Van der Breggen sugli scudi e tre azzurre in rampa

27.02.2021
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Bastianelli e Longo Borghini, le due azzurre che il cittì Salvoldi ha indicato come le due possibili leader per le Olimpiadi di Tokyo, non hanno perso l’occasione. E anche se non sono ancora al miglior livello, ciascuna delle due si è data da fare a suo modo. La prima, risultando la migliore delle italiane nella volata alle spalle di Anna Van der Breggen che ha vinto (foto di paertura). La seconda, facendo il diavolo a quattro sui muri, senza riuscire ad andar via. Niente male come debutto, con l’inserimento fra le due di un’altra Marta, la Cavalli che da quest’anno corre in Francia alla Francaise des Jeux e alle Olimpiadi ci pensa, eccome…

Marta Bastianelli è stata la migliore delle azzurre all’Omloop Het Nieuwsblad
Marta Bastianelli è stata la migliore delle azzurre

Volata scarica

Marta Bastianelli è passata nella zona mista infreddolita e livida. Consapevole di non essere al top, ha provato quello che fra gli uomini è riuscito a Ballerini: stare in gruppo fino all’ultimo e poi giocarsi la volata. La differenza l’ha fatta Anna Van der Breggen che, rispetto ad Alaphilippe e Moscon, non si è fatta riprendere.

«Per me è andata bene ma non benissimo – dice la leader della Ale BTC Ljubljana – perché sono abituata ad altri risultati qui in Belgio. Ci accontentiamo di un sesto posto, con la consapevolezza che se fosse valsa per la vittoria, la volata avrebbe avuto un senso diverso. Credo si debba guardare oltre, per cui la prossima gara sarà la Strade Bianche e poi torneremo qui in Belgio. Mi auguro di fare bene in Toscana».

Elisa Longo Borghini ha provato più attacchi, ma invano
Elisa Longo Borghini ha provato più attacchi

Viva il freddo

Elisa Longo Borghini e la sua maglia tricolore sapevano che dal momento in cui si fosse andati verso l’arrivo in volata, ci sarebbe rimasto ben poco da fare. Per questo prima ha attaccato e poi si sarebbe buttata nello sprint, anche per quello che ha concordato con Giorgia Bronzini, ma è arrivata al traguardo con 3 secondi di ritardo dal gruppetto impegnato nella volata.

«Ci ho provato come sempre – sorride con una mezza punta di rammarico – ma alla fine la svizzera della Ale Cipollini è andata dritta in una curva e mi ha portato un po’ fuori. Non che nello sprint avrei fatto chissà che cosa, però mi dispiace per il mio team. E’ una corsa che dice molto. Sostanzialmente si è visto che in questo momento la SD Works è la squadra più forte e ha tante carte da giocare. Ho provato ad anticipare, ma non è stato possibile, ero in inferiorità numerica. E’ tattica anche questa. Oggi il freddo si è sentito, un bel freddo da Nord. Nei giorni scorsi aveva fatto anche troppo caldo, ma è stato meglio così. Quassù deve anche essere freddo, sennò che Belgio è?».

Per due azzurre della pista, Chiara Consonni e Vittoria Guazzini, una giornata difficile
Consonni e Guazzini, due azzurre sfinite

La francesina

La terza incomoda, Marta Cavalli, ha cominciato la stagione con dichiarazioni modeste e caute. Solo da una frase nell’intervista di qualche tempo fa si poteva percepire che in realtà la cautela fosse più che altro scaramanzia: «Magari mi servirà un po’ di tempo per metabolizzare il cambiamento – aveva detto – io farò del mio meglio per stare vicino a Cecile, ma se starò bene avrò anche io carta bianca».

Oggi le cose sono andate esattamente all’opposto: Cecile ha tirato e lei ha fatto la volata

«La squadra negli ultimi chilometri ha lavorato per me – dice – e Cecile mi ha portato a sprintare nella miglior posizione. Purtroppo la concorrenza era elevata, ma sarebbe potuto andare meglio. La condizione è buona e questa è la cosa migliore. Col team mi devo amalgamare ancora un po’, ma siamo pronte e motivate per le Strade Bianche».

Il tempo per un’ultima annotazione e gli auguri di buon compleanno a Elisa Balsamo, che ha compiuto 23 anni. Il 19° posto dopo tanto girare in pista va letto in prospettiva: la condizione è in arrivo. Come lei si sono ritrovate un po’ in difficoltà anche Vittoria Guazzini e Chiara Consonni, ma diciamo pure che debuttare in una corsa come l’Omloop Het Nieuwsblad presenta dei rischi non indifferenti. Ora si va tutti alla Strade Bianche e vedremo cos’altro ci sarà da scrivere…

Cavalli, la testa a Nord, il cuore a Tokyo

12.02.2021
5 min
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Marta Cavalli non fa che sorridere e adesso inizia a rendersene conto anche lei. Da quando ha cominciato a vestirsi con i colori della FDJ Nouvelle Aquitaine Futuroscope il mondo ha cambiato colore.

«Me lo dicono tutti – dice, ovviamente col sorriso – che sembro di ottimo umore. Che quando parlo sprizzo entusiasmo, che nelle interviste sembro contenta e che rido anche nelle foto. Ma devo ammettere che ho trovato qualcosa che non mi aspettavo e che mi è piaciuto molto. Nulla che sia lasciato al caso. Organizzazione e pianificazione. Due settimane prima del ritiro, ho ricevuto via mail il piano di allenamento che avremmo svolto, in modo da lavorare con il mio allenatore a un avvicinamento che mi permettesse di arrivare pronta».

Nel ritiro sono state dedicate sessioni di lavoro alla cronosquadre (foto Thomas Maheux)
Nel ritiro tanto lavoro sulla cronosquadre (foto Thomas Maheux)

Debutto sui muri

Ventidue anni. Esperienza azzurra su strada e su pista con 6 titoli europei. Piazzamenti in classiche come la Freccia del Brabante (2ª nel 2019), la Gand-Wevelgem (5ª nel 2020) e Plouay (4ª nel 2019). Piazzamenti in corse a tappe impegnative (2ª al Giro delle Marche 2019). Seconda al campionato italiano 2020. Questo il suo curriculum su strada.

Il debutto avverrà in Belgio all’Omloop Het Nieuwsblad. Il piano originale prevedeva l’inizio in Spagna per arrivare alla Strade Bianche avendo già corso. Per lo stesso motivo, cancellato l’esordio iberico, la corsa belga servirà anche per avere un riscontro ai primi allenamenti, a capo di un inverno di grandi cambiamenti.

«Non avendo le gare di Coppa del mondo in pista – spiega Marta – ho staccato per tre settimane. Il 2020 è stato intenso e frenetico, recuperare mi ha fatto bene. Poi ho avuto due settimane di adattamento alla nuova tipologia di allenamento, con un preparatore che mi è stato consigliato dal team. La differenza più evidente è la pianificazione. Svolgo grossi blocchi di lavoro intervallati da una fase di recupero e per ora sto avendo buone sensazioni, in attesa del verdetto delle corse».

Un bel gruppo, che ha Cecile Ludwig come leader
Un bel gruppo, che ha Cecile Ludwig come leader

Per vincere

Il primo cerchio rosso sul calendario comprende le corse di aprile – Gand, Fiandre e Roubaix – le classiche che si addicono a lei e a Cecile Ludwig che è la leader riconosciuta della squadra. Su Marta il progetto è invece a lungo termine.

«Ho avuto finalmente l’occasione – spiega Cavalli – di confrontarmi con Stephen Delcourt, che è il team manager, e i direttori sportivi Maire e Barre. Mi hanno preso come una sfida. Sono giovane, ho ottenuto buoni piazzamenti e vogliono portarmi a un livello più alto. Per farlo hanno molto a cuore il benessere della persona, gliel’ho sentito dire più volte. Avrò accanto un preparatore di livello, uno staff al top, materiali adeguati. L’investimento darà i suoi frutti magari fra un anno, consapevoli che magari mi servirà un po’ di tempo per metabolizzare il cambiamento. Io farò del mio meglio per stare vicino a Cecile, ma se starò bene avrò anche io carta bianca. Hanno detto che con me vogliono vincere, per cui sarò nelle migliori condizioni per farlo. Aprile sarà il mese del top di forma, ma non nascondo che le cose migliori vengono spesso dopo, quando la tensione dei grandi appuntamenti è calata e magari vinci senza quasi rendertene conto».

Hanno investito sulla crescita di Marta Cavalli, contando sulla sua esperienza nel quartetto
Hanno investito sulla crescita di Marta Cavalli

Testa al Tour

Il ritiro ha vissuto di due fasi. La prima incentrata sul volume di lavoro, la seconda dedicata alla tecnica, con un occhio di riguardo per la cronometro a squadre.

«Nella prima parte – racconta Cavalli – abbiamo fatto blocchi di 4 giorni parecchio intensi, con ore di sella, lavori specifici e test. Nella seconda abbiamo preso contatto con la bici da crono e gli automatismi della cronosquadre e in questo la mia esperienza del quartetto è molto apprezzata. Al Giro Rosa lo scorso anno hanno perso terreno proprio in questa specialità. E dato che l’obiettivo dichiarato sarà il Tour de France del 2022, vogliamo farci trovare pronte in queste tappe, che sono poche ma incidono tanto. Servono grande affiatamento e comunicazioni chiare. Dopo tre giorni, andavamo già meglio, ma se ci saranno buchi di calendario, faremo raduni specifici proprio per lavorarci. La prima ci sarà al Giro rosa, poi si vedrà».

Si lavora per il debutto che sarà in Belgio all’Omloop Het Nieuwsblad
Debutto in Belgio all’Omloop Het Nieuwsblad

Idea Tokyo

La pista non l’ha mollata, anche se in questa fase dell’anno e della carriera è più una fase di allenamento, dato che Tokyo è nei suoi pensieri, ma come vedremo più per la strada.

«Sto sfruttando Montichiari – dice – come metodo alternativo di lavoro. Facciamo volate, partenze, lavoro sui riflessi. E poi il tempo qua in Pianura Padana non è troppo buono, per cui il velodromo è sempre un approdo sicuro. Ma certo, se continua a fare così freddo, da qui in avanti, oltre alla pista mi sposterò magari sul lago per allenarmi al caldo. Tutto in giornata, per fortuna da questo punto di vista, Cremona è messa bene. Quanto a Tokyo, ho sentito che Dino (Salvoldi, cittì della nazionale, ndr) a maggio vorrebbe andare a vedere il percorso. So che porta anche delle atlete e non nascondo che mi piacerebbe esserci, perché sarebbe una prova di fiducia. Ma c’è tempo. Il programma con la squadra è per la prima parte, fino ad aprile. Ci sono tutti i chilometri per capire se il lavoro fatto fin qui avrà dato buoni frutti».

Marta Cavalli, europei 2019

Marta fa valigia e se ne va in Francia

11.12.2020
4 min
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Marta ha fatto valigia e dal prossimo anno correrà con la Francaise des Jeux. Ce lo aveva anticipato Valentino Villa raccontando la sua Valcar, ce lo conferma adesso Cavalli in persona, a una settimana dal primo ritiro con la squadra.

«A dire la verità – ammette – all’inizio della stagione andare via non era nemmeno un’ipotesi. Volevamo arrivare alle Olimpiadi tutte insieme per lavorare bene e in modo omogeneo. Ma si è presentata questa occasione e la nuova squadra ha dato disponibilità affinché io continui a lavorare su pista. Mi hanno insegnato che nella vita i treni, quando passano, non bisogna lasciarli passare. E dopo 12 anni alla Valcar ho deciso di provare».

Martina Fidanza, Chiara Consonni, Vittoria Guazzini, Marta Cavalli, europei U23 Fiorenzuola 2020
De sinistra: Fidanza, Consonni, Guazzini, Cavalli, quartetto d’oro agli europei di Fiorenzuola
Martina Fidanza, Chiara Consonni, Vittoria Guazzini, Marta Cavalli, europei U23 Fiorenzuola 2020
Fidanza, Consonni, Guazzini, Cavalli: quartetto d’oro a Fiorenzuole

In Francia

Marta ha fatto valigia e porterà la sua grinta in terra di Francia, confidando nel francese imparato in tre anni alle medie grazie alla professoressa Paola. Sapendo di essere l’unica nuova in un gruppo già affiatato. E se questo all’inizio le ha provocato più di qualche ansia, parlare con i suoi nuovi capi, e rendersi conto che la loro attenzione primaria è il benessere delle ragazze, ha contribuito a ridarle serenità. Tanto più che qualche collega la conosce già per averla incrociata alle corse. E il resto si vedrà.

Perché all’estero?

Perché quando ho fatto chiarezza in me e ho capito che avrei voluto cambiare squadra, l’unica opzione era andare all’estero. In Italia meglio della Valcar non c’è nulla, perché è al top per le bici, i mezzi tecnici, l’ambiente e i materiali. Devo a loro le prime esperienze internazionali e la possibilità di mettermi in mostra. E quando si sono fatte sotto anche altre squadre, per me è stato davvero gratificante. Scegliere non è stato facile.

Marta Cavalli
Ai campionati italiani all’inseguimento di Elisa Longo Borghini: alla fine Marta sarà terza
Marta Cavalli
Ai tricolori, terza alle spalle di Elisa Longo Borghini
Perché hai scelto la Francaise des Jeux?

Perché fra tutte, mi è sembrata la squadra che davvero stava cercando me. Volevano un’atleta con le mie caratteristiche, così mi sono fidata del mio istinto. E per i prossimi due anni vedremo come andrà e se riuscirò a salire un altro gradino e forse più di uno.

Che cosa hanno visto in te?

Tutte le squadre che mi hanno contattato sono rimaste colpite dal fatto che si sta affacciando alla ribalta una generazione di giovani talenti già capaci di tenere testa a ragazze ben più esperte. Si sono detti attratti dall’idea di far crescere una ragazza cha ha già dei numeri, sapendo di avere davanti un bel margine di tempo. Anche 7-8 anni in cui potrò migliorare ancora. Tanti hanno messo nel mirino il fatto che io sia giovane. E io dal mio punto di vista sono certa che l’esperienza estera sia il tassello che mi manca per arrivare sulla ribalta internazionale.

Pensi che sarà l’inizio della svolta?

Me lo auguro. Firmare per una squadra straniera dà qualcosa in più. Penso alla Fdj, ma anche alla Mitchelton e alla Movistar. Non sei più nella tua comfort zone. Alla Valcar se una domenica va male, nessuno si agita e tu già pensi alla corsa successiva. Zero pressione. In un team più grande invece devi assumerti le tue responsabilità, farti trovare pronta quando hai la squadra che si mette a tua disposizione. Perciò non resta che pedalare e ricambiare la fiducia che hanno scelto di concedermi.

Marta Cavalli, Giro dell'Emilia 2018
In maglia tricolore, con le insegne Valcar, al Giro dell’Emilia del 2018
Marta Cavalli, Giro dell'Emilia 2018
Tricolore al Giro dell’Emilia 2018

Sei ori nelle tesche

Marta ha fatto valigia e porta in Francia i 22 anni, lo sguardo da corridore, i cinque ori in pista agli europei fra juniores e U23 e uno in quello delle elite. Se qualcosa la conforta è anche il fatto che, fatto il primo ritiro a Poitiers dove la squadra ha il suo Service Course, potrà rimanere nella sua Formigara e continuare ad allenarsi come sempre. In attesa del primo ritiro dell’anno nuovo in un luogo più caldo, quando oltre alla temperatura dell’aria si alzerà quella della stagione.

Quindi ora più entusiasmo che ansia?

Decisamente, il nervosismo semmai salterà fuori alla prima corsa. Per ora voglio solo inserirmi bene e contribuire a creare un ambiente sereno, perché solo così si riesce a lavorare bene e si portano a casa i risultati sperati.

A casa cosa dicono?

Sono più contenti di me. Ho sempre avuto il supporto dei miei familiari, da quando sono passata con le elite e facevo fatica a stare in gruppo, poi quando sono venuti i primi risultati. Figuratevi se non ce l’ho adesso.

E le Fiamme Oro cosa dicono?

Abbiamo solo dovuto aggiungere un paio di clausole sul contratto, ma non ci sono problemi.

Allora Marta, ci risentiamo dopo il primo ritiro?

Magari, certo. Per allora saprò dirvi qualcosa di più sul nuovo ambiente, sulla nuova bici e sul mio programma. Sono davvero contenta. Il treno è passato e finalmente ci sono sopra.

Giorgia Bronzini, Maria Giiulia Confalonieri, Sarcedo, tricolori 2020

Bronzini felice, ma vittoria non semplice

31.10.2020
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Giorgia Bronzini, più tirata di quanto correva, non fa che abbracciare le sue ragazze all’arrivo. Lungo il percorso le ruote Bontrager e vari personaggi in appoggio facevano pensare che la Trek-Segafredo avesse messo in atto il piano perfetto per lanciare la sua leader, seppure oggi abbia corso con le insegne delle Fiamme Oro.

Giorgia Bronzini, Elisa Longo Borghini, Sarcedo, tricolori 2020
L’abbraccio con Longo Borghini dopo la vittoria
Giorgia Bronzini, Elisa Longo Borghini, Sarcedo, tricolori 2020
Con Longo Borghini dopo la vittoria

Mai scontato

«Ma non c’è mai niente di scontato nelle gare in bicicletta – dice Bronzini – sapevo che Elisa aveva i numeri e le gambe per vincere, soprattutto perché era supportata da una squadra in forma e da una grande Marta Cavalli. Ci eravamo già immaginate questo scenario, appunto con Marta, Ragusa e Longo Borghini. Elisa aveva fatto vedere nelle ultime gare il suo scenario di forma, per cui abbiamo detto loro di parlarsi. E Marta è stata molto umile pensando alla sua capitana di nazionale, che si meritava questa maglia oggi. Sicuramente per Marta ci saranno altre occasioni in cui questo sacrificio tornerà utile».

Contro le arancioni

Meritava di vincere, oggi. La stagione ha portato vittorie, ma anche una serie di piazzamenti alle spalle delle olandesi più forti, dal Giro d’Italia al mondiale di Imola. E sul fatto che Elisa vinca in Italia, ma fuori si ritrovi spesso a piegarsi per lo strapotere delle Olandesi, la diesse della Trek ha le idee chiare.

Giorgia Bronzini, Sofia Bertizzolo, Sarcedo, tricolori 2020
Con Sofia Bertizzolo, prima di andare via
Giorgia Bronzini, Sofia Bertizzolo, Sarcedo, tricolori 2020
Con Bertizzolo prima di ripartire

«Facendo parte di una società internazionale – dice Bronzini – dove abbiamo atlete che potevano essere avversarie e invece sono dalla parte di Elisa, tutte insieme possiamo vincere e battere le arancioni. Chiaro che Elisa è la miglior pedina che in Italia abbiamo per le salite e le gare toste. Vedo però Marta Cavalli che sta crescendo molto bene e anche Elisa Balsamo e Vittoria Guazzini. Tutte queste ragazze hanno un grande potenziale per contrastare l’ondata arancione. E magari presto la tendenza si invertirà».

E la Vuelta in Spagna?

Spero non si vada, che senso avrebbe? Cosa potrebbe pensare la gente vedendoci correre nelle vie di Madrid che è in lockdown? Ma ad ora è tutto confermato, staremo a vedere…

Elisa Longo Borghini, campionato italiano Breganze, 2020

Tricolore bis, stamattina Elisa sorrideva

31.10.2020
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Stamattina Elisa Longo Borghini sorrideva. E riallacciandoci a quanto scritto nei giorni scorsi, era chiaro che per le altre sarebbero stati dolori. Il campionato italiano delle elite ha seguito più o meno il copione che il gruppo aveva immaginato e quando la piemontese ha aperto il gas al penultimo passaggio sulla salita di Sarcedo, dietro è stato chiaro che il tricolore fosse andato. Per la Longo, seconda maglia tricolore dell’anno, dopo quella della crono.

Elisa Longo Borghini, campionato italiano Breganze, 2020
Alla partenza sorrideva, brutto segnale per le avversarie
Elisa Longo Borghini, campionato italiano Breganze, 2020
Un sorriso alla partenza, voglia di fare bene

Salita vera

La salita di Sarcedo non era banale, soprattutto perché non finiva mai. Tirava e poi mollava e poi dietro l’ennesima curva riprendeva ad arrampicarsi in modo serio. Alla fine sono saltati fuori più di 2.200 metri di dislivello, con l’aggravante che dalla cima all’arrivo non era per niente corta. Eppure quando Elisa è partita, alle sue spalle si è scavato il vuoto. Ha attaccato al penultimo giro ed è andata, scollinando con quasi un minuto di vantaggio.

Katia Ragusa ci ha provato. Quella salita porta a casa sua, non c’è curva, albero o roccia che non abbia riconosciuto e forse per questo è stata l’ultima ad arrendersi e la più veloce nello sprint per il secondo posto.

Elisa Longo Borghini, Katia Ragusa, campionato italiano Breganze, 2020
Attacco in salita al penultimo giro, risponde Ragusa
Elisa Longo Borghini, Katia Ragusa, campionato italiano Breganze, 2020
Attacco al penultimo giro, Ragusa risponde

Elisa via a tutta

«Ho seguito Katia Ragusa che ha risposto a Sofia Bertizzolo – sta raccontando Elisa dopo il traguardo – poi Marta Cavalli è riuscita a restare con noi e a quel punto sono andata via di passo».

Sul fatto che il suo livello sia tale da permetterle di vincere agevolmente con le avversarie di casa, la risposta è chiara.

«Ero un po’ a tutta, sì. E’ la verità – spiega Elisa – non bisogna dare mai niente per scontato. E soprattutto bisogna giocarsela sino alla fine. Sono abituata a non vincere, quindi quando sono davanti mi voglio assicurare di arrivare bene. Ho una buona condizione, è un momento in cui mi sento molto bene. Sapevo di avere le gambe per vincere. E non è più facile vincere in Italia, solo è difficilissimo vincere in ambito internazionale. Quando pensando alle olandesi (sorride, ndr) mi sento come Gimondi con Merckx? Mi sento Elisa con le olandesi. A volte loro sono più forti. A volte si vince e a volte si perde. Questo è lo sport».

Katia Ragusa, campionato italiano Breganze, 2020
Per Katia Ragusa, tricolore sulle strade di casa
Katia Ragusa, campionato italiano Breganze, 2020
Katia Ragusa, Astana, correva in casa

Katia in estasi

Katia Ragusa si è fermata un metro più in là. La mascherina fa divampare ancora di più i suoi occhi.

«E’ la mia salita – sorride – la conosco bene, perché è sulle strade di casa. E’ stata una bellissima emozione, perché erano tutti per me, a ogni angolo. C’erano scritte dovunque: Vai Katia. Era impossibile non fare bene oggi. Si sapeva che era Elisa quella più forte. Però si è cercato di raccogliere il meglio possibile per onorare, l’evento, l’organizzazione, tutta la gente».

Elisa Longo Borghini, Katia Ragusa, Marta Cavalli, campionato italiano Breganze, 2020
Sul podio, Elisa Longo Borghini con Katia Ragusa e Marta Cavalli
Elisa Longo Borghini, Katia Ragusa, Marta Cavalli, campionato italiano Breganze, 2020
Sul podio, Longo Borghini con Ragusa e Cavalli

Alla fine del 2020 manca la Vuelta Espana, tre giorni di corsa che tutte eviterebbero volentieri. Così si possono fare i primi bilanci.

«E’ stato un anno molto positivo – dice – non me lo aspettavo. Nonostante il lockdown che mi ha messo un po’ in subbuglio, poi ho fatto un salto di qualità e quindi posso solo che essere soddisfatta. Non so se questo sia il giorno più bello della stagione. Si gioca il primato con con la giornata del mondiale».

Tutti a casa. E poi?

Lo staff messo in piedi da Davide Casarotto ha ottimamente gestito il tricolore. Riprendiamo la via di casa portando via il sorriso di Elisa e i saluti fra ragazze che ancora non sanno, come tutti noi, quando si rivedranno.

Guazzini, il quartetto e la chitarra

13.10.2020
2 min
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Vittoria Guazzini compirà vent’anni il 26 dicembre, ma nella sua bacheca brillano già 8 titoli europei e 4 campionati del mondo. Tutti su pista, tranne il primo oro da junior agli europei del 2018 a cronometro. La toscana di Pontedera, bionda con i capelli spesso legati sopra, corre nella Valcar e per le Fiamme Oro ed è in bici da quando aveva sette anni.

L’ultimo successo in ordine cronologico è il titolo europeo dell’inseguimento a squadre centrato a Fiorenzuola d’Arda assieme a Consonni, Cavalli e Fidanza. Quando la sentiamo, risponde dal Belgio, dove è volata per la Gand-Wevelgem e poi per il Giro delle Fiandre. La linea è disturbata, ma la sua risata arriva chiara e argentina.

Da sinistra, Martina Fidanza, Consonni, Guazzini e Cavalli: regine europee del quartetto
Fidanza, Consonni, Guazzini e Cavalli: il quartetto è loro
Come si vive l’ennesimo oro in una manifestazione così importante?

Ogni volta è diverso, non bisogna mai accontentarsi. Ogni gara fa storia a sé. E anche quando vinci, che resta una cosa bellissima, trovi sempre il dettaglio da migliorare.

Che cos’è per te il ciclismo a 20 anni?

Ora è un lavoro, la mia grande passione. E forse proprio per questo non pesa come un lavoro.

E’ stato una passione anche durante il lockdown?

Ecco, quel periodo non mi è passato molto bene. La quarantena è stata difficile per tutti e alla fine sono stata molto contenta che le gare siano ripartite.

Cosa scegli fra quartetto e gare su strada?

Preferisco il quartetto. Perché si prepara da lontano e non si può improvvisare. Forse è difficile da capire per chi ci osserva da fuori, ma è bello vedere che tutto funziona come un meccanismo perfetto.

E’ bello anche vincere un europeo da U23?

Diciamo che il livello è un po’ più basso, infatti adesso l’obiettivo sono gli europei con le grandi.

Come sarà l’avvicinamento agli europei in Bulgaria?

Di sicuro passeremo qualche giornata a Montichiari. Bisognerà riprendere dimestichezza con la pista dopo queste corse su strada. La difficoltà è l’impossibilità di fare lavori specifici, ma in questa stagione così strana, era necessario sfruttare tutte le occasioni. Quindi su strada e in pista.

Avete vinto senza Paternoster e Balsamo: motivo di vanto?

Di sicuro Letizia ed Elisa sono due elementi importanti, ma abbiamo fior di riserve e la vittoria lo ha dimostrato.

Come proseguirà la tua stagione dopo gli europei?

Con una bella vacanza. Non si faranno le Coppe del mondo, per cui si stacca. Mi voglio rilassare. Mi piace uscire, guardare qualche film su Netflix. E con l’aria che tira, mi sa tanto che uscire potrebbe diventare difficile. E poi suono la chitarra…

Davvero?

Suono da quando ero in quinta elementare. Chitarra elettrica e acustica. Musica rock e pop. Ma suono solo a casa, non la porto mai ai ritiri. Tra valige e bici, non mi basterebbero tre mani…