La nuova stagione di Exept inizia da Milano

31.10.2022
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“Una nuova stagione ha inizio”. E’ questo lo slogan scelto da Exept per annunciare le tante novità di prodotto, ma anche aziendali, in arrivo per il 2023. Per farlo si è scelta la città di Milano ed in particolare TRI60°, centro specializzato per l’allenamento dedicato al triathlon e più in generale per gli sport di endurance, come nuoto, corsa e ciclismo.

Exept ha un rapporto davvero speciale con la città di Milano. Lo scorso anno, proprio dal capoluogo lombardo, era partita la partnership con Virgin Active. Una collaborazione che ha permesso a Exept di entrare in contatto con la vasta platea di sportivi che ogni giorno frequentano i centri Virgin di tutta Italia.

Matteo Fontana (il terzo da sinistra) con lo staff Exept
Matteo Fontana (il terzo da sinistra) con lo staff Exept

Un’area Exept

La nuova partnership prevede la presenza all’interno del centro TRI60° di Via Domenico Cucchiari, 4 di una vera e propria “area Exept” dove il cliente avrà la possibilità effettuare il proprio bike fitting e più in generale una analisi biomeccanica approfondita, primo passo verso il possibile acquisto di una bici Exept su misura. Ricordiamo infatti che l’azienda di Finale Ligure è specializzata nella realizzazione di telai monoscocca su misura.

Ad assistere i futuri clienti sarà Matteo Fontana, forte triatleta italiano con il quale Exept ha recentemente iniziato una proficua collaborazione. Basterà fissare un appuntamento per poter usufruire della grande esperienza dello stesso Fontana.

L’evento organizzato presso TRI60° è servito anche per togliere il velo alla nuova Supera, modello top di gamma firmato Exept per il 2023.

Exept guarda con slancio già al 2023, tanti gli appuntamenti e i progetti in programma
Exept guarda con slancio già al 2023, tanti gli appuntamenti e i progetti in programma

Tante novità

L’evento milanese presso TRI60° ci ha permesso di scambiare due chiacchere con Alessio Rebagliati e Chiara Rodino, rispettivamente CEO e responsabile marketing del marchio, che ci hanno anticipato alcune novità per il 2023.

«La partnership con TRI60° – esordisce Chiara Rodino – è il naturale proseguimento di quanto iniziato lo scorso anno con Virgin Active. Vogliamo essere sempre più presenti in luoghi frequentati da sportivi, anche non ciclisti, ma che possono diventarlo. A breve inizieremo anche una collaborazione con il negozio Olmo di Piazzale Vetra a Milano. Metteremo a disposizione della clientela del negozio il nostro sistema di bike fitting e avremo la possibilità di esporre in vetrina i nostri ultimi modelli. Anche qui i clienti potranno contare sul supporto di Matteo Fontana».

«Nei primi mesi del 2023 – aggiunge Alessio Rebagliati – apriremo a Finale Ligure, località dove abbiamo la nostra sede, un nostro punto vendita. Un altro segnale della nostra voglia di crescere. Non si tratterà di un negozio tradizionale. Vogliamo che sia soprattutto un luogo di incontro dove poter toccare con mano le nostre ultime novità ed entrare in contatto con la filosofia Exept. Il tutto in un ambiente accogliente, gustando magari un buon caffé».

Exept

Guerciotti celebra la sua storia “milanese” davanti al Sindaco

20.07.2022
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Il marchio Guerciotti è da sempre legato alla città di Milano. Nel capoluogo lombardo l’azienda ha mosso i primi passi 58 anni anni fa, partendo dal primo negozio di via Petrella, in zona Corso Buenos Aires, fino ad arrivare alla sede attuale di via Petrocchi sempre a Milano. L’unico denominatore comune è la stessa famiglia alla guida dell’azienda. Prima Italo e Paolo Guerciotti, poi solo Paolo e ora anche Alessandro. A fare da sfondo ad una carriera di successi, c’è la città di Milano alla quale la famiglia Guerciotti, profondamente milanese, si sente da sempre legata

Nei giorni scorsi Paolo e Alessandro Guerciotti hanno avuto l’onore di essere accolti nella casa di tutti i milanesi: Palazzo Marino, la sede del Comune di Milano. Ad aspettarli hanno trovato il Sindaco Giuseppe Sala.

Per farci raccontare qualcosa in più di questo importante incontro, abbiamo fatto visita ad Alessandro Guerciotti presso i suoi uffici di via Petrocchi in un caldissimo pomeriggio di luglio.

Alessandro Guerciotti ha omaggiato il sindaco di Milano Giuseppe Sala con la maglia tricolore dei campionati italiani di ciclocross
Il sindaco di Sala omaggiato con la maglia tricolore dei campionati italiani di ciclocross
Come nasce l’incontro con il Sindaco Sala?

Tutto rientra in un processo di grande evoluzione che sta interessando ultimamente la nostra azienda. Abbiamo progetti ambiziosi ed alcuni sono legati proprio alla città di Milano. Ci pareva quindi doveroso raccontarli al Sindaco che si è dimostrato davvero molto disponibile nel riceverci.

Come è andata?

Direi che è andata benissimo. Ci siamo trovati di fronte una persona appassionata di ciclismo e soprattutto molto disponibile ad ascoltarci. Con lui abbiamo parlato di molti argomenti a partire dalla nostra storia fino ad arrivare al nostro sogno di mettere in bicicletta il maggior numero di persone possibile. Vogliamo rendere la città di Milano un posto sicuro per chi va in bici. Devo dire che su questo tema con il Sindaco Sala ci siamo trovati in grande sintonia. Dal nostro incontro sono nate idee e spunti sui quali lavorare fin da subito. Da parte nostra ci metteremo, come sempre, il massimo dell’impegno e dell’entusiasmo. Abbiamo approfittato dell’occasione per consegnare al Sindaco una maglia tricolore, l’ennesima da noi vinta ai campionati italiani di ciclocross grazie a Gaia Realini e Jakob Dorigoni.

Alessandro Guerciotti ai Pro Days di Parigi, un evento riservato ai negozianti motivo di incontro e confronto tra diverse realtà
Alessandro Guerciotti ai Pro Days di Parigi, un evento riservato ai negozianti motivo di incontro e confronto tra diverse realtà
Ci sembra di capire che in Guerciotti stia avvenendo un cambiamento significativo. E’ corretto?

Direi di proprio di sì. Guerciotti nasce con un’anima racing che non vogliamo assolutamente rinnegare. Siamo sempre stati attivi nel mondo del professionismo accanto a team di prestigio e da sempre siamo un punto di riferimento per quel che riguarda il ciclocross. La nostra idea è che oggi sia sempre più importante fare di tutto per avvicinare più gente possibile alla bicicletta. Anche per questo abbiamo creduto fin da subito nel gravel. Siamo convinti che possa essere una bici ideale anche per chi vive in città e voglia spostarsi per lavoro o per il semplice piacere di farlo utilizzando una bicicletta.

Rientra in questa nuova “visione” anche il restyling del vostro sito?

Abbiamo deciso di rinnovare il nostro sito rendendolo parte della nuova “mission” che ci siamo dati: mettere il maggiore numero di persone possibile in bicicletta. Per farlo dobbiamo collaborare tutti alla realizzazione di un mondo a misura di bicicletta. Anche per questo stiamo lavorando per creare delle sinergie con aziende milanesi che possono esserci d’aiuto nel diffondere la “cultura della bicicletta”. Il ciclismo oggi non è solo agonismo. La bicicletta è mezzo di trasporto e stile di vita. Grazie alla bicicletta si sta bene a livello di salute e non si inquina. Usare una bici è avere a cuore il futuro, e noi lavoriamo per quello…e poi andare in bici è anche divertimento.

A Parigi è stata esposta tutta la gamma Guerciotti, una bella opportunità per crescere e mostrare i propri prodotti
Esposta a Parigi tutta la gamma Guerciotti: opportunità per crescere e mostrare i propri prodotti
Ultima domanda. Ti incontriamo il giorno dopo essere tornato da una fiera in Francia. Come è andata?

Direi molto bene. Siamo stati a Parigi per “Pro Days”, un evento riservato ai negozianti. In tre giorni hanno visitato la fiera circa 1.400 operatori. Direi un numero interessante. Era dall’edizione 2020 di Velofollies in Belgio che non partecipavamo ad una fiera tradizionale. Ora ci aspetta a settembre Italian Bike Festival dove avremo l’opportunità di incontrare il pubblico italiano per mostrare le nostre ultime novità tra cui un modello corsa in alluminio, la nuova versione della Eureka Air Disc e le tante novità di colori che interesseranno l’intera gamma. 

Guerciotti

Velodromo Vigorelli: la rinascita di un simbolo di Milano

20.06.2022
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A Milano, accanto a City Life e non troppo lontano dall’Arco della Pace, sorge il Velodromo Vigorelli, presente dal 1935. Una struttura che per decenni è stata uno dei principali centri sportivi della città, teatro di grandi sfide sul suo parquet iconico. Il Velodromo nel 2001 è stato chiuso e nel corso degli anni è andato in lento decadimento. Come accade a tutte le cose considerate vecchie in una città che corre veloce come Milano.

Un gruppo di cittadini ha istituito il Comitato Velodromo Vigorelli, il cui principale obiettivo è stato quello di salvare un pezzo di storia della città di Milano. “Il Vigorelli è un monumento del ciclismo, ma non è un museo” così recita il sito ufficiale del Comitato Velodromo Vigorelli.

I lavori di ristrutturazione del parquet sono stati di fondamentale importanza per la rinascita del velodromo (foto Comitato Velodromo Vigorelli)
I lavori di ristrutturazione del parquet sono stati di fondamentale importanza (foto Comitato Velodromo Vigorelli)

Una storia d’amore

«Il nostro Comitato nasce con l’intento di salvare il Vigorelli dall’abbattimento – ci racconta Daniele D’Aquila, presidente del Comitato Velodromo Vigorelli – e nel 2016 ci siamo riusciti. Il lavoro è stato estremamente lungo, siamo partiti l’11 novembre 2011 con la prima raccolta firme. In un momento storico in cui i cittadini si chiedono cosa può fare la città per loro noi abbiamo fatto il ragionamento inverso. La nostra battaglia principale è stata quella di far riconoscere la pista come monumento storico, salvandola dall’abbattimento, come previsto inizialmente dal comune di Milano».

«La mia, anzi nostra passione verso il velodromo ci è stata tramandata dai nostri genitori e dai nostri nonni. Di conseguenza ci siamo sentiti in dovere di continuare questo lavoro di “storici” facendo riscoprire la bellezza della pista a tutti, senza vincolo di età».

Nel corso di questi anni il velodromo è stato teatro di numerose gare, tra cui i campionati regionali e provinciali (foto Comitato Velodromo Vigorelli)
Nel corso di questi anni il velodromo è stato teatro di numerose gare (foto Comitato Velodromo Vigorelli)

Il primo progetto

Per far apprezzare ai cittadini e al pubblico un qualcosa di estremamente importante per noi è necessario cercare di trasmettere la passione. Soltanto tramite questa è possibile far apprezzare ciò che veramente ci sta a cuore.

«Nel caso del velodromo – riprende con vigore Daniele – il primo dei tanti progetti che avevamo in mente, era quello di renderlo nuovamente disponibile a tutti. Così dopo i lavori di restauro della pista, nel 2016, lo abbiamo aperto agli amatori. Di volta in volta si sono avvicinati tanti ragazzi ed è quindi nata anche l’idea di fare una scuola con istruttori e staff sempre presenti. Il ciclismo su pista è uno sport molto tecnico e serve una scuola per imparare tutti i suoi segreti».

«Le sessioni di allenamento libero disponibili sono due: il giovedì e la domenica dalle 17 alle 19. Per questione di sicurezza bisogna essere tesserati, ora la nostra società ne conta una sessantina. Dieci membri dello staff e una cinquantina di atleti tesserati, possiamo dire con estremo orgoglio che da quest’anno abbiamo la prima atleta donna tesserata: si tratta di una ragazza di quindici anni».

All’interno del Vigorelli convivono diversi sport, il più rappresentativo è il football americano con la squadra dei Rhinos Milano (foto Facebook Velodromo Vigorelli)
All’interno del Vigorelli convivono diversi sport, c’è anche il football americano con la squadra dei Rhinos Milano (foto Facebook Velodromo Vigorelli)

Il ciclismo ritrovato

Milano è una città caotica, ed i suoi cittadini piano piano si sono votati allo sport al chiuso. Nei palazzetti e nelle palestre il traffico cittadino è solo un rumore di sottofondo, tutto questo è andato a discapito del ciclismo che altrettanto lentamente è caduto nel dimenticatoio.

«Abbiamo preso la palla al balzo – dice D’Aquila – negli anni tra il 2016 ed il 2022 la bici è tornata ad essere un mezzo di tendenza. Sono sempre più i ragazzi che si fanno regalare una bici per spostarsi nelle arterie della città. Si sono viste sempre più bici a scatto fisso e quindi ci è sembrato giusto riaprire un posto per far appassionare sempre di più i giovani a questa attività».

«Milano e l’hinterland sono posti sempre più trafficati e caotici. Di conseguenza molte società ciclistiche del territorio sono venute da noi per fare attività ed allenare i propri ragazzi su questa pista. Il motivo principale è anche che il Velodromo Vigorelli ha un parquet estremamente tecnico e la pista è un’attività che insegna tanto riguardo la guida del mezzo».

Una mano dai professionisti

Non è da escludere che nel sempre maggior interesse riguardo l’attività su pista ci siano alla base anche i recenti successi dei professionisti. Da quando il Vigorelli è stato ristrutturato la nazionale su pista ha ottenuto sempre maggiori successi, partendo da Rio 2016 fino a Tokyo 2020 (anzi, 2021).

«L’attività dei professionisti  – Daniele parla ormai a ruota libera e la sua passione ci travolge – contribuisce a rendere interessante una disciplina, i ragazzi si immedesimano nei loro idoli. Dai successi di Viviani a Rio, fino a quello del quartetto azzurro a Tokyo gli spunti sono tanti. Un episodio che sicuramente ha fatto piacere ed ha messo sotto una lente di ingrandimento il Vigorelli è accaduto nel 2018. In quell’anno il velodromo di Montichiari è stato chiuso e la nazionale è venuta ad allenarsi per due settimane qui. I successi ottenuti in quell’edizione del campionato europeo hanno rimesso il Vigorelli sulla bocca di tutti».

«Anche la partenza della Milano-Sanremo è stato un evento che mediaticamente ha rimesso il Vigorelli al centro del mondo ciclistico, anche se noi come Comitato non siamo stati chiamati in causa. Questi sono tutti segnali di ciò che sapevamo già: il Vigorelli non è morto e la strada intrapresa è quella giusta».

Jonathan Milan, campione olimpico del quartetto a Tokyo, a “spasso” sul parquet del Vigorelli prima della partenza della Milano-Sanremo
Jonathan Milan, campione olimpico del quartetto a Tokyo, nel Vigorelli prima della partenza della Sanremo

2023, la consacrazione

Il 2023 per il velodromo di Milano sarà l’anno della effettiva resurrezione. Il Vigorelli entrerà ufficialmente nel programma della Federazione.

«Il Vigorelli nel 2023 – ci conferma Daniele – entrerà nel programma pista della Federazione. Un passo estremamente importante che coinciderà con la fine dei lavori di ristrutturazione delle tribune e di tutto l’impianto. Le sessioni infrasettimanali passeranno da una a due, come richiesto dalla Federazione stessa. L’impegno sarà alto ma finalmente il velodromo riscoprirà la sua importanza e tornerà al centro dei vari progetti. E’ importante perché un collaborazione a livello federale fornisce al nostro lavoro un altro timbro ed una credibilità sempre più forte».

EDITORIALE / Il bilancio federale e il balletto dei numeri

20.06.2022
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Il Consiglio Federale (foto FCI in apertura) ha approvato il bilancio della stagione 2021: «Un bilancio consuntivo – si legge nel comunciato stampa – che chiude con un importante avanzo, di oltre un milione di euro, ed un consolidamento del Patrimonio Netto. Emerge il fatto che sono state aumentate sensibilmente, quintuplicate, le entrate proprie rispetto al quadriennio precedente. Crescono in particolare le voci relative a sponsorizzazioni e pubblicità. A questo si aggiunge la relazione positiva e favorevole dei Revisori dei conti, oltre a quella contabile e volontaria della società di revisione Deloitte Touche Tohmatsu Limited».

Cazzaniga, Gimondi, Dagnoni e Tolu, ieri a Milano il CF ha approvato il bilancio consuntivo 2021 (foto FCI)
Cazzaniga, Gimondi, Dagnoni e Tolu, ieri a Milano il CF ha approvato il bilancio consuntivo 2021 (foto FCI)

Il cesto delle mele

Quando si parla di soldi bisogna stare molto attenti, soprattutto se c’è di mezzo la Federazione. La politica è capace, avendo in mano lo stesso cesto di mele, di cambiarne l’ordine e la quantità semplicemente giocando con le parole. Per cui si potrebbe pensare di avere mele per sfamare un esercito e contemporaneamente di averne a malapena per una famiglia di quattro persone.

Se ad esempio chiedeste a Renato Di Rocco in quali condizioni di bilancio abbia consegnato la Federazione, direbbe di aver lasciato due milioni 400 mila euro di avanzo. Se ne dedurrebbe che l’attuale gestione ne avrebbe già spesi più di uno, cui sommare quanto dichiarato in tema di sponsorizzazioni. Aggiungerebbe inoltre che le loro erano portate in bilancio a 1,1 milioni (certificati dagli stessi revisori attuali), quindi se davvero gli sponsor sono stati quintuplicati, mancando quello principale sulla maglia azzurra, significa che il livello delle spese è salito ben oltre la prima stima.

Come detto in precedenza, è chiaro che buona parte di quell’utile sia maturato proprio nel 2020 del Covid, in cui a fronte di identici contributi Coni, l’attività è stata ferma e le spese sono state molto inferiori. In ogni caso, se quei soldi c’erano, probabilmente sono stati utilizzati.

Il passaggio di consegne tra Dagnoni e Di Rocco: fu il presidente uscente, non appoggiando Isetti, ad aprila la strada a Dagnoni
Il passaggio di consegne tra Dagnoni e Di Rocco: fu il presidente uscente, non appoggiando Isetti, ad aprila la strada a Dagnoni

Contenti e soddisfatti

Il presidente Dagnoni ha ovviamente un diverso punto di vista, a partire dallo sponsor sulla maglia azzurra: si sta valutando qualcosa, non c’è nulla di certo e piuttosto che mettere un marchio di poca rilevanza, si preferisce lasciare la maglia al suo azzurro integrale. Sacrosanto!

«Questo bilancio – dice – fa vedere come stanno le cose dopo il primo anno di gestione. Mi erano dispiaciuti i commenti su una gestione “scellerata” che lessi dopo il bilancio preventivo. Dicemmo subito che si sarebbe dovuto aspettare il consuntivo ed eccolo qua. Siamo contenti e soddisfatti. Anche perché lo scorso anno, anche se non era nostro dovere, abbiamo gratificato i nostri campioni, versando un milione di premi».

Buona parte dei fondi federali destinati agli impianti sono finiti a Montichiari
Buona parte dei fondi federali destinati agli impianti sono finiti a Montichiari

I fondi del PNRR

Il presidente parla di promozione dell’immagine della FCI, che risulta più dinamica e moderna, con riscontri migliori nei vari partner.

«In più – sottolinea – la gestione di Amadio si può paragonare a uno sponsor. Riuscire a risparmiare risorse ottimizzando la macchina è come aver trovato un nuovo finanziatore. Allo stesso modo, il segretario generale sta lavorando sulle risorse umane, cercando di snellire un organico che tra le varie federazioni rimane sovradimensionato. Quel bilancio preventivo non è stato per caso ed è stato motivato.

«Non siamo un’azienda che deve fare utile, noi dobbiamo fare attività. E anche se abbiamo risorse nostre superiori a 6 milioni di euro, per cui non lavoriamo a debito, l’idea è che a fronte della tanta attività, dovrebbe esserci un superiore sostegno da parte di Sport e Salute, che elargisce i fondi del Coni. Quando ci siamo visti hanno parlato di debito morale nei nostri confronti, ma poi alle parole non sono seguiti i fatti. Speriamo negli 80 milioni del PNRR di cui ha parlato il Governo in relazione agli impianti sportivi. E’ stato imbarazzante dover destinare i soldi che avevamo a Montichiari, non potendo sostenere altri progetti».

Scaroni (qui con Bennati) e poi Carboni hanno centrato la prima vittoria da pro’ con la maglia azzurra
Scaroni (qui con Bennati) e poi Carboni hanno centrato la prima vittoria da pro’ con la maglia azzurra

Nazionale e Giro d’Italia

E mentre si starebbe aspettando che l’ufficio della Vezzali, sottosegretaria allo sport, sblocchi la pratica per il velodromo di Spresiano, i cui fondi esistono e sono vincolati all’esecuzione dei lavori, Dagnoni racconta anche dell’impegno su fronti meno prevedibili, ma non per questo meno meritevoli di attenzione. Come ad esempio la parte riferita all’impegno con i corridori della Gazprom.

«Prima abbiamo mandato una lettera ferma all’UCI, che però si è trincerata dietro il ricorso al TAS che dal loro punto di vista blocca tutto. E allora abbiamo portato quei ragazzi in nazionale. E’ l’unico strumento che abbiamo a disposizione. Nonostante Reverberi si sia lamentato che così facendo gli azzurri rubano le corse a loro. Per fortuna che nel Consiglio di Lega è stato Mauro Vegni a rispondergli che Caruso al Giro di Sicilia lo avesse chiesto lui».

Sull’Etna Caruso ha conquistato il Giro di Sicilia indossando la maglia azzurra
Sull’Etna Caruso ha conquistato il Giro di Sicilia indossando la maglia azzurra

In questa fase di mele spostate e bilanci da interpretare, probabilmente non resta che attendere anche il prossimo. Se ha ragione l’opposizione, il margine netto sarà ancora inferiore. Se ha ragione il governo in carica, magari sarà superiore. Speriamo che nel frattempo non ne faccia le spese il ciclismo e che anzi continui a rinforzarsi. Contrariamente a certe previsioni, la sensazione di un movimento che va avanti strozzato noi l’abbiamo già da un pezzo. L’avevamo anche prima.

Milano torna ad abbracciare gli Emoving Days

24.05.2022
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A meno di un anno di distanza dalla prima edizione e dopo il successo di pubblico registrato nel 2021, Milano tornerà ad ospitare nel prossimo fine settimana gli Emoving Days, l’evento urbano sulla mobilità elettrica e sostenibile. Sarà una due giorni di festa in cui poter parlare di tematiche legate all’urban mobilty e provare i mezzi elettrici messi a disposizione dalle aziende presenti.

L’evento di Milano segue di poche settimane quello analogo organizzato per la prima volta a Genova. Una manifestazione che ha avuto un ottimo riscontro di pubblico e che si è tenuta presso il Porto Antico del capoluogo ligure.

La presentazione ufficiale della tappa milanese si è svolta nei giorni scorsi a Milano in occasione del press day organizzato dall’agenzia di comunicazione Green Media Lab SB. Quest’ultima è partner del progetto insieme al gruppo editoriale Sport Press Srl SB.

Si torna a CityLife

Sabato 28 e domenica 29 maggio Milano tornerà ad ospitare gli Emoving Days nella bellissima location di CityLife, uno dei quartieri più innovativi del capoluogo lombardo. Si tratta di una location suggestiva che, rispetto allo scorso anno, vedrà un incremento degli spazi a disposizione degli espositori.

Così come è avvenuto a Genova, anche a Milano i test ride potranno essere effettuati lungo i percorsi definiti da komoot, la app route partner dell’evento. Che si tratti di commuter, sportivi o semplici curiosi che vogliono provare l’esperienza di guidare un mezzo elettrico, i partecipanti potranno scegliere di percorrere tracciati molto semplici e veloci, così come mettersi alla prova su percorsi più lunghi e con differenti caratteristiche. Moltissimi i mezzi che i vari brand espositori metteranno a disposizione per le prove. 

Gli Emoving Days saranno improntati sulla sostenibilità ambientale
Gli Emoving Days saranno improntati sulla sostenibilità ambientale

Impegno per l’ambiente

Anche la tappa di Milano, dopo quella di Genova, vedrà gli Emoving Days rinnovare il proprio impegno ambientale confermando la volontà di essere carbon neutral. Non solo sarà limitata il più possibile la produzione di rifiuti e promosso l’uso responsabile dell’acqua, ma sarà analizzato con cura l’impatto indiretto della manifestazione. L’obiettivo finale è quello di calcolare quante e quali azioni vadano portate a termine per compensare il suo debito ambientale

Per scoprire i nomi delle aziende presenti il prossimo 28 e 29 maggio a Milano basta collegarsi al sito ufficiale della manifestazione.

Emoving Days

Adriatica Ionica Race e Marche, su il velo alla BIT di Milano

13.04.2022
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Sin dalla nascita della Adriatica Ionica Race, Moreno Argentin disse chiaramente che uno degli intenti della sua corsa fosse quello di valorizzare i territori che attraversava. Avendo rintracciato in questo il modo di diventare appetibili per le Amministrazioni che ogni volta sono chiamate a pagare per ospitare partenze e arrivi.

Un giorno alla BIT

Non è stato pertanto con stupore che abbiamo accolto la presenza del veneziano alla Borsa Internazionale del Turismo di Milano, dove ha raccontato le due tappe finali nelle Marche assieme a Guido Castelli, assessore regionale al Bilancio della Regione.

«Il nostro territorio è legato a doppio filo al mondo del ciclismo – ha detto Castelli – ed è proprio attraverso l’utilizzo della bicicletta che vogliamo incentivare i turisti di tutto il mondo a scoprire e visitare le bellezze delle Marche. La proposta avanzata da Moreno Argentin va esattamente in questa direzione: l’Adriatica Ionica Race ha un format studiato appositamente per dare risalto e visibilità alle città e ai territori attraversati dalla corsa. I prossimi 7 e 8 giugno vogliamo mandare in tutto il mondo una splendida cartolina delle Marche valorizzando la nostra Regione sia dal punto di vista artistico e paesaggistico sia per le proprie eccellenze culturali ed enogastronomiche».

Dal Friuli alle Marche

La corsa partirà il 4 giugno da Tarvisio, con la prima tappa fino a Monfalcone. Poi da Castelfranco Veneto arriverà sul Monte Grappa. Da Ferrara a Brisighella. Da Fano alla Riviera del Conero. E si concluderà l’8 giugno con la Castelraimondo-Ascoli Piceno. Ciascuna delle città coinvolte trasuda di storia e tradizioni gastronomiche, pertanto al racconto della corsa lo stesso Argentin vuole abbinare un percorso legato al gusto.

«Abbiamo sempre visto la gara ciclistica – ha spiegato Moreno – come uno strumento di vera promozione dei territorio. Un lavoro che è stato apprezzato non solo dalle amministrazioni regionali e locali interessate dalla nostra manifestazione, ma anche e sempre di più dai tifosi provenienti da tutte le parti del mondo. Per la quarta edizione, oltre agli 80 minuti di passaggi televisivi diffusi in 100 Paesi del mondo, abbiamo voluto mettere in campo anche un’iniziativa dedicata ad un’altra eccellenza tutta italiana: il mondo dell’enogastronomia. Per questo ad ogni tappa proporremo un piatto tipico regionale e lo promuoveremo attraverso la presenza non solo dei media che si occupano di ciclismo, ma anche di quelli che dedicano la propria attenzione al mondo del food».

Sul traguardo marchigiano di Carpegna alla Tirreno-Adriatico 2022, la vittoria di Tadej Pogacar
Sul traguardo marchigiano di Carpegna alla Tirreno 2022, la vittoria di Pogacar

Corse e promozione

Durante la conferenza stampa, più simile in realtà a un incontro fra amici, l’assessore Castelli ha avuto anche il modo di ribadire il legame con il grande ciclismo, che nel 2022 è già approdato nelle Marche con le due tappe della Tirreno-Adriatico (Carpegna e San Benedetto del Tronto) e prima della Adriatica Ionica Race, accoglierà il Giro d’Italia.

«Crediamo fortemente nella manifestazione proposta da Moreno Argentin – ha detto – e siamo felici di farne parte. Il ciclismo è un incredibile volano di promozione per la nostra Regione che è particolarmente vocata per questo sport: eventi come l’Adriatica Ionica Race, ma anche come la Tirreno-Adriatico e poi la tappa del Giro d’Italia che il 17 maggio arriverà a Jesi, ci consentono di mettere in evidenza tutte le nostre bellezze dal mare sino all’entroterra. Sarà uno spot preziosissimo per tutta la Regione Marche che assicurerà una grande visibilità alle eccellenze del nostro territorio».

Dai pro’ al turismo

Subito dopo l’incontro con Argentin, nello stand delle Marche si è svolto un altro interessante momento che ha visto lo stesso Castelli affiancato a Chiara Ercoli, responsabile di Marche Outdoor, e Andrea Tonti. Si è parlato di scoperta del territorio, di gravel, di accoglienza e di fatturati già buoni che nell’estate 2022 potrebbero migliorare ancora. Il Covid ha messo in bicicletta un esercito di nuovi turisti. Saperli intercettare farà decisamente la differenza.

«Le Marche – ha detto Chiara Ercoli – sono la seconda regione più strutturata per il settore Bike nonostante i tempi relativamente brevi in cui è stato lanciato come cluster e contiamo di recuperare ulteriori posizioni».

Exept porta i suoi gioielli nei Virgin Active di tutta Italia

28.03.2022
3 min
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Exept, primo brand al mondo a realizzare telai monoscocca in carbonio su misura, lancia una nuova collaborazione con Virgin Active Italia. Per chi non lo sapesse Virgin Active è un brand riconosciuto a livello mondiale, con più di 250 club dedicati al benessere fisico della persona distribuiti in 8 diverse nazioni. Oggi conta complessivamente 1 milione e 300 mila soci. In Italia i club sono 38 e tutti offrono un’esperienza di allenamento all’avanguardia grazie alla presenza di uno staff di allenatori altamente qualificato.

Finale, il top di gamma per quanto riguarda le e-mtb di casa Exept
Finale, il top di gamma per quanto riguarda le e-mtb di casa Exept

Partenza da Milano

Il lancio ufficiale della collaborazione fra Exept e Virgin Active Italia è avvenuto lo scorso 7 marzo. Nell’occasione è stata esposta una Finale presso il Virgin Active Collection Milano Cavour. Si tratta della e-bike che Exept ha ideato, progettato e testato sui sentieri di casa di Finale Ligure e che fin da subito ha riscosso un notevole successo.

A raccontarci qualcosa di più su questa prestigiosa collaborazione è Alessio Rebagliati, Ceo e Founder di Exept, che abbiamo incontrato a Milano in occasione della prima tappa di quello che sarà un vero e proprio “road show” che permetterà a tutti i soci dei club Virgin Active Italia di poter toccare con mano i gioielli dell’azienda di Finale Ligure.

Alessio Rebagliati, CEO e Founder di Exept
Alessio Rebagliati, CEO e Founder di Exept
Alessio come è nata questa singolare collaborazione?

Tutto è nato da un’amicizia comune con Luca Valotta, presidente e direttore generale di Virgin Active Europe. Luca ha acquistato una nostra e-bike e questo ci ha permesso di conoscerci. Siamo entrati subito in sintonia ed allora abbiamo pensato di proporgli la possibilità di iniziare a collaborare.

In che cosa consiste esattamente questa partnership?

Avete utilizzato il termine corretto. Si tratta davvero di una partnership che si propone di portare benefici a entrambe le parti. La strategia che ha guidato noi di Exept fin dalla nascita del brand è sempre stata ben definita. Il nostro obiettivo non è quello di entrare nei negozi. Vogliamo infatti entrare nei luoghi frequentati dagli sportivi come sono appunto i club Virgin Active. Questo ci permetterà di conoscere nuovi potenziali clienti. Contemporaneamente Virgin Active Italia avrà la possibilità di offrire alla propria clientela un servizio aggiuntivo. Per i loro soci abbiamo infatti riservato uno sconto del 10% sull’acquisto di un qualsiasi modello Exept. Ogni giovedì, a partire dalle 17.00, saremo a disposizione dei soci del club dove saranno esposti i nostri modelli e-bike o strada per offrire loro tutte le informazioni sui nostri prodotti.

In Exept l’attenzione verso il cliente è massima
In Exept l’attenzione verso il cliente è massima
Dopo la tappa inaugurale dove sarà possibile incontrare Exept?

Siamo partiti dal Virgin Active Collection Milano Cavour, uno dei loro club più esclusivi. Dal 7 marzo e per due settimane qui è stata esposta la nostra e-bike Finale. Attualmente siamo sempre a Milano nel loro club di Corso Como. In questi giorni stiamo lavorando al calendario del nostro tour. L’obiettivo è quello di toccare tutti i club Virgin Active più esclusivi toccando le principali città italiane. 

Le novità firmate Exept non si fermano qui. Da pochi giorni è stato lanciato il nuovo sito. A breve sarà implementato con un nuovo servizio che permetterà di effettuare una vera e propria visita, seppure virtuale, allo showroom di Finale Ligure. Anche questo è un modo per essere sempre più vicini all’utente finale.

Exept

Tonelli e Rivi, l’apertura più bella per lo show dei giganti

20.03.2022
5 min
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Tonelli e Rivi in fuga fino al Poggio. Come le band che aprono il concerto delle rockstar, anche alla Sanremo le professional hanno scelto la fuga come solo modo per avere ribalta e inquadrature. E’ l’unico spazio che viene loro concesso dalle WorldTour, per la disciplina non scritta e non necessariamente elegante che vige nel gruppo. Fa eccezione la Alpecin-Fenix che alla massima categoria approderà presto per merito. Per il resto, il gruppo esige che i più… piccoli restino al loro posto nelle retrovie. Al punto che l’undicesimo posto di Albanese e quel Fiorelli capace di prendere la Cipressa in venticinquesima posizione sono da annotare tra i fatti rilevanti della giornata.

Ieri lo scampolo di maggior gloria è spettato a Samuele Rivi e Alessandro Tonelli, partiti dall’inizio e capaci con il passare dei chilometri e delle ore di liberarsi dei due corridori della Drone Hopper, dei due Astana e di Conca, stremato dai crampi.

La fuga ha preso il largo in partenza, ma non ha guadagnato più di 7 minuti
La fuga ha preso il largo in partenza, ma non ha guadagnato più di 7 minuti

Un conto aperto

Alessandro Tonelli corre con la Bardiani-Csf-Faizané, ha 29 anni ed è professionista dal 2015. Con la Sanremo aveva un conto aperto e ieri probabilmente ne ha saldato una parte.

«Non pensavo di arrivare così avanti – ha detto dopo la doccia e poggiandosi all’ammiraglia – volevo almeno scollinare la Cipressa, perché è il quarto anno di fila che andavo in fuga e ogni anno sono arrivato più avanti. L’anno scorso mi hanno preso a metà salita, quest’anno volevo scollinarla, invece sono arrivato alle prime curve del Poggio, meglio di così non poteva andare…». 

Ricordi lontani

Rivi di anni ne ha 23 ed è professionista dallo scorso anno con la Eolo-Kometa. Lui la Sanremo l’aveva vista solo in televisione e quando si è ritrovato nella fuga, ha pensato che il gruppo avrebbe lasciato minuti a grappoli.

«Invece non ci hanno lasciato tanto spazio – ha ammesso – mi ricordavo quando le guardavo in tv, che alla fuga lasciavano anche 12 minuti. Invece ne abbiamo avuti al massimo 7, perciò mi sono detto che ci avrebbero preso presto e mi sarebbe toccato fare fatica anche dopo. La mattina mi hanno lasciato via libera, non vedevo l’ora. E’ stata una sorpresa arrivare così lontano, lo è stato per tutti. Il Poggio sarebbe stato comunque decisivo…».

Sul Capo Berta, è stato Rivi a forzare i tempi, tagliando fuori i due della Drone Hopper
Sul Capo Berta, è stato Rivi a forzare i tempi, tagliando fuori i due della Drone Hopper

Destini intrecciati

Dal momento dell’attacco, la loro giornata è stata parallela e intrecciata da scelte comuni. Come quando si sono resi conto che il resto della compagnia non aveva più gambe.

TONELLI: «Abbiamo sempre collaborato, poi la fatica si è fatta sentire e gli altri hanno iniziato a saltare i cambi. E’ salito un po’ di nervosismo, così Rivi ha voluto fare forte il Capo Berta e si sono rimescolate le carte. Sulla Cipressa invece ho accelerato io da metà in poi e siamo rimasti in due. Ho anche provato a staccarlo, ma non ci sono riuscito, però è stato meglio così, perché tra Cipressa e Poggio ci siamo dati due cambi».

RIVI: «Si è visto che cominciavano a tirare poco. Non avevano grandi gambe, però portarseli in giro non fa mai piacere. Abbiamo accelerato un po’ perché il gruppo si avvicinava. La visibilità in tv per una squadra come la nostra è sempre utile».

Il forcing della UAE Emirates sulla Cipressa ha iniziato a intaccare il vantaggio della fuga
Il forcing della UAE Emirates sulla Cipressa ha iniziato a intaccare il vantaggio della fuga

Un giorno lunghissimo

Una giornata interminabile, da dividere in frazioni per farla passare meglio. Anche se il vento ha reso ogni corsa frenetica e anche il tempo alla fine è passato.

TONELLI: «Quand’è così, si parla o vado nei miei pensieri e basta. Questa volta siamo stati molto fortunati, perché c’era vento a favore e siamo andati veloce. La prima parte mi è passata molto veloce fino al Turchino. Mi sembrava di non andare avanti da Genova ad Albenga e poi è volata. Sul Poggio non mi ero accorto che li avevo a ruota. Ho fatto la curva larga e nel rilanciare mi sono guardato dietro e c’era Laporte che tirava. Fuga finita. Se fossimo stati due in più, potevamo pensare di arrivare, ma così era impossibile».

RIVI: «Non abbiamo parlato tantissimo, un po’ sul Turchino, perché c’erano le condizioni migliori per fare due chiacchiere, per il resto siamo andati forte tutto il tempo. Il vento non è mai stato del tutto a favore. Siamo partiti ed era laterale, poi ci sono stati dei tratti a favore, ma sul mare e lungo la costa non era sempre da dietro. A volte venivano delle ventate contro che rendevano l’azione non troppo regolare. A tratti andavamo a 40 all’ora, a volte a 55. Era un po’ strano. Questo ha reso la corsa più facile soprattutto per noi in fuga, perché ci ha permesso di avere un ritmo più alto e il gruppo avrebbe dovuto andare troppo forte per chiuderci subito. Anche con un minuto in più non sarei riuscito ad arrivare davanti, ma è stato bello così».

Tonelli e Rivi si sono ritrovati sull’Aurelia dopo la Cipressa e sono arrivati al Poggio
Tonelli e Rivi si sono ritrovati sull’Aurelia dopo la Cipressa e sono arrivati al Poggio

Entrambi sono ripartiti acclamati dai compagni e dai tifosi che li hanno riconosciuti. Per Rivi si tratterà ora di correre la Coppi e Bartali, Tonelli andrà al Nord. Di certo le loro immagini rimarranno ancora per un po’ negli occhi del pubblico che ha seguito la diretta integrale e dei tifosi che lungo la strada aspettavano la corsa. Una fuga così non passa inosservata, degno antipasto per un finale da gran gourmet.

L’importanza di “essere” Ernesto Colnago

15.02.2022
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Si finisce di ascoltare Ernesto Colnago con la voglia di alzarsi dalla sedia e fare qualcosa di buono per cambiare il mondo. Perché lui, uno dei geni della bicicletta, ha appena compiuto 90 anni e ha quella capacità ormai rara da trovare, cioè di riuscire a trascinare le persone con la passione per quello che fa da una vita. Da quando aveva 13 anni per l’esattezza. E quello che fa è qualcosa che nasce nella sua mente e si materializza dalle sue mani e da quelle di chi lavora per lui.

L’incontro di Milano si è svolto nel Bocconi Sport Center
L’incontro di Milano si è svolto nel Bocconi Sport Center

Un artigiano, insomma, di quelli che ormai stanno scomparendo, sostituiti da macchine, robot o da persone altrettanto illuminate, ma che rincorrono la creazione di qualcosa di virtuale. Utilissimi per la nostra vita quotidiana – per carità – ma non così affascinanti al pari di uno che costruisce biciclette come lui.

Invito alla Bocconi

Ecco perché l’intuizione dell’Università Bocconi di Milano – che ha organizzato un evento per festeggiare Colnago alla presenza di nomi illustri del ciclismo italiano – è stata all’altezza del suo essere rivoluzionario. Ha permesso ai giovani di conoscere da vicino uno che può tramandare il suo sapere e il suo mestiere alle future generazioni. O quantomeno, che trasmetta ai posteri un’idea, un’intraprendenza, una necessità di trovare qualcosa di nuovo, sempre, ma che si ispiri a principi artigianali, antichi, frutto di studio e saggezza popolare.

Gianmario Verona è stato il padrone di casa in veste di Rettore della Bocconi
Gianmario Verona è stato il padrone di casa in veste di Rettore della Bocconi

«Sono figlio di contadini», ama sempre sottolineare lui. E Ernesto Colnago da Cambiago, manco a dirlo, ha subito centrato il cuore dell’incontro dicendo: «Ragazzi pedalate, perché la bici unisce». Già, la bicicletta, quella creatura tutta sua che negli anni è riuscito a cambiare, modellare, modificare, affinare, rivoluzionare, migliorare per dar modo ai campioni di vincere, agli amatori di sognare, ai giovani di sperare.

Le celebri forcelle dritte

Colnago che ha introdotto prima di tutti il carbonio per costruire i telai, la forcella dritta per migliorarli, le misure più corte per essere più scattanti, tirandosi addosso sguardi stralunati e dubbi sulla reale credibilità della cosa.

La storia del carbonio la conosciamo tutti; quella della forcella e delle misure basta guardare ogni bicicletta di oggi, non c’è bisogno di ripeterla. Tuttavia ricordarsi di certi aneddoti è utile a tutti. Rischiare e provarci è doveroso. E più gli altri ci osservano stralunati più è possibile che l’idea possa funzionare.

Del resto, non guardavano storto anche chi ha inventato il computer oppure il telefonino o – prima ancora – l’energia elettrica per non parlare di chi metteva in dubbio le teorie di Galileo Galilei?

Ernesto Colnago ha ispirato con i suoi interventi tutti i partecipanti
Ernesto Colnago ha ispirato con i suoi interventi tutti i partecipanti

Il rivoluzionario Ernesto

Insomma, Ernesto Colnago ha vissuto una vita da rivoluzionario e il connubio con le due ruote è stato come una bomba atomica perché l’idea di libertà e rivoluzione è intrisa in ogni tassello della bicicletta come mezzo e dello spirito di chi la fa avanzare.

Al cospetto di Colnago, alla Bocconi, giganti come Beppe Saronni, Gianni Bugno, Gianni Motta, Michele Dancelli, Davide Boifava, Mauro Vegni, Stefano Allocchio, Renato Di Rocco, Giovanni Mantovani, Dino Zandegù. Persone d’esperienza, con palmares straordinari. Eppure ognuno con gli occhi lucidi e un sorriso fanciullesco nell’osservare il maestro parlare, nel ricordare incontri, episodi, confronti, attimi di intimità.

Anche Capello e Norma Gimondi hanno testimoniato l’affetto per Colnago
Anche Fabio Capello fra coloro che hanno testimoniato l’affetto per Colnago

L’amico di Gimondi

Tanti nomi di cui si conosceva la stima reciproca e il lavoro di squadra per arrivare a certi successi; ma Colnago è uomo di sport e di ciclismo e dietro alle collaborazioni ufficiali c’erano tante amicizie nascoste, ma altrettante genuine. Come quella con Felice Gimondi, l’uomo Bianchi, acerrimo rivale di Eddy Merckx che correva proprio con una Colnago.

Famiglia, onestà, buone maniere e fiducia sono capisaldi della sua persona, di un uomo che ha sempre onorato e rispettato l’importanza di “essere” Ernesto piuttosto che cavalcare il fatto di “chiamarsi” Ernesto.