardare al 2024 con fiducia
Chiuderai la stagione con 60 giorni di corsa, numero giusto?

Ci siamo organizzati nella maniera migliore e la squadra mi ha dato un grande supporto. Abbiamo gestito alla perfezione i periodi di gara e di riposo, anche se ho fatto tante settimane di corsa ho sempre avuto modo di recuperare. 

Obiettivo del 2024?

Mi piacerebbe essere più più forte in salite più lunghe, quindi sopra i 3-4 chilometri, così da puntare a fare top 10 anche in corse impegnative. 

Però, dopo il Giappone, vacanze…

Andrò una settimana a Tenerife con gli amici a rilassarmi e poi per un paio di settimane starò a casa. Dopo una stagione a girare mi manca stare tranquillo insieme alla famiglia. Mi farò quasi un mese senza bici, serve pazienza e poi in inverno si lavorerà duramente.