Tour dei Campioni, prima tappa. Partiamo da Tavullia

16.07.2023
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TAVULLIA – Chi lo dice che moto e bici siano incompatibili tra loro o distanti anni luce? Pur nel rispetto reciproco che le due categorie devono adottare sulle strade, ci sono diversi punti in comune. Innanzitutto il senso di libertà nel viaggiare a cavallo del proprio mezzo. La possibilità di raggiungere borghi e luoghi che spesso in auto vengono ignorati. Lo spirito di gruppo che si consolida con gli altri membri della propria comitiva. La pianificazione di una vacanza in sella o anche solo il fermarsi per consultare la mappa, cartacea o digitale che sia. Certo, il motore fa una bella differenza, ma oggi le e-bike hanno lanciato un ulteriore ponte tra centauri e pedalatori.

E dove poteva consolidarsi il binomio moto/ciclismo se non in quella terra, a cavallo tra Marche e Romagna, che è stata una fucina di campioni quali Valentino Rossi, Marco Simoncelli, Nicky Hayden (e continua ad esserlo nella MotoGp con Franco Morbidelli e Luca Marini)? E che, al tempo stesso, è anche un territorio felice per gli amanti della bici, tra l’azzurro dell’Adriatico e le verdi colline dell’entroterra?

Il ranch di Valentino

Ecco allora che ci troviamo a pedalare sul “Tour dei Campioni”, un percorso cicloturistico che da Tavullia (comune capofila del progetto) tocca le località di Gradara, Misano Adriatico, Coriano, Montescudo/Montecolombo e Morciano di Romagna. Ci fanno compagnia i ragazzi e le ragazze del Team Fisioradi, che vediamo arrivare come una nuvola bianca per via delle loro divise.

L’appuntamento è sotto il mitico muraglione di Tavullia dove campeggia lo striscione inneggiante all’idolo di casa, Valentino Rossi, che con le sue gesta ha reso famoso in tutto il mondo questo angolo della provincia di Pesaro. Ci muoviamo verso Gradara superando proprio il “ranch”, la pista divenuta il “luna park” di Rossi e della sua ciurma.

Con Paolo e Francesca

Gradara è nota come “Capitale del Medioevo” per via delle sue rievocazioni storiche, che valorizzano il proprio patrimonio culturale. Il borgo (nella foto di apertura il nostro ingresso in città) è cinto da possenti mura e la rocca malatestiana, quattrocentesca, è l’attrattiva principale. Secondo tradizione, proprio in questo castello avvennero le gesta dolci e amare tra Paolo e Francesca, narrate da Dante nel V Canto dell’Inferno.

Due passi a piedi sul ciottolato accanto ai turisti e risaliamo in sella per scendere tutti in gruppo verso il mare, verso Misano Adriatico. Qui, poco prima di raggiungere il lungomare, veniamo piacevolmente sorpresi da una striscia blu sull’asfalto: è la pista ciclabile “Ecovia” inaugurata lo scorso 2 giugno ed è un piacere per lo sguardo vedere vacanzieri di tutte le età percorrerla avanti e indietro in sella alle loro bici. Facciamo un salto nei pressi del moderno porticciolo di Portoverde e proseguiamo, in questo connubio di moto e bici, verso l’autodromo di Santa Monica dove, oltre al Motomondiale, si svolge anche l’annuale Italian Bike Festival (la prossima edizione si svolgerà dal 15 al 17 settembre). Oggi però niente stand di bici sul piazzale, ma ci affacciamo sulle tribune per ammirare le auto sportive che si impegnano a saltare sui cordoli.

A casa del Sic

Il Misano World Circuit è intitolato a Marco Simoncelli e noi riprendiamo a pedalare verso l’entroterra in direzione della sua Coriano. Superiamo Misano Monte e, tra campi coltivati a vite e ulivo, eccoci nel centro abitato, dove è d’obbligo una visita al museo “La Storia del Sic”. Qui ci sono le moto, le tute, i caschi, le foto e i video del tanto gioviale quanto sfortunato pilota scomparso nel 2015.

Col sole ormai alto e la zip della maglia quasi tutta aperta, solchiamo la cresta delle colline che in lontananza lasciano ammirare l’inconfondibile profilo di San Marino e del Monte Titano. Raggiungiamo il comune sparso di Montescudo-Monte Colombo dove pedaliamo accanto all’ombra della Torre Civica e quindi puntiamo verso Est per la via del ritorno.

Ritorno a Tavullia

L’ultimo borgo sul nostro percorso è Morciano di Romagna. In estate la sua area verde al centro del paese prende vita con spettacoli teatrali all’aperto, concerti e film, e soprattutto la sua Notte Bianca delle Stelle richiama turisti dalla Riviera grazie alle animazioni degli artisti ed alla partecipazione degli astrofili. 

Dopo circa 70 chilometri e 1.000 metri di dislivello facciamo ritorno a Tavullia e salutiamo il gruppo di amici di Fisioradi che ci ha accompagnato per questo Tour dei Campioni: un’ottima opportunità per vedere da un’altra angolazione questo tratto di Riviera Adriatica e le sue colline, ovviamente dal sellino di una bici!

Italian Bike Festival: si “viaggia” verso il tutto esaurito…

22.06.2023
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Mancano appena tre mesi all’edizione 2023 di Italian Bike Festival, la grande manifestazione outdoor in programma dal 15 al 17 settembre all’interno del Misano World Circuit e rivolta 100% al mercato della bici e della mobilità sostenibile. E a novanta giorni dall’evento, lo stesso comitato organizzatore ha annunciato in anteprima i primi brand protagonisti dell’edizione di quest’anno. Ad oggi è quasi esaurita la superficie disponibile nell’area espositiva, già occupata al 90% della propria capacità, ovvero 50.000 metri quadrati all’interno del circuito romagnolo che dal 2022 ospita questo salone outdoor di riferimento nel mondo della bicicletta. 

Lo staff della comunicazione di Taking Off, la realtà che ha ideato e che materialmente organizza Italian Bike Festival, ha pubblicato l’elenco aggiornato dei brand presenti, unitamente alla loro collocazione sulla relativa mappa espositiva.

Non solo biciclette all’IBF… ad oggi nell’area expo sono previsti difatti brand di dieci categorie merceologiche differenti: biciclette (30,1%), componentistica (19,5%), accessori (15,7%), abbigliamento (13,7%), servizi (7,1%), caschi e protezioni (5,3%), turismo (3,3%), motori (2%), altri veicoli (2%) e selle (1,3%). Numeri che mostrano l’elevato interesse che Italian Bike Festival raccoglie ogni anno attorno a sé: un appuntamento unico in Italia ed in grado di attrarre visitatori anche al di fuori dei confini italiani. 

Mappa dell’Italian Bike Festival all’interno del Misano World Circuit
Mappa dell’Italian Bike Festival all’interno del Misano World Circuit

Un evento internazionale

«Prevediamo che l’edizione 2023 – hanno commentato all’unisono i responsabili dell’organizzazione Lucrezia Sacchi, Fabrizio Ravasio e Francesco Ferrario – sarà molto significativa dal punto di vista della partecipazione degli espositori: i numeri sono in continua crescita, e confermano come l’evento stia diventando sempre di più l’appuntamento di riferimento per la bicicletta e per i settori collegati alla mobilità a livello europeo ed internazionale.

«La partecipazione di importanti aziende, che sono tra i top brand del settore, ci conferma che il progetto Italian Bike Festival è sempre più attrattivo per il comparto, perché rappresenta un’opportunità di networking e di business per gli operatori. Auspichiamo una grande partecipazione di visitatori dall’Italia e dall’estero, per un evento che contribuirà anche a valorizzare e a far conoscere il territorio emiliano-romagnolo. Un appuntamento dove poter parlare di mobilità ed al tempo stesso diffondere una reale cultura sostenibile sulle due ruote».

Gli organizzatori di IBF, Fabrizio Ravasio, Lucrezia Sacchi e Francesco Ferrario
Gli organizzatori di IBF, Fabrizio Ravasio, Lucrezia Sacchi e Francesco Ferrario

L’edizione 2023 di Italian Bike Festival promette curiose novità e molte iniziative che attireranno l’attenzione del mondo business e degli sportivi, ambendo a una maggiore partecipazione dall’estero e puntando a posizionarsi come appuntamento di riferimento nel panorama della bicicletta e dei settori collegati alla mobilità a livello internazionale. 

L’ingresso a IBF – evento organizzato da Taking Off in collaborazione e con il supporto di APT Servizi Emilia-Romagna e Visit Romagna – è totalmente gratuito previa registrazione sul sito web ufficiale della manifestazione. 

Italian Bike Festival

Misano il paradiso delle due ruote: il bilancio di due weekend

20.09.2022
5 min
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Una settimana dopo la fine dell’Italian Bike Festival, è ora di tirare le somme. I numeri che sono stati registrati sono davvero positivi e l’opinione degli addetti ai lavori e del pubblico ne sono la dimostrazione. Misano Adriatico è stato il cuore pulsante delle due ruote per due settimane, le curve del circuito sono state le arterie che hanno visto il flusso continuo di bici e moto tra campioni e appassionati. 

Proprio così, perché Misano ha ospitato il motomondiale dal 2 al 4 settembre e l’IBF dal 9 al 10 settembre. Centomila spettatori per le moto e circa quarantamila visitatori per le bici. Due weekend che hanno fatto vedere al mondo intero quanto la città e il Misano World Circuit siano un connubio di energia e spettacolo, un vero e proprio paradiso delle due ruote. Dietro a questi risultati e al coordinamento di tutto ciò tra privato e pubblico, federazioni e organizzatori, c’è la Fondazione Misano, presieduta da Luigi Bellettini che ci aiuta a fare un bilancio di questo settembre romagnolo di sport. 

Il paddock dell’Italian Bike Festival con oltre 400 brand espositori
Il paddock dell’Italian Bike Festival con oltre 400 brand espositori

Fondazione tra pubblico e privato

Strutture e pubblico sono la base da cui partire per costruire eventi importanti. Serve però la gestione di questi e la collaborazione con federazioni e organizzatori che vengono ospitate sul proprio territorio. L’esempio è proprio la Fondazione Misano che ha coordinato questi due grandi circus, creando le opportunità per riuscire al meglio. «La Fondazione Misano – dice Bellettini – nasce nel 2015 su spinta dell’amministrazione comunale di allora e dei soci fondatori. Tra questi ci sono l’Associazione Albergatori, la Santamonica Spa, la Cooperativa Bagnini e il Consorzio Servizi in Spiaggia.

«L’obiettivo principale che ha spinto i soci a costituire questo ente è stato quello di individuare un nuovo soggetto a disposizione del sistema turistico. Cioè un player territoriale aggregante capace di rispondere a esigenze multiple del socio pubblico e del socio privato. Il tutto con l’obiettivo di promuovere la destinazione Misano, organizzare e gestire i grandi eventi sul nostro territorio. Inoltre mettere a disposizione dei soci e non solo un centro servizi».

Circuito, calamita di eventi

“Chi ha il pane non ha i denti e chi ha i denti non ha il pane”. Quando si parla di Misano questo detto può essere dimenticato. La struttura di Misano, lavora in piena sinergia con il settore pubblico e quello privato. 

«Oggi l’impianto del circuito di Misano – spiega Bellettini – è uno dei maggiori impianti a livello nazionale e internazionale. Da un recente sondaggio che abbiamo commissionato ai nostri consulenti, il secondo motivo che fa riconoscere Misano in Europa e in Italia è l’autodromo. Abbiamo un rapporto con Misano World Circuit molto stretto. E’ uno strumento straordinario di comunicazione e di attrazione del nostro territorio. Questo sforzo che loro stanno facendo in alcuni momenti dell’anno di alternare le due ruote più rumorose a quelle silenziose come le biciclette è un ulteriore impegno positivo riconoscibile.

«Le strutture pubbliche stanno collaborando molto, tenendo presente che la Fondazione rappresenta l’85% delle imprese turistiche del Comune di Misano Adriatico. Il confronto nel periodo autunnale e invernale è quotidiano. Il pubblico con i suoi rappresentanti così come il privato con i suoi si confrontano e cercano di trovare delle soluzioni, proposte e progetti futuri».

Misano Adriatico è stato inserito tra i Comuni Ciclabili FIAB
Misano Adriatico è stato inserito tra i Comuni Ciclabili FIAB

I numeri dei weekend

Numeri che difficilmente ci si sarebbe aspettati. Il motomondiale per la prima volta senza Valentino Rossi nel suo circuito di “casa” e l’IBF al suo esordio in questo contesto. 

«L’IBF è stato un successo, un’attrazione importante con circa quarantamila visitatori, la settimana prima circa centomila appassionati per il motomondiale. Sicuramente numeri importantissimi per questo territorio e questa città. La soddisfazione è piena. Stiamo lavorando che anche per il prossimo anno si possano confermare le iniziative e grandi eventi tra cui queste due citate e anche la Spartan Race. Settembre è sempre stato catalogato il mese dello sport qui da noi con un altro evento per noi molto importante come la Spartan che porterà a Misano altre diecimila persone».

Qui la mappa dei Comuni Ciclabili 2022
Qui la mappa dei Comuni Ciclabili 2022

La visione per il futuro

Raccogliendo complimenti e numeri importanti il rischio è quello di prendere e portare a casa. Uno degli obiettivi della Fondazione e di tutti i collaboratori che sono stati protagonisti in questi due weekend è quello di migliorarsi e pensare subito al 2023

«Per il 2023 – conclude – vogliamo continuare su questa falsa riga migliorandoci sempre di più e anche implementando altri eventi. Misano durante la Motogp è il fulcro di tutto il sistema territoriale. Vale lo stesso per il periodo dell’IBF. Vogliamo continuare così. Per quanto riguarda il piano bici vogliamo continuare a caratterizzare la destinazione Misano come la destinazione sportiva di una località deputata al benessere, il tutto da consumarsi in un contesto che ha delle caratteristiche che si sposano a pieno con questo obiettivo. Questo ci da la bussola per i prossimi anni. Essere inseriti nella lista dei Comuni Ciclabili 2022 (FIAB) rappresenta un’ulteriore conferma a tutto ciò».

Un esercito di 45 mila ciclisti che chiedono più sicurezza

13.09.2022
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Il punto sulla sicurezza si può fare anche dall’analisi del danno. Solo che se di mezzo ci sono biciclette e strade, si capisce bene che il danno possa essere ben più doloroso di una carrozzeria rigata. Per questo, nei giorni dell’Italian Bike Festival, abbiamo invitato Federico Balconi , avvocato fondatore dell’Associazione Zerosbatti (in apertura all’inaugurazione del monumento a Scarponi, dopo Nibali, Tonti e Carera), a fermarsi per qualche minuto sul pullman di bici.PRO, dando una continuità ai discorsi fatti più volte durante l’anno.

Avvocato, come va la vita sulle strade?

E’ ricominciato tutto come sempre. C’era stato un calo durante il lockdown, poi appena il Governo ha pubblicato la famosa FAQ con cui si consentiva la ripresa delle uscite in bici, sono ripresi gli incidenti.

Zerosbatti conta ormai 45 mila soci in tutta Italia, che chiedono più sicurezza (foto Facebook)
Zerosbatti conta ormai 45 mila soci in tutta Italia, che chiedono sicurezza (foto Facebook)
Da allora ACSI ha inserito l’iscrizione gratuita a Zerosbatti in sede di tesseramento, a quanti associati siete arrivati?

Ad oggi abbiamo circa 45 mila soci e sicuramente le casistiche si ampliano. Un portfolio di questo tipo ci dà più credibilità presso le assicurazioni. Il nostro obiettivo di base è agire senza arrivare in tribunale, mettendo in atto una sorta di gestione virtuosa del danno. Io lavoro nei sinistri da quando ho iniziato, ma ora sono diventato l’avvocato dei ciclisti, quello che si occupa della loro sicurezza.

La casistica si amplia e cosa si capisce?

Vengono fuori situazioni che magari prima non si consideravano. Dalla multa al ciclista, ad esempio, che denota una forma di pregiudizio.

Multe di che tipo?

Capita che il ciclista investito venga multato perché non era abbastanza a destra. Chiaramente si fa ricorso, perché il motivo di quella posizione potrebbe essere dovuto a una buca, alla strada comunque danneggiata o a situazioni che ne pregiudichino la sicurezza. Sono ricorsi che si vincono e che non pregiudicano l’esito del risarcimento. I verbali sono tutti contestabili, perché sono comunque la ricostruzione di qualcuno che non c’era. Capita anche il ciclista che quella multa la paga, anche se io consiglio di non farlo. Ma alcuni sono così onesti che lo fanno ugualmente.

Federico Balconi e Vincenzo Nibali, il primo ad aver creduto fermamente nell’iniziativa a favore della sicurezza
Federico Balconi e Vincenzo Nibali, il primo ad aver creduto fermamente nell’iniziativa
Altre casistiche che portano a incidenti?

Le discussioni fra automobilisti e ciclisti, come quello che è successo a Luca Chirico. L’automobilista forse non si rende conto che l’investimento costituisce un’ipotesi di reato, mentre è sempre più evidente la serie di luoghi comuni che ci perseguitano. Dal fatto che si stia in mezzo alla strada, al nostro non andare a lavorare. Quello che leggi sui social è lo specchio della realtà. Pensare che certa gente vada in macchina mentre siamo in bici a volte fa paura.

Cosa si può dire del famoso metro e mezzo in sorpasso?

Personalmente non sono a favore, perché di fatto significa imporre un altro limite. Il Codice della Strada dice che non si deve superare una distanza cautelare e su questo esiste una sentenza di condanna per omicidio stradale. Quello che incrementerei nel Codice sarebbe semmai stabilire che se investi un ciclista, hai torto a prescindere, come quando guidi in stato di ebrezza. Le pene severe servono prima a spaventare e poi a educare, finché certi comportamenti non diventano un’abitudine.

L’Acsi di Emiliano Borgna, qui con Bugno a IBF 2022, offre ai tesserati l’iscrizione a Zerosbatti (foto ACSI)
L’Acsi di Emiliano Borgna, qui con Bugno a IBF 2022, offre ai tesserati l’iscrizione a Zerosbatti (foto ACSI)
Come l’uso della cintura di sicurezza?

Esatto, anche se poi trovi quello che aggancia la cintura del sedile accanto e se ne fa un baffo. O come quelli che continuano a guidare col cellulare. E qui subentra la distrazione, causa di incidenti e decessi. Sono solito dire che se provochi un brutto incidente in cui qualcuno muore o rimane gravemente ferito, il dramma è per entrambi. Perché anche la vita di chi l’ha provocato cambierà per sempre.

Qualche consiglio prima di andare?

Usciamo in bici sempre in coppia, in modo da avere un testimone e qualcuno che possa aiutarci.

EDITORIALE / Misano, la sfida di costruire il nuovo

12.09.2022
5 min
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Il team di bici.PRO a Misano. Immagini, musica, profumi e ricordi di Italian Bike Festival 2022

Ancora qualche stand da smontare e poi l’immenso piazzale all’esterno del Misano World Circuit tornerà deserto per un paio di giorni, in attesa che arrivino i truck e le auto della Porsche Sports Cup del prossimo fine settimana. Italian Bike Festival ha chiuso i cancelli ieri sera e con l’osservazione attenta nei tre giorni e il conforto dei numeri forniti – 500 espositori e 42.000 visitatori (foto IBF in apertura) – possiamo dire che è stato un evento ben riuscito. Sappiamo per certo che chi ha scelto di non esserci, per il tipico scetticismo delle prime volte, si sia mangiato le mani e abbia già rassicurato circa la sua presenza nel 2023. Perché una cosa è certa: Misano ha vinto su Rimini e non avrebbe senso tornare indietro.

La superficie espositiva è stata molto ampia e crescerà ancora nel 2023
La superficie espositiva è stata molto ampia e crescerà ancora nel 2023

Una svolta sostenibile

E’ stata in qualche misura una fiera per ripartire. Abbiamo discusso a lungo su come l’effetto del Covid abbia riportato la bicicletta in molte case, ma questo è il momento di capire che la bolla non va fatta sgonfiare. Non possiamo permetterci errori.

La ripresa delle scuole, la fine dell’estate e il ritorno alla routine nevrotica di ogni giorno rischiano infatti di mandare in cantina i bei ricordi. E c’è solo un modo perché ciò non accada: fare in modo che la magia continui. Gli uffici dovranno essere dotati di parcheggi custoditi, armadietti e docce. I mezzi pubblici, treni e corriere che collegano le periferie alle città, dovranno prevedere la possibilità di trasportare la bici. Le metropoli dovranno dotarsi delle ciclabili annunciate e in alcuni casi arrivate.

La vera sfida è questa, il PNRR prevede 600 milioni di euro in tal senso. Chiunque dopo il 25 settembre salirà al Governo, ha l’obbligo di non lasciar cadere la sfida.

Incontri con sportivi, campioni e personaggi: in tre giorni è passato il mondo di ogni ciclismo (foto IBF)
Incontri con sportivi, campioni e personaggi: in tre giorni è passato il mondo di ogni ciclismo (foto IBF)

Una gestione diversa

La crisi delle materie prime ha rallentato il mondo: dalle auto all’elettronica, passando immancabilmente per la bicicletta. Chi aveva i telai non aveva i gruppi e viceversa. E poi c’è stato chi ha ricevuto gruppi incompleti, che impedivano di fatto la consegna delle bici. Non sono stati mesi facili, che solo alcuni hanno ben cavalcato perché probabilmente erano già abituati a gestire le proprie aziende di produttori e rivenditori con la necessaria programmazione.

Quelli che avevano ordinato merce in abbondanza alla fine del 2019 e poi hanno riassortito il magazzino, intercettando il trend del Nord Europa, sono usciti dalla tempesta a velocità pazzesca. Quelli che non ci hanno creduto, che hanno avuto paura e che magari speravano di cavarsela con una chiamata salvavita, non se la sono passata troppo bene

Prima riuscivi ad arrangiarti, ma il mondo è cambiato. E oggi, con il materiale che ha preso a tornare, programmare bene è alla base della sopravvivenza. Riempirsi casa di prodotti potrebbe diventare un rischio se la bolla di cui abbiamo appena parlato dovesse cominciare a sgonfiarsi.

I test in pista e sui sentieri offorad ricavati all’interno sono stati per molti il piatto forte
I test in pista e sui sentieri offorad ricavati all’interno sono stati per molti il piatto forte

Meglio in Italia

Misano ha messo insieme lo show e la prova. Stand semplici e altri ben più costosi e spettacolari. E se nel lato della fiera, l’andirivieni è stato ininterrotto per tre giorni, lo sfilare di biciclette in pista e nel tracciato offroad ricavato al suo interno non è mai neanche calato. In questo, la nuova collocazione ha permesso a Italian Bike Festival di salire al livello che all’estero compete a manifestazioni come Sea Otter Classic e Roc d’Azur, dando una spallata anche ai tanti ragionamenti che si fanno ogni anno dopo aver assistito al Bike Festival di Riva del Garda, ammirandone l’organizzazione tedesca. Misano ha dimostrato che lo sappiamo fare anche noi, pur rivelando qualche fragilità dovuta all’importanza della sfida e a una struttura che probabilmente dovrà rinforzarsi a fronte di una risposta così forte.

Una cosa che manca? La presenza di gare su gare. Bene le gran fondo della domenica, ma avere a disposizione la magia di una pista come quella intitolata a Marco Simoncelli, renderebbe possibile organizzare gare giovanili e poi via fino ai professionisti, donne e uomini. Ed essendo impensabile che facciano tutto Francesco Ferrario e i suoi ragazzi, individuare sin da ora una società organizzatrice che prenda in mano questo aspetto potrebbe essere un altro colpo ben riuscito.

Nel pullman di bici.PRO a Misano si è lavorato e si sono svolti incontri e interviste
Nel pullman di bici.PRO si è lavorato e si sono svolti incontri e interviste

Il team di bici.PRO 

Noi di bici.PRO siamo tornati a casa con computer pieni zeppi di immagini e articoli. Nel pullman che grazie a Tresca Trasformer è stato la nostra casa per tre giorni si sono susseguiti incontri, colloqui e scambi di idee. E la sera, quando i cancelli iniziavano a chiudere e la gente a scemare, il nostro stand è stato l’angolo di fantastici aperitivi e incontri fra amici e campioni accomunati dalla stessa passione.

Torniamo dall’Italian Bike Festival con un carico clamoroso di entusiasmo e iniziamo già a preparare la valigia per il volo che ci porterà ai mondiali australiani. Altro viaggio, altre storie. Il 17 ottobre compiremo due anni, il meglio deve ancora venire. La nostra sfida resta costruire il nuovo, come scrisse Socrate, non combattere il vecchio. 

Casa Wilier, conoscete Avondetto? Ve lo presentiamo…

11.09.2022
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Se ne sta seduto nello stand Wilier Triestina con la maglia iridata indosso, guardandosi intorno. Un campione del mondo in carica non capita spesso. E anche se Simone Avondetto il mondiale l’ha vinto sulla mountain bike, che non è esattamente terreno di caccia per bici.PRO, lo squillare di quelle righe è un richiamo troppo forte. Anche perché il ragazzo ha vinto anche gli europei di Anadia e il profumo di campione è inconfondibile.

La sua bici lo aspetta al limite dello stand. Si chiama Urta SLR World Champion e nei suoi colori c’è quell’inconfondibile richiamo all’iride unito al giallo e nero della sua squadra: la Wilier Triestina Pirelli Factory Team. La forcella arancione Fox 34 SC forma un blocco super coerente con il manubrio Urta brevettato da Wilier, il reggisella è telescopico e il gruppo è lo Shimano XTR.

Avondetto ha vinto il mondiale U23 a Les Gets il 28 agosto (foto FCI)
Avondetto ha vinto il mondiale U23 a Les Gets il 28 agosto (foto FCI)

La benedizione del cittì

Di lui dice un gran bene Mirko Celestino, cittì azzurro che anche il popolo della strada ricorda per le sue vittorie e la sua grinta.

«E’ un ragazzo d’oro – dice – di quelli di una volta, che parlano poco, timido. Però quando sale sulla bici dà grandi soddisfazioni, non solo perché ha vinto mondiale ed europeo. Ha fatto un’annata eccezionale, bisogna dirlo. Quando ce l’hai in ritiro, sembra quasi che non ci sia».

Simone Avondetto è nato il 15 aprile 2000 a San Secondo
Simone Avondetto è nato il 15 aprile 2000 a San Secondo

Un ragazzo pulito

E quando gli dici che la sensazione parlandoci è di un ragazzo nato sulla mountain bike, senza alcun legame o riferimento con la strada, Celestino conferma prontamente.

«Gare su strada non le ha mai fatte – dice – magari non so se con questi risultati, qualche squadra lo inviterà a provare. Sembra brutto dire che potrebbero portarcelo via ed è normale che il biker sogni il futuro da pro’. Ma lui è giovane, compie 22 anni e dal prossimo sarà elite. E’ uno di quegli atleti su cui scommetterei forte se avessi una squadra. E’ un ragazzo pulito, in crescita, genuino. E ancora la malizia e la cattiveria deve tirarle fuori. La cosa che mi ha sempre sorpreso sin da quando era junior è la grinta che ci mette in bicicletta. Simone lotta sempre…».

La presentazione è stata ghiotta e non c’è parola di Celestino che non troverà conferma in quelle di Avondetto.

La Wilier Urta di Avondetto ha il carro con le inconfondibili strisce iridate
La Wilier Urta di Avondetto ha il carro con le inconfondibili strisce iridate
Che cosa ti ha lasciato questa vittoria, a parte la maglia?

Una bella emozione, è un orgoglio poterla sfoggiare alle gare. E poi è arrivata giusto in tempo, visto che sono all’ultimo anno ad under 23. Era l’ultima occasione e quindi sono contento di esserci riuscito.

Dopo gli europei, la vittoria era una possibilità oppure è stata una sorpresa?

E’ stata comunque una sorpresa. Contavo di far bene, credevo in una medaglia, ma vincere non me l’aspettavo. Meglio di così…

Sei nativo biker, zero strada e solo mountain bike?

Uso principalmente la mountain bike, poi comunque ogni tanto usciamo anche con l’enduro e solo raramente con la bici da strada. Gran parte della mia settimana è in mountain bike, anche per i lavori specifici.

Hai vinto tutte le maglie a disposizione, compresa la tricolore: tutto come nei piani?

All’inizio dell’anno ci eravamo concentrati più che altro su campionati italiani, europeo e mondiale. E poi anche la Coppa del mondo, però non tutte le tappe. Abbiamo fatto un po’ di sacrifici per puntare ai nostri appuntamenti, ma ha funzionato.

Allo stand Wilier Triestina, con Simone Avondetto anche Giada Specia, tricolore U23 e a un soffio dal podio mondiale
Allo stand Wilier Triestina, con Simone Avondetto anche Giada Specia, tricolore U23 e a un soffio dal podio mondiale
Con quali riferimenti ciclistici cresce un biker classe 2000 come te?

Ce ne sono tanti nella mountain bike. Sicuramente Nino Schurter, una leggenda un po’ per tutti. A me è sempre piaciuto molto anche Kulhavy e poi ce ne sono anche tanti altri, a partire da Absalon. Sono campioni che mi piacciono per le loro caratteristiche e il loro atteggiamento. Come corrono, la loro mentalità e tutto quello che fa di loro delle grandi persone.

Qual è stata la cosa più strana che ti è successa dopo la vittoria?

C’è più gente attorno, è un po’ strano, ma bisogna farci l’abitudine. Per rendermi conto c’è voluto qualche giorno, però è davvero molto bello.

Campione italiano, europeo e mondiale, Avondetto corre con il Wilier Triestina Pirelli Factory Team
Campione italiano, europeo e mondiale, Avondetto corre con il Wilier Triestina Pirelli Factory Team
Quali sono adesso i programmi?

Adesso facciamo ancora un paio di gare, poi staccheremo e poi inizieremo a ragionare sui programmi. Poi ci sarà il classico ritiro al caldo d’inverno e poi si ricomincia. Altro non so, vedremo il calendario 2023 verso fine febbraio. Ma ci concentreremo sugli appuntamenti di sempre, la Coppa del mondo, gli europei, i mondiali e gli italiani.

La proposta di portarti su strada c’è mai stata?

Non ancora, ma mi sento di dire che il mountain bike è un mondo che mi piace. Magari mi piacerebbe ogni tanto magari buttarmi nella mischia, ma giusto così, per vedere l’effetto che fa. Finora proposte non ci sono state, vedremo cosa fare se arriveranno.

Supertype 336T DX: ecco il nuovo top di gamma di Miche

11.09.2022
3 min
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I tre giorni dell’Italian Bike Festival corrono veloci, come le ruote sull’asfalto del Circuito di Misano Adriatico. Le ruote sono grandi protagoniste dell’evento, e passando per i vari gazebi ci fermiamo da Miche. Negli ultimi tempi hanno presentato i nuovi prodotti per il top di gamma: prima hanno presentato le Supertype 550T DX, in questi giorni ecco che spunta il modello nuovo, le 336T DX. 

Lo stand di Miche all’Italian Bike Festival: in esposizione tante novità come le Graff
Lo stand di Miche all’Italian Bike Festival: in esposizione tante novità come le Graff

Per i professionisti

«E’ un prodotto pensato per i professionisti e gli amatori di alto livello. Si tratta di una gamma di ruote studiata per montare il tubolare, così da contenere al massimo il peso: che infatti è di solamente 1300 grammi. Abbiamo creato una ruota per tubolari perché la maggior parte dei corridori, e dei team che lavorano con noi, lo preferiscono per una questione di leggerezza. Infatti, nella versione con il cerchio da 50 millimetri pesa 1370 grammi».

«Il canale, quindi, è studiato per contenere il tubolare, con misure comprese tra il 23 millimetri al 28. Si possono montare tranquillamente anche copertoncini da 32 millimetri, parlando con i vari team abbiamo capito che queste sono le misure che ci interessano. Il 30 millimetri è la misura ideale quando si corrono le classiche e le semi classiche del Nord».

Le Supertype 336T DX sono super leggere: la coppia pesa solamente 1300 grammi
Le Supertype 336T DX sono super leggere: la coppia pesa solamente 1300 grammi

Dettagli tecnici

Quando si lavora per creare un prodotto ai massimi livelli, che viene utilizzato dagli atleti professionisti per correre ed allenarsi, il dettaglio fa la differenza. Il progetto delle Supertype prevede la laminazione UD della fibra di carbonio, che segue il design aerodinamico del profilo del cerchio. Questo permette di ottenere una serie ruote particolarmente rigide ma al contempo leggere, performanti, e facili da guidare.

I raggi sono a testa dritta in acciaio inox: questa tipologia di raffi permettono di avere una migliore distribuzione della tensione sul cerchio
I raggi sono a testa dritta in acciaio inox: questa tipologia di raffi permettono di avere una migliore distribuzione della tensione sul cerchio

I mozzi sono gli AL 7075 T6, con inserto per freno a disco e sistema center lock. L’innovativo design permette una raggiatura 14+7 che bilancia perfettamente le forze di trazione e di frenata mantenendo il corridore stabile in ogni situazione. Il movimento è su cuscinetti sigillati in ceramica per una maggiore scorrevolezza e massimo prestazioni. Per quanto riguarda il materiale dei raggi, Miche ha scelto di utilizzare l’acciaio inox, leggero ed estremamente resistente. 

Miche

Yamaha a Misano, ma questa volta niente moto: solo mobilità elettrica

10.09.2022
4 min
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Girando per gli stand di Italian Bike Festival si capisce che c’è veramente tanta roba. I grandi marchi con le bici dei corridori fanno sognare. Le gravel, fenomeno vero destinato a crescere, hanno visto Cipollini consegnare a Mattia Viel la bici per i mondiali. Le mountain bike, quelle muscolari e quelle assistite. E poi in uno stand davanti al nostro, il marchio Yamaha richiamava l’attenzione già da ieri.

Sarà che quel nome per chi scrive è la moto di tanti viaggi, la curiosità di scoprire quale ruolo possa svolgere nel ciclismo un’azienda così grande ci ha spinto ad avvicinare Simone Curti, e-Bike Coordinator per la casa giapponese. Ben sapendo che si parlerà di motori e bici probabilmente lontane dalla nostra sensibilità, ma presenti in modo sempre più importante sul mercato.

Simone Curti è il responsabile e-bike di Yamaha
Simone Curti è il responsabile e-bike di Yamaha
Cosa ci fa Yamaha in una fiera di ciclisti?

Siamo stati fra i primi produttori di motori elettrici per la bici, che forniamo ai nostri partner con Giant e Haibike. Finalmente a breve usciremo con bici a marchio Yamaha, con motore Yamaha e saremo l’unico brand a fare tutto in casa. In questo modo, qualunque problema sarà risolvibile in un’officina Yamaha, come per la moto.

Perché secondo te ha deciso per questo passo?

E’ un discorso di lifestyle e sviluppo ecosostenibile. Girando l’Europa, ci si rende conto che i Paesi del Nord insegnano sul fronte della mobilità urbana.

Yamaha è stata uno dei primi produttori di motori elettrici per bici
Yamaha è stata uno dei primi produttori di motori elettrici per bici
Ci sono contenuti o esperienze del mondo moto che passeranno sulla bici?

Tutti gli standard di sicurezza e di qualità sulla bici. Il marchio Yamaha è riconosciuto per a grande affidabilità e le tre bici che lanceremo saranno prodotti inizialmente di media gamma, molto curati e super affidabili.

In che modo il mondo moto ha accolto l’arrivo delle bici?

Temevo ci fosse un blocco, vista la mia origine nel ciclismo. Invece mi sono ricreduto girando per le concessionarie di moto. E’ chiaro che parlando di elettrico, sei amico: diverso se si parlasse di bici muscolari. In Italia ci sono circa 70 dealer Yamaha ufficiali che aderiranno all’iniziativa (a fronte di circa 160 totali, ndr) e in ognuno c’è almeno una persona che vada in bici o sia appassionata di ciclismo.

Per ora allo stand è esposto un prototipo, che sarà commercializzato. In arrivo tre modelli di bici
Per ora allo stand è esposto un prototipo, che sarà commercializzato. In arrivo tre modelli di bici
Perché lo stand a IBF?

Per lanciare un messaggio: Yamaha sta andando in questa direzione. Per ora con il marchio Switch On e un prototipo. Poi quando avremo lanciato i nostri modelli, finirà tutto sotto l’ombrello di Yamaha. Dovremo strutturarci, istruire i nostri dealer che saranno seguiti e formati. La vera sfida sarà far entrare il cliente moto nel mondo bici.

Ci sono margini?

Io sono stradista, amo far fatica, quindi faccio fatica a considerare l’uso della bici elettrica, apprezzandola e trovandola molto divertente e comoda. Per contro dei miei amici motociclisti dicono che non prendono più la moto per andare in città, ma vanno in bici. Altri l’hanno noleggiata in Trentino durante le ferie, sono tornati e l’hanno comprata.

Brand importanti dell’auto hanno messo qualche bici nei loro saloni.

Per noi non sarà un elemento di colore, ma sposiamo il prodotto. Il nostro claim è Revs Your Heart ed è la conferma che anche con le bici vogliamo far battere il cuore, dare emozioni. E poi ora la bici tira. Il periodo del Covid l’ha fatta scoprire e gli incentivi ci hanno messo sopra tanta gente.

Valentino Rossi è nato e cresciuto a due passi da Misano e svolto la sua carriera principalmente su Yamaha (foto AP)
Valentino Rossi è nato e cresciuto a due passi da Misano e svolto la sua carriera principalmente su Yamaha (foto AP)
Parliamo solo di bici o di un mondo Yamaha legato alle bici?

Ci saranno accessori e abbigliamento. E ci sarà una vendita 2.0. Online sulla sua piattaforma, ma anche e solo dai dealer ufficiali. Puoi ordinarla e ritirarla in negozio o averla a casa.

Come va questa fiera?

Finalmente dopo anni di spazi stretti a Rimini, il format giusto. Al livello della Sea Otter Classic o della Roc d’Azur, anzi meglio. Perché in Francia si parla solo di mountain bike.

Exept Libera, la novità endurance all-round

10.09.2022
3 min
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Exept presenta Libera, la bici per l'endurance trasversale

All’Italian Bike Festival di Misano, Exept presenta Libera, la bicicletta in carbonio monoscocca fatta su misura che ha un DNA endurance.

Comfort e versatilità, possibilità di montare la corona singola, oppure il doppio plateau, ma anche tanta funzionalità legata ai componenti. Entriamo nel dettaglio.

La zona dello sterzo e le due asole per un piccolo bag
La zona dello sterzo e le due asole per un piccolo bag

Il monoscocca al centro

Cucire la bicicletta su misura e sulle esigenze dell’utente, una peculiarità e il DNA dell’azienda finalese, un core concept che è ripreso per Exept Libera.

Libera è la nuova bicicletta endurance, che nei termini di impatto estetico mantiene il family feeling del brand, ma utilizza le sue forme in maniera funzionale.

Exept Libera non ha delle tubazioni con volumi mastodontici, è leggermente slooping e ha una forcella sfinata nella sezione centrale e bassa. L’obiettivo è quello di creare un frame-kit stabile e capace di smorzare le vibrazioni quando si affrontano tratti sconnessi e strade bianche. E poi c’è la volontà di sfruttare alcune soluzioni moderne, ad esempio le coperture maggiorate, fino a 36c di sezione.

Mono e doppia corona

All’expo di Misano, Libera è stata presentata con la trasmissione Campagnolo Ekar: 13 rapporti posteriori e una corona singola davanti (di conseguenza è compatibile con i cambi meccanici). Ma è possibile montare anche la doppia corona e anche i gruppi cambio elettromeccanici. Il seat-post è tradizionale ed ha un diametro da 27,2 millimetri; non è prevista la compatibilità con i dropper-post.

I prezzi di riferimento

Il range di prezzo varia tra i 6500 e 8500 euro. Un delta ampio, legato alla completa personalizzazione del mezzo, anche in fatto di misure. Ci sono anche le combinazioni cromatiche nuove, ispirate a soggetti meno agonisti e competitivi, rispetto alla bici performance Supera.

Exept