Albanese: «Da zero a 100 il passo è lungo»

18.03.2022
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«La Sanremo è nella mia testa – diceva ieri Albanese mentre il treno lo portava verso Milano – non guardate le prime due, sono un altro corridore. Sto ingranando. La squadra non mi fa mancare niente. Ho passato un buon inverno, mi sono allenato bene. Ho iniziato forte con un podio a Mallorca. E sabato voglio proprio fare una bella gara».

In azione alla Vuelta Andalucia, dopo il debutto di Mallorca
In azione alla Vuelta Andalucia, dopo il debutto di Mallorca

Da zero a cento

Vincenzo Albanese, 25 anni, maglia della Eolo-Kometa. Quando alla fine del 2021 s’è trattato di mettere mano al portafogli, Basso ha dovuto fare uno sforzo supplementare per Fortunato e per lui. Pur non avendo vinto, i tanti podi e gli altri piazzamenti hanno suggerito al team di tenerselo stretto. E adesso che arriva la Sanremo, la corsa che sembra tagliata sulla sua misura, si percepisce nelle sue parole la grande grinta. Che non vuol dire spararla grossa con proclami difficili da sostenere, ma volerci provare a fondo.

«Lorenzo ed io – diceva – siamo un po’ i riferimenti della squadra, almeno ci proviamo. Ma penso che finora abbiamo fatto tutti bella figura, entrando nelle fughe e nei finali dove ci è stato possibile. Non posso passare da zero a 100 in un anno e non ho difficoltà ad ammettere che là fuori ci sono corridori molto più forti di me. Ma corrergli accanto mi farà crescere e sperare che magari un domani anche io potrò giocarmi certe corse. Fare una bella Sanremo significa arrivare coi primi, nel primo gruppo. E poi vada come deve andare…».

Tirreno, nella tappa dei muri fermani, Albanese in fuga con Davide Ballerini
Tirreno, nella tappa dei muri fermani, Albanese in fuga con Davide Ballerini

Contro la Juventus

La Tirreno è stata banco di prova e blocco di lavoro, in un quadro di evidente disparità di forze tra i team WorldTour e i professional.

«A parte il freddo che è stato tanto – proseguiva “Vincio” – mi sono giocato la mia carta nella tappa dei muri, anche se ai 500 metri è passato Pogacar e mi ha strappato via… le scritte dai pantaloncini. Sapevamo che sarebbe partita la fuga, ma non potevamo immaginare che ci entrasse Benjamin Thomas, che aveva solo un minuto in classifica e per questo non ci hanno lasciato andare. Invece il giorno prima, verso Bellante, sono stato male di stomaco. Tanti corridori hanno avuto problemi di gastroenterite e bronchite, ma diciamo che era davvero freddo. Quanto al livello delle squadre, è palese che alcune WorldTour di grande budget facciano un altro sport. E’ come andare con la Salernitana contro la Juventus. Magari per qualcuno l’undicesimo posto di Terni è banale, per me che ricordo le sgomitate e la guerra per le posizioni, non lo è stato…».

«Sono un corridore nuovo – dice – lasciate stare il Vincenzo Albanese degli anni scorsi»
«Sono un corridore nuovo – dice – lasciate stare il Vincenzo Albanese degli anni scorsi»

Il meritato rispetto

Eppure la piccola Eolo-Kometa, già lodata da Pozzato per la bella immagine attorno cui ruota il progetto, si sta guadagnando la considerazione dei grandi del gruppo. Lo aveva detto Rivi ad Antalya, capita di risentirlo dalla bocca di Albanese.

«Anche le WorldTour – confermava – adesso ci rispettano. Corriamo bene, siamo corretti, non vengono a dirci niente. Avere due corridori esperti come Gavazzi e Diego Rosa, che sono stati entrambi in grandi squadre, ci permette di avere ottimi consigli su come muoverci per non fare brutte figure o danneggiare gli altri. E questo è positivo».

Rosa e Gavazzi hanno dato alla squadra la credibilità giusta al cospetto degli squadroni
Rosa e Gavazzi hanno dato alla squadra la credibilità giusta al cospetto degli squadroni

Sanremo infinita

Così adesso non resta che correre la Sanremo, la prima per la Eolo-Kometa, che nelle parole di Contador è un orgoglio e insieme un obiettivo.

«Ho fatto una settimana di scarico – spiega Albanese – perché i cinque giorni da domenica alla Sanremo non sono poi molti. Serve essere freschi per fare una gara di 300 chilometri e bisogna evitare di guardare il computerino e i cartelli che indicano la distanza. Si può cominciare a farlo negli ultimi 70-80 chilometri, altrimenti non passa mai.

«E comunque, la tappa di Carpegna alla Tirreno era di 215 chilometri e ho impiegato poco più di 6 ore, una quarantina di minuti meno che alla Sanremo. E’ quel numero 3 davanti che la rende lunghissima. Andrò al via con il 41-54, anche se con questi ritmi, saremo sempre con il 54. Le ruote alte e le previsioni che parlano di vento a favore. Sarà una Sanremo veloce, durerà poco. E so già che Gavazzi e Rosa saranno decisivi per prendere Cipressa e Poggio nelle giusta posizione. Loro due saranno il mio scudo…».