Nel cuore di Milano il primo flagship store rh+

19.09.2024
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Il 2024 di rh+ si sta confermando davvero ricco di importanti novità. Basta pensare al lancio del nuovo sito web (www.rhthelookofsport.com), così come all’acquisizione di Rosti Maglificio Sportivo, storica azienda specializzata nell’abbigliamento custom cycling, a testimonianza della volontà del brand di rafforzare la propria presenza nel mondo del ciclismo. Si tratta di step importanti all’interno della strategia omnichannel che vuole perseguire rh+. A questi si è aggiunta lo scorso 5 settembre l’apertura del primo flagship store rh+ in pieno centro a Milano, esattamente in Corso Garibaldi 115.

Nel flagship store di rh+ a Milano ci sarà modo di scoprire tutti i loro prodotti
Nel flagship store di rh+ a Milano ci sarà modo di scoprire tutti i loro prodotti

Uno spazio all’avanguardia

Il nuovo negozio è stato interamente ristrutturato da Hus, studio di giovani architetti italiani provenienti dall’Accademia di Architettura di Mendrisio, che hanno saputo coniugare tradizione e innovazione, creando uno spazio unico e all’avanguardia. La loro visione ha trasformato il flagship store rh+ in un luogo dove l’estetica contemporanea incontra la funzionalità, offrendo così ai clienti l’opportunità di poter vivere un’esperienza di shopping davvero unica. 

Il negozio fungerà anche da hub dove rh+ inviterà la propria community a partecipare a numerosi workshop e appuntamenti all’aria aperta. L’obiettivo finale è il coinvolgimento di sportivi e curiosi per approfondire insieme temi legati alla montagna, oltre che vivere esperienze outdoor anche in città. 

All’apertura dello store milanese di rh+ era presente Marta Giunti, giovane talento dello sci, ex atleta della nazionale italiana, amante dello sport e della natura, che ha accolto i partecipanti e condiviso i momenti speciali dell’evento sui suoi canali social, coinvolgendo la sua community e amplificando la portata dell’evento.

Sia abbigliamento sportivo che da montagna
Sia abbigliamento sportivo che da montagna

In giro per Milano

Ai milanesi più attenti e più in generale a quanti frequentano quotidianamente il capoluogo lombardo, non sarà sfuggita in questi giorni la presenza in città di un “ospite” particolare. In questo mese di settembre, un tram personalizzato rh+ sta attraversando le strade di Milano, portando il brand in ogni angolo della città. In concomitanza con questa iniziativa, è stato lanciato un contest su Instagram attraverso il quale si invitano le persone a immortalare il tram brandizzato nelle proprie storie, utilizzando l’hashtag #GearUpMilano. Tutti coloro che parteciperanno all’iniziativa riceveranno uno sconto esclusivo da utilizzare sulla nuova collezione FW24/25 rh+ e su una t-shirt limited edition realizzata in occasione dell’apertura di Milano. 

Chiudiamo con le parole di Luigi Cagnoli, General Manager di rh+ che riassumono perfettamente il momento importante che sta vivendo il brand: «Per rh+ questa FW24/25 è una stagione ricca di novità con l’apertura del nostro primo negozio a Milano ed il lancio della linea outdoor. Vogliamo offrire ai nostri clienti un’esperienza completa, attrezzandoli con ciò di cui hanno bisogno per le loro esperienze in montagna. La nuova linea outdoor sarà presente nei negozi da ottobre ed ha l’ambizione di combinare innovazione dei tessuti con lo stile dal savoir-faire italiano per vivere al meglio le attività all’aria aperta». 

rh+

Guerciotti Sixty, bici avveniristica per i 60 anni

22.08.2024
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Guerciotti celebra i sessant’anni di attività, un traguardo davvero importante per l’azienda milanese e per un marchio iconico dell’industria ciclistica italiana.

Per festeggiare il compleanno nasce Sixty, una bicicletta fuori dagli schemi, una bici esclusiva da strada che viene proposta anche in edizione limitata con verniaciatura oro. Entriamo nel dettaglio.

Alessandro Guerciotti con la sorella Micaela e la nuova Sixty
Alessandro Guerciotti con la sorella Micaela e la nuova Sixty

Non solo icona del cross

«Sessant’anni è un bel traguardo – dice Alessandro Guerciotti – e abbiamo voluto creare una bici capace di rappresentare l’eccellenza delle nostre bici delle diverse epoche. Sixty è una bici nuova, non è una rivisitazione e una riproposizione, una bicicletta che anche in fatto di design non è mai stata realizzata prima d’ora. Non è un azzardo, ma il risultato di un progetto che inizia a prendere forma nel 2022 e frutto di una collaborazione stretta con Mitsubishi, uno dei supplier di carbonio più importanti al mondo.

«Proprio questa collaborazione – prosegue Guerciotti – ci ha permesso di disegnare un telaio tanto importante nelle forme, quanto leggero, oltre che particolare per alcuni concetti che porta con sé. Ad esempio tutto l’avantreno con la forcella che non ha il classico stelo, ma presenta una sorta di pivot rigidissimo e particolarmente efficiente sotto il profilo tecnico».

La Sixty nel dettaglio

E’ in carbonio ed utilizza la fibra Mitsubishi T65 con finitura esterna unidirezionale, fondamentale per compattare il composito e fornire rigidità. Oltre ad una fibra dalle elevate qualità tecniche, il fiore all’occhiello (e il segno di distinzione) della Guerciotti Sixty è il design che si spinge verso un’aerodinamica marcata, a tratti estremizzata.

Partendo dall’avantreno, una sorta di blocco unico, dove l’integrazione raggiunge la massima espressione. Forcella, sezione frontale del tubo sterzo e manubrio formano un tutt’uno. La prima ha gli steli dritti, con una sezione frontale risicata e un profilo posteriore tronco. Sottile frontalmente, con sezioni laterali maggiorate ed una testa che si innesta nell’obliquo. Al pari di questa soluzione di design ci sono degli incavi che non fanno altro che aumentare l’efficienza aerodinamica.

Il manubrio è un integrato con l’attacco sdoppiato e rialzato rispetto alla linea dell’orizzonte, mentre la piega è piatta nella parte superiore. Le curve hanno un flare leggermente accentuato.

L’edizione limitata in livrea oro lucido (foto Guerciotti)
L’edizione limitata in livrea oro lucido (foto Guerciotti)

Orizzontale schiacciato e carro semi-curvo

L’obliquo ha volumi equilibrati lungo tutto il suo percorso, mentre l’orizzontale, il piantone e tutto il carro posteriore hanno forme decisamente originali. Il primo diventa quasi una lama, con uno spessore ridottissimo in prossimità del nodo sella (che ha il blocchetto di chiusura integrato). Il reggisella è specifico per la Sixty.

Il piantone è dritto nella prima parte (alta) e si curva verso l’interno del triangolo dalla metà, fino ad arrivare il punto in cui si unisce alla scatola del movimento centrale. Questa soluzione contribuisce anche ad accorciare il retrotreno. I foderi bassi del carro sono dritti ed i volumi non sono eccessivi, mentre gli obliqui ricordano una semi-curva con arcuatura e disegno a lama. Sono piatti ed aerodinamici soprattutto nella parte più alta, delle vere e proprie lame che diventano una cosa sola con l’orizzontale.

La particolarità di tutto l’avantreno (foto Guerciotti)
La particolarità di tutto l’avantreno (foto Guerciotti)

Edizione limitata “gold” in 60 pezzi

Per festeggiare i 60 anni di attività, Guerciotti Sixty viene lanciata in edizione limitata (soli 60 esemplari) con verniciatura oro e finitura lucida, ruote in carbonio QTC Hurricane e trasmissione Shimano Dura Ace. Ognuna di queste bici avrà inciso il nome dell’acquirente. Il prezzo di listino per la limited edition è di 15.000 euro.

La Sixty entra però ufficialmente nel listino Guerciotti. Non solo limited edition, perché la nuova bici sarà disponibile anche con combinazioni cromatiche tradizionali e montaggi differenti con diversi range di prezzo. Guerciotti Sixty è disponibile in cinque taglie: xs, s e m, l e xl.

Guerciotti

Guerciotti festeggia i suoi “primi” 60 anni nel salotto di Milano

21.06.2024
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MILANO – E’ da sempre, o meglio da sessant’anni esatti, uno dei marchi simbolo di Milano, e per celebrare in grande stile un compleanno davvero speciale lo scorso mercoledì Guerciotti ha voluto avere accanto a se i tanti amici che hanno contribuito, ciascuno a modo loro, a rendere unica la sua storia. Per farlo ha scelto una location davvero esclusiva, Terrazza Martini, in pieno centro a Milano, a pochi passi dal Duomo, un altro simbolo del capoluogo lombardo, come lo è appunto Guerciotti per tutti gli appassionati di ciclismo.

Terrazza Martini e la sua veduta mozzafiato sul Duomo
Terrazza Martini e la sua veduta mozzafiato sul Duomo

Una serata di campioni

Alla Terrazza Martini si sono dati appuntamento, fra gli altri, i tanti campioni che hanno pedalato e vinto in sella ad una bicicletta Guerciotti, come Gilberto Simoni e Alessandro Bertolini, solo per citarne qualcuno. Quando si pensa a Guerciotti, l’accostamento al ciclocross viene però naturale ed ecco gli ex-campioni del mondo Roland Liboton, Vito Di Tano, Daniele Pontoni, Mike Kluge e Henrik Djernies. Nessuno di loro ha voluto mancare all’invito ricevuto da Paolo Guerciotti e dai figli Alessandro e Micaela. Stiamo parlando di campioni che sono stati capaci di scrivere pagine indimenticabili nella storia del ciclocross mondiale in sella ad una bicicletta Guerciotti. 

Prima il logo

Qualche piccola anticipazione sulla serata l’avevamo già avuta a fine aprile da Micaela Guerciotti, Direttore Marketing dell’azienda di famiglia. L’avevamo incontrata in quanto incuriositi dal logo Guerciotti che era stato creato per festeggiare i 60 anni e che sta accompagnando in questo 2024 tutte le comunicazioni aziendali. La stessa Micaela Guerciotti ci aveva parlato di una serata davvero unica, nel corso della quale celebrare la storia dell’azienda di famiglia e svelare alcune importanti novità di prodotto. 

Presentazione della nuova SIXTY
Presentazione della nuova SIXTY

Una nuova Guerciotti

Terrazza Martini e la sua vista mozzafiato su piazza Duomo hanno così fatto da cornice ad un evento che si è rivelato un grandissimo successo, anche per merito di una perfetta regia organizzativa che ha saputo emozionare i tanti ospiti presenti. A testimoniarlo le parole della stessa Micaela Guerciotti, vera regista dell’intera serata: «Siamo estremamente orgogliosi di questa serata e dell’ottima riuscita dell’evento. Leggere negli occhi dei nostri ospiti l’emozione provata nel condividere insieme a noi un momento così importante, ci ha nuovamente confermato che siamo sulla strada giusta. E’ una nuova Guerciotti quella che stiamo presentando, forte del suo passato carico di storia, ma carica di entusiasmo e spinta creativa che si traduce in prodotti unici e progetti straordinari».

Ecco le novità

Le sale di Terrazza Martini hanno fatto da sfondo alla presentazione delle ultime novità firmate Guerciotti, a partire dal modello SIXTY, una bici in edizione limitata, capolavoro di tecnica e stile, lanciata per festeggiare il Sessantesimo anno di attività dell’azienda e della quale presto speriamo di potervi raccontare qualcosa di più.

Da sempre attenta alle richieste del mercato, Guerciotti ha saputo cavalcare al meglio la crescita registrata in questi anni da parte del settore della pedalata assistita. Gli invitati alla serata di Terrazza Martini hanno avuto l’opportunità di vedere le ultime novità e-bike di Guerciotti caratterizzate dal nuovo motore EP3+ GP di Polini, partner ormai storico dell’azienda milanese. 

L’importanza di avere al proprio fianco i propri partner tecnici è stata sottolineata dallo stesso Alessandro Guerciotti, CEO dell’azienda di famiglia.

«E’ per noi fonte di grande soddisfazione poter festeggiare un momento così importante per la nostra azienda insieme a clienti e fornitori che rappresentano per noi dei veri partner. Per crescere e poter puntare ad ambiziosi traguardi non solo è importante condividere la stessa visione di business, ma anche costruire delle solide relazioni destinate a durare nel tempo. E l’ampia partecipazione all’evento di questa sera ne è la prova».

Paolo, Micaela e Alessandro Guerciotti con i tanti campioni che hanno corso con le loro bici
Paolo, Micaela e Alessandro Guerciotti con i tanti campioni che hanno corso con le loro bici

Parola a Paolo Guerciotti

La serata di Terrazza Martini è stata un grande successo, anzi un evento memorabile, come ci ha confidato lo stesso Alessandro Guerciotti la mattina successiva. Per celebrare al meglio questo evento memorabile è giusto allora concludere con le parole di Paolo Guerciotti, fondatore sessanta anni fa dell’azienda insieme al fratello Italo. 

«Non avrei potuto festeggiare in modo migliore questo straordinario anniversario, che non vedo come un punto di arrivo ma come un punto di partenza per continuare a crescere e raggiungere obiettivi di assoluta eccellenza. E sono orgoglioso di avere accanto a me i miei figli. Sono certo che saranno in grado di rendere ancora più brillante la nostra stella».

Allora Buon compleanno Guerciotti e appuntamento al 2034 per festeggiare i tuoi “primi” 70 anni. 

Guerciotti

EDITORIALE / Fare finta di nulla significa dargli ragione

17.06.2024
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A forza di abbozzare e non dargli troppa importanza, si finisce col dargli ragione. Il riferimento è alle parole del consigliere comunale di Milano che si è permesso di dire che i ciclisti, ammazzati da automobilisti e camion sulle strade cittadine, se la sono cercata e che a lui non dispiace più di tanto. Dice che c’è bisogno di parcheggi e non di piste ciclabili, dimostrando di non aver capito che le città andrebbero svuotate dalle auto e non riempite (in apertura, una protesta contro il nuovo Codice della strada. Foto FIAB).

Un film già visto

Al di là della considerazione che si possa avere per l’individuo in questione, la cui consapevolezza di quanto avviene nel resto d’Europa è evidentemente nulla, sembra di essere tornati al periodo in cui ci si poteva permettere di dire che i ciclisti sono tutti dopati. E a forza di abbozzare e di non rispondere per non dargli importanza, si è finito col dargli ragione. Ancora oggi, nonostante i programmi antidoping di questo sport siano all’avanguardia e al limite della violazione dei diritti basilari degli atleti, bastano pochi minuti di conversazione con persone comuni per sentire la solita battuta: i ciclisti sono tutti dopati. Il danno è stato fatto, è irrimediabile e ha investito l’immagine e le risorse del ciclismo.

Per cui se una persona, sia pure di vedute limitate, si permette di affermare che dei ciclisti ammazzati non gli importa più di tanto, bisogna trovare il modo di farglielo rimangiare con una denuncia e una condanna così pesanti da disincentivare altri dal pensarlo. Anche se in Italia certe denunce purtroppo non portano a niente. E finisce come alla Granfondo Sportful, dove ieri una signora ha pensato bene di forzare un blocco, immettersi nel percorso di gara e travolgere tre ciclisti, considerando che tutto sommato si trattava solo di una corsa di bici.

Nel 2023 in Italia sono morti 197 ciclisti, ben più ampio il bilancio degli incidenti (depositphotos.com)
Nel 2023 in Italia sono morti 197 ciclisti, ben più ampio il bilancio degli incidenti (depositphotos.com)

Il codice della strage

Nell’Italia, che dall’incentivare l’uso delle bici potrebbe avere solo vantaggi, c’è chi spinge consapevolmente per spostare la bicicletta ai margini della società. Chi invece cerca di farne un mezzo di svolta ecologica o una fonte di guadagno viene liquidato con considerazioni da farti cadere le braccia.

Il Codice della strada, che è stato ormai ribattezzato “Codice della strage”, spinge per l’eliminazione dei controlli di velocità. Siamo tutti automobilisti, sappiamo bene cosa significhi prendere una multa. Ma anziché reclamare una migliore educazione stradale e capire che quel limite potrebbe salvare la vita a un bambino, sotto sotto siamo lieti di poterlo oltrepassare senza rischiare sanzioni. I Comuni ci faranno anche cassa, ma è un fatto che i limiti vengano violati. Il ministro Salvini si oppone alle zone con velocità limitata, allo stesso modo in cui altri capi di governo sostennero che in fondo è giusto non pagare le tasse. Ne consegue che gli utenti deboli della strada continuano a morire e l’evasione fiscale sia una delle piaghe che ci mette sulle ginocchia.

La bicicletta di Rebellin, ucciso il 30 novembre 2022: il simbolo della fragilità del ciclista sulla strada
La bicicletta di Rebellin, ucciso il 30 novembre 2022: il simbolo della fragilità del ciclista sulla strada

Solo De Marchi

Su quell’improvvisa uscita del consigliere ci sarebbe piaciuto leggere una dichiarazione di alti esponenti del Governo, ma non hanno aperto bocca. Ci sarebbe piaciuto leggere la dichiarazione della Federazione ciclistica, ma non hanno aperto bocca. Il ciclismo ha risposto con Alessandro De Marchi, l’unico a metterci la faccia per la sua sensibilità di uomo e poi di ciclista.

E’ sbagliato liquidare le esternazioni del consigliere Paolo Roccatagliata ricordando i suoi svarioni passati, come quando si è presentato nudo a una commissione online dicendo di non essersi accorto di avere la telecamera accesa. E’ sbagliato fare finta di niente. In questo Paese in cui giustamente ci si indigna per i femminicidi, si continua a non notare che muoiono più ciclisti che donne (120 donne nel 2023 e 197 ciclisti) e nessuno dice niente. Anzi, qualcuno ha parlato. E ha detto che non gliene importa più di tanto.

Nuova Trinity by Drali: tradizione, eleganza e spirito racing

14.06.2024
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Lo storico marchio milanese Drali lancia una nuova, elegantissima creatura, che spinge la sua tradizione telaistica un passo più avanti. Si tratta di Trinity, un telaio in acciaio maggiorato con cavi integrati, per freni a disco e cambio elettronico, con l’estetica impareggiabile delle bici artigianali.

Come appena accennato, il cuore di questo nuovo modello è da ricercare nei tubi dal diametro oversize, che garantiscono grande resistenza alle sollecitazioni e riducono le flessioni indesiderate. Tradotto: un telaio con il comfort dell’acciaio Custom Drali, ma dallo spiccato spirito agonistico. Andiamo a vedere più nel dettaglio questo gioiellino, un mix perfetto di tradizione e innovazione.

Rigidità, comfort e “fosfatazione”

Trinity andrà ad inserirsi nella categoria “Special” del brand milanese, della quale sarà il modello più votato al racing. In Drali hanno lavorato molto sulla ricerca della rigidità, che è stata raggiunta grazie alla combinazione fra tubi oversize e una geometria ottimizzata del telaio, il che naturalmente significa maggiore efficienza di pedalata e ridotta dispersione di energia.

Da notare, a questo riguardo, l’attacco dei foderi obliqui posteriori, ribassato rispetto al precedente modello Morpheus: una scelta in linea con le geometrie di tutte le bici più moderne. Modernissima è anche la scelta del passaggio cavi integrato per gruppi elettronici, che migliora l’aerodinamica e rende l’estetica del telaio ancora più pulita.

La scelta dell’acciaio (Custom Drali) conferisce poi alla bici l’equilibrio ideale tra resistenza e comfort, ammortizzando le vibrazioni della strada e garantendo una durata nel tempo. Inoltre è stato utilizzato lo speciale processo di “fosfatazione” per la protezione dei tubi, mentre i punti più delicati come il movimento centrale sono costruiti in acciaio inox per aumentarne la resistenza.

Peso, colore, dettagli e prezzo

Per quanto riguarda il peso l’azienda dichiara 1.720 grammi per il telaio in taglia 51,5 senza verniciatura.

La serie sterzo integrata è da 1’’1/2, per la forcella Deda All Road Carbon inclusa nel kit telaio, completato dal tubo reggisella Drali Carbon. Le misure disponibili sono otto, dalla 50 alla 60,5, mentre il colore è l’elegante Titanium Grey.

Drali inoltre, forte della propria artigianalità, mette a disposizione dei clienti più esigenti diverse customizzazioni, dalla scelta del colore alle geometrie, fino alla possibilità di avere il passaggio cavi esterno per i gruppi meccanici.

Il kit telaio Trinity in formato standard è disponibile al pubblico ad un prezzo di 3.090 euro.

Cicli Drali

Un logo speciale per i “primi” 60 anni di Guerciotti

29.04.2024
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Il 2024 per il brand Guerciotti si annuncia come un anno speciale, che merita di essere celebrato in grande stile. Era infatti il 1964, esattamente 60 anni fa, quando l’azienda, guidata oggi da Paolo Guerciotti e dai sui figli Alessandro e Micaela, muoveva i suoi primi timidi passi in via Petrella a Milano, poco lontano dalla stazione Centrale, in quello che allora era semplicemente un piccolo negozio di poco più di venti metri quadrati. A dare vita a uno dei marchi simbolo di Milano furono lo stesso Paolo e suo fratello Italo. Da allora sono passati ben 60 anni e il marchio Guerciotti ne ha fatta di strada tanto da essere conosciuto e apprezzato in tutto il mondo.  

Una delle prime biciclette Guerciotti. Nel logo il richiamo alla prima sede di via Petrella
Una delle prime biciclette Guerciotti. Nel logo il richiamo alla prima sede di via Petrella

Un logo speciale

L’azienda ha in programma per i prossimi mesi diverse iniziative per celebrare i suoi “primi” 60 anni di attività, a partire da un logo creato per l’occasione, come ha confermato la stessa Micaela Guerciotti, Marketing Director dell’azienda di famiglia, attraverso un comunicato stampa di qualche giorno fa.

«Abbiamo creato un logo dedicato a questo nostro anniversario – spiega – di ispirazione moderna, ma che ribadisce con forza le nostre radici, integrando l’anno della nostra fondazione: il 1964. Questo logo rappresenta la sintesi di 60 anni di avventure, di sfide e di trionfi che si fondono in un’icona che incarna l’anima vibrante della nostra città. Un simbolo rappresentativo e tangibile del nostro passato glorioso e delle promesse del domani».

Per sapere qualcosa di più sulle iniziative alle quali sta lavorando l’azienda per rendere speciale il suo 2024, abbiamo voluto sentire direttamente la stessa Micaela Guerciotti.

Micaela Guerciotti, Marketing Manager Guerciotti
Micaela Guerciotti, Marketing Manager Guerciotti
Partiamo dal logo, da oggi in avanti dove lo potremo vedere?

Andrà ad affiancarsi al nostro tradizionale logo con la stella che da sempre ci contraddistingue. Sarà presente all’interno del materiale di comunicazione che ci accompagnerà nel corso di quest’anno che per noi è davvero importante. Stiamo già lavorando alla realizzazione di una serata celebrativa che si terrà il prossimo 19 giugno alla Terrazza Martini, in pieno centro a Milano, da sempre la nostra città e alla quale siamo molto legati.

Che cosa ci dobbiamo aspettare da quella serata?

Sarà un momento davvero speciale per noi di Guerciotti nel corso della quale celebreremo la nostra storia, quello che siamo diventati oggi e quelli che sono i nostri programmi per il futuro. Lo faremo insieme a tanti amici che ci hanno accompagnato in tutti questi anni, a cominciare dai tanti campioni che hanno pedalato e vinto in sella ad una bicicletta Guerciotti. Sulle nostre biciclette hanno gareggiato atleti del calibro di Giovan Battista Baronchelli, Gilberto Simoni, Alessandro Bertolini, oltre ai mai dimenticati Michele Scarponi e Davide Rebellin… solo per limitarci alla strada. Nell’occasione sveleremo anche due novità e una di queste sarà una Guerciotti speciale realizzata in edizione limitata. Saranno solo 60 modelli, come 60 sono gli anni di vita del nostro marchio.

Paolo Guerciotti in azione nell’amato ciclocross
Paolo Guerciotti in azione nell’amato ciclocross
Avete altre iniziative in programma per i prossimi mesi?

Assolutamente sì, anche se al momento non possiamo anticipare nulla. Stiamo lavorando a due progetti: uno televisivo e uno editoriale. Il primo partirà a breve, a metà maggio, e ripercorrerà la nostra storia. Anche il secondo, quello editoriale, avrà la stessa finalità, ma lo farà in maniera totalmente diversa. Appena sarà possibile sveleremo tutti i dettagli. Quello che possiamo tranquillamente affermare è che si tratta di due iniziative che incarnano alla perfezione la nostra nuova strategia di comunicazione, una strategia moderna ma che non dimentica le nostre radici.

Guerciotti

Decathlon, un nuovo logo per una nuova brand identity

18.03.2024
4 min
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MILANO – Lo scorso 12 marzo, con una diretta streaming che ha coinvolto oltre 70 Paesi e con ben 1.700 store collegati in tutto il mondo, Decathlon ha presentato ufficialmente il nuovo logo e l’obiettivo che intende da oggi perseguire: “Move People Through the Wonders of Sport”. Far muovere le persone attraverso le meraviglie dello sport, rendendo le loro vite migliori e piene di gioia.

Da Parigi verso il mondo

Teatro ufficiale della presentazione, l’Accor Arena di Parigi dove Barbara Martin-Coppola, Global Chief Executive Officer di Decathlon, ha parlato di un giorno molto speciale nella storia dell’azienda francese. Un nuovo capitolo nella fase di trasformazione che sta attraversando Decathlon, un’azienda in cui il cambiamento è elemento naturale della propria storia, anzi della propria mission: diffondere lo sport, renderlo accessibile al maggior numero di persone possibile, offrire loro l’attrezzatura adatta a praticare il proprio sport preferito. Il risultato finale vuole essere una vita sana, felice, anzi gioiosa, in un mondo più vivibile.

Decathlon ha creato una collezione per le prossime Olimpiadi a Parigi
Decathlon ha creato una collezione per le prossime Olimpiadi a Parigi

Ecco il nuovo logo

L’evento di Parigi ha avuto il suo momento clou con la presentazione del nuovo logo che da oggi in avanti caratterizzerà tutti i prodotti Decathlon e la comunicazione dell’azienda francese.

Il nuovo logo è caratterizzato dalla presenza, accanto alla tradizionale scritta Decathlon, di una “Orbita”, una nuova brand icon che esprime circolarità, ma anche il movimento presente in tutti gli sport. Ognuno può vedere al suo interno cose diverse: un’onda, una vetta, un battito cardiaco. Un logo che vuole soprattutto esprimere passione e naturalmente invitare al movimento e quindi a fare sport. 

Un nuovo portfolio brand

Proprio per aiutare le persone ad avvicinarsi alla pratica sportiva, Decathlon ha rivisto e semplificato il proprio brand portfolio attraverso 9 category specialists: Quechua (montagna), Tribord (sport legati all’acqua e al vento), Rockrider (ciclismo outdoor), Domyos (fitness), Kuikma (racchette), Kipsta (sport di squadra), Caperlan (pesca), Btwin (mobilità urbana) e Inesis (golf), e 4 expert brands: Van Rysel, Simond, Kiprun e Solognac.

Ogni singolo brand ha una sua identità ben precisa per aiutare l’utente finale a trovare il prodotto ideale per l’attività sportiva che desidera svolgere.

Questo è il nuovo logo scelto da Decathlon
Questo è il nuovo logo scelto da Decathlon

La salute del pianeta

Il voler portare sempre più persone a praticare uno sport si ripercuote in chiave positiva anche sulla salute del pianeta. Un tema quest’ultimo molto caro a Decathlon che si è impegnata a diventare Net Zero entro il 2050. Si tratta di un progetto a lungo termine che vede però già oggi l’azienda francese fortemente impegnata nel portarlo a termine. Decathlon lavora infatti a stretto contatto con fornitori e partner per attivare la sostenibilità lungo tutta la supply chain. Con questo approccio collaborativo, l’azienda vuole aprire la strada a nuovi business model basati sulla circolarità e sull’aumento del ciclo di vita dei propri prodotti. Per farlo Decathlon sta aumentando la durata di vita degli stessi, consentendo ai clienti di riutilizzare, riparare e riciclare i prodotti.

Tocca ai negozi

Il nuovo luogo e di conseguenza la nuova brand identity di Decathlon avrà un forte impatto anche sugli oltre 1.700 negozi Decathlon presenti in tutto il mondo. Questi ultimi saranno ristrutturati con un allestimento completamente nuovo, offrendo ai clienti una navigazione intuitiva, una maggiore visibilità dei prodotti, accattivanti display fisici e digitali, il tutto per creare un clima decisamente accogliente e coinvolgente per il cliente.

Un motto è stato applicato sui capi di abbigliamento: Questo indumento non è morto, affatto
Un motto è stato applicato sui capi di abbigliamento: Questo indumento non è morto, affatto

C’è anche l’Italia

Decathlon Italia ha dato ai giornalisti italiani la possibilità di seguire la diretta streaming dando loro appuntamento a Milano, in zona Porta Ticinese. E’ stata anche l’occasione per conoscere Jean-Francois Mace, da poco più di un mese CEO di Decathlon Italia. 

Per quel che riguarda il nostro Paese, il rinnovamento dei punti vendita è già iniziato ed entro il 2026 interesserà i 150 store presenti in Italia. Nel frattempo proseguiranno le inaugurazioni di nuovi punti vendita che porteranno presto a 9.000 il numero di persone impiegate complessivamente da Decathlon nel nostro Paese. Restando poi in Italia, sono stati individuati undici sport principali o prioritari e tra questi sei sport strategici. Si tratta di tennis, padel, sci, ciclismo, calcio, running. A loro sarà dedicato all’interno di ciascun store uno spazio più grande e facilmente individuabile dal cliente.

Comunicazione dedicata

In questa fase di trasformazione un ruolo fondamentale lo assumerà anche la comunicazione, affidata a Rossella Ruggeri, marketing and communication director di Decathlon Italia.

“Ready to Play?” è il payoff che caratterizzerà la nuova comunicazione Decathlon a livello global che da oggi scatta ufficialmente anche in Italia. Una domanda che in realtà è un invito, un’esortazione a fare sport. Per l’occasione è stato realizzato un nuovo spot ed è stata prevista una campagna di affissioni a Milano e Roma. A tutto ciò si aggiunge una nuova comunicazione all’interno degli store Decathlon, un nuovo sito e una nuova app. Sono state inoltre previste campagne social e il contributo di diversi ambassador come la campionessa di pallavolo Alessia Orro.

Decathlon

Maestri capitano di strada nella nuova Polti-Kometa

16.01.2024
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MILANO – Quando nel bel mezzo della presentazione del Team Polti-Kometa, Ivan Basso ha detto che il capitano sarà Maestri, Mirco ha quasi fatto un salto sulla sedia. Non perché non lo sapesse, ma perché sentirlo dire davanti a tutti in un’occasione così importante per la squadra fa un certo effetto. Il corridore di Guastalla (in apertura sulla sinistra, con Lonardi, foto Maurizio Borserini) è arrivato nel team che si chiamava Eolo-Kometa nel 2022, dopo sei stagioni alla Bardiani e forse neppure lui si aspettava una simile investitura. Anche se, soprattutto dopo il ritiro di Gavazzi, sarebbe ingiusto dire che non abbia lavorato per diventare una figura centrale del team.

Maestri, primo da sinistra, è stato individuato dai dirigenti del team come road captain (foto Maurizio Borserini)
Maestri, primo da sinistra, è stato individuato dai dirigenti del team come road captain (foto Maurizio Borserini)
Che effetto fa sentirselo dire davanti a tutti?

Detto da Ivan Basso, Alberto Contador e suo fratello “Fran”, fa venire la pelle d’oca, anche adesso che ne stiamo parlando insieme. E’ un orgoglio. Questo è il mio terzo anno in squadra dopo sei con i Reverberi e quando sono arrivato ho capito che questa è una famiglia che a me ci teneva e ci tiene. Piano piano credo di avergli dimostrato di poter avere un impatto utile anche nei confronti dei più giovani. Cioè che io penso al bene della squadra, più che al mio personale. Alla fine se c’è un compagno che va forte, è giusto che abbia tutte le possibilità per rendere al meglio. Forse questo ha fatto sì che Ivan, Alberto e “Fran” abbiano visto in me la sincerità e la trasparenza.

Che cosa significa capitano?

Il capitano, soprattutto in questa squadra, è il road captain, non quello che vince le corse. In termini di risultati, abbiamo corridori molto più vincenti, a partire da Fabbro, come anche Lonardi che ha dimostrato nel fine di stagione di andare molto forte, Restrepo che è arrivato da poco, il nostro Bais e tanti nuovi giovani. Quanto a me, nelle corse in cui sarò presente farò da filtro con i direttori sportivi affinché la squadra renda al meglio.

Fabbro riscuote la fiducia di Maestri. Qui il friulano con Davide Bais, entrambi della scuola Ct Friuli (foto Maurizio Borserini)
Fabbro riscuote la fiducia di Maestri. Qui il friulano con Davide Bais, entrambi della scuola Ct Friuli (foto Maurizio Borserini)
E’ giusto dire che Gavazzi sia stato il tuo maestro?

Giustissimo, infatti ci sentiamo spesso e continueremo a vederci, perché è rimasto in squadra con un ruolo diverso. Quando già nel 2022 cominciò a parlare di ritiro, gli chiesi di fare un altro anno perché avevo ancora bisogno di lui. Perdere il “Gava” per me è stato come perdere una stampella, un appoggio importante. Però credo che a 32 anni, questo è il nono da professionista, un po’ di esperienza comincio ad averla e in ogni caso con Francesco mi terrò in contatto.

Qual è l’insegnamento più importante che ti ha lasciato prima di andare in pensione?

Di essere serio nei momenti giusti, di essere scherzoso e comunque di fare gruppo. Di essere trasparente e di pensare comunque al bene della squadra. Gavazzi ha sempre dimostrato di mettere da parte le sue ambizioni, per coprire un compagno e fargli prendere meno aria. Era a disposizione di tutti. Anche nel 2023, nell’arrivo del Giro a Viareggio, eravamo insieme nel primo gruppo e lui non ci ha pensato due volte a tirarmi la volata e io sono arrivato nono. Essendo il suo ultimo Giro d’Italia, poteva tranquillamente fare la sua volata. E io gli ho chiesto più volte se avrebbe voluto farla, ma anche quel giorno si è sacrificato, con la solita serietà. E io, quando ho capito di avere questo ruolo, ho detto chiaramente che spero di valere la metà di quel che ha fatto vedere lui. Siamo entrambi interisti e come riferimento abbiamo Javer Zanetti, che per l’Inter è stato il capitano.

Secondo Maestri non sarà facile sostituire Albanese (alla sua sinistra), ma il gruppo Polti è molto forte
Secondo Maestri non sarà facile sostituire Albanese (alla sua sinistra), ma il gruppo Polti è molto forte
Che inverno è stato finora?

Tranquillo, anche per il resto della squadra, ci siamo allenati bene. Quest’anno è arrivato un team di nutrizionisti, che non solo ci seguirà dalla parte di nutrizione, ma anche di integrazione in corsa. E’ un argomento di grande attualità e quindi siamo contenti. I ragazzi stanno bene, ci sono tutte le carte per partire come si deve.

Sono partiti Fortunato e Albanese, finora i nomi di spicco della squadra, eppure Basso ha detto che secondo lui quest’anno siete più forti.

Penso che Fabbro sia un ottimo corridore. Se le cose vanno come devono, al Giro d’Italia sarà fondamentale. E’ un corridore con dei numeri davvero buoni, una testa, una preparazione e un’esperienza da poter far bene già da subito. Restrepo viene con dei buoni propositi. Difficile paragonarlo ad “Alba”, con cui tengo ancora i contatti, perché corridori come Albanese in Italia ce ne sono veramente pochi. Che arrivano in volata e tengono in salita. Però Lonardi e Restrepo possono sopperire alla sua assenza. Insomma, abbiamo perso due individualità forti, ma credo anche io che nel complesso la forza media della squadra sia cresciuta.

Contador, i campioni generosi e il ciclismo dei folli

13.01.2024
4 min
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MILANO – Attorno ad Alberto Contador c’è come al solito il capannello dei giornalisti. Lo spagnolo è venuto a Milano per la presentazione del Team Polti-Kometa (in apertura il team in allenamento a Oliva, foto Maurizio Borserini) di cui è titolare assieme a Ivan Basso, ma le domande vertono su tutto il resto. Si parla di Pogacar e di Vingegaard. Dello sloveno che tenterà la doppietta e la battuta di Alberto apre la porta su uno scenario che nessuno finora ha ipotizzato.

«Se Pogacar vince il Giro e poi il Tour – dice Contador – poi va alla Vuelta e vince pure quella».

Lo intercettiamo qualche minuto più tardi davanti al buffet. La curiosità non riguarda gli altri, ma la Fundacion Alberto Contador che è alla base della professional appena svelata. La Spagna brilla per la sensibilità dei suoi campioni. Samuel Sanchez, Alejandro Valverde, Alberto Contador e persino Stefano Garzelli hanno creato delle scuole di ciclismo. Sono strutture serie, su cui i campioni investono, attirano risorse grazie al loro nome e così restituiscono allo sport ciò che ne hanno ricevuto. E’ una forma di generosità matura, che in Italia purtroppo non conosciamo: i nostri ex queste cose non le fanno, non tutti almeno. Di fronte al tema che lo riguarda così da vicino, Contador mette giù il piatto e fa cenno di spostarci.

Contador ha partecipato alla presentazione del Team Polti-Kometa, di cui è uno dei titolari
Contador ha partecipato alla presentazione del Team Polti-Kometa, di cui è uno dei titolari
Quanto è importante la Fundacion Contador per il Team Polti-Kometa?

E’ molto importante. No, di più. Credo che sia un punto di differenziazione rispetto alle altre squadre. Abbiamo iniziato con gli juniores, poi con la categoria under 23 e ora quella professionistica. Perché ci crediamo. Abbiamo visto corridori come Enric Mas, Carlos Rodríguez, come Juan Pedro López, come Oldani, come tanti altri che hanno lasciato la Fondazione. Penso che questo sia un chiaro segno che si tratta di un buon vivaio, una buona “cantera” per reclutare giovani corridori.

E’ un peccato che tutti quei corridori siano andati in altre squadre?

Sì, è certamente un peccato. E’ un po’ una legge della vita, ma è anche vero che quando se ne sono andati non avevamo ancora una squadra di professionisti. Ora abbiamo giovani di talento come Piganzoli e Fernando Tercero. Corridori nei quali abbiamo fiducia e vedremo se riusciranno a soddisfare le aspettative.

In Spagna la tua Fondazione non è un caso isolato, vedendo quel che fanno Sanchez, Valverde e Garzelli.

Sì, è vero, penso che sia un piacere vedere uomini che sono stati ai vertici del loro sport concedere una possibilità ai più giovani. Ci facciamo sempre la stessa domanda, in Italia forse più che in Spagna. Ci chiediamo perché non ci siano corridori e così via, ma io credo che dobbiamo cercare di fornire risorse e risposte. E penso sia importante per noi ex atleti il fatto di aiutare il più possibile. E’ un’ottima cosa.

La Fundacion Contador cresce giovani atleti e raccoglie fondi per la ricerca sull’aneurisma cerebrale
La Fundacion Contador cresce giovani atleti e raccoglie fondi per la ricerca sull’aneurisma cerebrale
Qual è il tuo ruolo rispetto ai corridori della squadra?

Mi piace stare a contatto con loro. E’ vero che a volte magari li metto in crisi, perché valuto tutto ricordando il mio punto di vista su tutti gli aspetti. E io avevo un livello di pretese così alto, che a volte per loro può sembrare negativo. Cerco di restare calmo, l’ho imparato negli anni, però mi piace dare consigli e non passare il mio tempo solo con gli allenatori e gli sponsor.

Avevi pretese altissime, come ti saresti trovato in questo ciclismo in cui si rincorre la perfezione?

Mi piacerebbe correre in questo periodo, mi piacerebbe correre in generale. Il ciclismo è uno sport che mi appassiona e mi piace, come in questi ultimi anni, che sia anche un po’ folle. Forse quando facevo le mie pazze azioni in passato, non avevo compagni di avventura. Invece penso che adesso avrei con me qualche attaccante in più, a cui piace fare cose diverse. Sarebbe davvero divertente.

La vittoria di Bais a Campo Imperatore è per Contador la prova che si può fare bene anche senza budget stellari
La vittoria di Bais a Campo Imperatore è per Contador la prova che si può fare bene anche senza budget stellari
E’ possibile fare le cose per bene con un budget inferiore a quello degli squadroni?

Penso che stiamo andando nel verso giusto. La svolta che abbiamo fatto ci ha permesso di salire di livello. La vittoria di tappa al Giro dello scorso anno è un segnale molto interessante. Il successo di Bais a Campo Imperatore è stato il solo di una squadra non WorldTour ed è la dimostrazione che preparando molto bene un obiettivo, lavorando con precisione millimetrica, si possono ancora fare grandi cose.