Punteggi e lettere anonime: Minuta e il ciclomercato

31.12.2022
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Le medaglie ci sono, ora a Minuta serve la squadra. Era questo il titolo dell’articolo con cui alla fine di novembre presentammo Stefano Minuta: velocista piemontese su pista, campione italiano juniores di specialità e bronzo agli europei di Anadia. Uno di quelli che presto o tardi approderanno in un gruppo militare o di polizia, ma che ancora non aveva una squadra alle spalle.

Alla fine per fortuna, Minuta la squadra l’ha trovata, ma ha dovuto pagarsi i punti. E come lui anche altri: l’alternativa era rimanere a piedi.

Non si tratta del sistema “paga per correre”, che ha prodotto i guasti ben noti nel professionismo, ma della soluzione impropria per un problema che quest’anno è diventato più pressante: il pagamento del punteggio di valorizzazione.

Minuta è uno dei velocisti azzurri in rampa di lancio su pista: come Napolitano è tesserato con il Team Colpack
Minuta è uno dei velocisti azzurri in rampa di lancio su pista: come Napolitano è tesserato con il Team Colpack

La tutela dei team giovanili

Di cosa si tratta? Di qualcosa che c’è sempre stato, ma ricorda nel nome il meccanismo ideato da Gianni Savio per cedere i suoi atleti alle WorldTour. Come quando Bernal passò al Team Sky e più di recente Piccolo e Cepeda alla Ef Education. Io investo per valorizzare il giovane e tu mi paghi, riconoscendo il mio lavoro.

La Federazione l’ha previsto per tutelare i team giovanili, sempre alle prese con problemi di bilancio, e per dare una mano ai Comitati regionali. La nuova società dovrà pagare infatti quella di provenienza e anche la regione, casomai il corridore dovesse cambiarla. Succede a ogni passaggio di categoria.

La novità del bonus

Da quest’anno il sistema è diventato più complesso, dato che al solito conteggio si è aggiunto un bonus legato al rendimento. Come previsto dalla tabella di tutte le categorie, per un corridore con zero punti, che passi ad esempio da junior a U23, il bonus è di 450 euro. Sale a 600 euro da 11 a 20 punti. A partire dai 21 punti, sale a 800 euro che si sommano al pagamento del punteggio. Il bonus non è dovuto alle regioni.

E’ interessante far notare che si tratta di un meccanismo solo italiano: non è previsto infatti dalla normativa UCI. Per questo al passaggio al professionismo, non tutte le squadre straniere ritengono di versare l’importo al team da cui arriva l’atleta italiano. Tanto che ad esempio, anche passando dagli juniores alle development europee, qualcuno ha scoperto di dover pagare di tasca sua l’importo al team in cui è cresciuto.

Alessio Delle Vedove passa al devo team della Intermarché e paga da sé i suoi punti (foto Instagram)
Alessio Delle Vedove passa al devo team della Intermarché e paga da sé i suoi punti (foto Instagram)

Su richiesta di Quaranta

Per approdare al Team Colpack-Ballan, Stefano Minuta ha dovuto pagare circa 2.000 euro fra punti e bonus e altro presumibilmente avrà versato al Comitato regionale del Piemonte, dato che passerà in Lombardia.

«Ci ha chiesto di prenderlo Ivan Quaranta – racconta Rossella di Leo, team manager Colpack – come pure per Napolitano. Tuttavia, avevamo già speso 23.000 euro per i punteggi di altri corridori, così abbiamo messo a disposizione la dotazione tecnica necessaria, ma non ce la facevamo a pagargli anche i punti».

I pro’ che non pagano

Questo succede anche in altre squadre, mentre non è detto che i team pro’ facciano la loro parte al passaggio fra i professionisti.

Sarebbe competenza del procuratore far presente questo aspetto: alcuni lo fanno (Raimondo Scimone fra questi), altri no, come recitava la lettera anonima di un neopro’ pubblicata prima di Natale. La Trek-Segafredo ad esempio ha sempre fatto la sua parte, forse perché ha management italiano. La Mapei pagava regolarmente. Alcuni lo fanno, altri no, avendo il diritto (e la convenienza) di non versare i 5.000 euro richiesti per un italiano. E se l’italiano vuole passare e nessuno paga per lui i suoi punti, quei soldi deve pagarseli da solo. Se si volesse applicare il regolamento, la società di provenienza potrebbe addirittura non concedergli il nulla osta.

Si tratta evidentemente di un’anomalia. Come può una società non concedere il nulla osta a un atleta dopo averlo cresciuto, solo perché non le vengono pagati i punti? Perciò accade anche che la squadra di provenienza non chieda un euro e rinunci al dovuto per amore del suo corridore. Come ha fatto la General Store con Busatto, passato alla Intermarché Continental.

Buratti passerà pro’ nel 2024 con la Bahrain Victorious: il team non è tenuto al pagamento dei punteggi
Buratti passerà pro’ nel 2024 con la Bahrain Victorious: il team non è tenuto al pagamento dei punteggi

Gli stranieri in Italia

Poi ci sono gli atleti stranieri. La stessa Colpack ad esempio per il 2023 ha tesserato Pavel Novak, che da junior correva nella Ciclistica Trevigliese. L’importo dei punti sarebbe stato di 4.000 euro, ma dato che il corridore ha tessera della Repubblica Ceca, Colpack non ha pagato. Tuttavia per una sorta di compensazione, avendo perso Gomez che dopo quattro anni ha portato i suoi tanti punti alla Hopplà e ha licenza colombiana, la Colpack non ha preso un centesimo da parte di Provini.

Fra i casi insoliti dell’ultima ora, c’è anche che la stessa Colpack ha preso Volpato dalla UC Giorgione pagando circa 4.000 euro a una società che dal 2023 non farà più gli juniores, bensì gli amatori.

Famiglie in soccorso

Dal punto di vista delle società giovanili, l’operazione è sicuramente vantaggiosa. A voler cercare il pelo nell’uovo, con i punti legati ai risultati, potrebbe esserci la tentazione di spingere più forte sul gas. Resta il fatto che alcune società fanno fatica a restare in equilibrio e non hanno budget per i punti, prendendo così i corridori meno… costosi e lasciando i più forti a chi può permetterseli. E laddove il pagamento non avvenga da parte della squadra, gli juniores che vogliono continuare chiedono l’ennesimo sacrificio alle famiglie e versano il dovuto.

David Gomez passa al team Hopplà e ha tessera colombiana, che per questo non verserà i punti al Team Colpack
David Gomez passa al team Hopplà e ha tessera colombiana, che per questo non verserà i punti al Team Colpack

L’anomalia dei velocisti

Possibile che non ci fosse una squadra piemontese che potesse far correre Minuta, facendogli risparmiare i soldi da versare al Comitato regionale? Stefano correva con Bortolami, ma grazie a una plurima era tesserato in Piemonte. Essendo un pistard velocista, non correrà mai su strada, come Napolitano, per cui il tesseramento nel team bergamasco è stato fatto per amore del ciclismo o poco più. Nel team c’è Boscaro, ad esempio, pistard anche lui. Ma Davide corre nelle Fiamme Azzurre e fa anche parecchia strada: qualcuno lo vedrà correre con i colori del team.

La controproposta

Sono anni che questo succede. Il discorso come linea di principio è giusto per tutelare le squadre juniores. Si paga di passaggio in passaggio, poi ci si ferma al momento di andare fra i pro’. Quando hanno contestato l’aumento, le continental hanno proposto l’aumento del tesseramento, includendo nel pacchetto anche un’assicurazione ad hoc per i ragazzi, facendo fronte al tema della sicurezza stradale. Se la tessera oggi costa 45 euro, si potrebbe anche portarla a 100 euro, ma questo non porterebbe risorse alle giovanili: obiettivo del nuovo sistema. Le loro richieste non sono state accolte. Come mai all’estero tutto questo non accade? E perché fra i prossimi provvedimenti non si lavora alla semplificazione del sistema anziché renderlo più ingarbugliato?