In bici con un pro’. Ottanta chilometri con Lonardi

20.10.2022
6 min
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Capita anche di ritrovarsi a pedalare con un professionista. E’ la magia del fine stagione quando all’improvviso tutto rallenta e c’è tempo di fare due chiacchiere. Due chiacchiere con Giovanni Lonardi. Quasi 80 chilometri fatti fianco a fianco nelle pianure di Jesolo.

E si sa, in bici si parla meglio (anche se non c’è il taccuino dietro!). Gli stessi capi della Eolo-Kometa, Ivan Basso e Luca Spada, raccontano che le loro migliori idee, i migliori dialoghi, avvengono quando sono in sella.

Lonardi impegnato all’ultima Coppa Bernocchi vinta in volata da Ballerini
Lonardi impegnato all’ultima Coppa Bernocchi vinta in volata da Ballerini

In sella…

Con Giovanni s’inizia a parlare mentre spalla a spalla si salta dalla ciclabile del Sile alla strada. E per questo si scherza sul limare.

«Oggi tutti limano – dice Lonardi – un po’ perché in gruppo c’è meno rispetto di una volta e un po’ perché con le velocità alte che ci sono è necessario. Oggi succede che magari partono a 100 chilometri all’arrivo. E se a muoversi è un Evenepoel poi vallo a prendere… Devi andare forte, ma forte davvero.

«Quest’anno alla Coppa Bernocchi ho e un po’ tutti abbiamo fatto ogni record sulle salite, con i watt espressi. Non immaginate come siamo andati, eppure ad un giro dalla fine sulla salitella mi sono staccato. Altri velocisti si sono staccati anche prima di me. Ne parlavo con Viviani… lui si è fermato anche prima. E’ incredibile.

«Impressionante quest’anno è stata la Tirreno in più di qualche occasione: ritmi folli. O ad inizio agosto, al Tour de l’Ain, ho sofferto l’ira di Dio. Okay, non era una gara per me, ma ho fatto una fatica bestiale, tanto più che ero al rientro dopo lo stacco estivo. Penso di averla recuperata adesso!».

Lonardi racconta, ma sul suo volto non può non esserci un filo di perplessità. Ma come? Esprimo i miei migliori valori eppure mi stacco? Come si fa a mantenere gli stimoli?

«Gli stimoli però ci sono sempre, non vengono meno. Se tu stai bene alla fine te la giochi. Se ci credi il momento giusto lo trovi. Devi saper cogliere l’occasione quando capita… come è successo a me ad inizio stagione: gamba giusta, nella giornata giusta».

Giovanni Lonardi vince la Clàssica Comunitat Valenciana 1969. Era il 23 gennaio scorso
Giovanni Lonardi vince la Clàssica Comunitat Valenciana 1969. Era il 23 gennaio scorso

Il 2022 al vaglio

Lonardi ci parla della sua stagione. Era partito alla grande con una vittoria in Spagna, poi c’è stata una flessione in primavera che di fatto lo ha tagliato fuori dal Giro d’Italia. E questo è un nodo cruciale… anche in ottica 2023.

«Sono partito bene con quella vittoria – dice Lonardi – e sono stato contento perché nuova squadra, nuovi stimoli e mi sono trovato benissimo sin da subito. E ho proseguito con un secondo posto e altri piazzamenti. Poi sono andato un po’ in calo. Per fortuna a fine stagione mi sono ripreso e le sensazioni sono tornate ad essere buone.

«Cosa mi è mancato? La condizione – ribatte secco Giovanni – la condizione verso aprile, maggio… Mi sono fatto un’idea e credo sia stato un problema specifico di preparazione. Per questo in vista dell’anno prossimo voglio cambiare alcune cose. Fare il contrario, magari meno ore e più intensità».

Lonardi in azione. «Oggi in gruppo si lima sempre di più», ha detto il veronese
Lonardi in azione. «Oggi in gruppo si lima sempre di più», ha detto il veronese

Quanto correre?

Mentre si fila ben oltre i 30 all’ora, riusciamo a non perdere lucidità, per fortuna il gruppo è folto e a ruota si sta benone. Le riflessioni continuano.

Abbiamo parlato del limare in un gruppo sempre più aggressivo e di preparazione. Oggi si dice che bisogna andare alle corse ben preparati, ma altrettanto non bisogna perdere il feeling con corse che sono sempre più al limite. Dove sta il punto di equilibrio?

«Questo è difficile – spiega Lonardi che non ha neanche il fiatone – per esempio io sono convinto che non facendo il Giro a maggio e giugno ho corso poco e quella continuità mi è mancata in quel periodo. Però è anche vero che se non hai tempo di prepararti neanche puoi andare a correre, altrimenti fai solo fatica e peggiori la tua situazione. Quindi è importante correre tanto, ma nei periodi giusti».

Sosta caffè lungo il Parco del Sile. Oltre a Lonardi, c’era anche Simone Bevilacqua (alla sua sinistra)
Sosta caffè lungo il Parco del Sile. Oltre a Lonardi, c’era anche Simone Bevilacqua (alla sua sinistra)

Come al bar

Le nostre domande e le nostre curiosità sono quasi “da bar”. Siamo in bici con un protagonista del gruppo e siamo curiosi di sapere come vanno le cose quando in gara ci sono Evenepoel e Pogacar. Davvero cambiano i ritmi? Chi è più forte? 

«Già alla partenza – sorride Lonardi – quando ci sono questi campioni, soprattutto Remco, sai che appena la corsa entrerà nel vivo, ma anche prima, ne vedrai delle belle. Se vedi la loro squadra che va davanti capisci che devi prepararti a soffrire. Poi non devi aver paura, perché se subisci psicologicamente sin da subito diventa più dura. Però è un piacere vederli, perché capisci che hai tanto da migliorare, puoi ambire a molto.

«Pensi che questi ragazzi giovanissimi fanno determinate cose e ti dici: se lo fanno loro posso farlo anche io. A me danno stimolo. Provo a fare qualcosa di più in allenamento. Vedo quel che fanno loro. Poi è chiaro che non siamo tutti uguali e che sono fenomeni, però è intrigante mettersi in gioco con loro».

Dopo la sgambata (per lui, per noi è stato un vero allenamento), ci si concede un po’ di relax al sole ancora caldo di questo ottobre
Dopo la sgambata (per lui, per noi è stato un vero allenamento), ci si concede un po’ di relax al sole ancora caldo di questo ottobre

Giro nel mirino

Lonardi, velocista classe 1996, ha già alle spalle due Giri d’Italia, uno con la Nippo e uno con la Bardiani, il vero obiettivo del 2023 è quello di tornare a disputare la corsa rosa.

«Ovviamente è quello l’obiettivo e tornarci mi piacerebbe. Ma farlo solo per soffrire no. Tornarci per essere protagonista sì».

Per essere protagonista con le ruote veloci del Giro Giovanni sa che non dovrà essere solo veloce, dovrà tenere anche in salita. Il dislivello medio della prossima edizione è di 2.440 metri a frazione. Tradotto: devi andare forte in salita.

«Lo so bene – conclude Lonardi – se guardi il Caleb Ewan della situazione può passare salite anche importanti. E per giocarti la volata con lui o un Demare devi “salvare” le salite e saltarle bene, altrimenti rischi che sì, passi il Gpm, ma non hai le gambe per farla. E magari a quel punto la volata la fa chi non è un velocista puro però è più fresco. Ma il tutto diventa anche più rischioso perché non si muovono da sprinter».