La stagione di Gaia Realini non è sicuramente iniziata nel migliore dei modi vista la frattura al gomito di qualche giorno che l’ha costretta a fermarsi. Per la scalatrice della Lidl-Trek si tratta di uno stop nella rincorsa agli obiettivi stagionali. Un rallentamento che però non spaventa visto che siamo a gennaio. Un infortunio che deve lasciare lontani eventuali allarmismi ma che comunque è da non sottovalutare. In un post sui social Realini ha scritto: “Qualche giorno fa sono caduta in allenamento, una piccola frattura al gomito che sicuramente non ci voleva… La stagione non è ancora iniziata e il meglio deve ancora venire”.
Per capire cosa comporta una frattura al gomito e come si gestisce siamo andati da Maurizio Radi, fisioterapista e responsabile del Fisioradi Medical Center.
«Il gomito – ci spiega subito – è un’articolazione tra omero, ulna e radio, e in base alla frattura viene impostato un percorso terapeutico riabilitativo mirato. Nel caso di Realini bisogna capire che tipo di frattura ha avuto».
Abbiamo chiesto chiarimenti sulla frattura al gomito a Maurizio Radi, titolare del Fisioradi Medical CenterAbbiamo chiesto chiarimenti sulla frattura al gomito a Maurizio Radi, titolare del Fisioradi Medical Center
Sui suoi canali social Realini ha scritto che ha riportato una piccola frattura al gomito destro, non scomposta.
Se ci si trova davanti a una frattura composta il gomito viene immobilizzato con un tutore. Si preferisce quest’ultimo al gesso perché permette di avere una gestione migliore della riabilitazione. Infatti inizialmente l’articolazione viene immobilizzata a novanta gradi. Poi dopo una settimana o una decina di giorni può essere parzialmente sbloccata a quarantacinque o sessanta gradi e si può iniziare la riabilitazione.
Non bloccare subito il gomito cosa comporta?
Il tutore è da considerare al pari di un gesso, per questo bisogna parlare bene con l’atleta e spiegare che comunque c’è da fare attenzione. Tuttavia questo metodo permette di iniziare al più presto con le terapie che servono per ridurre la rigidità che altrimenti si creerebbe con il gesso.
In caso di frattura composta si preferisce immobilizzare il gomito con un tutoreSe la frattura è scomposta è necessario intervenire chirurgicamenteIn caso di frattura composta si preferisce immobilizzare il gomito con un tutoreSe la frattura è scomposta è necessario intervenire chirurgicamente
Di quali terapie parliamo?
La prima che si può fare grazie all’uso del tutore è la magneto terapia che stimola la creazione del callo osseo. Può essere associata alla fisioterapia strumentale, tipo tecar o laser, per ridurre infiammazione e gonfiore. Si può anche iniziare un’elettrostimolazione per tenere attivi i muscoli e i tendini.
Il gomito quindi non è una frattura complessa?
In realtà sì perché ci sono diverse ossa che compongono questa articolazione, a seconda di quella che riporta la frattura si deve agire in una determinata maniera. La prima cosa da fare è andare da un ortopedico specialista che è in grado di definire quale trattamento adoperare. Una radiografia è il primo passo per avere una corretta diagnosi, in alcuni casi serve completamento diagnostico tramite RMN o TAC.
La riabilitazione attraverso la fisioterapia può iniziare dopo una settimana o dieci giorniLa riabilitazione attraverso la fisioterapia può iniziare dopo una settimana o dieci giorni
Per un ciclista quanto è invasivo come infortunio?
Non molto se si considera che il gomito non è la prima articolazione di carico in questo sport. Chiaramente con l’immobilizzazione c’è una perdita del tono muscolare ma non è così importante come se avvenisse sugli arti inferiori. In bici l’utilizzo del gomito è molto limitato.
Nonostante le mani siano uno dei punti di contatto con la bici e quindi di sostegno del peso?
Le braccia sostengono il peso del busto ma questo si divide tra mano, polso, gomito e spalla. Se una di queste parti viene meno a causa di un infortunio le altre vanno a compensare. Anche se il recupero a livello dell’articolazione del gomito non dovesse essere totale questo non andrebbe a intaccare la guida della bici. Poi va detto che su un infortunio come quello della Realini il recupero totale è praticamente certo.
E’ possibile tornare ad allenarsi e correre anche con una mobilità parziale del gomito, ne è un esempio PozzovivoE’ possibile tornare ad allenarsi e correre anche con una mobilità parziale del gomito, ne è un esempio Pozzovivo
Dopo quanto tempo si può tornare in bici?
Grazie ai rulli quasi subito. Una settimana si deve stare fermi però poi con accortezza si può già tornare a pedalare. Il ritorno su strada dipende dagli obiettivi e da quanto si vuole aspettare, ma una volta recuperato almeno il 50 per cento della mobilità del gomito si può guidare serenamente la bici.
L’entusiasmo aumenta nell’attesa che si svolga la terza edizione della “Serata di Grande Ciclismo”, l’evento organizzato con cura e passione da Fisioradi Medical Center in collaborazione con il Cà Virginia Country House & Wellness. Quest’appuntamento speciale è fissato per venerdì 17 novembre alle ore 20 presso la suggestiva Tenuta del Monsignore di San Giovanni in Marignano. Come da tradizione, questa serata vuole rappresentare un vero e proprio omaggio al mondo del ciclismo e sarà l’occasione per premiare atleti professionisti italiani che si sono distinti nel corso dell’ultima stagione agonistica, nonché giovani talenti marchigiani che hanno brillato nel panorama ciclistico regionale. Questi ultimi accomunati nel ricordo dell’indimenticato Marco Ragnetti.
Vale inoltre la pena ricordare che per partecipare a questa emozionante serata dedicata al ciclismo è necessario prenotare il proprio posto, al costo di 35 euro.
La terza edizione della Serata di Grande Ciclismo si terrà il 17 novembre alle 20Tanti gli invitati a questo evento, che avrà luogo presso la Tenuta del Monsignore di San Giovanni in MarignanoLa terza edizione della Serata di Grande Ciclismo si terrà il 17 novembre alle 20Tanti gli invitati a questo evento, che avrà luogo presso la Tenuta del Monsignore di San Giovanni in Marignano
Sulle strade del Giro
Ma le sorprese non finiscono qui. Il giorno successivo, sabato 18 novembre, è difatti prevista un’escursione in bicicletta in compagnia di tutti i professionisti che hanno partecipato alla “Serata di Grande Ciclismo”. Un’occasione unica per pedalare assieme a loro lungo le strade che il prossimo Giro d’Italia 2024 affronterà in occasione di una spettacolare tappa con arrivo a Fano. Il punto di ritrovo è fissato per le 9,30 presso il Meccai Padel Club di Fossombrone (in via Enrico Mattei, 8).
L’evento “Serata di Grande Ciclismo” è reso possibile grazie al sostegno attivo di numerose aziende e partner, tra cui Fisioradi Medical Center, Cà Virginia Country House & Wellness, Enervit, NOB, Eyerise, Cicli Olivieri, Pesaro Assicura, Imatra, Falegnameria Artigianale, Crainox, Valeriani & Rossini, Stemas, Azienda Agricola Aia Vecchia, Green Bike, Netability e Hotel Blu Arena.E’ grazie alla loro collaborazione che questa serata si preannuncia come un evento davvero indimenticabile per tutti gli amanti del ciclismo.
Il Fisioradi Medical Center è diventato un punto di riferimento per i ciclistiIl Fisioradi Medical Center è diventato un punto di riferimento per i ciclisti
Il futuro della bicicletta
«La nostra Serata di Grande Ciclismo – ha dichiarato a bici.PRO Maurizio Radi, il titolare e fondatore di Fisioradi Medical Center, ed al tempo stesso il co-organizzatore, insieme a Giacomo Rossi di Ca’ Virginia, dell’appuntamento di gala del 17 novembre – cresce in maniera importante anno dopo anno. E di questo siamo estremamente orgogliosi. Orgogliosi, sì, perché vediamo celebrata la nostra passione per il ciclismo e per la bicicletta più in generale.
Desidero ringraziare le realtà aziendali che sono nostri partner in questa serata. In realtà mi piace piuttosto definirli amici, che come noi credono in un futuro dove la bicicletta sia sempre più protagonista a 360 gradi: sia da un punto di vista agonistico quanto, e soprattutto, come vero e proprio veicolo sostenibile e di benessere per tutti noi».
E’ oramai questi tutto pronto per la disputa, domenica prossima 2 luglio, dell’edizione numero due della Rossini-Raffaello – Memorial Marco Ragnetti, la gara in linea riservata alla categoria allievi con partenza dal centro di Pesaro ed arrivo fissato nella meravigliosa Urbino proprio difronte alla celebre facciata rinascimentale del Palazzo Ducale. E giusto qualche giorno fa, presso la Sala Rossa del Comune di Pesaro, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione di questo importante evento giovanile, manifestazione che quest’anno sarà valevole per l’assegnazione della maglia di campione regionale: una bellissima novità per una competizione che cresce veloce…
All’incontro di presentazione hanno partecipato gli organizzatori Maurizio Radi, del Fisioradi Medical Center, e Giacomo Rossi, titolare quest’ultimo della struttura Cà Virginia Country & Wellness Resort, e poi Fabio Francolini, Presidente FCI della provincia di Pesaro-Urbino e vice presidente AlmaJuventusFano, insieme a Michele Sgherri consigliere AlmaJuventusFano. Oltre a loro, presenti anche le principali autorità pubbliche a testimoniare l’importanza fondamentale di una coalizione esistente tra settore privato e pubblico con l’obiettivo di alzare il livello di qualità dello stesso progetto agonistico. Presenti tra il pubblico degli intervenuti anche i genitori di Marco Ragnetti, il giovane corridore marchigiano al quale viene dedicata la manifestazione.
La Rossini-Raffaello, gara dedicata agli allievi, è alla sua seconda edizioneLa Rossini-Raffaello, gara dedicata agli allievi, è alla sua seconda edizione
Un valore per il territorio
E proprio Maurizio Radi anche quest’anno ha voluto rimarcare l’importanza dell’evento, un progetto che unisce due città come Pesaro (Rossini) e Urbino (Raffaello) attraverso una gara ciclistica di 80 chilometri in grado di toccare diversi Comuni dell’entroterra della provincia. Radi stesso ha anche riportato alcuni numeri molto significativi della scorsa edizione: i soggiorni negli hotel della zona (150 persone), il numero delle persone che hanno pranzato nei ristoranti tra Pesaro e Urbino (600/650), mentre oltre 1.000 sono state le persone che si sono riversate sulle strade lungo il tracciato di gara.
Un progetto nato con il supporto del Fisioradi Medical CenterUn progetto nato con il supporto del Fisioradi Medical Center
A rimarcare l’importanza della gara ciclistica, non solo da un punto di vista sportivo ma considerando anche l’aspetto del cicloturismo, sono stati Giacomo Rossi, sostenuto dall’Assessore allo Sport di Pesaro Mila della Dora, ed il Consigliere regionale Andrea Biancani. Entrambi hanno ricordato il forte investimento realizzato per una mobilità sostenibile, un investimento che ha conferito un valore aggiunto a tutta la Provincia di Pesaro.
La zona della spalla per il ciclista è per fortuna o purtroppo una delle parti del corpo più stressate in caso di caduta. A seconda delle differenti e innumerevoli possibili dinamiche, il nostro fisico dissipa qui la forza d’impatto fungendo da protezione naturale. Una delle casistiche possibili è proprio quella della lussazione dell’acromion-clavicolare.
L’abbiamo conosciuta durante questo Giro d’Italia con Andrea Vendrame che in seguito alla funambolica caduta di Salerno ha dovuto fare i conti con questo infortunio per più giorni prima del ritiro forzato a casa del Covid. Partiamo dal caso dell’atleta dell’AG2R Citroen e scopriamo questa lussazione con il dottor Maurizio Radi del FisioRadi Medical Center.
L’omero che spinge sull’articolazione provoca doloreL’omero che spinge sull’articolazione provoca dolore
Che tipo di di infortunio è?
Una disgiunzione dell’acromion-clavicolare vuole dire che l’articolazione ha una lussazione. Il concetto dipende poi dal tipo di grado della stessa.
Per un ciclista cosa comporta?
Non crea così tanti problemi. Il primo grado è una semplice distorsione dell’articolazione senza lesione dei legamenti. E’ come una leggera diastasi dell’articolazione, ma i legamenti rimangono sani, leggermente stirati. Considerando che il ciclista non la va a sollecitare in modo così importante, Vendrame ha fatto bene a continuare. Anche se nell’insieme i punti di sutura hanno sicuramente complicato la ripresa.
Vendrame infatti ci ha detto di aver aspettato due tappe prima di alzarsi sui pedali per il troppo dolore…
Da un punto di vista clinico dell’articolazione, in cui si considera che la lussazione di primo grado non ha danneggiato i legamenti, normalmente con un po’ di laser si può guarire in 15-20 giorni. E’ normale che quando ci si alza sui pedali andando a forzare, si possa risentire di un dolore costante nei primi giorni.
Per Vendrame i punti di sutura non hanno aiutato il recupero e la mobilità (foto Instagram)Per Vendrame i punti di sutura non hanno aiutato il recupero e la mobilità (foto Instagram)
Insomma un infortunio di questo tipo ad un Giro d’Italia complica di molto il recupero…
Sì, diventa una questione di sopportazione del dolore. Il pensare di continuare per più giorni sicuramente alza la difficoltà. Anche se per l’articolazione stessa non si creano grossi problemi. In sostanza l’omero spinge sull’articolazione e i punti di sutura tirano. In una fase di sforzo prolungato può essere molto doloroso.
Il discorso cambia se si dovesse riscontrare un secondo o terzo grado?
Nel caso del secondo grado, c’è una lesione del legamento acromio-clavicolare, una vera sublussazione, quindi una diastasi dell’articolazione. A quel punto la situazione diventa più preoccupante. Se poi si parla di terzo grado, addirittura viene messo un tutore per avvicinare la clavicola all’acromion, per fare cicatrizzare i legamenti.
Come viene trattato questo tipo di infortuni?
Si fa il laser e della Tecar per sfiammare e fare assorbire il versamento e ridurre l’infiammazione. Ma soprattutto non si deve sovraccaricare l’articolazione per farla guarire nel modo più corretto e veloce possibile.
Il tutore nel secondo e terzo grado è fondamentale per la ripresaIl tutore nel secondo e terzo grado è fondamentale per la ripresa
Tra i differenti gradi di infortunio c’è un tempo di recupero esponenziale?
Sì. Il primo grado non lo si immobilizza. Quando si sono fatti 20 giorni di terapia, si è già a posto. Nel secondo e terzo grado, si deve mettere il “tutore di Kenny Howard” che spinge la clavicola verso il basso e l’omero verso lalto, consentendo un efficace trattamento conservativo. Lo si tiene più o meno per 21 giorni e comporta un irrigidimento della spalla. Ne consegue che quando si toglie il tutore si deve fare tutta la riabilitazione per recuperare la mobilità, la forzadella spalla e il tono muscolare di tutto il cingolo scapolare.
La ripresa da un infortunio di questo tipo che percentuale di riuscita ha?
In tutti e tre i casi si ha il 100 per cento di ripresa. L’unica cosa, nel secondo e terzo grado, la clavicola in questione rimane leggermente un po’ più alta e non è più proprio in linea come lo sarebbe naturalmente. Però da un punto di vista funzionale, se si viene seguiti nella guarigione e nella riabilitazione, non ci si porta dietro nessun tipo di problema.
In caso di impatto ripetuto in quel punto durante una stagione si ha una sorta di predisposizione?
No, una volta recuperato si riparte da zero. Cicatrizzato il legamento, non si ha più alcun problema. Nel primo grado non si ha nessun tipo di lesione quindi a maggior ragione si può stare tranquilli.
Sarà sempre prodotta dal maglificio bergamasco Rosti la maglia da ciclismo ufficiale 2023 del Fisioradi Medical Center, il centro medico e diagnostico pesarese con da sempre la bicicletta nel cuore. L’azienda lombarda, coordinata da Giovanni Alborghetti, titolare assieme al fratello Maurizio, ha quest’anno disegnato una maglia e degli accessori estremamente moderni e accattivanti, rispettando in pieno le indicazioni di Maurizio Radi, fondatore di Fisioradi, e molto attento ai particolari tecnici e ai “match” cromatici delle divise del suo team.
I tessuti impiegati per il confezionamento di questa “cycling jersey” sono molto innovativi, traspiranti, antivento, termici ed idrorepellenti. La vestibilità del capo, garantita da una elasticità multidirezionale degli stessi tessuti, è davvero al top. La termoregolazione, la sicurezza batteriostatica e la protezione dai raggi UV completano le caratteristiche di quella che potrà essere considerata senza ombra di dubbio come la migliore maglia da ciclismo Fisioradi Medical Center mai realizzata.
Sarà possibile riceverla da metà aprile in avanti (prenotazioni via mail all’indirizzo federica@fisioradi.it). E ordinabile sarà appunto la maglia manica corta (75 euro), ma anche lo smanicato (55 euro), la maglia manica lunga (82 euro), i calzini (20 euro) ed i “preziosi” guantini (15 euro).
Il maglificio bergamasco Rosti ha disegnato la maglia 2023 del Fisioradi Medical CenterIl maglificio bergamasco Rosti ha disegnato la maglia 2023 del Fisioradi Medical Center
Scienza e salute del ciclista
Il Poliambulatorio Fisioradi Medical Center nasce nel 2001 a Pesaro grazie all’intuizione di Maurizio Radi (fisioterapista, osteopata, chiropratico, chinesiologo) con l’ambizioso obiettivo di strutturare il centro in maniera completa al fine di poter liberare dal dolore chiunque si affidasse alle sue mani, garantendo così alle persone di ritornare nel più breve tempo possibile al proprio ritmo di vita. Tutto ebbe inizio in un piccolo studio, ben presto frequentato da campioni del basket, del ciclismo e professionisti del calcio, del volley e del rugby. Spinto dalla volontà di creare qualcosa di importante, Radi crea in poco tempo un centro molto innovativo per l’epoca, che in questi ventidue anni ha subito una costante crescita e diverse ristrutturazioni per mantenersi sempre un passo avanti… Fino ad inaugurare, nel settembre 2021, il nuovissimo Fisioradi Medical Center: una struttura di oltre 1.000 metri quadrati con servizi di fisioterapia, riabilitazione, diagnostica, poliambulatorio e chirurgia ambulatoriale.
Maurizio Radi, titolare Fisioradi Medical CenterMaurizio Radi, titolare Fisioradi Medical Center
Fisioradi Medical Center è considerato un centro di alta specializzazione per il ciclismo, un vero e proprio punto di riferimento nazionale per ciclisti, sia amatoriali che professionisti: e questo grazie all’offerta di un metodo esclusivo di allenamento, di valutazione, di strategia di alimentazione, oltre a trattamenti e programmi di allenamento realizzati “su misura” per ciascun singolo cliente.
Lavori in via di conclusione per la nuova, bellissima sede del Fisioradi Center: il poliambulatorio specialistico multifunzionale e centro di riabilitazione con sede a Pesaro. E proprio a Pesaro, tra […]
Una cicatrice sempre più marcata sul braccio destro. Un brutto infortunio che riporta Baroncini esattamente a un anno fa. Fortunatamente “brutto” solo dal punto di vista sportivo e non ai fini del suo proseguimento della carriera. Il radio destro di Filippo ha fatto di nuovo “crack” (per la terza volta, ndr) in seguito ad una caduta alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne.
Il primo pensiero va alla sfortuna che purtroppo ricade e colpisce spesso nello stesso punto. Ci siamo però chiesti se dietro a queste coincidenze ci possa essere una qualche variabile. Scopriamo insieme al Dottor Maurizio Radi del FisioRadi Medical Center che cosa aspetta a Filippo e perché è capitato un’altra volta…
Qui una foto d’esempio di una placca installata sul radio (foto di Daniele Bernabei fisioterapista)Qui una foto d’esempio di una placca installata sul radio (foto di Daniele Bernabei fisioterapista)
C’è una correlazione tra queste fratture? Si può ipotizzare una predisposizione a questo tipo di infortuni?
Assolutamente no, considerando la giovane età e il fatto che sia un atleta professionista, che dal punto di vista fisico sta bene. Discordo analogo per l’assunzione vitaminica corretta, soprattutto per quanto riguarda la vitamina D. Quindi escluderei una fragilità ossea.
Per lui è la terza volta in un anno…
Il rischio di nuova frattura se si ricade sopra una vecchia frattura, soprattutto se ha ancora la placca installata, è ricorrente. E questo è il caso che ha coinvolto Baroncini.
E’ una fattura comune?
Cadendo in bici, quando si ha un impatto a terra, si creano sia un colpo diretto, ma anche delle leve che portano alla frattura ossea. Purtroppo è ricorrente.
Qual’è la dinamica che porta a questo tipo di infortuni?
E’ facile che si vada giù con la mano e a quel punto andare a fratturare il polso è facile. Nei ciclisti sono ricorrenti le rotture di polso, spalla, clavicola o femore. Si cade su un’articolazione e se c’è un impatto importante a certe velocità è facile incorrere in questo tipo di infortuni.
La terza frattura al radio sempre alla mano destra l’ha subita alla Kuurne-Bruxelles-KuurneLa terza frattura al radio sempre alla mano destra l’ha subita alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne
Il fisico quindi non c’entra niente?
La sfortuna è il principale fattore. Non esistono corporature più o meno predisposte in questi atleti allenati. Curano ogni dettaglio ed escluderei queste supposizioni che implicano una fragilità ossea dell’atleta. Banalmente se cadeva a sinistra rompeva quello sinistro. Credo sia una triste coincidenza.
Come si recupera da un infortunio di questo genere?
Possiamo dire che se l’hanno operato è sicuramente una frattura scomposta che necessitava di un intervento chirurgico. C’è da dire che negli atleti di alto livello spesso e volentieri succede che se c’è il dubbio di operare o meno si cerca di effettuare l’intervento chirurgico e avere quindi una certezza di un recupero magari migliore e in tempi più brevi. Mettendo una placca, il recupero e la calcificazione ossea avviene meglio e prima.
Che fisioterapia viene prevista?
Ridurre e stabilizzare la frattura. Di solito viene posizionata una placca che si salda con delle viti che devono garantire la stabilità della frattura. Questa stabilità velocizza anche il callo osseo. Il velocizzare il callo osseo, ci permette di ottimizzare la ripresa. Dopo l’intervento vieni immobilizzato mettendo un gesso o in questo caso viene sostituito oggi da dei tutori termoplastici. Questo permette di far muovere le dita fin da subito all’atleta e non perdere quella parte di funzionalità che è importante tenere attiva.
Fisioradi si occupa di riabilitazione e fisioterapia anche specifica per il ciclismoFisioradi si occupa di riabilitazione e fisioterapia anche specifica per il ciclismo
Quanto tempo ci vuole per riprendersi?
Sono fratture che si possono risolvere nel giro di 5 o 6 settimane. A distanza di 15 giorni si fa una radiografia di controllo e si valuta che tutto vada bene. Si valuta se il tutore può essere già tolto per fare della fisioterapia antifiammatoria e passiva. Essendo un ciclista gli si può fare un tutore particolare per pedalare sui rulli già dopo una quindicina di giorni.
E’ difficile risalire in sella?
Con un intervento di questo tipo e un trattamento tempestivo, la frattura si può considerare superata nel giro di due o tre mesi. Quando risalirà in bici, continuerà a fare esercizi specifici per la mano, poi però la potrà concludere senza strascichi salvo imprevisti o complicazioni.
Un anno fa la frattura del radio alla Volta au Algarve (foto Instagram)Un anno fa la frattura del radio alla Volta au Algarve (foto Instagram)
La si può incasellare quindi tra gli infortuni con una ripresa più rapida?
Sì. A differenza delle articolazioni di caviglia, ginocchio o femore dove si è direttamente bloccati nell’atto della pedalata. Quando vengono interessate zone come polso, spalla e clavicola permettono di accorciare i tempi di recupero ma sopratutto di perdere meno tono muscolare in quanto si va a riprendere più velocemente la bicicletta anche solo sui rulli.
E’ una frattura che ci si porta dietro negli anni?
C’è un recupero effettivo. Più avanti ci sarà anche la possibilità di rimuovere la placca per evitare che in futuro crei fastidio al polso. Questo avviene di solito dopo un anno.
Come per la corporatura non esistono cause per quanto riguarda il modo di cadere…
Lo si può rompere o perché si butta la mano a terra oppure perché c’è un impatto diretto. Diciamo che la dinamica è semplice e istintiva. Quando si cade, questo tipo di fratture sono conseguenti a una dispersione di energia sull’asfalto o terreno che sia.
«Arrivavo da un brutto infortunio subito nell’estate del 2021, una frattura vertebrale che mi ha tenuto fermo per 4 mesi (in apertura, immagine di Emergency-Live). Una volta recuperato però mi sono trovato ad inseguire la condizione, perché non ho fatto palestra ed ho avuto degli scompensi».
Da queste parole di Omar El Gouzi è nata una telefonata con il dottor Maurizio Radi, titolare di Fisioradi Medical Center. Capire in che modo si cura e si recupera da una frattura alle vertebre è importante, soprattutto perché si tratta di un infortunio abbastanza frequente nei ciclisti.
El Gouzi è passato alla Bardiani-CSF senza avere un procuratoreEl Gouzi è passato alla Bardiani-CSF senza avere un procuratore
L’occhio del dottor Radi
«Innanzitutto – aggancia subito il discorso Maurizio Radi – quando si parla di una frattura vertebrale si tratta di una frattura ossea. Le vertebre sono le ossa che compongono la colonna vertebrale, sono trentatré in totale. Sono divise in tre sezioni: sette vertebre cervicali, dodici dorsali e cinque lombari. Tra due vertebre c’è il disco intervertebrale che permette alla colonna di muoversi. Servono a sostenere il peso del corpo».
Quando si sceglie una terapia conservativa al paziente viene applicato un busto (foto Alma ortopedica)Quando si sceglie una terapia conservativa al paziente viene applicato un busto (foto Alma ortopedica)
Due trattamenti
Il caso di El Gouzi è stato curato con una terapia conservativa grazie all’utilizzo di un busto che lo ha tenuto immobilizzato per due mesi. Un altro caso famoso è quello di Nibali che nel 2018 ha subìto un’operazione per ridurre la frattura vertebrale subita al Tour de France.
«I trattamenti da mettere in atto – continua Radi – per risolvere una frattura vertebrale sono due: il primo è quello conservativo. Si tratta di utilizzare un busto che immobilizza l’atleta ed allinea la colonna vertebrale, si utilizza questo metodo quando si è davanti ad una frattura composta e lineare. Nel giro di sessanta giorni la frattura si risana. L’altro metodo che in alternativa si applica è il trattamento chirurgico. In questo caso è il neurochirurgo che decide se operare o meno. Chiaramente l’operazione è il metodo di agire più invasivo, si vanno a stracciare i muscoli e crei dei traumi tendineo muscolari. Anche nel caso di un trattamento chirurgico i tempi di recupero sono sempre nell’ordine dei sessanta giorni».
La spina dorsale è composta da 33 vertebre (foto praxisdienst)Il disco vertebrale divide queste tra di loro permettendo il movimento della spina dorsale (foto Schienasana.com)La spina dorsale è composta da 33 vertebre (foto praxisdienst)Il disco vertebrale divide queste tra di loro permettendo il movimento della spina dorsale (foto Schienasana.com)
La fisioterapia
Una volta che la frattura si è ricomposta si passa alla parte di recupero, quella fisioterapica. Per un ciclista professionista è una fase molto delicata perché si deve ricostruire il tono muscolare.
«Non solo – spiega il medico – nel momento in cui si ha un’immobilizzazione che dura per una sessantina di giorni, oltre al tono muscolare, si perdono anche elasticità e mobilità dell’articolazione. La parte riabilitativa può iniziare anche dopo una quarantina di giorni dall’immobilizzazione, si inizia a togliere il busto e si fanno delle sedute in acqua con esercizi in scarico verticale e graduale. Sono trattamenti che durano un’ora al massimo, dopo i quali l’atleta deve sempre indossare il busto, è una primissima parte del percorso per tornare all’attività agonistica. I primi esercizi che vengono fatti sono di rieducazione posturale e di mobilità. E’ bene anche effettuare una tac, solitamente in 3D perché più precisa, per capire come sta guarendo la frattura».
Al Tour del 2018 Nibali si fratturò la decima vertebra toracica, fu sottoposto ad un’operazione per ridurre la lesioneAl Tour del 2018 Nibali si fratturò la decima vertebra toracica, venne operato per ridurre la lesione
La seconda parte
Maurizio Radi spiega e noi attentamente seguiamo, quando la frattura è più complessa, ci dice, la fisioterapia inizia in maniera più cauta.
«La seconda parte della riabilitazione – continua – viene fatta in palestra a secco. Bisogna ricostruire, gradualmente, una colonna elastica, forte e tonica per affrontare un’attività agonistica. Pensate che in sessanta giorni di immobilità si può perdere fino al cinquanta per cento della forza. Non si tratta di ricostruire solamente la parte muscolare a livello della colonna ma anche quella degli arti inferiori. Bisogna lavorare a 360 gradi sull’apparato muscolare, andranno rinforzati anche tutti i principali muscoli del core. Gli esercizi che l’atleta dovrà andare a fare sono gli stessi della preparazione invernale, ovviamente con dei carichi proporzionati al tono muscolare post infortunio».
Nell’incidente di inizio 2022 Bernal si fratturò due vertebre, parte del recupero passò dai rulli (foto Twitter)Nell’incidente di inizio 2022 Bernal si fratturò due vertebre, parte del recupero passò dai rulli (foto Twitter)
Di nuovo in bici
In tutto questo percorso il ciclista non ha ancora messo piede sulla bici. Tornare a compiere il gesto atletico, anche a bassa intensità, sarebbe stato troppo traumatico per il fisico.
«Le prime pedalate arrivano appena si inizia a recuperare un po’ di tono muscolare. Anche fare il gesto atletico è parte della riabilitazione, ma va inserito al momento giusto. Il mio consiglio – spiega Radi – è di cominciare dai rulli, per periodi brevi: venti minuti al giorno. E’ meglio partire dai rulli perché si toglie lo stress e le sollecitazioni che si hanno su strada. Tornare a pedalare all’esterno lo si potrà fare una volta recuperata l’elasticità ed il tono muscolare. Il fisico deve essere riabituato a sostenere le sollecitazioni. Un altro aspetto fondamentale è che dopo la frattura, una volta che si torna a pedalare, è bene fare una nuova valutazione biomeccanica. Non è detto che il fisico riprenda a pieno l’elasticità muscolare e le funzionalità di prima, ci vorrà del tempo. In un incidente grave come quello di Bernal è probabile che l’atleta non ritorni mai ai livelli pre-incidente. E’ chiaro che trattandosi di atleti professionisti un’ultima parte del recupero passi anche dal riprendere gli allenamenti ad alta intensità. La fisioterapia e la palestra aiutano ma l’ultimo step lo dà il gesto atletico».
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Una “Serata di grande ciclismo”. E’ questo il nome dell’evento organizzato dalla sinergia imprenditoriale tra Maurizio Radi (Fisioradi Medical Center) e Giacomo Rossi (Cà Virginia Country House Bike Resort). Un’occasione per radunare a Pesaro talenti come Garofoli, Carboni, Zana e tanti altri atleti meritevoli del panorama marchigiano e non solo. Nella serata presentata da Ivan Cecchini le immagini e gli ospiti che si sono susseguiti sul palco hanno fatto assaporare un ciclismo che sta crescendo e che è in grado di emozionare.
In un panorama sportivo orfano di talenti come Nibali e Colbrelli, la paura del “vuoto” attanaglia i pensieri di molti tifosi. Talenti come Evenepoel, Van Aert e Pogacar fanno innamorare e stare incollati alla tv milioni di appassionati. Purtroppo però mancano le firme azzurre negli ordini d’arrivo prestigiosi. Così sul palco vediamo premiati Gianmarco Garofoli e Gidas Umbri due interpreti e rappresentanti marchigiani della generazione Z, rispettivamente 2002 e 2001. Due talenti che ci hanno fatto tornare in mente altri quattro nomi, tutti classe 2002. Lorenzo Milesi, Lorenzo Germani, Davide Piganzoli e Davide De Pretto. Gianmarco, Gidas: che cosa pensate di loro?
Milesi anche l’anno prossimo farà parte del Development Team DSM Milesi anche l’anno prossimo farà parte del Development Team DSM
Milesi, il vento in faccia
GAROFOLI: «Primo anno juniores è arrivato secondo ai campionati italiani a cronometro‚.
UMBRI: «Ti sbagli, era secondo anno, me lo ricordo perché io ho fatto quinto. Aveva battuto Tiberi. E quell’anno Antonio andava forte perché ha vinto il mondiale. Milesi non si conosceva ancora. Io avevo il primo tempo e mi diede qualcosa come 45 secondi. Dissi: “Cavolo questo è un fenomeno”».
Lo vedete come uno dei più forti della vostra generazione?
GAROFOLI:«Sì, assolutamente».
UMBRI: «A correrci insieme si vede che è uno forte. A volte gli vedi fare delle cose assolutamente non banali. Per esempio alla Per Sempre Alfredo erano in fuga in tre, ha staccato gli altri a 70 chilometri dall’arrivo ed è stato ripreso ai meno 20. Rispetto alla maggior parte degli italiani ha imparato la mentalità straniera, a non aver paura a prendere il vento in faccia».
GAROFOLI: «Sì è vero, c’ero pure io. Non è un ragazzo che ha paura di prendere vento in faccia. Ecco perché molte volte è stato convocato in nazionale ed è adatto a fare un certo tipo di attività a livello internazionale dove non c’è d’aver paura a spendere energie. Se guardiamo, nel ciclismo di adesso non si va più solo forte negli ultimi cinque chilometri. Si fa la gara a tutta. Io lo vedo come un bel corridore, ci sono anche tanto amico, l’anno scorso abbiamo fatto il ritiro in nazionale insieme e posso dire che è un ragazzo con la testa sulle spalle».
Germani nel 2023 sarà nella Groupama – FDJ World TourGermani nel 2023 sarà nella Groupama – FDJ World Tour
Germani, per le Ardenne
GAROFOLI:«Lo conosco molto bene, è anche stato ospite a casa mia. Un bravissimo ragazzo, un fortissimo ciclista. Quest’anno è riuscito a fare dei bellissimi risultati. Sicuramente aver corso in FDJ ha contribuito a farlo crescere molto».
UMBRI: «L’ho incontrato poco, ma per quello che ho visto va veramente forte. In particolare nelle Ardenne, dove c’è un clima che per un italiano è impossibile. Abbiamo preso, pioggia, neve e grandine con anche una tappa neutralizzata. Lui era l’unico con la maglietta a maniche corte aperta. Aperta! Per uno che abita a Roma fa strano. Lui rispondeva: “Io c’ho caldo”. A parte gli scherzi, è un ragazzo disponibile che spesso vedi lavorare per i compagni. Quando c’è una corsa dura fai fatica a non metterlo tra i primi tre. L’italiano l’ha vinto da solo, non aveva compagni».
Lo vedete pronto per il prossimo anno?
GAROFOLI: «Secondo me sì, perché quest’anno ha fatto vedere di essere prezioso anche per i compagni ed è riuscito a ritagliarsi il suo spazio. Si integrerà bene».
Piganzoli nel 2023 farà parte ancora del Team Eolo-KometaPiganzoli nel 2023 farà parte ancora del Team Eolo-Kometa
Piganzoli, uomo da Giri
GAROFOLI:«Anche lui 2002 lo conosco molto bene. Sia lui che Milesi da juniores erano in squadra insieme. Loro due sono venuti fuori nell’anno del Covid. Il primo anno Milesi aveva fatto bene ai campionati italiani, poi aveva avuto qualche problema e ha corso poco. Anche Piganzoli non ne aveva vinte troppe. Mentre l’anno scorso me lo ricordo molto bene al Giro d’Italia U23 che è arrivato nella top 10 ed è andato molto forte. Quest’anno ci ho corso poco ma l’ho visto al Tour de l’Avenir dove è andato davvero forte».
UMBRI:«Molto forte e completo. Le volte che abbiamo corso insieme mi è parso un talento puro che potrà fare bene già dall’anno prossimo tra i pro’».
De Pretto per il 2023 vestirà ancora la maglia Zalf Euromobil Fior (photors.it)De Pretto per il 2023 vestirà ancora la maglia Zalf Euromobil Fior (photors.it)
De Pretto, sempre al top
UMBRI: «Ci ho corso tanto, quest’anno con il cambio squadra ha trovato un nuovo ambiente con nuovi stimoli. Lui è impressionante, è andato forte dall’inizio dell’anno. Non penso di averlo mai incontrato in un momento no. Nelle corse adatte a lui ha sempre centrato la top 5».
GAROFOLI:«Ci ho sempre corso insieme fin dagli juniores. E’ un altro talento molto forte».
UMBRI: «Mi ricordo al Giro del Friuli dove avevi preso quell’imbarcata dove ti spingevo, lui invece quella tappa l’ha vinta (risata di entrambi, ndr)».
GAROFOLI: «Me lo ricordo fortissimo da junior secondo anno insieme a Manlio Moro, erano una coppia incredibile. Quest’anno ci ho corso insieme in Puglia quando sono tornato. Mi ci sono trovato benissimo, è un bravissimo ragazzo ed è cresciuto molto rispetto all’anno scorso, farà bene in futuro. A tutti questi nomi vorrei aggiungere anche Francesco Busatto (2023 Intermarché-Circus-Wanty Development Team, ndr) che ha fatto tantissimi secondi posti e piazzamenti. Gli sono mancate le vittorie, ma è un altro talento della nostra generazione che non si può non menzionare. Ha fatto anche top 10 con i professionisti e non è un risultato da sottovalutare, anzi è tanta roba».
Il passaggio in team stranieri è obbligatorio per avere più ambizioni nel ciclismo di oggi oppure avete un’altra lettura?
GAROFOLI:«Io personalmente da juniores ho preso la decisione di passare in DSM anche per esperienza personale. Avrei avuto la possibilità di andare in tutte le squadre U23 italiane, ma ho preso questa decisione per andare in una squadra continental che avesse la sorella maggiore WorldTour e quindi avere un piano di crescita già definito. Però era anche una sfida personale, imparare l’inglese, fare un’esperienza di vita fuori dalla mia zona di comfort».
Per voi è una cosa normale quindi che i talenti italiani guardino fuori dai nostri confini già da under?
GAROFOLI:«Secondo me il ciclismo moderno è da considerarsi internazionale. Non c’è bisogno di rimanere per forza in Italia, anzi l’Italia stessa dovrebbe iniziare a importare talenti dall’estero. Poi sono d’accordo, la crescita in Italia dei talenti è importante e chi decide di stare qui fa sempre bene. Più squadre fanno gare internazionali come le continental Zalf e Colpack meglio è».
Gianmarco Garofoli al rientro ha vinto la Coppa MessapicaGianmarco Garofoli al rientro ha vinto la Coppa Messapica
Per una generazione forte come la vostra, non pensate ci sia il rischio di venire inglobati dalle WorldTour e diventare ottimi gregari ma senza trovare il giusto spazio? Ad esempio Puccio grande talento tramutatosi in un preziosissimo gregario?
GAROFOLI: «Secondo me no, perché dipende molto dalle ambizioni che si hanno. Se ci si muove bene le squadre sono un mezzo per crescere».
UMBRI: «Puccio ha fatto la sua scelta. E’ andato in uno squadrone come la Sky, ha visto che la maggior parte dei compagni aveva qualcosa in più e ha deciso di mettersi al loro servizio. Ma sono decisioni personali».
Veniamo a voi due. Una domanda a testa sul futuro. Gianmarco, non è stato annunciato, ma gira voce che manchi solo l’ufficializzazione al tuo passaggio all’Astana WT, cosa ti aspetti dal tuo 2023?
GAROFOLI: «Ancora non posso dire niente, a giorni si saprà qualcosa di più sul mio futuro. Ma dopo quest’anno sono cresciuto molto mentalmente con il problema che mi ha tenuto fuori per mesi. Ho avuto paura di dover smettere e quando ho avuto la possibilità di tornare a correre ho fatto vedere di essere pronto vincendo. L’anno prossimo ho tanta fame e voglia di mettermi in risalto e prendermi quello che quest’anno non ho potuto fare».
Gidas tu passarai dal Team Colpack Ballan alla Technipes #inemiliaromagna. Cosa ti aspetti dal tuo 2023?
UMBRI: «Non potevo chiedere di meglio. Con “Coppo” ci conosciamo da 4-5 anni, ci parliamo spesso alle corse, mi piace il suo essere diretto. A livello di diesse tra Chicchi, Chiesa, Coppolillo e Cassani che supervisiona credo che sia tra le migliori in Italia. Quest’anno per sfortune o per colpe mie ho fatto una stagione sotto le aspettative. Dal 2023 mi aspetto di riuscire a emergere e vincere».
E’ stata una seconda edizione davvero molto ben riuscita quella andata in archivio venerdì 18 novembre scorso presso la funzionale area convegni del Baia Flaminia Resort di Pesaro. Di cosa parliamo? Semplice, della “Serata di grande ciclismo 2022”: un evento organizzato in perfetta sinergia da Maurizio Radi (Fisioradi Medical Center) e Giacomo Rossi (Cà Virginia Country House Bike Resort), con il concreto supporto di diversi sponsor sostenitori, con il chiaro scopo di celebrare al meglio la stagione ciclismo marchigiano appena terminata – ma non solo – riconoscendo giovani atleti, appassionati, addetti ai lavori ed anche alcuni noti corridori professionisti. Tra questi, il campione d’Italia in carica tra i professionisti Filippo Zana.
Una festa che a differenza di quella svoltasi l’anno scorso (il periodo era sempre lo stesso, dunque a fine novembre), ha voluto per questa seconda edizione allargare il proprio raggio di attenzione verso un ciclismo inteso nelle sue molteplici sfaccettature e discipline: a 360 gradi, potremmo ben dire.
Maurizio Radi con Filippo Zana (foto Sara Gorini)Giacomo Rossi e Maurizio Radi premiano Chiara Ciuffini (Sara Gorini)Maurizio Radi con Filippo Zana (foto Sara Gorini)Giacomo Rossi e Maurizio Radi premiano Chiara Ciuffini (Sara Gorini)
La stella Filippo Zana
Dopo il rituale saluto delle Istituzioni, presenti in sala c’erano tra gli altri l’Assessore alla Rapidità, all’Urbanistica e allo Sport Mila Della Dora, il Consigliere Regionale Nicola Baiocchi, il Vice Presidente del Consiglio Regionale Andrea Biancani ed il Prefetto di Pesaro e Urbino Tommaso Ricciardi, il palco è letteralmente divenuto… “di proprietà” del mondo del ciclismo. Molto lunga la lista dei premiati: dai professionisti Filippo Zana, Giovanni Carboni, Gidas Umbri, Matteo Malucelli e Gianmarco Garofoli si è passati ai più giovani atleti marchigiani che quest’anno si sono distinti alle corse. E allora ad essere premiati sono stati Giacomo Sgherri (Campione Regionale Allievi), ed al quale è stato consegnato anche il premio speciale Memorial Marco Ragnetti, Edoardo Tesei (Campione Regionale Esordienti) e Sebastiano Fanelli, il tricolore 2022 tra gli Juniores.
Anche il ciclismo femminile ha avuto la sua ribalta, e ad essere riconosciute sono state Alice Palazzi, atleta della Fassa Bortolo Top Girls, e Chiara Ciuffini “fresca” campionessa italiana e mondiale Gravel tra gli amatori. Spazio poi al Paraciclismo, con i premi consegnati al cattolichino Andrea Casadei, campione italiano su strada a cronometro, e a Svetlana Moshkovich, campionessa del Mondo Handbike e Medaglia di bronzo Paralimpica. A conclusione di serata sono stati chiamati sul palco anche Marco Nardinocchi, campione italiano Bike Trial Elite 2022 e Zico Pieri, il detentore del record mondiale di Everesting consecutivi. Finale – emozionante – dedicato al riconoscimento di Gaetano Gazzoli, anima storica del Gran Premio Capodarco ed autentica icona del ciclismo marchigiano.
Giacomo Sgherri, a sinistra, si è aggiudicato il Memorial Marco Ragnetti 2022 (foto Sara Gorini)Ivan Cecchini, che ha condotto la serata, con Gaetano Gazzoli (foto Sara Gorini)Giacomo Sgherri, a sinistra, si è aggiudicato il Memorial Marco Ragnetti 2022 (foto Sara Gorini)Ivan Cecchini, che ha condotto la serata, con Gaetano Gazzoli (foto Sara Gorini)
La bici è per tutti
«Siamo davvero entusiasti dell’esito e soprattutto della partecipazione degli appassionati di ciclismo a questa nostra seconda edizione – ha dichiarato Maurizio Radi – una serata bellissima, nel corso della quale abbiamo riunito, grazie al comune denominatore della bicicletta, moltissime persone. Ringrazio tutti gli amici, e poi le aziende e le realtà locali che non ci fanno mai mancare il proprio sostegno. La partecipazione alla nostra “Serata di grande ciclismo” è stata molto forte, decisamente al di sopra delle nostre migliori aspettative: un riscontro che ci stimola a fare ancora meglio in vista dell’edizione del prossimo anno. Ormai è un dato di fatto: la bicicletta si diffonde sempre più. Sono davvero tante le persone che la utilizzano per migliorare il proprio stato di salute, e questo è un risultato importante che ci riempie di soddisfazione».
Gianluca e Riccardo Pellegrini, Morfeo Gadget, con Filippo ZanaGiovanni Carboni e Gianmarco Garofoli tra i premiatiGianluca e Riccardo Pellegrini, Morfeo Gadget, con Filippo ZanaGiovanni Carboni e Gianmarco Garofoli tra i premiati
Morfeo Gadget: che premi!
Una menzione speciale va effettuata alla Morfeo Gadget, azienda friulana specializzata nella realizzazione di premi, trofei e riconoscimenti realizzati mediante l’impiego di stampanti 3D e previsti in materiali 100% naturali, biodegradabili e dunque sostenibili. A rappresentare l’azienda erano presenti a Pesaro sia Gianluca che Riccardo Pellegrini, i titolari della Morfeo Gadget, che per l’occasione hanno avuto modo di consegnare al campione d’italia Filippo Zana una bellissima riproduzione in 3D della sua maglia tricolore conquistata quest’anno sul circuito di Alberobello.