L’Avenir sul Finestre: Torino diventa patria del ciclismo

11.07.2024
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La partenza del Giro d’Italia. La tappa del Tour de France. L’annuncio della grande partenza della Vuelta 2025 e nel mezzo, fra qualche settimana, la conclusione del Tour de l’Avenir (18-24 agosto). Il Piemonte e la Città Metropolitana di Torino, al pari dell’Emilia Romagna e dell’Abruzzo, hanno colto le potenzialità del ciclismo come veicolo promozionale per il territorio. E proprio in quest’ottica si inserisce l’approdo del Tour de l’Avenir, gara under 23 per uomini e per donne, che si correrà contemporaneamente per donne e per uomini: al mattino le prime, di pomeriggio l’arrivo dei ragazzi.

Il passaggio più curioso della vicenda è che l’approdo italiano è stato propiziato da Marco Selleri, uomo di Extra Giro che in passato ha organizzato il mondiale di Imola e ha tenuto in mano per anni il Giro d’Italia U23, prima che il celebre bando propiziasse il passaggio di tutti i Giri a RCS Sport.

«Ho sentito anche io che il Colle delle Finestre sia un possibile approdo futuro per il Tour de France – spiega Selleri – però magari ne sapremo di più a fine luglio quando andrò su per fare il punto finale e la presentazione delle tappe italiane, che ci sarà il 29 luglio a Torino. In ogni caso il contatto con i francesi c’è stato lo scorso settembre, quando Laurent Bezault e Philippe Colliou mi scrissero due righe dicendo che l’anno successivo, quindi quest’anno, avrebbero avuto delle difficoltà a chiudere l’Avenir in Francia a causa delle Olimpiadi. Tutte le forze di sicurezza sarebbero state dirottate su Parigi, in più ora ci sono state anche le elezioni…».

Il Tour de l’Avenir per come è illustrato ancora sommariamente sul sito ufficiale
Il Tour de l’Avenir per come è illustrato ancora sommariamente sul sito ufficiale
Che cosa gli hai risposto?

Di lasciarmi un po’ di tempo e avrei visto se potevo dargli una mano, visto che comunque in Italia qualcosa abbiamo fatto. L’occasione è stata una telefonata con Aldo Peinetti, giornalista dell’Eco del Chisone, che mi aveva presentato Chiatellino quando nel 2022 finimmo il Giro U23 a Pinerolo. Lui è un appassionato di ciclismo e mi ha chiamato dicendomi che avrebbero voluto promuovere il loro territorio a livello cicloturistico. Così con Marco Pavarini siamo andati a vedere la bellissima salita al Rifugio Barbara Lowrie che hanno appena asfaltato in zona Bobbio Pellice, con la strada che finisce appunto in un rifugio dove si potrebbe far arrivare una corsa. Ci siamo seduti per fare due chiacchiere e gli ho detto che se davvero volevano promuovere la zona, arrivavano a puntino, dato che avevo ricevuto una mail dagli organizzatori del Tour de l’Avenir.

Sono parsi interessati?

Molto, così ho messo in contatto Peinetti con Philippe Colliou, che è il direttore di Alpes Velo e organizza il Tour de l’Ain e altre corse. Da quel punto io ho fatto un passo indietro e sono andati avanti loro, fino a che hanno raggiunto l’accordo con la Città Metropolitana di Torino e qualche comune della Val Pellice. L’ho saputo quando mi ha scritto Peinetti dicendo che era fatta. E’ partito tutto così, finché siamo arrivati ai primi di maggio, quando Colliou mi ha riscritto dicendo che aveva bisogno di una mano per delle questioni tecniche in Italia.

Philippe Colliou è il direttore di Alpes Velo, società francese che organizza il Tour de l’Avenir, ma anche il Tour du Rwanda e il Tour de l’Ain
Philippe Colliou è il direttore di Alpes Velo, società francese che organizza il Tour de l’Avenir, ma anche il Tour du Rwanda e il Tour de l’Ain
Cioè?

La scelta dei percorsi è stata fatta dalla Città Metropolitana di Torino insieme a Peinetti. C’è la Val Pellice e poi c’è appunto il Colle delle Finestre, dove prepareranno il fondo sterrato come quando vinse Froome, quindi battendola molto bene. Io ho fatto la ricognizione il 3-4 giugno, quando sulla strada c’era ancora neve. Mi sembra che sia un po’ impegnativa, soprattutto per il Tour de l’Avenir delle ragazze, perché i percorsi sono identici. Non cambia una virgola, sia per la tappa che arriverà a Condove, sia per quella che partirà da Bobbio Pellice e arriverà al Colle delle Finestre. Si arriva in cima. Si premiano lassù i primi tre di tappa e poi ci si sposta a Usseaux, uno dei borghi più belli d’Italia, bello davvero come un confetto. Lì ci saranno le premiazioni protocollari dei vincitori dei due Tour.

A quali questioni tecniche si riferiva Colliou?

In Italia abbiamo le nostre leggi, di conseguenza è necessario anche l’intervento della Struttura tecnica nazionale. L’idea adesso è che l’incarico ufficiale di fare le cose in regola arrivi dal Consiglio federale del 20 luglio. L’Uci ha un articolo per cui l’organizzatore straniero dovrebbe chiedere alla Federazione ciclistica italiana l’autorizzazione per arrivare con due tappe in Italia. Quindi si sta cercando di fare in modo che queste ultime due tappe diventino come gare italiane, pagando le tasse federali, con i nostri direttori di corsa e l’assicurazione italiana. E questo è al vaglio del Consiglio federale del 20 luglio. Trattandosi dell’ultima tappa della Nations’ Cup, quindi una prova UCI che partecipa alle spese, spero non ci siano problemi.

Dopo l’arrivo finale sul Colle delle Finestre, le premiazioni del Tour de l’Avenir si svolgeranno a Usseaux
Dopo l’arrivo finale sul Colle delle Finestre, le premiazioni del Tour de l’Avenir si svolgeranno a Usseaux
Come mai Bezault e Colliou si sono rivolti a voi?

Perché sono stati entrambi con noi per 15 giorni durante i mondiali di Imola, dato che erano i referenti dell’UCI. E poi perché l’Italia interessa, ci sono anche altri organizzatori che provano a venire da noi

Quindi il prossimo passo è la presentazione di Torino?

Il 29 luglio a Torino ci saranno Philippe Couliot e Bernard Hinault, perché lui all’Avenir c’è sempre. Presenteranno le tappe italiane a Torino, dato che la Città Metropolitana di Torino è coinvolta in modo importante. Hanno capito qual è lo sport che genera economia e che genera visibilità in giro per il mondo. La Val Pellice ne avrà una bella promozione, perché è spettacolare. Vedrete che richiamo…

Domani Laigueglia, baluardo del ciclismo che cambia

27.02.2024
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Venticinque squadre, fra cui 9 WorldTour, 8 professional e 8 continental. Le prime salite di Paravenna e Testico a fare la selezione e poi il circuito finale, che negli ultimi 44 chilometri propone per quattro volte Colla Micheri e Capo Mele. Domani si corre il Trofeo Laigueglia e a giudicare dalle iscrizioni dell’ultima ora sarà una gara stellare, sempre che il meteo conceda una tregua.

Il UAE Team Emirates arriva in forze, aggiungendo al pacchetto Ayuso e Hirschi, dominatori nello scorso weekend francese: con loro anche Covi, Majka, Ulissi e Baroncini. Poi il vincitore uscente Peters, Vendrame e Cosnefroy nella Decathlon-Ag2R partita già fortissimi. Bettiol e Piccolo in maglia EF Easy Post; Velasco, Fortunato e Scaroni con l’Astana. Rota e Busatto per la Intermarché, più De Marchi e Zana con la Jayco-AlUla. Infine due ragazzini che l’Italia ben conoscono: Gregoire e Lenny Martinez di casa Groupama-FDJ. Il via alle 11, l’arrivo intorno alle 16, la diretta intorno alle 14,30 su Rai Sport ed Eurosport.

Il Laigueglia del 2023 è stato vinto da Nans Peters, al traguardo con 46″ di vantaggio
Il Laigueglia del 2023 è stato vinto da Nans Peters, al traguardo con 46″ di vantaggio

Le corse in Italia

Laigueglia significa l’inizio del grande ciclismo in Italia, con l’organizzazione di Extra Giro per conto del Comune. Di questi tempi non c’è niente di facile nell’organizzare corse in Italia, nella scia di RCS Sport che, lavorando bene e a tappeto, lascia dietro appena le briciole. E’ notizia dei giorni scorsi, diffusa da bici.PRO e rilanciata su tutti i media, che il Giro di Sicilia non ci sarà per ragioni politiche. Eppure gli uomini di Mauro Vegni non sono stati a guardare e nelle stesse date si svolgerà il Giro d’Abruzzo: manca l’ufficialità, attesa a breve.

Non c’è niente di facile, ma ci sono le idee. Marco Selleri, che di Extra Giro è uno dei soci, ne avrebbe tante, ma ha capito che ci sono conti da fare. Proprio per questo il gruppo romagnolo ha dovuto rinunciare all’organizzazione del Giro della Città Metropolitana di Reggio Calabria, mentre sta per annunciare la rinascita del Giro di Romagna. Lo sentiamo alla vigilia della corsa ligure.

Marco Selleri, romagnolo, qui alla presentazione della tappa bolognese del Tour 2024
Marco Selleri, romagnolo, qui alla presentazione della tappa bolognese del Tour 2024
Percorso che vince non si cambia…

E’ rimasto tutto uguale, anche perché all’Amministrazione comunale piace questo percorso, che è stato accolto abbastanza bene anche dai corridori. L’arrivo di Ayuso e Hirschi servirà a innalzare ancora di più il livello.

Quanto è importante effettivamente la presenza dei grossi nomi per una corsa? 

E’ importante perché acquisisce valore. Quando ci sono nomi che sono sulla bocca di tutti, vuol dire che aumenta l’audience di tutto quello che c’è intorno, quindi è fondamentale. Soprattutto se parliamo di corridori che hanno già vinto negli ultimi giorni e si presentano qua, cambiando le carte in tavola di tanti pronostici. Mi piacerebbe che una volta tanto vincesse un italiano, perché ne abbiamo bisogno. Sappiamo che Rota e Covi sono sempre fra i primi, anche Vendrame lo scorso anno era davanti. E’ una corsa che si dice molto ai nostri ragazzi. Sarà un test anche per Baroncini, perché a Kuurne non è andato male, anche se qui ci sarà più salita.

Il Comune ci tiene tanto, ma di fatto l’intero territorio è in ballo per accogliere le squadre.

Laigueglia dà il nome dal 1964 della prima edizione. Per la corsa hanno riaperto due hotel, mentre il grosso delle squadre si trova fra San Bartolomeo e Alassio. Il Comune ci tiene molto, con le ultime elezioni è cambiata l’Amministrazione, ma si continua a ricavare il budget per la corsa. Parliamo per loro 110-115 mila euro, che non è facile. Ci sarà pure un contributo della Regione e qualcosa che arriva dai Borghi più Belli d’Italia, ma la metà viene dal bilancio della città cui bisogna dire grazie. E’ una corsa che con l’IVA viene a costare intorno ai 200 mila euro. Ci sono delle figure chiave, come Lino Bersani che è un Consigliere con la delega allo sport. Poi Roberto Schiavon e anche Antonio Meroni di Cantù. Sono loro che spingono per mantenere la corsa.

Lo scorso anno, alle spalle di Peters, Vendrame e Covi a 46″
Lo scorso anno, alle spalle di Peters, Vendrame e Covi a 46″
La Strade Bianche è un traino?

E’ la nostra fortuna, secondo me. Fanno tappa qua, poi si spostano in Toscana. Come quando s’è fatta Reggio Calabria col traino del Giro di Sicilia. L’UCI dice tanto di voler riscrivere il calendario. Mettiamo che sposti il Lombardia ad aprile, secondo voi cosa succede alle corse che si fanno in preparazione come l’Emilia, l’Agostoni e la Bernocchi? Con lo stesso criterio abbiamo sperato che rifacendo il Giro di Romagna il 21 aprile, cioè due giorni dopo la fine del Tour of the Alps, qualche squadra venisse giù, ma per ora non vediamo grossi riscontri. Annunceremo la corsa a breve, la 86 esima edizione, che rinasce per volontà dell’Amministrazione comunale di Lugo e di Oliviero Gallegati, titolare della Cicli Somec.

Cosa vi aspettate?

Il ciclismo è cambiato, gliel’ho detto: non aspettatevi grossi nomi, perché c’è il Giro d’Italia alle porte. Per cui correremo con parecchie continental, anche se la UAE Emirates ha detto che verrà. Stiamo aspettando un paio di professional straniere, come la Caja Rural e l’Euskaltel, e poi vedremo le tre italiane. Come dicevamo prima, avere i nomi serve a chi investe. A noi che organizziamo serve avere le risorse per fare tutto nel migliore dei modi. Abbiamo organizzato per anni le corse giovanili, non badavi tanto ai nomi quanto a promuovere il movimento e una corsa come il Romagna può fare la fortuna delle continental italiane. I grossi nomi non si preparano più nelle piccole corse.

E questo incide sulle partecipazioni…

Vanno a vincere senza fare corse. Si preparano da fuori, vengono e vincono. Una volta era l’opposto: venivano sempre a fare 2-3 corse per prepararsi. Anche Pogacar arriva alla Strade Bianche senza aver mai corso prima: credete che andrà piano? Ma guardiamo in casa nostra, speriamo che domani sia bel tempo. Mi piacerebbe che Laigueglia diventasse la corsa più bella del professionismo. Mi piacerebbe poter mettere un arco ogni chilometro a partire dai meno cinque dall’arrivo come domenica a Kuurne.

Il Laigueglia 2022 fu l’ultima vittoria di Polanc, poi ritirato per problemi cardiaci. Con lui Ayuso e Covi
Il Laigueglia 2022 fu l’ultima vittoria di Polanc, poi ritirato per problemi cardiaci. Con lui Ayuso e Covi
Cosa te lo impedisce?

Il fatto che ognuno di quegli archi costa 4 mila euro, quindi servirebbero ne 20 mila solo per i gonfiabilli. Vorrei vedere le cose fatte a modo. Prendiamo la corsa di Reggio Calabria. Il contributo pubblico è stato abbassato e già l’anno scorso chiudemmo quasi in pari. Dovremmo organizzare in perdita? E poi senza il Giro di Sicilia, quali squadre verrebbero in Calabria per un solo giorno? Sarebbe diverso se la Federazione o la Lega intervenissero per organizzare pacchetti con 3-4 giorni di gara, trovando il modo che le squadre spendano 40 euro al giorno come in Spagna e coprendo il resto con sponsor o contributi. Senza interventi del genere, una corsa così isolata non riusciamo a farla. E mi dispiace, perché da giù continuano a chiamarmi, ma non posso che dire di no.

EDITORIALE / Campionati italiani, appunti e strappi

26.06.2023
6 min
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I campionati italiani juniores del prossimo fine settimana in Veneto e quelli allievi di luglio a Boario Terme assegneranno gli ultimi titoli della strada. Frattanto Comano Terme e Mordano hanno ospitato le rassegne delle altre categorie.

Stile trentino

Gli organizzatori del GS Alto Garda, che in aprile mettono su strada il Tour of the Alps nel Trentino in cui nel 2012 fu organizzata l’ultima Settimana Tricolore, hanno portato a casa un ottimo risultato, con il passo del grande evento: i campionati europei di Trento 2021 sono un ricordo ancora fresco. Nei giorni fra giovedì e domenica si sono succedute le crono individuali di tutte le categorie, poi le prove su strada di professionisti e donne elite.

Il Trentino ha fatto sistema e il territorio di Comano Terme è diventato teatro di manifestazioni nel segno dell’efficienza e senza concessioni allo sfarzo. I percorsi hanno riscosso il gradimento di atleti e tecnici, nelle hospitality si degustavano prodotti tipici, si è tenuta aperta una porta sul turismo e pare che la sola cena di gala organizzata il sabato abbia visto la partecipazione di pochi invitati.

Al via della gara pro’ a Comano, anche 9 under 23 di squadre continental. Perché non correre a Mordano?
Al via della gara pro’ a Comano, anche 9 under 23 di squadre continental. Perché non correre a Mordano?

I pro’ al sabato

Ha fatto parlare tuttavia la scelta di invertire le gare del sabato e della domenica, anticipando i professionisti rispetto alle donne. La decisione, annunciata il 2 marzo alla presentazione dell’evento, era già stata ventilata a dicembre, quando i tecnici azzurri andarono a Comano per visionare i percorsi.

Il motivo dello spostamento, come spiegato da Maurizio Evangelista (general manager del GS Alto Garda), sta nell’aver voluto concedere un giorno di recupero in più agli atleti che saranno impegnati al Tour e una vetrina più importante per le donne elite. Ugualmente la scelta ha creato qualche contrattempo.

Solo i giornalisti di tre testate sono rimasti a Comano per la gara delle donne elite, vinta da Longo Borghini
Solo i giornalisti di tre testate sono rimasti a Comano per la gara delle donne elite, vinta da Longo Borghini

La fuga dei media

Il primo va a disonore della categoria cui apparteniamo. Seguita la gara dei professionisti, gli inviati di alcune delle testate più prestigiose sono stati richiamati alla base. Così ieri a raccontare la vittoria di Elisa Longo Borghini, tolto chi scrive, si sono ritrovati i colleghi di Tuttobiciweb e di InBici.net. Dopo aver dovuto digerire l’assenza della diretta televisiva nella crono, la campionessa italiana ha mandato giù un altro boccone amaro.

Il secondo ha creato una sovrapposizione evidente fra gli organizzatori trentini e quelli romagnoli che per sabato avevano in programma il tricolore degli under 23, conquistato da Francesco Busatto. Qualcuno fra coloro che sono preposti allo studio dei calendari avrebbe potuto accorgersene nei tre mesi a disposizione e mettere sul tappeto le possibili soluzioni? Si poteva valutare che si proponevano i campionati italiani in piena maturità? Oggi Eleonora Ciabocco, che ieri ha corso a Comano, ha avuto gli orali…

Impossibile che il tricolore U23si corresse sulle strade del mondiale: è nato così il tracciato di Mordano
Impossibile che il tricolore U23si corresse sulle strade del mondiale: è nato così il tracciato di Mordano

L’alluvione in Romagna

Una premessa si rende ora necessaria. Dopo l’alluvione della Romagna, per mantenere il tricolore U23 gli uomini di Extra Giro hanno dovuto ridisegnare un nuovo percorso in tempo record. Le strade di Riolo Terme e delle colline dei dintorni sono infatti impraticabili e chissà per quanto ancora lo saranno. Sembra il loro destino, che pure parla di una struttura agile e buone capacità organizzative. Se Trento ha organizzato gli europei, non dimentichiamo che l’anno prima Extra Giro tirò fuori dal cilindro un mondiale a tempo di record.

Non più il tracciato ispirato a quei mondiali, dunque, bensì uno nuovo che richiamava Imola 1968: il mondiale di Adorni. La situazione avrebbe richiesto che le istituzioni avessero un occhio di riguardo. Che il presidente, ad esempio, andasse sul posto, anziché mandare il consigliere federale Cazzola.

Se il tricolore U23 fosse stato spostato alla domenica, avrebbe ricevuto un’attenzione mediatica superiore? Se le donne avessero corso il sabato sarebbe cambiato qualcosa? E se qualcuno avesse pensato a una progettazione di alto livello, si sarebbero potuti fare collegamenti dalla Romagna durante la gara dei pro’? La RAI avrebbe affrontato le spese di un’altra diretta da Mordano? Molto probabilmente no.

In rappresentanza della FCI ai campionati italiani di Mordano, il consigliere federale Cazzola, secondo da destra (foto Extra Giro)
In rappresentanza della FCI a Mordano, il consigliere federale Cazzola, primo da destra (foto Extra Giro)

Il momento di Extra Giro

Non è un mistero che, dopo aver prosperato grazie al sostegno esterno di Cassani e con l’appoggio del presidente Di Rocco – risollevando il Giro U23, organizzando corse nel post pandemia e addirittura quei mondiali del 2020 – Extra Giro sia stata messa ai margini, seguendo il destino dello stesso Cassani. Quando va così, purtroppo la tendenza è quella di saltare giù dal carro. Gli sponsor. Gli amici. I politici. I media… La cosa può infastidire, ma non certo stupire.

Dipende però da come si vive il disagio. Se comanda la rabbia, perché l’emergenza, lo scoramento, la stanchezza e l’esasperazione sfociano spesso in rabbia, può capitare che si alzino i toni.

Selleri è sul punto di mollare tutto e si spiega così probabilmente il post su Facebook in cui si è complimentato con gli atleti di Comano Terme, ma ha colpito la capacità organizzativa del GS Alto Garda. Ci risulta che nella telefonata successiva fra lui e Maurizio Evangelista, i toni non siano stati concilianti: tutt’altro. Lo scontro è fra adulti, sapranno gestirlo benissimo senza interventi esterni.

Una guerra sterile

Gli sponsor vanno dove ottengono di più, l’errore più grosso è cadere in una guerra fra bande. Il GS Alto Garda fa da anni la sua strada, senza neppure cercare intese con altri soggetti. E’ la loro scelta, che ad esempio li porta fuori dalla trattativa della Lega per i diritti televisivi e su binari totalmente autonomi.

Extra Giro fa fatica a trovare risorse e visibilità, danneggiata ad esempio dal passaggio del Giro d’Italia U23 nelle mani di RCS Sport, con un bando per loro inaccessibile. La cosa può infastidire, ma puntare il dito contro chi invece sta a galla, è l’errore più comune. Ricordiamo ad esempio che nei giorni in cui il Giro U23 aveva i favori di sponsor e palazzi, gli organizzatori del Val d’Aosta – lontani dalle logiche romane – masticavano amaro, ma rimasero sempre zitti.

Anziché farsi giustizia sui social, sarebbe più utile chiedere risposte alla FCI. Ad esempio sulle cause dell’enorme esborso di denaro per il Giro Donne oppure sul prolungamento del commissariamento della Lega. Le società affiliate sono soci con diritto di voto, sono azionisti della Federazione: sarebbe ora che la smettessero di sentirsi parti lese o di spendersi per ottenere le amicizie giuste. Che entrino semmai nel vivo delle scelte. Molto meglio portare avanti il proprio lavoro senza dover dire grazie a nessuno. E semmai, se qualcosa non va, chiedere che si lavori meglio o si mandi a casa chi non riesce a far andare la macchina.

Dopo l’alluvione, tricolore U23 sui Tre Monti di Adorni

07.06.2023
4 min
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Continuano a farsi sentire gli effetti dell’alluvione in Emilia-Romagna. A Mordano (Bologna) il 24 giugno prossimo era in programma il campionato italiano under 23 ed era previsto un determinato percorso, ma l’inondazione lo ha devastato. La data però resta confermata.

ExtraGiro, società organizzatrice, come da suo Dna però non è stata a piangersi addosso. Marco Selleri, Marco Pavarini e tutta la loro squadra si sono guardati in faccia e si sono rimboccati le maniche. Come i loro corregionali del resto.

Selleri e Colbrelli sotto lo sguardo di Pavarini, dopo il podio tricolore 2021 (foto ExtraGiro)
Selleri e Colbrelli sotto lo sguardo di Pavarini, dopo il podio tricolore 2021 (foto ExtraGiro)

Maniche rimboccate

«Qui – racconta Selleri – ancora piove. Un giorno da una parte, un giorno da un’altra. Siamo alle prese col fango con l’acqua e tutto il resto. In questi 15 giorni abbiamo deciso di cambiare il percorso, ma d’altra parte non avevamo alternative, in quanto le strade di quello previsto inizialmente non erano più agibili.

«Non è stato semplice. Abbiamo dovuto parlare con i sindaci dei due Comuni coinvolti, Imola e Mordano, e con la Regione Emilia-Romagna. Chiaramente adesso le risorse psicofisiche sono tutte rivolte al ripristino dei danni che, a mio avviso, richiederanno anni per essere riparati, ma neanche ci si poteva fermare. Eventi così danno ossigeno al territorio, alle strutture ricettive. Già si era fermata la Formula 1, non volevamo aggiungere un danno… al danno».

Addio vecchio percorso

Selleri parla di un vecchio percorso inagibile soprattutto a causa delle frane. Se ne contano sei, una delle quali enorme, che ha del tutto spazzato via una strada e altre cinque che ne hanno dimezzato la carreggiata.

«Ma si tratta comunque di frane in movimento – prosegue Selleri – che non consentono grande sicurezza. Ce n’era una sul Monticino, la prima salita, tre nelle discesa e una sull’ultimo strappo».

ExtraGiro mostra come sempre grande reattività. Ma non è stato facile questa volta.

«Rispetto al mondiale 2020 è stato diverso. In quel caso c’erano problemi, se vogliamo anche più grandi, ma non erano solo nostri. Non dipendevano da noi. Stavolta invece è proprio un problema tutto nostro. Per questo devo ringraziare i sindaci di Imola, di Mordano e la Regione Emilia-Romagna, in particolare Giammaria Manghi, sottosegretario Regione Emilia-Romagna, il quale ci ha supportato moltissimo».

Su parte di questo percorso ExtraGiro aveva organizzato il mondiale 2020 e il tricolore pro’ 2021
Su parte di questo percorso ExtraGiro aveva organizzato il mondiale 2020 e il tricolore pro’ 2021

Sui Tre Monti

Ma se questa è la situazione passata, cosa propone quella nuova? Il prossimo campionato italiano U23 si deciderà sul circuito dei Tre Monti. Partenza e arrivo sono a Mordano. I numeri di chilometraggio e dislivello sono pressoché uguali, ma cambia la disposizione del dislivello stesso. Prima 167,7 chilometri, ora 171. Prima 2.300 metri verticali e gli stessi ora.

«Si va sul circuito dei mondiali del 1968 – spiega Selleri – quello vinto da Adorni. Una prima parte pianeggiante di 40 chilometri, poi nove tornate del collaudatissimo circuito dei Tre Monti. Da lì ultimi 20 chilometri per rientrare a Mordano».

Questo nuovo tracciato cambia un po’ l’andamento tecnico-tattico della gara. Per assurdo, anche se nel complesso potrebbe essere più duro, strizza maggiormente gli occhi ai passisti, magari anche relativamente veloci, che agli scalatori.

«In effetti potrebbe cambiare la fisionomia della corsa – dice Selleri – prima, dall’ultimo strappo al traguardo, c’erano 5-6 chilometri dei quali giusto un paio di pianura dal termine della discesa. Ora invece ce ne sono 20 dal Gpm e 15 dal termine della discesa. Tra l’altro 15 chilometri di stradoni piatti e rettilinei in cui le squadre si possono organizzare bene per chiudere su un eventuale fuggitivo. Per dire: uno scalatore che guadagnava 20” prima poteva andare all’arrivo. Adesso con quei 20” è ben più difficile riuscirci».

ExtraGiro, un 2023 di novità: Italia.it e Museo 2.0

31.01.2023
5 min
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ExtraGiro è una società di comunicazione che con il lavoro svolto negli ultimi anni sta dimostrando di saper unire i puntini. Marco Pavarini e Marco Selleri hanno mosso i loro intenti per comporre un puzzle che racchiude più fronti. Sport, mobilità, promozione del territorio e una narrazione storica delle due ruote in digitale. 

Sarà infatti ExtraGiro a raccontare i territori del cicloturismo sul portale ufficiale del Ministero del Turismo, Italia.it. Un’opportunità per racchiudere quello che rappresenta il ciclismo e mostrarlo a tutto il mondo.

In parallelo a questo progetto c’è la nuova versione 2.0 del Museo Digitale Diffuso del Ciclismo, una App realizzata con Len Service Onlus, che consente di scoprire i territori d’Italia attraverso la lente del ciclismo e delle sue storiche sfide. Il tutto arricchito dalla collaborazione con l’Archivio Luce che permetterà di ripescare filmati e immagini che vanno dagli anni ’20 al dopo guerra.

Nell’applicazione è possibile trovare i file GPX per poter percorrere gli itinerari
Nell’applicazione è possibile trovare i file GPX per poter percorrere gli itinerari

Museo 2.0

La fondamentale esperienza di organizzazione del Giro d’Italia Giovani, dal 2017 al 2022, ha consentito a ExtraGiro di percorrere la Penisola per raccogliere storie di ciclismo che meritano di essere raccontate a tutto il mondo. Esperienze in linea con il nuovo format di Italia.it, che si basa su una serie di valori di unicità, appartenenza e rispetto del territorio che guidano la creazione di contenuti di valore e le collaborazioni.

«La collaborazione con Archivio Luce – spiega Marco Pavarini, direttore di ExtraGiro – così come la partnership editoriale con il Ministero del Turismo per contenuti ad hoc sul portale italia.it, rappresentano la nostra mission. Veicolare la promozione del territorio attraverso uno sport popolare e dalla storia epica come il ciclismo è il nostro scopo.

«Siamo orgogliosi del lavoro svolto fino ad ora e rilanciamo, con la convinzione che la piattaforma del Museo Digitale Diffuso possa essere sempre più uno strumento a disposizione delle amministrazioni pubbliche per raccontare il proprio territorio attraverso lo sport e il cicloturismo».

Museo Digitale Diffuso del Ciclismo racconta i territori anche attraverso le corse
Museo Digitale Diffuso del Ciclismo racconta i territori anche attraverso le corse

Attraverso Italia.it

Per Pavarini e Selleri, l’accordo con il Ministero del Turismo è un ulteriore passo avanti verso la propria mission di utilizzare la potenza narrativa della bicicletta per raccontare e promuovere il territorio. Il portale rappresenta lo strumento principe del Ministero per lo sviluppo dell’offerta turistica a livello internazionale: una piattaforma che racconta l’Italia con una narrazione moderna e semplice, creando nuovi collegamenti tra gli utenti e le proposte sul territorio.

«C’è una strategia del Ministero del Turismo – dice Pavarini – avviata dal precedente governo per muovere i territori italiani attraverso Italia.it. Parlandone con loro abbiamo appurato che il cicloturismo ha un valore importante. Siamo quindi diventati i loro interlocutori per raccontare i territori attraverso il ciclismo. Ossia pubblicare su questo portale per poi essere distribuito nel mondo, l’angolatura che appartiene al ciclismo in determinate terre. Siamo partiti dalla nostra storia, con la conoscenza che abbiamo maturato attraverso il Giro d’Italia Giovani, più la raccolta dei contenuti del Museo Digitale Diffuso del Ciclismo e ci siamo candidati come partner comunicativi e di narrazione. 

«Il nostro intento è quello di fissare quei luoghi che hanno un legame forte con il ciclismo. Ma anche quello di legare i territori con quello che sono gli eventi. Quindi una promozione per gli eventi futuri come possono essere gare ciclistiche o passaggi di corse come Giro o Tour. L’unione d’intenti è stata chiara fin da subito. Tutto nasce dalla strategia di ExtraGiro di organizzare gare ma anche raccontare i valori delle terre che ci ospitano».

Italia.it è un portale del Ministero del Turismo per la promozione del territorio
Italia.it è un portale del Ministero del Turismo per la promozione del territorio

Nuovi progetti 

Tra gli intenti di ExtraGiro c’è sicuramente quello di rendere sempre più profondi i propri contenuti con nuove edizioni e progetti più solidi, sia sportivi che culturali.

«Organizzeremo il Trofeo Laigueglia – afferma Pavarini – utilizzeremo una doppia narrazione, sia con il portale del Museo sia con il portale Italia.it. Abbiamo un anno davanti con tanti progetti rivolti a cicloturismo, gare gravel e mountain bike, sia invece agli eventi più amatoriali e festosi che annunceremo a breve. Nuovi format di manifestazioni che lanceremo a marzo sempre legati alla bici e alla promozione del territorio».

«C’è una domanda dei territori enorme al momento. Si sta iniziando a percorrere questa direzione da parte delle comunità e delle amministrazioni che hanno capito il potenziale di questo sport. Gli investimenti sono sempre più importanti, figli di un PNRR che ha fornito i mezzi per costruire ciclovie e percorsi cicloturistici. Il territorio sa che l’infrastruttura non basta e ha quindi bisogno anche della parte di promozione».

Il cicloturismo è un mezzo di promozione su cui ExtraGiro e Italia.it puntano molto (foto di ExtraGiro)
Il cicloturismo è un mezzo di promozione su cui ExtraGiro e Italia.it puntano molto (foto di ExtraGiro)

Giovani al centro

Investire sui giovani al giorno d’oggi rappresenta più che un’opportunità una necessità. Su questo concetto ExtraGiro non si è tirata indietro e ha deciso di rafforzare il proprio impegno anche in questa direzione.

«Stiamo guardando il ciclismo – spiega Pavarini – per renderlo più facile e accessibile per tutte l’età. A breve annunceremo un progetto anche per i giovanissimi. Un percorso di avvicinamento per loro. L’esperienza sportiva deve essere sempre più festosa. Dal punto di vista ludico questo è il nostro impegno. Invece in ottica mobilità ci siamo posizionati su questo tema del mobility management, così come su quello sportivo su cui stiamo continuando a lavorare. I giovani sono la nostra prossima sfida per investire su nuove generazioni. Il logo “Bici Imparo” che abbiamo regalato alla Federazione cinque anni fa ci rende orgogliosi perché sta aumentando il suo valore e aiutando i più piccoli. Stiamo già lavorando ad un altro progetto in questo senso. 

«La sicurezza – conclude – è un altro tema imprescindibile. I genitori hanno paura di mettere in bici i propri figli. Mamma e papà sono i primi da coinvolgere e tranquillizzare. Il sistema si deve muovere per mettere in campo i mezzi perché questa garanzia di sicurezza sia messa in pratica. Noi ci proviamo rendendo le cose accessibili e sicure con messaggi e comunicazioni chiare. La chiave di tutto rimane il cicloturismo».

Campionato italiano gravel: tantissimo sterrato e velocità folli

13.09.2022
5 min
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«Visto che ci sarà un primo mondiale gravel, ci è sembrato giusto ci fosse anche un primo campionato italiano… gravel». Marco Selleri è chiaro sin da subito. Il direttore generale di ExtraGiro (insieme a Marco Pavarini) è pronto per questa nuova avventura (in apertura foto Ricci Maccarini). Un’altra sfida, ci verrebbe da dire.

Allestire un evento ufficiale, tanto più di una disciplina “nuova”, almeno dal punto di vista agonistico, non è facile. Ma i presupposti perché si vada verso un altro bel successo organizzativo ci sono tutti. Selleri e la sua squadra hanno messo a punto ogni aspetto dell’evento.

Marco Pavarini, Marco Selleri, Giro d'Italia U23
I dirigenti di ExtraGiro Marco Pavarini e Marco Selleri (a destra) terranno a battesimo il primo tricolore gravel FCI
Marco Pavarini, Marco Selleri, Giro d'Italia U23
I dirigenti di ExtraGiro Marco Pavarini e Marco Selleri (a destra) terranno a battesimo il primo tricolore gravel FCI

Dalla Far Gravel 

«L’idea di questo primo campionato italiano gravel – racconta Selleri – nasce quest’inverno. Abbiamo incontrato Raffaele Brunaldi, che è l’organizzatore della Far Gravel, un evento cicloturistico che ha già cinque anni di storia e che ha visto al via anche 700 partenti. Lui mi chiese se avevamo voglia di organizzare una gara. Da cosa, nasce cosa… ed eccoci qui».

«Prima di allestire questo tricolore, noi di Extragiro eravamo in lizza per organizzare il mondiale gravel, ma le Regioni (Marche, Emilia-Romagna e Toscana) presso le quali ci siamo rivolti non ci hanno dato il loro supporto e così abbiamo dirottato sull’italiano».

Argenta è pronta a mettersi il vestito buono, dunque. Ci sarà un villaggio nella piazza centrale e tanti parcheggi sparsi per le vie della cittadina ferrarese. Ci saranno espositori e sarà una festa del ciclismo. Una festa che tra l’altro sarà trasmessa anche da Rai Sport.

La planimetria del tricolore di Argenta. Lo start avverrà alle 11:30 e ogni 2′ scatterà una griglia. Apriranno gli open uomini
La planimetria del tricolore di Argenta. Lo start avverrà alle 11:30 e ogni 2′ scatterà una griglia. Apriranno gli open uomini

Fra terra e acqua

E allora vediamolo un po’ questo percorso. Si parte e si arriva ad Argenta, nello stesso identico punto in cui arrivò la prima tappa dell’ultimo Giro d’Italia U23. I percorsi a disposizione di professionisti e amatori sono due: uno da 120 chilometri e uno da 89.

Chiaramente in quelle zone, le più basse e pianeggianti d’Italia, delle salite non c’è neanche l’ombra. Ma i tracciati sono davvero suggestivi. Si va dalle distese dei campi dell’entroterra, alla costa adriatica, lambendo le zone umide del Delta del Po, ricche di una certa fauna. E non a caso lo slogan (bellissimo) della Far Gravel recita: “Un’avventura tra la terra e il mare”

«Non ci sono single track – riprende Selleri – ma ci sono tantissimi stradoni sterrati, su fondo anche ghiaioso, degli argini e circa il 18% di asfalto. Le donne open (elite e U23, ndr) saranno impegnate sul tracciato da 89 chilometri. Mentre gli uomini, sempre open, lo saranno su quello da 120». 

I percorsi gravel di solito sono un po’ più tecnici, con l’inserimento di qualche single track, ma di contro hanno anche un po’ più di asfalto. Qui si è fatto di necessità virtù. Alla fine ciò che comanda è il territorio.

«Per me – dice Selleri – il gravel è stato accorpato nel settore fuoristrada, ma lo vedo più vicino alla strada, per le bici, il modo di correre… Al via ci sono squadre importanti come la Bardiani Csf Faizanè, la Beltrami… e altri si stanno iscrivendo (chiusura delle registrazioni giovedì a mezzanotte, ndr). 

«Spiace che con il campionato del mondo marathon, qualche atleta che magari avrebbe potuto fare bene non ci sarà. Penso per esempio ad un Riccardo Chiarini (ex stradista, ndr) che avrebbe detto la sua».

Grande lavoro per i meccanici. Qui, Alessandro Brusa prima della Serenissima gravel 2021 (foto Instagram)
Grande lavoro per i meccanici. Qui, Alessandro Brusa prima della Serenissima gravel 2021 (foto Instagram)

Sei punti tecnici

Si diceva di un tracciato veloce. Il dislivello totale supera di poco i 400 metri, ma con tanto sterrato l’insidia è dietro l’angolo. Anche per questo i partecipanti, professionisti inclusi, dovranno essere in grado di cavarsela da soli.

«Il regolamento – spiega Selleri – dice che tra un punto tecnico e l’altro non possono esserci più di 25 chilometri. Noi ne abbiamo inseriti due di più: sei (ne sarebbero bastati quattro, ndr) e infatti la distanza tra un punto e l’altro è di 15-20 chilometri, non di più.

«Questi punti saranno anche dotati di rifornimenti per cibo e acqua. Chi farà assistenza ai team che, ricordo, non hanno ammiraglie al seguito, potrà raggiungerli comodamente grazie anche alle tracce Gpx che gli abbiamo fornito».

Non solo sterrato: un’insidia potrebbe essere il vento. Anche se il meteo per domenica promette bene (foto Simone Dovigo)
Non solo sterrato: un’insidia potrebbe essere il vento. Anche se il meteo per domenica promette bene (foto Simone Dovigo)

Velocità alte

Prima abbiamo parlato di insidie. Una di queste potrebbe essere il vento che in quelle distese quando spira è alquanto forte. Tuttavia per la prossima domenica (si corre il 18 settembre) il meteo sembra essere buono, mentre non dovrebbe essere così alla vigilia.

E poi occhio alle velocità. Nella cronotabella si spazia dai 30 all’ora (pensata forse più per gli amatori) ai 38. Ma visto il percorso “poco tecnico” è facile ipotizzare anche dei giochi di squadra. Non è così scontato che non si possa abbattere o avvicinare il muro dei 40 all’ora.

Alé ed ExtraGiro insieme all’iniziativa “Via Romagna per lo IOR”

06.09.2022
4 min
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E’ oramai tutto pronto per la pedalata benefica “Via Romagna per lo IOR”, in programma da giovedì 8 a sabato 10 settembre, da Comacchio a Misano Adriatico, lungo i 462 chilometri della ciclovia regionale Via Romagna. L’iniziativa è organizzata da ExtraGiro, con l’impegno di Marco Selleri, coinvolto nell’iniziativa dall’amico Romano Randi, ex ciclista professionista e volontario per l’Istituto Oncologico Romagnolo (IOR). Fondamentale e soprattutto concreto anche il sostegno del brand di abbigliamento specializzato Alé Cycling e dell’ente turistico Destinazione Romagna

“Via Romagna per lo IOR” ha tutte le caratteristiche per essere un’iniziativa da sostenere con vigore. E’ stata attivata la possibilità di donare sulla piattaforma realizzata dall’Istituto Oncologico Romagnolo (IOR) per la creazione di progetti di crowdfunding a sostegno della lotta contro il cancro. C’è il coinvolgimento di un nutrito gruppo di ciclisti romagnoli, perfetto mix tra ex professionisti (c’è anche una medaglia d’oro delle Olimpiadi) e cicloturisti. C’è la Via Romagna, il nuovo percorso permanente per andare alla scoperta di un intero territorio toccando circa 30 comuni, 20 rocche e borghi storici, luoghi d’arte, parchi naturali ed eccellenze della tradizione enogastronomica… Ma soprattutto, esiste un obiettivo di grande valore sociale, ovvero quello di raccogliere fondi per l’Istituto Oncologico Romagnolo. Tutto ciò per dimostrare che, pedalando in gruppo e nella stessa direzione, si possono ottenere grandi traguardi. 

Locandina che sponsorizza l’iniziativa per sostenere il crowfunding all’instituto oncologico romagnolo
Locandina che sponsorizza l’iniziativa per sostenere il crowfunding all’instituto oncologico romagnolo

Si pedala per una buona causa

Sono complessivamente tredici i ciclisti impegnati nella sfida, tutti uniti dalla passione per lo sport e dalla voglia di aiutare la ricerca nella sfida lanciata da Romano Randi, ex professionista e oggi volontario dell’organizzazione no-profit fondata nel 1979 dal professor Dino Amadori. Un gruppo assortito, con altri ex professionisti, tra cui un campione olimpico come Andrea Collinelli (Atlanta 1996). Il vincitore della tappa dell’Alpe d’Huez al Tour de France 1994 Roberto Conti. Gian Paolo Grisandi (campione mondiale inseguimento a squadre nel 1985). Sarà presente anche Letizia Galvani, oltre a cicloturisti e volti noti del ciclismo, come Marco Selleri, direttore di ExtraGiro che ha organizzato i Campionati del Mondo nel 2020. Ai quali si aggiunge il giornalista sportivo Gian Luca Giardini, che vanta importanti collaborazioni con tv nazionali e regionali. 

La Via Romagna verrà percorsa in tre tappe, dall’8 al 10 settembre, con partenza da Comacchio e arrivo al Misano World Circuit, proprio nei giorni dell’Italian Bike Festival. Tutti i protagonisti vestiranno la maglia dedicata realizzata da Alé Cycling, l’azienda veronese coordinata da Alessia Piccolo che ha deciso di ben sostenere l’iniziativa. 

Il percorso dell’evento “Via Romagna per lo IOR”
Il percorso dell’evento “Via Romagna per lo IOR”

Ecco come sostenere

«Come ExtraGiro – ha dichiarato Marco Selleri – crediamo molto nella forza nel ciclismo. Con la bicicletta non si fa solo sport, ma si possono generare attività a 360 gradi. Quando l’amico Romano Randi, volontario IOR, ci ha prospettato di fare qualcosa per promuovere l’Istituto Oncologico Romagnolo, non ci abbiamo pensato molto. Così è nata questa pedalata di gruppo sulla via Romagna. Attività sociale nella quale ha creduto anche Alé Cycling producendo una linea di abbigliamento dedicata, che sarà indossata dai partecipanti e potrà essere acquistata da tutti gli interessati». 

Da sinistra, Alessia Piccolo, direttore generale Alè Cycling, con Marco Selleri, direttore di ExtraGiro
Da sinistra, Alessia Piccolo, direttore generale Alè Cycling, con Marco Selleri, direttore di ExtraGiro

La sfida lanciata dagli organizzatori è aperta a tutti. E’ possibile farlo in diversi modi: effettuando una donazione che andrà interamente a sostegno dell’attività dello IOR, pedalando insieme agli ambassador dell’iniziativa, con la possibilità di vestire la maglia realizzata per l’occasione da Alé Cycling, oppure acquistando la divisa ufficiale realizzata da Alé Cycling accedendo direttamente questo link. Per info su come unirsi al gruppo: info@extragiro.it – 348 2409985.

Alé Cycling

ExtraGiro

Il futuro del ciclismo è più grande di una singola corsa

22.06.2022
6 min
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E’ l’Italia, ragazzi. Perché ti cerchino, devi dire che li molli. Succede con i gestori telefonici, che appena fai per cambiare, si ricordano che esisti. E’ successo con Marco Selleri, che assieme a Marco Pavarini a partire dal 2017 ha strappato il Giro d’Italia U23 dalla morte. Stanco e stufo, il romagnolo ha portato al traguardo l’ultima edizione vinta da Leo Hayter (foto Extra Giro in apertura) e ha annunciato il ritiro. Il contratto è scaduto, l’hanno rispettato fino all’ultimo: basta così! Non che prima non avessero dato segnali di amarezza e difficoltà, tutt’altro. Nella pur breve storia di bici.PRO ne avevamo parlato in abbondanza, ma pochi li avevano colti, dandoli per scontati. Adesso finalmente se ne sono accorti e magari hanno capito che un… cliente come Extra Giro, che in pochi mesi ha messo su il mondiale di Imola nel 2020 del Covid, sarebbe davvero un peccato perderlo.

Al via da Gradara, Marco Selleri e Marco Pavarini (foto Extra Giro)
Al via da Gradara, Marco Selleri e Marco Pavarini (foto Extra Giro)

«Accetterei di rifare il Giro U23, a patto che qualcosa cambi», spiega Selleri. «Così com’è, non va. Come ha detto anche Pavarini – prosegue – le cose sono cambiate. La formula per club, con team dilettanti, continental e professional non va più bene. Vogliamo farlo bene? Vedo due strade: togliamo di mezzo continental e professionisti, oppure facciamo una corsa per i migliori under 23, tirando dentro anche quelli WorldTour. A queste condizioni e prevedendo la diretta nelle tappe più importanti, magari togliendo qualche ora ad altre gare che ne hanno in abbondanza, si darebbe visibilità agli sponsor. Per come stanno oggi le cose, è impensabile organizzare corse di questo livello con una società basata sul volontariato. Ma serviva accendere la luce, che scoccasse la scintilla. Se qualcuno ha capito che smettiamo per sempre, forse ha capito male».

Il gruppo del Giro U23 composto da team dilettanti, continental e anche qualche professional (foto Extra Giro)
Il gruppo del Giro U23 composto da team dilettanti, continental e anche qualche professional (foto Extra Giro)
Partiamo dalla fine, come è andato il Giro 2022?

E’ stato un parto impegnativo, anche se è durato solo sette giorni. Abbiamo sofferto per una sommatoria di problemi nell’avere le autorizzazioni che riguardassero il transito e l’impiego del personale a terra. Quando parlo di società di volontariato, mi riferisco a questo. Serve una struttura che lavori al progetto per almeno 3-4 mesi, con le attrezzature necessarie. C’è la corsa, ma ci sono altri aspetti come la sicurezza che ad ora occupa una posizione di primo piano.

Non si era mai discusso tanto di una sola tappa: la durezza del giorno di Santa Caterina infiamma ancora i dibattiti…

C’è stato un bel battibecco. Come mi piace dire, abbiamo fatto un vero processo alla tappa. Secondo me quella giornata così dura ha fatto emergere i limiti del ciclismo italiano. Di più, ha fatto emergere un problema di sedentarierà della nostra società, di fronte al quale anche noi che vorremmo fare tanto, alla fine abbiamo deciso di alzare le mani. E’ tutto bloccato su logiche superate.

Martinez, classe 2003, terzo sul podio: con più lucidità avrebbe potuto vincere?(foto Extra Giro)
Martinez, classe 2003, terzo sul podio: con più lucidità avrebbe potuto vincere?(foto Extra Giro)
Spieghi meglio?

Non si fa che pubblicizzare che il Giro dei pro’ porta decine di milioni di utile e questo danneggia chi va in giro con il saio e con i sandali a cercare le risorse per organizzare altre corse. Mangiano tutto loro. E’ chiaro che il Giro d’Italia sia più attraente del nostro. Ma se è vero, come dicono, che quest’anno i dati di ascolto sono calati, perché in Italia non c’è un corridore italiano che può vincere… Se l’italiano manca, è perché manca anche dal basso. Forse una riflessione su questo si potrebbe fare. Non mi sono vergognato di dire a Noè (Andrea Noè, ex pro’ oggi agente dei corridori, ndr) che abbiamo assistito alla disfatta del ciclismo italiano, anche se lui a quel punto ha cambiato discorso.

L’hanno fatta nuovamente da padroni gli stranieri.

E’ stato entusiasmante. I francesi hanno alzato troppo il tiro e sono crollati. La loro indole è di essere battaglieri, ma la salita è crudele. E’ stato bello vederli partire da lontano, sono contento che ci abbiano provato, ma il ciclismo dei pro’ insegna che per vincere si deve essere cinici e aspettare. Va anche detto che vederne quattro in fuga il penultimo giorno è stato spettacolare. Era chiaro che dietro si sarebbero organizzati e li avrebbero presi, loro però hanno avuto coraggio.

Con l’edizione 2022 del Giro d’Italia U23 termina il contratto di Extra Giro: sarà rinnovato? (foto Extra Giro)
Con l’edizione 2022 del Giro U23 termina il contratto di Extra Giro: sarà rinnovato? (foto Extra Giro)
Fallimento del ciclismo italiano è un po’ duro…

Le classifiche sono impietose, anche se Amadori mi dice che siamo stati sfortunati e che alcuni atleti forti sono rimasti a casa. Magari con loro in corsa, le cose sarebbero cambiate. Parlo di Frigo, ma anche di Zambanini che aveva già conquistato la maglia dei giovani nel 2020 ed è in una WorldTour, come Tiberi che ne ha 20. Riflettiamo davvero sui criteri di partecipazione.

La diretta televisiva…

Serve sostegno politico per essere certi degli orari. Nel giorno della Fauniera abbiamo avuto tre cambi di orario, non sarebbe stato bello avere la diretta? Ci manca qualcuno alle spalle che spinga perché si capisce l’importanza di questo ciclismo e di corse che mostrano un’Italia più piccola, dove il Giro dei grandi non può andare. Borghetti bellissimi, importanti per territori che meritano di avere visibilità.

Il calendario non vi ha aiutato.

Siamo stati contemporanei o quasi alla Adriatica Ionica Race, al Giro di Slovenia e a quello del Belgio. Alla Adriatica Ionica c’erano corridori italiani che potevano stare anche da noi, ma le continental non hanno organici per fare attività parallela. Si è alzata l’asticella dovunque, non è più come prima.

Francesi in fuga verso Peveragno: ripresi, ma azione super spettacolare (foto Extra Giro)
Francesi in fuga verso Peveragno: ripresi, ma azione super spettacolare (foto Extra Giro)
Dispiace più lasciare il Giro a qualcun altro o che si rischi di non farlo più?

Lo abbiamo ripreso con Cassani, per quella che Davide viveva come una missione quando era tecnico federale. Risollevare il ciclismo italiano degli U23 e credo che qualche bel nome lo abbiamo tirato fuori e lo vedremo brillare tra i pro’. Parlo di Covi, Aleotti, Colleoni. In questo confido. Se nessun altro dovesse organizzare il Giro, mi dispiacerebbe, ma non ne farei un dramma. A un certo punto sono stato costretto a chiudere il mio Giro delle Pesche Nettarine, ci sono scelte che vanno fatte. Nessuno qui, malgrado quel che si dice, ha mai messo un soldo in tasca. E’ stato bello portare il Giro a questo livello. Anche nel lavoro ho sempre cercato la perfezione, ma se non hai risorse a disposizione, difficilmente puoi raggiungerla.

Avete parlato di ritiro e qualcosa si è mosso.

Ci hanno offerto di sedere a un tavolo e parlare. A noi sta bene, molto volentieri, perché con le relazioni e i buoni contatti si potrebbe andare avanti. Ma l’obiettivo non deve essere salvare il Giro, quanto consolidare un sistema, quello del ciclismo under 23, che fa una gran fatica a trovare la sua identità. 

A tutta verso il Giro U23. Le ultime da patron Selleri

30.05.2022
4 min
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Mancano poco più di dieci giorni al Giro d’Italia U23 e le cose sono (quasi) tutte al loro posto. L’organizzazione di ExtraGiro è pronta a regalare un’altra edizione entusiasmante della corsa rosa. Marco Selleri e i suoi colleghi ci hanno abituato a standard elevati: dalla logistica alla comunicazione, dai percorsi al parterre.

Il “Giro baby” scatterà l’11 giugno a Gradara e si concluderà il 18 a Pinerolo. Sette tappe, ben equilibrate tra frazioni veloci, di montagna e ondulate. Da affrontare ci saranno in tutto 989,3 chilometri e 16.987 metri di dislivello.

Marco Selleri è il direttore generale del Giro U23 e responsabile delle gare di Extragiro
Marco Selleri è il direttore generale del Giro U23 e responsabile delle gare di Extragiro

Sicurezza e viabilità

Ma cosa fa in queste fasi l’organizzatore? Come vive questi giorni? La parola passa direttamente a Selleri, direttore generale del Giro.

«Per quel che mi riguarda – dice il romagnolo – mi concentro su due aspetti principali: la logistica e la viabilità».

 

«Per la logistica si deve sistemare e smistare tutto il materiale e le attrezzature necessarie per la carovana. Bisogna organizzare i circa 50 mezzi di servizio, mezzi di trasporto per personale e materiale. Per quanto riguarda la viabilità invece sto ultimando le riunioni con Comuni, Prefetture… e devo dire che questo aspetto è sempre più difficile».

«E’ più difficile perché si è alzata l’asticella in termini di sicurezza, e va bene, ma sta diventando insostenibile dal punto di vista dello stress ed economico. Vi dico solo che per la Strade Bianche di Romagna, per la sola Val Conca, ci sono state 120 “volontari” a terra. E queste devono essere pagate, sia che vi restino un quarto d’ora che mezza giornata».

Il paesaggio arcigno del Fauniera, con i suoi spazi limitati in cima
Il paesaggio arcigno del Fauniera, con i suoi spazi limitati in cima

Fauniera okay

Per quanto riguarda invece il percorso, quasi tutto è confermato. Le sette frazioni restano fedeli al programma originale, salvo quella finale di Pinerolo.

«In questa frazione – dice Selleri – è stato eliminato un giro nel finale per questioni di viabilità legate ad una galleria, ma nulla di ché.

«Mentre per il Fauniera la strada è aperta e in buone condizioni. Ho effettuato un sopralluogo nel giorno in cui il Giro d’Italia dei professionisti arrivava a Cuneo. In cima non c’è neve e si può transitare bene. In più abbiamo previsto un “piano B”. In caso di maltempo possiamo fermarci in un punto a 8 chilometri dalla vetta, quando siamo comunque a quota 1.900 metri».

Il Fauniera sarà un momento chiave non solo dal punto di vista tecnico-sportivo della corsa, ma anche per la logistica. Che quel giorno il meteo sarà buono sarà importantissimo. In vetta infatti come dice Selleri stesso, non c’è spazio neanche per montare un gazebo di tre metri per tre. Per dire che si è davvero al limite.

«Anche per questo non abbiamo potuto montare una tensostruttura per gli atleti. Però ad appena un chilometro dalla linea d’arrivo c’è lo spazio per le macchine, quindi potranno fare riferimento a quelle».

L’Equipe continentale Groupama-FDJcon Gregoire, Martinez (in foto al Tour of the Alps) e Germani sembra la squadra più forte
L’Equipe continentale Groupama-FDJcon Gregoire, Martinez (in foto al Tour of the Alps) e Germani sembra la squadra più forte

Il parterre

E poi c’è il parterre. La corsa rosa si annuncia come la più importante dell’anno per i team. E le squadre hanno fatto fuoco e fiamme per esserci. Le richieste sono state tantissime, ma chiaramente non c’è stato posto per tutti.

I big non mancheranno. Per adesso tutti sembrano aver dato conferma della loro presenza. Anche se a dire il vero dopo la Strade Bianche di Romagna ci si aspettava un parterre più definito. Pretattica?

«Il parterre degli atleti – riprende Selleri – sarà uno dei migliori possibili. Abbiamo 17 squadre straniere e fra queste non ci sarà la Trinity per un discorso di rotazione, così da far partecipare anche altri team».

«Semmai sono preoccupato  per il Covid, che gira ancora. Sento di pro’ ritirati dalle corse e la squadra dell’Uzbekistan, per esempio, ha rinunciato alla Strade Bianche di Romagna perché tra cadute e Covid erano rimasti con tre atleti». 

«Ricordo che prima del Giro U23 organizziamo altre quattro corse: per noi di ExtraGiro quasi quattro tappe in più, per noi organizzatori direi! Si tratta della Strade Bianche di Romagna, già disputata, delle due gare di Meldole e di quella di Riolo Terme (per gli under 23 si tratta di tre corse, ndr). In questa occasione avrò un confronto con le squadre. Io credo che in quest’ultima gara molti corridori che vedremo al Giro riposeranno».