Filippo Zana è pronto a rimettere il numero sulla schiena dopo l’incidente – frattura della clavicola – che gli aveva impedito di difendere il titolo nazionale a giugno. L’atleta della Jayco-AlUla non corre in pratica dal Giro di Slovenia, gara che aveva vinto.
Zana torna in corsa alla Vuelta. La sua prima Vuelta. C’è emozione, voglia di tornare a fare bene e continuare a crescere, perché questa per lui è una stagione probabilmente cruciale per la sua carriera, tanto più con il secondo grande Giro nello stesso anno.
Filippo, come stai?
Abbastanza bene ora. La spalla non mi dà più troppo fastidio, quindi si può partire per la Vuelta con serenità.
Non corri da un bel po’ però…
Da qualche giorno prima del campionato italiano. Mi sono fratturato due giorni prima. Ma mi hanno operato subito. Avrei comunque dovuto osservare un periodo di stacco e tutto sommato è capitato nel momento giusto. Infatti il mio calendario non ha subito chissà quali modifiche. Quindi dopo dieci giorni di stop ho ripreso con i rulli e dopo una settimana ancora ero in bici. All’inizio a casa e poi sono salito in quota a Livigno per tre settimane di altura. Ci sono stato con il mio ex compagno di squadra, Alessandro Tonelli. Abbiamo preso una casa. Cercavamo di coordinarci con le uscite, ma poi ognuno faceva i suoi lavori.
Senza quell’intoppo avresti dovuto fare qualche gara prima della Vuelta?
Semmai avrei fatto Burgos, ma abbiamo preferito fare le cose per bene e con calma per recuperare al meglio. Magari alla Vuelta, senza ritmo gara, faticherò un bel po’ nella prima settimana, ma spero di stare meglio dalla seconda in poi.
Hai dovuto fare delle fisioterapie?
Soprattutto la magnetoterapia (che agevola il recupero delle fratture, ndr) durante la notte e poi gli esercizi per la mobilità del braccio. Fisioterapia per la mobilità e bici sono iniziate insieme.
Filippo, è un anno importante per te. Esci da un gran bel Giro d’Italia: quanto sei cresciuto rispetto all’estate scorsa?
Io sto bene e in generale credo di essere cresciuto molto. Non mi ero mai sentito così bene, almeno fino al Giro d’Italia. Anche per questo ho cercato di non buttare via tutto, ma ho puntato a riprendere il fondo, la base… e poi nell’ultima settimana dell’altura ho aumentato l’intensità. Ed è qui che mi sono reso conto che rispetto ad un anno fa spingo un po’ di più. Ora che sono tornato a casa sto facendo anche dietro motore, qualche lavoretto più esplosivo… per trovare un po’ di ritmo gara.
Si va alla Vuelta per…
Cercheremo di fare classifica con Dunbar come al Giro d’Italia e io cercherò di supportarlo al meglio. Poi vediamo di avere un po’ di spazio per me. Magari cercherò di tenere duro anche io pensando alla classifica.
Ti appresti ad affrontare per la prima volta la seconda grande corsa a tappe in stagione: che ne pensi?
Che sono curioso! Ho chiesto io alla squadra di poter fare la Vuelta o comunque due grandi Giri nello stesso anno. C’è stata la possibilità ed eccomi qui. Vediamo come andranno le cose. E’ qualcosa che si fa anche in ottica futura, credo serva per crescere ancora.
In questa estate in cui non hai corso, un po’ di ciclismo in tv lo hai guardato?
Ho guardato il Tour, che era nel periodo di recupero post incidente e anche l’italiano…. ma quella corsa, a cui tenevo moltissimo, ho cercato di prenderla nel modo migliore possibile. E poi ho visto il mondiale. Direi che Van der Poel se l’è meritato, no? Sinceramente non pensavo venisse una corsa tanto dura. E’ stato spettacolare.