Ekoi Gara e AR14: edizioni speciali per il 95° Tour de Pologne

21.07.2023
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Il Tour de Pologne è in avvicinamento e il brand francese EKOI – che della corsa è quest’anno partner e sponsor ufficiale – ha presentato due nuovi caschi per celebrare il 95° anniversario dell’evento. I due modelli, entrambi proposti in edizione limitata, sono difatti 100% dedicati al Tour de Pologne e i corridori in corsa dei team Cofidis, Lotto-Dstny e Arkéa-Samsic indosseranno modelli identici a quelli dedicati alla gara UCI WorldTour polacca.

Queste due “special edition” – disponibili in soli 100 pezzi per ciascun modello – si basano su due dei caschi più iconici e di successo del brand francese, vale a dire il modello Gara ed il modello l’AR14. Gara è il primo casco progettato per proteggere anche dagli impatti laterali. Ultraleggero e compatto, garantisce ottimo comfort e ventilazione. L’AR14 invece ha un design più aerodinamico, ed è stato creato e collaudato in galleria del vento: ben dieci prese d’aria per la ventilazione garantiscono il massimo dell’areazione, e la sua speciale ergonomia caratterizza questo casco come un ottimale alleato per le gare di velocità. 

Le grafiche che caratterizzano entrambi i modelli sono quelle originali con i colori (il giallo ed il nero) del Tour de Pologne, ma anche quelli della della simpatica mascotte Pola! Sui due modelli è anche presente una scritta celebrativa che ricorda lo speciale anniversario dei 95 anni (1928/2023) del Tour de Pologne.

L’importanza del mercato polacco

«EKOI è un brand riconosciuto a livello internazionale – ha commentatoCzesław Lang, l’organizzatore del Tour de Pologne – oltre ad esserlo anche in tutto il panorama UCI WorldTour. Siamo davvero molto felici che la qualità e la professionalità di questa azienda si sia tradotta in due creazioni che testimoniano e certificano la nostra già solida partnership. Non dobbiamo mai dimenticare che il casco è molto più di un accessorio: è un autentico salvavita, e questa che ci si è presentata rappresenta un’occasione speciale per ricordare il ruolo fondamentale che questo accessorio riveste nell’ambito della sicurezza in corsa».

Ekoi è quest’anno partner della Israel PremierTech anche con l’abbigliamento
Ekoi è quest’anno partner della Israel PremierTech anche con l’abbigliamento

«Siamo davvero orgogliosi – ha ribattuto Jean-Christophe Rattel, il fondatore e CEO di EKOI – della ottima collaborazione definita con il Lang Team. Il Tour de Pologne, per la sua storia e per i campioni che lo hanno vinto, è un evento imperdibile del calendario ciclistico mondiale. La Polonia è poi un mercato importante e in crescita, oltre ad essere un paese con una grande cultura ciclistica».

Ekoi

De Decker: il diavolo che ha domato l’Inferno del Nord

14.05.2023
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ROUBAIX (Francia) – Vincere la Parigi-Roubaix è sempre qualcosa che ti rimane dentro. Per uscire vittorioso dall’Inferno del Nord serve essere fortunati, ma non bisogna dimenticare il talento. La maglia che entra per prima nel velodromo di Roubaix nel giorno della sfida Espoirs è quella della Lotto Dstny, solo quando ha tagliato il traguardo si capisce chi sia il corridore. Si tratta di Tijl De Decker, belga alto e robusto, al suo ultimo anno da under 23.

Corsa aperta

Come raccontato anche da Alessio Delle Vedove, la corsa è esplosa fin dalle prime battute, complice la pioggia. De Decker ha avuto la bravura e la forza di rimanere sempre nelle prime posizioni, lontano dai pericoli che si corrono trovandosi a centro gruppo. 

«E’ una vittoria fantastica per me – dice dopo l’arrivo una volta sciolto dagli abbracci dei suoi compagni – ho amato il meteo e la corsa. Tutto è diventato più difficile, complicato, ma il team ha fatto una grande gara. Il piano della giornata era quello di rimanere sempre vigili e di giocare le nostre carte. Alec (Segaert, ndr) e Robin (Orins, ndr) erano i nostri migliori corridori. Noi altri dovevamo farci trovare pronti nei vari punti cruciali della corsa».

Il team development della Lotto Dstny ha piazzato tutti e sei i corridori nelle prime venti posizioni
Il team development della Lotto Dstny ha piazzato tutti e sei i corridori nelle prime venti posizioni

Corazzata Lotto

Il team development della Lotto Dstny ha portato i suoi uomini migliori, con l’obiettivo di vincere. Non è un caso che abbia poi piazzato tutti e sei i corridori nelle prime venti posizioni

«L’attacco giusto è arrivato ad una ventina di chilometri dal traguardo – continua De Decker – nel settore di Champin-en-Pévèle. I miei compagni hanno fatto in modo che prendessi sempre più margine ed ho affrontato gli ultimi chilometri a tutta. Avere un team forte vuol dire questo, rimanere in controllo della corsa anche quando le cose si fanno complicate. Quello che abbiamo fatto dimostra che la squadra è forte, la Lotto Dstny è uno dei migliori team under 23 al mondo. Siamo stati gli unici ad avere i sei corridori nel gruppo di testa per tutto l’arco della corsa (la solidità della squadra è uno dei punti sottolineati anche dai ragazzi della Colpack, ndr)».

De Decker ha corso con i professionisti il Tour de Taiwan, vincendo la terza tappa su Zanoncello (foto Instagram)
De Decker ha corso con i professionisti il Tour de Taiwan, vincendo la terza tappa su Zanoncello (foto Instagram)

Crescita continua

Tijl De Decker ha fatto un percorso di crescita continuo, con i gradini giusti che lo hanno portato a vincere la Paris-Roubaix Espoirs. Questo è il suo primo anno alla Lotto Dstny, prima correva alla Acrog-Tormans. Il ventiduenne belga ha aggiunto tante corse ed esperienze quest’anno, tra cui la prima gara con i professionisti al Tour di Taiwan

«Correre con il team professional – dice – è stato fantastico, ho potuto vedere ed assaporare il mondo che mi aspetta. Non si trattava di una corsa di primo livello, ma è andata bene così, considerando che sono anche riuscito a vincere una tappa. Le corse sono più tattiche e veloci rispetto a quelle con gli under 23, queste esperienze però mi rendono più forte e preparato. Sono dei passi importanti per diventare un corridore sempre più completo».

«E’ una bellissima stagione per me – conclude prima di andare alla premiazione – ho ottenuto degli ottimi risultati, soprattutto tra aprile e maggio. Un bel secondo posto alla Rutland-Melton Cicle Classic ed il quarto posto alla Eschborn-Frankfurt. Il mio prossimo obiettivo sarà il Giro d’Italia U23, non posso nasconderlo».

De Lie, il Toro di Lescheret punta dritto su Sanremo

02.03.2023
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Il weekend di apertura sulle stradine del Nord ha confermato che Arnaud De Lie è ben più di un velocista, confermando le impressioni di Guarnieri dei giorni scorsi. Il corridore ardennese ha tutto quello che serve per fare la sua parte nelle classiche fiamminghe, dando un senso al soprannome “le taureau de Lescheret”, il toro di Lescheret, il villaggio da cui proviene.

Lo ha dimostrato con il secondo posto alla Omloop het Nieuwsblad e il settimo nella Kuurne-Bruxelles-Kuurne, battuto nella volata alle spalle del gruppo di testa.

A Kuurne ha pagato la fatica del giorno prima a Ninove, ma ha fatto comunque corsa di testa
A Kuurne ha pagato la fatica del giorno prima a Ninove, ma ha fatto comunqu3 corsa di testa

Né quota né Giri

Il ragazzo ha vent’anni e non ha ancora fatto 70 giorni di corsa da professionista, eppure le sue vittorie ammontano già a 12. Non ha ancora la resistenza di rivali come Van Aert e Van der Poel e del resto non ha mai preso parte a un grande Giro né partecipato a ritiri in altura, che per i rivali e tanti colleghi è ormai un punto di passaggio obblligato.

Per ora lo staff tecnico della Lotto-Dstny ha lavorato bene con lui sull’alimentazione e si sta adoperando perché migliori il giusto in salita. Con un metro e 82 per 72 chili, De Lie ha tutto quel che serve per diventare un uomo da classiche, veloce quando serve.

E’ stato Gilbert, al debutto sulla moto di Eurosport, a suggerire la calma a De LIe
E’ stato Gilbert, al debutto sulla moto di Eurosport, a suggerire la calma a De LIe

Il sangue freddo

Il secondo posto a Ninove, sul traguardo della Omloop Het Nieuwsblad, è stato il suo miglior risultato in questo tipo di corse: di fatto gli è sfuggito il solo Van Baarle. E dire che la corsa si era messa male, dato che a circa 50 chilometri dall’arrivo, De Lie è caduto. Ma anziché farsi prendere dal panico, è risalito velocemente in sella e si è lanciato all’inseguimento.

«Ho speso tanto – dice – e credo che la chiave sia stato aver mantenuto la calma durante l’inseguimento. Ho seguito il consiglio di Philippe Gilbert dalla moto e di Frison in gruppo. Però ho faticato e forse per questo domenica avevo le gambe piuttosto stanche. Eppure sono andato migliorando con il passare dei chilometri e ho iniziato a sentirmi sempre meglio. Chissà cosa sarebbe successo se a Kuurne avessimo raggiunto il gruppo di testa. Sabato, invece ho fatto la migliore prestazione a Ninove, quindi era perfettamente normale che domenica fossi un po’ meno brillante. Se non fosse stato così, avrebbe significato che sabato non ho dato il meglio di me».

Frison è il suo angelo custode: qui alla firma di Almeria, dove De LIe sarà secondo
Frison è il suo angelo custode: qui alla firma di Almeria, dove De LIe sarà secondo

Il nuovo Boonen

Sebbene su di lui ci fosse grandissime attese, nella prima gara WorldTour affrontata con grosse attese sulle spalle, i compagni sono rimasti stupiti della sua calma.

«Sta diventando più calmo – ha detto il compagno Frison a Het Nieuwsblad – sembra che ogni prestazione gli dia un po’ più di fiducia. E’ davvero molto solido. Fisicamente è estremamente forte, ma mentalmente è quasi meglio. Non ho mai visto un ventenne così solido».

E qui si chiude quasi definitivamente il capitolo su De Lie che sarebbe solo un velocista, spostando l’ago della bilancia sul De Lie come possibile erade di Tom Boonen. Non è per caso che quando era ancora un U23 Lefevere sia andato a cercarlo, salvo arrendersi al fatto che il vallone avesse già dato parola alla allora Lotto Soudal.

«E’ davvero un leader nato – ha spiegato il tecnico Nikolas Maes – e sta crescendo nel ruolo. All’inizio gli stava tutto bene, ora indica con grande precisione quello che vuole, come vede il finale e cosa vuole che facciamo. Inoltre è capace di dare tutto ed è di ispirazione per il resto della squadra».

Lo scorso anno De LIe si è rivelato, vincendo e tanto alla prima stagione da pro’
Lo scorso anno De LIe si è rivelato, vincendo e tanto alla prima stagione da pro’

Sul Muur col padellone

Quello che più ha stupito i tifosi e gli osservatori sui muri dell’Omloop Het Nieuwsblad è stata la sua grande potenza, soprattutto sul Muur va Geraardsbergen, il vecchio Muro di Grammont, scalato con il 53 e il secondo tempo di giornata, alle spalle di Mohoric.

«Normalmente su quel muro – spiega De Lie – vado con i rapporti più corti. Ma ho cominciato a salire con la corona più grande e non me la sono sentita di cambiare, per paura che si rompesse la catena. Non c’è da vergognarsi di essere dietro Mohoric. Del resto è lui il vincitore della Milano-Sanremo e questo mi motiva solo di più. Sono curioso di vedere che cosa potrò fare io in quei 300 chilometri.».

De Lie, giovane guascone al vaglio di “mastro” Guarnieri

23.02.2023
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Tra i protagonisti assoluti dell’avvio di stagione c’è sicuramente Arnaud De Lie, che in 7 giorni di gara ha collezionato tre vittorie e un secondo posto. Non si può certo dire che sia stata una sorpresa, visto il roboante 2022 del ventenne di Libramont, vincitore di ben 9 corse. Un velocista di primissimo piano e, vedendo i suoi successi, molti si sono chiesti a chi possa essere assimilato.

L’esperto Thomas De Gendt, suo compagno alla Lotto Dstny, ha parlato di De Lie come di un nuovo Sagan, innanzitutto per quello spirito sbarazzino in bicicletta, quella voglia innata di divertirsi, riprendendo di fatto un concetto molto in voga in questo ciclismo, stante anche le dichiarazioni in tal senso di Pogacar, del suo vedere il ciclismo come un gioco in cui vincere sempre.

Primo anno per Guarnieri alla Lotto Dstny. In Spagna la scoperta di De Lie
Primo anno per Guarnieri alla Lotto Dstny. In Spagna la scoperta di De Lie

Tecnicamente il paragone è proponibile o ce ne sono altri più definiti? Chi meglio di Jacopo Guarnieri, da quest’anno suo nuovo compagno di squadra, poteva dare una risposta, considerando la sua lunga militanza al fianco di tanti grandi velocisti, a cominciare proprio da Sagan?

«Con Peter abbiamo corso insieme nei miei due anni finali alla Liquigas (2010-2011, ndr). Le parole di Thomas non sono sbagliate, Arnaud ha un approccio molto “free” con la bici, vive tutto con spensieratezza, non sente pressioni. Se tecnicamente sono due corridori molto diversi considerando la potenza straripante di Peter, come modo di vivere la loro attività sono molto assimilabili».

Sagan, al suo ultimo anno su strada. De Lie ricorda molto lo slovacco ai suoi inizi
Sagan, al suo ultimo anno su strada. De Lie ricorda molto lo slovacco ai suoi inizi
Tu approdi quest’anno alla Lotto Dstny, venendo da anni al fianco di un altro Arnaud, Demare. Qui trovi dei punti di contatto?

Nei due vedo la stessa voglia di lottare, il carattere tipicamente vincente, di colui che vuole arrivare a tutti i costi al risultato spendendo tutto se stesso. Diciamo che entrambi godono nel correre. De Lie forse è più poliedrico per certi versi, non è un velocista puro, ma rispetto al francese ha una maggior resistenza su alcuni strappi, quindi il suo ventaglio di possibilità come percorsi è più ampio. C’è però una differenza sostanziale…

Quale?

De Lie non ha mai fatto un grande Giro e questo cambia molto nella vita di un velocista. Rappresenta un banco di prova, un bagaglio di esperienze enorme, che spesso cambia la vita. Il susseguirsi delle tappe influisce, fa perdere l’esplosività che è una sua caratteristica, per questo sarà importante cimentarsi in una gara di tre settimane. Noi parliamo di un corridore ventenne che deve fare ancora tante esperienze: io ho corso con lui nelle due gare a Mallorca, ho visto di che cosa è capace, ma chiaramente è un corridore che deve anche maturare.

Per il belga subito 3 vittorie, 2 all’Etoile de Besseges dopo la Clasica Comunitat Valenciana
Per il belga subito 3 vittorie, 2 all’Etoile de Besseges dopo la Clasica Comunitat Valenciana
C’è qualcosa che non ti convince?

No, assolutamente, ma è chiaro che Arnaud ha bisogno di crescere, soprattutto di affrontare nuove esperienze, di correre gare diverse da quelle nelle quali si è cimentato lo scorso anno privilegiando, giustamente, il calendario belga. De Lie ha l’esuberanza tipica della sua età, attacca sempre, anche quando potrebbe risparmiare energie in vista della volata finale. E’ quel pizzico di malizia che si acquisisce solo con l’esperienza.

Tu avrai a che fare con lui e con Ewan, due velocisti molto diversi.

Moltissimo. Ewan non vuole essere sempre portato in prima posizione, rispetto a com’ero abituato sarà un cambio notevole, infatti sono contento d’iniziare a correre con lui. Tornando ad Arnaud, devo dire che faccio un po’ fatica a considerarlo un velocista puro. Io lo vedo come un “Boonen in evoluzione”, nel senso che col passare del tempo e l’affinarsi delle esperienze, potrà essere davvero un corridore da classiche, considerando appunto le sue capacità anche su certi tipi di salite.

Jakobsen è pronto a ricevere la sfida del belga. Domenica lo scontro a Kuurne
Jakobsen è pronto a ricevere la sfida del belga. Domenica lo scontro a Kuurne
Molto diverso quindi da sprinter come Jakobsen o Groenewegen…

Enormemente. Mi incuriosisce molto lo scontro previsto per domenica alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne. Jakobsen ha certamente punte di velocità maggiori, De Lie ha dalla sua non solo la forma, ma anche la forza pura. Potrebbe anche trovare una soluzione prima per staccare il pericoloso rivale. Per Groenewegen vale lo stesso discorso, anzi l’olandese ha nelle salite un po’ il suo punto debole.

Dall’alto della tua esperienza, che cosa ti senti allora di consigliargli?

Di andare un po’ più calmo, imparare a gestire le sue energie e a correre al risparmio, attaccare quando davvero serve e ci sono possibilità che l’azione sortisca effetti. Deve correre più di rimessa, fidandosi anche del lavoro di squadra. All’Etoile de Besseges ad esempio il team lo ha aiutato molto, riportandolo dentro dopo un momento di difficoltà. In questo ho notato un grande spirito, che convince sempre più che la scelta fatta da me sia stata quella giusta.

Loic Segaert, il fratello-allenatore che fa andare forte Alec

03.10.2022
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«L’Italia è un posto in cui siamo stati spesso in vacanza e che ora Alec sta scoprendo in bicicletta. Credo che gli piaccia molto tornare ogni volta. Il vostro Paese è pieno di bei ricordi per lui». Ce lo dice Loic Segaert, fratello maggiore ed allenatore di Alec, fresca medaglia d’argento mondiale a cronometro tra gli U23.

E come dargli torto. Il 19enne belga della Lotto-Soudal ha vinto tre corse da noi nell’arco di un anno e mezzo scarso da quasi sconosciuto. A maggio 2021 da junior ha conquistato il Memorial Cinerari a Stradella, poi a settembre a Trento il titolo europeo a cronometro (riconfermato poi quest’anno nella categoria superiore in Portogallo). E ieri a Oggiono ha trionfato nel Piccolo Lombardia battendo in una volata ristretta il campione del mondo Fedorov ed il francese Labrosse dopo essere rientrato da solo sulla coppia di testa a 10 chilometri dalla fine con una straordinaria azione di forza.

Il trionfo di Alec Segaert al Piccolo Lombardia battendo l’iridato U23 Fedorov (foto Pudepiece)
Il trionfo di Alec Segaert al Piccolo Lombardia battendo l’iridato U23 Fedorov (foto Pudepiece)

Vicino ad Alec c’è sempre Loic, più grande di cinque anni e con un passato da corridore fino al primo anno da U23. Sceso dalla bici ha preferito approfondire gli studi, laurearsi e diventare preparatore atletico. Una decisione azzeccata alla luce dell’ingaggio della futura Lotto-Dstny. A partire da gennaio 2023 Segaert senior entrerà nello staff della formazione belga in qualità di coordinatore delle prestazioni, insieme ad altre tre figure che collaboreranno con lui.

«Siamo molto soddisfatti di questi rinforzi – ha spiegato Maxime Monfort, ex pro’ ed ora responsabile del reparto prestazioni – tutti e quattro sono specialisti giovani ed entusiasti. Esperti nei loro settori e consapevoli delle tecniche più recenti. Tutti e quattro manterranno uno stretto rapporto con i nostri corridori. Siamo fiduciosi di poter crescere insieme a loro a un livello superiore». Abbiamo quindi voluto sentire Loic per capire come sarà il suo lavoro, tenendo conto della sua ancora giovane età per quel tipo di ruolo.

Alec e papà Frank insieme a mamma, fidanzata, amici ed Alec durante la lunga trasferta in Australia per il mondiale (foto facebook)
Alec e papà Frank insieme a mamma, fidanzata e amici durante la lunga trasferta in Australia per il mondiale (foto facebook)
Partiamo da Alec. Quanto è cresciuto da quando lo abbiamo imparato a conoscere?

A maggio dell’anno scorso era un ragazzo giovane, ancora in fase di esplorazione. Ora ha acquisito molta esperienza, a partire dal suo primo viaggio in solitaria alle gare con il Team Ballerini. Fisicamente ha potuto fare un passo avanti ogni anno e quindi anche le sue prestazioni sono state in crescita.

Lui va forte a crono ma ha fatto secondo in una tappa di montagna al Tour de l’Avenir e ieri ha vinto il Piccolo Lombardia allo sprint. Che tipo di corridore può diventare?

Penso che sia un ragazzo per le classiche fiamminghe e anche per le brevi corse a tappe in cui la cronometro sia importante per la classifica generale. Nei grandi giri potrebbe essere un cacciatore di tappe che non sono adatte a scalatori o a velocisti puri. Se in futuro sarà in grado di competere per la vittoria in gare come la Liegi-Bastogne-Liegi o il Lombardia è difficile dirlo. Il livello è molto alto e c’è ancora una grande differenza nelle prestazioni in salita rispetto al livello U23.

Dal 2023 la nuova denominazione sarà Lotto-Dstny e correrà con lo status di professional team
Dal 2023 la nuova denominazione sarà Lotto-Dstny e correrà con lo status di professional team
Quale saranno i tuoi compiti con la nuova squadra?

Preparerò le prove a cronometro per tutti i corridori della Lotto Dstny, analizzando il percorso, preparando un piano di allenamento e allenandoli dall’ammiraglia. Insieme a Kurt Van de Wouwer sarò responsabile delle prestazioni della squadra U23. La mia parte si occuperà principalmente dell’allenamento dei corridori e dell’analisi dei dati. La parte del mio lavoro che riguarda le cronometro consisterà nell’andare con i corridori nella galleria del vento per pensare e testare come migliorare la loro aerodinamica. Infine assisterò il direttore sportivo durante le gare del team pro’ e allenerò i corridori dall’auto.

Che obiettivi ti sei posto?

Penso che il tipo di lavoro che svolgerò sia davvero quello che sognavo. Ho sempre voluto lavorare sulle prestazioni di una grande squadra e portare i corridori a un livello superiore in tutti gli aspetti. Alla Lotto Dstny ho la grande opportunità di mettermi alla prova e di scoprire le prestazioni del ciclismo professionistico.

I tre fratelli Segaert. In mezzo a Loic ed Alec c’è il tredicenne Luca, nato il giorno in cui Di Luca ha vinto il Giro e chiamato così in suo onore (foto facebook)
I tre fratelli Segaert. In mezzo a Loic ed Alec c’è il tredicenne Luca, nato il giorno in cui Di Luca ha vinto il Giro e chiamato così in suo onore (foto facebook)
Vorresti diventare anche diesse?

Non ho l’ambizione di diventare un direttore sportivo e preferisco mantenere un posto nello staff della squadra.

Ti piacerebbe seguire qualche corridore in particolare di quelli che avrai?

No, devo essere onesto. Per ogni corridore sono motivato ad ottenere il meglio da lui. O da lei, visto che seguirò anche il team femminile.

Il fatto che la Lotto-Dstny abbia perso lo status di WT può cambiare qualcosa nel tuo lavoro?

Non credo che cambi nulla. Avremo comunque un calendario da WT. Anzi, per la prossima stagione credo che sarà un vantaggio non avere l’obbligo, ma solo il diritto di partecipare alle varie gare.

Lotto addio, Lelangue lascia e sceglie il Polonia

30.09.2022
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John Lelangue lascia la conduzione della Lotto Soudal e diventa General Manager del Tour de Pologne, dopo aver lavorato quando era più giovane all’organizzazione del Tour de France e poi nell’UCI a quella dei mondiali. 

«Sentivo che era arrivato il momento di tornare alle mie radici e avevo bisogno di una nuova sfidadice Lelangue – l’organizzazione e la gestione di gare ed eventi è un mondo che mi affascina e di cui faccio parte. Non è stata una decisione facile lasciare il mio ruolo di CEO del Lotto Soudal WorldTour Team, ma sono davvero felice di unirmi al Lang Team come General Manager».

Lelangue con Ceszlaw e Agata Lang, con cui collaborerà dal primo gennaio
Lelangue con Ceszlaw e Agata Lang, con cui collaborerà dal primo gennaio

Gli annunci di luglio

Lelangue lascia una squadra in salute quanto a struttura e organico, però destinata a retrocedere dal WorldTour. Dal prossimo anno si chiamerà Lotto-Dstny e ha già pianificato di tornare al top nel 2026, puntando nel frattempo alle wild card per le corse più importanti.

Il manager belga aveva affrontato il tema a inizio stagione, dicendo che la rincorsa ai punti non avrebbe cambiato il DNA della Lotto Soudal. Avrebbero corso ancora da attaccanti e i punti sarebbero venuti. Purtroppo, malgrado 25 vittorie, le cose non sono andate così e già durante l’estate, Soudal aveva annunciato che dal 2023 passerà come primo sponsor accanto alla Quick Step. Contestualmente è arrivata anche la decisione di Lelangue.

«L’ho presa da solo – ha detto alla stampa belga – già durante il Tour. Ad agosto l’ho annunciata al consiglio di amministrazione. Non è dipeso dalla permanenza nel WorldTour. Ho deciso che dopo quattro anni avevo portato a termine la mia missione e che ero pronto per una nuova sfida».

Fine di un ciclo

In effetti, nonostante la classifica precaria, non è passato inosservato il grande lavoro che proprio nel corso dell’estate è stato fatto attorno al team. Oltre al mercato, con l’arrivo di Jacopo Guarnieri nei treni di Caleb Ewan e Arnaud De Lie, sono stati fatti investimenti sulla ricerca della performance (nuove bici Ridley da crono), sul team femminile e sul development team che sta per diventare continental.

«Abbiamo ristrutturato la squadra – ha spiegato Lelangue – ma ora che il contratto con Soudal sta finendo e sta per subentrare Dstny, mi è sembrato il momento ideale per iniziare qualcosa di nuovo. Ci lasciamo come amici e per questo continuerò a lavorare fino all’ultimo giorno, in modo che anche la programmazione per il nuovo anno non venga lasciata indietro. Dal primo gennaio inizierò una nuova sfida all’interno del WorldTour».

Caleb Ewan è una delle star della Lotto Soudal: accetterà tre anni fuori dal WorldTour?
Caleb Ewan è una delle star della Lotto Soudal: accetterà tre anni fuori dal WorldTour?

Ritorno alle origini

E la sfida è stata annunciata oggi. Il Tour de Pologne è la corsa… di famiglia, dato che Lelangue è legato ad Agata Lang che la organizza accanto al padre Ceszlaw.

«Ci aspetta una nuova stagione ricca di novità – dice proprio Lang – e siamo davvero felici di accogliere John in squadra con la sua lunga esperienza nell’organizzazione del Tour de France e campionati del mondo. Ha molta esperienza, più di 30 anni nel ciclismo, seguiva infatti le corse quando suo padre gestiva squadre professionistiche. Si vede che appartiene a questo mondo. Inoltre, viene dal Belgio, un Paese in cui il ciclismo è quasi una religione».

L’ultima edizione del Tour de Pologne è stata vinta da Ethan Hayter su Arensman e Bilbao
L’ultima edizione del Tour de Pologne è stata vinta da Ethan Hayter su Arensman e Bilbao

Wild card garantita

Lelangue volta pagina. Se ne va con 25 vittorie 2022, i cambiamenti effettuati e l’ingaggio di bei talenti come Alec Segaert. Sarebbe facile cadere nel tranello di pensare che, allo stesso modo in cui la retrocessione costa spesso la panchina dell’allenatore, nel ciclismo si possa alla lunga pensarla allo stesso modo. A dire il vero, la Lotto Dstny avrà l’invito a tutte le corse, ma non l’obbligo di parteciparvi: spenderà meno e correrà dove vorrà, come la Alpecin nelle ultime due stagioni. Dovrà però fare i punti per rimanere la migliore delle professional.

Per ora salutiamo con piacere l’arrivo del manager belga nella corsa polacca del Lang Team e aspettiamo la fine della stagione per capire se il sistema dei punti, oltre ad aver cambiato faccia alle corse, cambierà anche il modo di pensare.

Segaert, l’argento della crono su un prototipo Ridley

21.09.2022
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«La mia strategia di gara – ha detto Segaert dopo l’argento nella crono U23 –  è stata elaborata da mio fratello Loic, che è anche il mio allenatore e in cui ho piena fiducia. Ci abbiamo lavorato fino all’ultimo per via dei cambiamenti del vento. Nonostante un simile piano, è sempre difficile contenersi durante un mondiale. Con tutto quell’incoraggiamento lungo la strada e anche pensando alle persone che stanno guardando da casa. Era particolarmente importante trattenersi nel primo giro, ma penso di non aver risparmiato abbastanza. Ero ancora forte , ma non è bastato».

L’argento accettato con soddisfazione da Segaert, davanti alla superiorità indiscussa di Waerenskjold
L’argento accettato con soddisfazione da Segaert, davanti alla superiorità indiscussa di Waerenskjold

Scoperto per caso

Alec Segaert lo scoprimmo un anno fa per le sue frequentazioni italiane. Senza darlo troppo a vedere, il giovane belga, che nel 2021 era ancora uno junior, veniva a correre (e vincere) da noi, con l’appoggio del Team Ballerini. Solo che con il passare dei mesi, quella che poteva sembrare una presenza simpatica, si è trasformata nell’identikit di un campione, che ha da poco firmato un contratto WorldTour con la Lotto Dstny. Diventerà professionista dal primo giugno 2024: prima si concentrerà sui suoi studi di ingegneria, grazie a una norma dell’ordinamento belga che permette agli atleti di vertice di distribuire i loro esami universitari in base ai loro impegni agonistici. E Segaert, che ha 19 anni, ha ribadito di volersi laureare a tutti i costi.

Dopo essere stato campione europeo juniores a Trento lo scorso anno e aver vinto anche la Chrono des Nations, a luglio Segaert è diventato campione d’Europa nella crono U23 ad Anadia, in Portogallo.

«Il titolo europeo mi ha motivato – ha detto – ma non sapevo come sarei potuto andare andare al mondiale, perché ci sono state poche prove a cronometro di riferimento in questa stagione. Mi aspettavo molto dal norvegese Waerenskjold, dal tedesco Hessman, da Leo Hayter e anche dall’italiano Milesi dal quale ho perso l’ultima tappa del Tour de l’Avenir. Avevo visto bene…».

Nel 2021 da junior Segaert ha vinto a Stradella per distacco
Nel 2021 da junior Segaert ha vinto a Stradella per distacco

«Il percorso mi è subito piaciuto – ha proseguito – molte curve, molti saliscendi, zero pianura e nessuna salita troppo dura. Bisognava capire bene dove dare il massimo e dove recuperare. La mia ambizione? Certo mi sarebbe piaciuto vincere una medaglia, ma se fossi finito quinto, sarei stato contento anche di quello».

Tattica norvegese

E’ arrivato secondo, pagando forse la gestione troppo arrembante, al cospetto del norvegese che invece ha saputo dosare meglio gli sforzi.

«A metà gara – ammette Segaert – sapevo di avere più o meno lo stesso tempo di Waerenskjold, ma sapevo anche che lui aveva fatto un fantastico secondo giro. Da quel momento in poi ho capito che l’oro sarebbe stato molto difficile, ma anche l’argento sarebbe stato fantastico. Così ho continuato a spingere e alla fine è arrivato».

Segaert ha vinto per due anni di seguito l’europeo a crono. Questo il primo, nel 2021, da junior su Cian Uijtdebroeks
Segaert ha vinto per due anni l’europeo a crono. Questo il primo, nel 2021, da junior su Uijtdebroeks

La famiglia al seguito

Mai previsione fu più azzeccata. Il norvegese Waerenskjold che l’ha battuto e Hayter che gli è finito dietro sono stati i primi due nomi, con l’eccezione di Milesi che si è fermato al 10° posto, senza sprizzare troppa gioia. Sul traguardo di Wollongong, Segaert ha trovato anche la sua famiglia, che si è sobbarcata il viaggio per stargli accanto. Vincere il mondiale U23 è da sempre il sogno di suo padre e la crono ha messo in tutto il clan belga una bella fiducia in vista della prova su strada.

«Il piano a lungo termine – ha detto il padre Frank al belga Het Nieuwsblad – è quello di diventare campione del mondo nella categoria U23. Dopo il titolo europeo in Portogallo e soprattutto il tanto lavoro che abbiamo fatto, sapevamo che una medaglia fosse alla sua portata e come genitori abbiamo voluto esserci. Per condividere la gioia, ma anche per esserci se le cose non fossero andate secondo i piani».

In Australia è volata tutta la famiglia Segaert, per turismo e per sostegno (@Belga)
In Australia è volata tutta la famiglia Segaert, per turismo e per sostegno (@Belga)

La nuova Ridley

Per la crono, fra le curiosità più evidenti c’è anche il fatto che Segaert è stato il primo in assoluto ad avere la nuova bici da cronometro di Ridley, sponsor della Lotto-Soudal.

«L’intenzione era che la bici fosse pronta per il Tour de France – ha spiegato il fratello-allenatore Loic – noi ci speravamo, anche in modo che si potessero apportare modifiche se necessario. Sfortunatamente non ci sono riusciti, quindi Alec è stato il primo in assoluto a correre con la nuova bici da cronometro, in realtà ancora un prototipo. Venerdì ci sarà la corsa su strada. Ora sappiamo che la condizione è davvero buona. Se non per se stesso, mio fratello sarà in grado di aiutare un compagno di squadra a vincere il mondiale».

Segaert ha portato al debutto l’attesissima bici da crono di Ridley: un vero prototipo privo di scritte
Segaert ha portato al debutto l’attesissima bici da crono di Ridley: un vero prototipo privo di scritte

Futuro nella Lotto

Alec ha concluso parlando già da professionista navigato e proiettandosi verso il futuro nella Lotto Dstny, nel cui team di sviluppo sta vivendo il primo anno da under 23.

«In questa stagione – ha detto – ho notato quanto questa squadra mi stia seguendo. L’ambiente di lavoro, ma anche l’ambizione di continuare a migliorare. Da un lato, c’è la grande esperienza di talenti che sono arrivati dal devo team, come Wellens, Vermeersch e De Lie. Ma d’altra parte la squadra continua a svilupparsi. Ad esempio nel reparto performance o quando si tratta di materiali. La nuova bici da cronometro di Ridley ha sicuramente giocato un ruolo nella mia decisione di firmare con loro».