La terza tappa del Giro della Valle d’Aosta doveva essere, ed è stata, lo spartiacque tra la gara aperta a tutti e quella che introduce “all’inferno”. Le ultime due frazioni infatti sono assolutamente per scalatori. E scalatori puri possibilmente. Uno fra tutti: Lenny Martinez.
La Aosta-Aosta, sotto un sole martellante, va al francese Alex Baudin, della Tudor Pro Cycling, la combriccola di Fabian Cancellara. Bravo, coraggioso, abile nella guida nelle strette strade finali.
Suggestiva la partenza dal centro di Aosta, tra l’arco di Augusto e Porta Pretoria Fa caldissimo e Alessio Martinelli mette il ghiaccio dietro il collo. «Una salvezza», dice Gli azzurri di Amadori ci hanno provato nel finale per il contrattacco di Calzoni
Dal Giro…
Bravo Baudin, ma il padrone della corsa è ancora Lenny Martinez. Il giovane francese arriva con il gruppo. Oggi la sua squadra ha controllato. Ancora una volta il più prezioso in fase di avvio è stato il neotricolore Lorenzo Germani.
Lenny è arrivato in gruppo con il segno del sudore sui pantaloncini, ma anche con una freschezza e una lucidità che ci hanno colpito.
«Se vogliamo parlare – ci ha detto Martinez – okay, ma vi prego solo di andare all’ombra».
Gli altri man mano si sdraiavano sotto al mega tendone in piazza Chanoux.
In una viuzza più fresca, con Martinez riprendiamo il filo proprio dal Giro d’Italia U23. Solo tre settimane fa era a Pinerolo e poi cosa ha fatto?
«Per alcuni giorni ho staccato del tutto – spiega Lenny – riposo totale: un po’ di piscina, relax, mi sono abbronzato! Tanto Netflix. Poi sono stato a Besancon (sede della Groupama-Fdj, ndr) con alcuni dei ragazzi per andare al campionato nazionale. Poi ancora, abbiamo ripreso, ma con delle uscite davvero tranquille».
«E sì, credo proprio che il riposo mi abbia fatto bene. Sono ripartito benone». E non è un caso che Lenny abbia subito ritrovato ottime sensazioni e fatto ancora buone prestazioni.
«Buone prestazioni sì, ma credetemi è dura, specie con questo caldo. Ma ho lavorato per questo. E l’estate è lunga».
Scenari unici: oggi il gruppo ha lambito il Monte Bianco, domani il Monte Rosa e domenica il Cervino (foto Alexis Courthoud) Baudin (in testa) faceva parte della fuga con Milesi, Pellizzari, Gloag e Mackellar (foto Alexis Courthoud)
Scenari unici: oggi il gruppo ha lambito il Monte Bianco, domani il Monte Rosa e domenica il Cervino (foto Alexis Courthoud) Baudin (in testa) faceva parte della fuga con Milesi, Pellizzari, Gloag e Mackellar (foto Alexis Courthoud)
VdA nel mirino
Il francese si tiene stretta la maglia gialla. Già a Pinerolo, dove era finito il Giro, pensava al Valle d’Aosta. Sapeva che questa corsa così importante poteva essere perfetta per lui.
«Quando abbiamo ripreso a fare di più – dice Martinez – non siamo andati in altura, non l’ho mai fatta ancora.
«Siamo venuti direttamente qui in Valle d’Aosta. Sono già diversi giorni che alloggiamo nello stesso hotel. E ne abbiamo approfittato per vedere tutte le tappe di questa gara».
Martinez vorrebbe pedalare un po’. Vorrebbe defaticarsi. «Giusto cinque minuti», chiede. Ma il responsabile della corsa è impassibile e lo porta nel tendone con gli altri.
Salite sì, distanza no
Lenny dice che le tappe di questa corsa sono tutte belle, tutte dure. Soprattutto le ultime due.
«Mi preoccupa un po’ quella di domani (Coumarial, ndr) – dice – perché è dura e molto lunga. E io sono al primo anno».
Bellissima questa risposta. Gli facciamo notare che al Giro U23 nel giorno di Santa Caterina Valfurva però ha fatto una “bella” esperienza e che magari ha preso le misure con certe distanze.
Quel giorno aveva dominato fino all’ultima ora di corsa poi era crollato. E infatti Lenny storce il capo e ribatte: «Su certe distanze faccio ancora fatica».
Probabilmente con la squadra cercheranno di correre in difesa. Rispetto al Giro hanno la maglia, hanno già una tappa nel sacco e il secondo in classifica è Reuben Thompson, campione uscente, ma anche compagno di squadra. Tutt’altra situazione tattica rispetto al Giro.
Lorenzo Milesi, secondo, è stato uno dei cinque protagonisti della fuga di giornata Stanchezza e caldo estremo (alla fine sfiorati i 38°) e tutti sotto il tendone nella piazza centrale
Lorenzo Milesi, secondo, è stato uno dei cinque protagonisti della fuga di giornata Stanchezza e caldo estremo (alla fine sfiorati i 38°) e tutti sotto il tendone nella piazza centrale
Milesi coriaceo
Intanto sotto il tendone si radunano un po’ tutti. I cinque della fuga si scambiano pacche sulle spalle a vicenda. Gloag, uno dei più accreditati, è il primo a complimentarsi con Baudin e con Lorenzo Milesi.
«Vado forte da un po’? Sì, ma quel che conta è vincere – dice Lorenzo un po’ deluso – Forse oggi ho pagato anche un po’ lo sforzo di ieri. Anche ieri infatti ero andato in fuga, ma sapevo che se dovevo fare qualcosa era in questi due giorni. Il primo e gli ultimi due sono troppo duri per me. E così ho dato il tutto e per tutto».
«Conoscevo il finale e quella rotatoria, dove gli altri sono andati dritti l’ho fatta bene, perché nei giorni prima l’avevo sbagliata anche io!».
E con quella manovra per pochissimo Milesi, che stava rincorrendo, non riusciva a riprendere anche Baudin.
«Sono rimasto un po’ sorpreso – conclude Milesi – dall’attacco di Baudin sul primo degli ultimi due strappi, ma credo che non sarebbe cambiato molto. Non sarebbero cambiate le cose, sia che non fossi rimasto sorpreso, sia che lo avessi ripreso dopo la rotatoria. La gamba non era super, ma come ho detto forse ho speso troppo ieri».